SAINT SEIYA OMEGA - EPISODIO N°47
UNA FLEBILE SPERANZA! IL LUOGO DELLA NUOVA BATTAGLIA!
Disegnatori Akihiro Asanuma
Data: Estate 2005 circa.
Personaggi presenti: Koga, Eden, Ludwig, Medea, Amor, Yuna, Soma, Ryuho, Haruto, Saori, Kiki, Harbinger, popolazione del mondo.
Con l’esaurirsi del tempo e la scomparsa dell’orologio di fuoco, il cosmo della Terra inizia ad essere risucchiato su Marte dalla colonna di luce attorno alla quale sorgono le Dodici Case, causando distruzione ovunque. Alla casa dei Pesci, Amor si sbarazza facilmente di Yuna, Ryuho, Soma e Haruto, affermando che il momento della realizzazione del piano di sua sorella Medea è finalmente arrivato. Più in alto, Koga sta provando invano a infrangere la colonna di luce con il RyuseiKen, quando compare proprio Medea, ad informarli che lo scettro di Aria, fondamentale per il trasferimento di energia da un pianeta all’altro, ora si trova su Marte e lo sta facendo tornare alla vita. Eden sottolinea che ormai Mars è morto, ma Medea, avvicinatasi al cadavere dell’uomo, affonda improvvisamente la mano nella sua Galaxy Mail e ne assorbe l’oscurità, facendola tornare alle forme originali e creando una sfera di tenebra. Soddisfatta, la donna afferma che, grazie all’odio di Mars, l’oscurità è cresciuta al punto da essere diventata inarrestabile persino per "quell’uomo", e che presto il regno di Eden potrà iniziare. Il Cavaliere protesta, ribadendo di non voler avere nulla a che fare con la distruzione del mondo, ma Medea lo ignora, ed in quel momento sopraggiunge anche Amor, affascinato da come persino Mars non fosse che un burattino nelle mani della sorella. Il ragazzo poi si inginocchia ai piedi di Medea, che trasferisce in lui il cosmo oscuro, troppo potente per il suo corpo. Lo stesso Amor, nel riceverlo, è sofferente, ma promette comunque di farne buon uso, mentre la donna entra nella colonna di luce e si sposta su Marte, ignorando gli sguardi perplessi di Eden. Mentre, alla dodicesima casa, Yuna e gli altri barcollano verso l’uscita, Amor, il cui braccio sinistro ora è completamente nero, loda l’operato della sorella, suscitando l’ira di Eden, che è deciso a rimediare al suo ruolo in tutta quella vicenda. Vuole quindi affrontare da solo il Cavaliere dei Pesci, anche perché ha intuito che lui e Medea hanno in serbo qualcosa per Koga. Ugualmente pronto alla lotta, Amor usa il Bloody Waltz, creando due fruste di tenebra, che Eden però prima contrasta con la forza bruta, e poi disintegra con l’Hilia Mastia. Pisces allora sferra il Bloody Canon, una serie di dardi alla velocità della luce, ma Koga balza in aiuto dell’amico e li intercetta con il RyuseiKen, spiegando di essere stanco di essere protetto dagli altri. Amor è costretto ad ammettere che potrebbe non farcela contro coloro che hanno sconfitto persino Mars, a meno di non spostare il campo di battaglia in un luogo più favorevole: inonda tutto lo spiazzo di oscurità, avvolgendo Koga ed Eden proprio nel momento in cui sopraggiungono anche Yuna e gli altri. Un istante più tardi, tutti e tre sono scomparsi senza lasciare tracce, lasciando i quattro giovani Cavalieri da soli, a domandarsi se siano su Marte. La risposta è affermativa, ed anche Medea e Saori si trovano lì, quest’ultima quasi completamente assorbita dall’albero che le sta risucchiando il cosmo. Eden e Koga sono sbalorditi di trovarsi lì, così vicini sia a Saori che allo scettro di Aria, che potrebbe arrestare la fine del mondo. Dal canto suo, Amor spiega di trovarsi nel suo mondo ideale, quello che sognava sin da bambino, e crea un’illusione di marionette per raccontare la sua storia e quella di Medea: soli sin dall’infanzia, perseguitati per il loro cosmo di tenebra, i due si fecero forza l’un l’altro finché una notte non rischiarono di essere uccisi. La donna, risvegliati i suoi poteri, eliminò gli aggressori, ottenendo l’eterna ammirazione e fedeltà del fratello. Koga ed Eden sembrano toccati dal racconto, ma Amor, sornione, lascia intendere di essersi inventato tutto e di voler solo distruggere il mondo. In quel momento, il cosmo oscuro inizia a farsi difficile da tollerare, spingendolo ad affrettarsi, ed a spiegare che su Marte, il pianeta delle tenebre, il suo potere è centuplicato. Fatto tornare normale il braccio, si appresta alla battaglia, proprio mentre, sulla Terra, Kiki e Harbinger si affrettano verso la cima del Santuario, essendosi finalmente liberati dei soldati semplici, che sono fuggiti in seguito ai cataclismi. Kiki in particolare teme che il cosmo di Mars possa essere fuso con l’oscurità presente nel corpo di Koga. Su Marte, Eden e Koga vengono messi in crisi dal Gravity Concerto del nemico, che può dominare a suo piacimento la forza di gravità. Il primo tenta l’Orion’s Devastation, ma viene facilmente schiacciato al suolo, mentre Pegasus viene sollevato a mezz’aria e trascinato dal Cavaliere d’Oro. Con uno sforzo di volontà, Koga riesce a liberarsi ed a lanciare il RyuseiKen, ma Amor gli si porta alle spalle e riversa in lui il cosmo oscuro di Mars, invocando il ritorno del sommo Abzu.
DVD: L'episodio è presente nel 12° DVD e Blu-Ray.
Scene extra DVD: /
La logica, questa sconosciuta: Non è ben chiaro perché, su Marte, il braccio di Amor torni normale nonostante l’oscurità sia ancora in lui. Quando Kiki e Harbinger risalgono le scale, i gradini sono più alti che profondi. I soldati di Mars avevano continuato a combattere per ore contro nemici molto superiori, ma ora fuggono solo per delle scosse di terremoto.
Note: 6. Un episodio un po’ troppo frammentario, con una serie di scontri-pause-scontri che faticano a decollare, peraltro danneggiati da disegni abbastanza bruttini. C’è però di apprezzabile la resa di Amor, nel suo ruolo simbolico e pratico di direttore d’orchestra. A tal proposito, le nuove tre tecniche che rivela hanno tutti nomi musicali: Bloody Waltz, ovvero Walzer di Sangue, Bloody Canon - Canone di Sangue, dove per canone si intende il termine di musica classica - e Gravity Concerto, ovvero Concerto di Gravità. Se i primi due sembrano non avere effetti particolari e vengono annullati abbastanza facilmente da Eden e Koga, l’ultima si rivela una tecnica insidiosa, in grado di annullare persino l’Orion’s Devastation senza troppi problemi. Non è però una novità nel mondo dei fumetti, specie quelli americani, dove il personaggio Graviton possiede poteri analoghi. A potenziare Amor fino a livelli vicini a quelli di Mars c’è il cosmo di quest’ultimo, che Medea assorbe dalla Galaxy, ora chiamata Galaxy Mail, del defunto coniuge. Come il cosmo di luce di Aria era cresciuto negli anni grazie alle "cose belle" di cui la ragazza era stata circondata, ora apprendiamo che anche quello di Mars si era nutrito delle emozioni negative di Ludwig per ingrandirsi, al punto da diventare insopportabile per Medea o, alla lunga, Amor. Ciò suggerisce che il livello base di Mars, all’epoca del primo conflitto con Atena, fosse superiore a quello attuale di Amor, ma è altresì possibile che l’essere la reincarnazione di una divinità, o l’aver accresciuto il cosmo di tenebra dentro di sé, avesse permesso a Ludwig di sostenere più facilmente lo sforzo. Inoltre, su Marte, il potere di tenebra è molto più forte, per ragioni non tanto chiare, al di là del legame tra il pianeta e Mars. Dopo che Medea ha sottratto il cosmo di tenebra, la Galaxy Mail di Mars regredisce all’aspetto originario, visto per la prima volta nel 12° episodio. Unica traccia dell’oscurità è uno sfregio nero, simile ad una grossa ustione, sul lato destro del viso di Ludwig, ovvero quello che era sempre stato avvolto dalle fiamme negli episodi 45 e 46. Medea accenna due volte a una persona misteriosa, definita "quell’uomo", di cui lascia intendere di temere l’intervento. L’identità della persona in questione, in realtà intuibile sin da ora, verrà svelata qualche episodio più avanti, nel 50. In un bel momento di continuity, Koga non riconosce Medea, che effettivamente incontra ora per la prima volta, sebbene la donna sia presente nella serie sin dal 12° episodio. Amor racconta una possibile versione del passato suo e della sorella, salvo poi aggiungere che erano tutte menzogne. In realtà, è possibile che qualcosa di vero ci fosse, visto che la fedeltà del Cavaliere a Medea, ed il suo desiderio di aiutarla a realizzare i suoi sogni, erano già stati accennati nel 44° episodio. Il flashback avviene sottoforma di teatro di marionette, ennesima novità stilistica, dopo quello di Ionia narrato attraverso le illustrazioni di un libro. Quando Amor esegue il Gravity Concerto, alle sue spalle compare la costellazione dei pesci, per la prima volta disegnata in maniera fedele alla mitologia, ovvero con i due animali uniti per la coda da un nastro. Nel mito greco infatti, i pesci sono Afrodite ed Eros, mutatisi per sfuggire a Tifone, ma unitisi per le code per non perdersi di vista. Kiki e Harbinger si sono finalmente liberati dei soldati di Mars, e sono consapevoli di praticamente tutto quel che è accaduto, inclusa la sconfitta del Dio e il trasferimento di Koga su Marte. Presumibilmente, hanno seguito gli eventi tramite il cosmo, anche se tanta precisione è abbastanza sorprendente. Nell’ultima scena, Amor nomina Abzu, o Apsu, letteralmente "profondo oceano". Si tratta di una divinità primordiale della mitologia babilonese, incarnazione delle acque dolci e sposo di Tiamat, che invece incarnava le acque salate. Viene citato solo nel poema Enuma Elis, e solo in un breve passaggio: "Quando in alto il Cielo non aveva ancora un nome / E la Terra, in basso, non era ancora stata chiamata con il suo nome / Nulla esisteva eccetto Apsû, l'antico, il loro creatore / E Mummu e Tiāmat, la madre di loro tutti / Le loro acque si mescolarono insieme / E i pascoli non erano ancora formati, né i canneti esistevano.