NELLE SABBIE DEL DESERTO

Sotto il cocente sole di Libia, una figura avanzava camminando faticosamente sul fianco di una duna del deserto, cercando di proseguire in linea retta nonostante la mancanza di punti di riferimento. Scorpio, cavaliere d'oro di Atene, era lì da più di un'ora ormai, alla ricerca del misterioso talismano con cui Oberon stava mantenendo la barriera sull'Olimpo.

Raggiungere la Libia era stato facile, gli era bastato meno di un secondo alla velocità della luce per attraversare la distanza che separava la Grecia dallo stato nord-Africano, ma trovare l'obiettivo della sua ricerca si stava rivelando impresa più ardua del previsto. Mur e Virgo erano stati infatti incapaci di dargli coordinate molto precise, e sulla mappa avevano indicato semplicemente l'enorme deserto che, incuneato tra le grandi catene montuose vicine alla costa, si estendeva per miglia e miglia, fino alle montagne che separavano il paese dall'Algeria.

Non avendo scelta quindi, il cavaliere d'oro era stato costretto ad incamminarsi alla cieca nel deserto, attraversandolo orizzontalmente nel centro, nella speranza di avvertire l'energia del talismano una volta avvicinatosi abbastanza. Per non rischiare di mancarlo, e non diventare una facile preda per un eventuale nemico nascosto, aveva preferito camminare normalmente anzichè muoversi alla velocità della luce usando i suoi poteri. Le ricerche però erano state finora infruttuose, e la temperatura altissima, ben superiore a quelle già normalmente elevate della Grecia, si faceva sentire sottoforma di costanti rivoli di sudore sul viso e sotto la corazza.

Per cercare di difendersi dal sole, Scorpio aveva afferrato un lembo del mantello, stendendolo come uno scudo con cui manteneva almeno il volto un pò in ombra, sebbene il sollievo garantito da questo metodo fosse minimo. Fortunatamente, l'armatura d'oro non conduceva molto il calore o avrebbe rischiato seriamente di ustionarsi, ma ciononostante poteva sentirne i pezzi che quasi affondavano dolorosamente nella carne. Ignorando il fastidio, il guerriero scostò per un attimo il mantello per guardarsi attorno. Era finalmente arrivato in cima ad una duna particolarmente alta, e sperava che da lì avrebbe avuto una visuale migliore, o magari notato qualcosa che potesse indicargli la direzione da prendere, ma purtroppo le sue speranze sembravano essersi rivelate vane. Ovunque estendesse lo sguardo, non vi era che una sconfinata distesa di sabbia.

Sospirando tristemente, Scorpio riprese a camminare, chiedendosi se Mur e Virgo non l'avessero mandato nel posto sbagliato, ma sapendo anche, in cuor suo, che questo era impossibile.

"Acquarius, amico mio… è un peccato che tu non sia più tra noi. In un posto così bollente la tua compagnia mi sarebbe stata sicuramente gradita!" mormorò ironicamente, ripensando con malinconia all'amico scomparso durante la rivolta di Gemini. "Se avessi saputo che il tempo a mia disposizione sarebbe stato così poco, avrei sicuramente tentato molto più insistentemente di farti perdere almeno un pò della tua freddezza !" si disse accennando un sorriso, che divenne un pò più largo quando, nella sua mente, l'immagine del compagno di un tempo venne sostituita da quella del suo giovane allievo indiretto, Cristal il Cigno "Ha fatto dei passi da gigante in questi ultimi tempi… sono certo che, dall'alto del Paradiso dei Cavalieri, sarai fiero di lui e dei suoi progressi. Io non ho potuto far niente per te, ma te lo giuro: non permetterò che tutti gli sforzi di Cristal contro gli Dei dell'Olimpo siano vanificati dalle azioni di Oberon !" pensò determinato.

Il cavaliere poi alzò di nuovo la testa, osservando il sole, che ormai era allo zenith sopra di lui. "Questo sole così caldo e brillante… mi ricorda quel giorno !" mormorò, tornando con la memoria indietro nel tempo di alcuni anni.

All'epoca era ancora un bambino, e da soli pochi mesi aveva deciso di abbandonare l'orfanotrofio in cui era cresciuto per diventare un cavaliere di Atena. Aveva sentito parlare dell'esistenza dei leggendari guerrieri da un vecchio prete che di tanto in tanto veniva a trovare lui e gli altri orfani, e le sue parole avevano risvegliato dentro di lui il desiderio di fare qualcosa della sua vita, combattendo il male e proteggendo i deboli, mettendo tutto se stesso al servizio della giustizia e meritandosi gloria e onori.

Scappato dall'orfanotrofrio, si era così recato nella zona del Partenone, nella speranza di poter trovare l'accesso al Grande Tempio esplorando quelle montagne, visto che lì di tanto in tanto i turisti si imbattevano in strane persone, che dalla descrizione sarebbero potuti essere soldati o cavalieri. Con suo enorme stupore, un uomo, vestito di una tunica bianca e con un elmo d'oro sul capo, lo stava aspettando tra le colonne. La sorpresa poi non potè che aumentare enormemente quando quest'ultimo gli disse di essere il Grande Sacerdote di Atena, capo supremo dei cavalieri quando la Dea non era presente sulla Terra, e che, secondo le stelle, lui era predestinato non solo a diventare uno di loro, ma addirittura a diventare un cavaliere d'oro, uno dei dodici guerrieri più potenti di tutti.

Perchè questo glorioso destino si compisse però, vi erano delle condizioni da rispettare. Sarebbe dovuto riuscire a padroneggiare il cosmo, raggiungendo livelli inarrivabili per gli altri cavalieri di rango inferiore, e soprattutto sarebbe dovuto sopravvivere all'addestramento, confermando dunque di essere un predestinato. Lui aveva accettato con gioia, ed il Sacerdote lo aveva portato al Grande Tempio, dove gli aveva presentato coloro che sarebbero potuti diventare i suoi parigrado, affermando che nei prossimi mesi avrebbe insegnato personalmente loro le basi del cosmo, prima di inviarli in luoghi dove, da soli e senza l'aiuto di alcun maestro, ma solo con l'occasionale supervisione di un cavaliere d'argento, avrebbero dovuto afferrarne l'essenza, aumentando e padroneggiando i loro nuovi poteri e sviluppando delle tecniche di combattimento adeguate al rango cui miravano. Se vi fossero riusciti, e se nel loro cuore avesse continuato ad albergare il desiderio di giustizia, le armature d'oro li avrebbero riconosciuti come loro padroni.

I sette mesi seguenti così passarono tra lezioni e durissimi allenamenti, enormemente peggiori di quelli in cui erano impegnati i futuri cavalieri di bronzo e d'argento. Come Scorpio ebbe presto modo di accorgersi, non tutti i futuri cavalieri d'oro erano con lui. Capricorn, e soprattutto Gemini e Sagitter erano già molto più avanti, grazie alla loro maggiore età, e quest'ultimo aveva ottenuto il permesso di addestrare personalmente il fratello minore Ioria, cosa abbastanza rara per dei cavalieri d'oro. Mur, predestinato all'armatura dell'Ariete, era, per ragioni sconosciute ai più, l'allievo personale del Sacerdote, e quindi veniva allenato a parte, e colui che avrebbe dovuto proteggere la casa della Vergine era rimasto in India, per un discorso che Scorpio non aveva ben capito, ma che aveva a che fare con il legame tra i guerrieri di quel segno ed il Buddha. Il cavaliere di Libra infine non era necessario, perchè l'antico possessore di quell'armatura era ancora in vita, sebbene conducesse un'esistenza isolata in Oriente. Ad allenarsi con lui quindi c'erano solo Toro, Cancer, Acquarius e Fish, ma tutti loro erano così presi dall'addestramento che i dialoghi erano minimi, e solitamente limitati alla fine della giornata. Tra loro, lo avevano colpito in particolare Toro, bambino molto corpulento per la sua età, la cui profonda risata metteva allegria, ed Acquarius, silenzioso e formale, ma anche sempre pronto a dare un consiglio se necessario. Cancer invece ostentava verso chiunque una bontà quasi eccessiva per i suoi gusti, e Fish era un assoluto mistero, visto che raramente rivolgeva a chiunque la parola.

Finalmente, dopo che i sette mesi furono trascorsi, il Sacerdote convocò uno ad uno gli aspiranti cavalieri, e, poggiandogli una mano sulla fronte, fece vedere loro le tecniche sacre proprie dei passati custodi della casa che avrebbero protetto se fossero riusciti ad ottenere l'investitura. Come Scorpio ebbe modo di scoprire infatti, vi erano alcuni colpi segreti base che venivano tramandati da generazione in generazione, in particolare per i cavalieri d'oro, e che andavano assolutamente dominati se si voleva ottenere il titolo, anche se questo non vietava loro di inventarne di nuovi. Il Sacerdote li aveva appresi addirittura vedendoli di persona, nel corso dell'ultima guerra sacra più di due secoli prima, ed ora stava usando i suoi misteriosi poteri per mostrarglieli almeno una volta. Stupito, Scorpio vide il colpo base dello Scorpione, una tecnica chiamata Cuspide Scarlatta, e non potè che essere ammirato dalla sua eleganza e velocità.

Fatto ciò, il Sacerdote lo inviò nel luogo in cui avrebbe dovuto completare l'addestramento, la zona montuosa nella parte centro-occidentale dell'isola di Milos, al largo delle coste greche. Lì, dove nessuno l'avrebbe disturbato grazie ad un accordo con il governo locale, sarebbe dovuto riuscire a sopravvivere per vari anni, a fortificare il corpo e lo spirito e poi a dominare il cosmo e la Cuspide Scarlatta, padroneggiando la velocità della luce e raggiungendo il livello massimo di cui il Sacerdote gli aveva parlato: il settimo senso. Il giorno dell'arrivo sull'isola, di fronte a quelle spoglie rocce che sarebbero stata la sua casa per i prossimi anni, ed al futuro che lo aspettava, il bambino non aveva potuto che provare un senso di smarrimento, e più di ogni altra cosa gli era rimasto impresso il sole abbagliante che brillava nel cielo limpido, lo stesso sotto il quale camminava faticosamente ora.

In quel momento, una lieve emanazione di energia cosmica strappò Scorpio ai suoi ricordi, riportandolo alla realtà. Tendendo i sensi, il cavaliere si concentrò al massimo, percependone la fonte e correndo in quella direzione. In un avvallamento tra alcune dune, si trovava qualcosa di brillante, da cui, sforzandosi, vedeva a stento partire una colonna di energia, stranamente trasparente, che la rendeva impossibile da individuare da lontano.

"A quanto pare l'ho trovato finalmente !" mormorò Scorpio, restando immobile e guardandosi attorno con cautela. Non percepiva cosmi nemici ed il talismano sembrava senza difese, ma tale mancanza di cautela da parte di Oberon era decisamente improbabile. Nondimeno, restare a guardare non avrebbe aiutato Cristal e gli altri sull'Olimpo, e cercare di nascondersi in mezzo al deserto era impossibile, oltre che disonorevole, così il cavaliere si mosse lentamente verso il bersaglio, attentissimo a qualsiasi emanazione cosmica e pronto a difendersi in caso di attacco.

Improvvisamente però, dopo solo pochi passi, la sabbia sotto di lui iniziò a franare, ed una specie di gorgo, simile all'enorme trappola di un formicaleone, gli si aprì davanti. "Ma che cosa… ?!" esclamò, cadendo sulla schiena incapace di mantenere l'equilibrio, ed iniziando velocemente a sprofondare verso il centro. Ogni tentativo di aggrapparsi alle pareti fu vano, visto che la sabbia gli scivolava tra le dita non offrendo un appiglio sicuro, e fare leva sulle gambe per rialzarsi in piedi o saltare era impossibile. Nel giro di pochi attimi, Scorpio scomparve completamente, inghiottito dal deserto, e nella zona calò un silenzio tombale.

A spezzarlo, qualche minuto dopo, fu una maliziosa risata. "Uh uh uh… e così questi sarebbero i tanto rinomati cavalieri d'oro di Atena ? se è tutta qui la loro forza, la sconfitta di Zeus è ormai certa !" disse con evidente soddisfazione una figura, emergendo dalla sabbia, sotto la quale si era nascosta, a pochi passi dal talismano, ed osservando il punto in cui era scomparso Scorpio.

In quel momento però, il suo risolino venne bruscamente interrotto da un'esplosione di energia, preannunciata da una colonna di luce. Circondato da un bagliore accecante, Scorpio uscì dalla sabbia, balzando a pochi passi dal nemico con un sorriso astuto dipinto sul volto. "Visto che non volevi venire fuori, ho pensato di forzarti un pò la mano, lasciandoti l'illusione della vittoria… e a quanto pare la mia strategia ha funzionato…" sussurrò, osservando chi aveva di fronte. Non appena l'ebbe fatto però, la sua espressione cambiò, sostituita da una di sincero stupore, perchè il suo nemico era una giovane donna dai lunghi capelli castani.

Alta più o meno quanto lui, snella e slanciata, con occhi di un azzurro vivo e capelli lunghi fino ai gomiti, la donna indossava un'armatura abbastanza integrale, sul livello di quelle dei cavalieri d'argento, i cui colori principali erano il grigio ed il marrone. La corazza copriva il torace, le braccia dal gomito in giù, il bacino, le ginocchia e le gambe, ma non aveva elmo, coprispalla o protezioni per i bicipiti. Era un'armatura abbastanza anonima, nella forma vagamente simile a quelle dei guerrieri medioevali e priva di fregi o decorazioni, eccezion fatta per alcune intarsiature sulla parte alta del pettorale, sotto le clavicole, sui bracciali e sui gambali, che comunque non avevano una forma identificabile. Sotto l'armatura, la ragazza non indossava maniche, con l'unica eccezione di una piccola fascia di stoffa, all'altezza del bicipite sinistro, ed infatti le braccia erano nude, rivelando una pelle lattiginosa, tipica degli abitanti di alcune zone del Nord Europa. Le gambe invece erano coperte da pantaloni marroni, simili a quelli dei soldati sconfitti al Grande Tempio prima di partire. Nel complesso, la donna era decisamente bella, al punto che persino il normalmente fluente Scorpio rimase per un attimo interdetto a guardarla.

"Sembri volermi spogliare con gli occhi… devo ricordarti che siamo su un campo di battaglia, e non nelle stanze di un'osteria ?" disse ad un tratto lei con un sorriso malizioso e beffardo, accorgendosi dello stupore del nemico.

A queste parole, il cavaliere riprese subito il controllo, e sorridendo ironicamente a sua volta, rispose "Perdonami, non capita spesso di incontrare una così attraente figura in combattimento. Ma se speri che la bellezza ti permetterà di averla facilmente vinta su Scorpio, cavaliere d'oro del Grande Tempio di Atene, allora sei decisamente in errore. Qual è il tuo nome ?"

"Dinann, Guardiana di Avalon! E' così che mi chiamo, non te lo dimenticare! E se davvero il mio aspetto ti impedisse di dare il meglio nello scontro che sta per cominciare, allora questa vittoria sarebbe fin troppo noiosa per me. Perchè è così che questo combattimento avrà fine, il tuo cosmo, il settimo senso di cui voi cavalieri di Atena vi vantate tanto e quell'armatura, non ti salveranno da sicura sconfitta !" dichiarò audacemente, con un tono che infastidì Scorpio.

"Non prenderti gioco dei cavalieri d'oro, che dopo non abbia a pentirtene! Il tuo cosmo non sembra niente di speciale, se è tutto qui il tuo potere, la facile vittoria di cui parli sarà in realtà la mia !" ribattè un pò acidamente il guerriero, offeso dal tono con cui Dinann aveva parlato dei cavalieri d'oro, e nel contempo incuriosito dal suo cosmo, vasto ma non quanto quello dei custodi del Grande Tempio. "Per prima cosa, porrò fine ai tuoi movimenti, con le Onde di Scorpio !" gridò, sferrando il suo attacco paralizzante, che investì in pieno Dinann, la quale non tentò neppure di difendersi, restando del tutto immobile.

Accorgendosi di ciò, Scorpio sorrise soddisfatto, ma altrettanto fece Dinann. "Tutto qui ?" provocò, annullando gli effetti dell'attacco nemico con solo una lieve emanazione cosmica, e turbando leggermente il cavaliere.

"E più abile di quanto credessi, ma non importa. Non riuscirà mai a muoversi abbastanza in fretta da evitare la Cuspide Scarlatta !" pensò il custode dell'ottavo tempio, espandendo il suo cosmo dagli aurei bagliori ed allungando l'unghia dell'indice destro, mentre Dinann l'osservava restando immobile.

"Hai deciso di subire la tecnica mortale di Scorpio ? La scelta che hai preso è dunque la più atroce ! Cuspide Scarlatta !!" gridò, lanciandosi contro di lei alla velocità della luce, pronto a trafiggerla con l'aculeo venefico. Stranamente, Dinann rimase del tutto immobile, senza neppure accennare una difesa.

"E' finita, ormai non può più nulla !" commentò il cavaliere nell'istante stesso in cui affondava il colpo, ma incredibilmente all'ultimo secondo la donna scomparve nel nulla, neanche fosse un fantasma. Scorpio non ebbe neppure il tempo di capire cosa fosse accaduto, che una voce alle sue spalle lo schernì. "Puntare il dito contro una dama… i tuoi modi mi impressionano sempre di meno !" sentì, prima che una forza tremenda lo colpisse in pieno sulla schiena, lacerando il mantello e scagliandolo a faccia in giù nella sabbia.

Grazie all'armatura d'oro, Scorpio non subì danni o ferite serie, ma lo smacco era bruciante, come pure il non essere riuscito a capire in che modo la Guardiana avesse evitato l'attacco, portandosi alle sue spalle. "Mangi la polvere ?" lo derise Dinann dietro di lui.

A queste parole, il cavaliere d'oro si rialzò con la velocità del lampo, dandosi la spinta con le braccia ed eseguendo una capriola a mezz'aria. "Non sottovalutare la forza dei cavalieri d'oro !! Cuspide Scarlatta !!" gridò con rabbia crescente, calando il colpo dall'alto verso il basso. Ancora una volta il suo bersaglio scomparve nel nulla una frazione di secondo prima dell'impatto, ma stavolta Scorpio se lo aspettava e, facendo perno sul piede, roteò su se stesso, sorprendendo Dinann dietro di lui e scagliando la Cuspide.

"E' fatta !" esultò nel notare la leggera sorpresa sul volto della ragazza, ma la soddisfazione non durò che un attimo, poi il guerriero si accorse di averla mancata di nuovo. Nello stesso momento, Dinann comparve al suo fianco, e contemporaneamente Scorpio si sentì schiacciato da una forza terribile, che gli impediva ogni movimento. "Uh uh, ora è il tuo turno ad essere paralizzato. Ma non credo che riuscirai a liberarti facilmente come ho fatto io poco fa…" gli sussurrò la voce di Dinann nell'orecchio, avvicinandoglisi quasi come se volesse baciarlo.

In trappola, e con una pressione sempre crescente sul corpo, il cavaliere urlò di dolore. L'armatura d'oro non dava cenni di cedimento, ma le sue costole non erano altrettanto resistenti, e stavano rischiando di essere schiacciate da quella forza inaudita. Insieme al dolore però, negli occhi di Scorpio brillava ora anche la luce della consapevolezza "Uuh… questa è… psicocinesi ! Tu possiedi dei poteri mentali !" accusò a denti stretti.

"Uh ? te ne sei accorto… sei più intuitivo di quel che credessi…" si limitò a rispondere la donna, con un'espressione a metà tra il sorpreso ed il disinteressato, mentre continuava ad aumentare la pressione sulla preda.

"E' capace di teletrasportarsi proprio come Mur ! E' così che ha evitato i miei attacchi, ed ora mi ha intrappolato in una morsa psicocinetica ! Io non sono il più adatto a combattere nemici del genere, sconfiggerla non sarà affatto facile ! Però…" riflettè il custode dell'ottavo tempio, digrignando i denti per il dolore, ed al tempo stesso facendo esplodere il suo cosmo in un bagliore accecante e contrastando la pressione psicocinetica.

"Ma che cosa ?" mormorò Dinann, sinceramente stupita "Non può essere… sta spezzando la mia presa !!" esclamò, indietreggiando di un passo, proprio mentre, con un grido di rabbia, Scorpio frantumava la pressione psicocinetica, liberandosi e cadendo a terra in affanno.

"Come hai fatto ?!" gli chiese con veemenza.

"Anf anf…a quanto sembra… non sono l'unico che aveva sottovalutato il nemico !" disse rialzandosi "E non è ancora finita ! Cuspide Scarlatta !!"

"Che sciocco ! Non hai capito che con me non funziona ?!" lo criticò Dinann teletrasportandosi per evitare di essere ferita. Nel riapparire però, si accorse che un'altra cuspide era diretta verso di lei, obbligandola a spostarsi di nuovo, solo per trovarsi sulla traiettoria di una terza.

"Come fa a capire dove mi trovo ?!" pensò con una punta di panico, riuscendo a teletrasportarsi appena in tempo, ma diventando il bersaglio per altre punture. "E' impossibile ! A meno che… !" intuì all'improvviso, costringendosi a guardare il cavaliere d'oro nonostante il rischio di essere colpita: come aveva intuito, Scorpio stava lanciando Cuspidi alla cieca in tutte le direzioni, nella speranza di riuscire a raggiungerla.

"Oh no ! Se mi allontano troppo lascerò il talismano incustodito ! Ma se continuò così…" realizzò, ed in quel momento, dopo aver evitato una dozzina di Cuspidi, si accorse di avere più energia per il teletrasporto. Nello stesso istante, una puntura dello Scorpione la raggiunse in pieno petto, spingendola indietro con un grido di sorpresa, ed obbligandola a piegarsi portando la mano al torace. Nell'accorgersi di ciò, Scorpio interruppe l'attacco.

"Come hai fatto a capire ?!!" gli gridò con rabbia non appena si fu avvicinato, aspettandosi di vederlo sorridere soddisfatto, ma leggendo sul suo viso solo un'espressione di rispetto.

"Uno dei miei compagni ha poteri simili ai tuoi… per questo so che il teletrasporto consuma molte energie, specie se non si ha il tempo di fermarsi a rifiatare. Io invece posso eseguire più volte la Cuspide Scarlatta senza temere di esaurire le forze, così non ho dovuto far altro che attaccare in tutte le direzioni ed aspettare che ti stancassi. Ti saresti potuta salvare solo teletrasportandoti fuori dal mio raggio d'azione… ma in questo modo mi avresti lasciato campo libero !" spiegò il cavaliere d'oro, fissandola in viso. "Ormai la battaglia è finita ! arrenditi e ti lascerò salva la vita !" propose poi.

A queste parole, Dinann iniziò a ridere sommessamente "Te ne do atto, sei il primo che sia mai riuscito a colpirmi in più di mille anni, ma ora non credere di aver già vinto !" esclamò.

"Cosa ?! Più di mille anni… che significa ?!" chiese Scorpio, confuso da quelle strane parole.

"Non lo sapevi ? Tutti noi Guardiani di Avalon siamo antichi ! Quando l'isola delle nebbie è occultata dal mondo, il tempo al suo interno scorre in modo molto diverso… decenni dei vostri per noi che vi abitiamo non sono che minuti! Per poter eseguire il suo piano, Lord Oberon ha rimesso temporaneamente l'isola in sincrono con il mondo esterno, ma, prima di oggi, l'ultima volta che avevo calcato questa terra è stato 1158 anni fa !" spiegò la donna.

"Incredibile… come Atena protegge il Grande Tempio con numerosi scudi, così Oberon tiene al sicuro Avalon ponendola fuori dal mondo, in un limbo in cui persino il tempo scorre diversamente. Quale prodigio !" commentò Scorpio, sorpreso a quella rivelazione, ed al pensiero che potessero esistere luoghi del genere. Poi però il cavaliere d'oro riprese il sangue freddo "Ciò comunque non cambia le cose ! Ora che hai subito la prima cuspide, il veleno dello Scorpione inizierà il suo fatale effetto, impedendoti ogni movimento ! Non ti resta che una scelta: resa, o morte !" dichiarò, stringendo il pugno con convinzione.

"Resa o morte… devi esserti esercitato molto a fare discorsi, la tua lingua punge più della Cuspide Scarlatta di cui ti vanti tanto !" ribattè sorniona Dinann, spostando la mano con cui aveva coperto la ferita, e rivelando che il pettorale dell'armatura era stato incrinato, ma non perforato del tutto, impedendo quindi alla puntura di raggiungerla.

"Non può essere !! La Cuspide Scarlatta è in grado di penetrare qualsiasi corazza, come hai fatto ?!" domandò Scorpio, spalancando gli occhi allibito, prima di accorgersi che, tra le crepe del pettorale, si notavano striature di un azzurro brillante. "Noo… che sia…"

"L'hai capito finalmente ! Le nostre armature sono rinforzate con il leggendario Orialcon ! Lo stesso minerale con cui, al tempo dei miti, sono state forgiate le armature dei cavalieri di Atena !" affermò orgogliosamente Dinann, rimettendosi in piedi "E non è tutto ! L'Orialcon è presente nelle nostre corazze in quantità ben maggiori che nelle vostre ! E questo significa che anche senza la Polvere di Stelle e lo Xantos, le nostre due armature hanno una resistenza paragonabile !"

"Oh no !" impallidì Scorpio, segretamente consapevole di una cosa, che non aveva mai rivelato a nessuno, nemmeno ad Acquarius: la Cuspide Scarlatta era inutile su un'armatura d'oro.

La Cuspide Scarlatta, quanto sangue e sudore Scorpio aveva versato per riuscire a dominare quella tecnica! Giunto sull'isola di Milos, aveva iniziato l'allenamento con entusiasmo, convinto che non gli sarebbe stato troppo difficile raggiungere l'essenza del cosmo e sviluppare la tecnica segreta mostratagli dal Grande Sacerdote. "Mi basterà meno di un anno per imparare la Cuspide Scarlatta e tornare ad Atene da cavaliere d'oro!" aveva pensato con convinzione il primo giorno.

Le sue speranze però si erano presto infrante contro la dura realtà. La vita tra le montagne non era facile, ma grazie a quanto insegnatogli dal rappresentante di Atena in terra, il ragazzo sapeva muoversi abbastanza velocemente per cacciare o pescare, ed una piccola casa in legno, fatta costruire apposta per l'occasione, gli faceva da dimora.

Ciononostante, cogliere l'essenza del cosmo e risvegliare il settimo senso, fonte di ogni forza, era un'impresa ben più difficile del previsto, ed allo scadere del primo anno tutto quel che era riuscito a fare era raggiungere la velocità di Match 5, e concentrare abbastanza forza e cosmo da frantumare la nuda roccia con le mani. Lo spirito di Scorpio però era forte, come il desiderio di portare a compimento il suo sogno e diventare cavaliere, e così il ragazzo continuava a provare e riprovare, nonostante la frustrazione. "Grande Sacerdote… non tradirò la fiducia che ha riposto in me ! Riuscirò ! Eseguirò la Cuspide Scarlatta !" si diceva quando, crollato al suolo per la stanchezza al termine di un'intera giornata di allenamenti, la tanto agognata meta sembrava irraggiungibile.

Passarono così altri due anni, e Scorpio riuscì a raggiungere Match 9 ed a scagliare potenti fasci di energia, tanto forti da scavare degli interi crateri dove colpivano. Ancora però la velocità della luce gli sfuggiva, e soprattutto gli sfuggiva il colpo segreto dello Scorpione.

"Ma perchè non riesco ?!!!" si sfogò una sera, colmo di frustrazione dopo un'altra giornata andata a vuoto, approfittando della presenza di un cavaliere d'argento inviato dal Grande Tempio per supervisionare i suoi miglioramenti. In passato, il Sacerdote aveva inviato Orione del Cane Maggiore, un uomo freddo e taciturno, verso il quale Scorpio non provava alcuna simpatia, che andava sempre via dopo averlo guardato per nemmeno un paio d'ore. Quella volta però era arrivato un cavaliere diverso, che aveva persino deciso di fermarsi a mangiare con lui, ed il cui sorriso cordiale aveva permesso al ragazzo di aprirsi un pò di più, dando libero sfogo alla rabbia repressa.

"Non capisco ! Perchè non riesco a lanciare la Cuspide Scarlatta o a raggiungere il settimo senso ! Sono già tre anni che sono qui, e non ho ottenuto niente !" gli disse con enfasi, più per togliersi un peso dal cuore che nella speranza di avere una risposta. Dopo tutto, i cavalieri d'argento, teoricamente grado intermedio tra i cavalieri di bronzo e quelli d'oro, erano in realtà molto più vicini ai primi come poteri, e quindi ben lontani dall'inarrivabile cosmo dei custodi delle Dodici Case.

Al suo sfogo, l'uomo sorrise, non con malizia ma con sincera bontà. "Non dire così, e non lasciare che l'amarezza del momento ti faccia sembrare vani i traguardi raggiunti finora. In soli tre anni hai raggiunto risultati che a me ne hanno richiesti sei… hai sviluppato un cosmo potente, molto vicino a quello di un cavaliere d'argento, e non sei che a metà di un normale periodo di addestramento." Gli disse in tono affabile.

"Si, però…" rispose Scorpio, abbassando lo sguardo non tanto convinto. L'aver raggiunto il livello di un cavaliere d'argento non gli sembrava affatto un traguardo degno di gloria, ma dicendolo apertamente avrebbe offeso l'uomo che gli era davanti.

Il cavaliere però sembro leggergli nel cuore. "Non avere timore di parlare, so bene anche io che di fronte al potere cui aspiri, il mio cosmo di cavaliere d'argento non è che una miseria" gli disse, con sincerità e senza traccia d'astio, stupendolo "I cavalieri d'oro hanno l'alto compito di proteggere Atena ed il Grande Sacerdote, sono l'ultimo baluardo di difesa e la più potente arma d'offesa, è naturale che debbano essere molto forti, ma proprio per questo ottenerne il titolo non è impresa da tutti !" continuò, con calma.

"Non ho mai visto la Cuspide Scarlatta, ma da quel che raccontano le leggende, è un colpo segreto molto diverso dal solito. Normalmente, per lanciare un attacco, si deve concentrare il proprio cosmo nel pugno o nel calcio, liberandolo poi in una devastante sfera di energia. La Cuspide però è più complessa… il cosmo dev'essere concentrato in un solo dito, la cui forza di penetrazione deve essere tale da perforare un'armatura nemica, e soprattutto il cosmo deve essere trasformato in veleno." spiegò.

"Veleno ?" chiese Scorpio, confuso. In tutti quegli anni non gli era mai venuto in mente che, in effetti, perchè la Cuspide avesse effetto, doveva iniettare nel corpo della vittima una forte dose di veleno mortale. Veleno che, certamente, non poteva provenire dal dito di Scorpio.

"Riuscire ad usare il cosmo per creare qualcosa è prerogativa dei cavalieri superiori… e nemmeno di tutti loro ! Concentrarlo in un solo dito e far si che all'impatto si trasformi in veleno sono le due grandi sfide che ti separano dall'investitura." concluse, alzandosi per riporre il piatto ormai vuoto ed avviandosi verso la porta.

"Un momento ! Non se ne vada !" lo chiamò Scorpio, dando per la prima volta del "lei" a qualcuno che non era il Grande Sacerdote "Come posso riuscire a trasformare il mio cosmo in veleno ? Cosa devo fare ?"

"Il settimo senso è la chiave. Raggiungilo, ed avrai le risposte che cerchi" gli rispose l'uomo, prima di aggiungere con un sospiro "O almeno penso… In fondo, cosa ne può sapere questo povero cavaliere d'argento ?"

Detto ciò, il cavaliere aprì la porta per uscire, ma, prima di mettere il piede fuori dalla soglia, si voltà di nuovo "Ieri sono stato in Siberia, a supervisionare l'addestramento di Acquarius. Lui è già riuscito a creare il ghiaccio con il cosmo, ed ora si sta allenando per raggiungere temperature sempre più basse … se non ti affretti, diventerà cavaliere d'oro prima di te !" ipotizzò, con un tono apparentemente distaccato, ma in realtà mirato a far leva sull'orgoglio del ragazzo, che sgranò gli occhi, mentre il cavaliere usciva dalla casa.

L'uomo non ebbe fatto tre passi che Scorpio gli corse dietro. "Aspetti ! Non mi ha detto il suo, chi è lei ?" gli chiese.

"Noesis, cavaliere del Triangolo" rispose semplicemente l'altro, sorridendo con gentilezza "Se il Sacerdote lo vorrà, ci rivedremo tra un anno !" aggiunse, prima di scattare via ad una velocità molto superiore a quella del suono.

"Noesis del Triangolo… quando ci rivedremo, riuscirò a concentrare il mio cosmo ed a mutarlo in veleno ! Acquarius, non lascerò che tu o chiunque altro diventi cavaliere d'oro prima di me !" dichiarò il ragazzo stringendo il pugno. La frustrazione di poco prima era scomparsa, sostituita da una nuova determinazione.

Passò così un altro anno, il quarto sull'isola, durante il quale Scorpio si allenò con persino più costanza di prima. Giorno dopo giorno, i fasci di energia diventavano sempre più sottili e precisi, il cosmo sempre più potente, il cuore sempre più vicino a coglierne l'essenza, il settimo senso. E finalmente, 365 giorni esatti dopo la sua partenza, il cavaliere del Triangolo tornò sull'isola. Scorpio, stavolta, lo aspettava con ansia.

"Come vanno i tuoi allenamenti, ragazzo ?" gli chiese l'uomo, avvicinandosi.

"Guardi lei stesso !" fu la risposta di Scorpio, che gli diede le spalle, cominciando a far bruciare il suo cosmo, che da bianco qual'era fino ad un anno prima, ora risplendeva di aurei bagliori. "Che forza impressionante… in un solo anno ha fatto dei passi da gigante !" pensò Noesis guardandolo, ma non disse niente per non disturbare la sua concentrazione. Davanti ai suoi occhi, il cosmo di Scorpio raggiunse l'apice, concentrandosi nel dito indice della mano destra e trasformandosi in veleno, il quale si accumulava nell'unghia, che per questo motivo prendeva un colore rosso scarlatto, allungandosi al tempo stesso a diventare un ago. Improvvisamente, il cosmo del ragazzo esplose.

"Che potenza !! Questo è… il settimo senso !" realizzò Noesis, anche se in cuor suo non era sopreso. Si era accorto del potenziale di quel ragazzo non appena lo aveva visto per la prima volta.

"Ora le mostrerò il colpo segreto che farà di me un cavaliere d'oro !!" gli gridò in quel momento Scorpio "Cuspide Scarlatta !!!" ed un sottile ma letale raggio di luce partì dal suo dito.

"Cuspide Scarlatta !" urlò il cavaliere d'oro, lanciando varie punture contro Dinann, che però le intercettò tutte con l'armatura, non subendo danni.

"Non puoi difenderti per sempre ! Prima o poi l'acuminato ago dello Scorpione si aprirà un varco tra le tue tenaci difese, e per te sarà la fine ! Sta pronta !" minacciò l'eroe, lanciandosi in avanti a testa bassa e cercando di dissimulare la rabbia per il non riuscire a portare a segno i suoi colpi. Improvvisamente però accadde qualcosa, la sabbia ai suoi piedi franò ed il guerriero perse l'equilibrio, cadendo giù lungo una duna. In alto, Dinann sorrise astutamente, circondata dalla luce violetta del suo cosmo "Hai ragione, non posso difendermi all'infinito, è tempo che passi all'attacco !" affermò, e le sabbie del deserto iniziarono ad agitarsi al suo comando.

"Sta usando la telecinesi !" realizzò Scorpio, vedendo che attorno a lui la sabbia si agitava come se fosse viva. Improvvisamente, parte di essa si condensò in una colonna, che schizzò contro il cavaliere, colpendolo all'addome e facendolo indietreggiare di qualche passo. Nello stesso istante, altri attacchi giunsero di fronte a lui, ma stavolta il cavaliere fu abile a difendersi con il braccio, disperdendo la sabbia. Prima che potesse fare qualcosa però, sotto di lui iniziò ad aprirsi un nuovo gorgo, e così Scorpio fu obbligato a saltare in aria per non ritrovarsi di nuovo intrappolato.

" Sulla distanza sono in netto svantaggio ! Devo riuscire ad avvicinarmi a lei !" pensò il cavaliere, ancora a mezz'aria, ma in quel momento sentì qualcosa stringergli il collo e la gola con forza, facendolo sanguinare. Con gli occhi sbarrati, si accorse che la lunga coda della sua armatura stava cercando di strangolarlo, mentre la punta danzava in aria davanti a lui, simile ad un serpente, come per prepararsi a trafiggerlo mortalmente.

Muovendosi immediatamente, Scorpio afferrò la punta con una mano, cercando di tenerla lontana da se, e con l'altra si tolse il diadema, tentando di scioglierselo dalla gola. Nel far ciò però abbassò la guardia, ed una colonna di sabbia lo centrò ad una gamba, spostandolo con precisione nella traiettoria di una seconda colonna, che lo raggiunse in piena schiena, sbalzandolo di alcuni metri più in alto prima di farlo ricadere rapidamente verso terra. Nel precipitare, il cavaliere d'oro intravide un sorriso ironico sul volto di Dinann.

"Sta facendo di me quello che vuole !" pensò adirato, liberandosi di getto dal diadema e lanciandolo via, ma non riuscendo ad atterrare per bene, ed anzi schiantandosi duramente sulla sabbia. Non ebbe nemmeno il tempo di alzarsi, che quest'ultima si chiuse sopra di lui come una cupola sempre più stretta, cercando di schiacciarlo.

"E' tempo di porre fine al nostro ballo !" commentò soddisfatta Dinann, con le braccia incrociate davanti a se, mentre la sua concentrazione faceva implodere la trappola, spingendo verso l'interno con una pressione che sarebbe bastata a frantumare una roccia.

In quel momento però, dalla cupola uscì un raggio d'oro, poi tre, poi sette, sempre più numerosi ed intensi, che obbligarono Dinann a proteggersi gli occhi, finchè, con un'esplosione di energia, Scorpio si liberò.

"Non è possibile !" esclamò la Guardiana, mentre il nemico saettava verso di lei senza esitazioni.

"Come hai potuto credere, donna, che un pò di sabbia potesse schiacciare l'armatura d'oro di Scorpio ?!" la schernì il cavaliere di Atena "E visto che non posso penetrare la tua corazza, ti colpirò nel punto che mi hai gentilmente indicato lasciandolo scoperto ! Sta pronta !".

A queste parole, Scorpio concentrò il cosmo nel dito indice, la cui unghia si tinse si rosso, allungandosi in un aculeo, nella posa che prelude alla Cuspide Scarlatta.

"Oh no ! La spalla !" intuì Dinann, accorgendosi che il nemico stava mirando alla zona non protetta dalla corazza, e con un movimento velocissimo si piegò di lato, in modo da far andare a vuoto l'assalto nemico.

"Impossibile !" balbettò il custode dell'ottava casa, sbalordito dall'essere stato anticipato in velocità da qualcuno che non possiede l'armatura d'oro, ma nello stesso istante fece perno sulla gamba anteriore, roteando su se stesso e sferrando un calcio a spazzare verso le caviglie della donna, per farle perdere l'equilibrio.

Accorgendosi del tentativo, Dinann saltò in alto, e contemporaneamente scalciò a sua volta, mirando al volto di Scorpio, che però fu rapido a difendersi portando il dorso braccio destro davanti a se. "Ha bisogno di qualche secondo di concentrazione per usare la telecinesi, devo mantenere il combattimento sul piano fisico senza darle tempo di adeguarsi !" pensò, afferrando la gamba tesa della Guardiana con la mano sinistra e tirandola verso di lui.

Anche questa volta tuttavia Dinann fu lesta nel reagire, nella fatispecie con un colpo di reni ed una torsione del busto, che le permise di far leva sulla stessa stretta del cavaliere d'oro per colpirlo sul lato del collo, completamente indifeso. Consapevole che, se non avesse accompagnato il calcio, il collo gli si sarebbe spezzato, Scorpio lasciò la presa sulla gamba dell'avversaria, lanciandosi quasi di lato ed atterrando sulle mani. Ammortizzando la caduta con una capriola in avanti, il cavaliere si accorse che la Guardiana era ancora sbilanciata.

"E' questo il momento ! Cuspide Scarlatta !!" gridò, scattando contro Dinann e sorridendo nel vedere la sorpresa dipinta sul suo volto. In quell'istante però, la donna spazzò la sabbia con un calcio, gettandogliela negli occhi e scansandosi subito dopo per evitare la Cuspide.

"Vile !" accusò il cavaliere d'oro, sollevando la guardia e strofinandosi gli occhi, temporaneamente accecato e costretto alla difensiva. Dinann però non ne approfittò subito, restando anzi ferma a guardarlo, con espressione di sufficenza.

"Accusami pure di viltà se ciò ti aggrada, ma sappi che io sono pronta a tutto pur di aiutare il grande lord Oberon a realizzare il suo sogno di vendetta !" esclamò, in tono apparentemente distaccato, dietro il quale però Scorpio scorse una punta di rabbia "E se voi difensori di Atena siete tanto cavallereschi da non fare lo stesso allora tanto meglio ! Vorrà dire che la mia vittoria sarà più facile del previsto !"

Detto ciò, Dinann avanzò di un passo, bruciando il suo cosmo e preparandosi a colpire, ma in quel momento una fitta lancinante al torace la fece piegare in due, accasciandosi su un ginocchio con un grido di dolore. Nello stesso istante, Scorpio si rialzò "Hai gioito per l'apparenza di una facile vittoria, ma ora le nostre posizioni si sono invertite…" commentò.

"Maledetto cane di Grecia !! Che cosa mi hai fatto ?!" gridò la Guardiana, furiosa per l'essere stata ferita senza nemmeno accorgersene, ed ancor di più per l'aver perso una vittoria che sembrava ad un passo.

"Il punto dove ti avevo colpito con la prima Cuspide… guardalo !" invitò il cavaliere d'oro, indicandole il torace.

"La prima Cuspide…" balbettò Dinann guardandosi il petto, e scoprendo con orrore che dal foro della sua armatura ora fuoriusciva un piccolo rivolo di sangue. "Aah, ma allora questo dolore ?!"

"La Cuspide Scarlatta ! Il veleno dello Scorpione ti è ormai entrato in circolo… l'agonia che provi non è che un suo effetto !" spiegò il cavaliere d'oro, pacatamente.

"Ma come può essere ?! Le tue punture si erano infrante sulla mia armatura, ne sono sicura !!" gridò la Guardiana, il cui bel viso ora era distorto da dolore, rabbia e sorpresa.

"Erano andate a vuoto le prime Cuspidi, non lo nego… eppure ho continuato a lanciarle ! Non te ne sei chiesta il motivo ?" ricordò Scorpio, e l'espressione sul volto dell'avversasia gli fece capire che stava iniziando a comprendere il suo piano. "Una sola puntura non può penetrare la tua armatura… come non potrebbe penetrare un'armatura d'oro… ma non esiste al mondo difesa che possa resistere a due Cuspidi, lanciate esattamente nello stesso punto !" spiegò.

A queste parole, gli occhi di Dinann sgranarono per la sorpresa "Ma allora… quando continuavi ad attaccare… e quando dicevi di voler colpire la spalla…"

"… in realtà continuavo a mirare al primo bersaglio ! Raggiungere una precisione tale da colpire due volte nello stesso punto, per di più nel pieno di una battaglia, non è compito facile nemmeno per me ! Ma alla fine ci sono riuscito… nonostante la sabbia con cui avevi cercato di accercarmi !" concluse per lei Scorpio.

"Uuh…" si limitò a bofonchiare la Guardiana, abbassando la testa, il cui viso venne nascosto dai lunghi capelli, ed iniziando a singhiozzare sommessamente.

Ciò mise a disagio il cavaliere, che non si aspettava un crollo del genere. "L'eccessiva sicurezza ti ha tradito ! Non ti sei curata dei miei attacchi, convinta di poterli parare senza problemi, e questo alla fine ti è costato la vittoria. Ma non te ne faccio una colpa… io stesso ho commesso il medesimo sbaglio una volta, non molto tempo fa !" disse, non sapendo nemmeno lui se per consolarla o altro, mentre le immagini del suo vecchio duello con Cristal all'ottava casa, e del modo in cui il Cigno gli aveva imprigionato le gambe nel ghiaccio, gli tornavano alla memoria. "Ritieniti fortunata però, non ti ho dato morte ! Una sola Cuspide non basta a privare della vita… ti resta ancora una possibilità ! Accetta la resa e vai via di qui… io non ti inseguirò, solo la distruzione del talismano mi preme !" offrì generosamente, restando in attesa della risposta di Dinann, che continuava a singhiozzare.

Alla proposta di Scorpio però, i singhiozzi aumentarono di intensità, rivelandosi per quel che erano in realtà: delle risate. Scostandosi i capelli con una mano, la Guardiana rivelò un sorriso minaccioso, e nello stesso momento investì il cavaliere con una tremenda esplosione telecinetica, spingendolo indietro di molti passi mentre i suoi piedi scavavano due solchi nella sabbia.

"Sarebbe questo il tuo grande piano ?!! Colpirmi per trenta volte con le tue punture ?! Cavaliere, con chi credi di avere a che fare ? con una bella statuina che resta ferma a farti da bersaglio ? Quell'unica Cuspide che hai mandato a segno sarà il tuo solo successo quest'oggi !" lo derise, aumentando contemporaneamente la sua pressione telecinetica per farne a pezzi il corpo e spazzarlo via.

Con un grugnito di dolore, Scorpio comprese di aver nuovamente sottovalutato la sua avversaria, instintivamente convinto della superiorità dei cavalieri d'oro su qualsiasi nemico "Proprio come avevo sottovaluto Cristal quel giorno ! Ma stavolta, a differenza di allora, c'è la vita di Atena in gioco oltre alla mia !".

Sforzandosi di reagire, il custore dell'ottava casa bruciò il suo cosmo, in un tentativo di spezzare la presa di Dinann, ma il potere della donna sembrava gigantesco, al punto da sovrastarlo. "Non riuscirai a liberarti stavolta, per te è finita !" lo minacciò la Guardiana, intensificando ulteriormente il suo assalto. Il corpo di Scorpio iniziò a contorcersi mentre gli arti si giravano in pose innaturali, i muscoli ed i tendini a strapparsi, le articolazioni a slogarsi. Persino il collo del cavaliere era ora piegato in maniera innaturale, ed a nulla sembravano i suoi tentativi di resistere. Improvvisamente, con un rumore sordo, l'anulare della mano sinistra si spezzò alla base, dove la protezione per l'armatura era più flessibile, strappando al cavaliere d'oro un grido di dolore.

"Se non fosse per la corazza che indossi, a quest'ora saresti già morto ! Ma neanche lei potrà proteggerti ancora per molto !" esultò Dinann, assaporando il dolce gusto della vittoria ed aumentando la pressione per sferrare il colpo di grazia.

Incredibilmente però, Scorpio continuava a resistere, e la fissava con occhi che ardevano di cieca determinazione.

"Perchè non ti arrendi ?! Sei in mano mia ormai, lasciati andare e smetterai di soffrire ! Il mio potere è superiore !" gridò allora la ragazza, esasperata dalla testardaggine dell'avversario

"E' vero… in questo momento… il tuo potere è superiore al mio !" ammise Scorpio con franchezza "Ma le imprese di un giovane cavaliere… mi hanno dimostrato più volte… che non sempre in battaglia… è il più forte a vincere !".

"Che cosa ?!" esclamò Dinann

"Lui… ha combattuto molti avversari più potenti… ed eppure alla fine… ne è sempre uscito vincitore ! Con il suo coraggio… e valore… ha tenuto testa persino… agli Dei !" spiegò il cavaliere d'oro, la cui luce ora brillava intensissima "Arrendendomi adesso… vanificherei… tutti i suoi sforzi ! Sarebbe come un tradimento… e la vita di un traditore è un peso insopportabile ! Un peso che non merito ! Che il nome di Scorpio sia dimenticato se il destino lo vorrà ! Che cada nell'oblio ! Ma non si dica che il cavaliere dell'ottava casa abbia abbandonato un amico per salvarsi la vita !" gridò, facendo esplodere il suo cosmo con violenza inaudita, e spezzando la presa psichica di Dinann, che dovette indietreggiare di qualche passo per lo spostamento d'aria, mentre lui riprendeva affannosamente fiato.

Nonostante l'espressione di sorpresa però, la luce negli occhi della Guardiana indicava che era tutt'altro che doma. "Combatti per rispetto al tuo amico dunque ? E sia ! Io combatto per il grande Lord Oberon, affinchè possa realizzare il suo sogno di vendetta !" dichiarò con aggressività.

"Le tue stesse parole ti tradiscono ! Come puoi mettere tutta te stessa al servizio di un Dio accecato dalla vendetta ? Di un Dio che non ha esitato a ricorrere a meschini trucchi pur di raggiungere il suo scopo ?" accusò Scorpio, non solito a nascondere le proprie convinzioni. Le sue parole però avvamparono lo spirito di Dinann, il cui bel viso venne segnato dall'ira, trasformato in una maschera orrenda.

"Come osi parlare così di Lord Oberon, cane Ateniese ! Non sei neanche degno di pronunciarne il nome, tu che nella tua ignoranza neppure immagini la sua enorme generosità !" gridò, strappandosi la fascia sul bicipite, e rivelando la cicatrice di una grossa ustione.

"Quel segno… che cos'è ?!" domandò stupito il cavaliere d'oro. Aveva visto cicatrici del genere solo sui corpi dei soldati in addestramento durante il crudele regno di Arles, quando venivano puniti per qualche grave mancanza.

"Il triste ricordo del mio passato… la prova della crudeltà degli uomini e della generosità del sommo Lord Oberon…" rispose la donna, con rabbia ma anche dolore nella voce.

"Spiegati !" l'esortò Scorpio, ora sinceramente incuriosito.

"Vuoi sapere ? è sia allora, ti racconterò la mia storia… abbandonerai questa terra cogliendo una frazione della bontà del Dio che hai follemente deciso di sfidare !" acconsentì la donna.

"Il mio nome è Dinann, della tribù dei Tùatha Dè Dànann, ed insieme a mia sorella Bè Chuill sono cresciuta nella verde terra che oggi è chiamata Irlanda, in un piccolo villaggio costiero. Da bambine eravamo felici ed amate da tutti, ma ben presto ci accorgemmo di non essere come gli altri. Scoprimmo che concentrandoci, potevamo muovere gli oggetti, far agitare l'acqua, far cadere i frutti e persino controllare gli animali !"

"Spaventate, cercammo di tenere segreti i nostri poteri, di non usarli ! Ma non riuscivamo ancora a controllarli adeguatamente… rispondevano alle nostre sensazioni inconscie, e così un giorno, inavvertitamente, demmo fuoco ad una delle case del villaggio. La gente se ne accorse subito… ci accusò di stregoneria… ci diede la caccia ! Eravamo troppo terrorizzate ed inesperte per difenderci, venimmo subito catturate e condannate al rogo. Vidi mia sorella bruciare viva accanto a me, lo capisci cavaliere ?! La vidi venire avvolta dalle fiamme gridando il mio nome !" esclamò con la voce rotta Dinann, mentre delle lacrime le scorrevano sul viso.

"Quando sentii il suo grido, persi il controllo ! Il mio potere esplose, spegnendo il rogo e liberandomi, ma ormai era troppo tardi per salvare Bè Chuill. Fui costretta a tuffarmi in mare per scappare, ed andai alla deriva per giorni e giorni, aggrappata solo ad un piccolo tronco d'albero in balia delle correnti, senza nè cibo nè acqua, troppo debole e scolvolta per potermi salvare con i miei poteri."

"Fu allora, quando ormai mi ero rassegnata ad una morte lenta ed inesorabile, che Lord Oberon apparve dinanzi a me. Camminava sull'acqua come se fosse solida roccia, e la nebbia lo seguiva come un mantello. Senza dir niente, mi sollevò in braccio, prendendomi con se e portandomi ad Avalon, dove i suoi servitori mi curarono e nutrirono. Durante il periodo della convalescenza mi venne a trovare quasi quotidianamente, accertandosi delle mie condizioni ed usando i suoi poteri per lenire il mio dolore… a volte dandomi persino di persona le erbe medicamentose di cui avevo bisogno!"

"Alla fine, quando ebbi ripreso le forze, si offrì di riportarmi in Irlanda, ma io rifiutai, e gli chiesi piuttosto di poter restare con lui ad Avalon, non più come ospite, ma come guerriera ! Ero convinta che mi avrebbe respinto, ed invece accettò, insegnandomi personalmente a dominare e controllare i miei poteri… facendo di me una Guardiana, e dimostrando la sua fiducia affidando a me ed i miei compagni la difesa dell'isola sacra quando, insieme alla sua consorte, decise di abbandonarla per mille anni!"

"Questo è Lord Oberon, cavaliere ! Un Dio che non ha esitato a prendere con se una bambina spaventata, ed a darle qualcosa per cui vivere !" concluse Dinann, le cui lacrime erano state sostituite da un'espressione sognante.

Il suo racconto sorprese Scorpio, che non si aspettava una cosa del genere. Se la storia era vera, la generosità mostrata da Oberon era paragonabile all'immenso amore di Atena verso il genere umano. Ciononostante, le circostanze non concedevano il lusso del dubbio, ed il cavaliere d'oro lo sapeva bene. "Nondimeno, devo vincerti !" disse soltanto, perchè non c'erano parole adatte a commentare la terribile esperienza che Dinann aveva trascorso.

Di fronte a lui, la ragazza restò immobile, con lo sguardo ancora apparentemente perso nel mare dei ricordi. Con un sospiro malinconico, Scorpio sollevò il braccio, espandendo il proprio cosmo. "Non ti arrenderai, già lo so, ma io non posso permettermi esitazioni ! La causa per cui lotto non me ne concede ! Cuspide Scarlatta !!" gridò, lanciandosi in avanti per sferrare ancora una volta il suo colpo segreto, diretto ad uno degli altri punti dell'armatura di Dinann che aveva danneggiato in precedenza.

In quel momento però, dalla Guardiana si innalzò un cosmo immenso, ampio ma anche colmo di rancore e sofferenza, e nello stesso istante un'ondata telecinetica di gran lunga superiore a quelle usate in precedenza investì il cavaliere d'oro, bloccandone ogni movimento. "Io combatto per il grande Lord Oberon, affinchè possa realizzare il suo sogno di vendetta !!" ripetè Dinann, i cui occhi ora ardevano come tizzoni ardenti "E tu non mi sconfiggeraaaai ! Yaaaaahh".

A quel grido, il suo cosmo esplose con una potenza inaudita, travolgendo in pieno il cavaliere d'oro, che venne spazzato via con un urlo di dolore, lanciato in aria per metri e metri, prima di ricadere duramente a terra, sbattendo sul fianco di una duna e rotolando fino alla sua base, dove giacque immobile, sporco di sangue, sudore e sabbia.

"Ha una potenza terribile…se al posto della sabbia vi fosse stata solida roccia… forse sarei morto ! Non posso sperare… di vincerla con la Cuspide… ma deve esserci… un modo !" balbettò, tentando di rialzarsi, ma d'un tratto un'ombra si allungò su di lui.

"Oh no !" riuscì solo a mormorare il cavaliere, nel rendersi conto che Dinann lo sovrastava di nuovo. Il suo viso aveva ancora l'espressione distorta di poco prima, e, più che una donna, sembrava davvero una strega, assetata di sangue.

Senza dir niente, lo afferrò per il volto, sollevandolo da terra con una sola mano. Scorpio sentì le sue unghie, ora quasi simili ad artigli, affondargli nella carne del viso, facendolo sanguinare, e cercò di liberarsi, colpendo e scalciando, ma non riuscendo a farle lasciare la presa.

"E così sei ancora vivo !" sibilò Dinann, lasciando improvvisamente il volto e colpendolo all'addome con un pugno tremendo, che lo spinse indietro di qualche passo, facendolo quasi piegare dal dolore nonostante l'armatura d'oro avesse retto.

"E' la prima volta che qualcuno sopravvive all'esplosione del mio cosmo, ma ciò non basterà a salvarti! Ti finirò con il grandioso colpo segreto che Lord Oberon mi ha insegnato… sarà il mio modo di ringraziarlo di tutto quel che ha fatto per me ! Sta pronto !" dichiarò, allargando le braccia e richiamando la propria energia.

"No… non è possibile !" esclamò Scorpio con gli occhi sbarrati, mentre il cosmo di Dinann bruciava fino ai limiti massimi, sollevando mulinelli di sabbia attorno a se ed elettrificando l'aria.

"Tempestas Avalonis" tuonò la donna, con un vigore senza pari, scatenando il proprio colpo segreto. Una forza molto maggiore di quella del colpo precedente, simile ad una bufera che si abbatteva con tutta la sua violenza, travolse Scorpio, facendolo girare come se fosse prigioniero di un ciclone e scagliandolo così in alto da renderlo quasi invisibile da terra. I terribili venti facevano pressione verso l'interno sull'armatura, spingendo dolorosamente sulle ossa sottostanti, ed erano inoltre attraversati da scariche elettriche, simili a fulmini, che percossero il cavaliere, ustionandone la pelle nei punti non protetti dalle sacre vestigia. A mezz'aria poi, il turbine si piegò su se stesso, puntando nuovamente verso il suolo e colpendolo con la velocità di una meteora, creando un enorme cratere nella sabbia. Al centro, steso a terra e mezzo sepolto, giaceva Scorpio.

Aveva in bocca il sapore del sangue, che scorreva copiosamente dagli angoli, dal naso, da vari tagli sul viso e dalla fronte. Respirare era difficile e doloroso, la vista era appannata, ed anche gli altri sensi lo stavano abbadonando. "Non ho più forze… mi sento andare alla deriva… è questo quel che prova… chi si avvia lentamente… verso la morte ?" si chiese stancamente il cavaliere, chiudendo gli occhi ed accogliendo l'oscurità.

"Ha visto ? Ci sono riuscito finalmente !" gridò in quel momento una voce esultante, che Scorpio riconobbe subito ma stentò ad identificare, riuscendovi solo dopo vari secondi: era la sua, più giovane di molti anni. Aprendo lentamente gli occhi, il guerriero si accorse di essere di nuovo sull'isola di Milos, a pochi metri dalla sua versione adolescente, e da Noesis.

"Ha visto ?" ripetè con entusiasmo "Sono riuscito a lanciare la Cuspide Scarlatta ! Ora potrò tornare al Grande Tempio da cavaliere d'oro !!".

A queste parole, il cavaliere del Triangolo sorrise bonariamente "Sei riuscito ad eseguire la Cuspide, è vero, ma il cinghiale che ti ha fatto da bersaglio non sembra tanto impressionato…" disse, indicando l'animale, che, seppur ferito, stava scappando a tutta velocità.

"Ma com'è possibile ?? Eppure l'ho colpito, ne sono sicuro ! Ed il mio cosmo si era trasformato in veleno ! Perchè non è morto ??" chiese allora lui, guardando confuso e rattristato il suo supervisore.

"Non sempre colpire l'obiettivo e sufficiente… ci sono tecniche che, per agire al meglio, devono raggiungere bersagli precisi, e la tua è una di queste !" spiegò avvicinandosi.

"Bersagli precisi ?"

"Certo ! Un organo… un muscolo… o nel tuo caso le principali arterie del sistema circolatorio ! Solo colpendo loro riuscirai a mettere il tuo veleno in circolo abbastanza velocemente da causare un danno al nemico" gli illustrò l'uomo "Avrai bisogno di molta pratica per riuscire a portare a segno tutte le Cuspidi."

"Molta pratica ? Vuol dire che non posso ancora tornare al Grande Tempio ?" si lamentò Scorpio.

"Non essere precipitoso… Sono passati solo quattro anni da quando sei arrivato sull'isola, ed hai già sfiorato il settimo senso ! Il colpo di poco fa era vicinissimo alla velocità della luce, ancora poco e l'avrebbe raggiunta!" disse Noesis, appoggiandogli una mano sulla spalla "Ma non dimenticare che l'uso si affina con l'esperienza, e che recarsi in battaglia impreparati può essere fatali, per se stessi e per coloro che si è giurato di proteggere!"

"Essere cavalieri di Atena è una grande responsabilità, perchè dalle nostre azioni dipende il bene di molti… e questo è particolarmente vero per i custodi dorati, che sono i più potenti tra tutti gli 88. Non aver fretta di tornare al Grande Tempio, ottenere l'investitura prima o dopo gli altri tuoi compagni non cambierà le cose. Piuttosto dedica il tuo tempo a perfezionare le tue tecniche ed a diventare sempre più forte, così da essere pronto se mai ce ne sarà bisogno !" gli consigliò il cavaliere d'Argento, e, seppur un pò a malincuore, Scorpio dovette riconoscere la saggezza nelle sue parole. Finora si era sforzato di conquistare la Cuspide il più rapidamente possibile per diventare cavaliere d'oro prima di Acquarius, Toro e tutti gli altri, per mostrarsi più abile di loro, ma un custode del Grande Tempio non poteva lasciarsi guidare da motivazioni così immature.

"Resterò fino alla fine ! Completerò l'addestramento !" disse solennemente il ragazzo, e, dopo aver visto Noesis ripartire, si rimise subito al lavoro.

Nei mesi che seguirono, Scorpio fece sempre più pratica con la Cuspide Scarlatta, imparando a dirigerla nei punti giusti, allenandosi con bersagli rapidi ed imprevedibili come dei gabbiani in volo, e riuscendo man mano a scagliare sempre più punture contemporaneamente, distribuendo equamente il veleno e dirigendo ciascuna verso un punto diverso. Col passare del tempo, dominò del tutto il settimo senso, l'essenza del cosmo, e padroneggiò la velocità della luce, mantenendo la precisione anche quando lanciava i suoi colpi correndo.

Poi un giorno, con qualche settimana di anticipo rispetto allo scadere del quinto, e penultimo, anno, Noesis fece ritorno sull'isola.

"Che cosa sta succedendo ?" gli chiese subito Scorpio, correndogli incontro, preoccupato che dei nemici avessero attaccato il Grande Tempio.

"Sono venuto a prenderti ! Il Grande Sacerdote ha ordinato che tutti i futuri cavalieri d'oro facciano ritorno per la cerimonia di investitura ! Leggendo nelle stelle, ha scoperto che tra meno di un anno Atena sarà nuovamente tra noi, incarnata in un corpo umano, e vuole che tutto sia pronto per allora !" gli spiegò con un sorriso, che però si adombrò quando disse "ed inoltre… in questi ultimi anni la sua salute si è molto deteriorata. Credo voglia accertarsi che, se dovesse accadergli qualcosa, tutti i cavalieri d'oro siano stati scelti, ed un successore sia pronto a prendere il suo posto !"

"Il nuovo Sacerdote sarà eletto tra i cavalieri d'oro ?" domandò il ragazzo, stupito a quell'eventualità, e preoccupato per l'uomo che per primo lo aveva accolto al Grande Tempio.

"Non è detto, ma solitamente è così ! Il Primo Ministro Arles mi ha confidato che i candidati più probabili sono i due cavalieri d'oro più anziani, Gemini e Micene di Sagitter!" rispose l'uomo, aiutandolo a raccogliere i pochi bagagli che aveva con se. Usciti dalla casa, Noesis si preparò a partire, ma alle sue spalle Scorpio sembrava esitante.

"Cosa ti prende ? Credevo saresti stato lieto di lasciare finalmente questo posto…" gli chiese l'uomo.

"E' così ! Sono felice di tornare finalmente al Grande Tempio ! Però… nelle ultime settimane avevo cercato di perfezionare la Cuspide Scarlatta in un nuovo colpo segreto, ma il mio cosmo non è ancora abbastanza potente e non ci sono riuscito ! Mi spiace un pò dover partire prima di riprovare…" spiegò Scorpio.

"L'uso si affina con l'esperienza… te l'ho già detto un anno fa se non sbaglio ! Non crucciarti se ora il tuo cosmo non è abbastanza forte per questo colpo segreto che hai in mente, prima o poi riuscirai sicuramente ad eseguirlo, è solo questione di tempo !" gli sorrise Noesis, per poi aggiungere "Piuttosto, cerca di non correre troppo adesso. Ricordati che questo povero cavaliere d'argento non può raggiungere la velocità della luce !"

Con una risata allegra, il ragazzo annuì, ed i due scomparvero nel cielo azzurro, diretti al Grande Tempio. Subito dopo, l'isola di Milos si dissolse, e Scorpio si ritrovò di nuovo nelle tenebre.

"L'ultima tecnica… la tecnica che non riuscii a padroneggiare quel giorno… devo riuscire ad eseguirla ora ! Posso ancora nutrire speranza di vittoria… non tutto è perduto ! Non posso lasciarmi andare così… devo alzarmi… !!" si disse il cavaliere, chiudendo gli occhi e richiamando le poche energie rimaste.

Nel deserto, Dinann vide con immenso stupore il corpo del nemico brillare come l'oro ed emanare leggere ventate di energia, che disperdevano la sabbia che lo aveva ricoperto. Lentamente, il guerriero si rialzò in piedi, con un'espressione serissima, e nel contempo serena, in viso.

"Come può essere ?! Nessuno tra i tanti con cui ho combattuto in passato è mai sopravvissuto a quel colpo… è una tecnica mortale !" gridò, con la voce colma di sorpresa.

"Costoro non avevano una Dea da salvare… nè un amico da onorare !" rispose semplicemente Scorpio, stentando a mantenere l'equilibrio e barcollando all'indietro prima di riuscire a piantare i piedi saldamente al suolo. Poi, fissandola direttamente negli occhi, continuò "Poco fa ti sei presa gioco della mia Cuspide Scarlatta, mettendo in evidenza il suo punto debole: per vincere avversari potenti, è necessario che vadano a segno numerose punture… a differenza di molti altri colpi segreti, un solo successo è del tutto inutile !"

"E' un difetto di cui sono sempre stato consapevole… sin dal tempo dell'addestramento, e cui ho sempre cercato di porre rimedio ! Fu per ovviare a questa mancanza che mi allenai a lanciare più Cuspidi contemporaneamente, in modo da accellerare il loro effetto !" spiegò con calma.

"Una o mille… che differenza può fare ?! Le tue Cuspidi non sono niente di fronte alla mia armatura, dovresti averlo capito ormai !" commentò Dinann con decisione. Lo stupore di aver visto il nemico rialzarsi era passato, e la Guardiana aveva ritrovato il controllo di se. Scorpio però ignorò il suo tono offensivo, e continuò

"Hai ben detto purtroppo. Lanciare più Cuspidi ne accellera l'effetto, ma non la forza di penetrazione, che continua a non bastare di fronte ad armature particolarmente resistenti !" disse, con un sospiro d'amarezza. Era la prima volta che ammetteva apertamente un proprio limite, ed in un certo senso si aspettava che gli sarebbe bruciato farlo, ma ora l'orgoglio gli sembrava una cosa senza senso di fronte alla posta in gioco e tutto quel che provava era un sensazione di ineluttabilità.

"E nella tua grande arroganza, hai immaginato che non esistessero armature o nemici pari, se non anche superiori, ai cavalieri d'oro, e non hai perfezionato ulteriormente il colpo segreto !" intervenne Dinann, con un sorriso ironico.

"No !" ribattè fermamente Scorpio "La Cuspide multipla non fu che un ripiego… un'altra era la tecnica che avrebbe dovuto cancellare il mio punto debole !"

"Un'altra tecnica ?" domandò la Guardiana, incupendosi leggermente.

"Un grandioso colpo segreto… che nessun altro cavaliere di Scorpio aveva mai avuto, evoluzione della Cuspide Scarlatta e nel contempo così diverso ! Una tecnica grazie alla quale avrei potuto proteggere Atena e la giustizia senza alcuna debolezza !" dichiarò con entusiasmo, che però venne ben presto sostituito dall'amarezza

"Purtroppo però, la mia abilità non si rivelò all'altezza del compito prefissato. Per quanto provassi, per quanti tentativi facessi, per quanto sudore versassi… non riuscii mai ad eseguire quel colpo segreto. Quando venni richiamato al Grande Tempio, un anno in anticipo rispetto al previsto, mi ripromisi di continuare a provare. Col tempo però, iniziai a cullarmi all'idea che la Cuspide Scarlatta bastasse contro qualsiasi nemico, e così alla fine misi da parte ogni tentativo di eseguire la nuova tecnica, certo che non sarebbe mai stata necessaria" raccontò, abbassando lo sguardo e facendo una lunga pausa.

Poi però rialzò la testa con determinazione, e con una nuova luce negli occhi "Ma adesso è diverso ! Per salvare la leggiadra Dea Atena, alla cui difesa sono preposto… per non rendere vani gli sforzi di un amico, cui devo tanto… per tutti questi motivi ora eseguirò il nuovo colpo segreto, sta pronta !" affermò solennemente.

Dinann sollevò la guardia, ma non parve molto impressionata "Cavaliere, la morte incombente ti ha reso folle ? Vorresti sconfiggermi con un colpo segreto che non sei mai neppure riuscito a lanciare ? Questo non è un allenamento, un altro assalto dei miei e non ti rialzerai mai più !" lo avvisò, bruciando il proprio cosmo.

"L'uso si affina con l'esperienza… così mi disse tempo fa un uomo molto saggio ! Il mio cosmo attuale non è più quello degli anni dell' addestramento… molte prove e battaglie lo hanno temprato ! Le guerre contro i possenti Titani di Chronos, i Cavalieri di Bronzo, gli Spectre di Hades, la conquista dell'ottavo senso… tutto ciò mi ha reso diverso… e forse migliore ! Adesso sento di essere pronto ! Per la prima volta, userò la nuova tecnica !" esclamò Scorpio, espandendo al massimo il suo cosmo, la cui luce dorata brillava intensissima.

"Farneticar di ciance non ti darà la vittoria ! Cadrai investito dal colpo segreto insegnatomi dal grandioso Lord Oberon, lanciato alla massima intensità ! Tempestas Avalonis !!" urlò Dinann, allargando le braccia ora cariche di energia cosmica.

"E' il momento, non avrò altre possibilità ! Brucia, costellazione dalle quindici stelle, fino all'ultimo cosmo !!!" gridò il cavaliere d'oro, innalzando il proprio potere fino all'ottavo senso e poi facendolo esplodere "Cuspide Suprema !!".

Travolto dal vento della Tempesta, Scorpio venne sbalzato violentemente in aria, ma, a queste parole, quindici Cuspidi partirono dalla sua mano, congiungendosi a mezz'aria e formando un unico, sottile e concentratissimo, raggio mortale, che saettò senza fatica tra i venti della Tempesta di Dinann, colpendola in pieno petto, all'altezza del cuore.

In un attimo, la Cuspide sfondò senza sforzo la protezione di Orialcon, attraversando da parte a parte il cuore della vittima e poi uscendo dallo schienale. Nello stesso momento in cui andò a segno inoltre, la Cuspide immise nel sistema circolatorio della Guardiana il letale veleno dello Scorpione, che in pochi secondi si diffuse in tutto il corpo, paralizzando i muscoli ed irradiando i centri nervosi con fiammate di dolore, che indebolirono anche l'effetto della Tempesta di Avalon, ora troppo difficile da mantenere.

Mentre il suo colpo segreto svaniva, Dinann barcollò di qualche passo in avanti, vomitando sangue, con un'espressione tra lo sbalordito e l'amareggiato sul viso. "Lord… O… be… ron…" ebbe solo il tempo di mormorare, con gli occhi sbarrati, poi crollò riversa nella sabbia, priva di vita.

Alle sue spalle, Scorpio si schiantò duramente a terra, sbattendo sulla spalla e poi ritrovandosi riverso sulla schiena, con il respiro affannoso. Per sua fortuna, l'effetto della Tempestas Avalonis era svanito prima di raggiungere la massima intensità, e questo gli aveva salvato la vita.

"Ci sono riuscito…" mormorò, sorridendo verso il sole mentre riprendeva fiato, e per un attimo in cielo gli parve di vedere i volti fieri di Acquarius e Noesis che lo guardavano soddisfatti dal Paradiso dei Cavalieri.

Poi però gli tornò in mente lo scopo della sua missione, e si alzò faticosamente. Lo sforzo per eseguire la Cuspide Suprema ed il dolore dei colpi subiti stavano facendo sentire il loro peso, e le gambe ormai lo reggevano a stento, ma Scorpio sapeva bene che non c'era tempo da perdere, e di non potersi riposare finchè non avesse distrutto il talismano.

Alzatosi, osservò il cadavere di Dinann, da cui fuoriusciva un sangue violaceo a causa del veleno. I suoi occhi erano rimasti aperti, e trasmettevano un'espressione di profonda amarezza, per il non essere riuscita a soddisfare gli ordini di Oberon.

In silenzio, il cavaliere d'oro le si avvicinò. Aveva ucciso molti nemici in passato, e sapeva che avrebbe continuato a farlo, senza rimpianti, se ciò fosse stato d'aiuto alla causa di Atena, ma stavolta la vittoria non gli aveva portato alcuna soddisfazione, solo tanta tristezza. "Possa tu riposare in pace insieme a tua sorella Bè Chuill. Addio, Guardiana di Avalon !" esclamò, passandole una mano sul viso e chiudendole delicatamente gli occhi.

Scorpio poi si avviò verso il talismano, trascinandosi sulla sabbia e scendendo faticosamente lungo il fianco della duna, stentando a mantenere l'equilibrio per le numerose ferite e la stanchezza. Nel cammino, raccolse anche il proprio diadema, gettato via in precedenza, poi finalmente raggiunse l'avvallamento tra le dune dove si trovava l'oggetto della sua ricerca.

Il talismano non era che una tavoletta di pietra esagonale, levigata e dai margini relativamente irregolari. Su di essa, in caratteri runici, era scritta una parola.

"Saggezza" tradusse Scorpio che, come tutti gli altri cavalieri, conosceva bene le lingue e gli alfabeti antichi. "Chissà cosa vorrà dire…" si chiese, prima di stringere il pugno, mandando in frantumi la tavoletta. Caduti a terra, i suoi frammenti si dissolsero quasi istantaneamente, diventando polvere, e nello stesso momento il raggio di energia scomparve.

Esausto, il cavaliere d'oro si sedette sulla sabbia, con lo sguardo verso il cielo, e la mente rivolta agli altri cavalieri d'oro. Quando aveva lasciato il Grande Tempio, si era aspettato di dover affrontare potenti nemici, ma non credeva che i Guardiani fossero così pericolosi. Era quasi tentato di correre in loro aiuto, ma sapeva che, nelle sue condizioni attuali, gli sarebbe stato solo d'impaccio. Non gli restava che aver fiducia in loro, ed aspettare di percepire la posizione del nono talismano.

"Fate attenzione amici miei… dure battaglie vi attendono !"