Capitolo 13: Una tecnica ingannevole
La gigantessa dell’acqua era in piedi, dinanzi a lei i mariners, le amazzoni, i Beast Keepers ed i due guardians Goshasei.
"Titano, questi sono i miei avversari?", domandò la gigantessa, "Si", rispose semplicemente il nemico nell’ombra, "Bene, uomini, io sono Ifiliate, gigantessa dell’Acqua dalle difese invalicabili", si presentò l’immane avversaria.
"Difese invalicabili?", ripeté Neleo di Hammerfish, "Si, proprio come uno specchio d’acqua che riflette l’immagine degli avversari, così chiunque mi affronti deve essere cosciente che le sue tecniche si rifletteranno su di me, per colpirlo", spiegò la gigantessa.
Kain avanzò verso la nemica, "Fermo, generale dei Mari", esordì Maya della Sagitta argentea, "Lascia che noi amazzoni combattiamo costei", esordì la guerriera sacra ad Artemide.
"Ha ragione la mia sorella guerriera, che questo scontro inizi fra donne, se poi non saremo abbastanza abili da sconfiggerla, accetteremo il vostro aiuto", spiegò Elettra del Cavallo.
"Fatevi avanti anche tutti insieme, tanto non supererete le mie difese", li sfidò Ifiliate, "Vedremo", fu l’unica risposta delle sorelle guerriere.
"Elettra, ti prego di lasciarmi il primo colpo", esordì Maya della Sagitta argentea, prima di prepararsi a colpire.
"Silver arrows", urlò Maya saltando contro l’avversaria e scatenando le frecce d’argento che il suo cosmo sapeva creare.
Ifiliate non si mosse, anzi sorrise alla guerriera, finché la sua immagine non sembrò sfocarsi agli occhi delle due amazzoni, per poi rinviare le frecce d’argento contro la loro creatrice.
Le frecce colpirono in pieno Maya, le cui vestigia resistettero, ma il cui corpo volò a terra, rotolando ferito per alcuni passi.
"Sarai tu con i capelli neri la prossima?", domandò quietamente Ifiliate, "Si, ma con la mia magnifica tecnica non potrai fare ciò, i miei calci non potranno tornare verso di me", spiegò Elettra, prima di scattare verso l’avversaria, "Horse fire gallop", invocò l’amazzone.
Nuovamente l’immagine di Ifiliate si sfocò ad Elettra sembrò quasi di non riuscire a toccarlo, tant’era veloce, finché un’impetuosa energia la investì in pieno, facendole volare la copertura del volto e gettandola a terra, ferita.
Tutti poterono vedere i lineamenti dell’amazzone, dolci e prosperosi, proprio come le sue forme, due sensuali occhi verdi, pieni di rabbia, brillavano sul suo sguardo.
"Bellina", sussurrò in quel momento Connor a Joen, ricevendo semplicemente uno sguardo sorpreso dal compagno d’arme, più preoccupato dello scontro che delle fattezze dell’amazzone del Cavallo.
"Sei più veloce di me", balbettò la guerriera smascherata, "Inoltre non scateni il mio stesso colpo, ma qualcosa che solo gli assomiglia", rifletté.
"Misera umana, ti voglio spiegare una cosa, prima di toglierti la vita: voi non colpite gli avversari con frecce o con calci, ma con l’energia e lo spostamento di materia che questi oggetti e parti del corpo producono ed è proprio quest’energia che io vi scateno contro", affermò la gigantessa, avanzando verso la nemica senza maschera.
"Sei abile e veloce, inoltre hai secoli di esperienza sulle spalle, mentre io ed Elettra non avevamo mai combattuto contro esseri che non fossero amazzoni fino ad una settimana fa, proprio questa penso che sia la nostra maggiore debolezza", esordì Maya della Sagitta, rialzandosi, "ma se i pesci d’acqua dolce si spaventano e tremano, scoprendo l’immensità degli Oceani, a noi ciò non è concesso, poiché solo io e le mie due sorelle siamo le uniche sopravvissute della gloriosa stirpe delle amazzoni e non possiamo rifiutare alcuno scontro, per il nostro onore", spiegò la guerriera di Artemide.
Il cosmo luminoso di Maya esplose in tutta la sua grandezza, "Silver water current", invocò la guerriera, scatenando la propria energia cosmica in un fiume di luce e frecce.
Ancora una volta Ifiliate sorrise alle avversarie e scagliò contro Maya il suo stesso colpo, ma stavolta, l’amazzone non si fece ingannare ed evitò l’attacco con un salto laterale.
"La tua velocità non sarà forse la nostra, ma non puoi ingannare un’amazzone due volte con lo stesso trucco", spiegò la guerriera della Sagitta Argentea.
"Davvero? Non credo, altrimenti avresti già superato le mie difese", la derise la gigantessa.
"Io le supererò, sarò più veloce di te", esordì Elettra, rialzandosi, "Fire explosion", invocò la seconda guerriera di Artemide, producendo l’esplosione di fuoco, che corse verso l’avversaria.
Nuovamente sembrò che l’immagine di Ifiliate si sfocasse a contatto con l’attacco, ma niente di più, anche stavolta il colpo delle guerriere olimpiche ritornò indietro e fortunatamente anche Elettra riuscì ad evitare la sua stessa tecnica.
"Dobbiamo continuare per molto a giocare, misere mortali?", domandò la gigantessa, "Amazzoni, attaccatela contemporaneamente e non preoccupatevi della velocità, non è quella la base della sua difesa", urlò allora Esmeria di Suzaku.
"Sorella, hai capito il trucco di quella difesa?", domandò compiaciuto Kain, "Si, fratello mio", rispose la figlia di Ikki, "Si, è un trucco piuttosto ostico, ma alla fin fine, quando lo si scopre, si capisce subito la viltà dell’avversaria", concordò Koryo di Seiryu.
"Non c’entra la velocità?", ripeté stupita Elettra, scambiando un’occhiata con la sorella guerriera, "Poco male, la sconfiggeremo comunque, vero Maya?", domandò con un sorriso sul bel volto l’amazzone del Cavallo.
In quel momento Maya capì quale fosse stato il bene maggiore in quella settimana di lotte ed allenamenti: i loro spiriti si erano temprati, Elettra, da sempre vanesia ed egoista, era ora pronta a combinare lietamente i propri attacchi con quelli della sorella guerriera, aveva superato il proprio limite ed anche lei, la più piccola delle amazzoni, aveva adesso le certezze date dal coraggio di parlare e confrontarsi con gli altri, il timore di sbagliare era ormai scomparso, lasciando il posto al coraggio ed al desiderio di salvare ciò che le era rimasto. Ora le amazzoni erano vere guerriere di Artemide.
"Io t’invoco, spirito del Fuoco, richiamo a me le tue fiamme, che tu possa aiutarmi a superare le difese di costei, così da raggiungerla ed abbatterla", pregò Elettra.
"Ti richiamo a me, Acqua limpida, e chiamo a me gli spiriti che ti abitano, affinché mi seguiate in questa battaglia per rendere gloria ed onore alle amazzoni ed alla nostra dea Artemide", aggiunse Maya.
"Water spirit", "Fire spirit", urlarono quasi contemporaneamente le due guerriere dalle argentee vestigia.
Le gigantesche energie corsero verso l’avversaria, dirigendosi contro di lei alla velocità della luce, "Non può scapparci", urlò Elettra, mentre la sorridente Ifiliate scompariva nel nulla.
"Abbiamo vinto ormai", esordì Maya, "Vortice dei giganti", urlò all’improvviso l’immane nemica, scatenando il proprio colpo per la prima volta.
Un gigantesco vortice d’energia sembrò assorbire in se la potenza dei colpi delle due amazzoni, per poi esplodere in vicinanza delle due.
Maya ed Elettra volarono contro il loro gruppo di alleati e furono i due Goshasei a prenderle prontamente, prima che cadessero a terra.
"Vi faccio i miei complimenti, erano millenni che non usavo questa tecnica, inoltre siete riuscite a ferirmi al volto", spiegò la gigantessa, toccandosi la guancia, su cui l’acqua aveva adesso un’incanalatura, simile ad una cicatrice.
Le due amazzoni erano pronte a rialzarsi, "No, vi prego, permettetemi di finire il vostro lavoro", esordì il Beast Keeper di Seiryu, avanzando verso l’immane nemica, "Tanto i suoi segreti mi sono chiari", spiegò infine, impugnando l’elsa della splendida spada.
"Davvero?", affermò la gigantessa, pronta a difendersi dal prossimo attacco, "Ti dimostrerò quanto siano veritiere le mie parole con quest’unico e potentissimo attacco ereditato dal mio sommo maestro Shiryu di Dragon", esordì Koryo.
"Rozan Shoryuha", urlò poi il Beast Keeper, scatenando il "Drago Nascente" in tutta la sua potenza.
Come già diverse volte, l’immagine di Ifiliate sembrò sfocarsi agli occhi dei suoi avversari, "Che cosa?", si sentì poi balbettare e tutti videro la figura dinanzi a loro svanire, come acqua divenuta vapore.
La gigantessa dell’Acqua era ora a terra, con una ferita al braccio, se così si poteva chiamare l’incanalatura delle onde che la componevano.
"Come hai fatto, uomo?", domandò stupita la servitrice di Urano, "Inizialmente anche io credevo che la causa della tua invulnerabilità fosse la velocità e la possibilità di respingere l’energia dei colpi avversari, ma poi ho capito osservandoti la realtà del tuo inganno", spiegò il guerriero di Seiryu.
"Lo definisci un inganno? Quello che uso è una delle tecniche più raffinate per canalizzare l’energia", ribatté Ifiliate.
"Tu, gigantessa, crei dinanzi a te un tuo doppio, un’immagine residua composta d’acqua contro cui si schiantano i colpi, sfocandola, proprio come un sasso che crea cerchi concentrici in un fiume, ma non ti accontenti di ciò, canalizzi l’energia di questi cerchi e la respingi, imprimendogli una forza forse superiore al normale e data la tua stazza, questo è un banale inganno", la accusò il Beast Keeper.
"Ti sfido a riuscirvi di nuovo", urlò Ifiliate in preda alla rabbia.
Koryo appoggiò la mano sulla spada e piegò le ginocchia, preparandosi allo scatto, "Shunten shatsu", invocò, scatenando l’arma mitologica contro l’immagine residua.
La figura scomparve nel nulla, come dilaniata dal potere della scheggia di Seiryu divenuta spada, "Vortice dei giganti", urlò allora Ifiliate, scatenando il secondo attacco, proprio come aveva già fatto contro le amazzoni.
L’allievo di Sirio non fu travolto dal secondo colpo, anzi riuscì a fronteggiarlo con la lama della magnifica spada.
Dopo alcuni momenti di confronto alla pari, Koryo dovette indietreggiare per l’immenso potere del vortice nemico, ma, quando ormai sembrava sconfitto, il guerriero di Seiryu cambiò di scatto la presa sull’elsa dell’arma e deviò verso l’alto la vorticosa energia nemica.
"Vuole deviare l’attacco con un altro colpo", affermò stupita Esmeria, osservando il proprio parigrado saltare verso il cielo oscuro dell’Oltretomba asiatico.
"In tuo nome, maestro Shiryu", urlò il guerriero asiatico, "Ryutsuisen", invocò poi, calando la spada.
Il drago del Cielo Orientale spirò in tutta la sua potenza, mangiando fra le sue grandi fauci il vortice dell’avversaria ed investendo la stessa con i possenti artigli, che ne dilaniarono il corpo in più punti e la gettarono a terra, ormai ferita mortalmente.
"Io, una gigantessa, sconfitta da un misero uomo", balbettò Ifiliate in fin di vita.
"Non devi stupirti, creatura dell’Acqua, già Elettra e Maya avevano superato le tue difese, inoltre io sono uno dei quattro Beast Keepers d’Asia, custode del Cielo Orientale ed allievo di Shiryu di Dragon. Ho avuto un grandissimo e bravissimo maestro, l’energia che mi trasmette la mia armatura è quella di creatura millenaria, almeno quanto te, quindi non poteva un semplice inganno sconfiggermi", spiegò Koryo, mentre l’avversaria spirava, lasciando solo una pozza d’acqua al posto del proprio corpo.
"Bravi, cavalieri, siete riusciti a sconfiggere Epimetheus, Mimas e persino Ifiliate, ma ormai molti di voi non sono più pronti a combattere, saprete affrontare uno dei quattro dei di Urano?", domandò l’ultimo titano ancora presente sul campo di battaglia, avvicinandosi al gruppo di cavalieri olimpici ed asiatici.