Capitolo 3: Cartaginesi
Una luce brillò sulle rive di un fiume, "Dunque questo è il Sanzu?", domandò Argo di Calamary, notando le acque divine scorrere dinanzi a loro.
"Si, mariner del Sud Pacifico, questo è il grande fiume del regno dei Morti asiatico", spiegò Koryo di Seiryu, posando la sciabola di Visnù nel fodero ed impugnando la sua arma.
"Secondo le indicazioni dateci dal Benevolo Shiva, il luogo del rito dovrebbe essere poco distante da qui, avanziamo, quindi, cavalieri", esordì Esmeria.
"Bene, sorellina", concordò Kain di Shark, avanzando insieme alla sorella che credeva ormai persa.
Dietro i due principi di Cartagine, avanzavano i Goshasei sopravvissuti, insieme ai mariners, a Koryo ed alle due amazzoni.
Le rive del fiume Sanzu erano desertiche, l’acqua bianca e dorata, rispetto a chi la guardava, bagnava sponde caratterizzate da neri sassi e da spiriti che lì dinanzi vagabondavano, aspettando chi li avrebbe condotti dall’altra parte, verso il mondo dei morti.
"Siete giunti nel posto più adatto per morire, le rive del fiume Sanzu", esordì all’improvviso una voce dinanzi ai guerrieri.
Il gruppo si fermò ad osservare il nemico, "Qualcuno di voi lo conosce?", domandò Neleo ai vari cavalieri presenti.
Il titano aveva bianche vestigia simili a tre animali combinati insieme: una scimmia sugli arti, un gallo per corpo ed un lupo a coprirne il volto.
"Mi chiamo Epimetheus, il titano dalle Tre Bestie, ho eliminato personalmente Efesto ed Ermes, due divinità piuttosto ridicole", si presentò il comandante di 2° grado dell’esercito di Urano.
I cavalieri si prepararono alla lotta, "Principi, se permettete saremo noi a combattere con questo tizio", esordì Connor del Falco, facendosi avanti insieme a Joen del Pavone.
"Voi due chi sareste?", domandò Epimetheus, rivolgendosi ai due Guardiani di Era, "Siamo gli ultimi Guardian Goshasei di Era rimasti", rispose Joen, "I due ultimi servitori di Era rimasti? Residui del distrutto regno di Cartagine, un bel lavoretto del defunto Leda", sghignazzò il titano.
A sentire quelle parole, sia Kain sia Esmeria avanzarono per combattere contro l’offensivo nemico, "No, fratello, lascia che sia io, insieme ai Guardiani, ad occuparmi di costui", propose la guerriera di Suzaku, "per nostra madre e per l’onore della Terra in cui siamo diventati cavalieri", concluse, impugnando la frusta.
"Principessa Esmeria, lo lasci a noi, saremo sufficienti", affermò Connor.
"Adesso basta parlare!", urlò all’improvviso Epimetheus, "Attacco del Gorilla", tuonò scatenando una potentissima luce.
Esmeria vide nitidamente quattro fasci di luce, simili agli arti di un gorilla furente, corrergli contro e si preparò ad evitare il colpo nemico, ma Joen si pose fra lei ed il titano, subendo, senza riportare danni, la tecnica di Epimetheus.
"Siamo noi i tuoi nemici, assassino di dei, non la principessa di Cartagine", ringhiò il guardiano del Pavone.
"Non farmi ridere", urlò Epimetheus, "nessuno può paragonarsi a me, o definirsi mio nemico, poiché nessuno mi è pari. Io sono il titano dalle tre Bestie, governo diverse entità d’energia attraverso i miei poteri, vi eliminerò tutti con il mio prossimo attacco", minacciò il servitore di Urano, scatenando nuovamente il medesimo colpo, "High green wall", urlò in tutta risposta Joen, producendo l’immenso muro verde con cui parò l’attacco nemico.
"Sai difenderti, ma questa è la tua unica dote, poiché se avessi capacità offensive mi avresti già sconfitto", affermò divertito Epimetheus.
"No, titano, sbagli i tuoi conti", esordì una seconda voce, "Joen è lo scudo, ma io sono la spada", affermò Connor del Falco saltando dinanzi al parigrado, "Preparati a subire", minacciò il Goshasei dagli occhi come zaffiri.
"Hawk flap", urlò Connor, scatenando le ali del Falco, le quali dilaniarono le spalliere di Epimetheus, producendo due profondi tagli sul suo corpo.
"Miseri uomini, non sapete con chi avete osato duellare, ora vi eliminerò del tutto da queste rive sassose", minacciò furioso il titano, gonfiando il petto, "Canto del Gallo", urlò poi.
L’esplosione non fu vista da nessuno, ma tutti sentirono un suono simile al canto di un gallo, poi i due Goshasei si schiantarono contro una parete rocciosa poco distante a causa di un’esplosione che nessuno aveva notato.
"Visto com’è semplice per me eliminarvi, insetti?", li schernì Epimetheus, "Non sottovalutare i due Guardian Goshasei, titano, poiché le doti di cui la grande Era li ha resi padroni, l’abilità accumulata in questi giorni di intense battaglie e le vestigia riparate dai fabbri li rendono degli avversari temibili più che mai, se tu potessi ancora affrontarli", ribatté Esmeria, "Come se potessi?", ripeté incuriosito il nemico, "Ora morirai, vile assassino, per mano mia", sentenziò la Beast Keeper del Sud.
"Ali della Fenice", urlò poi Esmeria, scatenando il colpo che già era stato di suo padre.
Epimetheus sollevò le mani dinanzi a se, ma non riuscì a fermare la potente ondata di fuoco e ne fu travolto, cadendo a terra, pochi passi più lontano.
"Incredibile, mia sorella sa usare alla perfezione le tecniche di nostro padre", balbettò Kain, osservando l’attacco di Esmeria.
"Attacco del Gorilla", urlò nuovamente Epimetheus, rialzandosi di scatto.
I quattro arti di luce si dirigevano verso la figlia di Ikki, quando un’energia di luce verde si piazzò dinanzi alla guerriera di Suzaku, annullando nuovamente l’attacco del titano.
"Scusi principessa Esmeria, ma costui è un nostro avversario", affermò Joen, mostrandosi nuovamente, illeso e con le vestigia integre.
"Devo dire che malgrado non abbia la tua invulnerabilità, amico mio, queste vestigia rinate grazie a Hemdall mi hanno salvato la vita", esordì Connor, mostrandosi accanto al Goshasei del Pavone.
"Il sangue di un dio ha ridato vita alle vostre vestigia, ciò vuol dire che non mi basterà più utilizzare queste due sole bestie, dovrò utilizzare la mia ultima ferocia tecnica", minacciò il titano.
"Mi dispiace, Epimetheus, ma ben presto le tue bestie diminuiranno", sentenziò Connor, saltando in aria, "Per la regina di Cartagine, per Medea e Rume, miei compagni d’arme e soprattutto per il maestro Sirio, eccoti la tecnica che lui stesso mi ha insegnato", esordì il Goshasei alzandosi in volo.
Le braccia e gli occhi del guardiano brillarono del colore degli zaffiri, "Ryutsuisen", urlò infine, scatenando le sciabole Taizan.
I gambali ed i bracciali di Epimetheus andarono in frantumi, mentre il titano cadeva a terra, ferito.
Il comandante di 2° grado, però, non si diede per vinto, anzi si alzò di scatto e gonfiò nuovamente il petto, "Canto del Gallo", urlò il titano, puntando contro Connor.
"High green wall", urlò Joen, sollevando il muro difensivo che salvò il guardiano scozzese dall’attacco nemico.
"Ora, titano, sarò io a quietare una delle tue bestie", minacciò il Goshasei, "Lighting waves", urlò poi il figlio di Tige, scatenando le ondate di luce verde, che si mossero ad una velocità tale da investire in pieno il nemico, il quale non poté difendersi e subì la frantumazione di un altro pezzo della sua bianca armatura.
"Mi vedo costretto a ricorrere al Lupo", sogghignò Epimetheus, "Rinuncia, titano, ormai la nostra superiorità è evidente", propose Joen del Pavone, "Non scherziamo, le mie tre bestie non possono essere battute così platealmente da voi, miseri uomini", sentenziò l’avversario, prima di scatenare il suo ultimo colpo.
"Lupo celeste", urlò Epimetheus, scatenando il proprio colpo, che investì contemporaneamente i due Goshasei, lanciandoli contro una parete.
"Ora, chi si farà avanti verso il feroce Lupo, la mia terza Bestia? Tu, ragazzina della fenice?", domandò il titano, rivolgendosi ad Esmeria, "No", esordì la voce di Connor, "la prego, principessa, lo lasci a noi", chiesero i due Goshasei.
Esmeria si avvicinò ai due guardiani, non avevano riportato ferite, ma i loro movimenti si erano comunque dimostrati di minore velocità rispetto a quell’attacco del titano.
"Ricordo quando mia madre mi parlò dell’ordine dei Guardians Goshasei, difensori di Cartagine e di ciò che questa città rappresenta: la dea Era. Voi siete degni di questo titolo per ogni vostro gesto e per tutto ciò che anche ora avete fatto in questo scontro, ma, come una figlia femmina della Regina di Cartagine, vi ordino di lasciare a me questo nemico", sentenziò la figlia di Ikki, prima di voltarsi di nuovo verso il nemico.
"Dove eravamo rimasti, Epimethues?", tuonò Esmeria, impugnando la frusta, "Stavi per morire", ringhiò il titano, scatenando di nuovo il "Lupo celeste".
Le ali sulle vestigia di Esmeria si aprirono e lei si alzò in cielo, evitando l’attacco nemico, che si schiantò contro un muro, frantumandolo.
La Beast Keeper di Suzaku era ora dietro al suo nemico.
"Cosa pensi di fare, ragazzina? Le mie tre Bestie non saranno mai sconfitte!", tuonò il titano, voltandosi di scatto e scatenando nuovamente il lupo.
Questa volta accadde qualcosa di inaspettato, un lupo apparve dal nulla e saltò addosso ad Epimetheus, "Che succede? Che fa questo lupo? Non mi riconosce come suo padrone? Io domino le bestie, non devono osare ribellarsi, devono solo vincere!", tuonò disperato il titano.
"Al contrario, più che vincere, vile buffone, tu stai perdendo", lo derise una voce.
Solo in quel momento, il titano dalle 3 Bestie si rese conto di essere stato intrappolato da un’illusione, "Quello che hai appena subito era il Genmaken della Fenice, altro dono di mio padre, ma adesso ti mostrerò qualcosa che è solo mio, di Suzaku, la Fenice del Cielo Meridionale", avvisò la figlia di Ikki.
"Fire Phoenix Tail", urlò Esmeria, scatenando le spire della sua frusta.
Epimetheus non riuscì a scatenare il Lupo per un nuovo attacco e le spire di fuoco di Suzaku lo strinsero a se, dandogli fuoco.
I cavalieri osservarono il titano ardere come una fiaccola, "Degna fine per l’assassino di Efesto", rifletté Neleo di Hammerfish, prima di avanzare.
Il corpo carbonizzato del nemico, però, si mosse, "Non pensate di vincermi così", balbettò la figura ormai deturpata, "Lupo Celeste", urlò il nemico, scatenando ancora una volta l’attacco contro Esmeria.
"Great Bomb", tuonò all’improvviso Joen del Pavone, apparendo insieme a Connor a difesa della guerriera di Suzaku.
L’esplosione di energia verde smeraldo polverizzò il lupo energetico e colui che lo aveva scagliato, lasciando solo ceneri di quello che era Epimetheus, il titano dalle tre Bestie.
"Prevedo un grande futuro per Cartagine", esordì Kain, avvicinandosi alla sorella, "Poiché avrà una saggia e forte regina e dei nobili e coraggiosi difensori in voi", affermò semplicemente il mariner di Shark, prima di avanzare con tutti gli altri cavalieri.
Il gruppo avanzava, quando una musica fermò i loro passi, "Riconosco questo suono", disse infuriato Reptile dell’Anaconda.