SAINT SEIYA OMEGA - EPISODIO N°49

IL SIGNORE DELL’OSCURITA’! IL TERRIFICANTE ABZU!

Disegnatori Kazuhiro Oota

Data: Estate 2005 circa.

Personaggi presenti: Koga / Abzu, Eden, Medea, Yuna, Soma, Ryuho, Haruto, Kiki, Harbinger, Fudo, Genbu, Saori.

Con Haruto, Soma, Yuna e Ryuho sconfitti, Eden si erge a difesa di Saori, memore dei desideri di Aria e Koga stesso. I suoi primi pugni vengono facilmente bloccati, ma Eden riesce lo stesso ad evitare i dardi oscuri di Abzu, ed a contraccare con il Tonitrui Saltare, che però si infrange sulle difese del nemico. Il Tonitrui Fera Caelos sembra sortire risultati migliori, ma poi Abzu lo perfora con un raggio nero e torna alla carica. Segue uno scontro corpo a corpo tra i due, con Eden che riesce ad assestare diversi pugni ed a spingere indietro il nemico, senza tuttavia arrecargli seri danni. La contromossa di Abzu è inaspettata: un pugno di striscio apre sul corpo di Eden una ferita di oscurità, simile a quelle che avevano messo fuori gioco Atena ed i Cavalieri leggendari. Yuna e gli altri avvertono il cosmo dell’amico che viene contaminato, mentre persino Medea segue lo scontro con apprensione dalla sua sfera di cristallo. Quando un calcio del Dio apre una seconda ferita oscura, Yuna decide di andare ad aiutare il compagno. Soma, Ryuho e Haruto però la bloccano, sottolineando che il Cavaliere di Orione ha volontariamente spostato lo scontro un po’ più lontano per non coinvolgerli, alla ricerca del momento opportuno per usare la sua tecnica più potente. Yuna teme quel che potrebbe accadere a Koga, ma Ryuho afferma che i Cavalieri devono essere pronti a tutto pur di proteggere Atena. Eden intanto si dice pronto a sacrificarsi pur di esaudire il desiderio di Aria e salvare il mondo, per proteggere il quale è necessaria la forza di Atena. Dopo aver sepolto per qualche attimo l’avversario sotto una frana, fa esplodere il suo cosmo e, incurante dell’aggravarsi delle ferite di oscurità, scatena l’Orion’s Devastation. Abzu però risponde con una versione nera del SuiseiKen, inglobando la forza del colpo del nemico prima di scatenare un’esplosione devastante, che sembra cancellare Eden dalla faccia del pianeta. Sconsolati, Yuna e gli altri sono ormai l’ultimo ostacolo a difesa di Atena, mentre, sulla Terra, Kiki, Genbu, Harbinger e Fudo faticano sempre di più a rallentare la distruzione globale. Eden però non è morto, anzi si risveglia nella caverna sotto l’albero in cui è imprigionata Saori. Insieme a lui c’è Medea, affascinata dal potere del cosmo di tenebra. È stata lei a salvarlo e, quando il ragazzo cerca di tornare sul campo di battaglia, lo ferma dicendogli che non può niente contro Abzu, controllabile solo attraverso la luce dello scettro di Aria, che si trova in un cristallo alle loro spalle. È questo il piano della donna: usare Abzu per creare un nuovo mondo, per poi tenerlo sotto controllo con lo scettro, ed affidare ad Eden il comando. Nel sentir ciò però, il Cavaliere decide di usare lo scettro per liberare Koga dalle tenebre. Medea però rifiuta di rinunciare al sogno tanto a lungo agognato. All’esterno, Ryuho e gli altri sono rassegnati all’aver perso Koga, ma comunque determinati a combattere per proteggere Atena, come l’amico avrebbe voluto. Così, mentre Medea decide di fermare il figlio con la forza ed evoca la sua sfera di cristallo per combattere, Soma e Ryuho si lanciano contro Abzu richiamando tutta l’energia del settimo senso. Il Lionet Explosion ed il Rozan Hyaku Ryu Ha però vengono annullati uno dopo l’altro, mentre i ragazzi sono impotenti contro il Dio, che frantuma lo scudo del Dragone ed arreca ad entrambi ferite di oscurità. L’Hakuroken Toga Shisso non ha miglior fortuna, come Haruto stesso, abbattuto da un solo calcio all’addome. Rialzatosi, Soma fa disperatamente appello allo spirito di Koga, ma i suoi appelli cadono nel vuoto ed Abzu lo ferisce una seconda volta, facendolo crollare, sconfitto. Non rimane che Yuna, spaventata ma decisa. Intanto, Medea attacca Eden con delle sfere di energia e riesce a paralizzarlo temporaneamente, ricordandogli la grandezza dell’oscurità che da piccoli li proteggeva da coloro che volevano fargli del male. Il rimorso per non essere riuscito a salvare Aria, Sonia e Ludwig dà però ad Eden la forza di liberarsi e di chiedere alla madre di aiutarlo a proteggere il mondo che tutti loro amavano. Quando Medea rifiuta e lo attacca, il ragazzo si vede costretto a reagire e sferra l’Orion’s Devastation, sovrastando facilmente la sfera di energia della donna. A salvare quest’ultima, ironia della sorte, è la luce dello scettro di Aria, che frantuma il cristallo ed annulla l’attacco di Eden. Comunque sconfitta, la donna comprende di aver sbagliato a rendere Eden ed Aria così uniti, e rimpiange il non aver nutrito l’oscurità nel figlio, ma non può comunque impedirgli di prendere lo scettro. Appena in tempo, visto che, all’esterno, anche Yuna è stata sconfitta e infettata con le tenebre. In suo soccorso arriva proprio Eden, che solleva lo scettro e ne riversa la luce su Abzu, facendolo soffrire per la prima volta. Per qualche attimo, l’oscurità sembra in procinto di abbandonare Koga, ma poi prende le sembianze di un essere demoniaco e contrattacca, avventandosi sul Cavaliere per ghermirlo. A salvare Eden compare, inaspettatamente, Medea, che gli fà da scudo con il proprio corpo e, regalandogli finalmente un sorriso, gli chiede di essere forte, prima di venir spazzata via. Neanche il suo sacrificio però arresta la furia distruttiva di Abzu: Eden viene travolto, lo scettro di Aria afferrato e, dopo qualche attimo, fatto a pezzi, prima che l’oscurità ritorni in Koga. Niente sembra più poter sbarrare la strada di Abzu verso Atena, ma, all’insaputa di tutti, parte dello scettro precipita in un crepaccio, sul cui fondo risplende una fioca luce dorata.

DVD: L'episodio è presente nel 13° DVD e Blu-Ray.

Scene extra DVD: /

La logica, questa sconosciuta: Eden se la cava sorprendentemente bene, considerando che il suo avversario è un Dio. Se Eden è l’unica persona che Medea ama davvero, perché aveva dato a Sonia l’armatura di Scorpio e l’ordine di ucciderlo? Eden e Medea appaiono e scompaiono dal nulla, senza che si intraveda un’uscita dalla grotta sotterranea. Per quale motivo lo scettro di Aria salva Medea?

Note: 9. Un episodio a tratti epico, per l’ultima, disperata, resistenza dei protagonisti ed un combattimento splendidamente coreografato e animato, specie nelle fasi più fisiche. Piacevole e sensato il ritorno delle ferite di oscurità, che erano stata l’arma grazie alla quale Mars aveva messo fuori gioco i protagonisti della serie classica, e che ora scopriamo essere opera di Abzu. Se l’approfondimento di Eden è il giusto proseguio di quanto costruito su di lui negli ultimi episodi, un discorso a parte merita la parziale redenzione finale di Medea. Parziale perché, alla fin fine, si limita a proteggere l’unica persona di cui le importava davvero, piuttosto che a cambiare platealmente campo, come evidente quando rimpiange il non aver nutrito l’oscurità in lui. Un po’ nebulose rimangono invece le sue ragioni: leggendo tra le righe, sembra esserci un riferimento al buio che forse aveva protetto lei ed Amor da bambini, quando erano perseguitati (ammesso che il flashback del 47° episodio fosse reale), ma sembra tutto un po’ troppo vago per giustificare appieno anni di trame e intrighi. Eden, che, incidentalmente, non chiama mai Koga per nome, ma solo "Pegasus", a indicare rispetto ma non amicizia, subisce ben tre ferite di oscurità, finendo con quasi metà corpo conpromesso. Soma ne riceve due, Ryuho, Yuna e Haruto una, anche se il Dragone perde lo scudo, nonostante esso fosse stato ricreato e rafforzato da Kiki. Ciò conferma che il potere di arrecare tali ferite appartiene ad Abzu, e solo indirettamente a Mars. D’altra parte, Eden dimostra che è ancora possibile combattere, anche al massimo, nonostante le ferite, smentendo un po’ quanto visto in precedenza: considerando che Hyoga, Shun e Shaina non riuscivano neppure ad indossare del tutto le armature, è probabile che i danni peggiorino dopo qualche giorno, a mò di vera infezione. Nel corso della prima parte di combattimento, ci sono due riferimenti al primo vero duello tra Koga ed Eden, nel 20° episodio: l’uso del Tonitrui Fera Caelos e la scena in cui Orione si regge in equilibrio con la punta del piede sull’avversario. Sulla Terra, tra i luoghi che vengono distrutti, vediamo dei mulini, presumibilmente olandesi, ed i Cinque Picchi, senza però alcuna traccia di Shiryu o ShunRei. Per la prima volta, Medea mostra di saper anche combattere, usando la sfera di cristallo per proiettare globi di energia, in grado di attraversare il terreno e paralizzare il bersaglio. La loro potenza però è relativa, a suggerire che, in termini di forza, Medea è nettamente inferiore al fratello Amor, nonostante fosse lei a proteggerlo da piccolo. Curiosamente, Medea mostra di poter anche volare e teletrasportarsi. Lo scettro di Aria era stato creato nel 27° episodio dalla fusione dei Cosmo Crystal dei sei protagonisti, e si era mostrato in grado di risplendere della luce di Atena. In seguito, Mars vi aveva racchiuso tutto il cosmo della ragazza, che evidentemente si trova ancora al suo interno, visto che riesce a esorcizzare per qualche attimo Abzu, in una scena reminiscente dello scontro tra Andromeda e Atena alla Giudecca, nella serie classica. Quando il vero spirito di Abzu viene fuori, l’aspetto è deforme e demoniaco, ma non nuovo. Si tratta infatti della stessa figura comparsa nel prologo del 1° episodio, quando Mars attacca il Santuario, a conferma che l’esistenza del Dio delle Tenebre era già nella mente degli sceneggiatori a saga appena iniziata.