SAINT SEIYA NEXT DIMENSION
CAPITOLO 37 - OMERTA’, LA BARA DEL SILENZIO
Personaggi Presenti: Abel di Gemini, Cain di Gemini, Suikyo, DeathToll di Cancer, Andromeda, Tenma, Seiya.
Data: 1743.
Lunghezza: 2 pagine a colori, 20 pagine in bianco e nero (edizione rivista), 22 pagine a colori (edizione volume).
Cain e Abel discutono riguardo Suikyo. Il più malvagio dei due sottolinea come il presunto Spectre, pur essendo ufficialmente venuto per uccidere Atena, in realtà non ne aveva alcuna intenzione. Ora però è succube del GenromaoKen, quindi potrebbe davvero uccidere la Dea. Cain si infuria e cerca di colpire il fratello, che però si limita a dire che le sue azioni non sono altro che quello che Cain stesso sogna ma non ha il coraggio di fare. Dietro il suo volto angelico si nasconderebbe infatti il male. Subito dopo Abel scompare, promettendo al fratello che gli servirà il mondo su un piatto d’argento. Intanto, Shun si sveglia e scopre di essere nello Yomotsu Hirasaka, l’anticamera di Ade in cui è stato precipitato dal Sekishiki di DeathToll. Guardandosi attorno alla ricerca di Tenma, vede con orrore Seiya, in cammino insieme agli altri dannati verso la voragine del non ritorno. Disperato, Andromeda sta per rincorrerlo, quando la voce di Atena lo ferma. Per salvare l’amico dovrà tornare al mondo dei vivi, approfittando del passaggio che non si è ancora rinchiuso del tutto. Acconsentendo, Shun promette che salverà Seiya. Alla quarta casa, DeathToll si accorge che in qualche modo Tenma è uscito dalla bara, che si è rotta prima di lasciarlo cadere in Ade. Il Cavaliere d’Oro, seccato per aver fatto un lavoro di scarsa qualità, vorrebbe rimediare, ma Tenma si alza e getta subito all’attacco. Purtroppo per lui, a DeathToll basta un dito per fermare il Ryuseiken, e con altrettanta facilità ucciderebbe il giovane Pegasus se non fosse per Andromeda, che proprio in quel momento si libera ed interviene con la catena. Seccato, Cancer decide di usare un’arma diversa: Omertà, la bara del silenzio, un feretro tramandatogli dai tempi del mito che risucchia le anime dei malvagi. DeathToll chiede loro di rivelare la causa per cui lottano, e quando Tenma risponde che appartengono alla giustizia, entrambi vengono risucchiati ed intrappolati. Di fronte ad Omertà infatti non conta quale risposta venga data, la fine è sempre la medesima. DeathToll vorrebbe portarli in Ade per finirli, ma in quel momento Suikyo compare innanzi a lui.
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Manga: Il capitolo è stato pubblicato nel quinto numero dell’edizione JPop.
La logica, questa sconosciuta: Come possono esistere contemporaneamente due armature dei Gemelli? Esattamente come fà Andromeda, che si trova nel 1700, a vedere l’anima di Seiya che sta morendo oltre 200 anni dopo? (vedi note). Tutti i defunti sono nudi, calvi e violacei, ma Seiya ha il solito aspetto. Le bare dovrebbero servire al più a far scena, la rottura di una non dovrebbe bastare ad annullare gli effetti del Sekishiki di DeathToll. Suikyo, ferito e barcollante, è arrivato in un attimo alla quarta casa, mentre Ikki parrebbe non essere ancora entrato nella terza.
Note: "Qualunque risposta mia aveste dato, alla fine sareste stati risucchiati dalla bara del silenzio". 4/10 Il peggior capitolo da qualche tempo a questa parte, un ripetersi di situazioni abbastanza scontate con la sola novità della bara, il cui nome peraltro è un po’ di cattivo gusto. Abbondantissimi i riferimenti alla serie classica: la fine del dialogo tra Abel e Cain ricorda da vicino quello tra Kanon e Gemini, mentre Andromeda si trova in una situazione quasi identica a quella di Sirio quando quest’ultimo vede Cristal dirigersi verso la Bocca di Ade, solo per essere fermato dalla voce di Atena. Abel lascia intendere che Cain, all’apparenza nobile e buono, sia in realtà schiavo del male, ed afferma di volergli offrire la terra "su un piatto d’argento". Ciò suggerisce che il vero Gemini sia proprio Cain, e che Abel sia una sorta di manifestazione del suo lato oscuro, un’illusione che potrebbe avere consistenza fisica come il noto "fantasma di Gemini". La questione rimane nebulosa visto che sia Cain che Abel nei capitoli scorsi hanno fisicamente colpito Suikyo, mostrando quindi di avere un corpo, e che entrambi indossano un’armatura d’oro, ma d’altra parte questa è la prima volta in cui sono entrambi presenti, e Abel schiva il pugno di Cain senza toccarlo o farsi toccare, per poi svanire nel nulla alla fine. Andromeda si sveglia nella Valle di Ade - Yomotsu Hirasaka in originale - la normale destinazione per chi riceve il Sekishiki MeikaiHa. In questa specie di limbo si trovano le anime di coloro che sono appena morti o molto vicini alla morte, e di conseguenza in viaggio verso la voragine chiamata Bocca di Ade, attraversata la quale si arriva all’aldilà vero e proprio. Come mostrato da Cristal e Lady Isabel nella serie classica, in questa fase per un’anima è ancora possibile tornare alla vita. Qui Andromeda vede Pegasus, con tanto di braccialetto di fiori al polso, e la presenza del ragazzo complica non poco l’intero capitolo perché in teoria le due anime dovrebbero essere sì nello stesso luogo, ma a 250 anni di distanza. È possibile che il Sekishiki abbia mandato l’anima di Andromeda nel "suo" aldilà di origine, ovvero quello del presente, ma sembra un potere eccessivo per un Cavaliere d’Oro. D’altra parte, se i morenti di tutte le epoche fossero presenti contemporaneamente nello Yomotsu, Andromeda dovrebbe incontrare molti altri personaggi visti in passato e la folla sarebbe ben più grande. Inoltre l’atto stesso del camminare verso la Bocca di Ade indica uno scorrimento temporale che ha senso solo il tempo procede nello stesso modo nel mondo dei vivi. In breve, non ha senso. Saori, anche da neonata, riesce a venire in soccorso di Shun e gli indica la via d’uscita. Non è la prima volta che fà qualcosa del genere, avendo già salvato Kanon dall’annegamento mentre era in fasce, ed indica che la conoscenza della Dea non è scomparsa quando il corpo è regredito ad infante. Al contrario, è consapevole della situazione di Seiya e delle regole imposte da Chronos sull’Olimpo. Tenma conferma di non essere assolutamente al livello di un Cavaliere d’Oro, venendo fermato ancora una volta con un solo dito, come accaduto con Vermeer nel primo numero. DeathToll ha una barà speciale chiamata Omertà: l’uso dell’italiano suggerisce che nonostante il nome il Cavaliere, come il Cancer classico, sia nostro connazionale, anche se la parola ha in realtà origini spagnole ed è entrata senza modifiche in vocabolari stranieri come quello inglese. Indica comunque un "codice del silenzio" e nasconde i primi indizi sul funzionamento della bara, che sarà spiegato più avanti. Sempre secondo DeathToll, gli è stata tramandata dalle epoche mitologiche, ma la sua origine non è nota.