Capitolo 2: Ultime parole prima dell’azione

Tutti i cavalieri erano seduti, pronti a seguire ogni parola che il santo divino del Cigno gli avrebbe detto.

"Dopo il vostro arrivo qui, ieri, abbiamo esaminato, io, Ikki e coloro che non erano eccessivamente feriti, i diversi doni fatti dalle varie divinità. Fra questi doni, Nifer ha trovato incredibilmente utile il sangue del dio Hemdall, con il quale ha bagnato tutte le vostre vestigia, donandogli nuova vita, come lui dopo vi spiegherà.

Grazie agli altri doni ed alle mappe con essi arrivate, ora sappiamo i 4 luoghi ed i correlati metodi per attivare i Simboli del Comando, l’unico rito abbastanza antico e potente da poter sconfiggere Urano, l’Arcano Dio.

Temendo però un possibile attacco di questo nostro nemico alla terra che a tutti noi è cara, Edoné è stata la nostra ambasciatrice verso le diverse divinità, così da organizzare un piano di difesa per tutte le terre emerse: mentre quattro gruppi partiranno per i diversi luoghi indicati nelle mappe, al fine di azionare i quattro Simboli, sulla terra gli Indù Army guidati da Kaor di Byakko, le mummie nere comandante da Knosus di Uptat, Gutrun e Balder, oltre ad alcuni guerrieri sacri alle divinità olimpiche, si occuperanno di sedare dei possibili attacchi nel Nord, nell’Est, nell’Ovest e nel Sud del mondo", spiegò Hyoga.

"Chi saranno questi guerrieri olimpici, cavaliere divino?", domandò Adtula del Leone, "I cavalieri d’argento insieme ad un santo d’oro rappresenteranno Atena sulla terra e con loro combatteranno le guerriere che questa venerabile ospite comanda", rispose il santo del Cigno, invitando la giovane guerriera dalle rosse e dorate vestigia a presentarsi.

La fanciulla si alzò in piedi, "Il mio nome è Kasche del Focolare, comandante delle Vergini Vestali sacri alla dea Estia", si presentò la giovane guerriera.

"La dea Estia? Una delle sorelle della divina Era?", domandò stupito Connor del Falco, "Si, cavaliere, la dea del Focolare domestico, colei che non ama nessuna forma di guerra. Di fatti noi Vestali non saremmo esattamente guerriere, ma soprattutto sacerdotesse del matrimonio, però, in questa particolare circostanza, la nostra Signora, che non ha avuto niente a che fare con la guerra sull’Olimpo, ci ha ordinato di partecipare all’ultimo atto di questa guerra", rispose la giovane, prima di sedersi nuovamente.

"Nobile Hyoga, chi sarà il santo d’oro a dover rimanere sulla terra con i cavalieri d’argento?", domandò Myokas del Sagittario, "Spero che Golia del Toro accetti quest’incarico, arduo quanto quello che toccherà ai suoi parigrado", rispose il reggente di Asgard, rivolgendosi al custode della Seconda Casa.

Golia si alzò in tutta la sua maestosità, "Venerabile santo, accetto con onore quest’incarico", esordì con un nobile gesto il santo del Toro, "Bene, cavaliere, poiché temo che non solo i guerrieri titani ti saranno avversari", ringraziò Hyoga.

"Zio", esordì poi Freiyr, alzandosi in piedi, "Ti dovrei chiedere un favore, devi variare i tuoi piani", chiese gentilmente il figlio di Hilde, "Che intendi?", domandò Hyoga, "Ho bisogno che Helyss e Zadra mi seguano, se dovrò compiere il rituale che fu di Odino", affermò il god warrior di Dubhe, "Perché, nipote?", incalzò perplesso il cavaliere divino, "Perché solo la sacerdotessa del Pittore può imporre i runes sacri", rispose il primo cavaliere.

"E Zadra?", domandò incuriosito Camus, ma l’unica risposta di Freiyr fu uno sguardo fra il timido e l’innervosito verso il cugino, "Non servono spiegazioni, cavaliere dell’Acquario", tagliò corto Ikki della Fenice, "i due Anghellos di Ermes resteranno qui sulla terra, al posto delle sacerdotesse del Pittore e dello Scultore", ordinò il cavaliere divino.

Sia Edoné sia Obbuan accettarono la proposta del santo di Atena.

"Cavalieri divini, come avete pensato di dividerci?", domandò allora Shuren della Corona.

I due santi divini si guardarono negli occhi, poi Ikki parlò: "I cavalieri d’oro, eccetto Golia, seguiranno me e Hyoga fin sull’Olimpo, dove io ed il mio compagno di mille battaglie ci occuperemo di eseguire il rito che utilizzò Zeus", iniziò il cavaliere.

"Gli spectres di Hades, i Pharaons, i bersekers ed i due Astri di Apollo, raggiungeranno l’Oltretomba egizio, dove compieranno il rito di Ra", aggiunse Hyoga.

"I mariners, i Beast Keepers, i due Goshasei e due delle amazzoni, raggiungeranno il fiume Sanzu, dove compieranno il rito di Brama", continuò il santo della Fenice.

"Infine, i god warriors, insieme alle due sacerdotesse d’Argento, a Merope, Awyn ed ai due fabbri, raggiungeranno le fornaci dei nani, per compiere il rito di Odino", concluse il santo del Cigno.

"Bene, cavalieri, dovete dirci altro, o possiamo finalmente riavere le nostre armature, così da vendicarci di questi titani?", incalzò Rhadamantis, alzandosi in piedi.

"Concedici ancora pochi minuti, judge di Wyburn, poiché ora parleranno Edoné e Nifer, per darvi alcune notizie piuttosto importanti", rispose gelidamente Hyoga.

La prima ad alzarsi fu la messaggera del Flauto, "Durante i viaggi che ho compiuto ieri, per sancire l’unità fra le diverse forze di difesa della Terra, ho incontrato anche la mia antica maestra, Dafne, l’oracolo di Tebe. Raccontatole tutto ciò che abbiamo saputo su quest’antico Rito, la mia insegnante mi ha spiegato il potere recondito dei diversi rituali che svolgerete", esordì Edoné.

"Che intendi dire? Che ti ha detto mia madre?", incalzò incuriosito Joen del Pavone, "Intendo dire che le quattro pergamene che abbiamo ricevuto usufruiscono di antiche potenze, che se combinate intrappoleranno Urano, ma ognuna ha dei propri segreti.

Il potere del Tempo, che fermerà il passato ed il presente impedendo che qualcosa cambi, mentre il valico sarà aperto.

Il potere della Materia, che porterà a convogliare l’energia degli altri tre riti nel mondo degli uomini.

Il potere del Varco, che permetterà il collegamento fra la Terra e le dimensioni della morte, fra cui il Tartaro, dove Urano deve essere nuovamente imprigionato.

Infine, il potere della Non Morte, che renderà l’eternità di Urano, qualora riuscirete a sconfiggerlo, nuovamente una lunga prigionia", concluse la messaggera del Flauto.

"Ora a te la parola, Nifer", affermò poi Hyoga, mentre l’Anghellos si risedeva.

Il fabbro si alzò in tutta la sua possanza, "Vi prego, cavalieri, seguitemi tutti", esordì il guerriero di Arge.

L’intera comitiva si spostò sulla soglia delle fucine.

"Cavalieri di Atena, entrate", ordinò Nifer.

"Il sangue di Hemdall, non è quello di una divinità greca, perciò i suoi effetti sulle vestigia di tutti voi sono varie e dagli effetti sorprendenti", iniziò il fabbro.

"Le vostre vestigia, santi di Atena, di norma aumentano di resistenza e si evolvono grazie alla vostra energia, se bagnate con sangue divino, o anche umano, ma il potere di Hemdall ha permesso che le vostre vestigia stesse vi donassero l’energia", affermò il fabbro, mostrando le armature d’oro e d’argento.

"Ora, cavalieri d’argento, grazie ad armature molto più resistenti, avrete le porte aperte verso il settimo senso, che le stesse vestigia v’indicheranno, mentre voi, cavalieri d’oro, potrete contare su armature quasi divine, per resistenza, che incrementeranno le vostre doti, già incredibilmente sviluppate", spiegò il fabbro, mentre i cavalieri di Atena vedevano le vecchie vestigia, per nulla cambiate nell’aspetto, ma ricche di una nuova vita e di una potenza inimmaginabile, che ben presto loro stessi avrebbero scoperto.

"Ora voi, mariners", continuò il fabbro, dopo che i santi avevano indossato le armature.

"Le vostre armature sono diventate più resistenti ed inoltre in acqua hanno adesso una velocità ed una resistenza alla pressione superiore a quella di qualsiasi armatura", affermò Nifer.

Anche Neleo ed i suoi tre guerrieri indossarono le loro vestigia, rinate con una nuova forza.

"Voi, Astri di Apollo, ricevete un dono difensivo dal sangue di Hemdall: ora le vostre armature incendieranno i colpi avversari quando vi entreranno in contatto", continuò il fabbro.

"Per voi, amazzoni, un dono ben diverso: l’invisibilità di notte, una dote che vi permetterà di combattere non viste al chiarore della Luna, simbolo della vostra dea", affermò rivolgendosi a Merope e le sue due seguaci.

"Per i bersekers, la possibilità di incrementare ancora di più la loro energia grazie al sangue del dio nordico, che permetterà alle vostre armature non solo di farvi comprimere il vostro cosmo, ma persino di incrementarlo, lasciandolo crescere silenzioso fino ad esplodere nella sua massima forma", aggiunse rivolto ad Adtula e Jenghis.

"Per te, Awyn della Vite, un’armatura quasi indistruttibile, poiché grazie al sangue di Hemdall, l’effetto del poter del Vino sulle tue vestigia è adesso più veloce e da maggiori riparazioni di volta in volta", spiegò Nifer, indicando la cloth della Vite.

"Per voi, Anghellos, armature ancora più leggere, ma molto più resistenti", affermò verso Obbuan ed Edoné.

"Per noi, fratello mio, al contrario degli Anghellos, armature molto più pesante, ma in ogni caso quasi invulnerabili ormai", continuò il fabbro, parlando al fratello, prima di indossare di nuovo le vestigia di Arge.

"Le vostre due armature, Guardiani di Era, sono ora più bianche e brillanti, di una luce più splendente, ma oltre a questo miglioramento estetico, anch’esse, come tutte le altre, sono adesso molto più resistenti e pronte a supportare i poteri che la Regina degli Dei vi ha concesso", affermò Nifer, rivolgendosi ai due Goshasei sopravvissuti.

"Le vostre surplici, spectres, hanno perso il loro maggiore difetto grazie al sangue di Hemdall, ora non sono più fragili come vestigia di bronzo, anzi, sono diventate resistenti come gold clothes", si congratulò il fabbro, rivolgendosi a Rhadamantis.

"Per voi god warriors, ecco delle armature rinate grazie al sangue del vostro dio, non so che effetto abbiano avuto, ma mi è sembrato quasi di percepire la presenza di un dio su queste corazze, mentre le riparavo, come se Hemdall ora vi conducesse, attraverso le vostre armature", spiegò in maniera vaga Nifer, rivolgendosi in particolare a Bifrost.

"Mi sono permesso di riparare anche le vostre, Pharaons egiziani e Beast Keepers asiatici, e credo di aver fatto un buon lavoro, poiché adesso le vestigia di granito di cui tanto andate fieri, sono molto più leggere, mentre le vostre due armi e le vostre corazze mitologiche, sono rinate per mezzo di sangue divino, una sostanza che ha risvegliato la potenza nascosta della squama di Seiryu e della scheggia di Suzaku", spiegò infine il fabbro, rivolgendosi ai cavalieri alleati.

Il gruppo di cavalieri si divise, le quattro piccole armate partirono per i diversi luoghi indicati, mentre i santi d’argento insieme a Kasche, agli Anghellos ed a Golia, salirono in superficie, per affrontare i guerrieri titani.

La battaglia finale era iniziata.