SAINT SEIYA LOST CANVAS

CAPITOLO 142 - COMMIATO NEL MARE DI NUBI

Personaggi Presenti: Tenma, Yato, Sasha, Yuzuriha, Sisifo, Sion, Regulus, Caronte, Cavalieri, soldati semplici.

Data: 1743 circa.

Lunghezza: 20 pagine in b/n.

Con un'esplosione terribile, l'Athena Exclamation sfonda il portone del Lost Canvas, ma a prezzo della vita di Sisifo, di cui resta solo l'armatura. Tenma è amareggiato per non aver potuto passare più tempo con lui e conoscerlo meglio, ma al tempo stesso sa che il messaggio del Sagittario è chiaro: andare avanti, in nome di Atena. L'arca dei Cavalieri viene catapultata in avanti, diventando incontrollabile, ed i Cavalieri si ritrovano a navigare in un mare di nubi, costellato di colonne e rovine. Amareggiata per la scomparsa di Sisifo, Sasha si allontana insieme a Sion. Yato allora sgrida Tenma, chiedendogli perchè non sia accanto alla ragazza. Ora che Sisifo è morto infatti, è probabilmente lui la persona che più di ogni altra desidererà al suo fianco. Tenma però risponde che la Sasha attuale non potrebbe chiedergli una cosa del genere, perchè davanti a tutti deve continuare a comportarsi come Atena, senza mostrare preferenze. Allo stesso modo, Tenma deve comportarsi da Cavaliere, ma questo non è un problema perchè tra loro ormai non c'è bisogno di parole, possono capire i messaggi dei rispettivi cuori pur restando in silenzio. Avvicinandosi, e sfilando leggermente la maschera, Yuzuriha dice che consolare una donna non basta a renderla felice, la cosa fondamentale è capire il suo cuore e permetterle di diventare più forte. Ridendo imbarazzato, Yato ammette di non poter competere con il legame che unisce Tenma a Sasha, e ricorda che in passato era geloso nel vederli insieme. Ora però ha capito che questo legame per il ragazzo è anche un peso ed una responsabilità, che ne consuma l'anima. In quel momento, la nave passa sotto un arco di pietra, su cui è scritto "Lasciatevi alle spalle i passati affetti". Tutti si chiedono cosa vogliano dire quelle parole, quando la nave viene avvolta nella nebbia. Improvvisamente, Tenma sente alle sue spalle le voci di Aron, Doko, Hasgard, El Cid, Manigoldo ed i suoi amici d'infanzia, che chiamano il suo nome per farlo voltare. Pur desiderando ardentemente rivederli, Tenma cerca di resistere, sospettando una trappola, ma alla fine sta per cedere. Improvvisamente però una mano di Yato gli blocca il collo, impedendogli di voltarsi. Unicorno ammette di essersi girato per un istante, avendo sentito le voci della sua famiglia, ma alle sue spalle non c'era nessuno. Yuzuriha e tutti gli altri che si sono girati sono diventati immediatamente statue di pietra, alcune delle quali cadono spaccandosi in pezzi. Quel che è peggio, anche Yato sta diventando lentamente di pietra, e Tenma sente la mano dell'amico raffreddarsi e perdere vita. In lacrime, Tenma si dispera dicendo che credeva sarebbero rimasti sempre insieme, litigando da amici. Yato ammette che è stato un po' doloroso restargli dietro mentre si allontanava sempre di più, ma alla fine ha capito quanto generosamente si battesse. Ora però deve continuare ad andare avanti, insieme ad Atena. Con queste ultime parole, Yato diventa completamente di pietra. Intanto, su una gondola nera vicino alla barca, Caronte sorride per la sconfitta dell'esercito di Atena.

Glossario: /

Manga: Il capitolo è stato pubblicato nel numero 33 della Panini Comics.

La logica, questa sconosciuta: La forma dell'Italia in cielo cambia da capitolo a capitolo, con l'aggiunta o la scomparsa delle regioni a Nord-Ovest. L'esplosione dell'Athena Exclamation dovrebbe spingere la nave indietro, non in avanti. Le crepe sull'armatura di Tenma sono scomparse, anche se la corazza non è stata mai posta nello scrigno dopo lo scontro con Hades. Yuziriha è stata vista senza maschera da un'infinità di persone, eppure ora continua a toglierla solo davanti a Tenma ed Aron. Tra le persone che chiamano Tenma non c'è Asmita. Come mai la pietrificazione di Yato è così tanto più lenta delle altre?

Note: "Devi andare avanti comunque, insieme alla grande Atena". 7.5. Un capitolo forse un pò troppo moderno nella prima parte, ma con un bell'approfondimento di Yato nel finale, che finalmente dona personalità ad un personaggio finora usato soprattutto come spalla comica. Dopo lo sforzo dell'Urlo di Atena, di Sisifo rimane solo l'armatura, esattamente com'era successo ad Asmita in Jamir dopo aver raggiunto l'ottavo senso. La corazza è priva del diadema, perso contro Aiacos, ed è danneggiata sul pettorale, per il colpo di Pharaoh, ma ha la freccia d'oro, che era stata distrutta d El Cid nel duello con Oneiros. Insieme alla sua, si intravedono un altro paio di armature, appartenenti ad alcuni Cavalieri uccisi dallo Spectre di Sfinge. Il Lost Canvas è un vero mare di nuvole, circondate dai dipinti di Aron, su cui la nave può muoversi normalmente. Yuzuriha continua a mettere e togliere la maschera a seconda dei momenti, ma offre un consiglio a Tenma e Yato su come cercare di capire le donne, il che, se da una parte sembra forse troppo moderno, dall'altra permette di apprezzare la profondità dell'amicizia che lega i tre. A sua volta, Yato ammette per la prima volta apertamente i sentimenti contrastanti che lo legano a Tenma, la gelosia iniziale per il suo legame con Sasha (vista varie volte nei primi numeri, sin dal 1°) e la graduale accettazione del difficile ruolo del giovane Pegasus. L'arco di pietra è un chiaro riferimento a quello dell'Inferno, che dice "Lasciate ogni speranza voi che entrate". A quanto pare, è legato ad una sorta di maleficio, forse una trappola di Hades, che fa vedere a tutti le persone cui erano legate in passato. Tenma in particolare vede El Cid, Manigoldo, Doko ed Hasgard (i Cavalieri d'Oro caduti - o presunti tali - cui era legato), Aron, Hakurei e una delle bambine dell'orfanotrofio. Yato invece dice di vedere la sua famiglia, anche se i loro volti non vengono mostrati. Al braccialetto di Tenma pare rimasto un unico piccolo petalo di fiore. Alla fine del capitolo rivediamo Caronte, l'avido nocchiero dell'Acheronte che affronta Pegasus e Andromeda nella serie classica.