SAINT SEIYA LOST CANVAS
CAPITOLO 150 - ALI IN DISPARTE
Personaggi Presenti: Doko, Silfide, Kagaho.
Data: 1743 circa.
Lunghezza: 20 pagine in b/n.
Silfide non riesce a credere che Doko possa aver resistito al suo vento venefico, impresa che fino a quel momento era riuscita solo a Radamante. Rialzatosi in qualche modo, Doko lo accusa di cercare di sfuggire alla desolazione che crea con il suo stesso vento, e per questo aveva finito per nascondersi dietro le ali di Radamante, che era divenuto suo maestro. Nel far esplodere il suo cosmo, Doko dichiara che una brezza simile è inutile contro di lui, spingendo Silfide ad attaccarlo rabbiosamente. Lo Spectre grida che l'incontro con Radamante lo ha reso più forte, oltre che diverso da coloro che muiono a causa della loro stessa debolezza, incapaci di resistere al suo veleno senza nemmeno essere attaccati. Il suo assalto però si rivela tragico: Libra infatti afferra il nemico in una stretta alla schiena, stringendo la presa nonostante il vento venefico che circonda entrambi in un vortice. Il Cavaliere ricorda la parziale somiglianza tra Silfide e Albafica dei Pesci, che visse in solitudine e persino nei suoi ultimi istanti di vita respinse gli abbracci e si spense in disparte dagli altri. Silfide non condivide tale modo di vivere e cerca di colpire ancora Doko, che però stringe la presa e gli spezza la schiena. Sorridendo per il calore del corpo del nemico, lo Spectre crolla privo di vita. A stento in piedi, Doko si trascina verso la statua di Atena, pensando che Deuteros potrebbe aver messo il sangue divino nel suo corpo proprio affinchè egli lo usasse per svegliare l'armatura della Dea. Arrivato ai piedi della statua però, Libra è sbalordito nel trovare Kagaho ad attenderlo. Lo Spectre lo deride dicendo che le cose sono andate come nei piani di Hades, che vuole per se l'armatura di Atena, e dopo averlo atterrato gli ordina di bagnare subito la statua con il proprio sangue, o sarà lui a farglielo sprizzare dal corpo.
Glossario: /
Manga: Il capitolo è stato pubblicato nel numero 34 della Panini Comics.
La logica, questa sconosciuta: Doko dice che Albafica morì in solitudine, ma accanto a lui c'erano Sion e la bambina di Rodorio. Com'è morto esattamente Silfide?
Note: "Il tuo corpo è caldo. Sono tutti così gli esseri umani?". 3. Un capitolo pessimo sotto tutti i punti di vista tranne quello artistico, affrettato e a tratti poco chiaro, che liquida Silfide più rapidamente di quanto fatto con Gordon nonostante il tempo speso in precedenza per costruirne una caratterizzazione di base, ed introduce di punto in bianco Kagaho. Unico lato positivo, seppur sterile, il riferimento ad Albafica, che essendo stato il primo Cavaliere d'Oro a morire era spesso ignorato nei flashback o nei discorsi in tema da parte dei compagni. Approfondendo leggermente quanto intuito nei capitoli precedenti, Silfide rivela che la sua scelta di seguire Radamante fu in parte motivata dal non voler vivere nella solitudine causata dal suo veleno, di fronte al quale gli uomini più deboli, e verosimilmente persino gli Spectre, muiono senza neppure essere attaccati. Il tema è di per se comune nei manga (per una curiosa coincidenza è presente anche nel capitolo del celebre Bleach uscito la settimana prima, anche se i tempi sono troppo stretti per pensare ad una cosa voluta) ed in passato era stato affrontato, seppur di striscio, anche con Albafica, che si teneva in disparte a causa del suo sangue velenoso. Il Cavaliere dei Pesci, primo tra i Custodi Dorati a cadere, perse la vita contro Minosse nel numero 3 (6 in Italia). Non è chiarissimo come Doko uccida Silfide: le immagini suggeriscono visibilmente che gli spezzi la schiena con un abbraccio da lottatore (nonostante la surplice), ma un accenno al "calore" del suo corpo potrebbe far pensare al sangue di Atena. D'altra parte, quest'ultimo non ha mai causato danni agli Spectre e qualche capitolo fa Queen era rimasto incolume dopo aver frantumato la boccetta che lo conteneva. Doko ipotizza che Deftero lo avesse salvato con il sangue divino proprio in modo da averne "una scorta" nel caso in cui la boccetta fosse andata distrutta, ma d'altra parte era l'unico modo per annullare la maledizione di Hades, quindi il punto resta incerto. Nel finale ritroviamo Kagaho, assente da una dozzina di capitoli circa.