SAINT SEIYA OMEGA - EPISODIO N°38
UNA VALOROSA RIBELLIONE! EDEN DECIDE DI COMBATTERE!
Disegnatori Emiko Miyamoto
Data: Estate 2005 circa.
Personaggi presenti: Fudo di Virgo, Koga, Ryuho, Yuna, Soma, Haruto, Tokisada di Acquarius, Medea, Mars, Kiki, Harbinger, soldati.
A sette ore dalla fine del mondo, i Cavalieri osservano sbalorditi Eden, che li ha salvati pur non indossando l’armatura. Fudo gli chiede il perché del suo intervento, restando incredulo quando il ragazzo gli risponde di essere venuto per combattere contro di lui. Koga e gli altri sono sbalorditi, ma Orione afferma rapidamente di non essere intenzionato ad aiutarli, ma di voler testare la propria forza contro quella di Fudo, visto che ormai anche lui è un ribelle, deciso a mostrare al padre che, sebbene le sue ragioni siano giuste, i suoi metodi sono sbagliati. A conferma delle sue intenzioni, Eden indossa l’armatura e brucia il suo cosmo al massimo, mostrando di essere persino più forte di prima e spingendo Fudo a redarguirlo e attaccare con il Myoo Rairin. Il giovane è trafitto dalle lame di luce e precipita nel ruscello, ma riesce prima a rialzarsi, e poi persino a strapparsele da solo di dosso e distruggere l’evocazione dei cinque Re della Saggezza con i fulmini dell’Hilia Mastia. L’attacco successivo si infrange su Fudo stesso, senza tuttavia riuscire a smuoverlo. Quando Virgo gli suggerisce di rinunciare e andar via, Eden aumenta l’intensità dell’assalto, fino ad obbligare Fudo ad evocare la corda e sferrare lo Shogyo Danzai. Nel vedere Eden intrappolato, Koga si muove per aiutarlo, ma il ragazzo si rialza e libera da solo, strappando rabbiosamente i legacci ed eseguendo una nuova tecnica, il Towa no Tornade. Una tempesta di vento e scariche elettriche investe Virgo che, per la prima volta, viene leggermente mosso dalla sua posa di meditazione. Consapevole di ciò, il Cavaliere d’Oro estingue il vortice, notando che Eden non è spinto solo da odio e rabbia verso il padre, ma anche da altro. Orione ammette che è il rimpianto a sospingerlo, ma Fudo, da sempre certo delle proprie convinzioni, non riesce a capire come tale emozione possa sorreggerlo. Decide quindi di evolversi nella sua forma finale, spiegando di avere tre incarnazioni possibili, chiamate Sanrinjin: la prima, quella che Koga e compagni hanno incontrato al loro ingresso, è una forma terrificante per fermare coloro che lo sfidano con la forza; la seconda, quella attuale, insegna tranquillamente le verità dell’universo; la terza, la più potente, è la manifestazione fisica dell’illuminazione stessa. Nello stesso momento, i suoi capelli iniziano a risplendere, e il panorama cambia in una pacifica foresta di bambù, dove tutti gli elementi della natura sono in pace. Qui non è più necessario combattere, si può trascorrere in pace il resto dell’esistenza, e in effetti Yuna, Ryuho, Soma e Haruto avvertono la loro determinazione indebolirsi. Koga ed Eden però vogliono continuare a combattere, affermazione che porta Fudo alle lacrime, ritenendoli impuri e disposti a macchiare quel paradiso. Orione dichiara che continuerà a combattere finché non realizzerà il mondo desiderato da Aria, aggiungendo che l’avversario non ha mai conosciuto un’esistenza in cui si è persa proprio la persona che si era disposti a proteggere a costo della vita - un’esistenza di disperazione, priva di ogni luce. Queste parole scuotono per un attimo l’oscurità nel cuore di Koga, che accusa rabbiosamente Eden di non aver mosso un dito quando Mars ha ucciso Aria. L’altro ammette che è così, spiegando che è proprio quello l’immenso rimpianto che ora lo spinge a combattere contro Mars, ma ripetendo che intende comunque essere loro compagno, e sottolineando la cosa facendo esplodere il suo cosmo e travolgendo i cinque Cavalieri con un fulmine talmente potente da lanciarli fuori dalla casa di Virgo. Nelle stanze di Medea, Mars nota il tradimento di Eden, ma la donna lo rassicura che è solo un gesto temporaneo, senza conseguenze, poi si allontana da sola. Più in basso, Koga ha ripreso la corsa, nonostante le proteste di Yuna che vorrebbe tornare indietro ad aiutare Eden. Il giovane Pegasus però serba ancora rancore nei suoi confronti, e anche gli altri concordano che è necessario fermare Mars senza perdere tempo, così il gruppo prosegue. Preoccupata dalla loro avanzata, Medea si è recata nella casa dell’Acquario, dove si trova l’unica armatura d’oro non ancora assegnata. Decide di farne dono ad un Cavaliere a lei fedele, Tokisada dell’Orologio, l’assassino dell’amico fraterno di Haruto, incaricandolo di sconfiggere i cinque prima che raggiungano la settima casa. La corazza gli darà il potere per precipitarli alla fine del tempo, ma c’è un prezzo da pagare, perché quell’armatura ha una personalità indipendente ed oscura, che prenderà il sopravvento di chi l’indossa senza possedere il settimo senso, ed a cui Tokisada dovrà obbedire. Vestita l’armatura, un teschio nero compare infatti sul pettorale, ma Tokisada gli giura obbedienza e si precipita sul campo di battaglia, annunciato da fulmini e pioggia. Haruto riconosce subito l’assassino di Yoshitomi, ma Tokisada, il cui sguardo ora è vacuo, si presenta come Acquarius, colui che controlla il tempo e l’eternità. Pur avendo la sensazione di riconoscere il Cavaliere del Lupo, l’uomo non esita ad obbedire quando il teschio sull’armatura gli ordina di uccidere i cinque, e attacca con il Jikan Ken, scomparendo prima di colpirli tutti. Al secondo assalto, Ryuho capisce che Tokisada ha il potere di rallentare lo scorrere del tempo, e quindi di colpirli a suo piacimento. Gli altri sono increduli e, soprattutto, impotenti, come Koga scopre a sue spese quando prova a reagire, solo per essere rallentato a mezz’aria. Haruto nota la stranezza del teschio, ma Tokisada afferma di essere onnipotente ora che può controllare il tempo, il nemico finale di qualsiasi essere vivente, e colpisce di nuovo tutti loro. Disperato, Koga si lancia in un nuovo contrattacco, mentre anche alla sesta casa la battaglia infuria e il panorama si trasforma nella Sala del Giudizio, uno spazio tappezzato da immagini di Fudo Myoo. Virgo paralizza Eden e gli chiede di nuovo perché combatta, rinunciando al titolo di principe del nuovo mondo, che gli spetterebbe in quanto figlio di Mars. Quando il ragazzo insiste sulle sue motivazioni, Fudo invoca la spada, stavolta d’oro, e scaglia il Bodai Shogo, abbattendo l’avversario. Nonostante i colpi subiti, Eden continua a bruciare il suo cosmo, proprio come Koga, ed entrambe le loro auree vengono avvertite da Kiki, alla prima casa. Sulle scale, il giovane Pegasus non riesce a parare l’ultimo assalto di Tokisada e viene spinto oltre il bordo, precipitando, ma, alla sesta casa, Eden si rialza e mostra di stringere ancora nel pugno l’orecchino di Aria, intriso del suo cosmo e simbolo del mondo che desiderava. In lacrime, il ragazzo si lascia sostenere dai suoi sentimenti per lei per raggiungere il settimo senso, e dichiarare che intende convincere Mars a trasformare la terra attuale in un paradiso privo di violenza, anziché distruggerla e sacrificare quel che già hanno. Fudo è impressionato dalle sue parole, al punto da metterle alla prova con il Bodai Shogo, cui Eden risponde scatenando il suo nuovo colpo segreto, l’Orion’s Devastation. Lo scontro tra i due poteri avvolge la sesta casa, ma alla fine è il cosmo di Eden a prendere il sopravvento e travolgere Fudo.
DVD: L'episodio è presente nel 10° DVD e Blu-Ray.
Scene extra DVD: /
La logica, questa sconosciuta: Quando Eden subisce il Myoo Rairin, i bracciali della sua armatura sono invertiti. In una scena, la sciarpa di Fudo si stacca e vola a mezz’aria, ma nella successiva è di nuovo sul suo corpo. Alla prima casa, il cielo è sereno con poche nuvole bianche su sfondo azzurro, ma dovrebbe essere nuvoloso e piovere, visto quel che sta accadendo più in alto lungo la verticale. Da dove viene fuori la personalità malvagia dell’armatura dell’Acquario?
Note: 5. Un episodio con gran potenziale, e il primo vero approfondimento delle motivazioni di Eden nel dettaglio, che viene purtroppo in gran parte rovinato da due scelte molto opinabili: la brevità dello scontro con Fudo, sconfitto senza che il Cavaliere d’Orione appaia mai realmente in crisi, e l’idea dell’armatura posseduta, peraltro resa in maniera grottesca con il teschio parlante sul pettorale, la cui origine non viene neanche del tutto chiarita. Tokisada è il Cavaliere dell’Orologio introdotto nel 22° episodio, responsabile della morte di Yoshitomi, amico fraterno di Haruto e precedente Cavaliere del Lupo. Lo vediamo ora indossare l’armatura dell’Acquario, rimasta quasi identica alla forma classica e priva di un proprietario a causa della sua "forte personalità". Il concetto non viene ulteriormente approfondito, e non è chiara né l’origine di tale personalità, né se essa fosse già esistente nella serie classica, ma si manifesta con un teschio nero parlante, dotato anche di una certa consapevolezza degli eventi circostanti. In teoria, è possibile che la freddezza tipica dei Cavalieri di Acquarius passati servisse proprio a tenere sotto controllo questo spirito, o che esso sia una creazione di Medea, ma in ambo i casi una spiegazione sarebbe stata necessaria, anche se effettivamente nella serie classica non abbiamo mai visto un personaggio non dotato di settimo senso indossare un’armatura d’oro senza l’aiuto e il consenso dello spirito del precedente proprietario. Nel cambiare rango, Tokisada cambia espressione degli occhi, e il nastro dei capelli si allunga visibilmente. La sua effettiva promozione è la seconda di Omega, dopo quella di Seiya a Sagittario, e la quarta in assoluta, considerando quelle di Sion e Doko in Next Dimension. In un twist originale, per la prima volta l’Acquario non viene associato alle energie fredde, ma al controllo del tempo, con il Jikan Ken che vuol dire proprio "Pugno del Tempo" e permette a Tokisada di rallentare lo scorrere del tempo, e quindi i movimenti, dei nemici. L’attacco finale però lascia una scia di ghiaccio sulla scalinata, che potrebbe essere una strizzata d’occhio, almeno grafica, ai predecessori della serie classica. Il tempio dell’Acquario, intravisto appena, ha la solita forma circolare, si trova al centro di un laghetto, e parrebbe avere ingresso e uscita a 90 gradi tra loro. All’interno, oltre all’armatura, c’è una specie di bizzarro orologio triangolare, senza lancette. Il totem di Acquarius è uno dei pochissimi ad essere comparsi in Omega, ed il secondo tra le armature d’oro dopo Libra, che aveva subito modifiche più sostanziali. Ciò conferma che, quando non devono essere trasportate, le armature possono ancora esistere in forma assemblata. A proposito di armature, vediamo finalmente la vestizione di Eden, in una sequenza però molto più breve rispetto alle altre, probabilmente per la difficoltà legata al fatto che Orione è una figura umana, e non animale come quelle degli altri. Il Cavaliere mostra ben tre nuove tecniche: Hilia Mastia, ovvero "maestro millenario" in un misto di greco e latino; Towa no Tornade, "Tornado Eterno" in giapponese e francese, e l’Orion’s Devastation - Devastazione d’Orione in inglese - che è anche il suo attacco finale con il settimo senso. Questa babele di lingue sembra voluta, visto che anche i suoi colpi precedenti usavano un misto di termini francesi, italiani e latini senza alcuna logica apparente. Fudo risponde sfoderando una versione dorata della sua spada e la tecnica Bodai Shogo, ovvero "Illuminazione suprema e verità assoluta", sostanzialmente un raggio di energia dall’alto verso il basso. Il panorama che compare nella parte finale del combattimento, la cosiddetta Sala del Giudizio, strizza l’occhio al Sacro Virgo della serie classica, sostituendo le immagini di Buddha con quelle di Fudo Myoo. Scopriamo inoltre che Fudo ha tre possibili manifestazioni, simboleggiate da altrettanti cambi del panorama nel tempio, e parrebbe che ciascuna di essa gli permetta di usare tecniche più potente, oltre a quelle della forma precedente. Queste tre forme, chiamate Sanrinjin, sono effettivamente un attribbuto di Acala. Nella forma finale, Fudo ha i capelli luminosi, e il tempio diventa un luogo talmente pacifico e puro da indebolire il desiderio di lotta dei nemici. La facilità con cui Koga ed Eden continuano a battersi però indica che tale sensazione sia solo illusoria, o comunque abbastanza flebile da poter essere ignorata. Inoltre, nella forma finale Fudo inizia finalmente a muoversi, abbandonando la posa di meditazione e sacrificando l’appellativo di inamovibile. Tutto sembra quindi mirare ad un paragone con l’apertura degli occhi di Virgo, se non fosse che il potenziamento di Fudo sembra minimo, e incapace di causare danni particolarmente gravi ad Eden. In un bel momento di caratterizzazione, quest’ultimo dichiara il mondo privo di Aria come un luogo di disperazione, e confessa il suo rimpianto per non essere riuscito a salvarla, o almeno a provarci, indicando che è esso a dargli la forza di lottare adesso. Inoltre, il ragazzo ha ancora con sé l’orecchino spaccato e lo conserva nel pugno sinistro, che rimane chiuso per l’intero combattimento, anche quando Eden subisce i colpi di Fudo. Il fatto che l’Orion’s Devastation sia sferrato con il pugno sinistro potrebbe suggerire che anche lui è mancino come Soma, specie visto che è sempre sulla mano sinistra che porta il guanto con la Cloth Stone. In una brevissima scena, Kiki usa contro i soldati nemici un colpo dalla posa quasi identica allo Starlight Extinction di Mur. Accanto a lui, Harbinger lo sta effettivamente aiutando, come anticipato nello scorso episodio.