SAINT SEIYA GIGANTOMACHIA
LA CHIOMA DI BERENICE
Personaggi Presenti: Pegasus, Sirio, Cristal, Yulij, Mei, Nicole, Lady Isabel, Andromeda, Giganti, Pallas, Mylock.
Data: Estate 1987 circa.
Lunghezza: 41 pagine (da pagina 32 a pagina 83)
Nel Peloponneso, Pegasus esplora attentamente una caverna, al cui interno sono visibili le tracce del passaggio dei Giganti, sottoforma di un tenue bagliore ed un altare di pietra. Il posto però è vuoto, ed il cavaliere se lo lascia alle spalle senza aver trovato nulla di utile. Al Grande Tempio, Mei e Yulij osservano preoccupati il cielo che, a causa dell'eruzione dell'Etna, ha assunto un colore rosso sangue. Secondo gli scienziati della fondazione Thule, a causa delle ceneri che bloccano parte della luce solare, la temperatura terrestre diminuirà del 10% entro pochi anni, con pesanti conseguenze sull'agricoltura e l'allevamento. Improvvisamente, Yulij, che indossa di nuovo la maschera da sacerdotessa, sferra un attacco a Mei, che però la schiva facilmente. La donna spiega che chiunque l'abbia vista in volto deve essere ucciso, secondo la legge del Grande Tempio sulle sacerdotesse guerriere, ma Mei continua a non prenderla sul serio, stando sulla difensiva e facendole notare che anche i medici che l'hanno operata hanno visto il suo volto. Vedendo che la donna continua ad attaccare però, Mei le rivela di non ricordare il suo volto, come qualsiasi altra cosa vista mentre era posseduto da Tifone, e questo finalmente convince Yulij a fermarsi. Dopo aver criticato il suo atteggiamento irresponsabile, la donna si rattrista, avvisandolo che la pallida costellazione della Chioma di Berenice è solitamente legata ad un triste destino. La ragazza poi cambia discorso, ricordando a Mei che tutti i cavalieri non feriti, tra cui Pegasus e gli altri, sono stati mandati alla ricerca di Tifone, la cui disfatta in questo momento è prioritaria. Mei avvisa che il Dio non è come gli altri nemici affrontati finora, non vuole conquistare, ma distruggere tutto, alla fine persino se stesso, o questo almeno è quanto ha percepito mentre era in contatto con lui. Incuriosita, Yulij gli chiede di seguirlo nella biblioteca e spiegarle meglio le cose. Intanto, in Ucraina, Cristal trova in una caverna alcune tracce del passaggio di Tifone ed un altare di pietra, ma tutto ciò non basta per indicargli dove si trovi il Dio adesso. Di nuovo al Grande Tempio, Yulij e Mei parlano dei Giganti, e della Prigione del Tempo Sospeso, in cui Tifone li imprigionò in modo da superare la loro mortalità, per essere sicuro di averli ancora al suo fianco quando si fosse risvegliato. Yulij spiega che secondo i libri del Grande Tempio fu Atena ad imprigionare i Giganti, cosa che non avrebbe del tutto senso visto che li si sarebbe potuti semplicemente uccidere. La ragazza spiega a Mei che questi archivi, seppur attendibili, a volte modificano un pò le cose, per poter essere di ispirazione alle future generazioni di cavalieri, e per esempio sarà difficile raccontare la verità su come Gemini venne posseduto dal male e cercò di uccidere la Dea stessa. Cercando di allentare la tensione, Mei cambia discorso e canzona Yulij, dicendo che porta un nome da uomo e che è difficile parlare a qualcuno che indossa una maschera inespressiva. La sacerdotessa afferma che lui, Pegasus e gli altri sono delle rare eccezioni, mentre la maggior parte dei cavalieri cambia nome dopo l'investitura, come prova di fedeltà e di rottura con il resto del mondo. Per questo motivo, lei ha scelto un nome da uomo, che ben rappresenta il suo spirito. Mei continua a prenderla in giro, dicendo che forse si chiama Yulia, ma la ragazza, stanca di lui, fa un commento sarcastico sul suo colore artificiale di capelli, e poi si allontana nella biblioteca, lasciandolo solo a sospirare. Altrove, Nicole ed Atena discutono sulle poche informazioni disponibili su Tifone, e soprattutto sul fatto che hanno poco tempo per trovarlo, perchè il suo potere è in continua crescita. Dal momento che tutti i cavalieri sono alla sua ricerca, Nicole ha ordinato a Kiki di far tornare Sirio dai Cinque Picchi, per difendere il Grande Tempio altrimenti incustodito. Isabel è contraria perchè Dragone è ancora cieco, ma secondo Nicole egli deve adempiere lo stesso ai suoi doveri di cavaliere. Intanto, Mei sta salendo le dodici case, ormai vuote, pensando a quanto deve essere stata tragica la lotta intestina tra cavalieri, cui lui non aveva preso parte perchè già sotto il controllo parziale di Tifone. Arrivato alla quarta casa, Mei si accorge di qualcuno e lo riconosce immediatamente: Sirio. Dragone è sorpreso dal ritrovare l'amico d'infanzia, se a sua volta è preso allo sprovvista dall'accorgersi che il compagno è cieco. Dopo averlo rassicurato, Sirio afferma di poter avvertire la sua tristezza, e gli chiede perchè si trovi nella casa di Cancer. Sospirando, Mei afferma che Cancer era il suo maestro, e non si accorge dell'espressione seria e sorpresa di Dragone a queste parole. In Turchia, Andromeda si sta dirigendo verso il monte Arima alla ricerca di Tifone, preoccupato per il potere che il Dio esercita sui vulcani, e grazie al quale potrebbe distruggere la Terra. In quel momento, la sua catena avverte una minaccia, e tre ombre si avventano sul cavaliere, incapace di difendersi. Prima di cadere, Andromeda fa però in tempo a lanciare la catena di attacco. Al Grande Tempio, Atena è ancora perplessa per la decisione di Nicole di richiamare Sirio, che per questo motivo ha dovuto lasciare di nuovo Fiore di Luna. Il cavaliere però elogia le qualità di Dragone, ammettendo di sperare che un giorno diventi il Comandante dei Cavalieri, e sottolineando che, nonostante le ferite agli occhi, non ha rinunciato al suo titolo o restituito l'armatura. Isabel è anche preoccupata per quel che potrebbe succedere tra Sirio e Mei, ma Nicole la rassicura, ricordando che sono legati dal destino. In quel momento, dal nulla appare la punta triangolare della catena di Andromeda, che dopo aver attraversato lo spazio, si schianta sul pavimento, richiesta inequivocabile di aiuto da parte del cavaliere. Contemporaneamente, un cosmo oscuro compare al Grande Tempio, e sia Mei che Sirio lo percepiscono. Precipitatosi nella biblioteca, Mei trova il corpo privo di vita di Yulij, sgozzata, che prima di morire ha registrato l'evento su uno dei libri con il proprio sangue. Il ragazzo riconosce subito l'assassino della fanciulla: Pallas, il Demone Stupido, con i suoi mortali artigli. Sirio irrompe a sua volta nella stanza, ma Mei gli grida di non intromettersi, perchè vuole affrontare da solo il Gigante. Furioso alle parole di scherno del nemico, che ride della morte di Yulij, Mei indossa la nera e oscura armatura della Chioma di Berenice, e senza neanche bisogno di muoversi inizia a fare a pezzi il Gigante, mozzandone gli arti grazie agli affilatissimi fili di Orialcon della sua armatura. Mei imprigiona facilmente Pallas tra i fili ed inizia a farlo a pezzi con rabbia assassina, scagliando la tecnica Bambini Perduti, ma Sirio gli impedisce di sferrare il colpo di grazia, preoccupato dal suo desiderio di vendetta, inaccettabile per un cavaliere. Dragone chiede a Pallas, ormai ridotto al solo torso, dove si trovi Tifone, ma il Gigante risponde ridendo, avvisando che presto il suo signore avrà il dominio del mondo, e che ormai i suoi figli sono di nuovo in vita, quindi i vecchi Giganti non sono più necessari. Pallas poi pronuncia il nome di Tifone, e immediatamente il suo corpo si liquefa, come accade ai Giganti che chiamano il loro signore per nome. In quel momento sopraggiunge Nicole, che, dopo aver visto con orrore il cadavere di Yulij, porta la notizia della scomparsa di Andromeda.
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Edizione Italiana: Il capitolo è al momento inedito in Italia.
La logica, questa sconosciuta: Cosa ha spinto Pegasus, Cristal e Andromeda ad indagare proprio in quei luoghi? Per quanto notevole, è impossibile che un'unica eruzione riesca a saturare di cenere l'atmosfera dell'intero pianeta. Come al solito non è chiaro quando si svolga il romanzo: se fosse dopo la serie di Nettuno, i Cavalieri d'oro non dovrebbero essere tutti assenti dal Grande Tempio, e se fosse dopo la serie di Hades Sirio non dovrebbe essere cieco e Pegasus non dovrebbe essere presente (vedi Note).
Note: Un discreto capitolo, un pò pesante nella prima metà ma ravvivato dagli scambi di battute scherzose tra Mei e Yulij, e dalle rivelazioni sul conto di Mei. Dopo gli eventi del capitolo precedente, tutti i cavalieri presenti al Grande Tempio sono stati inviati alla ricerca di Tifone. In realtà questo sembra includere solo Pegasus, Cristal e Andromeda, visto che Phoenix e Sirio sono assenti, e pare non esserci traccia di Nemes, Asher, Aspides, Ban, Black, Geki, Castalia, Tisifone ed i Cavalieri d'Oro. È ovviamente possibile che la loro assenza indichi semplicemente che sono stati inviati ad indagare altrove, ma comunque nessuno di loro comparirà nel romanzo. L'assenza dei cavalieri d'oro in particolare riapre la questione su quando sia ambientata la Gigantomachia, e sembra suggerire che avvenga dopo la serie di Hades, sebbene la cecità di Sirio, la totale assenza di riferimenti a Patricia, la presenza di Pegasus ed alcune frasi promozionali la collochino dopo la serie di Nettuno, e prima di quella di Hades. Ad ogni modo, Pegasus, Cristal e Andromeda stanno cercando rispettivamente nel Peloponneso, in Ucraina ed in Turchia. I primi due trovano solo vecchie tracce, relative ai posti in cui i primi quattro Giganti (Agrios, Thoas, Pallas ed Encelado) vennero sigillati prima di essere liberati da Mei, mentre il terzo si imbatte nei nemici. Quella citata da Yulij è la ben nota regola del Grande Tempio che vieta alle sacerdotesse di essere viste da un uomo senza la maschera: se ciò accade, la donna deve amare o uccidere il colpevole, e Yulij sembra orientata per la seconda opzione. Scopriamo però che vi sono delle eccezioni a questa legge, i medici infatti sembrano esserne esenti, verosimilmente a patto che vedano il viso del cavaliere mentre lavorano per salvarla, e Yulij smette di attaccare Mei nello scoprire che non ricorda quel che ha visto. Vengono date delle informazioni sulla costellazione della Chioma di Berenice, posta sopra la Vergine, ed al cui interno sono visibili alcune galassie molto lontane, ovviamente poste in prospettiva. Viene rivelato anche qualche dettaglio interessante sul modo in cui la storia è messa per iscritto al Grande Tempio, secondo un sistema molto in voga nel mondo antico, ovvero quello di modificare leggermente i fatti, escludendone persino alcuni, per essere di maggiore ispirazione alle generazioni future, o per aumentare la propria gloria. In particolare, spesso si usava aumentare le dimensioni dell'esercito nemico e ridurre il numero di vittime del proprio, così da rendere più spettacolari le vittorie ed infiammare gli animi dei giovani. Per la prima volta, viene accennato che i nomi della maggior parte dei cavalieri non sono quelli che avevano alla nascita, ma altri che hanno preso dopo aver deciso di lasciarsi alle spalle la vita normale. Le uniche eccezioni dovrebbero essere i personaggi cresciuti nell'orfanotrofio di Alman, ovvero Pegasus e compagni, incluso Mei. Il discorso verrà parzialmente ripreso nel manga prequel Lost Canvas, in cui il cavaliere del Toro Rasgado cambia il proprio nome in Aldebaran come gesto di fedeltà alla causa. In quel caso però, il suo gesto viene definito come unico, ad indicare che i cavalieri usano i loro veri nomi. Per motivi non molto chiari, Mei si è tinto d'argento i capelli, naturalmente neri, in segno di rispetto al maestro, che scopriremo essere Cancer. Questo suggerisce che nel manga il cavaliere d'oro abbia i capelli grigio argento, sebbene sia l'anime che la versione deluxe a colori del manga stesso propendano per il blu. Dopo Andromeda, Pegasus e Cristal, anche Sirio fa la sua comparsa nella Gigantomachia, convocato da Nicole tramite Kiki mentre si trovava ai Cinque Picchi. Il ragazzo è ancora cieco per le ferite riportate contro Krisaore, e finora aveva vissuto con Fiore di Luna, senza però rinunciare all'armatura del Dragone. Dragone viene paragonato dal narratore ad un samurai dall'aspetto raffinato, e Nicole afferma che avrebbe le qualità per diventare il nuovo Comandante dei Cavalieri, ovvero Grande Sacerdote. Il fatto che il maestro di Mei fosse Cancer era in realtà abbastanza chiaro sin dai primi capitoli, dal momento che anche il cavaliere d'oro è Italiano e nato in Sicilia. A quanto pare, Mei non è consapevole che è stato proprio Sirio ad uccidere il suo maestro. Per la prima volta in qualsiasi serie, Andromeda lancia la catena a centinaia di chilometri di distanza, per avvisare Isabel e Nicole del pericolo. Le ombre che lo catturano sono ovviamente Ladone e gli altri figli di Tifone, visti nel capitolo scorso. Dopo Agrios, Thoas ed Encelado, perde la vita anche l'ultimo gigante, Pallas, portando con se Yulij, la cui morte è una delle più brutali della serie, e lascia l'amaro in bocca dopo gli scambi di battute più o meno amichevoli avuti con Mei all'inizio del capitolo. Mei stesso indossa di nuovo l'armatura della Chioma di Berenice, descritta come nera, con coprispalla simili alle ali di un corvo, e capacedi emettere ombra anzichè luce. L'arma di Mei sono gli affilati capelli della chioma di Berenice, che può usare per imprigionare e tagliare il nemico, più o meno come l'omonimo cavaliere di Apollo del terzo OAV dell'anime. In particolare, adopera una tecnica dal bizzarro nome "Bambini Perduti" (Lost Children in originale). Per la prima volta vediamo gli effetti del pronunciare il nome di Tifone da parte di un Gigante, che muore all'istante subito dopo.