EPISODIO N°14

LA RESA DEI CONTI

«LA SCONFITTA DEL COLPO DELL'ILLUSIONE DIABOLICA»

Disegnatori: Tomoko Kobayashi, Eiji Uemura, Shigemasa Kajiwara.

Personaggi presenti: Pegasus, Andromeda, Sirio, Cristal, Phoenix, Pegasus Nero, Cigno Nero, Dragone Nero, Andromeda Nero, Maestro di Phoenix.

All'improvviso, qualcuno lancia un campanellino, ed alzando lo sguardo verso la cima di una roccia, i Cavalieri vedono in piedi Cristal, sanguinante ma ancora vivo. Il Cavaliere del cigno raggiunge gli amici ed anche Sirio si rialza, cosicché Phoenix si ritrova da solo contro tutti i quattro eroi. Volendo evitare lo scontro, Andromeda corre verso il fratello e gli stringe la mano, cercando di ricordagli il giorno in cui si divisero, quando Phoenix gli fece promettere di essere forte, "E mi stringesti la mano come ora io stringo la tua. Non puoi averlo dimenticato!" Prima che il guerriero reagisca però, Cristal allontana Andromeda e si volge contro Phoenix, pronto a lottare. Per nulla intimorito, il Cavaliere della Fenice sfida i nemici a ribattere il suo pugno diabolico, e Cristal accetta la sfida. Phoenix lancia il Fantasma Diabolico, Cristal la polvere di diamanti, dandole però uno strano effetto dal basso verso l'alto. In questo modo, la polvere di diamanti agisce da specchio ed il Fantasma Diabolico, già vicino al bersaglio, è riflesso sullo stesso Phoenix, colto alla sprovvista. Subito il colpo, Phoenix immagina di trovarsi in una valle insieme ai suoi Cavalieri Neri, ma quando ordina a Pegasus Nero di attaccare Pegasus, il guerriero gli si rivolta contro, e così i suoi tre compagni, che colpiscono il loro signore con le proprie tecniche segrete. Rimasto paralizzato a causa del Fantasma Diabolico, Phoenix è indifeso, ma quando Cristal sta per dargli il colpo di grazia, è fermato dalla catena di Andromeda. Il Cavaliere non può permettere che suo fratello sia ucciso, nonostante il male che ha compiuto. Cercando di convincere Andromeda a liberargli il polso, Cristal si distrae e così è colto di sorpresa da Phoenix che, ripresosi, lo colpisce nello stesso punto in cui lo aveva già ferito precedentemente. Stavolta però Phoenix si accorge del medaglione, e ritirando il braccio lo estrae, per poi riconoscere la Croce del Nord, simbolo dei ghiacci, lasciata a Cristal in eredità da sua madre. Phoenix comprende che è stata proprio la croce a salvare Cristal la prima volta, impedendo al suo pugno di raggiungere il cuore del Cavaliere, poi, disprezzando quello che definisce "Il regalino della mamma!", la lascia cadere a terra. Prima che la battaglia riprenda, Cristal chiede il motivo per cui il Fantasma Diabolico non ha avuto un reale effetto su di lui, ma il guerriero risponde spiegando che il suo colpo agisce sui bei ricordi, e lui non ne ha alcuno. Detto ciò, Phoenix si prepara ad attaccare i nemici con il suo colpo più forte, le "Ali della Fenice" e con una sicurezza persino maggiore di prima, afferma "Un solo battito d'Ali della Fenice e voi tutti, Cavalieri da quattro soldi, perirete!". Il colpo del guerriero è effettivamente terribile, tanto potente da distruggere alcune delle rocce lì attorno e travolgere in pieno i Cavalieri, che cadono svenuti al suolo. Vinti i nemici, Phoenix si volta verso i pezzi della sacra armatura, ma solo per scoprire con stupore che questi, eccetto l'elmo che è ancora nelle sue mani, si sono assemblati da soli davanti a Pegasus, come per proteggerlo dal pericolo. Ciò sta dunque a significare che la sacra armatura è contraria all'ambizione di dominio di Phoenix, e Pegasus, confortato da questa scoperta, si prepara ad attaccare, pur essendo l'unico ancora in piedi fra i quattro Cavalieri. Pegasus lancia il suo Fulmine contro Phoenix, che, schivati i primi colpi, viene infine spinto contro le rocce. Per nulla disposto ad arrendersi Phoenix si rialza, i due guerrieri si fronteggiano di nuovo ed i loro pugni si scontrano a mezz'aria. Entrambi i Cavalieri sono atterrati dal contraccolpo, ed entrambi, appena rimessisi in piedi, si lanciano di nuovo l'uno contro l'altro, ma stavolta Pegasus riesce ad abbassarsi in tempo ed evita il pugno di Phoenix, diretto al suo volto, per poi colpire il nemico nella parte alta del torace, scagliandolo in aria. Nel ricadere a terra, Phoenix si chiede come è possibile che lui, che è il più forte, stia venendo sconfitto. Ancora una volta comunque il Cavaliere si rialza, ma la sua armatura mostra di non aver retto il colpo precedente e va in pezzi, davanti agli occhi sbalorditi del guerriero. Vedendo il vento sparpagliare i minuscoli frammenti di quella che era la sua corazza, Phoenix si stringe la testa con le mani ed urla in preda alla disperazione. "Anche per Phoenix è giunto il momento della resa!" pensa Pegasus osservando il nemico, per poi lanciare di nuovo il "Fulmine di Pegasus" ed atterrarlo. Convinto della vittoria, Pegasus corre verso Phoenix, ma improvvisamente e con suo grande stupore, l'armatura di Phoenix si ricompone indosso al suo padrone. Ridendo, Phoenix si rialza e dichiara "L'armatura di Phoenix è eterna!", ed infatti come l'araba Fenice nel mito risorge sempre dalle sue ceneri, così l'armatura della Fenice si ricompone ogni volta che viene distrutta, sempre più forte e resistente di prima. Pegasus è sbalordito da queste parole, mentre Phoenix, ritrovata la sua sicurezza, avanza minaccioso. Non volendo arrendersi, l'eroe lancia di nuovo il suo Fulmine, ma stavolta Phoenix para tutti i colpi e reagisce con un destro micidiale diretto al cuore del suo nemico. Pegasus sembra spacciato, ma nel momento in cui il pugno sta per raggiungere il bersaglio, lo scudo del dragone si dispone sul suo braccio, fermando il colpo. Allibito, Phoenix si volta verso Sirio, che però è ancora svenuto, e comprende che l'unica spiegazione possibile è che lo scudo si sia mosso da solo per salvare Pegasus, disponendosi sul suo braccio sinistro. La spiegazione sembra assurda, ma Pegasus controbatte "Assurdo o verosimile, ha poca importanza! Sta di fatto che questo scudo è potentissimo, nemmeno tu riuscirai ad oltrepassare la sua barriera!". L'obiettivo di Phoenix non è però lo scudo del Dragone ma il corpo del suo nemico, cosicché il guerriero lancia il Fantasma Diabolico, ma anche stavolta il suo pugno è fermato a mezz'aria, stavolta dalla Catena di Andromeda, che, lasciato il Cavaliere suo padrone, si dispone sul braccio destro di Pegasus. Il ragazzo dichiara allora che "Qualsiasi contromossa tu ora decida di usare, una cosa sola è certa: noi saremo in quattro a fronteggiarla!", ed infatti i quattro Cavalieri ormai sono legati da una grande amicizia ed è come se stessero combattendo tutti insieme contro Phoenix. Pegasus attacca con tutte le sue forze, usando sia il suo Fulmine che la catena di Andromeda e difendendosi dai colpi del nemico con lo scudo del Dragone, e contemporaneamente grida "Siamo in quattro contro uno Cavaliere, e tu non hai speranza, perché hai rinnegato amore, amicizia e solidarietà!". Ignorando le parole del suo avversario, Phoenix lancia le Ali della Fenice, ma Pegasus, pur venendo spinto indietro dall'energia scaturita, riesce comunque a fermare il colpo con lo scudo, per poi reagire con il "Fulmine di Pegasus". Inizialmente, Phoenix riesce a resistere ai colpi, ma poi al Fulmine si unisce la Polvere di diamanti ed il Cavaliere è costretto a cedere. Pegasus colpisce al cuore il nemico, sfondando il pettorale dell'armatura. Ferito gravemente, Phoenix ricorda le parole del suo maestro, che gli aveva insegnato a diventare sempre più forte, per poter essere un giorno il capo dei Cavalieri, ed afferma "Erano le parole di un uomo che non aveva mai visto la forza dei Cavalieri dello zodiaco uniti insieme!". In quel momento, Sirio, Cristal ed Andromeda si rialzano, e sia lo scudo del Dragone che la catena ritornano da soli ai legittimi proprietari. Spossato per la fatica, Phoenix cade al suolo, ma Pegasus, presolo al volo, gli chiede cosa abbia visto di così terribile sull'isola della Regina nera. "Quello era l'inferno!" risponde il guerriero.

Censure mediaset: In questo episodio è stato tagliato completamente il flashback in cui si rivede Phoenix colpire Cristal. Manca anche la breve scena in cui un rivolo di sangue cade dal corpo di Phoenix, ferito da Pegasus al termine del loro scontro.

Dati originali: Phoenix: Phoenix Ikki. Ali della Fenice: Hoyoku Tensho

Manga: L'episodio è stato tratto dai numeri 4 e 5 del manga. Rispetto alla serie animata, Phoenix sfida i Cavalieri a ribattere il suo Fantasma Diabolico e Cristal, usando la polvere di diamanti come uno specchio, riesce nell'impresa. Phoenix rivede il suo passato, quando si addestrava sull'Isola della Regina nera ed il suo unico conforto era Esmeralda, una schiava che viveva sull'isola. Phoenix affronta il maestro per diventare Cavaliere, ma non riesce ad ucciderlo. Il maestro lo attacca ed il suo colpo, ferito di striscio Phoenix alla fronte (è questa l'origine della piccola cicatrice di Phoenix) uccide Esmeralda. Furioso, Phoenix uccide il maestro. Questo flashback si vede, con qualche differenza, nell'episodio successivo del cartone. Continua il flashback di Phoenix, che, ucciso il maestro, deve recuperare l'armatura della Fenice, che è nelle mani di Jango, capo dei Cavalieri neri. Phoenix va nella parte dell'isola dominata dai Cavalieri neri e, uccisi vari soldati nemici, affronta e vince Cigno nero. Proseguendo, si ferma ad osservare un fiore e ricorda Esmeralda, abitante di un'isola vicina che era stata venduta come schiava e veniva spesso frustata dal padrone. Nonostante tutto però, Esmeralda non vuole fuggire e preferisce restare con Phoenix finché lui non "volerà via come una Fenice". Il fiore è distrutto dalla catena di Andromeda nero, il quale affronta Phoenix, venendo ben presto sconfitto. Ripreso il cammino, Phoenix ricorda le ultime parole del maestro, che in punto di morte gli ha rivelato che il padre dello stesso Phoenix, e di tutti gli altri 99 orfani, è Alman di Toole. Furioso con un uomo che ha usato i sue figli come giocattoli, Phoenix vorrebbe ucciderlo, ma siccome è già morto da cinque anni, decide di usare la sua forza per distruggere tutti coloro che hanno avuto legami con lui, inclusi gli altri orfani ed Andromeda. Il maestro è felice, perché l'ira e l'odio renderanno potentissimo il cosmo di Phoenix, e prima di morire manda Phoenix a conquistare la sua armatura. Phoenix sconfigge anche Pegasus nero e Dragone nero, il quale gli rivela dove sono Jango e lo scrigno con l'armatura della Fenice. Trovato Jango, Phoenix lo vince col Fantasma Diabolico ed indossa finalmente la sua armatura, affermando di essere invincibile. Dal cielo sopraggiunge però Virgo, Cavaliere d'oro, che ha deciso di uccidere i Cavalieri neri per punirli della loro malvagità. I Cavalieri neri sono però stati già sconfitti da Phoenix e Virgo si allontana per andarsene, deridendo Phoenix che si considera invincibile. Infastidito da queste parole, (Phoenix è paragonato ad uno scimmiotto) il Cavaliere attacca, ma le Ali della Fenice si infrangono come una leggera brezza. Virgo annienta Phoenix con un colpo solo, ma lo risparmia perché vede la giustizia in fondo al suo cuore. Andandosene, Virgo cancella dalla mente di Phoenix il ricordo del loro incontro, ma afferma che se un giorno loro due si dovessero incontrare di nuovo, Phoenix ricorderà tutto e sarà sopraffatto dal terrore. Phoenix è davanti alla tomba di Esmeralda (che probabilmente ha scavato lui stesso) quando i quattro Cavalieri neri lo raggiungono e gli giurano fedeltà, insieme a tutti i soldati neri rimasti. Phoenix decide di tornare in Giappone, ostacolare la Guerra Galattica, uccidere tutti coloro che hanno legami con Alman ed usare l'armatura d'oro per conquistare il mondo, ma lo spirito di Esmeralda, che gli appare per un attimo, afferma che, nonostante le sue azioni, la giustizia esiste ancora nel profondo del suo cuore. Questo lunghissimo flashback, che occupa un intero capitolo del manga, apparirà in parte nell'episodio successivo dell'anime, mentre altri eventi si svolgeranno più avanti, nel 32° episodio. La prima parte del combattimento si svolge come nel cartone, con l'eccezione che Pegasus è senza armatura. Quando Pegasus e Phoenix lottano, c'è il flashback del giorno della separazione di Phoenix e Andromeda, cui Pegasus e Sirio assistettero da dietro una rete elettrificata. Dopo che Andromeda partì, Mylock disse a Phoenix che certamente non sarebbe sopravvissuto, e gli descrivette l'isola di Andromeda. Phoenix allora colpì Mylock e cercò di fuggire per raggiungere il fratello. Inseguito dagli uomini della fondazione, Phoenix cercò di scavalcare la rete, nonostante i tentativi di Pegasus di fermarlo per salvarlo, e fu fulminato dalla scossa. Catturato, Phoenix fu selvaggiamente picchiato da uno degli uomini di Mylock, e poi fu inviato all'isola nera. (Questo flashback manca nell'episodio del cartone, ma è in parte simile a quello che appare nel 7° episodio. Le differenze sono che nell'anime Phoenix è picchiato da Mylock stesso per aver voluto andare all'Isola nera al posto di Andromeda. Nel cartone quindi Phoenix non picchia Mylock e non cerca di fuggire, dunque mancano tutte le scene relative a questi avvenimenti. La rete elettrificata nel cartone non appare mai, né è nominata, Mylock è meno pessimista sul ritorno di Andromeda, e la separazione dei due fratelli è più triste e drammatica). Il resto del combattimento tra Phoenix e Pegasus è come quello del cartone, anche se un po' più breve perché mancano delle scene di lotta, ma quando Pegasus colpisce Phoenix al cuore, il Cavaliere gli rivela di essere suo fratello.

Prima trasmissione: Sabato 24 gennaio 1987.

DVD: L'episodio è presente nel 2° DVD Yamato e 7° DeAgostini.

Fonti: Per la Fenice vedi 6° episodio

La logica, questa sconosciuta: C'è uno strano errore di doppiaggio: dopo che Cristal ha ribattuto il Fantasma Diabolico, Sirio gli chiede spiegazioni, ma la sua voce è quella di Andromeda, ed infatti nel rispondere, Cristal lo chiama Andromeda. Phoenix dice che il Fantasma Diabolico in lui non ha avuto effetto perché non ha trovato ricordi belli da distruggere, ma, come vedremo nel prossimo episodio, anche Phoenix ha dei bei ricordi. Quando Cristal subisce le Ali della Fenice, il cigno del suo elmo è rosso invece che bianco, mentre quando Andromeda gli blocca il polso i fregi alla base del cigno sono bianchi e non blu. Verso la fine, quando Pegasus colpisce Phoenix gli occhi del suo elmo sono bianchi e non rossi. In alcune immagini del duello tra Phoenix e Pegasus, né lo scudo del Dragone né la catena di Andromeda sono visibili sul corpo di quest'ultimo.

Note: "Siamo in quattro contro uno Cavaliere, e tu non hai speranza, perché hai rinnegato amore, amicizia e solidarietà!". Lo scontro finale con Phoenix, un episodio molto ben disegnato, che va avanti con un ritmo veloce e completa il discorso sull’amicizia portato avanti in questa prima parte della saga, servita a trasformare i quattro protagonisti in un gruppo coeso di individui pronti a rischiare la vita l’uno per l’altro. In effetti, lo scopo della battaglia con Phoenix e di quelle subito successive è proprio di cementare il gruppo e di far sviluppare una grande amicizia tra i Cavalieri. Splendidamente animate e musicate le Ali della Fenice. Viene ribadito che un colpo segreto è efficace solo la prima volta, anche se questa regola sarà spesso infranta nel corso degli eventi, suggerendo che sia valida solo finché chi lo sferra non riesce a migliorarsi e rendere più potente o veloce l’assalto. In alcune versioni straniere, quando Sirio al termine dell'episodio si rialza, Pegasus grida il suo nome, come fà subito dopo con Cristal ed Andromeda. Ancora una volta (l'ultima) il Fantasma Diabolico viene chiamato Pugno Diabolico. Se si fa eccezione per gli illusori Cavalieri neri, questo è l'unico episodio di tutta la serie in cui sono presenti solo i cinque protagonisti. Le immagini del "Fulmine di Pegasus Nero" sono le stesse dell'11° episodio. Sono presenti anche immagini della 12° puntata, quando Phoenix colpì Cristal al cuore e poco dopo l’incubo del Cigno, e della 7°, quando Andromeda e Phoenix si separarono. In questo episodio vediamo una nuova versione del Fulmine di Pegasus, che sarà presente in altre occasioni più avanti nella serie. Scopriamo che l’armatura della Fenice è eterna, e che può rigenerarsi ogni volta che viene distrutta. È una verità che sarà confermata nel corso di tutta la serie, e che rende la corazza per certi versi superiore a qualsiasi altra. Al contrario, non succederà mai più ai protagonisti di prestare tecniche o pezzi di armatura a Pegasus, che però spesso in futuro riceverà in sostegno l’energia dei loro cosmi.

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