SAINT SEIYA OMEGA - EPISODIO N°21
PEGASO NON PUO’ PIU’ VOLARE! DALLA SCONFITTA, UNA NUOVA PARTENZA!
Disegnatori Akira Takahashi
Data: Primavera 2005 circa.
Personaggi presenti: Koga, Yuna, Aria, Eden, Mars, Sonia, Hyoga.
Yuna raggiunge e scuote Koga, ma il sollievo perché il ragazzo è vivo dura solo pochi istanti. Disperato per non essere riuscito a proteggere Aria da Eden, proprio come non era riuscito a salvare Saori da Mars, Pegasus scoppia in lacrime e scarica la sua frustrazione colpendo ripetutamente il suolo. Intanto, Eden chiude nuovamente Aria nella sua stanza, dove la ragazza trova l’orecchino che aveva perso durante la fuga iniziale. Era stato Eden a darglielo, anni prima, scalando da bambino la torre in cui era prigioniera per dargliela, nella speranza di strapparle un sorriso. Poco dopo, Sonia dice ad Eden che Mars ha fatto ritorno da Marte e di andare a fare rapporto, pensando con disprezzo che, se Aria non fosse Atena, se ne sarebbero già liberati da tempo. Nella sala del trono, Eden riferisce di aver catturato Aria, mentre Sonia spiega che il nuovo Santuario ormai è quasi pronto. Mars è soddisfatto, ma poi nota che Eden è perplesso. Il ragazzo ripensa a come la Palaestra venne deturpata dall’oscurità, e chiede perché sia necessario danneggiare così tanto il mondo e la natura. Mars paragona la sua opera ad un parto, doloroso ma necessario per far nascere una nuova vita. Il ragazzo accetta la spiegazione, ma poi, ignorando le proteste di Sonia, chiede se sia davvero necessario tenere Aria imprigionata in questo modo. In un minaccioso vortice di oscurità, Mars afferma che il figlio è molto generoso, e questo, per un sovrano, può essere una debolezza. Non spinge però la cosa più di tanto, accettando le parole di Eden, che afferma di non avere alcuna debolezza. Intanto, Yuna, visto lo stato di Koga, ha deciso di trascinarlo con sé in un luogo chiamato Valle del Lamento, una fenditura in una pianura ghiacciata dove lei stessa in passato ha imparato a liberarsi delle sue debolezze, ottenendo l’armatura. Lo ha portato qui perché, a sua detta, Koga è stato sconfitto in quanto debole. Il Cavaliere ammette di non avere speranze contro Eden, che è addirittura il figlio di Mars, e sembra volersi arrendere senza reagire. Yuna inizia a picchiarlo, accusandolo di piangersi addosso e ricordando, in lacrime, che anche lei ha perso un’amica quando Aria è stata rapita. Secondo la ragazza, è stata questa debolezza di spirito e di cosmo ad impedire a Koga di salvare Saori o Aria. Il ragazzo però se la scuote da dosso e si allontana nella Valle del Lamento, dicendo di non poter fare più nulla. Preoccupata, Yuna lo guarda andar via, pensando che in questo luogo dovrà affrontare se stesso. A conferma di ciò, ben presto le ombre prendono vita, assumendo prima le sembianze sardoniche di Aria, poi quelle minacciose di Mars. Un attimo dopo, il suolo sotto i piedi di Koga cede, e il ragazzo precipita in una fenditura. Al risveglio, si trova davanti un uomo: Koga non lo sa, ma si tratta di Hyoga del Cigno, uno dei Cavalieri leggendari dell’epoca di Seiya. Hyoga gli dice che, nel sonno, continuava a chiamare Aria, e lo provoca affermando che, se è viva, allora può vederla ma sceglie di non farlo. Accusato di essere un perdente che preferisce arrendersi piuttosto che combattere, Koga si infuria e inizia a bruciare il suo cosmo, che si manifesta con stelle e pianeti. Hyoga dichiara che questo cosmo è un nulla, e lo attacca con cristalli di ghiaccio. Koga risponde con il RyuseiKen, ma il nemico para con una sola mano ogni singolo colpo, soffrendo solo per una grossa ferita di oscurità sul fianco sinistro. Si rifiuta però di spiegarne l’origine a Koga, ed anzi espande il suo cosmo, immenso, simile ad una galassia con milioni di stelle. Pegaso è sbalordito, ma Hyoga afferma che, per proteggere e salvare le persone che ama, anche lui dovrà sprigionare un’energia simile. Koga, ricordando una frase detta poco prima dall’altro, gli chiede dove sia la persona che lui ama. Hyoga, pensando alla mamma, afferma che ormai è morta, per sempre fuori dalla sua portata, ma che il caso di Koga è diverso perché Aria può essere salvata se si ha il coraggio di provare. Quando il ragazzo ammette di volerla raggiungere, Hyoga lo sfida a mostrargli il suo vero cosmo: per un attimo, l’immagine dell’armatura del Cigno compare su di lui, e il Cavaliere, rivelato il suo volto, sferra la Diamond Dust. Koga deve mostrare di avere la forza per avere la meglio, o non avrà speranze. Intanto, nella Torre di Babele, Eden è nella cella di Aria e le ha rimesso l’orecchino. Ricordando come nemmeno quel dono l’avesse fatta sorridere, le chiede cosa ci sia stato di così speciale nel viaggiare con Koga ed i suoi amici. In lacrime, Aria risponde che, insieme a loro, si è divertita. Ad un tratto, avverte il cosmo di Koga bruciare e, nonostante la distanza, i due entrano in contatto. Deciso a bruciare al massimo le sue forze per salvarla, Koga fa esplodere il suo cosmo, liberandosi dal ghiaccio e volando via, sulle ali di Pegaso. Soddisfatto, Hyoga gli grida di tornare dai suoi compagni, mostrando di conoscerne il nome. Anche Aria adesso è più determinata, e chiede ad Eden di portarla alle Rovine del Fulmine, ignara che qualcuno li sta ascoltando. Koga intanto torna da Yuna, mostrando di aver ritrovato la determinazione perduta, e dichiara di voler sconfiggere Eden e salvare la ragazza.
DVD: L'episodio è presente nel 6° DVD e Blu-Ray.
Scene extra DVD: Al momento non è noto se ci saranno scene extra nel DVD.
La logica, questa sconosciuta: L’incendio che pochi minuti prima stava divampando si è praticamente spento da solo. Quando Yuna scuote Koga, i capelli non si muovono affatto. Le crepe sull’armatura di Pegaso sono in punti nuovi e diversi rispetto allo scorso episodio, mentre i danni mostrati allora ora non ci sono più. Yuna e Koga viaggiano dal lago alla Valle del Lamento in pochi minuti, ma lo scenario cambia completamente. Il discorso di Yuna è un po’ ipocrita, visto che lei è più debole di Koga sia come cosmo che come spirito. Esattamente, cosa ci fa Hyoga nella Valle, come sopravvive e da quanto tempo è lì? Mars sorseggia il vino pur non avendo una bocca, e il bicchiere di vetro non si rompe quando cade.
Note: 9 Un episodio su due binari paralleli, a tratti un po’ forzati ma comunque entrambi godibilissimi, con la sorpresa aggiuntiva del ritorno di Cristal / Hyoga, la cui caratterizzazione è perfettamente in linea sia con la serie classica che con quella dei suoi maestri. Proprio come Acquarius lo provocò a risvegliare il settimo senso facendo sprofondare la nave di sua madre, così ora Cristal usa infatti l’orgoglio per scuotere Koga e spingerlo a reagire. Yuna conduce l’amico ad un posto chiamato Valle del Lamento, in teoria abbastanza vicina a dove si trovavano nell’episodio precedente, anche se il panorama totalmente ghiacciato e la presenza di Cristal fanno pensare a Russia o Siberia. La Valle sembra essere un luogo mistico, come il monte Jandana nella serie classica, visto che le ombre prendono le sembianze di Aria e Mars. Yuna stessa dice di aver ricevuto lì l’armatura, dopo essersi liberata delle sue "sofferenze". Nel 14° episodio, era stato stabilito che, dopo un breve allenamento con Pavlin, fu inviata alla Palaestra, quindi le parole di questo episodio suggeriscono che l’armatura dell’Aquila non fosse custodita nell’accademia, o che l’accademia stessa l’abbia inviata qui per la sua prova finale. Non sappiamo perché, ma anche Cristal si trova nella Valle del Lamento, forse per nascondersi da Mars o forse in veste di istruttore. L’occhio sinistro, ferito da Abadir nell’episodio 108 della serie classica, e ancora bendato nel flashback del 12° episodio di Omega, ora è finalmente guarito. Il ragazzo indossa i suoi abiti classici, sotto un giaccone identico a quello visto nel 118° episodio (4° della serie di Hades) e ad un tipico cappello russo. Non dice mai il suo nome, ma conosce quello di Koga, probabilmente avendone sentito parlare da Saori, e forse persino da Shun. Come gli amici, anche lui ha una ferita dell’oscurità, estesa sull’intero fianco sinistro, fino al torace e la gamba, ma ciò non gli impedisce di lanciare la Polvere di Diamanti senza gli effetti collaterali subiti da Andromeda nel 12° episodio. È però probabile che l’attacco sia molto più debole del normale, visto che non frantuma l’armatura di Koga (anche se non sappiamo a che temperatura congelino le nuove corazze Cloth Stone). Inoltre, Cristal dice di non poter più raggiungere sua madre, anche se, nella serie di Hades, aveva ormai la forza per scendere anche negli abissi più profondi, ed era solo per scelta che non lo faceva più. Il discorso fatto qui a riguardo può essere simbolico, visto che la madre è morta, o dare a intendere che la ferita limiti anche la sua capacità fisica. La mamma di Cristal, Natassia, è una presenza e spinta fissa per il Cavaliere, sin dalla sua prima apparizione nel 3° episodio della serie classica, dove scoprimmo che, morta in un naufragio, riposa nel relitto sotto la banchisa polare. Qui la vediamo invece totalmente congelata, circondata dei fiori che Cristal le portava ad ogni immersione. Proprio come Andromeda, sempre nel 12° episodio, per un attimo anche Cristal viene circondato dall’illusione della sua armatura V3, ovvero quella indossata nella serie di Hades. Subito dopo, esegue la storica danza del cigno, ovvero le mosse preparatorie alla Polvere di Diamanti, equivalenti al disegnare le tredici stelle di Koga e Seiya. A proposito di corazze, per la prima volta dall’inizio della serie, i personaggi sono in armatura per l’intero episodio. Quella di Koga è piena di crepe e danni, segno che la corazza ha bisogno di tornare nella Cloth Stone per ripararsi, o che il danno è troppo esteso, come per lo scudo di Ryuho. Anche l’armatura di Sonia è ancora danneggiata, specie sull’occhio destro della maschera. Eden, che nello scorso episodio ha mostrato la forza, qui rivela un lato più umano e sensibile, lamentandosi della distruzione della natura e della prigionia di Aria. Scopriamo che fu lui a darle l’orecchino visto sin dal 10° episodio, e che si conoscono da bambini. A differenza di Sonia, la cui fedeltà sembra assoluta, Eden inizia a mettere in dubbio gli ordini di Mars, accettandone però le spiegazioni senza troppe proteste. Pur senza dar loro voce, aveva mostrato delle esitazioni anche nel 13° episodio, in cui si era rivelata la sua identità di figlio di Mars. A proposito di quest’ultimo, viene detto esplicitamente che ha fatto ritorno da Marte, ovvero il luogo visto sia nella scorsa puntata che nella 13°. Quando Aria pensa a come si sia divertita con Koga e compagni, vediamo immagini degli episodi 11 (il pane con Yuna), 13 (l’acquisto della mela), 14 (il racconto di Yuna), 15 (in braccio ad Haruto, alle Rovine della Terra), 16 (la vista sull’oceano), 18 (i tacos in Messico), 19 (le parole di Ryuho) e 20 (l’unione del cosmo con Koga), ovvero praticamente tutti quelli in cui è stata in fuga tranne il 12, in cui comparve solo per pochi minuti. La scena di Mars che sorseggia il vino è un riferimento ad Arles nel 14° episodio della serie classica, mentre la disperazione di Koga, e conseguente debolezza, strizza l’occhio ai patimenti di Seiya nel 3° lungometraggio, dopo la morte di Saori per mano di Abel.