SAINT SEIYA N°23
ATTRAVERSO L'ACHERONTE
(ATTRAVERSO L'ACHERONTE)
Personaggi Presenti: Seiya, Shun, Caron, anime dannate.
Data: Incerto. Mattina del 26 Novembre circa
Lunghezza: 54 pagine
Pegasus si risveglia su un terreno roccioso e deserto, Valentine e gli altri Spectre però sono già spariti. Improvvisamente il ragazzo vede Shun svenuto poco distante e subito corre da lui. Ripresosi, il cavaliere racconta a Seiya come Doko, Shiryu, Hyoga e lui stesso abbiano deciso di scendere nell'Ade, e soprattutto lo mette al corrente dell'ottavo senso. Seiya capisce quindi che sia Saori che Virgo non si sono suicidati, ma, forti dell'ottavo senso, sono scesi anche loro nell'Ade per combattere Hades. I due decidono allora di raggiungere Atena per consegnarle la sua armatura, e guardandosi attorno vedono un enorme arco, su cui è inciso, in caratteri greci antichi "Lasciate ogni speranza voi che entrate." I cavalieri capiscono subito che quella è la famigerata porta dell'inferno, detta anche porta della disperazione per via delle crudeli parole su di essa incise. La speranza è infatti l'unica cosa che un uomo, sceso nell'aldilà, può ancora avere. "Non dobbiamo mai abbandonarla !" si dicono i due amici prima di attraversare di slancio la porta. Di fronte a loro appare allora una distesa di acqua immensa, simile al mare, ma che in realtà è il fiume Acheronte (o Sanzu). Seiya e Shun osservano il fiume quando si accorgono di non essere soli, intorno a loro ci sono infatti decine di anime, tutte tristi e sofferenti. Seiya cerca di chiamarle, ma le anime non rispondono alle sue grida. All'improvviso però dal fiume giunge una voce "Sono quelli che hanno trascorso la loro vita inutilmente…non facendo né il bene, né il male. Hanno trascorso così tutti i preziosi giorni della loro vita. Per cui, dopo la morte, non possono entrare né nel Paradiso, né nell'Inferno. E stanno qui ad addolorarsi su questa riva dell'Acheronte, tra il mondo presente e quello della morte…per sempre !". Ad aver parlato è un uomo che conduce una piccola barca, il traghettatore dell'Inferno, Caron di Acheron, della stella Tenkan. Lo spectre invita Seiya e Shun a salire sulla sua barca, ma non appena si accorge che i due sono ancora vivi, li caccia. Pegasus allora, conscio che hanno bisogno della barca per superare il fiume, si lancia contro di lui, ma Caron evita l'attacco con un balzo. Il guerriero comprende allora che i due sono cavalieri di Atena, e risponde al successivo attacco di Seiya travolgendo il giovane con il suo remo. Atterrato il nemico, Caron cerca di ucciderlo col remo, ma la catena di Andromeda lo ferma, arrotolandosi attorno all'arma. Caron contrattacca subito e tira Shun verso di lui, ma un nuovo attacco del Pegasus RyuseiKen lo blocca. Lo spectre riesce comunque a parare tutti i colpi facendo ruotare il remo (Rolling Oar), capace di compiere un giro in un millesimo di secondo, ma si rende conto che è inutile lottare e chiede ai cavalieri del denaro. Se sarà pagato, li porterà sull'altra sponda. Seiya risponde che non hanno soldi da dargli ed attacca di nuovo, ma Shun lo ferma e si sfila un ciondolo dal collo. Il ciondolo, a forma di stella, è d'oro e su di esso vi è inciso "Yours Ever" (sempre tuo o tuo per sempre). Shun racconta di averlo sin da piccolo e che Ikki gli ha detto che si tratta di un ricordo della loro madre. Seiya non vuole che l'amico si privi di un oggetto così importante per lui, ma Shun gli risponde che se il ciondolo può evitare loro una battaglia inutile, allora è felice di darlo via. Caron accetta a questo punto di far salire i due cavalieri sulla sua barca. Dopo più di un'ora la barca raggiunge il centro del fiume, e qui all'improvviso Caron colpisce Seiya con il suo remo, precipitandolo in acqua. Caron spiega a Shun che il ciondolo non era sufficiente per entrambi, poi osserva Pegasus che cerca di mantenersi a galla, ma invano, poiché quel punto del fiume è pieno di dannati, che si aggrappano al cavaliere tirandolo giù. Shun lancia allora la catena attorno al polso dell'amico, ma Caron, dopo avergli ordinato di lasciarlo morire, solleva il remo per colpirlo. In quel momento però una scarica di colpi lo obbliga a difendersi col remo, e guardandosi attorno Caron vede che Seiya, aggrappato alla catena, è ancora vivo. Lo spectre para un secondo attacco, ma poi si rende conto che uno dei colpi lo ha raggiunto, incrinando la sua surplice. Caron è stupefatto dalla velocità dei colpi di Seiya, che superano quella del suono, ed il cavaliere ne approfitta lanciando di nuovo "Pegasus RyuseiKen" e scagliando in acqua il nemico. Aiutato da Shun, il ragazzo ritorna poi sulla barca, proprio mentre Caronte è circondato dai dannati. Il guerriero però grida ai due di salvarlo, perché anche se hanno la barca senza di lui si perderanno per sempre nel fiume. Shun allora gli lancia la catena, e risponde a Pegasus che gli dice di non fidarsi affermando "Invece io gli credo. Perché l'unica cosa che posso fare è sperare in lui." L'eroe issa Caron a bordo della barca e Seiya, sebbene titubante, gli ridà il remo, indispensabile per portarli all'altra riva. Non appena riceve l'oggetto però, lo spectre lo usa per attaccare Seiya, che comunque, aspettandosi qualcosa, riesce a bloccarlo con le mani. Ridendo, Caron spiega che le sue braccia hanno una potenza superiore al remo e travolge Pegasus con il suo colpo segreto "Edging Current Crasher", poi solleva il remo ed attacca Andromeda, che para il colpo con la catena. Shun chiede perdono a Seiya per essersi fidato del nemico, ma lo spectre, dopo averlo guardato negli occhi, interrompe l'attacco ed afferma "Non ho mai visto occhi come i tuoi. Tutti quelli che vengono qui si sono comportati male in vita…e i loro occhi esprimevano malvagità. Però i tuoi sono diversi, conservano l'espressione di chi spera. Sei un tipo stranissimo. Possibile che uno come te possa andare ai campi elisi dopo la morte ?" Caron accenna al paradiso dei campi elisi, che si trovano alla sorgente dell'Acheronte. Poco dopo, Seiya riprende i sensi e scopre di essere ancora sulla barca, che lo spectre sta conducendo verso la riva opposta. Il custode dell'Acheronte, che ha anche restituito a Shun il ciondolo, spiega che li porterà fino alla riva, ma poi combatterà con loro. Dopo qualche minuto, la barca giunge in vista della prima prigione. "Qui si apre il mondo dell'inferno. Scuro ed infinito, con otto prigioni, tre valli, dieci trincee, poi quattro sfere…" spiega Caron, aggiungendo che Atena sarà stata certamente catturata da qualche spectre. Giunti a riva, Seiya e Caron si scontrano. Il cavaliere di Atena è atterrato, ma lo spectre, colpito a morte, cade esanime sulla sua barca, che la corrente porta verso il largo. Rialzatosi, Pegasus si dirige con Andromeda alla prima prigione.
Glossario: Caron: Caronte. Rolling Oar: Remo Rotante. Current Crasher: Corrente Distruttrice. Tenkan (Cielo di Mezzo): Fessura del cielo.
Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 34 Granata e n° 23 Shot
La logica, questa sconosciuta: Perché Shun, che era saltato insieme a Shiryu, Hyoga e Doko, al risveglio è solo ? e dove sono gli altri tre ? Shun non sa leggere l'iscrizione in greco, ma nel n°11 traduceva senza problemi parte del testamento di Aioros. Sulle rive dell'Acheronte si accumulano tutte le anime dirette all'Inferno, è impossibile che Seiya e Shun siano soli. Shun era apparso già altre volte senza armatura (ad esempio nel n° 12 contro Aphrodite), ma il ciondolo non era mai stato visto
Note: "Qui si apre il mondo dell'inferno, scuro e infinito." Un avvio barcollante per l'inizio dell'avventura dell'aldilà. Seiya non fa una gran figura con Caron, mentre Shun è molto ben caratterizzato, specie quando è pronto a cedere il ciondolo pur di evitare una battaglia. La sensazione finale comunque è che lo scopo principale di questo capitolo sia proprio mostrare per la prima volta il ciondolo di Shun, che si rivelerà abbastanza importante nei numeri successivi. L'aldilà, limitato da quattro fiumi e diviso in prigioni, valli, trincee e sfere, sembra essere palesemente ispirato all'Inferno di Dante. L'iscrizione sulla porta (che graficamente assomiglia all'Arco di Trionfo di Parigi) recita OPOIOS MPAINEI EDW NA PARATA KAQE ELPID che si legge OPOIOS MPAINEI EDO NA PARATA KATHE ELPIDA e significa "lasciate ogni speranza, voi che entrate. Sotto la scritta sono disegnati uomini ed animali in cammino, forse a simboleggiare il viaggio verso l'aldilà. Nella versione Granata, le immagini della porta dell'Inferno erano state lasciate "diritte" in modo da permettere la lettura della scritta in caratteri greci. Stessa cosa avviene più avanti col ciondolo di Shun. Andromeda sembra non saper leggere il greco antico. La porta dell'aldilà viene chiamata anche "porta della disperazione". La speranza viene rappresentata come una colomba bianca, forse in riferimento al mito di Noè. Seiya racconta brevemente la parte finale del mito di Pandora, dal cui vaso uscirono i mali del mondo (108 come gli Spectre), ma non la speranza. L'Acheronte, pur essendo un fiume, è grande come un mare, tanto che non si vede la sponda opposta, e per attraversarlo ci vogliono almeno due ore. A quanto pare, solo due gruppi di anime non possono oltrepassare l'Acheronte: gli ignavi, che sono destinati a restare sulla riva, e coloro che non possono pagare Caron. Secondo lo spectre, questi ultimi a volte riescono a tornare sulla terra e vengono chiamati fantasmi. Nella versione Shot, l'Acheronte viene chiamato fiume Sanzu. In realtà si tratta dello stesso fiume, chiamato col nome datogli dal buddismo. Il fatto che Seiya usi questo nome potrebbe suggerire che sia di religione buddista. Alla pagina successiva però Caron usa il nome Acheronte, indicando che il nome dantesco è quello reale. Nel numero 25 per giunta, anche Hades parla del fiume chiamandolo Acheronte. I morti al centro del fiume sono coloro che sono caduti dalla barca oppure che, non potendo probabilmente pagare, avevano provato ad attraversarlo a nuoto. Caron dice che all'Inferno non c'è nessun Hotoke. Secondo la Shot, questo significa che all'Inferno anche i morti diventano Budda, ma secondo me è più probabile che voglia dire che non esistono persone buone nell'aldilà (infatti subito dopo attacca Seiya che lo aveva appena salvato). Il remo del nocchiero si muove ad una velocità oltre match 18 e può compiere un giro in un millesimo di secondo. A quanto pare, Seiya e Shun non hanno soldi con loro (verrebbe da chiedersi come fanno a viaggiare dal Giappone alla Grecia. Che usino gli aerei privati della fondazione ?). Il ciondolo d'oro di Shun è una stella le cui punte sono unite da un cerchio. Sulla stella è incisa una corona d'alloro, e sotto di essa la scritta "Yours Ever" (Sempre Tuo). Secondo Shun, è un ricordo di sua madre (ma vedi n°24). La canzone di Caron ricorda una musica tipica giapponese. Le acque dell'Acheronte ingoiano chi vi cade dentro, e tra l'altro sono popolate dai dannati caduti dalla barca di Caron, che cercano di fare annegare chiunque abbia il loro stesso destino. La scena in cui Caron proclama la resistenza del suo remo, solo per poi scoprire una crepa nella surplice, è vicina a quella con Baian nel n°15. In questo capitolo c'è il primo accenno ai Campi Elisi (vedi n°27), descritti come un luogo paradisiaco situato oltre le sorgenti dell'Acheronte, al di là del fiume Lete. Pare però che nessuno spectre li abbia mai visti. La descrizione dell'inferno è diversa tra Granata e Shot. La Granata parla di otto prigioni, tre valli, dieci trincee e quattro sfere, la Shot di nove cerchi, tre gironi, dieci malebolge e quattro zone. Come si vede, l'unica vera differenza è nel numero delle prigioni. La Shot ne porta nove, considerando una prigione anche la Valle Nera tra il tribunale di Rune e la prigione di Pharaoh. Difficile dire se questa distinzione sia giusta, la Valle Nera possiede una propria categoria di peccatori, i lussuriosi, ma non ha nessun guardiano. L'Inferno di Dante Alighieri comunque supporta la versione Shot. Come vedremo nel primo capitolo del numero 24, anche il tipo di peccatori di ciascuna prigione varia leggermente tra le due edizioni. La scena del duello finale tra Seiya e Caron è chiaramente ispirata ai film western, tanto che si vedono le mani pronte a colpire dei due. Visto il suo ruolo chiave nell'aldilà, è molto difficile stabilire se Charon è morto o meno. Dalla sua surplice cadono almeno 18 monete.