SAINT SEIYA EPISODE G N°10
COLUI CHE SCEGLIE IL SUO DIO
Personaggi Presenti: Camus, Oceano, Aioria, Iperione, Ceo, Crono, Ponto, sovrana di Ponto, esercito dei Titani, famiglie dei soldati dei Titani, soldati del Grande Tempio.
Data: Incerto, probabilmente 28 Aprile 1979.
Lunghezza: 44 pagine in b/n.
Al palazzo di Crono, i soldati dell'esercito dei Titani, imprigionati da millenni per essere rimasti fedeli ai loro Dei, gioiscono per il ritorno di Crono, certi che presto torneranno ad essere liberi. Costoro non sono soli, le loro famiglie li hanno infatti seguiti nell'esilio e condividono la loro stessa misera sorte, quindi quel che li spinge a combattere non è solo la fedeltà a Crono, ma anche il desiderio di ridare la libertà a coloro che amano. I Titani sono consapevoli di ciò, ed in particolare Iperione e Ceo ammirano la fedeltà dei loro seguaci e si ripromettono di combattere anche per poter offrire loro un futuro splendente. Iperione ricorda infatti che la vita sulla terra spetta a qualsiasi essere vivente, mentre coloro che si erano schierati al loro fianco sono stati rinchiusi in quel luogo nel quale non possono neppure morire, ma solo continuare ad esistere come prigionieri. A loro insaputa, i due Dei sono spiati da Ponto, che li osserva in una pozza d'acqua. Il sovrano del mare si trova davanti ad un'enorme fontana, al cui interno, circondata da una colonna d'acqua alla cui sommità si trova una riproduzione del globo terrestre, vi è una donna. Ammirandola, il Dio afferma che tutto quel che esiste al mondo appartiene a lei, alla sua sovrana. La donna gli ricorda allora che per millenni è vissuta galleggiando in quelle acque, profondamente umiliata ed in balia della morte, in attesa di poter finalmente essere libera, ma Ponto le risponde che la parola morte mal si addice a colei che ha generato tutta la vita sulla Terra, e le assicura che finalmente il tempo tanto atteso è giunto. Rasserenandosi, la donna ricorda che, da quando è stata cacciata dal mondo da lei stessa creato, ha generato e poi distrutto innumerevoli vite, ma ora finalmente è arrivato il momento in cui i Cavalieri d'Oro libereranno il mondo dalle tenebre, ponendolo di nuovo nelle sue mani. Al Grande Tempio, Aioria avverte che Oceano ha fatto qualcosa e sferra il Lightning Bolt, dirigendolo contro un bersaglio invisibile. Il Titano, attorno al quale ora è ben percepibile un cosmo cupo, spiega che anche le più minuscole particelle d'acqua che galleggiano nell'aria e formano l'umidità sono sotto il suo comando, ed in particolare quelle che ora circondano Acquarius sono cariche di odio. Camus considera l'ipotesi di congelare anche l'umidità che lo circonda, ma Oceano lo precede e sferra l'Auge Hydor, creando una corrente d'acqua che investe il nemico senza però ferirlo o danneggiare l'armatura. Ciononostante, Camus avverte che all'interno del suo corpo vi è qualcosa di strano, come se il cosmo nemico lo avesse penetrato. Oceano spiega che anche all'interno dei corpi umani c'è acqua, controllabile tanto quanto quella marina, cui è sostanzialmente simile, e che nell'ultimo assalto ha usato una corrente per trasmettere il proprio cosmo nel corpo di Camus. Questo significa che il sangue del cavaliere ora gli obbedisce, ed a riprova di ciò, nel giro di pochi attimi, inizia a sgorgare verso l'esterno, abbandonando Camus. Improvvisamente in crisi e quasi dissanguato, Acquarius crolla al suolo, mentre Oceano, certo della vittoria, si avvia per attraversare di nuovo il portale e tornare nel proprio mondo. Pur ammirando il valore del nemico infatti, Oceano è ormai convinto che presto la sua anima cadrà in Ade, dove presto sarà raggiunta da quella di tutti gli abitanti della Terra, che a sua volta verrà ripopolata da una razza perfetta che venererà per sempre i Titani. Il sangue scarlatto di Camus che ora macchia la sua Soma sembra confermare questa previsione, ma improvvisamente la porta del Labirinto di Crono viene circondata da uno spesso strato di ghiaccio, il Freezing Coffin, ed il Titano si accorge che Camus si è rialzato. Seppur gravemente ferito, il cavaliere d'oro ribadisce che il cosmo di coloro che vivono intensamente è destinato a brillare ardente, indipendentemente da ciò in cui credono, e che gli uomini hanno il diritto di scegliere le divinità da venerare. Oceano non è particolarmente interessato alle ragioni del nemico, convinto che gli umani debbano sottostare alla volontà di chi li ha creati, e si avventa su Camus, ma all'ultimo momento le sue daghe ed il suo stesso corpo si ghiacciano, lasciandolo interdetto di fronte ad un gelo capace di raggiungerlo fin nel profondo. Acquarius spiega che un catalizzatore adatto può permettergli di accellerare il processo di congelamento, e tale catalizzatore è il suo stesso sangue che, colmo del suo cosmo d'oro, ha ricoperto il Titano poco prima. Oceano è ora immobilizzato, mentre Camus può bruciare al massimo le forze che gli restano, congiungendo le mani e concentrando il proprio cosmo in un'anfora di energia che gli compare sopra la testa. Il cavaliere d'oro, forte delle proprie convinzioni, afferma che gli esseri umani possono perdere la fede negli Dei nei momenti di difficoltà, ma sanno anche lottare per riconquistarla e, se credono in qualcosa fin nel profondo, possono compiere dei miracoli. Con queste parole, Camus sferra la sua tecnica più potente, l'Aurora Execution, centrando in pieno il bersaglio. Incredibilmente però, Oceano non cade, ma resta immobile a guardare il nemico. Solo dopo qualche attimo il Titano ammette che, se non fosse stato per la Soma, forse sarebbe stato ferito, e si complimenta con il cavaliere per la sua audacia, ammettendo che gli esseri umani non meritano troppo disprezzo. Ciononostante, questo duello ha solo dimostrato che per vincere anche i Titani dovranno impegnarsi a fondo e, mostrando di possedere ancora energie, Oceano si teletrasporta, abbandonando il campo di battaglia. Osservando il punto in cui il nemico è svanito, Camus non può che ribadire che, pur di proteggere la vita, in nome della speranza nel futuro, lui e gli altri cavalieri d'oro dovranno continuare a combattere.
Glossario: Freezing Coffin: Sarcofago di Ghiaccio; Aurora Execution: Sacro Acquarius
Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 19 Manga Planet.
La logica, questa sconosciuta: Nonostante quel che dice Oceano, l'acqua all'interno del corpo umano, pur essendo sempre sostanzialmente H20, ha una composizione diversa da quella marina, a causa del plasma e dei vari elementi disciolti nel sangue. Perchè l'Auge Hydor funzioni, l'acqua di Oceano deve entrare nel corpo di Acquarius, ma la pelle umana è completamente impermeabile ai liquidi. Perchè Oceano non priva Camus di tutto il sangue che ha in corpo? O meglio, perchè non uccide il nemico con un metodo più rapido e sicuro? Controllando il sangue potrebbe facilmente causargli un arresto cardiaco, respiratorio o cerebrale.
Note: "Restituiremo a cielo e terra il giusto aspetto". Un capitolo un pò rigido, la cui parte migliore è la contrapposizione tra coloro che hanno deciso di essere fedeli ai Titani e coloro che invece li combattono, rivendicando il diritto a scegliere in piena libertà quale Dio seguire. La prima parte riesce bene, l'idea che i soldati nemici, solitamente considerati carne da cannone, abbiano delle famiglie che li amano e siano rispettati persino dai Titani è nuova per i CdZ, ed approfondisce in modo molto piacevole le figure di Ceo e Iperione, che sembrano essere dalla parte del bene tanto quanto i cavalieri d'oro. Al contrario, le argomentazioni di Acquarius e le parole di Oceano appaiono un pò forzate, anche perchè ormai l'idea che gli esseri umani siano solo schiavi degli Dei inizia ad essere ripetuta un pò troppo spesso. A parte questo, la rivelazione più importante è la conferma che Ponto abbia aiutato i Titani solo per perseguire i propri obiettivi, che riguardano una misteriosa sovrana. La sua identità non viene rivelata, anche se numerosi indizi puntano verso Gea o Gaia, Dea primigenia della Terra, madre di Crono e dei Titani. Ad ogni modo, per motivi sconosciuti, costei vive da millenni circondata dalle acque di una fontana, e conta sull'intervento dei cavalieri d'oro per tornare ad essere libera ed a dominare la Terra. Curiosamente, sembra che ora la profezia si sia spostata: finora si era sempre parlato solo di Ioria, in relazione alla liberazione di Crono, ma adesso la donna e Ponto parlano di tutti i cavalieri d'oro in senso generico. Vale anche la pena di ricordare che il dubbio comportamento di Ponto non era passato del tutto inosservato: Iperione aveva sospettato spesso di lui nei primi numeri, fino al risveglio di Ceo. A quanto pare, ai tempi della Titanomachia, alcuni uomini avevano preferito seguire Crono anzichè schierarsi con Zeus, e per questo erano stati imprigionati come i Titani, condannati a non poter nemmeno morire. Quest'ultima nota suggerisce che nel Labirinto il tempo non scorra in maniera normale, o che almeno non vi scorresse fino al ritorno di Crono. Iperione e Ceo tengono questi uomini in grande considerazione, sentendosi responsabili del loro destino e mostrandosi determinati a ridar loro la libertà. Questo fa da contrasto con le azioni di Lama Cinerea nel numero sette, ed anche con i discorsi di Oceano in questo capitolo, segno che non tutti i Titani condividono l'opinione dei due riguardo almeno alcuni esseri umani. Alcuni soldati dei Titani sono apparsi già nel numero 2, in cui hanno affrontato Acquarius e Castalia, venendo sconfitti abbastanza facilmente. La scena del soldato che abbraccia il proprio bambino sembra un riferimento abbastanza chiaro all'Iliade, in cui Ettore fa qualcosa di simile con il piccolo Astianatte. Oceano sferra ancora un nuovo colpo segreto, l'Auge Hydor (più o meno "Aura Acquatica"), con cui può prendere addirittura il controllo del sangue che scorre all'interno del corpo nemico. È una tecnica abbastanza intelligente, che si basa sul fatto reale che l'80% del corpo umano è composto di acqua. Viene in qualche modo confermato che il sangue è un ricettacolo di cosmo, cosa già intuibile da alcuni accenni passati, anche se l'esatto legame tra le due cose resta poco chiaro.