Epilogo
Al Grande Tempio di Atene era un giorno di festa, la dea Atena, reincarnata in Saori Kido, Isabel per chi poteva dire di conoscerla, stava per incoronare il nuovo Gran Sacerdote, il suo nuovo oracolo, scelto fra i suoi cinque santi divini, che con lei avevano vissuto tante avventure per salvare la terra.
Tutti erano lì, sia gli alleati sia coloro sia furono nemici della dea in passato.
Marin, Shaina, Jabu, Ichi, Ban, Geki, June e Nachi erano seduti nelle prime file ad osservare gli amici che temevano morti.
I cinque cavalieri di bronzo erano felici e sorpresi per le capacità che avevano dimostrato i loro compagni, "Chissà se anche noi potremo fare qualcosa di degno di lode un giorno", si chiese Jabu dell’Unicorno, "Cavaliere, avete difeso Atene contro sconosciuti che erano chiaramente più forti di voi", rispose Marin dell’Aquila, ricordando ad Asher del loro scontro con Maximo, Dafne e Tige.
Shaina e Marin erano incredibilmente felici di vedere Seiya vivo, l’una perché l’amava, l’altra perché lo sentiva come un figlio suo. La dea aveva già detto loro che le avrebbe dato un grande compito, quello di addestrare alcuni fra i futuri santi, che avrebbero dovuto combattere la prossima guerra sacra, contro un ignoto nemico ed entrambe si sentivano pronte per questo incarico.
June osservava Shun di Andromeda, suo compagno di addestramento e degno santo di Atena con un’armatura divina; aveva avuto da lui una bellissima notizia alcuni giorni prima, sarebbero tornati insieme sull’Isola dove Albione li aveva addestrati, lì sarebbero stati loro i maestri adesso "Per preparare la nuova generazione di santi, che fra vent’anni dovranno affrontare un nuovo pericolo", aveva spiegato il santo divino, ma a June bastava sapere di poter stare con lui.
Kiki era seduto accanto alla sacerdotessa del Camaleonte; osservava i santi divini, suoi amici da parecchio tempo e pensava al giorno della sua investitura, ormai non più così lontano, adesso che aveva trovato un nuovo maestro: Shiryu gliene aveva parlato appena tornato in Grecia, "Kiki, tu sarai il successore di Mu, tuo fratello, ma per meritare tale carica e per riparare le sacre armature d’oro, dovrai allenarti dall’unico uomo ancora vivo che sappia riparare delle vestigia; dovrai andare dall’ultimo sacerdote di Efesto, colui che viene chiamato il Grande Fabbro", gli spiegò il santo del Dragone.
Poco lontano da Kiki erano seduti tre personaggi noti al piccolo: Hilda di Polaris, regina di Asgard e celebrante di Odino, sua sorella Flare e l’ultimo god warrior, Bud di Alcor.
I tre rappresentanti del Regno sacro ad Odino avevano avuto la possibilità di parlare con l’ambasciatore di Atena: Hyoga del Cigno, al quale la regina aveva assicurato l’alleanza del suo regno ed in cambio il santo di Atena aveva assicurato che alcuni dei nuovi custodi di Asgard si sarebbero potuti allenare con i cavalieri di Atena.
Flare, invece, aveva ricevuto una proposta diversa da Crystal, la proposta di sposarlo, malgrado aspetta un figlio da colui che proprio Hyoga aveva ucciso: Hagen di Merak, come d’altronde la stessa Hilda aspettava un erede del sacro regno dallo scomparso Siegfried di Dubhe.
La principessa accettò, così ora Bud avrebbe difeso il suo regno in alleanza con i santi di Atena, che lo avrebbero aiutato e che lui avrebbe aiutato.
Dalla parte opposta della sala vi era l’ultimo generale di Nettuno, Syren Sorrento, anche lui ferito per mano dei seguaci di Ares, ma vivo.
"Shun di Andromeda mi ha chiesto di allenare alcuni nuovi santi, o dei guerrieri sacri ad altre divinità, credo che sia giusto farlo, inoltre anche i nuovi generali saranno addestrati da dei guerrieri da altre divinità, così da diventare più potenti e da poter salvare il regno dei Mari, e forse il mondo, dal pericolo che lo attende tra due decine di anni", questo pensava Sorrento, osservando la scena della consacrazione di un uomo ad oracolo.
Anche i sopravvissuti dell’alleanza fra le diverse divinità erano lì seduti ad osservare la consacrazione: Tige aveva una mano fasciata da una gigantesca benda, mentre Dafne era soltanto nascosta da un mantello, come il giorno in cui il guardiano la vide nel castello della regina Didone.
La regina Didone era anche lei lì: era rimasta estasiata da uno dei santi di Atena, Ikki della Fenice, che aveva proposto l’alleanza fra la Grecia e Cartagine.
"Fortunatamente non sarà lui il nuovo oracolo di Atena, potrò chiedergli di venire fra noi a Cartagine, per aiutarci a ricostruire la città", pensava fra se la regina.
Ikki della Fenice ricambiò uno sguardo della regina di Cartagine, "Forse dopo Esmeralda…", pensava fra se il santo divino, poi si voltò verso i suoi tre compagni seduti accanto a lui.
Tige lo osservò, "Chissà, forse adesso Cartagine, oltre alla sua regina avrà il suo re", pensò, "Ed io?", si chiese con un sorriso sul volto; in quel momento Dafne gli toccò la mano ferita da Deimos, quasi leggendo nella sua mente la domanda, per rispondergli con quel semplice gesto.
Shiryu di Dragon osservava i diversi invitati, "Guerrieri sacri a diverse divinità tutti riuniti qui: il pericolo è veramente grande, dovrò chiedere aiuto anche all’asceta indiano, l’ultimo allievo di Shaka. Parlerò con lui prima di tornare ai cinque Picchi dalla mia Fiore di Luna", pensò fra se il santo divino.
Hyoga era perso nei suoi pensieri, "Diventerò padre e reggente di un regno, almeno finché il figlio di Hilda non raggiungerà i 21 anni", questo pensiero scosse Crystal come un fulmine, non era più un ragazzino: aveva combattuto ed ucciso per ciò che è giusto ed ora stava per diventare padre, re e poi, forse, maestro; un sorriso di soddisfazione si stampò sul suo volto, mentre si voltava verso Shun.
Il santo di Andromeda aveva preso il simbolo del potere del gran Sacerdote, una collana, "Buffo, la prima volta che ho visto una collana così è stato quando la mia catena ha superato i limiti della dimensione oscura di Saga", pensò fra se, porgendo l’oggetto del potere alla sua dea.
Lady Isabel alzò al cielo la collana, "A te padre Zeus ed a voi tutti dei dell’Olimpo, consacro questo simbolo per il nuovo oracolo, che a me sarà sacro", quindi chinò nuovamente l’oggetto e lo pose intorno al collo di Seiya, il nuovo oracolo di Atena, che sorrise in risposta, "Grazie, dea Atena".
Ora un nuovo Gran Sacerdote presiedeva il posto di Sion, secondo il volere di Atena.