SAINT SEIYA NEXT DIMENSION
CAPITOLO 61 - POESIA DI ADDIO PER UN AMICO
Personaggi Presenti: Doko, Suikyo, Cardinale, Shijima, Saori, Tenma, Shun.
Data: 1743
Lunghezza: 19 pagine in bianco e nero (edizione rivista), 19 a colori (edizione volume).
Shijima è sbalordito nel trovarsi davanti ad Atena, cresciuta fino all’età di una bambina di 7 o 8 anni, ma non ha dubbi sulla sua identità, potendo avvertire l’immenso amore insito nel suo cosmo. Saori ringrazia il Cavaliere per quanto fatto per proteggerla, e gli spiega come Chronos avesse modificato i suoi telomeri durante il viaggio nel tempo, ma aggiunge anche di non essere la sua Atena, visto che proviene da oltre 200 anni nel futuro. L’Atena di quest’epoca si trova altrove, e prima o poi comparirà al Santuario, ma nel frattempo lei deve andar via, essendo venuta per eseguire una precisa missione. Per ringraziarlo ulteriormente, Saori si avvicina a Shijima e lo sfiora, bloccando immediatamente l’emorragia della rosa bianca di Cardinale, e risanando ogni sua ferita. La bambina poi si volta per andar via, ma in quel momento Virgo si accorge di una minaccia e balza a proteggerla con la schiena, intercettando numerose rose. Ferito, il Cavaliere crolla, mentre di fronte a loro compare Cardinale, venuto a concludere l’opera. Pur avendo sentito le parole di Saori, Pisces si rifiuta di crederle e, certo di non poter essere ingannato due volte, lancia una nuova raffica di rose, ma stavolta Saori le blocca con un solo movimento della mano, proteggendo sé stessa e l’inerme Shijima. Incredulo, Cardinale avverte il suo cosmo e inizia a sudar freddo, ma rifiuta comunque la resa e attacca ancora. Stavolta però le rose non si limitano a bloccarsi, ma tornano indietro contro di lui, fermandosi a pochi millimetri dal suo corpo ma facendolo comunque crollare. In lacrime, Saori soccorre di nuovo Shijima, consapevole di quanto ha sofferto per lei. Vedendola piangere, Virgo le si inginocchia e giura fedeltà, affermando che la proteggerà sempre e comunque, anche se non è l’Atena della sua epoca. Il problema per entrambi ora è uscire dal Labirinto, che nel frattempo si è riformato e potrebbe essere problematico anche per una divinità. La risposta però è nelle mani di Cardinale: il leggendario Filo di Arianna, che consente di uscire da qualunque labirinto, e che i due devono seguire per trovare l’uscita. Mentre Saori e Shijima si incamminano, Shun e Tenma raggiungono la settima casa, davanti alla quale trovano Doko intento a recitare un poema cinese: Il fiore che sboccia si trova abbondantemente esposto al vento e alla pioggia. La vita umana è piena di tristi separazioni. Il fiore che sboccia alla fine finisce per essere soffiato via e strappato dalle tempeste. Qualunque cosa accada, la vita umana è colma di separazioni. Il fiore sa che si verificano le tempeste. E non si sa mai se quella separazione sarà anche l'ultima, così è la vita umana. E’ una poesia funebre, perché Doko stringe tra le braccia il defunto Suikyo.
Glossario: /
Manga: Il capitolo è al momento inedito in Italia.
La logica, questa sconosciuta: Non è chiaro cosa abbia permesso a Saori di crescere di colpo rispetto a prima, anche perché nel numero 2 Chronos era stato definito da Artemide come molto superiore alle dodici divinità dell’Olimpo, e quindi dotato di un cosmo maggiore di quello di Atena, che non dovrebbe riuscire ad annullarne gli effetti. Quand’anche fosse proprio opera sua, viene da chiedersi perché proprio ora e perché in maniera parziale. Rimane anche il mistero della sua armatura, scomparsa all’arrivo nel passato. Lo straccio in cui Saori è avvolta era la manica del Sacerdote, leggermente strappata da Shijima, e copriva appena la neonata, ma ora si è ingrandito alle dimensioni di un vero e proprio abito. Il discorso sui telomeri dovrebbe essere incomprensibile per Shijima, vista l’epoca. Chronos aveva ordinato a Saori di non modificare la storia, ma piombando nel passato lei ha di fatto smascherato i tradimenti del Sacerdote e di Cardinale. Non è chiaro cosa faccia effettivamente svenire (o morire?) Cardinale, visto che le rose sembrano fermarsi prima dell’impatto con il suo corpo.
Note: 7/10. Un capitolo interessante che, pur con qualche evitabile ripetizione, porta avanti la trama, concludendo in un colpo solo sia la vicenda di Cardinale che, parrebbe, quella di Suikyo, e dando una svolta importante alla storia del ringiovanimento di Saori. Non mancano però le pecche, in particolare la sconfitta fin troppo rapida del Cavaliere dei Pesci che, dopo una buona figura iniziale, si è mostrato progressivamente sempre più malvagio e sordo a ogni ragione. Dalle parole di Saori, scopriamo che, pur essendo solo una neonata, era consapevole di quel che stava accadendo, come pure della causa della sua regressione all’infanzia e della relativa spiegazione scientifica. Non viene invece spiegato come abbia fatto ad annullare parzialmente l’effetto della trasformazione ed a crescere di colpo di sette o otto anni, ma è plausibile che il cosmo di Chronos abbia meno vigore essendo separato da Saori da oltre 243 anni, o che il dio stesso intendesse farla crescere gradualmente di nuovo. In uno dei passaggi di maggior interesse, Saori spiega di non essere lei l’Atena del 1700, riducendo notevolmente il paradosso temporale che si era creato a fronte dell’ipotesi che fosse proprio lei quella destinata a combattere anche in questa guerra sacra. La missione specifica di riferimento è, ovviamente, impadronirsi della spada di Hades per salvare Seiya, come visto nel numero 2. Contro Cardinale, Saori usa i poteri tipici di una divinità, bloccando e rimandando al mittente l’assalto del nemico. Per muoversi nel labirinto, il Cavaliere dei Pesci usava il leggendario filo di Arianna, di cui si parla nel mito di Teseo: grazie ad esso, l’eroe riuscì a orizzontarsi nel labirinto del Minotauro e ad uccidere il mostro. Il filo era stato visto e citato anche in Episode G n°5 (9 in Italia), a conferma del fatto che si trova nelle mani del Sacerdote, o comunque del Santuario. In Episode G, una volta srotolato il filo trovava da solo l’uscita, mentre qui è più banalmente legato all’altra estremità, probabilmente alla statua di Atena visto che Cardinale proveniva da lì. Il poema citato da Doko nel finale è di Yu Wuling, un poeta cinese del IX sec. e s'intitola Come i fiori sopportano piogge e venti. A quanto pare, il Cavaliere di Libra è uscito vincitore dallo scambio di colpi visto nello scorso capitolo, mentre Suikyo è stato ucciso dalla furia dell’Hyaku RyuHa.