SAINT SEIYA LOST CANVAS

CAPITOLO 66 - IL CALEIDOSCOPIO DEI RICORDI

Personaggi Presenti: Manigoldo, Tanato, Sage, Lupo, Idra, soldati del Santuario.

Data: 1743 circa. Flashback 1729 circa

Lunghezza: 20 pagine in b/n.

Offeso dal comportamento sacrilego di Manigoldo e Sage e dalla ferita al viso che il primo gli ha procurato, Tanato decide che è il momento di fare sul serio e sferra il suo colpo segreto supremo, la Terrible Providence. Una sfera di energia saetta verso i due, ma Manigoldo spinge via il maestro e gli fa da scudo, venendo colpito in pieno e subendo gravi danni. Con l'armatura danneggiata, Cancer perde i sensi, ripensando alle parole di Tanato, che paragona gli esseri umani alla spazzatura, e ricordando una situazione simile. Con i ricordi, Manigoldo torna a quando, da bambino, aveva incontrato colui che sarebbe diventato il suo maestro. Stava chiedendo la carità in un villaggio distrutto dalla guerra ed era circondato dalle anime di quelli che un tempo erano i suoi familiari, quando Sage gli si avvicinò. L'uomo poteva vedere le anime, proprio come il bambino, il quale amaramente disse che, un tempo, le loro vite non erano molto diverse dalla spazzatura. Avvicinandosi, Sage gli chiese il suo nome, e il bambino si presentò, estraendo contemporaneamente un pugnale e mirando al petto dello straniero, per ucciderlo e rubare le sue cose. Sage però non subì alcuna ferita, perchè sotto gli abiti indossava l'armatura d'oro di Cancer, che respinse facilmente la lama. Bloccata la mano del bambino, l'uomo comprese con tristezza che finora non aveva visto altro che trattare la vita come spazzatura, ed infatti Manigoldo, sbalordito alla visione di un'armatura d'oro, gli chiese di ucciderlo subito senza perdere tempo. Capendo quel che Manigoldo stava passando, Sage gli disse di sapere cosa si prova a perdere tutti, perchè molto tempo fa numerose persone che amava morirono, finendo per diventare spazzatura, come le aveva definite. Prima di ciò però vissero e lottarono per superare i limiti della loro esistenza, mostrando di essere parte di qualcosa ben più grande, parte dell'universo. Se si riesce a capire questo, si può rendere luminosa la propria vita e darvi un significato profondo. Manigoldo ammise di non capire, e Sage lo portò con se al Santuario, dove incontrò numerose persone, soldati e cavalieri, decise a dare uno scopo alle proprie vite. Pian piano, Manigoldo ripensa anche ai sacrifici di Hasgard e Albafica, ed a quel che hanno significato. In quel momento, il cavaliere si risveglia, tirato indietro da Sage che protegge se stesso e l'allievo con i sigilli. L'anziano dice che il ragazzo non è cambiato affatto rispetto a quando era bambino, ma Cancer risponde di essere molto diverso ora: anche se è un Dio che paragona la sua vita a semplice spazzatura, lui gli mostrerà almeno una volta quanto possa essere luminosa.

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Manga: Il capitolo è stato pubblicato nel n° 16 Italiano.

La logica, questa sconosciuta: Nel flashback, sotto la tunica da sacerdote dovrebbero vedersi le forme dell'armatura di Cancer, specie sulle spalle.

Note: "Anche se agli occhi di un dio sembro solo spazzatura… per una volta voglio risplendere!" Un capitolo molto bello, che approfondisce magistralmente la figura di Manigoldo mostrando il suo passato e ciò che l'aveva reso all'apparenza così indifferente alla vita. Il luogo in cui il flashback è ambientato non viene indicato, anche se alcuni voci online avevano ipotizzato si trattasse dell'Italia, visto che il Cancer della serie classica è proprio italiano. Anche se nello scorso capitolo non lo si era visto bene, l'ultimo attacco di Manigoldo aveva causato un taglietto sul viso di Tanato, facendolo sanguinare un pò. Per vendicarsi, il Dio usa la Terrible Providence, il colpo segreto già visto nella serie classica, che comunque non disintegra del tutto l'armatura d'oro di Cancer, danneggiandola solo parzialmente. Sin da piccolo, Manigoldo era capace di vedere le anime, sotto forma di fuochi fatui e non di persone vere e proprie, suggerendo una certa predestinazione al titolo di cavaliere del Cancro. Una ventina di anni prima dell'inizio della serie, Sage ha lasciato il Grande Tempio ed è finito nella zona in cui si trovavano i resti della città di Manigoldo, ma i motivi di questo gesto non sono chiari, tanto più che un Sacerdote dovrebbe restare sempre al Santuario. Anche nel flashback inoltre, l'uomo indossa l'abito bianco, e non quello nero visto sempre fino agli ultimi capitoli, il che fa venire ancora una volta il dubbio sulla sua identità. Ad ogni modo, viaggiava indossando l'armatura d'oro sotto i vestiti. I fratelli perduti cui Sage fa riferimento sono ovviamente gli altri cavalieri caduti nell'ultima guerra sacra più di 200 anni prima, ed infatti si intravedono alcuni di loro in un'immagine, anche se le corazze sono troppo anonime per essere riconoscibili. Per la prima volta inoltre vediamo Lupo e Idra, fisicamente uguali a Black ed Aspides come da tradizione finora: dopo Yato e Leone Minore, ben quattro dei cinque cosiddetti bronze minori sono già apparsi nel Canvas, sebbene quasi tutti con ruoli molto marginali. Rivediamo inoltre le scene della morte di Albafica e Rasgado, ma non di Asmita, il che rafforza il sospetto che prima o poi possa tornare in scena. Nel finale, il Sacerdote usa i sigilli per difendersi e proteggere Manigoldo, indicando che tra le loro numerose funzioni ci sia anche quella di fare da scudo al cosmo nemico.