Capitolo XI
G.S.!
(non è un supermercato!)
Epicuro camminava irrequieto e pensieroso per il magazzino in rovina, alla periferia del Grande Tempio.
La giornata era grigia e uggiosa e la cosa non lo aiutava a prendere una decisione. Non sapeva che pesci pigliare, o meglio: lo sapeva benissimo, ma aveva una gran fifa e poca voglia di farlo. Ma ormai l’accordo con Libra era fatto e il dardo era tratto. Non poteva più tirarsi indietro e poi....era l’unico modo che aveva per vendicarsi di Aiolos. Incrociò le dita, fece un bel respiro e uscì dalla sua tenda, conscio che nulla sarebbe più stato come prima.
Casa del Sagittario.
«Aiolos scendi, non fare il cretino!» sbottò Aiolia guardando il tetto del tempio del Sagittario.
«Si, scendi prima di rompere qualche tegola, che poi Atena le fa sostituire a me!» sbraitò Milo.
«E dai, firma quel maledetto contratto e facciamola finita! Ci siamo già resi abbastanza ridicoli in questa fanfic. Non rincarare la dose!» cercò di farlo ragionare Camus, da poco tornato dal Sahara (con un’abbronzatura da oscar!)
«Mai e poi mai! É una questione di orgoglio! Sono un cavaliere e non mi arrenderò per nulla al mondo!» Rispose Aiolos da sopra il tetto, in assetto da guerra. La copertura del tempio era infatti stata trincerata con filo spinato e l’arco del Sagittario era stato fissato sul timpano della facciata a mo di mitraglia.
«Ma quale orgoglio!? Scendi e smettila che devo tornare a casa!» disse Afrodite
«Pure io! Quindi se non levi immediatamente la barricata dall’ingresso ti tiro giù con Excalibur!» Urlò Shura incavolato nero come Afrodite e Camus, che per colpa delle fortificazioni del cavaliere di Sagitter non potevano andare su dalle scalinate.
«Non posso, ormai sono l’unico che può opporsi al male che ha preso possesso del Santuario!» rincarò Aiolos.
Aiolia, Milo, Camus, Shura e Afrodite si guardarono perplessi:
«Tuo fratello ha seri problemi, lo sai vero?» disse Camus.
«Fratello, quale fratello?» rispose il cavaliere del Leone guardando in giro.
La discussione fu interrotta dalla figura di un uomo che a passi lenti e solenni stava salendo le scalinate delle dodici case.
«Epicuro tu? Osi ancora salire queste scale dopo tutto quello che hai combinato?» sibilò Shura.
«Non dare la colpa a me del male che ti sei fatto ad solo. Potevi evitare di tirare in ballo Penelope tagliuzzandole la tesi»
«Lurido..» il Capricorno venne agguantato da Camus e Aiolia prima che facesse qualche atto sconsiderato.
«Calmati Shura, non sono venuto qua per infierire su di voi, ma per parlare con Aiolos»
«Che vuoi? Non ho alcuna intenzione di metterti in regola! E non puoi nemmeno farmi cedere!»
«Si, lo so.»
Gli altri cavalieri rimasero completamente sconvolti da quella frase e si divisero in due ali per permettere ad Epicuro di passare.
«Incredibile, ma vero. Sono il tuo servitore eppure non so minimamente come metterti al tappeto. Devo riconoscerlo: tu sei un vero Saint Aiolos. Mi arrendo e do le dimissioni.»
SHOCK!
Il silenzio calò sui presenti
«Quindi ho vinto!?» chiese quasi incredulo il gold saint.
«Si Aiolos, hai vinto la battaglia. Ora scendi e togli tutta questa porcheria così che i tuoi colleghi possano tornare ai loro templi.» e così dicendo Epicuro se ne andò come era venuto, tra la sorpresa dei presenti.
Una settimana dopo....
La vita era ripresa a scorrere serena e tranquilla al Santuario della dea Atena. Tutto era tornato alla normalità. Certo, diverse cose erano cambiate; alcune in meglio (Afrodite non sfotteva più nessuno, Saga si era dato una regolata e tutti giravano con un portachiavi dei Pokémon come spauracchio per Death Mask) altre in peggio (Camus era singol, Shura in bolletta e Mu scassava tutti con il Signore degli Anelli, di cui era diventato fun), ma molti dissapori si erano calmati. Soltanto Epicuro non si veda più, era come sparito nel nulla e tutti si chiedevano che fine avesse fatto.
«RIUNIONE STRAORDINARIA! RIUNIONE STRAORDINARIA! TUTTI I 12 GOLD SAINT SONO CONVOCATI URGENTEMENTE NELLA SALA DEL GRANDE SACARDOTE!» Ugo il postino aveva ripreso il suo posto e, come ogni volta che c’era una riunione dorata, girava per le dodici case urlando a squarcia gola.
«Una riunione? E per cosa?» chiese Al.
«E che ne so! Io riferisco solo il messaggio di Atena!» e così dicendo Ugo si allontanò verso la casa del Montone Bianco, ripetendo al megafono la tiritela.
Un quarto d’ora dopo tutti i santi d’oro, eccetto Doko, erano nella sala del grande sacerdote, ormai inutilizzata da diverso tempo, e tutti si facevano una sola domanda:
"Che cacchio vuole Atena?".
Ma tutti anche sapevano che se la dea chiamava c’erano guai in vista...
«Benvenuti miei cari cavalieri» esordì Atena arrivando nella sala e tutti i saint pensarono: "cavolo, se inizia così vuol dire che siamo nella m@@@a"
«Perché queste facce spaurite?» chiese Saori con un’espressioni tra il compiaciuto e il perplesso.
«Normalmente quando viene convocata una riunione d’oro, vuol dire che sta per succedere qualcosa di grave» Spiegò Shaka.
«No, tranquilli, nessun nemico in vista! Vi ho semplicemente chiamato per mettervi al corrente che ho deciso di nominare il nuovo Grande Sacerdote!»
«He?Così, alla sprovvista?» chiese Mu sorpreso, come i colleghi, dalla notizia bomba.
«A dire il vero è già da un po’ che vi tengo d’occhio!» rispose sogghignando la dea (quanto le piaceva fare la misteriosa e temerli sulle spine!)
«Cosa intende dire?» chiese Camus che forse aveva iniziato a capire.
«Credevate che avessi concesso ai vostri sevi di rivoltare come un calzino il Grande Tempio solo per farvi firmare un contratto?»
«Non vorrà mica dire che questo "sciopero" è stato organizzato da lei a tavolino per metterci alla prova?» esclamò Camus esponendo la sua ipotesi e scatenando mormorii tra gli altri cavalieri.
«Ni» rispose la dea con un sorriso sornione ed andandosi a sedere sul trono del Grande Sacerdote «Quando Epicuro aveva chiesto udienza la prima volta, era venuto semplicemente a chiedermi se lui e gli altri servitori potevano essere messi in regola. Ed io, costatando le sue ragioni avevo deciso di farvi firmare i contratti. Essendo la dea della giustizia, non potevo tollerare assunzioni non a norma di legge. Poi però mi è venuto in mente che potevo sfruttare la situazione per vedere effettivamente cosa sapevate fare, al di fuori dei combattimenti a corpo a corpo. Ne ho quindi parlato con Epicuro, che mi ha suggerito di sfruttare i rancori nei vostri confronti dei cavalieri di grado inferiore e dei vostri sottoposti! Da lì poi è partito lo sciopero.»
«Quindi la lettera di autorizzazione...» chiese Aiolia incredulo.
«Serviva per rendere credibile il tutto e farvi abboccare all’amo. E devo dire che mi avete veramente sorpreso! Accipicchia, sarete pure guerrieri valorosi, ma quando c’è da usare la testa e non le mani, di undici non se ne ricava uno! E un Grande Sacerdote deve saper innanzitutto dirigere un esercito in battaglia! E far quadrare i conti del bilancio in tempo di pace!» Atena fulminò con lo sguardo Saga che si nascose, rosso come un peperone, dietro ad una piglia. Dopo di che scrutò con aria severa gli altri, che chinarono il capo consci della pessima figura fatta durante la prova. L’unico sereno e baldanzoso era Aiolos, forte della sua "vittoria" su Epicuro.
«Quindi se mi è concesso azzardare un ‘ipotesi, l’unico che potrebbe essere scelto è Doko? Giusto?» chiese timidamente Mu.
«Infatti inizialmente volevo affidare la carica a lui, ma il cavaliere di Libra ha rifiutato. Quindi...»
«La carica aspetta a me!» Disse Aiolos che, dopo essersi avvicinato al trono si inginocchiò per ricevere l’investitura.
«Ma sei scemo?» gli chiese Atena.
«Cosa?! Io sono l’unico, dopo Doko, ad aver resistito ai tiri loschi del mio servo!»
La dea lo guardò perplesso:
«Guarda che non era un gioco ad eliminazione Aiolos! E vincere una battaglia non vuol dire vincere la guerra! Poi se vogliamo parlare di come hai guidato i tuoi colleghi...lasciamo perdere va! Tra te e Pandora non so chi sia meglio!»
«E quindi chi sarà il nuovo Grande Sacerdote?» chiese ansioso Shaka, che friggeva come i suoi colleghi.
La dea a quel punto sorrise ed espresse il suo verdetto:
«Per l’astuzia, l’ingegno e il talento strategico dimostrato...» piccola pausa per aumentare la tensione in sala: «Per la capacità di dirigere e comandare a bacchetta i propri pari e non solo...e per quel pizzico di infida cattiveria che non guasta mai...nomino mio nuovo Grande Sacerdote...» Altra pausa «...Epicuro!»
«COSA!?NON PUÓ ESSERE!!!» esclamò Aiolos incredulo, mentre gli altri saint tirarono un sospiro di sollievo (piuttosto di diventare la spalla della dolce, ineffabile e adorabile Atena si sarebbero sparati in bocca! Milo in particolare).
«Non preoccuparti per me Aiolos, c’è la farò. E siccome non voglio che tu pensi che non mi preoccupo per te, ti ho trovato un mio sostituto, visto che non potrò più assisterti.» Epicuro sorridente fece il suo ingresso con Doko ed un’attempata signora; e si andò a posizionare al fianco di Atena.
«No Epicuro, questo non puoi farmelo!» piagnucolò il cavaliere di Sagitter indietreggiando.
«O si che posso! Sono il Grade Sacerdote!»
«Ti prego tutto, ma non zia Aiolina!»
«Brutto nipote screanzato! Cosa vorresti dire; che non mi vuoi come assistente? Dopo tutte le volte che ti ho cambiato i pannoloni e pulito i tuoi rigurgiti dovresti essere più educato nei miei confronti!» la signora attempata si avvicinò ad Aiolos con cipiglio crucciato.
«No zia cara! Non potrei mai dire una cosa del genere!»
«Questo si che è il mio ragazzo! Vieni qui e fatti dare un bacio dalla zia!» ed Aiolina stampò un sonoro bacio sulla guancia al nipote, tra le risate generali.
«Tutto è bene quel che finisce bene! E dopo questa scenetta da "C’è sfiga per te" direi che la riunione è scolta!» a così dicendo Atena congedò i suoi adorati cavalieri per ritirarsi nelle sue stanze.
Più tardi
Casa di Sagitter.
«Epicuro che vuoi ancora?» chiese Aiolos vedendo arrivare il Grande Sacerdote nella sua casa.
«Sono venuto a prendere le mie cose per trasferirmi nei miei nuovi appartamenti.»
«Lo sai che non finisce qui?» lo minacciò Aiolos.
«Lo so, lo so...io ed Atena stiamo stilando un bel programmino di governo!»
GASP!
«Dai, non fare quella faccia preoccupata! Il diavolo non è mai cosi brutto come lo si dipinge!» disse Epicuro, mentre con un sorriso luminoso lasciava per l’ultima volta il Tempio di Sagitter.
FINE