EPISODIO N°35

L'ACQUA DELLA VITA

<VIAGGIO SUICIDA! APRITEVI, OCCHI DI DRAGON>

Disegnatori: Mitsuo Shindô, Tatsuya Furukawa, Takeyuki Suzuki

Personaggi presenti: Pegasus, Cristal, Andromeda, Aracne, Kiki, Sirio, Fiore di Luna, Shadir, Benam, Lear, Arles, Phaeton.

Giorni dopo, nel QG, Lear cerca invano ai computer una spiegazione plausibile sulla scomparsa dell'elmo, ed anche le ricerche di Benam sono inutili. Tutti iniziano a temere che l'elmo sia finito nelle mani di Arles, ma Isabel non perde il controllo e cerca di organizzare la situazione, in attesa del ritorno di Pegasus, che Shadir è andato a prendere. Al Grande Tempio c'è la medesima confusione, dovuta alla scomparsa degli otto pezzi, e Phaeton subisce la collera del Grande Sacerdote. Phaeton aggiunge di aver già mandato Aracne, un cavaliere d'argento, nel Jadir per portare ad Atene il grande Mur, i cui poteri potrebbero essere di aiuto per ritrovare gli otto pezzi scomparsi. Nessuno sa che l'armatura è al sicuro in un lago lontano. Dragone intanto è ancora in Cina e si sta rilassando zappando la terra, ma in cuor suo è preoccupato per il maestro, scomparso improvvisamente. Sirio ha deciso di tornare dai cavalieri, ma prima vorrebbe salutare il maestro. Al palazzo di Mur, Pegasus inizia a diventare impaziente per l'assenza del proprietario, specie quando Kiki gli dice che il fratello a volte scompare per venti giorni o un mese. Pegasus non vuole aspettare così tanto, conscio che Dragone sta soffrendo per la sua cecità, ma in quel momento Kiki si ricorda della miracolosa acqua della vita, che sgorga sulla sommità del monte Jandana ed capace di guarire qualsiasi malattia. A queste parole, Pegasus prende con se il bambino e corre verso la montagna, ansioso di trovare l'acqua e guarire Sirio. Giunti alle pendici del monte, Kiki tenta di teletrasportarsi sulla cima ma una misteriosa energia glielo impedisce. L'unico modo per raggiungere la vetta è una scalata, impresa in cui neppure Mur è riuscito, ma Pegasus pensa "Non aveva un amico da salvare…io si! Abbi fede in me, Sirio. Presto riacquisterai la vista!"poi, lasciato il bambino, si incammina con una borraccia vuota legata alla cintura. Ben presto, si trova su uno stretto ponte roccioso e dal quale salgono violente correnti ascendenti. Mentre il monte è pervaso di una grande energia, Pegasus perde l'equilibrio e cade, ma riesce a far presa sulle pietre ed a risalire. Dietro di lui, le rocce vanno in pezzi e solo con un salto il ragazzo riesce ad aggrapparsi all'altra estremità, ma, issatosi su uno spuntone roccioso, ha appena il tempo di alzare lo sguardo e vedere un masso enorme rotolare verso di lui. Il ragazzo viene sepolto dalle pietre, ma subito dopo si libera bruciando il suo cosmo e frantumando il macigno. Ripreso fiato, Pegasus continua la sua corsa fino ad essere su una piccola pianura quasi in cima al monte, ma lì è attaccato da numerose aquile, che sul monte hanno nidificato. Il cavaliere lancia allora un fascio di energia, che allontana le aquile ma al tempo stesso ferisce uno dei loro cuccioli. Calmatosi, Pegasus prende in braccio l'aquilotto, lo accarezza ed in cuor suo gli chiede perdono per averlo ferito. La bestiola vola verso il cielo, che subito si rischiara dalle nubi, e le aquile più grandi si fanno da parte, aprendo un sentiero che conduce alla fonte della benefica acqua della vita, che brilla dei colori dell'arcobaleno. Alla base del monte, Kiki sta ancora aspettando Pegasus quando è raggiunto da un guerriero, il quale si presenta come Aracne, cavaliere d'argento del Grande Tempio, e che vuole sapere dov'è Mur. Quando Kiki gli risponde che non ne ha idea, Aracne lo lancia contro le rocce, ma il bambino è preso al volo da Pegasus, di ritorno con la borraccia piena di acqua della vita. Consegnatala al bambino, Pegasus si appresta alla lotta, ma Aracne, assume una stranissima posizione di combattimento, simile a quella di un ragno. Mentre Isabel si augura che Pegasus torni presto, in Grecia Arles è furioso per non avere più notizie di Aracne e degli otto pezzi, ma rifiuta comunque il consiglio di Phaeton di rivolgersi ad Atena. Pegasus, stanco per la scalata, si trova intanto in difficoltà ed Aracne, colpitolo più volte, lo imprigiona nella sua "Tela del Ragno" (o "Morsa della Tarantola"), che lo immobilizza e gli succhia le energie. Pegasus avverte il proprio cosmo disperdersi, ma il colpo di grazia è fermato da Shadir, che aspira la tela del nemico ed al tempo stesso dice a Pegasus di raccogliere le proprie forze. Il ragazzo si gira allora a guardare la borraccia con l'acqua della vita e pensa a Sirio, poi brucia il suo cosmo liberandosi dalla tela e, mentre Shadir tiene occupato Aracne, indossa l'armatura, giunta in suo soccorso. Con indosso la corazza, Pegasus lancia il suo mortale Fulmine, uccidendo il nemico al primo assalto. Il ragazzo vorrebbe correre con Kiki in Cina, per portare l'acqua da Sirio, ma Shadir lo informa della scomparsa dell'elmo, e l'eroe si trova combattuto tra l'amicizia ed il dovere. Alla fine, Pegasus decide di mandare solo Kiki ai Cinque Picchi con la borraccia, mentre lui tornerà a Nuova Luxor.

Censure Mediaset: L'episodio non ha subito censure.

Dati originali: Aracne: Tarantula Arachne.

Manga: L'episodio non esiste nel manga

Videocassette: L'episodio è presente nelle cassette Yamato e n°18 DeAgostini

Fonti: Aracne nella mitologia greca era una fanciulla che, vantatasi di essere più brava di Atena nel tessere, fu da lei sfidata in una gara. Alla fine, la tela di Aracne risultò la più bella, ed Atena, infuriata, tramutò la ragazza in un ragno, condannandola così a tessere per l'eternità. Le parole di Pegasus "in quest'immensità s'annega il pensier mio" sono un'altra delle citazioni letterarie della serie. Provengono infatti dall'Infinito di Leopardi.

La logica, questa sconosciuta: Ancora una volta, la sala di Arles e la statua di Atena non appaiono affatto come le vedremo nella battaglia alle dodici case. Quando usa il suo attacco per la prima volta, Aracne lo chiama "Tela del Ragno", ma poco dopo, nel lanciarlo contro Shadir, urla "Morso della Tarantola"

Note: L'ultimo dei quattro episodi "indipendenti" dal manga, si concentra su quello che è uno dei temi base sulla serie: l'amicizia. Sirio appare "fisicamente" solo in poche scene, ma la sua presenza copre l'intero episodio, spingendo Pegasus a rischiare la vita pur di dare a Dragone una speranza di recuperare la vista. L'episodio è ambientato qualche giorno dopo la fine del precedente. Shadir è in viaggio per raggiungere Pegasus, Sirio conferma di aver deciso di tornare insieme agli altri cavalieri, ma esita perché il maestro è scomparso. Le scene in cui lo vediamo zappare la terra confermano che i Cinque Picchi sono una zona agricola, ed infatti intravediamo anche delle risaie. Le parole di Pegasus "in quest'immensità s'annega il pensier mio" sono un'altra delle citazioni letterarie della serie. Provengono infatti dall'Infinito di Leopardi. Kiki dice che neppure Mur è mai riuscito a scalare la montagna, ma in realtà è probabile che non ne abbia mai avuto motivo, perché le prove cui Pegasus viene sottoposto sono difficili, ma certo non insuperabili, specie per un cavaliere d'oro. L'acqua della vita, che secondo la leggenda sgorga direttamente dal Paradiso, brilla dei colori dell'arcobaleno, e può essere raggiunta solo da qualcuno puro di cuore (infatti è un gesto si sincera gentilezza che permette a Pegasus di trovarla). Phaeton suggerisce ad Arles di chiedere il consiglio di Atena, e questo, insieme alla risposta del sacerdote, fa supporre che il capo dell'esercito sia un buona fede e che agisca credendo di obbedire al volere della Dea. Il bracciale dell'armatura di Shadir si conferma in grado di assorbire e rilanciare il potere del cosmo, come già fatto contro Babel ed Argor. Ci sono riferimenti alla morte di Eris per mano di Pegasus nel 24° episodio. Aracne è uno dei pochi personaggi creati dall’anime il cui status di Cavaliere d’Argento è confermato nel materiale cartaceo successivo. Non viene però indicata da nessuna parte la sua costellazione, al punto che spesso lo si associa alla nebulosa della Tarantola.

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