(Capitolo II)
Sciopero!
Il sole era già sorto e, con i suoi caldi raggi, accarezzava i bianchi marmi della facciata della prima casa, facendola risplendere di un candido bagliore.
Kiki fu il primo a svegliarsi, non per il profumo di caffè e cialde appena sfornate ( come di consueto), ma per gli assordanti fischi, le trombe e le urla che provenivano dal piazzale antistante la casa.
«Mu, Mu! Svegliati! Siamo sotto attacco!»
Il cavaliere dell’Ariete, ancora intontito dal sonno, indossò l’armatura e corse all’ingresso rimanendo a bocca aperta. " Assurdo! Forse sto ancora sognando!" pensò incredulo.
Il piazzale era gremito di gente con striscioni e bandiere, che urlavano all’unisono: «SCIOPERO! SCIOPERO!»e «FANNULLONI ANDATE A LAVORARE!» ( questa ultima frase era urlata a squarciagola da Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki, stufi di prendersele secche ad ogni puntata, mentre i cavalieri d’oro se ne stavano tranquilli, chi a casa a vedere gli episodi in TV, chi agli inferi a giocare a briscola con i custodi infernali).
Mu non sapeva minimamente cosa fare (mai gli era capitata una cosa del genere) e, incredulo, rimase sulla soglia a prendersi gli insulti. Epicuro gli si avvicinò, porgendogli una lettera da consegnare alla dea, dicendogli:
«Questa epistola contiene le nostre richieste. Nel caso non venissero soddisfatte continueremo lo sciopero ad oltranza e...potrebbe non essere piacevole»
Il cavaliere non se lo fece ripetere due volte e schizzò come un fulmine lungo le scalinate deserte (gli altri santi dormivano ancora beati nei loro lettucci!). Avrebbe fatto qualsiasi cosa per allontanarsi da quella bolgia inferocita!.
Arrivò ansimante alle stanze della dea e iniziò a battere i pugni sulla porta:
«Venerabile Atena è successa una cosa terribile!»
La dea aprì la porta in vestaglia e con una maschera di bellezza, di colore verde, sul viso ( il santo dell’Ariete per poco non ci rimase secco per lo spavento). Era abbastanza irritata:
«Mu! Dov’è finita la tua declamata calma! Un po’ di contegno, sono le sei del mattino!»
«Si....ha...per.. perfettamente ragione, ma la situazione è critica» balbettò, imbarazzato per la figuraccia, il cavaliere.
«Su, vediamo di che si tratta».
Atena lesse la lettera con attenzione:
«Interessante...per quanto mi riguarda hanno la mia approvazione. Per il resto sbrigatevela voi. Chissà, magari metterete un po’ di sale in zucca»
Detto ciò, prese carta e penna e scrisse due righe di risposta. Poi mise tutto in busta e disse:
«Consegna questa a Epicuro, poi, mentre scendi, sveglia i tuoi colleghi ed andate tutti al piazzale per vedere cosa vogliono».
Mu notò uno strano sorriso soddisfatto sotto il cerone e, perplesso, prese congedo.
Poco dopo i cavalieri d’oro erano scesi in piazza. Tutti tranne Mu, che era rimasto in casa a medicarsi un bernoccolo. "Mai svegliare Saga...Mai!" pensava mentre cercava del ghiaccio nel congelatore.
Milo, infuriato per il risveglio improvviso e ancora in pigiama, prese subito la parola:
«Che cos’è tutto sto casino? Se non tornate subito ai vostri doveri vi punisco tutti con la Cuspide!»
Seguito a ruota da Aiolia:
«E poi chi vi ha dato il permesso di scioperare? E tu Galan, che ci fai li in mezzo?»
Galan aveva cambiato partito dopo la suadente opera di persuasione di Leda e una piccola bustarella.
«Il permesso l’abbiamo ed è firmato dalla dea Atena» Epicuro mostrò la risposta che la dea gli aveva indirizzato.
«Dammi qua, sarà sicuramente un falso!» Proseguì Aiolia che passò la lettera al fratello. Ma Aiolos non poté far altro che constatare l’autenticità del documento:
«Appurato che è tutto in regola, potreste dirci il motivo di questa manifestazione improvvisa?» Chiese il cavaliere del Sagittario.
«Il motivo è semplice» iniziò Epicuro, guardando Aiolos negli occhi. «Siamo stufi di essere trattati come schiavi. Anche noi contribuiamo nel mantenere la giustizia nel mondo, permettendo a voi di concentrarvi solo sulle battaglie. Quindi ESIGIAMO RISPETTO!»
Un’ovazione si alzò tra le file degli assistenti.
«Ok e quindi?» Sbuffò Shura spazientito. Tutti quei discorsi retorici non li sopportava. Era un uomo d’azione lui!
«Quindi esigiamo ferie retribuite, copertura sanitaria con assicurazione per infortuni domestici e un sindacato riconosciuto, che difenda i nostri diritti. E non dimentichiamo le marchette della pensione!»
Un " W Epicuro", " Sei tutti noi" e " Meno tasse per tutti"si alzò tra le file dei dimostranti.
«Ma siete matti?» Esclamò Camus con calcolatrice alla mano: «Darvi tutte queste cose ci costerebbe una fortuna ed è tutto a carico nostro!»
La lettera di Atena non dava scampo; i servi erano loro e quindi non avrebbe scucito un centesimo.
«E abbiamo pure lo stipendio dimezzato» Aggiunse Shaka con fare mistico, ma Luca lo mise subito a tacere:
«Menomale! Altrimenti al posto della villa con piscina cosa ti facevi costruire?un castello in Swarowsky?»
Shaka, infatti, si era fatto costruire un lussuoso villone decorato con statue del Budda al posto della sesta casa, andata distrutta durante lo scontro conto Ades.
«Ehi! Io sono pensionato!» Esclamò Doko.
«Allora cedimi l’armatura di Libra» intervenne Shiryu.
L’atmosfera si stava scaldando, quindi Saga decise di prendere parola:
«Signori calma! Sono sicuro che riusciremo a risolvere la questione con diplomazia!»
«Ma senti chi parla» Sbottò Seiya, ancora memore del pestaggio alla sala del Grande Sacerdote; mentre Antonio faceva esplodere la sua rabbia repressa:
«Come no! Se la risolviamo come la storia dei miei arretrati, fra tredici anni siamo ancora qui a parlarne!»
Epicuro alzò quindi la mano destra e la folla vociante si calmò. Poi prese parola:
«Nobili santi di Atena, noi non scendiamo a patti. Queste sono le nostre richieste e se non verranno tutte accolte, vi posso garantire che ve ne pentirete amaramente»
«Mi dispiace, ma non intendiamo accettare» Rispose con voce ferma e decisa Aiolos.
«Bene. Da ora in poi, cavatevela da soli. Ah...dimenticavo...Atena ci ha lasciato carta bianca su come condurre lo sciopero, quindi..»
«Ci sarà da divertirsi!» Concluse Salvatore con gli occhi più spiritati di quelli del cavaliere del Cancro.
La folla si dissolse e gli undici rimasero soli, davanti al piazzale deserto.
Afrodite e Aldebaran: «Non so perché, ma ho un brutto presentimento»
Calogero: «Non fatemi ridere. L’unico che dovrà guardarsi le spalle, da ora in poi, è solo mio cugino»
«Su, non perdiamoci d’animo! Noi siamo i Cavalieri d’Oro, l’ultimo baluardo in difesa della dea Atena! Non ci faremo mica spaventare da ramazze, pentole ed elettrodomestici! Gli faremo vedere noi chi sono i casalinghi provetti!»
Tutti (eccetto Saga) esclamarono " URRÁ", " AIOLOS GRANDE SACERDOTE SUBITO" e " W IL CAVALIERE OPERAIO".
Il tutto ignari di non godere più della protezione delle stelle...
Teniamo duro!
Era passata ormai una settimana dalla manifestazione e i santi d’oro tenevano duro.
Non si poteva certo dire che se la passassero bene, ma, a parte le scottature, le dita incerottate e il disordine che ragnava sovrano nelle dodici case, tiravano avanti.
Aiolos, da leader, ogni giorno correva su e giù dalle scalinate per incoraggiare i suoi colleghi a non cedere.
A dire il vero segni di crisi c’erano stati: Aldebaran, passando davanti all’accampamento dei sevi ( che si erano stabili alla periferia del Grande Tempio), era corso via in lacrime, dopo aver visto la succulenta braciolata che Palmira e Carlos stavano preparando per gli altri servi e i cavalieri di bronzo e d’argento. Il povero cavaliere del Toro era infatti costretto a mangiare tutti i giorni insalata per colpa di Mu dell’Ariete(vegetariano), che lo obbligava a pranzare a casa sua pensando di fargli un piacere.
"Maledetti quattro salti in padella!" pensò Epicuro, che data la situazione aveva deciso di dare una svolta alla faccenda:
«Stimati santi di Bronzo e d’Argento, onorati colleghi; visto l’andamento di questa settimana proporrei di passare al piano B: guerriglia urbana! Salvatore, posso contare su di te?»
Salvatore, già in assetto da guerra con scolapasta in testa e mestolo in mano, non se lo fece ripetere:
«Certo, piatto ricco mi ci ficco...ma ho bisogno della collaborazione di Ikki e Shun»
Una brutta nottata e un pessimo risveglio!
Era una notte buia e senza stelle e la luna era nascosta da grigie e plumbee nubi. Latrati di cani si sentivano in lontananza, mentre una figura nera dal lungo mantello scendeva dal cielo proiettando l’ombra di un pipistrello...ehm scusate! Ho sbagliato parodia!
Ricominciamo...
Era una notte calda e afosa, come spesso succedeva ad Atene, e lui continuava a rigirarsi nel letto inquieto e fradicio di sudore. Sogni oscuri tormentavano la sua mente, mentre il suo respiro si era fatto pesante. Proprio lui, il più spietato e cinico, ora tremava nel sonno.
Si svegliò di soprassalto al sorgere dell’alba.
"Menomale, era solo un incubo" pensò mentre si dirigeva in bagno per darsi una rinfrescata. Nulla gli faceva più ribrezzo dei film d’amore e quella notte si era sorbito "Tre metri sopra il cielo".
Ancora frastornato si accostò al lavandino, ma quando i primi raggi di luce illuminarono la stanza....
«Che succede Calogero?» Le urla del cavaliere del Cancro avevano fatto precipitare Aiolia e Saga alla porta dei sui appartamenti.
«Apri, siamo noi!» Insistette Saga, ma non ricevendo risposta decise di sfondare la porta con il suo colpo più potente: Galaxain Explosion.("Il solito megalomane esibizionista. Bastava una spallata" pensò Aiolia).
Entrarono quindi nel grande androne della quarta casa immerso nella penombra e, rannicchiato contro una colonna, trovarono Death Mask sconvolto. Il cavaliere guardò i due colleghi e, senza parlare, indicò la porta cha dava sulle stanze private.
Saga e Aiolia si avvicinarono circospetti e preparati al peggio: " Chissà che essere spaventoso ci aspetta sa ha terrorizzato una sadico come Calogero" pensarono entrambi.
Aiolia poggiò la mano sulla maniglia e piano, piano, aprì la porta, mentre un cigolio sinistro faceva da sottofondo e......
PIKAPIAKACHÙ!
I due trasalirono dallo spavento prima di capire che il rumore era stato provocato da un pupazzo pestato, inavvertitamente, dal cavaliere del Leone. Saga allora, per vederci chiaro, aprì le tende per far luce nella stanza e capire la causa di tanto orrore: il pavimento del soggiorno era ricoperto da peluche dei Pokémon, mentre il soffitto era tappezzato di cuori rosa e puttini alati. I due decisero quindi di proseguirono nella perlustrazione dell’abitazione. In cucina trovarono una gigantografia di Antonella Clerici e "Le tagliatelle di nonna Pina" come sottofondo musicale; in bagno lo specchio era stato sostituito da un poster delle Winx, mentre i sanitari erano stati dipinti di azzurro con pois bianchi ed, in fine, la ciliegina sulla torta: le adorate maschere mortuarie di Calogero erano state sostituite dalle faccine di Hello Kitty.
Ad Aiolia era venuta la nausea, mentre i capelli di Saga avevano iniziato a cambiare colore ("Le tagliatelle di nonna Pina" erano troppo pure per lui, ma sui sanitari a pois ci aveva fatto un pensierino).
Nel frattempo era arrivata anche Lythos, che aveva iniziato a ficcare il naso ovunque con occhi sognati:
«Che belli i puttini alati sul soffitto!Li mettiamo anche noi nella casa del Leone Dorato?però, al posto delle faccine di Hello Kitty preferirei quelle dei protagonisti di Twilight. Aiolia posso far dipingere la facciata di fucsia?Ti prego, ti prego, ti prego!»
«Levatelo dalla testa! Non se ne parla!»
«Almeno posso prendere uno di questi pupazzi?»
«Si, ma poi sparisci!»
La ragazzina prese il peluche di Pikachu che le sfuggì di mano andando a cadere ai piedi Death Mask. Il cavaliere fece un salto e finì in braccio a Saga che perse la pazienza e lo lasciò cadere a terra dicendo:
«Insomma, vuoi darti una calmata? Non è successo nulla di grave!» ma Calogero era sotto shock.
«Sarà meglio accompagnarlo in infermeria. Li sapranno come calmarlo» propose Aiolia, ed insieme lo trascinarono di peso fuori dalla quarta casa.
Nel frattempo Shiryu aveva raggiunto Ikki, Shun e Salvatore in una delle tende allestite dai servitori. I tre stavano ridendo a crepapelle ( si, anche Ikki. Strano, ma vero) mentre guardavano tutta la scena tramite un monitor collegato al circuito di sorveglianza del Grande Tempio.
«Perché ridete?»chiese Siryu.
«Da un’occhiata a questo video»gli disse Salvatore riavvolgendo il nastro della cassetta e girando il monitor verso il ragazzo.
«Assurdo! Chi l’avrebbe mai detto che Calogero aveva paura dei Pokémon!L’avessi saputo prima, durante la corsa alle dodici case, avrei evitato un sacco di botte!»
«Caro mio, questa si chiama strategia!Conosci il tuo nemico, scopri i suoi punti deboli, cullalo in un falso senso di sicurezza e poi colpiscilo senza pietà! »
«Queste si che sono perle di saggezza, altro che quelle del mio maestro; ma ditemi, come avete fato a fere tutto?»
«Salvatore ha ideato il piano e poi ci ha fatto entrare in casa tramite una porta di servizio, dopo di che ho colpito Calogero, con il "Houo genma ken"(Fantasma Diabolico), mentre dormiva e gli ho fatto vedere il film nel sonno» spigò Ikki
«Intanto io e Salvatore ci siamo occupati della decorazione degli interni»concluse Shun.
«I cuoricini rosa e i puttini sono stati veramente un’idea di classe Shun» disse Salvatore.
«Grazie, grazie, mentre le tue faccine a posto delle maschere sono state fantastiche, come l’espressione di Death Mask quando le ha viste!»
I quattro non la smettevano più di ridere.
«Bene, vedo che il vostro piano ha funzionato alla perfezione!»Epicuro era entrato nella tenda e guardava la scena soddisfatto.
«Già, meno uno!» esclamò Salvatore
«Ne mancano ancora undici però» intervenne Ikki, tornando serio.
«Non preoccuparti, ho già dato disposizioni. Sono sicuro che Luca e Babel del Centauro faranno un bel lavoretto!»
«Cosa hanno in mente?»chiese curioso Shun
«He, he! Segreto!Posso solo dirti che sarà una bella sorpresa!» Concluse Epicuro con un sorrisino diabolico prima di uscire dalla tenda.
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