SAINT SEIYA N°4
SHUN! LA NEBULOSA FURIOSA!
(ANDROMEDA! NEBULOSA DI RABBIA!!)
Personaggi Presenti: Shun, Shiryu, Seiya, Black Andromeda, Black Dragon, Mu, Kiki.
Data: venerdì 4 Ottobre 1986. Flashback: venerdì 27 Settembre 1986.
Lunghezza: 33 pagine
Fuori dalle caverne, Kiki gioca con il campanellino datogli da Seiya, pensando che non riuscirà mai a darlo a Shiryu, visto che quest'ultimo è morto e non può tornare indietro. In quel momento, una bara cade dal cielo, ed al suo interno c'è proprio Dragone. Altrove, Shun sente il suono di un sonaglio e trova alcuni pezzi di armatura d'oro. Guardando nel crepaccio, vede Seiya privo di sensi, e, preoccupato, gli lancia la catena al polso per tirarlo su. Notando che se l'amico non avesse sbattuto contro una roccia sporgente sarebbe caduto nel precipizio, Shun inizia a issarlo, ma in quel momento una catena nera gli si lega al polso, segnalando l'arrivo di Black Andromeda. Costui avvisa Shun che ormai per Seiya è finita visto che ha subito il colpo di Black Pegasus, e gli dice di abbandonarlo, perchè presto le macchie nere lo copriranno interamente e giungerà la morte. Black Andromeda dice a Shun di abbandonare Seiya, e poi lo attacca con le catene nere, ferendolo. Ciononostante, Shun continua a non lasciare la catena che sorregge l'amico, consapevole che questo lo ucciderebbe, e si lascia colpire senza opporre resistenza ai colpi di Black Andromeda. Improvvisamente, sopraggiunge anche Black Dragon, che consiglia al compagno di non giocare troppo con Shun, visto che è fratello di Ikki, e di ucciderlo subito. Convinto, Black Andromeda usa il suo colpo segreto, il Black Fang Nebula, trasformando le proprie catene in serpenti neri che si avvolgono attorno al corpo di Shun e lo mordono ripetutamente. In crisi, Shun sta per cedere, quando avverte la voce di Seiya, che gli sussurra di lasciarlo andare e difendersi, o morirà. Il ragazzo, pur in preda ai serpenti del nemico, si rifiuta di lasciar morire il compagno, per di più in una guerra causata da lui e suo fratello, ma Seiya non accetta le sue parole. "Devi vincere anche da solo… hai capito, Shun?" afferma, prima di colpire e spezzare la catena di Andromeda, scivolando nel baratro. Intanto, fuori dalle caverne, Kiki è sbalordito: Shiryu è resuscitato ed è uscito dalla bara. "Ha superato i cancelli dell'aldilà" dichiara Mu, apparendo alle spalle del bambino, e spiegando che Dragone ha lottato per giorni tra la vita e la morte, ed alla fine è tornato al mondo, proprio come dopo lo scontro con Seiya. "Vale a dire che il Drago è ritornato per ben due volte dalla morte!". Mu ripensa a quanto successo sette giorni prima in Jamir, quando Shiryu accettò di donare la sua vita per le armature, in modo da ripagare il debito con Seiya e permettergli di sopravvivere alla battaglia con i cavalieri neri. Informato che occorreva metà del suo sangue per riparare le armature, Dragone si tagliò i polsi con le proprie mani, pur consapevole che la perdita di un solo 1/3 l'avrebbe ucciso. Dopo aver versato il proprio sangue sulle due armature, Shiryu perse i sensi, ma Mu lo salvò, risanando le sue ferite solo con un tocco, colpito e commosso dal senso di amicizia del ragazzo. Per rispetto a questo sentimento inoltre, Mu riparò le armature, modificando leggermente la corazza del Dragone e più pesantemente quella di Pegasus. Ora, Mu è felice di vedere che Shiryu è riuscito a riprendersi, ma lo avvisa che a causa della perdita di sangue, delle ferite in battaglia gli sarebbero fateli. Dragone ne è consapevole, ma dichiata di voler comunque combattere per aiutare i suoi amici, e per questo Mu gli consegna la nuova armatura del Drago. Nelle caverne, Shun è in lacrime per il sacrificio di Seiya, ma quando Black Andromeda se ne prende gioco, il suo dolore diventa rabbia e il ragazzo frantuma le catene nere, liberandosi. Furioso, Shun rivela al nemico la vera forza sua e delle sue catene, distruggendo quelle di Black Andromeda ed uccidendolo.
Glossario: Black Fang Nebula: Nebulosa della Zanna Nera
Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 4 Shot e n° 6 Granata
La logica, questa sconosciuta: Mur parla di Pegasus come se lo conoscesse, ma i due non si sono mai incontrati. Inoltre dice di aver "sentito dire" del duello tra lui e Sirio nel Torneo, ma nessuno può avergliene parlato, a meno che non accenni a quando detto da Dragone stesso prima di tagliarsi i polsi. Andromeda Nero conosce fin troppo bene i dettagli dello scontro tra Pegasus ed il suo doppio. Pegasus, che non ha nemmeno la forza di arrampicarsi sulle rocce, spezza con la mano nuda la catena di Andromeda, che poi è di nuovo intatta la scena successiva.
Note: "Shun, lascia questa catena… non pensare a me!" Un capitolo con vari pregi, che mette in evidenza la forza di Andromeda quando fa sul serio, lo spirito di sacrificio di Pegasus e quello dell'amicizia di Sirio, accennando nel frattempo al mistero del Grande Mur, che sarà svelato molto più avanti. Unica nota stonata è Dragone che cade dal cielo in una bara da Dracula, quasi come se fosse un vampiro. Secondo Black Andromeda, sono trascorsi nove minuti da quando Pegasus è stato colpito, il che vuol dire che lo scontro tra Cristal e Phoenix è durato pochissimo, o che questi eventi si svolgono contemporaneamente a quelli del capitolo scorso. Secondo Black Andromeda, basteranno un paio d'ore perchè il Kokushi Ken faccia effetto ed uccida Pegasus, anche se in soli nove minuti il suo corpo è già diventato totalmente nero. Le catene di Andromeda Nero danneggiano pesantemente l'armatura di Andromeda, che resterà in queste condizioni fino all'arrivo al Grande Tempio. A quanto sembra, tutti i cavalieri neri sono consapevoli del legame tra Andromeda e Phoenix, e temono abbastanza il loro capo da volerne uccidere il fratello senza farlo soffrire troppo. Le catene di Andromeda e Black Andromeda si moltiplicano senza una regola precisa nel corso del capitolo, segno che Kurumada non aveva ancora chiari in mente che poteri affidare loro sul piano offensivo. Rivediamo Mur, verosimilmente teletrasportatosi in Jamir per portare la bara di Sirio, e scopriamo quel che è successo 7 giorni prima. Nel flashback, Mur mostra anche poteri curativi che poi non rivedremo più, e soprattutto usa per la prima volta dopo molti anni i suoi strumenti, e le sostanze note come Orialcon, Gamanion e Star Dust Sand (Polvere di Stelle). Gli strumenti, un martello e quattro tipi di scalpelli, sono quelli dell'armatura di bronzo dello Scultore, di cui si vede il totem nell'enciclopedia Taizen, e che a quanto è in mano a Mur. L'Orialcon è l'oricalco di cui si parla nelle leggende su Atlantide, e che secondo l'hypermyth proviene da un meteorite di Saturno che si schiantò sull'isola ai tempi delle Guerre Sacre. È un minerale rarissimo, che solo gli alchemisti dell'isola di Mu, gli Atlantidei e gli Dei sanno usare, e con il quale sono state create tutte le armature. La teoria è che più Orialcon c'è e più la corazza è resistente. Del Gamanion invece si parla solo nei CdZ, a meno che non sia basato su un minerale leggendario dal nome leggermente diverso. Kiki dice che è da molto tempo che Mu non ripara le armature: l'ultima volta dovrebbe essere successo 6 anni prima, quando aggiusta l'armatura d'oro del Leone, gravemente danneggiata in seguito ad un combattimento tra Ioria ed il Dio Iperione, come mostrato nel numero 3 (5 e 6 in Italia) di Episode G. Le ragioni dietro il cambio di forma dell'armatura di Pegasus e delle modifiche appena accennate a quella di Sirio provengono da dietro le quinte: in un sondaggio tra i lettori per la corazza più bella, le due armature erano arrivate rispettivamente ultima e prima. Di conseguenza, Kurumada rifece quella di Pegasus, lasciando quasi identica quella di Sirio. Ironicamente, Shun chiama il suo attacco finale "Nebulosa di Andromeda", segno che Kurumada non aveva ancora pensato alla vera tecnica che prenderà questo nome. Al tempo della prima edizione su Weekly Shonen Jump, questo capitolo fu diviso in due parti, dal titolo "La grande crisi" e "La nebulosa furiosa!".