SAINT SEIYA SOUL OF GOLD - EPISODIO N°5
IL POTERE SUPREMO! LE ARMATURE DIVINE!
Disegnatori ?
Data: 1990.
Personaggi presenti: Andreas, Frodi, Aioria, Lyfia, Milo, Shaka, Mu, Doko, Aldebaran.
Mu e Shaka sono a colloquio: l'Ariete afferma che, grazie al messaggio telepatico di Aphrodite, sa che è possibile abbattere la barriera che circonda Yggdrasil distruggendo le tre grandi radici poste in punti strategici attorno all'albero, e in questo modo i loro cosmi smetteranno di essere assorbiti. Quando si alza per andar via, Shaka gli porge il pugnale deicida con cui Atena si tolse la vita dopo l'attacco di Hades al Santuario. Tornato in vita, lo ha ritrovato insieme alla sua armatura d'oro, come se fosse un messaggio di chi li ha resuscitati. Intanto, sotto la guida telepatica di Mu, tre gruppi avanzano nella nebbia verso le radici: Aioria e Lyfia, Doko e Aldebaran, e il solo Milo. L'Ariete spiega loro quanto appreso da Shaka, ovvero che distruggere le radici è impossibile al loro livello attuale e avranno bisogno delle armature divine. Nello stupore generale, spiega che quello è lo stadio supremo delle armature, raggiungibile facendo innalzare al massimo il cosmo, come fatto da Aioria e Aldebaran contro Frodi e Heracles. Intanto, Andreas, intento a osservare la creatura pulsante che si cela all'interno di Yggdrasil, riceve la visita di Frodi, che chiede il permesso di scendere in campo per fermare l'avanzata dei Cavalieri d'Oro. L'uomo però lo invita ad aspettare, perché le radici sono già adeguatamente protette. Il primo ad accorgersene è Milo, intercettato da un nemico incappucciato prima che Mu possa spiegargli la seconda condizione necessaria per ottenere l'armatura divina, e avversari simili compaiono anche a sbarrare il cammino di Aioria, Doko e Aldebaran. Senza esitazioni, lo Scorpione attacca con la Restriction, ma si trova l'armatura parzialmente congelata e riconosce subito quel tipo di tecnica: il suo nemico è Hyoga, mentre Doko ha di fronte a sé Shiryu, Aldebaran è fermato dalla catena di Shun e Aioria è al cospetto di Seiya e del suo RyuSeiKen. Inorridito, il Leone teme che la loro presenza qui significhi che sono morti contro Hades e non sono riusciti a salvare Atena, ma Lyfia spiega che sono tutte delle illusioni perché ora si trovano tra le nebbie di Fimbulwinter, un labirinto che circonda Yggdrasil in cui ombre ingannatrici cercano di far perdere la strada. Compresa la verità e irritati dall'essere sottovalutati a tal punto, i Cavalieri d'Oro reagiscono, spazzando via le illusioni di Hyoga, Shun e Shiryu con lo Scarlet Needle, il Great Horn e il Rozan HyakuRyuHa. Aioria sta per fare lo stesso con Seiya, quando quest'ultimo si muta in Shura e sferra un fendente con Excalibur.
Il Cavaliere di Leo para il colpo, ma è improvvisamente in difficoltà contro l'illusione di Shura, che schiva i suoi assalti e gli causa qualche lieve ferita. Mentre Andreas nota come, a volte, le illusioni di Fimbulwinter tirino fuori l'oscurità più recondita e profonda nel cuore delle persone, Mu spiega telepaticamente a Lyfia che Shura è colui che, anni prima, ha ucciso Aioros, fratello maggiore di Aioria, a causa degli inganni del Grande Sacerdote, e ora probabilmente il rancore nascosto nel cuore del Leone ha generato quell'illusione. Aioria afferma di non provare odio verso il compagno, che ha solo compiuto il suo dovere, ma in realtà è evidente che, in profondità e a livello inconscio, serba delle emozioni negative, a causa delle quali ora è vulnerabile. In effetti, l'illusione sta quasi per ucciderlo se non fosse per l'arrivo del vero Shura, che para la finta Excalibur con la propria e si pone a difesa del compagno. Il Cavaliere trancia facilmente l'illusione, ma essa può essere distrutta solo da Aioria e si riforma subito. Shura allora la sbalza in aria con il Jumping Stone e l'intrappola, bloccandola per permettere al Leone di distruggerla, anche se così verrà colpito anche lui. Quando Aioria esita, Shura rivela di aver assistito all'ultimo saluto di Aioros, anni prima, e di aver giurato a se stesso che un giorno avrebbe dato la vita per lui, per rimediare al peccato di averlo privato di suo fratello. Scosso dalla lealtà e dall'onore del compagno, Aioria supera le proprie paure e distrugge l'illusione con il Lightning Bolt, senza però causare gravi ferite al compagno. Con questa vittoria, le nebbie si dissolvono e i tre gruppi vedono le radici che devono distruggere, in prossimità delle quali l'assorbimento del cosmo è ancora più rapido del solito. Milo vorrebbe distruggerle subito, ma Mu spiega che non basta far esplodere il cosmo e serve anche qualcosa di "molto vicino" ad Atena stessa. Le armature di Toro, Gemelli, Cancro, Capricorno, Acquario e Pesci hanno ricevuto in passato le lacrime della Dea, mentre Aioria è stato aiutato dal ciondolo di Aioros, che Saori aveva preso e conservato per oltre un decennio, ma Milo non ha nulla del genere. Avrà quindi bisogno del pugnale deicida, di recente bagnatosi con il sangue di Atena. Impaziente, Milo gli chiede di teletrasportargli l'arma, insistendo anche quando Mu lo avverte che, nel suo malconcio stato attuale, lo sforzo di distruggere la radice potrebbe essergli fatale. Il Cavaliere di Scorpio decide comunque di non aspettare l'arrivo del compagno e insiste, visto che è già morto una volta. Alla fine Mu acconsente e gli manda l'arma, ottenuta la quale Milo fa esplodere il suo cosmo, proprio come Aldebaran e Aioria. Le tre armature divine si risvegliano, permettendo loro di distruggere le radici con Scarlet Needle, Great Horn e Lightning Plasma. La barriera scompare subito, ma per Milo è troppo tardi: esanime, crolla e viene assorbito dalle radici, lasciando solo il pugnale d'oro, che viene trovato da Mu pochi attimi dopo. La sua scomparsa è percepita anche da Shaka, che chiede consiglio ad Atena su cosa fare. Una visione della Dea lo spinge allora a indossare l'armatura e scendere finalmente in campo.
La logica, questa sconosciuta: La fuga di Aioros è stata almeno tredici anni prima, non dodici. Che bastino le lacrime di Atena per far evolvere un'armatura in armatura divina ha ben poco senso, e i tre Cavalieri raggiungono il cosmo massimo senza nemmeno far tanta fatica, praticamente a comando. A questo punto, avrebbero dovuto manifestarsi al Muro del Pianto, o nella serie di Nettuno per quanto riguarda l'Acquario vista l'espansione del cosmo del Cigno. Mu corre ma non si teletrasporta, mentre Milo muore in maniera un po' inutile visto che sarebbe bastato aspettare qualche secondo in più. Le parole di Mu lasciano intendere che Aldebaran sia morto contro Nettuno, ma la sconfitta per mano di Sorrento avviene solo nel manga, e non è nemmeno fatale al Cavaliere d'Oro, mentre Atena non avrebbe avuto né motivo né modo di piangere per la sconfitta subita contro Mizar e Alcor. Mu, riparatore di armature, ha bisogno che sia Shaka a parlargli delle armature divine. I mantelli neri di fatto cancellano le forme delle armature sottostanti, specie le corna del diadema di Andromeda. Alcune cuspidi di Milo si conficcano nel mantello vuoto di Hyoga. Nella serie classica, Aioros non aveva con sé lo scrigno quando saltò dalla finestra delle camere di Atena. Inevitabilmente, i Cavalieri hanno ucciso i fratelli di un sacco di gente, per cui sembra eccessivo il senso di colpa di Capricorn che vuole addirittura sacrificare la vita per Aioria. Tra l'altro, come dimostrato sin dai tempi di Andromeda nel 5° episodio della serie classica, un colpo ricevuto con un altro Cavaliere davanti difficilmente è fatale.
Note: 6,5. Un episodio con alti e bassi. Se da una parte la trama procede spedita, mostrando apprezzabile collaborazione tra Cavalieri d'Oro, particolarmente evidente attraverso il senso dell'onore di Shura nei confronti di Aioria, dall'altra l'evocazione delle armature divine risulta semplicistica e affrettata, mentre la fine di Milo, lungi da qualsiasi forma di eroismo, pare più il frutto di impazienza o persino dissennatezza.
Il riassunto iniziale indica che nello scorso episodio non solo è morta Helena, ma anche Aphrodite, cosa poi confermata da Mu e Shaka nel corso della puntata. Lo stesso Scorpio più avanti lascia intendere che è solo questione di tempo prima che tutti loro si spengano di nuovo, suggerendo una certa consapevolezza di essere tornati in vita solo per adempiere a questa nuova missione, studiata a tavolino da colui che li ha resuscitati. L'entità in questione resta sconosciuta, ma ha fatto trovare a Shaka la daga deicida di Atena, cronologicamente vista l'ultima volta poche ore prima, quando Saori l'ha usata per suicidarsi davanti a Saga e gli altri finti traditori, ai piedi della statua di Atena. Poco dopo, l'arma era stata trovata da Seiya e gli altri, e poi lasciata lì alla loro partenza per il castello in Germania. Più in generale, la daga è un'arma che compare in quasi tutte le serie dedicate ai Cavalieri: la sua origine è svelata in Episode G, dove vediamo Crono darla a Saga per permettergli di uccidere Atena, ma è quasi certo si trovasse già al Santuario visto che anche il Sacerdote del 1743 la brandisce in Next Dimension. Dopo essere stata usata da Saga contro Crono stesso e da Saori per suicidarsi, ricompare in Saint Seiya Omega, dove Seiya la usa contro Saturn, senza però riuscire a sconfiggerlo. Ora ricompare in mano a Virgo, in quanto necessaria per permettere l'evoluzione delle armature d'oro in armature divine. Considerando che Saori ha impugnato l'arma per pochissimi secondi, c'è da supporre che sia l'essere venuta a contatto con il suo sangue che le permette di agire da catalizzatore per la trasformazione.
Con una spiegazione lunga e piena di falle, vengono svelate le circostanze necessarie all'evoluzione in armatura divina: un cosmo bruciato al massimo e "qualcosa legato ad Atena". Nella serie classica, questo qualcosa in realtà sembrava essere solo il sangue, normale catalizzatore anche per la riparazione ed evoluzione di tutte le corazze, ma ora entrano in gioco anche le lacrime e persino oggetti tenuti per lungo tempo dalla Dea. Questo, in teoria, renderebbe validi anche capelli, gocce di sudore, lo scettro di Nike e un'infinità di altri elementi, ma è probabile che il sangue rimanga il più efficace, visto che le sole lacrime non erano bastate a permettere il passaggio dell'armatura dell'Acquario attraverso l'Iperdimensione. Inoltre, queste trasformazioni hanno durata brevissima, mentre le armature dei protagonisti classici, nell'Elisio, rimasero in forma divina per tutto il combattimento e anche subito dopo la vittoria, tornando all'aspetto originario solo in Next Dimension. A detta di Mu, Saori pianse sulle armature di Gemelli, Cancro, Capricorno, Acquario e Pesci dopo la battaglia del Grande Tempio, e su quella del Toro in seguito alla "sua morte" nella guerra contro Nettuno. Quest'ultima affermazione è un colossale errore di continuity, per di più doppio: nell'anime, che Soul of Gold segue, Toro non prese in alcun modo parte alla guerra contro Nettuno, ma venne sconfitto poco prima da Alcor e Mizar, evento tra l'altro citato da Doko nel secondo episodio. Non perse però la vita, e sembra strano che Saori abbia pianto per lui sull'armatura vuota in quell'occasione, tantopiù che sembrava essersi recata subito ad Asgard da Tokyo. Nel manga, Aldebaran venne in effetti sconfitto da Syria all'inizio della guerra contro Nettuno, ma la sua morte venne modificata qualche tempo dopo da Kurumada stesso, nel 17° volume, e il personaggio in seguito comparve nella serie di Hades, dove perse la vita contro Niobe. Saori però non ebbe sicuramente modo di piangere sulla sua armatura in quell'occasione, visto che poco dopo si suicidò a sua volta, scendendo negli Inferi e iniziando la guerra contro Hades attualmente ancora in corso. Il secondo flashback ci mostra invece Mu, Aldebaran, Shaka, Milo e Aioria al cospetto di Atena, che dona a quest'ultimo il ciondolo di Aioros. L'evento non è datato, ma sembra chiaramente collocato tra la rivolta di Saga e la guerra di Asgard, quando i Cavalieri d'Oro superstiti le giurarono fedeltà.
Restando in argomento flashback, vediamo eventi che riprendono gli episodi 63 e 65 della serie classica. Il primo è citato direttamente - e con discreta fedeltà - mostrandoci la fuga di Aioros con Saori, anche se nell'anime originale non aveva ancora lo scrigno in spalla (sarebbe stato folle a non usarlo) e non saltava dalla finestra ma da una breccia nel muro. Il secondo è ripreso in maniera più indiretta, perché lì fu rivelato che era stato proprio Shura a dare il colpo di grazia al Cavaliere, in un flashback - non presente nel manga - che erroneamente lo mostrava già adulto. Qui, per la prima volta, vediamo invece uno Shura giustamente molto più giovane, anche se la caratterizzazione mostrata stride con gli eventi del suddetto flashback, dove si servì dell'infante Saori per sconfiggere Aioros, e considerò persino di uccidere la neonata. Tematicamente molto più vicina è la versione di Episode G, dove un giovane Shura cercò solo di ferire Aioros, venendo poi accecato dal suo sangue e non riuscendo a inseguirlo. A differenza di quanto detto ora, in Episode G Shura non prova sensi di colpa per quanto accaduto, ritenendo di aver fatto solo il suo dovere di Cavaliere, ma non nasconde il suo rispetto nei confronti del Sagittario o di Aioria stesso, che ripete in diverse occasioni di volerlo un giorno uccidere per vendicare il fratello, ma poi impara ad accettarlo come compagno e amico. La caratterizzazione attuale del Leone sembra il proseguimento proprio di quegli eventi, visto che sembra ormai riconoscere che Shura aveva solo obbedito agli ordini, e il rancore persiste più che altro a livello inconscio. L'ultima scena del flashback riprende e prosegue quello del 1° episodio, mostrando anche come il ciondolo sia finito a Saori. L'immagine di Aioros con Mitsumasa riprende infine il 25° episodio della serie classica.
Fimbulwinter è un termine usato nella mitologia nordica per indicare l'inverno lungo tre anni che precede l'avvento del Ragnarok. Non è collegato alle illusioni, ma l'Edda dice che i "fratelli uccideranno i fratelli", espressione simbolicamente applicabile ai Cavalieri d'Oro e di Bronzo, definiti tali poco prima dell'abbattimento del Muro del Pianto. Gli accoppiamenti non sono casuali: Shiryu è ovviamente l'allievo di Doko, Seiya e Hyoga hanno affrontato Aioria e Milo alle Dodici Case, e Aldebaran ha usato il suo sangue per riparare l'armatura di Andromeda, nell'anime. Durante gli scontri, le ombre non parlano ma Shun usa il Thunder Wave, riconoscibile dal movimento a zig zag della catena, e la Rolling Defence, Seiya il RyuseiKen, Shiryu lo ShoryuHa, mentre Hyoga ricorre alla sua celebre danza prima di lanciare l'Aurora Thunder Attack o persino l'Aurora Execution. I ragazzi indossano la versione V3 delle loro armature, ovvero quelle della serie di Hades, già intraviste nel 1° episodio di Soul of Gold. Il modo in cui Hyoga congela e imprime le stelle dello Scorpione sull'armatura di Milo riprende il loro scontro nel 62° episodio della serie classica, venendo riconosciuto da Milo proprio per questo. Dal canto suo, Scorpio utilizza prima il Restriction, una tecnica paralizzante raramente vista nella serie classica, e poi sei punture dello Scarlet Needle, senza a quanto pare conficcarle in centri nervosi o arteriosi precisi. A proposito di colpi poco usati, Shura ricorre al Jumping Stone, bizzarra tecnica di piede con cui sfrutta lo slancio del nemico per lanciarlo in aria, vista sia contro Sirio che in Episode G contro Crio. La regia dei Cento Draghi di Doko e del Lightning Bolt di Aioria ricalca invece gli episodi 120 e 122 della serie classica. A detta di Shura, le illusioni sono molto più deboli degli originali, ma possono essere distrutte solo da chi le ha create, e solo se il loro cuore è sgombro da dubbi, motivo per cui all'inizio Aioria è in difficoltà con il falso Capricorn. Andreas afferma che non tutte le illusioni sono legate a emozioni negative nascoste, cosa che in effetti non è applicabile alle prime quattro con i Cavalieri di Bronzo. Durante gli scontri, Mu corre di continuo, probabilmente impossibilitato a teletrasportarsi dalla presenza della barriera, e comunica telepaticamente. Seppur poco usata, la telepatia è una capacità diffusa tra Cavalieri d'Oro, come visto negli episodi 73 o 62 della serie classica.
Le vostre opinioni: A prima vista questo episodio numero 5 sembra davvero molto affrettato, a causa probabilmente della frenetica situazione che si genera tra le nebbie dell'Inverno di Fimbul, eppure, dopo una seconda ed una terza visione, questa sensazione sembra lasciar spazio a poche ma importanti certezze: la parte introduttiva dell'opera si è conclusa e il primo, grande mistero, quello riguardante le Armature divine, viene finalmente svelato, mostrandoci una volta di più la disinvoltura con cui il tutto viene a legarsi a fatti ed eventi presenti nella continuity classica. Un pregio senz'altro, per un'opera che a quanto pare è in linea con l'anime, ma che stavolta si è rivelato essere un'arma a doppio taglio. E' un episodio che merita un giudizio agrodolce: inizia benone, prosegue meglio, ma poi cala inesorabilmente, come il livello grafico dell'intera serie.
Conclusosi l'incontro tra Shaka e Mu nella caverna, dopo il quale si sperava che anche il Cavaliere della sesta Casa scendesse finalmente in campo, l'opera ci catapulta tra le nebbie del Fimbulwinter, l'ennesimo elemento di Soul of Gold ripescato dalla mitologia nordica; questo è di certo un fatto positivo, che mostra un buon lavoro svolto pescando nelle fonti mitologiche: il contesto è plausibile, questa Asgard sembra avere un'anima. Gli inganni dell'Inverno di Fimbul in cui si imbattono i nostri eroi sono una delle cose più apprezzabili della storia finora raccontata. Pur non essendo una trovata del tutto originale, l'idea di far combattere i Cavalieri contro illusioni che rappresentano frammenti importanti di vita passata è piacevole: si ritorna al tempo delle 12 Case nel momento in cui i fantasmi dei Cavalieri di Bronzo attaccano Aiolia, Milo, Doko e Aldebaran e addirittura ancora più indietro nel tempo, fino alla tragica notte di tredici, e non dodici, anni prima, con una sorta di resa dei conti tra Aiolia e il suo passato più triste, incarnato nel fantasma di Shura. Interessante scoprire la reazione di Aiolia davanti al fantasma di Shura, il Leone infatti rivive i suoi tristi ricordi e perde la grinta che lo ha da sempre caratterizzato, rischiando di essere sopraffatto da un'illusione. Anche quando afferma di non provare alcun risentimento nei confronti di Shura, Aiolia è in evidente difficoltà: un atteggiamento insofferente, verosimile, si potrebbe dire quasi giustificato, un atteggiamento molto "umano" per uno dei personaggi più "umani" dell'intera opera. L'arrivo del legittimo possessore di Excalibur rimette le cose a posto, svelandoci retroscena davvero graditi, uno su tutti il dolore che attanaglia ancora il cuore di Shura che, allora ancora molto giovane, eseguì un ordine ignorandone le conseguenze. E' decisamente questa la parte migliore della puntata, nonostante il forte senso dell'onore di Shura, che lo porta quasi a sacrificarsi per permettere ad Aiolia di vincere l'illusione, sembri leggermente fuori luogo in quella situazione, dove il sacrificio per espiare la propria colpa era una delle opzioni meno auspicabili per l'economia della missione. La rinnovata fiducia reciproca è come nuova linfa per tutta la spedizione: la nebbia si dirada, svelando le tre radici dell'Yggdrasil. Ed è qui che le cose si complicano, in tutti i sensi: come detto, per poter distruggere le radici è necessario il potere divino delle Armature, stadio evolutivo che si raggiunge espandendo il cosmo ed avendo con sé qualcosa di permeato dal cosmo di un dio. Mu svela che in assenza del sacro sangue di Atena è possibile raggiungere, seppur temporaneamente, il livello divino anche grazie alle lacrime della dea o ad oggetti a lei molto vicini come la daga deicida o il medaglione donato da Atena stessa a Aiolia. Questa spiegazione, seppur tirata un po' per i capelli, è abbastanza plausibile, in fondo grazie all'imposizione del cosmo di Atena o grazie al suo sangue, anche delle semplici pergamene diventano potenti sigilli o addirittura armi da guerra, ma quello che davvero ha tutta l'impressione di essere una castroneria, che macchia in modo davvero molto grave l'intera opera, è la frase "...sulle Armature dei Cavalieri d'Oro caduti nella battaglia al Grande Tempio e in quella contro Nettuno caddero le lacrime di Atena...". Peccato che nessun Cavaliere d'Oro, anzi, nessun Cavaliere sia morto durante la battaglia contro Nettuno! Il riferimento è alla fantomatica morte di Aldebaran, pianta da Atena in persona alla seconda Casa. La presenza di Atena in lacrime sulla corazza alla casa del Toro, potrebbe avere senso solo se ci si stesse riferendo al capitolo Sanctuary di Hades, quando Aldebaran viene effettivamente ucciso da Niobe: nello specifico, la visita di Atena alla Casa, effettuata tramite il teletrasporto, abilità che la dea ha già mostrato di saper utilizzare alla Giudecca, si sarebbe dovuta compiere dopo il diverbio tra Saga ed il Fantasma di Kanon alla terza Casa e prima dell'inizio della lotta nel giardino della sesta Casa, intervallo di tempo durante il quale Atena non ci viene mostrata. Questo se si sorvola sul fatto che l'Armatura del Toro non venga mai ridisposta in totem prima della partenza per il Muro del Pianto. Insomma, un vero passo falso, impossibile da giustificare! Altro mistero è il medaglione di Aiolia, mai apparso prima, grazie al quale il Leone riesce ad evolversi: viene mostrato che è Atena stessa, dopo la battaglia contro Arles, a donarlo al suo Cavaliere il quale, presumibilmente, lo indosserà sotto le sue vesti. In effetti, niente vieta che Aiolia possa averlo sempre custodito sotto la sua corazza, dalle 12 Case in poi non lo abbiamo mai visto senza Armatura.
Ritornando all'episodio, Milo si fa consegnare la daga e, insieme a Ioria ed Aldebaran, gli unici in quel momento capaci di abbattere le radici, si evolvono e fanno il proprio dovere. Milo, ormai distrutto, lascia tutto nelle mani dei compagni. Un suicidio forse premeditato, dovuto alla sua condizione fisica tutt'altro che ottimale: lascia a Mur daga e via libera, mentre viene avvolto dalle radici dell'albero. Una piccola curiosità: quando c'è da fare davvero sul serio, al Toro fanno assumere sempre la posizione "classica" del Great Horn, quella a mani conserte e a "petto in fuori": succede qui, anche se si nota per pochi istanti, succede alle 12 Case, succede in Saint Seiya Omega quando, per esempio, Harbinger distrugge la Tenjinsōseiken di Titan e succede nel Lost Canvas quando Hasgard usa il colpo in posizione a braccia incrociate quasi come provocazione nei confronti di Kagaho.
Commento by Cavaliere di Gemini