SAINT SEIYA OMEGA - EPISODIO N°52
UNA NUOVA ARMATURA! VOLA, NUOVO PEGASUS!
Disegnatori Yoshitaka Yashima
Data: Estate 2005 circa.
Personaggi presenti: Seiya, Saori, Koga, Kiki, Raki, Subaru, Tatsumi, Pallas, Titan, Tarvos, Dione, Eden.
Nelle sue stanze alla tredicesima casa del Grande Tempio, Saori ha un incubo che profetizza sventura, in cui vede tutti i suoi Cavalieri combattere contro un nuovo nemico. Altrove, in una discarica, Seiya, con l’armatura del Sagittario completamente riparata, ed in mano la daga deicida, attende pazientemente il ritorno sulla Terra di una divinità. Si tratta di Pallas, rinata con le sembianze di una bambina. Vistala arrivare, il Cavaliere si avvicina, avvertendo che deve ucciderla per ordine di Atena, allo scopo di impedire la guerra imminente. Rimane però sbalordito quando Pallas, riconosciutolo, acconsente a lasciarsi uccidere e afferma, in lacrime, di non voler fare del male a sua sorella Atena, nonostante il legame maledetto che le unisce sin dal tempo dei miti. In quel momento, un braccialetto a spirale compare sul suo braccio e su quello di Saori, causando dolore a quest’ultima. Intuendo che Pallas è rinata, Saori chiede perdono a Seiya per l’incarico ingrato che ha dovuto affidargli, proprio mentre il Cavaliere solleva il gladio d’oro. Intanto, Koga è tornato sull’isola di Saori e si sta allenando sulla scogliera, osservato da Tatsumi, che gli consiglia di non sforzarsi visto che le sue ferite stanno appena iniziando a guarire. Dopo aver saputo da lui che Saori è tornata al Santuario, Koga fa per allontanarsi, quando Tatsumi gli ricorda che non ha ancora ripreso la sua Cloth Stone, ora piena di crepe e spaccature. Il ragazzo però la rifiuta, dicendo che ormai è troppo malconcia per essergli utile, e soprattutto che la battaglia è finita. Raggiunta la spiaggia, Koga ricorda gli ultimi scontri, quando compare un ragazzino con una sacca sulla spalla, che lo riconosce come l’uccisore di un Dio e lo sfida, in modo da poter diventare egli stesso una divinità dopo averlo sconfitto. Nel frattempo, Seiya blocca la lama, non riuscendo ad uccidere una bambina. A ringraziarlo ironicamente compare un uomo di nome Titan di Great Sword, che si presenta come Pallasite di prima classe, la schiera più alta dell’esercito della Dea. Allontanato Seiya con un colpo deciso all’addome, Titan sfiora Pallas e la fa addormentare, spiegando che il braccialetto ruberà il cosmo di Atena per trasferirlo alla bambina, che in questo modo crescerà diventando adulta. Presala in braccio, avverte Seiya che la prossima volta che si vedranno sarà sul campo di battaglia, visto che l’aver risparmiato Pallas causerà una guerra tra i due eserciti. Poi scompare, lasciando il Cavaliere d’Oro in preda ai sensi di colpa. Sull’isola, Koga schiva facilmente i pugni dell’avversario e inizia persino ad allontanarsi, ignorandolo quando ripete di volerlo sconfiggere per diventare il più forte di tutti. Al suo rifiuto di combattere, il ragazzo inizia a bruciare quello che sembra un cosmo di tenebra, attirando di nuovo l’attenzione di Koga. I due però vengono interrotti dalla caduta di una mazza chiodata, che fa da preludio all’apparizione di un nuovo nemico. Inizialmente Koga crede sia un Marziano, ma l’uomo afferma sdegnato di essere un Pallasite di terza classe: il Frantumatore di Stelle, Tarvos di Morningstar, venuto appositamente per ucciderlo. Il Cavaliere si prepara alla lotta, ma il ragazzo che prima lo aveva attaccato ora si schiera a difenderlo, presentandosi tra l’altro come Subaru. Quando il nemico lo snobba definendolo un semplice essere umano, Subaru poggia a terra la sua sacca e invoca l’armatura d’acciaio, che si dispone sul suo corpo tra lo sbalordimento generale. Intanto, in Jamir, Kiki osserva le Cloth Stone dei Cavalieri d’Oro persi durante la battaglia con Mars: Ionia di Capricorn, Tokisada di Acquarius, Amor di Pisces, Sonia di Scorpio, Schiller di Cancer, e Gemini. Oltre a loro, sono periti molti Cavalieri di Bronzo e Argento, lasciando dietro di sé solo le loro Cloth Stone. Soprattutto, non ci sono nuovi guerrieri venuti a reclamare per quelle corazze, a conferma di quanti pochi Cavalieri siano rimasti. In quel momento, Kiki ordina ad uno sconosciuto di uscire dall’ombra e farsi avanti. L’uomo è Dione, un Pallasite di seconda classe, venuto a uccidere il riparatore di armature, senza il quale l’esercito di Atena non ha speranze. Nel frattempo, Tarvos e Subaru continuano a combattere, con quest’ultimo che riesce a difendersi e persino a mettere a segno qualche colpo, stupendo Koga. Tatsumi, appena sopraggiunto, spiega che i Cavalieri d’Acciaio indossano armature meccaniche create dalla Fondazione Grado cui Saori è a capo per appoggiare e aiutare i Cavalieri normali. L’uomo poi esorta di nuovo Koga ad indossare la sua corazza, ma quest’ultimo continua a esitare, persino quando Subaru, dopo un iniziale vantaggio, si rende conto di non essere all’altezza né del nemico né della sua armatura, chiamata Chronotector. La ragione è presto detta: il Cavaliere è tormentato al pensiero di non aver combattuto per proteggere Atena o l’umanità, ma per mero desiderio di lotta. Il piacere di distruggere lo ha inebriato, al punto che ora ha paura di se stesso. Mentre Subaru viene travolto dalla mazza chiodata, e vede con orrore i primi danni sulla sua corazza, Tatsumi rimprovera Koga, secondo cui però Pegasus non può più volare. Divertito dalla loro discussione, Tarvos sferra il suo colpo segreto Iron Meteor, cercando di travolgerli con un’onda d’urto. Tatsumi però si mette a difesa di Koga, subendo il grosso dell’impatto. Sconvolto, il ragazzo gli chiede perché l’abbia fatto, sentendosi però dare dello sciocco per non aver fiducia nella sua armatura e voler gettare così via la sua vita. Preso finalmente il ciondolo, Koga chiede a Tarvos perché non abbia esitato a ferire anche persone innocenti, se il suo unico obiettivo era lui. Il Pallasite risponde dicendo di provare piacere nel distruggere, indipendentemente dalle vite degli altri, e queste parole spingono Koga a darsi dello stupido per aver avuto paura del suo cosmo di tenebre come se fosse un bambino: la sua missione di Cavaliere è proteggere gli altri da uomini spiegati come Tarvos. Mentre il suo cosmo si infiamma, in Jamir Kiki spiega a Dione che lui ripara solo i danni esteriori delle corazze, ma che esse dipendono dall’universo che arde nel corpo del Cavaliere che l’indossa, poi lo costringe alla fuga con lo Starlight Extinction. A conferma delle sue parole, il cosmo di Koga compie un miracolo e fa rinascere l’armatura, frantumando il Cloth Stone e facendo comparire il totem, che il Cavaliere indossa. Ammirata la sua nuova armatura, Koga si lancia alla carica, mettendo rapidamente in crisi Tarvos e frantumandone la punta della mazza chiodata, in grado di allungarsi per colpire a distanza. Senza dargli tregua, disegna poi le tredici stelle e sferra il RyuseiKen, sconfiggendo il nemico e costringendolo alla fuga. La battaglia è vinta, ma la guerra è appena cominciata: da qualche parte, Titan osserva Pallas che, mentre dorme, continua a sottrarre il cosmo di Atena, finché quest’ultima non morirà. Nel frattempo, la giovane Dea sarà difesa dai Pallasite, tra i quali vi è anche Eden.
DVD: L'episodio è presente nel 14° DVD e Blu-Ray.
Scene extra DVD: /
La logica, questa sconosciuta: Saori ha al collo il ciondolo con la Cloth Stone di Pegasus, che poco dopo vediamo in mano a Tatsumi. Koga ha ancora il cerotto sulla guancia, dai tempi della morte di Aria. Come ha fatto Subaru a trovare e raggiungere l’isola? L’aspetto delle Cloth Stone dei Cavalieri d’Oro è cambiato rispetto agli episodi precedenti, sia per forma che per colore. Perché Kiki non cita Mikene tra i Cavalieri d’Oro caduti? Inoltre, dice che i caduti sono morti tutti per difendere l’amore e la giustizia sulla terra, cosa decisamente falsa per almeno alcuni di loro (Amor, Tokisada, Ionia, Schiller, ma anche Fly o Miguel). Si accenna anche alla morte di numerosi Cavalieri di Bronzo, ma questa casta non dovrebbe aver subito perdite, a differenza dei quasi decimati Cavalieri d’Argento. Le zampe anteriori dell’armatura di Pegasus cambiano posizione a seconda delle immagini.
Note: 7. La seconda stagione di Saint Seiya Omega si apre con un episodio frammentato su troppi fronti, con almeno uno, quello di Kiki e Dione, di cui si sarebbe potuto fare a meno. Ciò però non toglie troppo al bell’approfondimento della maturazione e psicologia di Koga, ancor più in risalto di fronte all’infantile Subaru e al crudele Tarvos, e alla piacevolissima resa di Tatsumi, una volta tanto eroico e non macchietta comica. Ben reso anche Seiya, che mostra il solito buon cuore nel risparmiare Pallas dopo essersi reso conto che è solo una bambina, anche se l’ambientare la scena in una discarica era francamente evitabile, come pure la comparsa così rapida di un nuovo mezzo per sottrarre cosmo ad Atena. Dal punto di vista tecnico, la seconda stagione porta con sé una nuova sigla d’apertura, la terza finora, e un nuovo eye catch a metà episodio. È invece scomparsa la schermata del titolo, che compare in sovrimpressione ad un fermo immagine della scena in corso, e non c’è più né il riassunto iniziale né l’introduzione alla leggenda dei Cavalieri. Infine, l’animatore principale e character designer non è più Umakoshi, ma Keiichi Ichikawa, che aveva già lavorato a diversi episodi della prima stagione. La nemica di turno, Pallas, viene presentata come la sorella di Atena, cosa fedele ad una delle tante versioni del mito, e le vuole bene, anche se pare destinata a muoverle guerra. Il suo esercito è composto da un numero per ora ignoto di guerrieri chiamati Pallasite, divisi in tre classi di potenza proprio come i Cavalieri di Atena, anche se i rapporti di forza non sembrano pari. Dione, un Pallasite di seconda classe, viene infatti contrapposto ad un Cavaliere d’Oro, mentre Tarvos, che appartiene alla fascia più debole, sopravvive al RyuseiKen e parla con disprezzo dei Cavalieri di Bronzo. Le corazze dei Pallasite si chiamano Chronotector, e sembrano basate su creature animali o demoniache, sebbene i guerrieri prendano il nome e simbolo dalle armi che usano. Tarvos si presenta infatti come "[la] Morningstar, Tarvos di Star Crusher", dove Star Crusher ("Frantumatrice di Stelle") è il nome della sua mazza chiodata, mentre Morningstar vuol dire appunto "mazza chiodata" in inglese. Parimenti, Titan sarebbe "Great Sword, Titan della Blade of Theogenesis", sempre con Blade of Theogenesis (Lama della Teogenesi) che sarebbe il nome del suo spadone / great sword. Dione, per ora, non ha citato la sua arma o il simbolo, dicendo solo di essere di seconda classe. A tal proposito, il rango di appartenenza è riportato nei fregi delle Chronotector, con un 2 rosso sul torace di Dione e diversi 3 sulla corazza di Tarvos. Da ciò deduciamo che anche Eden sarebbe un Pallasite di terza classe. Altra novità è l’ingresso in scena di Subaru, personaggio destinato ad un ruolo centrale in questa seconda stagione. Caratterialmente impulsivo e maturo, proprio per far risaltare la crescita degli altri protagonisti, indossa una giacca con il simbolo della Palaestra ma i colori più scuri, ed è un Cavaliere d’Acciaio. Questi ultimi, generalmente detestati dai fan non giapponesi, sono un’aggiunta dell’anime classico al manga: persone fisicamente forti ma prive di cosmo, con indosso armature tecnologiche in grado di renderli paragonabili ai Cavalieri di Bronzo o Argento. Ora il concetto viene ripreso, con la scusa dell’enorme numero di Cavalieri (13 d’argento e almeno 5 d’oro) morti nella guerra con Mars, che rende necessario l’aiuto dei Cavalieri d’Acciaio, potenzialmente illimitati per numero. Subaru però mostra di possedere un cosmo, a suggerire un qualche segreto che verrà ripreso in futuro. La sua armatura inoltre è diversa dalle tre viste in passato, anche se ne riprende alcuni elementi, e sembrano intravedersi i circuiti sotto le parti trasparenti rosse. A testimonianza dell’inferiorità rispetto alle vere armature però, viene facilmente danneggiata dai colpi di Tarvos. A proposito di armature, l’episodio segna il ritorno dei totem / object, al posto delle Cloth Stone, fortemente detestate da molti fan della serie classica. Nell’evocare la corazza, Koga dice una delle frasi storiche della serie classica, ovvero "mio cosmo, compi un miracolo", e, curiosamente, è la prima volta che quesa frase viene usata in Omega. L’armatura sostituisce quella precedente, andata completamente distrutta nello scontro con Seiya, ma evidentemente autoriparatasi almeno in parte, visto che la Cloth Stone, seppur danneggiata, esisteva ancora. Le ragioni dell’evoluzione saranno invece spiegate nel prossimo episodio. La scena iniziale è chiaramente un richiamo alla serie di Hades della saga classica, con Saori che dorme su una specie di letto di marmo alla tredicesima casa, e viene destata da un incubo. Nel sogno compaiono i cinque Cavalieri classici (incluso Ikki, visibile per una frazione di secondo dietro a Seiya) e i Cavalieri d’Oro, tra i quali vi è anche Paradox di Gemini, nonostante Kiki l’elenchi tra i compagni "perduti". Si vedono inoltre le future armature di Soma, Yuna, Ryuho, Haruto ed Eden, oltre a quattro personaggi di spalle che dovrebbero essere i Pallasite di prima classe, tra cui Titan. Il potere deicida della daga d’oro un tempo usata da Gemini per cercare di uccidere Atena è invece un concetto introdotto in Episode G, già citato ripetutamente in Omega. Ora scopriamo che è sopravvissuta alla distruzione e ricostruzione del Santuario (tornato sulla Terra off screen dopo gli eventi dello scorso episodio) ed è stata affidata temporaneamente a Seiya. Quest’ultimo, definito due volte il "Pegasus d’oro" da Pallas e Titan, indossa l’armatura del Sagittario totalmente riparata, e per la prima volta in Omega completa anche di diadema. Immaginando che le scene avvengano contemporaneamente, l’isola di Koga si trova più ad Ovest sia della Grecia che del Jamir, visto che è ancora il tramonto mentre altrove è notte fonda. Ciò la porrebbe da qualche parte nell’Atlantico, non troppo lontana dalle coste spagnole. Koga vi ha fatto ritorno per riprendersi, e sembra sia passato un po’ di tempo dalla battaglia con Mars, anche se non viene specificato quanto. Stranamente, Tatsumi è ancora lì e non è tornato alla villa di Tokyo. Kiki invece è in Jamir con Raki, e scopriamo che ha una specie di parete dove sono incastonate le Cloth Stone senza proprietario, incluse quelle dei Cavalieri d’Oro caduti. Tra queste, manca quella di Gemini, a conferma del fatto che Paradox è ancora viva, mentre c’è quella del Leone, con Mikene che però non viene nominato da Kiki. Con una certa mancanza di fantasia, si vede che quasi tutti i buchi vuoti sono a forma di rombo, ed anche le varie pietre incastonate in giro non hanno nulla della varietà di quelle dei protagonisti viste nella prima stagione. Come già intuito in precedenza, Kiki sa usare la Starlight Extinction, tecnica creata dal suo maestro e predecessore Mur. Tarvos usa invece l’Iron Meteor, un’onda d’urto creata sbattendo la Star Crusher per terra, pericolosa più per l’ampiezza del raggio che per la forza pura, visto che non uccide neppure Tatsumi. La sua arma possiede inoltre una corda o catena tra l’asta e la sfera, che permette di allungarla per colpire a distanza. Che sia una coincidenza o meno, i tre Pallasite visti finora - Titan, Tarvos e Dione - riprendono i nomi di altrettanti satelliti di Saturno.