SAINT SEIYA LOST CANVAS

VOLUME 10 - IL SAGITTARIO

Personaggi Presenti: Sisifo, Aspros, Hasgard, Ilias, Oracolo, Arkhes, Lugonis, Sage, Regulus, Pizie, Spectre, centauri, apprendisti, abitanti del villaggio.

Data: 1726-1727-1737

Lunghezza: 188 pagine in b/n.

CAPITOLO 1 (63) - IL FRATELLO MINORE DI UN EROE

Nel 1726, 17 anni prima dello scoppio della guerra sacra, i giovani Aspros, Sisifo e Hasgard sono ancora apprendisti che ambiscono alle armature di Gemelli, Toro e Sagittario. Il Grande Sacerdote, letto negli astri di una minaccia imminente, li ha inviati in missione come sostegno per il famoso Ilias del Leone, che presto li raggiungerà. Il loro incarico è solo fare da sentinelle e messaggeri, al punto che Aspros, trascinatore del gruppo, suggerisce che potrebbe essere una prova solo per Sisifo, fratello minore di Ilias. I tre si ripromettono di diventare Cavalieri d’Oro forti come Ilias, che dietro un aspetto pacifico, nasconde un’immensa forza combattiva. Sisifo, che ha sempre sofferto il paragone con il fratello, è particolarmente desideroso di mostrarsi degno del Sagittario. In quel momento, compare un branco di centauri che attaccano un villaggio vicino con frecce incendiarie, massacrandone gli abitanti. Sisifo e Hasgard vogliono intervenire, ma Aspros ricorda loro gli ordini e cerca di trattenerli, temendo ripercussioni del Sacerdote in caso di disobbedienza. Le sue parole non sortiscono effetto e i due si lanciano nella mischia senza attendere l’arrivo di Ilias. Sisifo, desideroso di mostrarsi indipendente dal fratello e di essere apprezzato per quel che è, all’inizio falcia nemici come nulla, ma poi si trova di fronte allo Spectre che comandava i centauri e subisce - insieme ad Hasgard - l’Absorb Life Arrow. Improvvisamente spossato, cade al suolo vittima delle percosse del nemico. A salvarlo giunge Ilias, condotto lì da Aspros, che massacra facilmente i nemici con il Lightning Plasma. Entrambi redarguiscono Sisifo, il primo dicendogli che non fa che creare problemi, il secondo avvertendolo che non sa ancora "leggere il vento".

Giorni dopo, Sisifo si allena con Ilias, che continua a ripetergli lo stesso avvertimento nonostante il ragazzo dimostri la sua abilità di arciere. Il Leone lo invita a lanciare un dardo a occhi chiusi e senza arco, ma quando Sisifo cerca di concentrarsi, non sente che le critiche di tutti nei suoi confronti. Ha inoltre l’impressione che Ilias lo abbia preso di mira con l’arco, ma riaperti gli occhi vede che il fratello è ancora seduto, nonostante la freccia abbia ora centrato il bersaglio. A detta di Ilias, non è né psicocinesi né velocità della luce, ma solo il seguire il vento. Il Sagittario è colui che dovrebbe far da guida ai compagni nella via per la giustizia, e Sisifo potrà riuscirci se resterà fedele alla sua natura. Più tardi, Ilias "parla" con un cerbiatto con un marchio sulla guancia, confessandogli che teme che il fratello possa perdere il suo talento innato. L’animale - in realtà usato dall’Oracolo di Delfi per comunicare con lui - lo rassicura, pur ammettendo che nel futuro di Sisifo vede due immagini, una sola delle quali è eroica. Avverte poi Ilias che la sua ora si sta avvicinando, invitandolo al suo santuario.

Un anno dopo, Sisifo deve affrontare la prova finale per diventare Cavaliere: riuscire a colpire almeno una volta il suo sfidante, Lugonis dei Pesci, che indossa la sua armatura d’oro. Dagli spalti, i soldati, il Sacerdote, Aspros e Hasgard seguono lo scontro, all’apparenza impari, e in effetti a Lugonis basta la sola pressione del cosmo per massacrare di ferite il ragazzo. Sisifo però ha smesso di voler imitare Ilias e adesso desidera diventare Cavaliere solo per avere un’identità propria. Bruciando al massimo il suo cosmo, riesce a graffiare Lugonis, ottenendo l’armatura d’oro anche se un istante dopo crolla a causa del sangue velenoso del Cavaliere dei Pesci. Più tardi, Ilias - ancora dubbioso riguardo Sisifo - chiede al Sacerdote di consultare a riguardo l’Oracolo di Delfi.

CAPITOLO 2 (64) - L’ORACOLO

Convocato dal Sacerdote, Sisifo riceve l’ordine di recarsi a Delfi e ottenere gli scritti dell’Oracolo, che potrebbero prevedere l’esito dell’imminente guerra sacra contro Hades, o almeno essere d’aiuto. Per farlo, dovrà prendere contatto con le Sacerdotesse della natura e degli dei che custodiscono Delfi, ovvero le Pizie. La missione è difficile, ma Sisifo obbedisce subito all’ordine e lascia la sala del trono. Rimasto solo con Ilias, Sage rivela di sapere che quest’ultimo è malato ai polmoni e gli resta poco da vivere, motivo per cui vuole dedicare i suoi ultimi giorni al fratello, per renderlo forte e indipendente. Fuori, Sisifo attraversa le zone degli apprendisti, non potendo fare a meno di udire le loro parole di invidia: ritengono abbia ottenuto l’investitura solo in quanto fratello di Ilias, e non per meriti propri. Gli amici Hasgard e Aspros lo raggiungono e rincuorano, rinnovando la propria fiducia in lui e augurandogli buona fortuna nella missione, ma anche mettendolo in guardia. Aspros infatti non ama l’idea che il destino possa essere già scritto, preferendo stabilirselo da solo. Salutatili, Sisifo parte.

Qualche tempo dopo, il Cavaliere ha raggiunto una foresta immersa nella nebbia, e intuisce di essere all’interno di una barriera. Viene attaccato da un branco di lupi e, nel difendersi, inavvertitamente li ferisce, rammaricandosene subito. Un lupo bianco più grande degli altri con un marchio vicino all’occhio si fa avanti, emanando un potente cosmo. Capace di parlare, si chiama Arkhes, e lascia capire che lui e gli altri animali sono le Pizie, ormai divenute tutt’uno con la natura e in grado di prevedere il futuro, se i loro interlocutori sono capaci di accettare il destino che li attende. Sisifo dice di essere pronto e Arkhes gli chiede di seguirlo insieme ai suoi "compagni": dalla nebbia, emergono Hasgard e Aspros, con le armature di Toro e Gemelli, apparentemente conquistate poco dopo la sua partenza. Dopo l’iniziale smarrimento, Sisifo è felice di vederli, ma improvvisamente i due lo attaccano, accusandolo di essere indegno nonché potenziale peso per tutti loro nella guerra sacra. Sorpreso, Sisifo subisce diversi colpi, ma è ferito soprattutto dalle loro parole. I suoi dubbi si manifestano come ombre di sé stesso, che ripetono ciclicamente frasi di insicurezza e arrendevolezza. Dispersele con la Cheiron’s Thyella, usa un vento d’oro per difendersi dai colpi di Aspros e Hasgard, rifiutando le loro parole secondo cui la sua debolezza causerà sciagure nella guerra. Intuendo che non può trattarsi davvero dei suoi amici, scatena il suo cosmo e li spazza via con il Cheiron’s Light Impulse, dissolvendoli nella nebbia prima che possano usare i loro colpi segreti. Arkhes ammette che erano illusioni create dal suo potere, materializzazione di ciò che porta nel cuore: l’Oracolo stesso crede che egli porterà sventura al Santuario. Lo spinge poi più in fondo nella nebbia, fino al tempio in rovina dove si trovano gli scritti, difesi però da un’ombra oscura: una copia di Sisifo in Surplice, simbolo del giorno in cui tenderà il proprio arco contro Atena. Per ottenere la pergamena, dovrà prima affrontare se stesso.

CAPITOLO 3 (65) - L’ARCO E LA CORDA

L’Oracolo, la giovane ragazza che, ad insaputa di Sisifo, un anno prima aveva parlato con Ilias, afferma che il Sagittario porterà sciagura nella guerra e quindi non potrà passare facilmente. Il guerriero è sconvolto nel vedere che un giorno si ridurrà in quello stato, con indosso una Surplice e il viso rigato da lacrime di sangue, ma l’Oracolo insiste affermando che, sventando involontariamente il piano di Atena, lui darà inizio al conflitto e causerà la morte di molteplici Cavalieri, finendo per dubitare di se stesso e sprofondare nelle tenebre. Per avere la pergamena, adesso dovrà combattere contro il proprio futuro, ma la prospettiva all’inizio lo fa esitare e subire diversi colpi. Quando reagisce con il Cheiron’s Light Impulse, il Sagittario Nero sembra spazzato via, ma i dubbi nel cuore di Sisifo permangono. Ripetendosi che le cose non andranno così e che lui combatterà in prima linea insieme agli amici Aspros e Hasgard, a Ilias e ai futuri Cavalieri d’Oro, non si avvede che la sua ombra è sopravvissuta e viene trafitto alle spalle da dardi neri, e poi travolto dal Cheiron’s Dark Impulse. Secondo il sosia inoltre, prima o poi gli amici lo abbandoneranno o cadranno in guerra, lasciandolo solo. Disperato, Sisifo si chiede quale sia il suo senso della vita, ricordando il giorno del primo incontro con Ilias e poi la decisione di diventare Cavaliere come lui, per proteggere i più deboli. Trafitto da altri dardi neri, trova comunque nei ricordi la forza di reagire e di combattere in nome del presente, incoccando la freccia d’oro. La copia fa lo stesso, ponendo il duello in una situazione di stallo in cui il vincitore sarà colui che scoccherà per primo. Memore degli insegnamenti di Ilias, Sisifo chiude gli occhi, e così facendo scorge Atena alle spalle del clone, simbolo della speranza da raggiungere oltre qualsiasi ostacolo o sventura. Deciso a diventare un eroe che proteggerà l’avvenire e i sogni delle nuove generazioni, lancia la sua freccia un istante prima dell’altro, trafiggendolo in pieno.

Riconoscendo la sua grandezza, il Sagittario Nero scompare, ma proprio quando la via per la pergamena sembra libera, sull’altura si erge Ilias, che gli propone di lasciare insieme a lui il Santuario e le malelingue.

CAPITOLO 4 (66) - LA PROMESSA

Ilias afferma che la vita al Santuario impedisce a Sisifo di udire il vento o la terra, e gli chiede di partire insieme a lui. La proposta tenta il Sagittario, ma solo per qualche momento, visto che ormai è cresciuto ed è felice grazie all’amicizia di Hasgard e Aspros, ed anche perché la perdita di due Cavalieri d’Oro sarebbe troppo per le schiere di Atena. Immaginando che anche Ilias sia un’illusione, Sisifo si appresta ad attaccarlo, ma ricevere il Lightning Plasma alla velocità della luce lo convince che il fratello si trovi davvero lì. Ilias insiste dicendo che gli uomini, vittime della cattiveria dei propri cuori, hanno perso di vista sia se stessi sia la madre terra, non meritando quindi la loro protezione, e visto che non vuole che Sisifo si riduca come il Sagittario Nero, preferisce ucciderlo prima con le proprie mani. Sferra allora il potentissimo Lightning Crown, la Falce del Leone, che perfora l’armatura d’oro e ferisce gravemente il ragazzo. Poco lontano, l’Oracolo teme che Ilias risvegli inavvertitamente il Pitone sopito di Delfi, e riflette su come il leone, incapace di manifestare i propri sentimenti, finisca per ricorrere alla forza e non all’affetto. Malconcio, Sisifo percepisce la foresta intera schierarsi contro di lui, mentre Ilias avanza e ripete ancora l’offerta di lasciarsi tutti alle spalle, per vivere in sintonia con la natura. Comprensibilmente seccato di questa tiritera, il Sagittario afferma che così facendo volterebbero le spalle alla propria umanità: a differenza del fratello, lui vuole stare con gli altri, forgiare legami e camminare insieme agli amici verso il futuro. Facendo esplodere il suo cosmo, sferra il Cheiron’s Light Impulse.

Purtroppo per lui, Ilias è padrone dell’ottavo senso, e quindi superiore al punto da camminare come se nulla fosse all’interno del suo vento dorato. La foresta stessa diventa belva e si avventa su Sisifo, che però riesce a mutare il proprio cosmo in freccia, trovarlo e colpirlo al viso con un pugno. Solo adesso, il ragazzo si accorge che il fratello sanguina copiosamente dalla bocca, sintomo della malattia che presto lo ucciderà. Nell’apprendere la verità su di lui, scoppia in lacrime e gli chiede di rimanere, ma Ilias, felice del modo in cui è cresciuto, afferma che ogni essere vivente ha un proprio destino e gli affida la difesa del Santuario. Promette però che un giorno tornerà a combattere per Atena in un’altra forma, per ottenere la quale intende ritirarsi in ascetico contatto con la natura. In quel mentre, l’Oracolo li raggiunge, affidando a Ilias una pietra che lenirà un po’ il suo male, e a Sisifo la pergamena. Lo avverte però che le profezie possono mostrare solo il futuro più probabile, visto che, alla fin fine, l’avvenire è determinato dagli esseri umani. Dopo aver fatto promettere a Ilias che un giorno tornerà in una nuova forma, cui lui stesso insegnerà la forza degli uomini, Sisifo riparte.

Dieci anni dopo, il Sagittario è in udienza con il Sacerdote e Hasgard, nel frattempo divenuto Cavaliere del Toro. La pergamena conteneva la mappa per trovare una città in Italia, ma gli ci è voluto un decennio per capire il senso della cosa. L’improvviso risuonare dell’armatura del Sagittario avverte entrambi che la corazza del Leone sta chiamando Sisifo, segno che il bambino incontrato tempo prima da Hasgard è ancora vivo. Felice che il futuro sia sempre in movimento, Sisifo corre da lui.

EXTRA TRACK - LEO’S INTERLUDE

Ilias e l’Oracolo Arkhes parlano dei legami di sangue, con il primo che desidererebbe avere un figlio in cui riporre le sue speranze. Fiduciosa nel miracolo della vita, l’Oracolo lo rassicura, dicendogli che il futuro dipenderà da quei ragazzi.

Glossario: Cheiron’s Thyella: Tempesta di Chirone.

Manga: Il volume è stato pubblicato nel numero 10 della collana Lost Canvas Extra dalla Panini Comics.

La logica, questa sconosciuta: Nonostante i sigilli di Atena, c’erano già Spectre in giro ben 17 anni prima della guerra, ma che motivo aveva di saccheggiare villaggi? Anche considerando la differenza di età e l’armatura, sembra eccessiva la differenza di poteri tra Lugonis e Sisifo durante l’ultimo test visto che entrambi dovrebbero possedere il settimo senso. Se, come sembra, Sisifo ormai è orfano, è stato crudele da parte di Sage non dirgli nulla di Ilias o farli conoscere prima del loro incontro casuale. A meno che il viaggio di Sisifo non duri settimane, avrebbe dovuto capire subito che Aspros e Hasgard non potevano aver conquistato le armature così poco tempo dopo la sua partenza. Checché se ne dica, l’ottavo senso non aumenta la forza di chi lo possiede, come dimostrato da Pegasus e soci nella serie classica. Come visto in Omega, una volta raggiunto il settimo senso il cosmo ha un forte effetto risanatore, che di fatto guarisce dalla maggior parte delle malattie. Del forte legame di amicizia tra Sisifo, Hasgard e Aspros non c’è praticamente traccia nella serie regolare.

Note: 4. Una noia allucinante, con almeno un combattimento di troppo e concetti anche piacevoli che però vengono ripetuti alla nausea fino a perdere ogni valore, per di più sacrificando un’ambientazione e dei comprimari con buon potenziale. Soprattutto, il presunto raggiungimento della maturità di Sisifo finisce, con il senno di poi, per diventare un’illusione, visti i tentennamenti che effettivamente lo tortureranno negli anni successivi, rendendo di fatto vana tutta quest’esperienza, e fine a se stesso il Gaiden.

La storia è ambientata prevalentemente 16 anni prima del manga principale, con le prime pagine che avvengono un ulteriore anno prima, e le ultime che avvengono 10 anni dopo. Questo significa che Sisifo avrebbe 5, 6 e 16 anni secondo le età stabilite nel numero 22 (44 in Italia). In realtà però l’edizione italiana sbaglia l’età del personaggio, che di anni nella storia principale ne ha 29, non 22, cosa che lo pone a 12 anni nelle prime pagine, 13 per il grosso della storia e 23 alla fine. Aspros e Hasgard invece hanno rispettivamente 10 e 11 anni nel prologo, e 11 e 12 durante il resto del volume. Nell’epilogo, Aspros ne avrebbe 21, mentre Hasgard ne ha 22. Per fare un raffronto, questi numeri fanno sì che Sisifo, durante il racconto, abbia l’età che Pegasus ha nella serie classica nel manga. In un ovvio riferimento - a ruoli invertiti - a Ioria e Micene, Ilias e Sisifo sono fratelli, seppur di madri diverse. Il secondo inizialmente non lo sapeva e viveva tra i soldati semplici finché Ilias non lo salvò da un incendio causato da un attacco da parte dei Cavalieri Neri. Chi fossero questi Cavalieri Neri, e perché avessero attaccato, è ignoto, ma nulla impedisce un qualche ruolo da parte di Avido dal volume extra di Manigoldo. Non si accenna mai alle identità dei genitori dei due, e parrebbe che Sisifo fosse orfano quando Ilias lo ha conosciuto, ma il fatto che il Sacerdote sapesse del loro legame, e la permanenza stessa di Sisifo tra i soldati, indica che dovevano essere persone collegate al Santuario. Ilias sembra non riconoscere Sisifo al primo incontro, tra le fiamme, quindi è plausibile non sapesse nulla di lui, anche se non sembra molto stupito quando Sage glielo presenta e affida per l’addestramento. Il fatto che il Sagittario sia stato allenato dal Leone cita, sempre al contrario, sia la serie classica che Episode G, dove è Ioria ad essere discepolo di Micene. In quel caso però i due avevano tecniche abbastanza simili, mentre ora Ilias e Sisifo divergono sensibilmente. Sempre Ioria sarà per un certo periodo vittima delle malelingue a causa del più illustre consanguineo.

Ilias, Cavaliere d’Oro del Leone della generazione precedente alla storia principale, è il papà di Regulus, ucciso da Radamante e, soprattutto, dalla malattia nel flashback del numero 22, ambientato all’incirca 10 anni nel passato, e quindi contemporaneo all’epilogo di questo gaiden. All’epoca della morte aveva 36/37 anni, il che lo porrebbe attorno ai 26/28 in questa storia. È della stessa generazione di Lugonis, maestro di Albafica visto qui brevemente per la prova finale dell’addestramento di Sisifo, e in maniera più estesa nel gaiden del Cavaliere dei Pesci, all’interno del quale apprendiamo che il suo sangue è velenoso come quello dell’allievo. Il suo rapporto di comunione con la natura lo avvicina in qualche modo alla stirpe dei Megres nell’anime, mentre il possedere l’ottavo senso lo accomuna al Virgo classico, oltre che ad Asmita e a Sisifo stesso, che lo risveglierà contro Eaco. Subito il Lightning Crown, Sisifo afferma che persino la vita dell’armatura è stata compromessa, a suggerire un danno ben più profondo di quello meramente esterico. Dai discorsi con Sage, si intuisce che i due si conoscono sin da quando Ilias era ragazzino, ed emerge un uomo più a suo agio con la natura che con gli esseri umani. La malattia ai polmoni che finirà per ucciderlo non viene indicata, ma parrebbe trattarsi di un tumore, tubercolosi, o di tisi, a giudicare dalla tosse e dalla perdita di sangue. In particolare, Sage parla di "un’ombra", termine oggigiorno solitamente usato per i tumori per via del loro aspetto sulle radiografie, ma potrebbe essere una scelta lessicale puramente casuale o simbolica. Visto lo stato già quasi terminale, si deve addurre al ciondolo di Arkhes il fatto che riesca a sopravvivere per altri 10 anni, prima di "tornare" attraverso il figlio Regulus. Chi sia la madre non viene mai detto, anche se le immagini suggeriscono potrebbe trattarsi di Arkhes stessa, che di certo ha con lui un legame molto stretto. Gli ultimi anni e la morte di Ilias sono narrati nei numeri 22 e 23 della serie principale, in un lungo flashback in cui compare anche Hasgard del Toro, e che dovrebbe aver luogo poco prima dell’epilogo di questo Gaiden. In questo contesto va infatti posta la frase di Hasgard "quel bambino è vivo", con tanto di lacrime agli occhi. Quando Sisifo pensa ai Cavalieri d’Oro, vediamo un’immagine con lui, Aspros, Hasgard, Lugonis e Ilias, oltre alle sagome annerite di Capricorn e Cancer, a suggerire che i Cavalieri di Leone e Pesci siano gli unici rappresentanti della loro generazione, e che, con i loro 25 e 26 anni, Manigoldo ed El Cid siano già noti al ragazzo, seppur ancora come semplici apprendisti. Mancano invece i più giovani Sion, Doko, Asmita, Cardia e Degel, che all’epoca di questo racconto avrebbero avuto rispettivamente 1, 1, 4, 5 e 5 anni, e che quindi non erano ancora entrati in ottica Santuario.

A proposito di Hasgard e Aspros, i due sono presenti in quanto Cavalieri più anziani dopo Sisifo, e mostrano già i tratti principali delle loro personalità. A differenza del più bonario e impulsivo Hasgard, Aspros mira a qualcosa di superiore all’investitura a Cavaliere d’Oro, ovvero il titolo di Sacerdote, al punto da non intervenire insieme ai compagni. Tutto ciò ha luogo circa due o tre anni prima dell’incontro con Yoma, quindi il comportamento di Aspros - incluse le critiche abbastanza dure rivolte a Sisifo - vanno attribuite solo alla sua personalità, e non alla "goccia di oscurità" che pian piano lo corromperà. Ironicamente, prima della partenza per la missione, dice a Sisifo di non voler credere nel destino deciso da un altro, probabilmente in riferimento alla presunta esistenza maledetta di suo fratello Defteros, anche se poi proprio la sua sorte finirà per essere segnata dalle azioni di Yoma. Nell’epilogo, Aspros è assente nonostante all’epoca fosse ancora vivo, a suggerire un allontanamento volontario da Sisifo e Hasgard, presumibilmente come conseguenza della sua crescente malvagità e sete di potere.

Come prevedibile per il protagonista della storia, Sisifo è quello con più riferimenti nascosti nel racconto. L’insofferenza per le lezioni di Ilias e il desiderio di trovare un suo modo di essere sono probabilmente alle spalle del suo atteggiamento nella serie principale - sia anime che manga - nei confronti di El Cid e Regulus. Con entrambi, preferisce infatti non essere pressante e non indirizzarli troppo rigidamente, dando loro tutto il tempo di cui hanno bisogno per capire come vogliano vivere o che tipo di Cavalieri desiderino essere. Un vivi e lascia vivere di cui spesso si rammaricherà, specie verso Regulus, ma cui resterà fedele fino alla fine. Il Sagittario Nero è ovviamente l’aspetto che Sisifo avrà nel numero 9 della serie regolare, prigioniero nel Mondo dei Sogni e in preda ai sensi di colpa per aver portato condannato Sasha al fato di Atena. Affrontato proprio da Sasha, le rivolgerà contro la freccia, come profetizzato qui da Arkhes, salvo poi riuscire a superare le difficoltà e ritrovare se stesso. Molte delle parole del Sagittario Nero sono però corrette: Ilias lo abbandonerà già al termine di questa storia, Aspros circa 14 anni dopo, e Hasgard durante le fasi iniziali del conflitto. Il piano di Atena, inavvertitamente rovinato da Sisifo, è invece quello di rinascere come essere umano in compagnia di Aron/Hades, nella vana speranza di impedire il conflitto sul nascere. Sisifo in effetti lo butta alle ortiche trovando un’ancora inconsapevole Sasha e conducendola al Santuario, lontano da Tenma e Aron, ma è eccessivo scaricare tutte le colpe su di lui, vista l’infinità di fattori - tra cui Yoma - che scenderanno in campo a complicare la situazione. La mappa che il Cavaliere ottiene dall’Oracolo è proprio quella della città in Italia dove troverà Sasha - all’epoca del Gaiden non ancora nata. Il tintinnio finale dell’armatura del Sagittario potrebbe invece essere un riferimento all’eufonia delle vesti dorate, vista di tanto in tanto nella serie classica, e porterà Sisifo a trovare Regulus, come visto in un flashback del numero 23.

Con un bel riferimento alla mitologia greca, il Gaiden tira in ballo l’Oracolo di Delfi e le Pizie, oltre ad accennare al Pitone che nel mito dorme sotto il loro tempio, e per giustificarne l’esistenza nel 1700, si accenna a una barriera che ne protegge la foresta, simile a quella che nasconde il Santuario dal resto del mondo. Seppur "simpatizzanti" con il Santuario, e in contatto con il Sacerdote, sembrano essenzialmente neutrali, anche se non è chiaro quanto del loro comportamento sia spontaneo, e quanto una richiesta di Ilias. In qualità di Oracolo, Arkhes parrebbe esserne il capo, oltre ad essere quella con il cosmo più potente e l’unica di cui si veda l’aspetto umano, ma tutte loro in realtà sono ragazze, come verrà poi svelato nel Gaiden di Defteros. Hanno il potere di controllare gli animali, in questo caso lupi, e di usarli per combattere o comunicare, anche se solo Arkhes manifesta un cosmo in questa forma. È persino possibile che il lupo bianco e il cerbiatto siano in realtà delle illusioni con sostanza fisica, visto che vicino agli occhi hanno lo stesso marchio che compare ad Aspros e Hasgard, una specie di M obliqua. L’abilità dell’Oracolo di predire il futuro è tale che Aspros e Hasgard non solo compaiono con indosso le armature d’oro che poi effettivamente otterranno, ma addirittura usano i loro colpi segreti - Titan’s Nova ed Another Dimension - con anni di anticipo. Aspros in particolare potrebbe essersi già inventato la mossa, ma Hasgard non sferrerà il Titan’s Nova fino al combattimento con Encelado mostrato nel suo Gaiden. Meno riuscito è invece il ripescaggio dei centauri, che senza apparente motivo obbediscono a uno Spectre e massacrano la gente di un villaggio. Aspros, nel riconoscerli, si sorprende che esistano davvero, segno che non interagiscono normalmente con il Santuario. Lo Spectre in questione, qui cronologicamente alla sua prima apparizione, è stato disegnato la prima volta nel lontano numero 3, ed era tra quelli resuscitati da Aron alla cattedrale in Italia. A meno che non fosse stato ucciso di nuovo dietro le quinte, si può presumere che la sua morte sia quella vista in questo racconto.