DRAGHI

I Draghi compaiono nelle leggende di numerosi popoli, sin dall'antichità, e vengono descritti in maniera diversa in Europa ed in Oriente. I draghi europei erano considerati un flagello, una fonte di calamità, di fame e di morte violenta, mentre i draghi asiatici erano creature potenti ma anche benefiche, portatrici della preziosa pioggia, indispensabile per lo sviluppo della vita. Per questo motivo spesso erano venerati come divinità, erano il simbolo degli imperatori e spesso molti nobili si vantavano di avere nel loro corpo sangue di drago. I draghi sono stati descritti in numerosissimi modi, alcuni hanno tre teste, altri sono privi di qualsiasi arto. Generalmente appaiono come lunghissimi serpenti, con brevi arti anteriori e talvolta anche posteriori, dotati di affilatissimi artigli, denti aguzzi, un corpo protetto da robuste squame, capaci di sputare fuoco e talvolta anche di volare, grazie ad ampie ali ramificate, più simili a quelle dei pipistrelli che a quelle piumate degli uccelli. La parola drago potrebbe derivare da una delle tante forme del verbo greco "vedere", ed infatti molti draghi avevano una vista acutissima. Nelle leggende popolari il dente di un drago può guarire dalla pazzia, mentre il suo sangue, di solito velenoso, può comunque essere usato per pozioni magiche. I draghi vivono liberi, nelle profondità dei fiumi e dei mari, oppure sotto immense cascate, ma anche in grotte oscure e prive di luce, nelle quali dormono avvolti su se stessi. Creature spettacolari come i draghi impiegano secoli per svilupparsi completamente ed infatti un uovo di drago impiega 100 anni per schiudersi. Alla nascita sono poco più che serpenti, poi, dopo 500 anni, avviene la prima mutazione, ma restano sempre simili a piccoli serpenti marini. Dopo altri secoli, le zampe raggiungono finalmente il massimo sviluppo, compaiono gli artigli acuminati ed il muso, circondato da una criniera leonina verde smeraldo, si allunga. Dopo altri 500 anni l'animale ha raggiunto il massimo sviluppo ed infatti sulla testa compaiono le lunghe corna ramificate.

In Europa la figura del drago era, come detto, associata ai principi del male e della distruzione, ma anche alla battaglia, e per questo la loro immagine veniva utilizzata come amuleto in battaglia. Per fare due esempi, i romani dipingevano sul loro stendardi dei "dracones" (parola latina per drago) rossi, mentre i vichinghi chiamavano le loro velocissime navi "drakkar" , che significa sempre drago, ed infatti le polene di legno raffiguravano spesso questi animali. I draghi erano uno dei due principi del mondo, e rappresentavano il male e le forze naturali. Con lo sviluppo della società gli eroi e gli Dei iniziarono a cacciare i draghi, uccidendone la maggior parte e mettendo fine a quella razza.

La mitologia nordica racconta di due grandi draghi: Nidhoggr e Midgardh. Il primo viveva nelle profondità della terra, sotto l'immenso "Yggdrasill", il frassino del mondo, che si estendeva attraverso tutti i sette mondi in cui, secondo la mitologia, è diviso l'universo. Nidhoggr, principio della distruzione, mordeva continuamente le radici, cercando di distruggere l'ordine costituito. Midgardh, che era più simile ad un serpente che ad un drago, era così grande da poter avvolgere tutto il mondo nelle sue spire. Questa creatura viveva nelle profondità degli oceani e si scontrò più volte col Dio Thor, che infine lo uccise nel giorno del Ragnarok, "il crepuscolo degli Dei", morendo a sua volta a causa del veleno.

In Mesopotamia si racconta che i due principi dell'universo furono Apsu, spirito dell'acqua e del vuoto, e Tiamat, un drago femmina, spirito del caos, il cui corpo era un incrocio di sette diversi animali. Aveva infatti i denti del leone, le ali del pipistrello, le fauci del coccodrillo, le zampe della lucertola, gli artigli dell'aquila, il corpo del pitone e le corna del toro. Dall'unione di Apsu e Tiamat nacquero gli Dei, ma quando uno di loro uccise Apsu, Tiamat generò una progenie di mostri. Allo scopo di uccidere il drago, gli Dei scelsero un campione, Marduk, che catturò ed uccise Tiamat dopo una durissima lotta. Il corpo di Tiamat fu distrutto, ma dal suo sangue vennero creati gli esseri umani.

In Egitto Ra, il Dio sole, doveva affrontare ogni giorno il drago Apopi, creatura delle tenebre. Quando infatti il sole tramontava, Ra si recava sulla sua barca, il cui equipaggio era composto da Dei ed anime defunte, nel regno delle tenebre e, insieme a Seth, il Dio dal volto di iena, affrontava Apopi, il quale lottava affiancato dall'esercito del caos. Alla fine Seth catturava e decapitava Apopi, distruggendone il corpo, che però il giorno dopo si ricomponeva, a dimostrare che la lotta tra il bene ed il male è eterna e non conosce vincitori. In questo modo ogni alba testimonia una vittoria della luce sull'oscurità, dell'ordine sul caos, mentre ogni tramonto rappresenta il contrario.

In Grecia sono numerose le leggende relative ai draghi. Uno di essi, Tifone, era l'ultimo dei titani ed aveva ben 100 teste, ciascuna con una bocca sputafuoco. Dopo una lotta terribile, Zeus precipitò il mostro nel mar ionio, poi prese un'isola dal mare e gliela gettò sopra. Quest'isola è la Sicilia, mentre l'Etna è la montagna che sorse sul corpo di Tifone, il cui fuoco alimenta tuttora il vulcano. Fra gli altri draghi vi furono Ladon, che era a guardia del giardino delle esperidi e fu ucciso da Ercole, o altri senza nome, come quello che Giasone affrontò nella ricerca del vello d'oro, o quello eliminato da Cadmo, che poi ne lanciò i resti in cielo, creando la costellazione del Dragone. Anche Plinio il Vecchio parla dei draghi nelle sue opere, affermando che queste creature uccidono gli elefanti e bevono il loro sangue per proteggersi dalla calura del sole.

Profondamente differenti sono i draghi d'oriente, i quali sono anch'essi creature esistenti sin dalla creazione, ma vivono in pace con gli esseri umani. Addirittura si racconta che un ricco signore possedesse nel suo giardino creature di tutti i tipi, inclusi due draghi, i quali avevano ormai perso la loro forza e vivevano impigrite ed inattive. Un giorno un dragone selvaggio vide dall'alto del cielo i due compagni ed invano cercò di convincerli a seguirlo, affermando che loro sono spiriti liberi, non giocattoli degli uomini. Prima di andarsene, il drago, capace di leggere nel futuro, previde la fine dei due compagni, ed infatti poco tempo dopo il palazzo fu attaccato da un esercito nemico, che catturò i due animali, incapaci di reagire, e li offrì in dono all'imperatore, che poi li fece macellare e mangiare.

In Cina il Drago è, insieme alla fenice, l'unicorno e la tartaruga, uno dei quattro animali spirituali benevoli. I draghi orientali hanno bisogno di 3000 anni per svilupparsi del tutto, e molti studiosi del mondo antico cercarono queste creature per studiarne. I draghi furono divisi in categorie: i dragoni celesti, di colore verde chiaro, erano a guardia dei cieli ed erano gli unici ad avere cinque artigli, i dragoni spirituali, di colore azzurro, governavano il vento, le nuvole e la pioggia e quindi erano indispensabili perché da loro dipendevano i raccolti. I draghi terrestri, verde smeraldo, controllavano e difendevano i fiumi, regolandone il flusso e vivendo nelle loro profondità, mentre i draghi sotterranei, dorati, custodivano immensi tesori, fra cui perle capaci di assicurare felicità eterna. Vi erano poi draghi rossi e neri, creature feroci che lottavano fra le nuvole causando violente tempeste. I contadini veneravano soprattutto i draghi spirituali e quelli terrestri, pregandoli ed offrendo loro oggetti di argilla, cibo e fiori di loto. Talvolta, nelle leggende cinesi, si racconta però anche di uomini impavidi che sono divenuti dragoni, a testimoniare l'amicizia fra le due razze, così come diveniva un drago una persona pura che, involontariamente, ingoiasse una perla di drago.

In Giappone i draghi, pur non essendo come quelli occidentali, sono più crudeli di quelli cinesi, e spesso uccidono donne e bambini per nutrire se stessi o i loro cuccioli.

Nel medioevo i draghi sono creature cacciate ed uccise un po' in tutto il mondo, eccettuata la Cina, ed alcuni studiosi tentarono di scrivere delle mappe del luoghi in cui era possibile trovarli. Secondo questi documenti:

Nel 1572 un drago fu avvistato nella regione settentrionale della gelida Lapponia.

Nel 1222, il 30 Novembre, furono avvistati dei draghi volare sulla città di Londra, in Inghilterra. Il loro passaggio precedette tempeste e gravi inondazioni.

Nel 1669, sempre in Inghilterra, fu trovato un drago lungo tre metri. La creatura restò nel luogo per alcuni mesi, ma non causò danni.

Nel 1608 in Germania, un naturalista scrisse che la città di Sanctogoarin era perseguitata da un drago, i cui voli provocavano incendi, mentre un'altra città, Neidenburg, era afflitta da un drago che, tuffandosi nei pozzi, ne avvelenava le acque.

Nel 1619, in Svizzera, fu avvistato un immenso dragone alato, mentre nel 1654 ci fu l'incontro fra un cacciatore ed un altro drago.

Nei secoli i draghi furono uccisi sia da eroi che da santi, e ben presto la loro razza si estinse, mentre nell'immaginario popolare furono raffigurati come semplici serpenti, facili da annientare.

Questo è quanto sono riuscito a trovare sulle leggende dei draghi, ma prima di concludere voglio fare una precisazione. In più parti mi riferisco a documenti ed opere di antichi scrittori, i quali sono realmente esistiti. Al giorno d'oggi si è convinti che i draghi (come altre creature) siano solo esseri creati dall'immaginazione, ma questo non è del tutto vero. Se da un lato è senza dubbio fantasia che i draghi potessero sputare fuochi o dominare le forze naturali, dall'altro va ricordato che in passato sono esistiti molti animali che oggi sono estinti da secoli (per citare un esempio, pare che nell'antichità animali come i leoni e le zebre vivessero in Grecia). Considerato che i draghi esistono nelle leggende di popoli anche molto lontani fra loro, sia geograficamente che come cultura, potrebbe darsi che con questo nome fosse identificato qualche specie di serpente, particolarmente grande o velenoso, oggi estinto, o comunque qualche altro tipo di rettile sconosciuto. Tale ipotesi spiegherebbe perché i draghi compaiono anche in scritti ufficiali di autori di un certo calibro, come Plinio il Vecchio.