LOST CANVAS - EPISODIO N°9
LA STELLA GIGANTE
Disegnatori: ?
Personaggi presenti: Aldebaran, Doko, Kagaho, Byak, Saro, Selinsa, Teneo, orfani, Cavalieri d’Argento, Spectre.
Vicino al Grande Tempio, tra le montagne attorno a Rodorio, gli Spectre uccisi dalle rose bianche di Albafica si rialzano. Il cosmo di Atena si sta infatti indebolendo, e questo permette ai guerrieri di tornare in vita nonostante le rose bianche. Il gruppo intuisce quel che è successo, ma è preoccupato perchè non c'è traccia del cosmo di Minosse, segno che il comandante potrebbe essere stato sconfitto dal cavaliere dei Pesci. Il luogotenente di Minosse ricorda a tutti che la loro missione è prendere la testa di Atena, non preoccuparsi del loro capo, e gli Spectre si preparano a partire quando vengono fermati da una voce: il cavaliere del Toro, Aldebaran, è giunto per fermarli. Lo Spectre si presenta come Byak del Negromante, della stella dello Spirito Celeste e, notando che Aldebaran non ha armi insidiose come quelle di Albafica, avverte che non riuscirà a fermarli tutti da solo. Toro li invita ad attaccare incrociando le braccia, e gli Spectre non perdono l'occasione, venendo però massacrati da una sola scarica del Great Horn, che li annienta. In quel momento sopraggiunge Doko, che avrebbe voluto prender parte al combattimento, ma Aldebaran lo rincuora, ricordandogli che la loro sola ragion d'essere è servire Atena fino allo stremo. Libra ricorda che la fedeltà di Aldebaran è tale da fargli rinunciare al suo vero nome, ma il cavaliere d'oro non se ne cura, dicendo di essere felice di essere chiamato come una stella della costellazione del Toro. Libra ammette che l'influenza di Aldebaran su di lui è tale da farne un uomo migliore, poi torna alle Dodici Case, mentre dei Cavalieri d'Argento trascinano i cadaveri degli Spectre all'interno della barriera, per impedire che ritornino in vita. Rimasto solo, Aldebaran è preoccupato per la morte di Albafica e per la misteriosa partenza di Asmita, di cui non condivide lo spirito di iniziativa. In quel momento, il cavaliere avverte un potente cosmo nemico, in cielo compare una figura ed uno Spectre atterra davanti a lui. Bruscamente, il guerriero gli chiede dove si trovi Doko, ma Aldebaran gli risponde che adesso è lui il suo nemico. Intanto, all'interno del Grande Tempio, nella zona di addestramento, tre ragazzi sono preoccupati per la prolungata assenza del loro maestro Aldebaran. I loro nomi sono Saro, Teneo e Selinsa. Quest'ultima è l'unica ragazza del gruppo ed indossa una maschera per nascondere il volto, ma viene rimproverata dai due amici per aver chiamato il cavaliere d'oro con il suo vero nome, Hasgard, invece di quello che ha scelto di usare, Aldebaran. Selinsa non da importanza a questa differenza, ma Teneo la rimprovera, per poi spiegare che Aldebaran si è allontanato con Doko per affrontare alcuni Spectre, e quindi verosimilmente dovranno allenarsi da soli stavolta. Saro e Selinsa iniziano così a combattere, con la ragazza subito in vantaggio, mentre Teneo, consapevole che in tempo di guerra anche gli apprendisti possono essere fondamentali, mette alla prova la sua forza sollevando enormi rocce, e cercando di ispirarsi al suo maestro. Toro intanto è di fronte a Kagaho, ancora interessato solo a trovare Doko, e lo blocca afferrandolo alla spalla. Lo Spectre gli ripete di non voler perdere tempo, e l'avvisa di lasciare la presa, infatti in quel momento dalla sua Surplice scaturiscono delle fiamme nere, capaci di incenerire i nemici. Kagaho ripete il consiglio, ma Aldebaran non ritira il braccio, ed anzi, per nulla impressionato, scaraventa al suolo il nemico, frantumando la roccia. Kagaho si rialza di scatto, ma Hasgard lo spinge di nuovo a terra con violenza, mostrando una forza fisica enorme. Con una vampata di fiamme nere, Kagaho si libera, accettando finalmente di presentarsi al nemico, che fa lo stesso. Sistemate le formalità, Aldebaran si prepara alla battaglia, incrociando le braccia davanti al torace. Kagaho è infastidito nel vedere Toro limitarsi a compiere solo un gesto del genere invece di mettersi in posizione di combattimento, ma il cavaliere d'oro continua a provocarlo per spingerlo ad attaccare. Seccato, lo Spectre sferra il Corona Blast, ma a Hasgard basta un movimento del braccio alla velocità della luce per disperderle, impressionando il nemico. Toro poi scaglia il Great Horn, sbattendo Kagaho contro la parete rocciosa e facendolo infuriare sempre di più. Lo Spectre diffonde le proprie fiamme nere, senza però causare ferite all'avversario, ma solo a se stesso. Stupito, Toro si accorge che Kagaho è vulnerabile alle sue stesse fiamme, e gli chiede se tutti gli Spectre siano così imprudenti. Stizzosamente, il guerriero risponde che a lui non importa degli altri Spectre, ma solo di se stesso e del sire Hades, ma Hasgard lo paragona alle sue fiamme, dicendo che distrugge indiscriminatamente tutto quel che tocca, senza cognizione di causa. Kagaho ribatte che tutto ciò non gli importa, e che decide lui chi seguire e chi no, affermando che non ha interesse nella Guerra Sacra, ma solo nel servire Hades, e così facendo sferra un pugno al nemico. Intanto, al campo di addestramento, Teneo per poco non viene schiacciato da una grossa roccia. Saro e Selinsa lo soccorrono subito, e la ragazza ammette di essersi spaventata tantissimo, come l'ultima volta in cui accadde un incidente del genere. I tre ricorda come conobbero Aldebaran: orfani, vivevano da soli in mezzo alla strada finchè il Cavaliere del Toro non li trovò, portandoli nella sua casa dove ospitava ed accudiva tanti altri bambini nelle loro condizioni. Per parecchio tempo così i tre vissero con lui, finchè un giorno Aldebaran non venne ad informare tutti che la guerra contro Hades stava per iniziare, e che quindi avrebbe dovuto separarsi da tutti loro e lasciarli da soli. Rincorrendoli, Saro, Selinsa e Teneo gli chiesero di poter restare con lui, addestrandosi per diventare Cavalieri. Ben presto però Saro, più piccolo degli altri lui, finì per aver paura e rischiò di essere schiacciato dal crollo di alcune rovine insieme agli amici. Hasgard li salvò, proteggendoli con il proprio corpo e restando lievemente ferito. Il cavaliere d'oro in seguito disse loro di non poterli costringere a diventare cavalieri, e che se avevano paura di morire in battaglia avrebbero fatto meglio ad andare via, ma almeno avrebbero sempre portato nel cuore il desiderio di proteggere i deboli e la giustizia. I tre decisero di restare, e le parole di Hasgard fecero colpo in particolare su Teneo, spingendolo ad ammirare il maestro, ed a desiderare di diventare un cavaliere e brillare come la stella Aldebaran. In quel momenti, Selinsa avverte il cosmo del maestro combattere poco lontano contro un nemico. Intanto, Hasgard si è lasciato colpire dal pugno di Kagaho senza difendersi o vacillare, spiegando di voler vedere la vera forza del suo nemico. Ora può percepire chiaramente che dietro la sua rabbia non c'è malvagità, ed ha deciso di impegnarsi per fargli mettere la testa a posto. Hasgard avverte che, nonostante la violenza insita nel cosmo nemico, il suo cuore non appartiene alle tenebre, e cerca di riportarlo alla ragione con il Great Horn. Lo Spectre però ormai conosce quel colpo segreto e lo schiva senza alcuna difficoltà, analizzando poi la tecnica nemica: sciogliendo le braccia ad una enorme velocità, Toro riesce a generare la potente onda d'urto che diventa il suo attacco, ma Kagaho riesce a vedere i suoi movimenti, e quindi a schivarlo. Hasgard è colpito dalla capacità d'analisi del nemico, ma lo avverte che, tra i cavalieri d'oro, lui è il più veloce quando si tratta di attaccare, e che non ha ancora mostrato il meglio di se. Toro incrocia di nuovo le braccia, ammettendo però le fiamme nere dello Spectre non lo impensieriscono abbastanza da fargli usare i suoi veri poteri. A questo punto è Kagaho a sorridere, spiegando che, tra gli Spectre, lui è considerato il più veloce, soprattutto grazie ad un secondo colpo segreto che non ha ancora mostrato, e che gli darà la vittoria. Intanto, Doko avverte il cosmo oscuro di Kagaho ed è in pensiero per i cavalieri d'argento che avevano portato via i corpi degli Spectre in precedenza. Affrettandosi, corre verso di loro, trovandoli però tutti e tre massacrati. Uno di loro, l'unico ancora vivo, racconta che uno Spectre li ha presi di sorpresa, annientandoli con un colpo solo. A questo punto, Doko capisce che il nemico è colui che ha già affrontato in Italia, nella città di Tenma, ovvero Kagaho di Bennou, e si affretta verso il luogo da cui proviene il suo cosmo. Intanto, sul campo di battaglia, Kagaho sfreccia contro Hasgard, schivando un altro Great Horn e sferrando una serie di colpi velocissimi, che fanno volare via l'elmo del nemico. Toro cerca invano di reagire e scioglie le braccia per parare il colpo della Fenice, il Corona Break, ma così facendo abbassa la guardia, esponendosi al successivo pugno fiammeggiante di Kagaho, che lo centra in pieno volto. Kagaho sorride nel vedere il nemico in difficoltà. Con un braccio ormai gravemente ustionato, Aldebaran non può più usare il Great Horn e sembra impotente, ma in quel momento il cavaliere d'oro sorride, avvisando che ormai non riuscirà a giocarlo due volte nello stesso modo, e ribadendo che in lui non c'è malvagità o ferocia. Lo Spectre allora tempesta di colpi l'avversario, raggiungendolo ripetutamente al volto ed al corpo, ma improvvisamente Toro lo allontana con un gesto del braccio, spingendolo di lato. Kagaho è colpito dal fatto che il cosmo nemico si sia indebolito solo di poco, ma Hasgard continua a non fare sul serio, preferendo dirgli che il suo atteggiamento è sbagliato, perchè agendo in questo modo finirà per restare da solo tra le proprie fiamme. Seccato dai continui discorsi di Toro, Kagaho attacca di nuovo, ma stavolta il cavaliere d'oro, dopo averlo accusato di essere poco più di un bambino capriccioso e collerico, lo spinge con forza contro la parete rocciosa. Liberatosi rabbiosamente, Kagaho sferra un nuovo colpo segreto, il Crucify Ankh, trapassando le mani e le gambe di Hasgard con le proprie fiamme. Sorpreso, il cavaliere d'oro si accorge di essere bloccato, e quindi indifeso di fronte ai prossimi attacchi. In quel momento sopraggiunge Doko, che resta terrorizzato nel vedere Hasgard crocefisso su una croce ansata di fiamme nere.
Censure: L'episodio è al momento inedito in Italia
Dati originali: /
Manga: L'episodio proviene dai capitoli 35-39 del numero cinque del manga. Ancora una volta minime le differenze tra le due versioni, l’anime ha solamente aggiunto il lungo flashback sull’infanzia di Saro, Selinsa e Teneo, aggiungendolo alla scena del fumetto ambientata all’inizio del loro addestramento.
La logica, questa sconosciuta: Negli episodi precedenti, gli Spectre ritornavano istantaneamente in vita dopo la morte, mentre ora sembra volerci del tempo visto che i Cavalieri d'Argento possono spostarli nella barriera. Inoltre dovrebbero tornare in vita anche Niobe e gli Spectre uccisi all’inizio da Albafica. Doko era appena tornato alla settima casa, ed ora si è allontanato di nuovo. Come visto anche nei primi episodi, normalmente gli allenamenti prendono tutto il giorno, e quindi è strano che i tre studenti di Toro lo aspettino prima del tramonto. Le fiamme di Kagaho dovrebbero almeno bruciare il mantello di Aldebaran o ferire i punti non protetti dall'armatura. Che tipo di legame esiste tra Saro, Selinsa e Teneo, e come faceva Aldebaran a mantenere tutti quei bambini? Il fatto che Kagaho abbia ucciso i cavalieri d'argento presenta vari errori: immaginando che abbia chiesto loro dove fosse Doko, loro l'hanno attaccato e lui li ha uccisi, ma i corpi degli Spectre che fine hanno fatto? e poi, visto che Doko andava in quella direzione, avrebbe dovuto incontrare lui Kagaho, o almeno sentirne subito il cosmo. Infine i cavalieri d'Argento stavano portando gli Spectre verso il Grande Tempio per avvicinarli alla barriera di Atena, mentre Toro è più lontano, ma per averli incontrati Kagaho dovrebbe aver sorvolato il Santuario (senza accorgersi di Doko e senza venire scoperto), proseguendo poi per il posto dove si imbatte in Hasgard. Per essere un cavaliere d'oro capace di muoversi alla velocità della luce, Doko impiega parecchio tempo a raggiungere il campo di battaglia, pur essendo solo lontano qualche centinaio di metri.
Fonti: /
DVD: L'episodio è presente nel 5° DVD TMS
Note: 6/10 Un episodio discreto, più dinamico e fluido della corrispondente parte del manga e con un’aggiunta piccola ma significativa ed apprezzabile, che approfondisce la personalità del Cavaliere del Toro. La regia, i colori ed i fondali sono sempre di altissimo livello, mentre le animazioni, pur non avendo praticamente nemmeno una scena riciclata, fanno un passo indietro sfruttando moltissimo le immagini a scorrimento. A giudicare dalle immagini, ad Atene la giornata sta volgendo al tramonto, e, per la stanchezza, la barriera di Sasha sta perdendo di intensità, cosa che permette agli Spectre di tornare in vita. E' comunque possibile che continui ad avere un certo effetto, visto che i guerrieri non si rialzano istantaneamente dopo la sconfitta per mano di Aldebaran. Il fatto che i cinque riescano a rialzarsi suggerisce che l’episodio ha luogo contemporaneamente agli eventi dei due precedenti, visto che Aldebaran non ha avvertito lo spegnersi del cosmo di Asmita. Quando gli Spectre si rialzano, le rose nei loro cuori sfioriscono, come succede a quella di Andromeda nel 73° episodio della serie classica. A quanto pare, gli Spectre hanno sentito il richiamo di Hades, ma non sono riusciti ad eseguirlo a causa della barriera si Sasha. Il luogotenente di Minosse si presenta come Byak del Negromante, della stella del Cielo dello Spirito, ed è il quinto nuovo servo di Hades ad essere introdotto formalmente, dopo Kagaho, Fedor, Edward e Cheshire. Proprio come corrispettivo della serie classica, Aldebaran combatte tenendo le braccia incrociate prima di lanciare il Great Horn. In un interessante dialogo con Libra, scopriamo che Aldebaran non è il vero nome del cavaliere, che lo ha preso in onore della stella principale della costellazione del Toro. Questo lascia intendere che anche per il Toro della serie classica valga lo stesso discorso. Purtroppo, i cavalieri d'argento che portano via gli Spectre non vengono mostrati, se non quando ormai sono morti ed indistinguibili. Kagaho era partito dall'Italia per la Grecia, disobbedendo agli ordini di Aron, nel lontano terzo episodio, per vendicare una ferita subita dal Dio per mano di Libra. A quanto pare, il vero nome di Aldebaran è Hasgard, sebbene ora preferisca essere chiamato come la stella del Toro. I suoi tre allievi sono Teneo, che sembra il più determinato e legato al maestro del gruppo, Saro, che sembra il più giovane, e Selinsa, abile nella lotta e poco interessata alle formalità. Quest'ultima indossa la tipica maschera delle sacerdotesse, una tenuta simile a quella di Tisifone ed un coprispalla somigliante a quello dell'armatura del Toro. Saro ha due coprispalla normali da soldato, mentre Teneo ne ha due come quello di Selinsa, e copricoscia simili a quelli dell'armatura V3 di Andromeda nella serie classica. I tre conoscono anche Doko, a quanto pare di persona, e per rispetto chiamano anche lui "maestro". Non è chiaro in che fase dell'addestramento si trovino, visto che nessuno dei tre mostra tracce di cosmo, e Teneo in particolare sembra basarsi molto sulla forza fisica, cosa comprensibile vista la dimostrazione di forza di Hasgard pochi minuti dopo. La scena in cui Toro tocca il coprispalla di Kagaho e questo prende fuoco ricorda il secondo episodio dell'anime, in cui qualcosa di molto simile succede tra Pegasus e Geki, anche se potrebbe essere una coincidenza. E' la seconda volta che vediamo il Corona Blast, la prima fu nel terzo episodio, in occasione dello scontro con Dauko, ed allora fu abbastanza potente da incenerire la maggior parte dell'effetto dei Cento Draghi. Il fatto che ora Toro riesca a fermarlo così facilmente ha varie interpretazioni, ma la più probabile è che Kagaho avesse messo più energia nel suo attacco visto che doveva difendere il suo signore. Per la prima volta, un cavaliere non è immune agli effetti del proprio colpo segreto, ed infatti Kagaho risente delle sue stesse fiamme nere. La descrizione che lui stesso da della propria personalità, interessato solo ad Hades e non agli altri Spectre o alla guerra sacra, ricorda chiaramente Phoenix della serie classica, specie nei primi tempi, e le somiglianze aumentano prendendo in considerazione l'aspetto della Surplice e di Kagaho stesso, oltre al suo simbolo. La divisa di addestramento di Hasgard è chiaramente un misto tra quelle normali e la sua armatura, visto che ha corni alle spalle ed alle ginocchia. Il modo in cui Hasgard sferra il Great Horn è simile a quello di Toro della serie classica, anche se quest'ultimo non generava sempre un'onda d'urto, ma a volte anche un vero e proprio fascio di energia alla velocità della luce, che infatti alla fine Pegasus riuscì a contrastare. Il fatto che la tecnica di Hasgard sia diversa potrebbe suggerire che quella versione fosse una variante, anche perchè più avanti, nella serie di Hades, Toro usa un colpo dall'aspetto più simile a quello di questo capitolo per uccidere Niobe. Scopriamo che Toro e Kagaho sono i più veloci dei rispettivi eserciti, anche se, nel caso del cavaliere d'oro, il primato è relativo solo alla rapidità nello sferrare gli attacchi, visto che tutti i custodi delle dodici case possiedono la velocità della luce, oltre la quale non è possibile andare. Per quanto raro, non è la prima volta che uno Spectre ha più di un colpo segreto, nella serie classica infatti anche Caronte, Lune ed Aiacos ne avevano due a testa, e Papillon perfino tre. Più di recente, proprio in Lost Canvas, anche a Minosse è stato dato un secondo colpo segreto, il Gigantic Feather Flap. Il fatto che un colpo segreto sia tale solo la prima volta è una frase che ricorre spessissimo nella serie classica, e di solito spiega buona parte delle vittorie dei cavalieri, capaci di adattarsi velocemente alle tecniche nemiche. Ora scopriamo che è valida anche per gli Spectre, segno che va intesa in senso generale per tutti i guerrieri di una divinità, e non solo per i protettori di Atena. Le fiamme del Breaking Corona dello scorso numero hanno ustionato il braccio sinistro del Toro, impedendogli di incrociare le braccia ed attaccare velocemente, ma il cosmo del guerriero non ne ha risentito particolarmente. Il Crucify Ankh crea una croce di fuoco, capace di intrappolare il nemico trapassandone il corpo e l'armatura. La croce creata dalle fiamme, visibile qui accanto, non è quella tradizionale, ma la tondeggiante croce ansata, o ankh appunto, che nell'iconografia egizia è simbolo della vita, e compare spesso in mano agli Dei. Dopo l'uso della fenice egiziana Bennou come proprio simbolo, è il secondo riferimento di Kagaho alla cultura egizia, anche se le ragioni di questo legame al momento sono sconosciute. Si tratta del terzo colpo segreto di Kagaho, dopo il Corona Blast ed il Breaking Corona, anche se quest'ultimo non è mai stato nominato ufficialmente, ed è possibile che in realtà sia solo una variante del Blast.