Produttore: Toei Animation
Regista: Keiichi Sato
Distributore italiano: Lucky Red
Durata: 93 minuti
Recensione: "La Leggenda del Grande Tempio" è il film in CGI del 2014 che agisce da reboot della serie classica, raccontandone l’arco narrativo più famoso - quello delle Dodici Case - in una nuova versione maggiormente fruibile per un pubblico più giovanile. Partendo dalla fuga di Micene, presenta i cinque protagonisti, Lady Isabel e i Cavalieri d’Oro, fino alla battaglia finale con Gemini. Affinché ognuno possa trarre le proprie conclusioni, il commento è diviso in quattro aree tematiche: trama, personaggi, comparto tecnico e doppiaggio italiano.
Trama:
Come detto, il film si ripropone di comprimere gli eventi principali dei primi 73 episodi della saga animata classica in circa 90 minuti di girato. Un’impresa titanica - presumibilmente motivata da logiche commerciali più che artistiche - destinata a fallire in partenza. Dopo una prima parte divertente ma giustamente definita altrove "schizofrenica" per i continui cambi di tono dalla commedia al drammatico, dall’action al fantasy, si finisce per saltare come palline da un combattimento all’altro, in sequenze quasi sempre troppo veloci per poter lasciare il segno, e soprattutto per trasmettere un qualsiasi senso di epicità. Troppi perché e percome sono taciuti, e troppe scene, magari anche apprezzabili a una prima occhiata, risultano impietosamente fallate ad un’analisi più profonda, inserite solo per avere una scusa per sfruttare al massimo gli effetti speciali e l’inevitabile impatto visivo dato dallo schermo cinematografico. Un tasto delicato sono le modifiche alla storia rispetto alla serie classica, incarnate soprattutto nelle situazioni che avvengono alla quinta e alla nona casa. Faranno - e hanno fatto - storcere il naso ai fan di vecchia data, e hanno sicuramente cancellato passaggi molto amati, ma almeno rappresentano un apprezzabile tentativo di essere originali e imprevidibili ottenendo il massimo dal poco tempo disponibile. Sarebbe stato possibile essere più fedeli? Forse sì, ma personalmente in questo caso ritengo sia stata fatta la scelta più giusta.
Personaggi:
Se la trama è complessivamente debole, sono i personaggi ad essere la vera nota dolente, risentendo più di tutti dello scarsissimo minutaggio a disposizione. Pochissimi, non solo tra gli avversari ma anche tra i protagonisti, vanno oltre il semplice esistere e danno l’impressione di avere una reale ragion d’essere o una personalità degna di questo nome. Gli altri, la maggioranza, fanno quello che sono stati disegnati per fare, ma non hanno mai modo di bucare lo schermo o colpire lo spettatore. Difficile che chi non li conosce già possa ricordarsi a lungo di Fish, Mur o Virgo, ma in fondo anche di Phoenix o Acquarius, personaggi inseriti perché dovevano esserci e non perché avessero qualcosa da dire. Escludendo un Cancer ridicolo e grottesco, e tenendo conto di un Pegasus a volte un po’ troppo macchiettistico seppur sempre simpatico e amabile, sono le due fanciulle, Scorpio e Lady Isabel, a fare la figura migliore. E se la prima - fiera e combattiva - ha la spinta nata dall’essere una novità totale, è la seconda a sorprendere con una freschezza, un’umanità e una spontaneità che permettono davvero di identificarsi nel personaggio e di apprezzarlo persino di più della controparte classica.
Comparto tecnico:
Per ovviare alle carenze della trama, e per sfruttare al massimo il palco cinematografico, i produttori hanno puntato pesantemente sulla grafica, sicuramente la più innovativa vista finora su un prodotto dei Cavalieri. Purtroppo, il risultato è misto: le animazioni computerizzate sono fluide e scorrevoli non solo in primo piano ma anche sullo sfondo e nei dettagli come i capelli; i visi sono espressivi e realistici; i fondali dettagliati e diversi tra loro; le armature hanno un design innovativo che fa discutere, ma rendono comunque bene l’idea di corazze e sono animate in ogni loro parte; gli effetti speciali sono notevoli, soprattutto durante l’esecuzione dei colpi segreti; la regia, pur sfruttando un po’ troppo spesso l’effetto messa a fuoco, è cinematografica al punto giusto e trasmette il giusto dinamismo anche negli scontri più brevi e insignificanti. I problemi iniziano però quando il gusto estetico degli animatori tracima nell’eccessivo a tutti i costi: è il caso dell’apoteosi di tatuaggi, piercing, orecchini e ammennicoli vari che diversi personaggi si portano dietro, di quegli elementi fin troppo ridondanti di alcune armature d’oro, e soprattutto nella nuova veste del Grande Tempio. Da una parte etereo e onirico, spostato anche comprensibilmente in quella che parrebbe un’altra dimensione, perde purtroppo qualsiasi traccia di sacralità o riferimento all’antica Grecia per diventare un ambiente da videogioco del decennio scorso, con dirigibili e città, statue di divinità egizie e templi galleggianti a mezz’aria senza un perché. Proprio questa è la pecca maggiore del comparto grafico: il voler stupire a tutti costi senza un motivo, scegliendo semiregolarmente l’opzione più sbalorditiva per insensata che possa essere. È il caso, appunto, dei dirigibili o della statua di Anubi, ma anche del grottesco balletto di Cancer, del mostro in cui Gemini si trasforma alla fine, o semplicemente dei tuoni e fulmini che brillano tra le nuvole di polvere sollevata dai colpi segreti, di Capricorn che vola, o dei personaggi in piedi a testa in giù sul soffitto, in barba alla legge di gravità. Tante piccole cose che si sarebbero potuto evitare con un po’ di buon gusto in più e qualche delirio artistico in meno. Azzeccatissima invece la colonna sonora, composta sì da pochissimi pezzi riprodotti quasi in un loop costante, ma capace di trasmettere emozioni e "gasare" al punto giusto.
Doppiaggio:
Un discorso a parte, e tutto italiano, lo merita il doppiaggio. Se in Giappone, approfittando dell’elemento reboot, si è deciso di rifare in toto il cast con voci nuove e giovanili, in Italia il distributore ha optato per la maggior parte del cast storico, e per il mantenimento di quei nomi di personaggi e colpi segreti che i fan storici avevano conosciuto da bambini. Una decisione coraggiosa e per nulla scontata, che all’inizio ha suscitato anche nel sottoscritto qualche perplessità, e che ha reso un po’ straniante la visione delle clip pubblicitarie quando in testa c’era ancora la versione giapponese. A lavor veduto però, il doppiaggio si è rivelato ancora una volta un grande punto di forza, non soltanto per l’immensa e indiscussa bravura degli artisti coinvolti, ma anche perché, causando una più immediata identificazione con i personaggi, ha permesso attraverso il corretto utilizzo di timbri e tonalità di restituire ad almeno alcuni di loro parte dello spessore perduto con lo scarso minutaggio a disposizione. È in particolare il caso di Sirio (Balzarotti), ma anche di Capricorn (Ballerio), Ioria (Calindri), Cristal (Rosa) e Virgo (Invernici). E, se da una parte c’è stato un certo alzamento di tono, dall’altra va detto che i dialoghi si sono mantenuti sempre fedeli, e che le ottime interpretazioni di Pegasus (De Palma) e Isabel (Cericola), in grado di passare agilmente dal giovanile al maturo e carismatico, non hanno mai fatto rimpiangere il non avere nuove voci al loro posto. Questa situazione è, in un microcosmo, quella del film tutto: prodotto per conquistare una nuova generazione di spettatori, alla fine difficilmente riuscirà a far presa su chi non è già un fan o un nostalgico, e quindi è anche giusto continuare a puntare sulle voci cui la maggior parte di quel pubblico è affezionato.
Nel complesso quindi che dire? La Leggenda del Grande Tempio non è un film fatto da fan o per i fan, ma finisce per essere un film che probabilmente solo i suddetti fan, con il giusto bagaglio di conoscenze per tappare i buchi della trama e un po’ di pelo sullo stomaco per sopportare alcune scelte, potranno almeno in parte apprezzare. Gli altri, quelli che la serie non la conoscono proprio, difficilmente saranno motivati ad allargare i loro orizzonti dal film, e, qualora lo facessero, si troveranno davanti qualcosa di troppo diverso dalle loro aspettative.
I pro: Il doppiaggio, la qualità delle animazioni, la colonna sonora, lady Isabel e Scorpio.
I contro: Una trama che fa acqua, alcune scelte estetiche disponibili e troppi personaggi buttati via; Cancer e Gemini.
Consigliato: Ai fan
Recensione by: Shiryu