CAVALIERI D'ORO
Sulle impervie coste di Scozia, tante volte in passato teatro di feroci conflitti, si stava combattendo la battaglia decisiva nella guerra che aveva visto contrapposte le schiere di Oberon, sommo signore di Avalon, ed i Cavalieri d'Oro, difensori della giustizia. Posta in palio, il destino delle divinità olimpiche, di Atena, e dei suoi cinque Cavalieri.
E mentre la battaglia infuriava, proprio sull'Olimpo i giovani eroi ne erano attenti spettatori, seguendo come meglio potevano gli eventi grazie al cosmo, e tremando di frustrazione per il non poter essere accanto ai compagni, le cui energie si facevano sempre più deboli.
"Maestro…" mormorò Sirio serrando il pugno, e lottando con tutto se stesso per mantenere l'autocontrollo che gli era proverbiale.
Accanto a lui, Pegasus continuò a fissare preoccupato il vuoto, parlando con voce resa tremante dalla preoccupazione. "Tutti loro… poc'anzi la loro energia è esplosa, simile a fiamma che brucia intensa per distruggere l'oscurità! Ma neppure ciò è bastato! Ancora un cosmo immenso li circonda, così ampio da sovrastarli! Non ho più dubbi ormai, coloro che hanno di fronte…"
"E' divinità!" concluse Phoenix, confessando quel che tutti loro ormai temevano da diversi minuti. Da quando, cioè, si erano resi conto di quanto simile per grandezza e virtù ai cosmi delle divinità Olimpiche, fosse quello del custode dell'ultimo Sigillo.
"Una divinità…! I Cavalieri d'Oro sono guerrieri di grandi poteri, ma avranno speranze contro un nemico di tale grandezza?" si domandò pensieroso Cristal.
"Certo che ce la faranno! La loro forza non ha eguali, non dimenticare che un tempo hanno persino tenuto testa alla furia degli ancestrali Titani! Per quanto potente sia chi li fronteggia, sapranno vincerlo come hanno sempre fatto!" rispose subito Pegasus, con trasporto.
L'espressione di Cristal però non mutò "La situazione è diversa, Pegasus… Da quel che si racconta, la forza dei Titani era parziale, indebolita da inganni e segrete trame. Contro una vera divinità, privi delle armature divine e della virtù del nono senso, neppure le loro capacità potrebbero bastare. Pensa a quando affrontammo Thanatos, di fronte a lui eravamo inermi, e non era che una divinità minore!" disse con calma, parlando come chi si trova costretto a dire verità che il suo cuore rifiuta con fermezza.
Andromeda, Phoenix e lo stesso Pegasus lo fissarono, amaramente costretti ad ammettere la verità insita nelle sue parole. Dragone però ruppe il silenzio
"La tua analisi è corretta, in termini di pura forza i valori in campo sono troppo differenti! Ma non è ancora il momento di perdere la fiducia, dopotutto… non dimenticare che noi abbiamo sconfitto Thanatos! Noi stessi siamo la prova vivente di come volontà, determinazione e fede nella giustizia possano rendere incrollabili, consentendo di conquistare la vittoria persino contro nemici all'apparenza superiori! I Cavalieri d'Oro non ci deluderanno, ne sono certo! Riusciranno ad abbattere questa barriera, e poi potremo raggiungerli per combattere al loro fianco!"
Cristal annuì, accennando un sorriso tirato, ma prima che qualcuno potesse aggiungere altro, un grido di agonia li strappò alle loro riflessioni. Un grido proveniente dal centro del piazzale del tredicesimo tempio divino.
"Nettuno!" esclamò preoccupato Andromeda, correndo verso il signore dei mari, che si era accasciato in ginocchio ed era chiaramente sofferente "Lo sforzo di resistere al cosmo di Oberon lo sta sopraffacendo, è vicino allo sfinimento!"
"In tutte queste ore l'energia dell'attacco non è mai diminuita… Ogni qualvolta un sigillo è stato spezzato, Oberon ne ha bilanciato la forza con il proprio cosmo. Soltanto un Dio sarebbe riuscito a resistere così a lungo… ma quanto ancora potrà durare? Privo del suo corpo divino, quanto ancora potrà Nettuno riuscire a resistere?!" domandò Cristal, teso.
"Che la fine debba giungere proprio ora che la salvezza è a un passo?" commentò amaramente Sirio.
"Se almeno potessimo aiutarlo… donargli parte del nostro cosmo!" sospirò Andromeda. Pegasus però scosse la testa, ed il ragazzo scorse sul viso dell'amico la stessa espressione di ineluttabilità comparsa anni prima, quando erano rimasti soli di fronte alla casa dei Pesci, in seguito alla caduta di Cristal. Anche quella volta, Pegasus aveva saputo mettere da parte la sua natura scherzosa e irriverente, afferrando la situazione con rara maturità.
"Non possiamo purtroppo, lo stato di trance in cui è caduto per potersi concentrare al meglio lo isola da qualsiasi nostro tentativo. Intervenendo ora, rischieremmo di causar danno piuttosto che portare aiuto…" disse, abbassando lo sguardo.
"Non abbiamo scelta, la via che ci rimane è la più difficile tra tutte: l'attesa!" sospirò, e dopo un attimo volse lo sguardo verso l'infinito, alzando al cielo una preghiera.
Nello stesso momento, in Scozia, la battaglia infuriava.
"Cavalieri prendete… le armi della Bilancia!" gridò Libra, lanciando le armi di cui era custode ai compagni. Il tridente volò in mano a Toro, le barre gemellari a Scorpio, la spada a Ioria, e la lancia bracciale a Mur. La barra tripunte però cadde a terra, accanto al corpo immobile di Kanon, e nel vedere così impotente un guerriero forte come lui, una fitta di preoccupazione avvolse il cuore del Cavaliere della settima casa. Per di più, anche Mur, Ioria e Toro grondavano sangue, e sembravano incerti sulle gambe.
"Dobbiamo vincere, e al più presto, o le loro ferite diverranno fatali!" pensò. Brandendo la seconda spada d'oro e sollevando lo scudo, Libra espanse il suo cosmo, fissando con determinazione Titania, che dal canto suo era rimasta totalmente impassibile di fronte alle azioni dei nemici.
"Le leggendarie armi della Bilancia, che si dice siano capaci di frantumare persino le stelle… neppure loro vi saranno di aiuto! Avete risvegliato la collera divina, preparatevi a pagarne il prezzo! Che l'illusione della vita vi abbandoni!" minacciò, liberando un'ondata di energia, che investì i guerrieri. Incrociando le braccia però, tutti loro riuscirono a resistere, venendo solo spinti indietro di qualche passo.
"L'illusione è tua, e di chi pensa di poterci impedire di salvare Atena ed i nostri amici!" ruggì Libra, lanciandosi all'attacco insieme ai compagni.
Ruotando la lancia bracciale sopra la testa, Mur sferrò il primo affondo, vibrandola in avanti. Senza alcuno sforzo, Titania la evitò con un semplice passo laterale, sollevando nel contempo la mano per bloccare il tridente d'oro, che Toro aveva calato contro di lei, e rilasciando una scarica di energia cosmica con cui travolse il possente Cavaliere.
In quello stesso momento però, Scorpio fu su di lei, tempestandola con una pioggia di attacchi alla velocità della luce. Dopo averne schivati alcuni, la Dea si piegà su un ginocchio e sferrò un calcio in pieno addome, crepando l'armatura del guerriero e scagliandolo malamente a terra.
Sempre impassibile, Titania lo indicò con l'indice, lanciando un preciso fascio di energia, ma ponendosi davanti all'amico con un salto, Libra lo intercettò con lo scudo d'oro. Contemporaneamente, Mur si teletrasportò accanto alla Guardiana, colpendo da vicino con la lancia bracciale, proprio mentre, balzando dalla direzione opposta, anche Ioria vibrava un fendente. Il custode della quinta casa però non si stava affidando solo all'arma della Bilancia, la sua mano sinistra era infatti avvolta da scariche azzurre. "Per il Sacro Leo!!" gridò, scagliando il suo colpo segreto nel medesimo istante in cui calava la spada, ed in cui anche Mur sferrava il proprio attacco.
Per una frazione di secondo, Titania parve impreparata di fronte a quell'assalto multidirezionale, poi però l'anello che portava al dito brillò con lucentezza accecante, ed un'esplosione di energia travolse gli eroi, annullando il Sacro Leo e facendo perdere loro la presa sulle armi d'oro.
Sbalzati in aria, Ioria e Mur strisciarono sulle rocce, intontiti dall'inatteso colpo subito, e immediatamente Titania sferrò due letali fasci di luce contro di loro.
Intuendo il pericolo, Libra balzò in difesa di Ioria, che gli era più vicino, ma nel farlo si rese subito conto che non sarebbe mai riuscito a raggiungere in tempo anche Mur. Con un disperato tentativo, si preparò a lanciare verso di lui lo scudo d'oro ed a difendere Ioria con il proprio corpo, ma in quel momento un'altra figura saltò in avanti, afferrando il Cavaliere d'Ariete e portandolo al sicuro istanti prima che il raggio di Titania lo raggiungesse.
"In questa guerra avete un alleato, non dimenticarlo!" disse Bres con un sorriso tirato, atterrando accanto a Libra e appoggiando Mur al suolo. Senza aggiungere altro, il Guardiano si voltò verso Titania, scattando in avanti "L'eroismo che muove questi uomini, muove ora anche me! Se solo anche lei riuscisse a scorgerlo, comprenderebbe la bontà della causa che ci spinge contro il sommo Oberon!" gridò, bruciando il suo cosmo.
"Sprechi il fiato! Le parole di un traditore tuo pari non faranno mai vacillare la mia divina sicurezza!" rispose Titania, sollevando la mano e scagliando una tempesta di fasci di luce.
"Se non bastano le parole, sarà con la forza del cosmo che perorerò la mia causa! Gladius Avalonis!!" ruggì Bres, fendendo l'aria e contrapponendo il suo colpo segreto al cosmo divino che aveva di fronte. La differenza tra i due poteri però era troppo vasta, come la singola goccia è destinata a svanire contro l'onda del mare, così l'assalto del Guardiano venne rapidamente avvolto e annullato da quello di Titania, lasciando il guerriero sbilanciato in avanti e privo di difese.
Improvvisamente però, Libra comparve dinanzi a lui, proteggendolo in qualche modo con gli scudi.
"Cavaliere…" iniziò Bres, ma il ragazzo lo zittì con un cenno
"Le parole che mi hai appena detto, io te le ripeto. In questa guerra hai degli alleati, non dimenticarlo!" disse sorridendo, e subito dopo sganciò uno degli scudi d'oro, porgendoglielo. "Le armi di Libra possono rappresentare l'ago della bilancia tra il bene e il male, è mio dovere valutare chiunque abbia bisogno di servirsene. Poco fa avresti potuto soccorrere Ioria, e invece lo hai affidato a me, dirigendoti verso Mur. Proteggendo non solo chi ti è amico, ma anche chi a stento conosci, hai dimostrato di essere degno di impugnare questo scudo!" affermò, lasciando senza parole il Guardiano.
Non sapendo cosa dire, Bres annuì in silenzio, profondamente colpito, ed afferrò l'arma.
"Le insegne del tradimento!" mormorò a denti stretti Titania, sollevando la mano per colpire i due. In quel momento però, Toro e Ioria si lanciarono contro di lei all'attacco.
"Che cosa state facendo?! Non è l'infuriare della battaglia il momento migliore per i discorsi!" ruggì il Cavaliere di Leo, sollevando nello stesso momento la spada, che aveva evidentemente recuperato da terra, e scagliandola con forza contro Titania.
"Lasciali parlare, chi può dire se alla fine dello scontro saremo ancora in vita per farlo?!" commentò amichevolmente Toro, facendo lo stesso con il tridente.
Allargando di scatto le braccia, Titania liberò un'onda di energia che scheggiò le armi d'oro, facendole saettare indietro verso i guerrieri, che furono obbligati a piegarsi di scatto per schivarle. Entrambi però avevano previsto che il loro primo assalto non avrebbe avuto successo, e preparato le contromosse. Nel momento stesso in cui si piegò di lato per evitare la spada, Ioria fece scattare in avanti il pugno, in cui finora aveva concentrato il proprio cosmo, sferrando un singolo raggio di energia "Zanne del Leone, colpite senza pietà!" gridò.
Immediatamente, Titania sollevò la mano per intercettarlo, quando dalla sua sinistra giunse il bagliore del cosmo del Toro
"Non solo da lui devi guardarti! Selvaggia Corrente delle Pleiadi!!" tuonò il custode della seconda casa, la cui tecnica suprema si unì ai fulmini d'oro del Leone.
"Ancora una volta devo ammirare la vostra determinazione! Peccato però che la forza che riponete negli attacchi non le sia pari!" sibilò la Dea, sollevando l'anello a sua difesa, e facendo contemporaneamente esplodere il suo cosmo in modo da travolgere i nemici.
Grondando sangue, Ioria e Toro caddero nella polvere, mentre già il cielo sopra Titania si riempiva di stelle lucenti.
"Per il Sacro Ariete: Stardust Revolution!!" gridò Mur, abbattendo dall'alto il proprio colpo segreto, che però si infranse sullo Scudo Sovrano, senza causare alcun danno.
"Stiamo combattendo con tutto quel che abbiamo, eppure la sua difesa sembra invincibile. Di questo passo cadremo per lo sfinimento senza aver portato a segno un solo attacco!" pensò il cavaliere d'Ariete toccando affannosamente terra, e sforzandosi di ignorare una fitta di dolore all'addome, dove il colpo finale di Balor lo aveva quasi ucciso
"Se non sto attento la ferita si riaprirà…" pensò preoccupato, lanciando un'occhiata a Toro, ancora riverso a terra "amico mio, questa vita che tu mi hai donato non sarà gettata via in vano. Fino all'ultimo afflato, Mur dell'Ariete combatterà!" disse, stringendo il pugno sul manico della lancia bracciale e avventandosi frontalmente contro la signora di Avalon.
Vedendolo arrivare, Titania sorrise, pronta ad abbatterlo, ma in quel momento, preceduto da una pioggia di aculei scarlatti e dal luccichio dorato della polvere di stelle, anche Scorpio fu su di lei, gridando "Cuspide Suprema!!" e contemporaneamente lanciando in avanti le barre gemellari.
Digrignando i denti, la sposa di Oberon annullò il colpo segreto con l'anello che portava al dito, preparandosi a fare lo stesso con le armi d'oro. Improvvisamente però, avvertì un cosmo potente esplodere alle sue spalle, e voltandosi di scatto vide Kanon, grondante sangue da un'infinità di ferite, ma ancora circondato da un universo di stelle.
"Esplosione… Galattica!!" gridò con tutte le forze che gli restavano, scatenando la furia distruttiva del suo colpo segreto.
"Kanon!!" urlò Libra, ed il sollievo nel rivederlo in piedi si mutò in timore quando si accorse che, muovendosi a velocità incredibile, Titania aveva bloccato persino quell'attacco a sorpresa.
Ma anche la paura scomparve dal volto di Libra, perchè Kanon stava inspiegabilmente sorridendo.
"C'è qualcosa nascosto nella luce dell'Esplosione!" esclamò in quel momento Bres, attirando l'attenzione del cavaliere della settima casa, che improvvisamente comprese tutto.
"E' la barra tripunte! Kanon l'ha lanciata nascondendola nel bagliore del suo colpo segreto!" disse, ammirando la rapidità di ragionamento del compagno. E, soprattutto, l'espressione di sorpresa sul volto di Titania, visibilmente impreparata di fronte a quella strategia. La barra tripunte infatti non era solo stata lanciata di nascosto, ma anche in modo da colpire nello stesso istante delle barre gemellari e della lancia bracciale, rendendo impossibile alla Dea il difendersi da tutte e tre.
E infatti per la prima volta, con un bagliore accecante, le armi d'oro raggiunsero il bersaglio, sollevando una nuvola di polvere.
"Ce l'abbiamo fatta!" sorrise Scorpio respirando affannosamente "La potenza delle armi della Bilancia è tale da distruggere persino le Colonne degli Abissi! Nemmeno una divinità può restare indenne di fronte alla forza congiunta di tre di loro!"
"Non abbassare la guardia!" gli disse però Mur, che era rimasto immobile a fissare il punto in cui si trovava la donna "Il suo cosmo non è affatto scomparso… non è neppure calato d'intensità!"
Un attimo dopo infatti, la polvere si diradò, rivelando Titania ancora immobile nello stesso punto, le tre armi d'oro ai suoi piedi coperte di crepe.
"Non è possibile, è completamente incolume…!" esclamò Scorpio, crollando in ginocchio e sentendo le forze venirgli meno.
"Ti sbagli!" intervenne tuttavia Kanon, indicando il viso della Dea "anche se lieve, ha subito una ferita!"
Mur e Scorpio seguirono la direzione del suo sguardo, e si accorsero che sulla guancia destra della sovrana di Avalon era comparso un sottile taglio, da cui scendeva qualche goccia di sangue argenteo.
Immobile, quasi perplessa, Titania si sfiorò la ferita con le dita, osservando poi il sangue che le chiazzava. Per un attimo, avvertì una rabbia intensa al pensiero che dei mortali l'avessero colpita, seppur in modo così superficiale, ma subito dopo essa fu sostituita da un senso di malinconia.
Un giorno, quando si era punta cogliendo una delle rose incantate di Avalon, Oberon era stato subito da lei, le aveva sorriso, stringendole la mano, e chiudendo immediatamente la ferita con un bacio. Ora invece, nonostante fosse impegnata in battaglia, nessuno era al suo fianco a sostenerla o a sorriderle, così come nessuno le aveva raccomandato di fare attenzione. Colui che tanto amava, restava freddamente assiso sul suo trono tra le nebbie.
"Mio sposo, per te verso questo sangue! Accettalo come prova d'amore, che possa scaldarti l'animo come la tua semplice presenza ha sempre fatto col mio!" sussurrò, stringendo il pugno.
Quando lo ebbe riaperto, il suo cosmo avvampò, circondandola di un'aurea immensa.
"Dobbiamo allontanarci!!" gridò Kanon accorgendosi del pericolo, ma prima che potessero muovere anche solo un passo, un'esplosione di energia tremenda scaturì dal corpo di Titania, frantumando le armi di Libra al suolo, annientando il Muro di Cristallo, che Mur aveva frettolosamente innalzato, come se non fosse che carta, e travolgendoli in pieno. Gridando per il dolore, i tre eroi precipitarono al suolo, circondati da frammenti di armatura e chiazze di sangue.
Soddisfatta, Titania sollevò quel che restava della Lancia Bracciale, calandola poi verso il volto dell'inerme Scorpio. Ma in quel momento, lo scudo della Bilancia, lanciato in avanti come un disco grazie alla catena che celava al suo interno, intercettò l'affondo mortale.
"Non farai loro del male!!" gridò Bres, recuperando l'arma e poi lanciandola di nuovo in avanti.
"Suddito ingrato! Esiste una sola persona nell'universo capace di darmi ordini, e quello non sei certo tu!" ritorse la Dea, disegnando un fendente in aria con la lancia e deviando lo scudo, per poi investire Bres con un'ondata di energia, frantumando parte del pettorale della sua armatura di Guardiano.
Nello stesso istante, anche Toro e Libra furono però su di lei. Il possente Cavaliere della seconda casa le afferrò il polso con la mano, sferrando poi un affondo con il tridente e permettendo al compagno di sincerarsi delle condizioni dei loro amici.
"Come osi poggiare la mano su di me, il tuo tocco mi disgusta!" sibilò allora Titania, liberandosi con una semplice imanazione cosmica e intercettando a mezz'aria il tridente con la lancia bracciale. Spostando il proprio baricentro in avanti, Toro espanse il suo cosmo e spinse con tutte le forze, senza tuttavia riuscire a smuovere l'avversaria di un solo passo.
"Cavaliere d'Oro, la tua mole è nulla rispetto all'ignoranza, se speri che la semplice possanza umana possa bastare a far indietreggiare una divinità di Avalon!" lo derise la donna, imprimendo il proprio cosmo nella lancia e vibrando un fendente, che frantumò le lame del tridente e persino il coprispalla sinistro di Toro.
Spostandosi appena in tempo per evitare di essere decapitato, il Cavaliere indietreggiò di un passo, ma muovendosi con una velocità inumana Titania lo afferrò per la gola, sollevandolo a mezz'aria e stringendo la presa.
"Hai sconfitto Oghma, e per questo ti sono grata, le trame e gli intrighi di quell'uomo non li ho mai sopportati! Ma egli era anche tra i favoriti del sommo Oberon, quindi non potrò donarti la fine indolore che vorrei!" disse, stringendo ulteriormente la morsa, incurante dei disperati calci del gigante.
"Toro, nooo!!! Lascialo andare, strega!!" gridò Libra, sferrando un fendente disperato con la spada che aveva in pugno.
Sorridendo maliziosamente, Titania tramutò la presa in un'esplosione di energia, scaraventando via il custode della seconda casa, poi lasciò cadere la lancia bracciale, ormai in pezzi, ed afferrò al volo la lama della spada, fermandola con le dita prima che potesse ferirla. Un ulteriore tocco, ed essa fu nelle sue mani, strappata alla presa del ragazzo.
"Una spada, arma ben più adatta a me di questa rude mazza. Permettimi solo di testarne il filo!" sussurrò minacciosamente. Libra non ebbe neppure il tempo di abbozzare una difesa che la donna sferò un fendente con cui trapassò in pieno il pettorale della Bilancia, aprendo un profondo taglio orizzontale lungo l'addome. Con la bocca improvvisamente piena di sangue, il cavaliere di Cina barcollò all'indietro, crollando infine in ginocchio e vomitando la rossa linfa vitale.
Sorridendo crudelmente, la donna lo oltrepassò, dirigendosi verso Kanon, che giaceva immobile a terra, cosciente ma troppo debole per muoversi.
"Sarò da te in un attimo, non temere! Prima però prenderò la vita di colui che ha osato ferirmi! Primo sei arrivato, Cavaliere dei Gemelli, e per primo morirai, come ti avevo promesso!" disse, sollevando con entrambe le mani la spada contro il custode della terza casa, e poi abbassandola di scatto in un fendente mortale.
"Così giunge la mia ora? Gemini… a quanto pare il tempo del nostro distacco è giunto a termine…" mormorò Kanon, certo della fine, ma al posto del dolore del colpo di grazia, sentì il rumore di metallo che andava in pezzi, ed il contatto di calde goccie di sangue che gli schizzavano sul viso. Riaprendo gli occhi, vide davanti a se Libra, con le braccia allargate, e la spada d'oro conficcata in profondità nel coprispalla sinistro, spaccato letteralmente in due per l'impatto.
"Libra!!" gridò inorridito, sforzandosi di rialzarsi ma venendo bloccato da una nuova, acutissima fitta di dolore "P… perchè??!"
"Non… non perderò altri compagni sotto i miei occhi…!" rispose il guerriero di Cina con la voce rotta "Io che sono il più anziano tra tutti, non resterò in disparte a vedere i miei compagni cadere! E soprattutto non chi come te, Kanon, ha saputo riconoscere il grande amore di Atena superando le insidie del male. Tu più di chiunque altro devi essere ad esempio per le nuove generazioni di Cavalieri, prova vivente di come sia possibile cambiare, respingendo le lusinghe dell'oscurità e votando la propria vita alla causa della giustizia! Non lascerò che tu muoia!!" dichiarò con vigore, incurante del sangue che scorreva copioso dall'addome e dalla spalla, grondando al suolo.
"N… nobile Libra…!" balbettò Kanon, colpito da quelle parole di stima, proprio come lo era stato da quelle di Scorpio quel giorno al Grande Tempio.
"Un nobile epitaffio, ma che non cambia il funesto destino che vi aspetta!" li schernì la loro nemica, abbandonando la presa sull'arma d'oro e sollevando la mano per colpire.
In quel momento però, un altro cosmo avvampò attorno a loro, trasformando l'aria in una galassia di stelle.
"Photon Invoke… Cosmos Open!" esclamò una voce, e voltandosi i presenti videro Ioria, in piedi e con la mano aperta rivolta verso Titania, mentre il suo cosmo bruciava lucentissimo.
"Il Photon Burst… la tecnica deicida con cui Ioria ha tenuto testa persino alla furia dei Titani!" la riconobbe Libra, e volgendo di nuovo lo sguardo verso la Dea, si accorse che per la prima volta una fugace ombra di preoccupazione era comparsa persino sul suo volto.
"E' questo dunque il colpo segreto con cui hai affrontato le armate di Crono? La sua fama è giunta fino ad Avalon, insieme agli echi di quell'epico cimento! Ma non credere che ciò che ti ha donato la vittoria contro le divinità di Grecia, possa trionfare anche con i signori dell'isola sacra! Diversa e di nobile lignaggio è la stirpe da cui discendiamo, non vi sono sigilli a trattenerci, o inganni atti a frenare i nostri propositi… la nostra forza è invincibile!" dichiarò orgogliosamente, ma Ioria si limitò a scuotere la testa, con un misto di fiducia e commiserazione.
"Non proclamarti a suprema divinità, tu che sai solo spargere morte! Combattevano per assicurare un futuro alla loro gente i fieri Titani, proprio come Atena, che si reincarna a nuova vita e affronta le sofferenze della guerra ogni qualvolta il male ritorna sul mondo. E' il suo desiderio di proteggere tutti gli esseri viventi a spingerci in battaglia, donandoci valore e forza! Ed è in nome di un Cavaliere dalla somma nobiltà, un uomo che più di ogni altro incarnava quel desiderio, che ho creato questo colpo segreto! Photon Drive!!" affermò fieramente l'eroe, attivando la terza fase della sua tecnica più pericolosa.
"Non basterà!!" rispose Titania, sollevando la mano sinistra su cui risplendeva lo Scudo Sovrano.
"Forse no… ma una cosa è certa: questa tecnica, nata per proteggere, salverà almeno la vita di due compagni valorosi! Photon Burst!!" gridò Ioria, scatenando il suo colpo segreto.
Per un attimo, il ragazzo scorse un bagliore scarlatto e dorato saettare verso la Dea dalla direzione opposta alla sua, poi la luce accecante del Photon Burst cancellò ogni cosa, e per qualche istante non potè far altro che pregare che la sua arma finale avesse avuto effetto.
Fu quindi con una fitta di scoramento che, quando la luce si fu affievolita, Ioria vide Titania ancora in piedi davanti a lui, circondata dall'alone del suo cosmo. Ma guardando più attentamente, l'eroe si accorse anche che qualcosa in lei era cambiato, e il capo chino in avanti era contorto in una smorfia di dolore. La ragione fu ben presto ovvia: anche se la regina di Avalon era per lo più incolume, il suo braccio destro sanguinava copiosamente da numerose ustioni e lacerazioni. Ma non solo, anche una profonda puntura era ben visibile sull'avambraccio, ed attorno al polso era avvolta una catena d'oro.
"Sembra che… stavolta… siamo riusciti a superare le sue difese…" commentò in affanno Scorpio. Il Cavaliere dell'Ottava Casa era piegato su un ginocchio, e stringeva in mano un'estremità delle barre gemellari della Bilancia.
"Le hai bloccato il polso con la catena d'oro nell'istante in cui sferravo il Photon Burst, impedendole di difendersi completamente e colpendola con l'ago della Cuspide!" realizzò stupito Ioria.
"Mpf… non essere così sorpreso! I compagni che cerchi di proteggere non sono impotenti vittime in attesa del massacro, ma guerrieri che combattono al tuo fianco!" sorrise un pò sarcastico Scorpio "Quella con cui l'ho punta non era una semplice puntura, ma la Cuspide Suprema che contiene in se l'energia di tutte le altre! Eppure non è riuscita che a ferirla… amara conferma della differenza dei valori in campo. Troppe volte noi Cavalieri d'Oro abbiamo creduto di poter sconfiggere da soli qualsiasi nemico… è tempo di apprendere lo spirito di gruppo che è sempre stata la forza di Cristal e degli altri Cavalieri!" esortò, dando prova di un'umiltà che raramente Ioria aveva scorto in lui.
Prima che potesse rispondere però, Titania, che fino a quel momento era rimasta immobile a fissare il proprio braccio martoriato, strattonò con forza la catena, sbalzando in aria il custode dell'ottavo tempio e lanciandolo accanto al Leone.
"Neppure gli sforzi congiunti di centinaia di voi basterebbero a farmi bere dall'amaro calice della sconfitta! Le mie risorse sono infinite, e la forza dello Scudo Sovrano non è limitata alla sua sola capacità difensiva!" esclamò, spezzando la catena delle barre gemellari e sollevando di scatto la mano sinistra, su cui l'anello nuziale di Oberon brillava ora lucentissimo "Dia Tabhac"
A questo comando, un'eruzione di energia tremenda si liberò dall'anello, investendo in pieno Ioria e Scorpio prima che potessero muovere anche un solo passo, mandando in pezzi quel che restava delle barre gemellari, sfondando in numerosi punti i coprispalla ed i pettorali e scaraventando in aria i due eroi con un grido di agonia.
Del tutto incapaci di reagire, i Cavalieri si schiantarono a terra, circondati da un lago di sangue e da frammenti delle loro corazze, ora seriamente danneggiate, al punto che il coprispalla sinistro e parte del pettorale di Scorpio erano stati completamente strappati via, come pure la protezione del fianco ed il bracciale destro di Ioria.
"L'Eruzione Divina, la più grande risorsa del sommo Scudo di Avalon! Esso non si limita a respingere i colpi che lo attaccano, ma ha il potere di assorbirne l'energia, per poi mutarla in un'arma imbevuta del cosmo divino di chi lo impugna!" esclamò trionfa la Dea, sollevando contemporaneamente la mano in direzione di Ioria e sferrando un affondo verso il suo cuore.
"Non gli farai del maleee!!" gridò improvvisamente Bres, frapponendosi tra i due con lo scudo d'oro della Bilancia, e parando il colpo. Anzichè essere respinta però, la mano di Titania, avvolta nel suo cosmo divino, continuò l'affondo, sfondando in pieno l'arma del guerriero e trapassandolo al fianco.
Vomitando sangue, il Guardiano cadde all'indietro, mentre lo scudo della Bilancia andava in pezzi nelle sue mani.
"Salvargli la vita è stato il tuo ultimo atto di tradimento! Non ho più parole per rimproverarti, finito è il tempo dei discorsi. Che le vostre anime cadano negl'Inferi!" ringhiò la donna, affondando con il palmo della mano.
"Non finchè un solo Cavaliere avrà ancora la forza per combattere!" gridò una voce, colpendo la Dea al fianco con un raggio di luce. Voltandosi, livida di rabbia per le continue interruzioni, vide Toro in ginocchio, con il braccio teso in avanti.
"Non vi è fine alle vostre intromissioni?!" esclamò a denti stretti, sollevando la mano per colpirlo. In quel momento però Toro allargò le braccia, gridando "Dimensione Oscura!!"
"Che cosa?!" disse sbalordita la donna, mentre già le maglie dell'altra dimensione si chiudevano su di lei per imprigionarla. Evitatele con un balzo, Titania riprese terra, solo per trovarsi di fronte a Libra.
"Hai ancora la forza di muoverti?" lo schernì, sferrando un raggio di luce verso di lui. In tutta risposta, il Cavaliere, spostandosi con una velocità incredibile considerando le sue ferite, lo schivò e si lanciò in avanti caricando il pugno.
"Per il Sacro Toro!!" ruggì, liberando la forza selvaggia del toro d'oro.
Colta di sorpresa, la Dea riuscì appena in tempo a difendersi con il palmo della mano. "Come può essere… le loro tecniche sono cambiate!" pensò confusa, quando barcollando a pochi passi da lei, sopraggiunse anche Kanon. Visibilmente sofferente, il guerriero trovò comunque la forza di far esplodere il suo cosmo e, aprendo i palmi in avanti, ringhiò "Colpo dei Cento Draghi!!"
Decine di draghi emeraldini riempirono il cielo, saettando da tutte le direzioni verso il bersaglio, ma con un movimento così veloce da essere appena percettibile, la Dea sollevò l'anello dinanzi a se, respingendo l'assalto.
"Ora basta!" tuonò Titania, intuendo di essere vittima di un qualche inganno, e guardandosi attorno vide Mur, immobile e con gli occhi chiusi, circondato dall'alone del suo cosmo.
"Verme insolente, con le tue illusioni hai osato farti beffe della regina di Avalon! Ora tremerai di fronte alle forze che hai osato sfidare! Soffiate, venti del nord!!" ordinò, comprendendo finalmente quel che stava succedendo, e al suo comando una tromba d'aria così forte da scavare la terra e spazzare via le nubi dal cielo si abbattè intorno a lei, allargandosi poi verso tutti i presenti.
Sferzate da quella tempesta di vento e pioggia le illusioni di Mur caddero, rivelando il vero aspetto dei Cavalieri d'Oro, poi tutti loro, anche Ioria, Scorpio e Bres, vennero avvolti da quel vortice mortale.
In quel momento, sulle coste del Mar Nero, improvvisamente la colonna di luce brillò intensa come un sole, illuminando la notte, per poi scomparire. Un attimo dopo, un raggio d'oro si sollevò in cielo, verso Nord, scomparendo all'orizzonte.
In Scozia, la tromba d'aria cessò di colpo, facendo precipitare malamente a terra i sette Cavalieri. Immobili e sofferenti, prostrati nella polvere, gli eroi fissarono Titania, incapaci di rialzarsi, e nello sguardo di trionfo della Dea videro riflessa la disperazione della loro situazione.
"Non… è ancora finita… non arrendetevi!" esortò Libra, cercando invano di issarsi sulle braccia.
"No… ma lo sarà presto! Che la pace vi pervada!" esclamò Titania, sferrando un'ondata di energia con il palmo della mano.
Ma in quel momento, una colonna d'oro scese dal cielo, e contemporaneamente una cupola si dispose a difesa degli eroi, proteggendoli dall'attacco della Dea.
"Khan!!" comandò Virgo della sesta casa, emergendo dalla luce dando le spalle ai compagni "Perdonatemi se solo ora vi raggiungo, non avrei voluto tardare così tanto…ma non ho avuto scelta. Ora però sono qui, pronto ad affiancarvi. Rifiatate, mi occuperò io di costei…"
Intanto, ad Asgard, la furiosa battaglia tra i Cavalieri d'Oro e la possente Titania non stava passando inosservata. Nell'infermeria del palazzo reale, Ilda di Polaris, Syria, Alcor e Mizar ne seguivano gli eventi affidandosi all'emanazione del cosmo. I tre guerrieri in particolare erano desiderosi di correre in aiuto dei loro alleati, ma Ilda glielo aveva vietato, giudicandoli troppo malconci dopo i numerosi scontri già combattuti, e sottolineando come, in quelle condizioni, sarebbero stati un peso più che un aiuto. A malincuore, avevano obbedito riconoscendo la giustizia nelle sue parole prima ancora dell'autorità, al punto che persino Syria, che non era legato alla Celebrante da alcun vincolo di fedeltà, l'aveva ascoltata. Nondimeno, la preoccupazione per le sorti dei Cavalieri d'Oro era ben evidente sui visi di tutti loro.
"Un cosmo molto potente si è appena unito allo scontro. E' ampio… lucente nel nome di Atena. A chi apparterrà?" domandò Mizar, che aveva troppa poca familiarità con le aure dei Cavalieri d'Oro per saperli distinguere.
"Chiunque sia, il suo aiuto sarà ben accetto! Non ho mai avvertito un cosmo immenso come quello che i Cavalieri stanno affrontando in questo momento… Lugh era nulla a confronto!" affermò preoccupato Alcor.
"E' un cosmo di natura divina… privo di qualsiasi restrizione, di qualsiasi vincolo! Il suo potere potrebbe rivaleggiare con quello di sire Nettuno…" esclamò Syria, mentre un rivolo di sudore gli scorreva sul viso, e le sue parole fecero rabbrividire i due gemelli.
"Non cedete allo sconforto! Per quanto disperata sia la situazione, i Cavalieri di Atena ci hanno dimostrato più e più volte come sia possibile capovolgere i disegni del destino, se si è sostenuti da una forza di volontà incrollabile! Dobbiamo aver fiducia in loro!" li rincuorò Ilda, alleviando un pò il fardello dei loro cuori.
In quel momento, la pesante porta di legno della stanza si aprì e Flare, che si era allontanata qualche minuto prima, rientrò nella stanza.
"Sorella, un amico è appena giunto da Nuova Luxor per parlarci" sorrise, facendosi da parte e lasciando entrare qualcuno che Ilda e Syria riconobbero immediatamente.
"Ma tu sei… Kiki!" esclamò sorpresa la Celebrante "Come mai qui ad Asgard?"
Serio, il bambino si affrettò a spiegare le ragioni del suo viaggio, consigliatogli da Castalia a Nuova Luxor per accertarsi delle condizioni di tutti dopo che un cosmo sconosciuto era stato avvertito nei pressi della cittadella di Odino. Intuendo che si era trattato di quello di Lugh, Ilda gli raccontò brevemente dell'attacco subito da parte del Lanciere di Avalon, ascoltando poi a sua volta con amarezza la storia dell'assalto di Aircethlam a Villa Thule.
"Oberon non ha pietà, ha attaccato indiscriminatamente tutti coloro che si sono schierati dalla parte di Atena!" concluse rattristato il giovane apprendista, osservando con curiosità Alcor e Mizar, di cui finora aveva solo sentito parlare "Ma per fortuna state bene! Lo riferirò subito a Nuova Luxor, Castalia ne sarà di certo felice!" sorrise poi, ma prima che potesse andare Ilda lo fermò con un gesto.
"Aspetta, non andare ancora, te ne prego! La tua presenza qui ad Asgard potrebbe essere un segno del destino, forse avremo presto bisogno della tua abilità di messaggero!" disse, sforzandosi di sorridere, e di dissimulare il turbamento che da diverse ore la riempiva di un'ansia crescente, superiore persino a quella per l'esito della battaglia di Scozia. "E' solo una sensazione la mia, un tristo presagio… ma sento che una grande oscurità si sta addensando all'orizzonte, e soltanto se tutti sapremo unire le forze avremo una speranza di salvezza! Oh Odino, fa che mi sbagli, fa che non vi siano ancora guerre e massacri sul nostro destino!" pensò, stringendo le mani in un fremito.
Altrove, sul campo di battaglia, i Cavalieri d'Oro osservarono sorpresi la comparsa del custode della porta eterna.
"Virgo…" sussurrò Ioria.
"Sei arrivato finalmente! Temevamo ti fosse successo qualcosa…" confessò Scorpio.
"Cavalieri, il mio cuore gioisce nel constatare che siete ancora tutti vivi, perchè molto ho temuto per voi. La causa del mio improcrastinabile ritardo era una meditazione che non poteva essere interrotta… ma ora che è finalmente giunta a compimento, potrò anch'io levare il pugno contro l'ultima Guardiana!" rispose pacatamente il ragazzo, volgendo sempre loro le spalle.
"Aspetta! Affrontarla da solo è un suicidio… costei è Titania, sposa di Oberon e Dea di Avalon!" esclamò Toro, ma Virgo non vacillò.
"Conosco bene la sua identità… ho già avuto modo di percepire il cosmo che le appartiene alcune ore fa, nel corso della mia battaglia con suo figlio Puck!" disse soltanto.
Ma qualcosa nelle sue parole colpì i guerrieri, e solo allora si accorsero di un dettaglio che fino a quel momento era sfuggito loro, per il dolore delle ferite e la gioia di rivedere il compagno.
"Ci stai parlando con la telepatia… attraverso il cosmo, e vi è qualcosa di diverso nell'aura che ti circonda!" dedusse Mur "Perchè? Che sta succedendo, Virgo?!"
A queste domande, il cavaliere della sesta casa rimase ancora immobile per un attimo, poi, lentamente, rispose "Non abbiate timori, presto tutto vi sarà chiaro…" e si voltò finalmente verso i compagni, fissandoli da dietro gli occhi vitrei di una maschera d'oro.
Toro, Ioria, Kanon e Scorpio rimasero solo perplessi, ma Mur, e soprattutto Libra, trasalirono.
"Quella… è la maschera della Vergine!!" esclamò il custode della settima casa con gli occhi sbarrati "Hai… hai forse deciso di usare il segreto finale della costellazione che ti è propria?!"
Virgo rimase in silenzio, ma Libra, intuendo la risposta proprio da quella mancanza di parole, insistette, issandosi su un gomito "E' un suicidio, non farlo! La maschera della Vergine… è vero, potrebbe donarci la vittoria, ma troppo grande è il rischio insito nell'adoperarla!" gridò.
"E' vero, il rischio è grande… ma cosa ho da perdere se non quella vita che avevo già deciso di offrire in sacrificio al Muro del Pianto? Se tu fossi al mio posto, non faresti forse lo stesso? Se la vita di Atena dipendesse da te, non ricorreresti forse a qualsiasi mezzo pur di salvarla? Non so cosa accadrà nel corso di questa battaglia, ma la morte è meta finale del cammino di tutti noi… come già in Ade, posso essere solo felice di raggiungerla nel nome della giustizia!" disse telepaticamente il ragazzo, chinando impercettibilmente il capo.
"Mpf… e così tu sei colui che ha affrontato Puck. Le tue parole trasudano molta sicurezza, parli come se fossi già certo della vittoria, ma dovresti sapere meglio di chiunque altro ciò di cui sono capace. Assistere alla fine di mio figlio ti ha fatto perdere il lume dell'intelletto?" lo derise Titania, che finora aveva osservato incuriosita il nuovo arrivato.
"Affatto! Per quanto amareggiato per la fine del mio elfico avversario, devo ringraziarti!" rispose Virgo, voltandosi di nuovo verso di lei.
"Ringraziarmi?" si accigliò la Dea.
"Affrontare Puck… e poi percepire l'inusisata grandezza del tuo cosmo, mi ha messo di fronte alla pochezza dei miei mezzi… costretto ad accettare limiti la cui esistenza avevo finora persino rifiutato di ammettere. Il vile figlicidio di cui ti sei macchiata mi ha spinto a richiamare l'arma più potente della Vergine, e sarà grazie ad essa che ti sconfiggerò. Per questo mi urge ringraziarti…" disse in tono freddo, per poi gettare un'ultima occhiata ai suoi compagni, che ancora lo fissavano incerti.
"Ma più di ogni altri, devo ringraziare voi, amici miei. Seppur sovrastati da un'infinita oscurità, più e più volte i vostri cosmi si sono rialzati, risplendendo con rinnovati vigore e forza. La loro luce colma di giustizia è stata per me come un faro nell'oscurità, mi ha indicato la via quando le tenebre della meditazione rischiavano di perdermi. Senza il vostro aiuto, non sarei mai riuscito a risvegliare il potere che ora mi accingo a usare. Anche per questo vi prego di lasciarmi combattere da solo. Se vi è ancora una stilla di fiducia nei vostri cuori, credete in me, e concedetemi di ringraziarvi permettendomi di prendere il vostro posto in battaglia, anche se per poco…!" disse loro.
Ioria, Toro, Kanon, Scorpio e persino Mur lo fissarono incerti, ma alla fine Libra annuì.
"Vi ringrazio…" rispose semplicemente Virgo, e nonostante avesse parlato telepaticamente, i Cavalieri poterono sentire il calore delle sue intenzioni. Un attimo dopo, il custode della sesta casa annullò il Khan, portandosi di fronte a Titania ed espandendo il suo cosmo, pronto alla battaglia.
"Sei impazzito, Libra?! Non possiamo farlo combattere da solo!" disse esasperato Ioria, non comprendendo i gesti dei due compagni.
"Abbi fiducia in lui. Virgo… sa benissimo quello che fa, non avrebbe optato per una mossa estrema come l'indossare la maschera della Vergine altrimenti!" lo rassicurò il guerriero.
"Ma insomma, qual è il significato di quella maschera? Credevo non fosse altro che mera decorazione, un oggetto ornamentale dell'armatura della Vergine!" commentò Scorpio, ma Libra scosse la testa.
"No, non è così… quella maschera è più, molto di più di un ornamento! La sua storia si perde tra le maglie del mito, millenni sono trascorsi dall'unica volta in cui una analoga è stata usata. Quella maschera, è la chiave per raggiungere il cosmo supremo delle divinità: il nono senso!" esclamò, strappando un sussulto di sorpresa a tutti i presenti.
"Esiste… un nono senso? Qualcosa che supera persino i primi otto?" domandò sbalordito Toro, e accanto a lui Mur annuì.
"Il nono senso… è l'ultimo è più elevato dei sensi, che permette di raggiungere l'essenza divina. Come i primi sette sensi sono limitati alla sfera mortale, e l'ottavo governa l'aldilà scavalcando i concetti di vita e morte, così il nono va persino oltre, consentendo a chi lo ottiene di innalzarsi a livello di divinità! E' esso il segreto dell'ineguagliabile potenza degli Dei!" spiegò il Cavaliere d'Ariete.
"Ma allora… raggiungendo questo nono senso potremmo combattere alla pari con una divinità?" domandò Scorpio.
"Si, difetteremmo solo nell'esperienza, proprio come Sirio e gli altri quando raggiunsero per la prima volta il settimo senso, nella battaglia di Atene. Potenzialmente, il nostro cosmo potrebbe raggiungere quello degli Dei celesti… ma in realtà non è che una chimera, perchè il nono senso è eternamente precluso ai comuni esseri viventi!" disse mestamente Libra.
"Spiegati!" esortò Ioria
"Come avrete avuto modo di capire, il nono senso dona un potere immenso, superiore a qualsiasi altro in natura. Tale ineguagliabile energia non può essere beneficio degli esseri umani, le loro membra sarebbero incapaci a contenerla! Ed infatti, il suo raggiungimento è vincolato da due condizioni incontrovertibili: per poter dominare il nono senso, è necessario possedere un corpo divino, o indossare un'armatura rinata col sangue divino! Solo così si può sperare di ottenerne l'immenso potere senza venirne sopraffatti! Chiunque altro che, compiendo un miracolo, riuscisse a raggiungerlo, sarebbe destinato a venirne divorato, diventando tutt'uno con l'universo e scomparendo nell'immensità del cosmo!" affermò in tono grave, e tutti i Cavalieri lo fissarono con occhi sbarrati.
"Un'energia terrificante, il potere delle divinità…! Ma allora, che legame ha tutto ciò con la maschera della Vergine?" domandò sempre Ioria.
"Sin dai tempi più antichi, la sete di giustizia ha spinto i Cavalieri d'Oro a tentare di innalzare i loro cosmi oltre ogni limite conosciuto. L'ottavo senso dei custodi della Vergine, o la Pienezza del Dragone, non sono che i risultati di fallimentari tentativi tesi in quella direzione! Pur non condividendo questa brama di potere, Atena ritenne che un giorno, per contrastare le mire di Hades, o di Nettuno, o di Ares, il nono senso sarebbe potuto essere necessario. Fece così forgiare due maschere d'oro, ponendo nel contempo un severo monito sul loro uso: le si sarebbe dovute adoperare solo nelle condizioni più estreme, perchè il rischio che comportano è grande!"
"Due maschere?!" esclamò Scorpio "Ma l'unica armatura a possedere una maschera oltre a quella della Vergine è…"
"L'armatura di Acquarius, si. Fu grazie all'uso della maschera che, in un epoca in cui il cosmo non era ancora stato imbrigliato dalla volontà umana, il primo cavaliere di quella costellazione riuscì a raggiungere il potere del gelo eterno, lo zero assoluto! Ma quell'uomo, il prode Alexandros di Creta, non riuscì a controllarne a pieno la forza, e dovette fermarsi ben prima di arrivare al nono senso. Ora invece, Virgo vuole superare quel limite per combattere contro Avalon!"
"Non capisco… come può una semplice maschera portare a tali meraviglie?" chiese Toro.
"Come ben sapete, la scomparsa di un senso porta all'acuirsi degli altri, ed al potenziamento del cosmo! E' per questo ad esempio che Virgo tiene gli occhi prevalentemente chiusi: privandosi della vista, fa si che il cosmo dentro di lui si accresca, per poi essere rilasciato in tutto il suo splendore quando fa uso del Sacro Virgo, tecnica finale della sua costellazione. La maschera segue lo stesso principio, ma in maniera ben più profonda… una volta indossata, essa priva l'ardimentoso sventurato non solo della vista, ma anche dell'udito, del gusto, dell'olfatto, del tatto, e persino dell'intuizione, riducendo a fantocci privi di ogni umana parvenza!" continuò Libra, facendo una pausa affinchè tutti potessero cogliere il senso profondo delle sue parole "In queste condizioni estreme, il cosmo si espande oltre ogni limite, e il nono senso smette di essere chimera, diventando raggiungibile!"
"Uuh… ma è assurdo! Che utilità può avere il raggiungimento del nono senso in condizioni del genere?" affermò Kanon
"Nessuna… ridotto a larva, il Cavaliere non riuscirebbe a controllare tanta potenza, venendone irrimediabilmente bruciato. L'unico modo per sfuggire a questo infausto destino, è rinchiudersi in uno stato di profonda meditazione, controllando e rendendo graduale la perdita dei sensi. E' una strada irta di difficoltà, in cui il pellegrino che la percorre deve esercitare un crescente controllo, a fronte della perdita della propria umanità. Solo se riuscirà a raggiungere il nono senso prima di perdersi del tutto, potrà ottenerne il controllo e riconquistare l'uso del proprio corpo! Posso soltanto immaginare quanto opprimente debba essere l'oscurità che attanaglia lo spirito e la mente nel sottoporsi ad una tale prova!" rispose rabbrividendo.
"Però… se Virgo è ora capace di muoversi e combattere, vuol dire che è riuscito nel suo scopo. Credi che ora sia divenuto padrone del nono senso?" domandò Mur, che meglio dei compagni era riuscito a seguire il discorso di Libra, conoscendo già parte della storia grazie alle spiegazioni del suo maestro.
"Non so dirti… i rischi del raggiungimento del nono senso non sono l'unica insidia celata nell'utilizzo della maschera della Vergine! Ricorda, solo un corpo divino, o vestito da un'armatura divina, può controllare quel potere così spaventoso… per chiunque altro, accedervi equivale alla più totale distruzione! Io credo… che in questo momento Virgo si sia fermato ad un passo dal dominarlo, che stia aspettando il momento più propizio per farne uso! Comunque sia, una sola cosa è certa: quando deciderà di usarlo, Virgo non avrà che un colpo a disposizione! Un unico attacco dalla potenza divina in cui riversare l'energia accumulata, cercando di non venirne sopraffatto. Ma basterà un solo colpo contro una divinità potente come Titania?" esclamò, stringendo il pugno per la frustrazione.
Nel frattempo, la battaglia tra la Dea ed il Cavaliere era incominciata, e sferrando numerosi raggi di luce, Titania lo stava obbligando subito sulla difensiva.
"Che ne è ora della tua parlantina? La sicurezza che tradivi ti ha già abbandonato?!" lo derise, facendo scattare la mano in avanti con il palmo aperto, e generando un'ondata di energia.
"Khan!!" esclamò Virgo, sollevando prontamente la sua barriera difensiva, ma stavolta la sua avversaria non parve affatto preoccupata.
"Sei dotato di una difesa molto potente, ma persino la più poderosa tra le barriere non è che un fuscello nel vento di fronte alla grandezza degli Dei di Avalon!" disse, aumentando la spinta, e immediatamente numerose crepe comparvero sulla superficie del Khan.
"Incredibile! Le fiamme del Garuda, capaci di respingere ogni male, saranno presto dissolte! Sta riuscendo a sfondare la mia difesa con il più basilare degli attacchi, non posso permetterlo!" realizzò Virgo, unendo le mani davanti al torace e concentrando in esse il suo cosmo nello stesso momento in cui il Khan veniva meno.
"Ooom!!" invocò, liberando l'energia accumulata, che si scontrò con quella dell'assalto di Titania. L'esplosione che ne conseguì interruppe per un attimo l'offensiva della Dea, ma essendo il più vicino al suo epicentro fu Virgo stesso a subirne la maggior parte del contraccolpo, venendo spinto all'indietro.
"Le tue stesse armi ti si ritorcono contro!" sibilò la Guardiana che, ripresasi istantaneamente, passò di nuovo all'attacco calando la mano verso il torace del nemico.
"Di armi a mia disposizione… non sono ancora privo! Abbandono dell'Oriente!!" ritorse Virgo, rialzandosi di scatto e sferrando improvvisamente il suo colpo segreto.
Sbilanciata in avanti, Titania riuscì ad arrestarsi di colpo, sollevando nel contempo la mano sinistra, sul cui anulare lo Scudo Sovrano risplendette di accesi bagliori, annullando il colpo segreto dell'eroe.
"Sul suo dito…" intuì il Cavaliere, notando per la prima volta l'anello.
"Il dono nuziale del mio sposo, pegno d'amore sul quale sono destinati ad infrangersi i tuoi deboli tentativi! Fonte del mio orgoglio e causa ineluttabile della tua disperazione sarà questo monile negli ultimi momenti di vita che ti restano!" affermò con fierezza la Dea, scagliando poi nuove scariche di energia, che si abbatterono con forza sul corpo di Virgo, scaraventandolo a terra.
Rivoli di sangue comparvero tra le crepe dell'armatura ed oltre il bordo della maschera d'oro, grondando al suolo. "L'anello che porta al dito ha fermato il mio attacco…! Non è semplice orpello, sento che da esso si emana una misteriosa energia, simile a buco nero che attira a se ogni forma di luce per poi perderla per sempre!" comprese, rimettendosi in piedi, appena in tempo per evitare un altro raggio.
"Un attacco diretto non servirà finchè sarà armata di quello scudo…!" pensò, concentrando il suo cosmo nella mano e poi liberandolo in onde di luce dorata "Volta di Minosse!!"
Investita in pieno, Titania barcollò per un attimo, e subito Virgo si lanciò in avanti, pronto ad una nuova offensiva.
"La sua anima è troppo potente per poter essere trattenuta nei Sei mondi di Ade, ma se riuscissi a fermarla, anche soltanto per un unico, fugace istante, potrei avere una possibilità! Abbandono dell'Oriente!!" esclamò, sferrando il suo colpo segreto a distanza ravvicinata.
Lanciato alla velocità della luce, l'attacco non aveva bisogno che di un miliardesimo di secondo per coprire i pochi metri che separavano Virgo da Titania, ma quell'infinetesimale lasso di tempo bastò alla sovrana di Avalon per riprendere il controllo del suo corpo e parare l'assalto con l'anello, scagliando nel contempo un'ondata di energia con gli occhi e travolgendo in pieno il Cavaliere d'Oro.
"Come temevo… è come… contro Giapeto!" realizzò l'eroe, memore del combattimento fianco a fianco con Ioria contro il Titano delle dimensioni. Prima che potesse rialzarsi però, la Dea scagliò un nuovo fascio di energia, centrandolo alla schiena e sprofondandolo al suolo fino ad aprire un cratere sotto il suo corpo.
Sputando sangue, il Cavaliere si girò sulla schiena, respirando affannosamente tra crescenti fitte di dolore.
"La sua virtù d'attacco è straordinaria, ma la fonte della sua invincibilità è quello scudo! Sono destinati a infrangersi i nostri attacchi più potenti finchè lo porterà al dito! Devo distruggerlo, o le speranze di vittoria saranno nulle… ma così facendo…" pensò, colto in un dilemma, ma le sue riflessioni furono bruscamente interrotte quando la Dea si avvicinò a lui per il colpo di grazia.
"Pochi minuti e già giaci riverso nella polvere, affrontarmi da solo è stato un errore fatale! Morirai chiedendo perdono al cielo per la tua superbia!" esclamò, sorridendo crudelmente e sollevando al cielo la mano sinistra. Sull'anulare, lo Scudo Sovrano brillava lucentissimo "Contempla l'immenso potere dell'anello, l'energia che ti libererà da ogni terrena sofferenza! Dia Tabhac!!" comandò, liberando una straordinaria esplosione cosmica.
Anzichè esserne atterrito però, Virgo sentì la comprensione affacciarsi alla sua mente, illuminandola come il primo sole del mattino "Lo Scudo… può liberare l'energia accumulata! Questa è la chiave!!" disse, facendo esplodere il suo cosmo "Non mi resta altra scelta… avrei voluto conservare questo colpo per un momento più propizio, ma il fato ha deciso al posto mio! Non so se riuscirò a controllare questa energia, nè che ne sarà di me quando l'avrò adoperata… ma qualsiasi cosa accada, spero solo che i miei compagni possano trarne beneficio! Atena, la supplico in tutta umiltà: guidi la mano di questo suo Cavaliere… mi permetta di compiere un miracolo !!" pregò, sentendo l'energia a lungo trattenuta accumularsi nel suo corpo.
E in quel momento, Virgo aprì gli occhi.
"Per il Sacro Virgo!!"
Come un fiume in piena, i sei sensi tornarono sotto il suo totale controllo, ed il cosmo esplose con una forza inaudita, mandando in pezzi la maschera della Vergine e sfondando in numerosi punti l'armatura dall'interno, mentre l'energia si faceva strada tra le carni del guerriero, troppo deboli per poter trattenere la furia di un potere così vasto.
La terra iniziò a tremare e spaccarsi, lampi d'oro solcarono il cielo notturno e venti vorticosi avvolsero il campo di battaglia, strappando l'erba e persino la roccia dal suolo, mentre violente mareggiate si abbattevano sulla scogliera. E in mezzo alla furia selvaggia degli elementi, una colonna d'oro avvolse il Cavaliere di Virgo, mutandosi poi in ellisse e scontrandosi con il Dia Tabhac di Titania, completamente allibita dalla mossa finale del suo avversario.
"E' questa la forza che viene dal nono senso? Il mio corpo non riesce a sostenerla, è talmente superiore! Ma non posso lasciare che essa mi distrugga… devo riuscire a resistere, a dominarla con lo spirito, per almeno qualche istante ancora!!" si disse Virgo, il cui viso era contratto in una smorfia per lo sforzo.
Lo scontro dei due poteri generò venti persino più violenti dei precedenti, sollevando nuvole di polvere che obbligarono Bres ed i Cavalieri d'Oro a proteggersi gli occhi, mentre seguivano con il fiato sospeso il titanico duello in corso.
"E' la forza… di un Dio!" esclamò Scorpio con gli occhi sbarrati.
"Le due energie sono pari!" disse tentativamente Toro, ma accanto a lui Mur scosse la testa
"Il cosmo di Titania è ancora superiore… però… l'enfasi dell'attacco l'ha tradita! Non si aspettava una resistenza di tal forgia, e per questo non ha riversato tutta se stessa nel Dia Tahbac. L'equilibrio non è che momentaneo, presto il Sacro Virgo la travolgerà!" affermò con enfasi.
Quasi a voler realizzare le sue previsioni, in quel momento il cosmo d'oro di Virgo ebbe il sopravvento, respingendo il potere divino ed abbattendosi con tutta la sua forza su Titania, che ne venne completamente investita. E per la prima volta dall'inizio del combattimento, la regina di Avalon urlò.
Un attimo dopo però, il cosmo di Virgo si quietò, veloce come era esploso, ed il Cavaliere crollò ginocchio, ansimante. Ora che la luce che lo avvolgeva era scomparsa, Libra e gli altri furono inorriditi nel vedere il suo corpo coperto di sangue e ustioni, l'armatura completamente squarciata in alcuni punti. Seppur malconcio però, l'eroe era ancora vivo.
"E' riuscito a controllare il potere del nono senso abbastanza da riversarlo tutto nell'attacco!" realizzò Libra con un sospiro di sollievo, prima di volgere lo sguardo verso Titania.
La Dea era ancora in piedi, ma aveva evidentemente subito il colpo, e sanguinava da numerose piccole ferite, frutto dell'esplosione dei due poteri. Cosa più importante però, lo Scudo Sovrano era andato distrutto. L'anello giaceva infatti ai suoi piedi, spaccato in due.
"Lo Scudo l'ha salvata… senza di esso forse non sarebbe sopravvissuta. Ma la forza del Sacro Virgo è stata troppa persino per lui!" commentò Toro.
"E' esatto…" disse in quel momento Virgo stesso, parlando con voce stanca ma sicura "Inizialmente credevo… che lo Scudo agisse semplicemente disperdendo la forza degli attacchi che bloccava. Ma quando ho visto… una tecnica come il Dia Tahbac… capace di richiamare in qualsiasi momento quella stessa forza… ho capito che mi sbagliavo! Per poter permettere un colpo come quello, lo Scudo Sovrano doveva avere il potere di assorbire e conservare l'energia che su di lui si abbatteva… in modo da poterla emettere qualora il suo padrone ne avesse avuto bisogno. Riversando in esso più cosmo di quel che potesse contenere… è andato in pezzi!" spiegò faticosamente, non togliendo lo sguardo da Titania.
Seppur non ferita gravemente nel corpo, la Dea era infatti immobile, e fissava con gli occhi sbarrati i frammenti dell'anello che ora giacevano nella polvere. Nel guardarli risplendere tenuamente alla luce della luna, Titania rivide il giorno delle nozze con Oberon, e la felicità provata nel porgergli la mano affinchè la stringesse con affetto tra le sue. I giorni felici trascorsi insieme a lui ad Avalon, le notti passate ad ammirare le stelle distesi in lussureggianti radure, i discorsi e le discussioni, le scherzose burle e le preoccupazioni, i piccoli litigi ed il sollievo della riconciliazione. E, avvertendo una lama rovente trapassarle il cuore, comprese, forse per la prima volta, di averli persi davvero per sempre.
"Il mio amore…" singhiozzò con voce rotta, stringendo il pugno per la frustrazione.
Un istante dopo però lo riaprì, avvolgendolo di un'aura infuocata.
"Cavaliere d'Oro!!" ululò, sollevando la mano al cielo e liberando una colonna di energia che travolse Virgo, troppo malconcio per difendersi "Con il tuo ardire, hai distrutto il simbolo di tutto quel che mi era caro! Non te lo perdonerò! Non perdonerò nessuno di voi!!" gridò, guardandosi attorno e facendo esplodere il suo cosmo.
"Non riversare la tua collera su di noi, tu che hai accettato passivamente il cambiamento del tuo sposo, e che non hai esitato a ricorrere alle più meschine strategie pur di soddisfarlo! Ben più dei nostri gesti, le tue stesse azioni hanno disonorato il vincolo che ti era tanto caro!" intervenne in quel momento Ioria, avanzando di qualche passo e puntando il dito contro Titania.
"Come osi giudicarmi?! Tu che non hai vissuto che uno scampolo di esistenza, come puoi pretendere di capire i sentimenti degli Dei!" ringhiò la regina di Avalon, preparandosi a colpire, ma in quel momento Scorpio e Mur si affiancarono a Ioria, ponendosi in una posizione particolare. Una posizione di cui persino Titania aveva sentito parlare.
"La postura della triade…! La posa che prelude al colpo più potente concesso ad un Cavaliere… la tecnica proibita, l'Urlo di Atena!" esclamò riconoscendola.
"Proprio così, la tecnica dei vigliacchi, in cui tre Cavalieri si uniscono per abbatterne uno solo! Non esiste onta maggiore o disonore più grande del ricorrere a questa arma, essa è l'ultima carta! Ma ora che i nostri cosmi sono prossimi allo sfinimento, che solo la forza di volontà ci permette di continuare a lottare, non esiteremo ad usarla, qualsiasi siano le conseguenze!" dichiarò.
"E' giusto! La morte dei Cavalieri di Luxor… i sacrifici dei Guardiani, mandati allo sbaraglio come vittime sacrificali… la salvezza di cinque amici che tutti noi ormai amiamo come fratelli… e la sopravvivenza di Atena, unica fonte di luce in un mondo di tenebra… tutto ciò vale cento e cento volte la perdita dell'onore!" esclamò Scorpio.
"Questa è la via indicataci… dalle lacrime di tre compagni valorosi!" concluse Mur, facendo esplodere quel che restava del suo cosmo "Urlo di Atena!!".
Una sfera d'oro dalla terribile energia saettò verso la Dea, scavando un solco al suo passaggio, e per qualche istante persino Titania parve trasalire di fronte a quella potenza. Poi però la sua espressione mutò in una di cieca determinazione, e la regina sollevò i palmi a sua difesa.
"E sia, Cavalieri di Atena, ricorrete pure alla tecnica proibita! Ma qualsiasi arma adoperiate… qualsiasi colpo usiate… qualsiasi trama ideiate… non riuscirete mai a sconfiggermi!" gridò, fronteggiando a mani nude l'inaudita potenza dell'Urlo di Atena.
"Il braccio destro… può ancora usarlo!" realizzò Libra, fissando l'arto che era stato ferito dal Photon Burst, e che adesso era teso a contrastare l'offensiva nemica.
"Stolti eravate a credere che la mia virtù guerriera dipendesse solo dallo Scudo Sovrano! Io sono Titania, sovrana indiscussa della sacra Avalon, non ho rivali se non tra le creature del celeste empireo!" affermò, facendo esplodere il suo cosmo, e riuscendo incredibilmente non solo a resistere all'Urlo di Atena, ma persino a scagliare un'onda di energia contro i tre Cavalieri, scaraventandoli a terra.
Tale sforzo però non fu senza un prezzo, la Dea era visibilmente stanca, e persino il suo cosmo iniziava a vacillare.
"Infine… l'epilogo!" disse in affanno, sollevando la mano verso i tre e Virgo, che erano ancora riversi al suolo.
Prima che potesse far altro però, nuovi cosmi esplosero attorno a lei, allo stremo delle forze ed eppure ancora capaci di brillare all'inverosimile.
"Non dimenticare… che ci siamo anche noi!" urlarono quasi in coro quattro voci, lanciandosi all'attacco con la forza della disperazione.
Immediatamente, Titania si mosse per pararli, ma numerose fitte di dolore le attraversarono il corpo come strali, tagliandole il fiato e facendola barcollare.
"L'effetto del Sacro Virgo e dell'Urlo di Atena! Non ne sei uscita indenne come credevi, e non è ancora finita! Colpo dei Cento Draghi!!"
"Esplosione Galattica!!"
"Gladius Avalonis!!"
"Selvaggia Corrente delle Pleiadi!!"
Urlarono Libra, Kanon, Bres e Toro, sferrando contemporaneamente i loro colpi segreti, cosmi multicolore capaci di accendere la notte, e colpendo in pieno la Guardiana.
Gli attacchi la raggiunsero da tutte le direzioni, flotti di sangue schizzarono dal corpo della Dea guerriera, le sue gambe vacillarono, improvvisamente incapaci di sorreggere il peso del corpo, e per la prima volta in millenni di esistenza, alzando gli occhi al cielo, Titania, regina di Avalon, barcollò, e cadde.
"Perdonami… mio amato!" pensò debolmente, chiudendo gli occhi in attesa dell'impatto col suolo, e delle tenebre eterne.
Fu in quel momento, mentre ancora cadeva, che un cosmo che conosceva molto bene la raggiunse, avvolgendola nel proprio manto. Un brivido di gioia le attraversò il cuore, e sorridendo debolmente la donna tese la mano per toccarlo, per sentire ancora una volta quel calore che le aveva sempre dato fiducia forza.
Ma dovette ritrarla di scatto, perchè di esso non c'era traccia alcuna. Gelido era il cosmo azzurro che la circondava.
"E così anche tu mi deludi, oh Titania…anche tu che per millenni hai goduto di una posizione privilegiata al mio fianco, ti riveli debole, incapace di portare a termine il più elementare dei compiti" la rimproverò una voce nella sua testa, fredda e priva di qualsiasi forma di compassione o pietà "«Il Decimo Sigillo resterà intatto! Finchè io vivrò, nessun nemico riuscirà anche solo a sfiorarlo!». Ricordi? Così avevi detto, ma evidentemente non erano che vuote parole, menzogne da bardo. L'amore che tante volte hai professato, non è abbastanza forte nel tuo cuore da spingerti a dare tutto per me… come altrimenti si potrebbe spiegare una tale, disgustosa fiacchezza?" accusò Oberon, ferendola molto più in profondità di quanto qualsiasi colpo segreto avrebbe potuto mai fare.
"Io… ho dato tutto! Non mi resta niente… più niente…" balbettò affranta.
"Niente? Eppure non direi. Dopotutto… ti resta ancora la vita!" sibilò il Dio, facendola trasalire "Se il tuo amore è così profondo come dici, allora dammene prova tangibile e offri ad esso la tua vita! Brucia la tua forza vitale, immolati affinchè io possa portare a termine la mia vendetta sugli odiati Olimpici!! Fallo… e forse crederò a quel che tanto professi…" disse, prima di scomparire.
Di fronte agli sguardi sgomenti dei Cavalieri d'Oro, Titania portò la gamba in avanti, riconquistando l'equilibrio appena prima di toccare terra. Per diversi secondi però il suo capo rimase chino, il viso nascosto dai capelli, e nessuno dei guerrieri potè vedere che la loro avversaria stava piangendo amare lacrime.
"Serrate sono state le sue labbra… non una parola di preoccupazione o conforto è uscita da esse! Solo strali ed accuse, roventi come tizzoni…freddi come il ghiaccio più remoto…" singhiozzò, dando libero sfogo alle sue emozioni "Non hai esitato a chiedere la mia vita, tu che un tempo avresti attraversato i cancelli dell'Inferno per impedire alla più piccola spina di causarmi danno. Non vi è più traccia di amore in te, è sepolto ogni sentimento!! Ma se è questo quel che desideri, ti accontenterò. Sia fatta la tua volontà! E chissà che un giorno, quando sarai solo di fronte alle fiamme del focolare nella sala del trono, il tuo cuore non abbia un sussulto di solitudine, chetandolo al ricordo di colei che per te sacrificò tutta se stessa!"
Ricacciando indietro le lacrime, Titania sollevò il capo e fissò determinata i Cavalieri, pronta all'ultima battaglia.
"Khan!!" gridò Virgo, accorgendosi per primo del pericolo e sollevando attorno ai compagni la sfera protettiva, appena in tempo per bloccare l'avanzata del cosmo della donna.
"Non è possibile, vuole ancora combattere!" disse Toro con gli occhi sbarrati.
"Sta bruciando la sua forza vitale, è pronta al sacrificio pur di fermarci!" mormorò Bres.
"E noi… siamo ormai allo stremo delle forze…" disse Scorpio, con una rara punta di disperazione nella voce. Lui, Ioria e Bres erano malconci ed esausti, Toro, Libra, Virgo e Mur avevano ferite gravissime, ed il cosmo di Kanon era ormai appena percettibile. Al contrario, sostenuta dalla sua forza vitale, l'aura di Titania brillava intensissima e minacciosa.
"Ci resta ancora… una possibilità!" esordì in quel momento Mur, che fino ad ora era rimasto pensierosamente in silenzio, attirando subito l'attenzione di tutti.
"Non c'è tempo per le parole ora… vi chiedo solo di fidarvi di me, ed eseguire di nuovo l'Urlo di Atena! Stavolta però… il bersaglio sarò io!" affermò.
A queste parole, i sette Cavalieri lo fissarono, sbalorditi e increduli, non riuscendo a trovare nulla da dire per alcuni secondi.
"Che… cosa?" balbettò alla fine Toro.
"Sei impazzito, Mur?! L'Urlo di Atena non lascia scampo! Qualunque piano tu abbia…" iniziò Ioria, ma in quel momento Libra gli poggiò la mano sulla spalla, guardando a lungo il Cavaliere d'Ariete negli occhi.
"La tua saggezza è sempre stata grande, Mur" sospirò infine "Qualsiasi piano tu abbia, noi ti aiuteremo!"
Diversi sguardi passarono dal custode della settima casa a quello della prima, mentre Bres ed i Cavalieri d'Oro soppesavano quel che era chiesto loro, poi Scorpio avanzò di un passo, sollevando le braccia nella posizione del colpo proibito.
"Già una volta ho levato questo colpo contro un amico… fa che non accada di nuovo!" chiese con amara solennità.
"Spero che tu sappia quel che stai facendo…" affermò soltanto Ioria, inspirando profondamente e ponendosi accanto al compagno.
Per un attimo, gli altri guerrieri rimasero perplessi, quasi incerti di fronte alla prospettiva di ricorrere in prima persona alla tecnica che Atena stessa aveva vietato, poi Virgo mosse un passo in direzione dei compagni. Appoggiandogli una mano sulla spalla però, Toro lo fermò, oltrepassandolo e ponendosi in ginocchio tra i due amici.
"Non so proprio che razza di piano tu possa avere in mente… ma ho sempre avuto fiducia in te, sin da quando ci incontrammo quel giorno da bambini… e se è il mio onore di guerriero che devo mettere in gioco per dimostrarlo, non esiterò di certo! Bada però, se quando questa guerra sarà finita non sarai al mio fianco a chiedere perdono ad Atena per tale vigliaccheria, non potrò mai perdonartelo!" gli disse sorridendo.
"Vi ringrazio…" rispose soltanto Mur, toccato nel profondo dall'amicizia e dal rispetto dei compagni.
In quel momento, il Khan cadde, abbattuto dalla forza della Dea di Avalon.
"Noi… terremo impegnata Titania!" disse Libra, guardando brevemente i guerrieri rimasti "Ti aiuteremo… in qualsiasi modo!"
Annuendo, Mur si voltò, allontanandosi di qualche passo, e non notando l'ombra di malinconia che per un istante era comparsa sul viso del custode della Bilancia. Solo uno di loro la scorse, e comprese cosa avesse intenzione di fare il difensore del settimo tempio dello zodiaco.
Mentre Virgo, Kanon e Bres si allargavano a ventaglio verso Titania, Libra si allontanò nella direzione opposta rispetto a Mur, celandosi tra le ombre della notte.
"Mur, amico mio… l'affetto che provi per tutti noi è grande… sai bene che affinchè il tuo piano funzioni è necessaria un'altra cosa, ma non hai avuto il cuore di chiedercelo. Forse speri che il fato ci sorrida… che la sorte muova il suo occhio benevolo su di noi… ma così tanto dipende da questa battaglia… vite che ci sono così care… come posso lasciar tutto questo alla cieca fortuna?" pensò, mentre con la coda dell'occhio vide Kanon essere travolto dal cosmo della Dea.
"Sirio… Fiore di Luna… siete stati come figli per me… dei soli che hanno illuminato le mie giornate squarciando il nero velo della solitudine. So che soffrirete per questo mio gesto… ma spero che un giorno possiate capire perchè l'ho fatto… perchè ero il solo a poterlo fare… Dal luogo in cui andrò, pregherò Atena affinchè possiate vivere felicemente insieme, lontano da guerre e minacce di morte, da divinità oscure ed eserciti divini. Addio per sempre…" concluse, versando una lacrima solitaria.
Solo in quel momento si accorse di qualcuno che si era avvicinato di soppiatto alle sue spalle. Riuscì appena a voltarsi, che un colpo lo raggiunse di sorpresa, paralizzandolo.
"T… tu…perchè?" balbettò a stento, crollando a terra.
"Un uomo come te… non può assolutamente morire!" rispose soltanto la figura, sorridendo gentilmente e scomparendo nella notte.
In quello stesso momento, Titania travolse gli ultimi avversari, accorgendosi finalmente di Ioria, Toro e Scorpio, pronti nella posa dell'Urlo di Atena.
"Stolti! Scegliere di tentare ancora una volta un'arma che si è già rivelata inefficace contro la regina di Avalon! E sia, lanciate pure di nuovo la tecnica che la vostra Dea vi ha vietato, e preparatevi a dire addio alla vita!" proclamò con orgogliosa fermezza.
"Ti sbagli… non sei tu il nostro bersaglio! Mur, tutto è in te ora!! Urlo di Atenaaa!!!" gridò Toro con voce rotta dal timore, eseguendo insieme ai due amici il colpo della triade.
Nel rendersi conto di non esserne lei l'obiettivo, Titania trasalì, voltandosi di scatto verso Mur.
"Sovrana di Avalon, a lungo hai proclamato la tua divina superiorità su noi comuni Cavalieri! Ebbene, sarà proprio grazie alla strategia di una divinità ben più antica di te che ti sconfiggeremo!!" sentenziò il Cavaliere d'Ariete, facendo esplodere il suo cosmo, non per colpire ma per potenziare al massimo i suoi poteri psicocinetici. Proprio come quando si teletrasportava, Mur focalizzò la sua aura in un singolo oggetto, che stavolta non era come sempre il suo corpo, ma l'immane sfera energetica dell'Urlo di Atena.
Gridando per lo sforzo disumano, con flotti di sangue che sprizzavano dalle ferite e l'armatura in procinto di andare in pezzi per la vicinanza del colpo proibito, Mur diede fondo a tutte le sue forze, concentrando il corpo, la mente e l'anima su un unico obiettivo. E in quel momento, l'Urlo di Atena scomparve, teletrasportato di qualche metro sopra la Dea, pronto ad abbattersi su di lei con tutta la sua inaudita energia.
"Ha usato… la strategia di Giapeto?!" comprese sbalordito Ioria, memore dei varchi dimensionali del Titano, mentre Mur crollava al suolo per lo sforzo.
"Le difese di Titania sono abbassate… forse così potremo finalmente vincerla!" esultò Scorpio.
Con un movimento fulmineo però, Titania si avvise del pericolo, e sollevò le mani per difendersi.
"Oh no…! Mur non è riuscito a teletrasportarlo abbastanza vicino da sorprenderla del tutto… lo respingerà!" esclamò Toro.
Ma in quel momento, qualcuno comparve alle spalle della Dea di Avalon, afferrandola e bruciando al massimo il suo cosmo per trattenerla.
"Chi osa?!" sibilò la Dea, girando la testa, e scoprendo sbalordita l'identità del suo nemico. "Tu sei… Kanon!"
"Esatto: Kanon dei Gemelli, custode della terza casa di Atene! Colui che ti accompagnerà… nel tuo ultimo viaggio!" sussurrò l'eroe, privo della sua armatura d'oro e coperto dal sangue da centinaia di ferite, stringendo la presa.
"Come può essere… eppure eri lì, disteso al suolo privo di sensi!" balbettò Titania, voltandosi verso il punto in cui lo aveva atterrato dopo l'ultimo assalto.
Ma quello che vide a terra non era Kanon, soltanto la sua corazza vuota.
"Hai… usato l'armatura per ingannarmi!" comprese la Dea.
Il ragazzo la guardò negli occhi, sorridendo sarcasticamente, e nella sua orgogliosa rassegnazione Titania vide riflessa l'ombra della propria fine. "Morirai anche tu!" sibilò, dimenandosi per liberarsi e colpendo il nemico con tremende scariche energetiche, ma Kanon mantenne la presa, dando fondo ad ogni stilla del suo indomabile spirito guerriero.
"Affinchè la strategia di Mur avesse la certezza di funzionare… era necessario che uno di noi si sacrificasse per trattenerti. Ma… non ha avuto il cuore di chiederci un simile prezzo… forse riteneva di poter essere lui stesso a farlo… o forse sperava che avrebbe avuto successo ugualmente! Solo Libra ed io abbiamo capito… ma non potevo permettere che fosse lui ad immolarsi!"
"Sei disposto a dare la vita pur di sconfiggermi?! A tal punto giunge il tuo desiderio di vittoria?!!" domandò sconvolta la Dea, mentre già l'energia dell'Urlo di Atena li avvolgeva.
"Proprio come tu eri disposta a morire pur di fermarci… non siamo così diversi, dopo tutto. Se gli esseri viventi sapessero guardare al di là delle differenze che li separano… trovando invece quel che li accomuna… forse non vi sarebbe più bisogno di guerre e Cavalieri…" rispose Kanon, sorridendo serenamente mentre l'Urlo di Atena si abbatteva su di loro.
"Perdonami, Dhoko, se ti ho fermato in quel modo… e ti prego, non sentirti in colpa per la mia fine. E' stata mia la scelta… non ho rimpianti! Mi hai indicato come modello per le nuove generazioni, prova vivente di come sia possibile superare le insidie del male, e di questo ti sono grato. Ma tu sei un pilastro di saggezza per tutti noi… amato e rispettato da compagni ed avversari… guida sicura in battaglia… non potevo lasciare che fossi proprio tu a donare la vita… nè ora che l'oscura signora già agita su di me la sua mortifera falce… nè mai. Addio, amico mio…
Addio Virgo, che sai unire la forza di un Dio allo spirito di sacrificio di un uomo…
Addio, Scorpio, guerriero orgoglioso e fiero, ed eppur capace di leggere negli altrui cuori e compiere atti di suprema nobiltà…
Addio, Ioria, che con le tue leonine zanne, hai sempre saputo far fronte alla sofferenza, e separare la giustizia dall'infamia, in qualunque forma essa si celasse…
Addio, Toro, esempio di bontà e umiltà per tutti noi… àncora sicura ogni qualvolta l'orgoglio rischi di farci dimenticare che anche un Cavaliere è, in fondo, un semplice uomo…
Addio, Mur, saggio e venerabile, possa la tua sapienza accompagnarli, nei giorni che verranno…
Addio Syria… Pegasus… Phoenix… a…dio…"
E con queste parole di sincero commiato, Kanon di Gemini, Cavaliere d'Oro di Atena, morì.
Nel suo letto, nell'infermeria di Asgard, Syria trasalì incredulo.
Sull'Olimpo, i cinque Cavalieri Divini si guardarono l'un l'altro, con gli occhi sbarrati.
"Il cosmo… di Kanon…" balbettò Andromeda, in lacrime
"E' scomparso…" disse Sirio, piangendo a sua volta, come pure Cristal che era accanto a lui.
"Kanon… ancora una volta… hai dato la tua vita per tutti noi…" mormorò Phoenix, stringendo i pugni per la frustrazione.
"Iaaaargghh!!!!!!!" gridò Pegasus, colpendo con tutta la forza la barriera di Oberon, e poi appoggiandosi ad essa, mentre le lacrime gli scendevano copiose sul viso "Kanon… ti vendicheremo!" singhiozzò.
Sul campo di battaglia, più niente era rimasto dei corpi di Kanon e Titania, completamente distrutti dalla forza dell'Urlo di Atena. Non c'erano però tracce di vittoria nei cuori degli eroi, solo un infinito dolore.
"Kanon… perchè…" pianse Libra, che aveva appena riconquistato la capacità di movimento.
"Non ti sei curato del rischio… sei morto proprio come hai vissuto quella che definivi la tua nuova vita: da vero Cavaliere di Atena! Dall'alto dei cieli dove sei ora… finalmente riunito a tuo fratello Gemini… veglia su di noi!" sussurrò Scorpio.
"Eterno onore a te, Kanon di Gemini!" mormorò Virgo.
In mezzo a loro, Ioria avanzò fino al sigillo di Oberon, fissandolo con occhi colmi di rabbia.
"Quanto dolore e sangue… quante vite sono costate questi miseri pezzi di pietra. E' ora di porre fine a questa maledetta guerra!" esclamò, sollevando il pugno distruggendo l'ultimo sigillo, senza nemmeno curarsi di leggere quel che vi era scritto sopra.
Immediatamente, la colonna di luce che si stava abbattendo su Nettuno tremulò e scomparve. Priva della sua fonte di energia, la barriera attorno all'Olimpo vibrò, illuminandosi per un istante, prima di andare finalmente in pezzi.
"La via è finalmente libera! Andiamo, Cavalieri!!" gridò Pegasus ancora colmo di dolore, spiegando quel che restava delle ali della sua armatura divina, subito affiancato dai compagni, e balzando nel cielo.
"N…no… aspettate… non andate…" giunse il tenue sussurro di Zeus, che aveva appena riaperto gli occhi.
Ma era troppo tardi, avvolti nei loro cosmi dai colori dell'arcobaleno, i cinque eroi erano già scomparsi all'orizzonte.