DUELLO ALLA VELOCITA' DELLA LUCE

Dopo poche decine di metri, i cavalieri vedono chiaramente davanti a loro l'ingresso del primo tempio, custodito dal Dio Ermes. Arrivati a pochi passi dall'entrata, i ragazzi si fermano simultaneamente, avvertendo un'immensa energia cosmica. Improvvisamente, la catena di Andromeda si tende verso l'entrata, indicando un punto impreciso nell'oscurità all'interno del tempio.

"Lo sentite anche voi ? Chiunque sviluppi un cosmo del genere deve avere una potenza immensa…" dice Andromeda ai compagni, mentre si sforza di trattenere la sua catena.

"Cosa pensi di fare, Pegasus ? se attacchiamo frontalmente un nemico così potente, potremmo essere facilmente sconfitti !"

"Hai ragione amico, ma cos'altro potremmo fare, certo non restare qui ! Non ci resta che sfidare ancora una volta il destino, siete con me, cavalieri ?" afferma Pegasus in tono pacato, poi, senza neanche attendere la risposta dei compagni, entra di slancio nel tempio. Voltandosi leggermente, il ragazzo vede con la coda dell'occhio Sirio, Cristal ed Andromeda dietro di lui, ma ciò non lo stupisce minimamente, dopo così tante battaglie combattute insieme, è ben conscio di poter sempre contare sul loro aiuto.

All'interno, il tempio sembra immerso in un'oscurità impenetrabile, per qualche strano motivo non filtra neppure un raggio della luce esterna, come se un muro invisibile ne impedisse l'ingresso. Disorientati da tenebre così profonde, i cavalieri rallentano il passo, assumendo un'andatura più circospetta e sforzandosi di vedere qualcosa "Nemmeno nell'Ade l'oscurità era così fitta !" mormora Pegasus, avanzando ormai a tentoni "Di questo passo non troveremo mai l'uscita !"

"Non preoccupatevi, penso di potervi guidare io !" afferma all'improvviso Dragone, cogliendo di sorpresa i compagni. "Riesci a vedere qualcosa, Sirio ?" gli chiede Andromeda, incerto sul da farsi.

"No, neanche io vedo nulla, ma durante il periodo di cecità dopo lo scontro contro Argor, dovetti imparare ad usare gli occhi della mente oltre a quelli del corpo. In altre parole posso avvertire gli ostacoli più che vederli."

"Pensi di poterci portare fuori di qui ?"

"Si, dovrei riuscirci, ma prima dovete venire dove sono io. Pegasus, Cristal, voi fate qualche passo in avanti, Andromeda tu invece fai qualche passo verso la tua sinistra"

Obbedendo alle istruzioni di Sirio, Pegasus, Cristal ed Andromeda riescono a raggiungere l'amico. "Ora mettiamoci in fila indiana, e ciascuno appoggi una mano sulla spalla di chi ha davanti, in questo modo posso guidarvi verso l'uscita". Così, in fila uno dietro l'altro, Sirio, Pegasus, Andromeda e Cristal avanzano per diversi minuti nella più completa oscurità. "Avete notato, il cosmo che avvertivamo all'esterno è scomparso non appena siamo entrati !" sussurra il cavaliere del cigno ai compagni, ma prima che qualcuno possa rispondere, una voce senza origine si diffonde nel tempio "Vi faccio i miei complimenti, cavalieri ! Pensavo non sarebbe stato necessario battermi con voi, ma visto che l'oscurità non basta a fermarvi, ricorrerò a sistemi più drastici…" I cavalieri si bloccano, in attesa di poter vedere il loro nemico, e contemporaneamente una luce accecante si diffonde nella stanza. Inizialmente, la luce sembra non avere origine, poi i ragazzi si rendono conto che le pareti del tempio si stanno come sollevando, ed all'improvviso si ritrovano circondati da nuvole bianche ed un cielo azzurro, come sospesi a mezz'aria. Sebbene sotto di loro non ci sia più alcun pavimento, i cavalieri riescono comunque a stare in piedi, come se poggiassero su un'invisibile lastra di vetro. Intorno a loro, alcune nuvole hanno la forma di colonne, quasi dovessero reggere un inesistente soffitto. A qualche centinaio di metri di fronte a loro, ora ben visibile, un arco di pietra. "Guardate ! Quella deve essere l'uscita ! Ma allora siamo ancora nel tempio…"

"Lady Isabel l'aveva detto, ricordate ? I templi non sono quello che sembrano esternamente !"

"Esatto ! Ogni tempio può mutare il suo aspetto in seguito alla volontà ed al cosmo di chi lo abita ! Ora state vedendo l'aspetto reale del tempio di Ermes, signore della velocità e guardiano dei viaggi !"

Inizialmente la voce appare ancora senza origine, poi, a circa metà strada tra i cavalieri e l'uscita, appare una sagoma luminosa. Quando la luce scompare, i cavalieri vedono chiaramente il loro nemico, Ermes. La sua armatura è di colore azzurro, con striature bianche. Alla base dei gambali, all'altezza delle caviglie, vi sono due alette bianche, simili a quelle della prima armatura di Pegasus, seppur leggermente più grandi. L'uomo stringe l'elmo sotto il braccio anziché indossarlo, e così il suo volto è chiaramente visibile. I suoi capelli, raccolti in un codino lungo fino alla base del collo, sono azzurri come l'armatura, e del medesimo colore sono gli occhi. Il volto infine è giovane, paragonabile a quello di un ragazzo di circa 21 anni, ed ha un espressione astuta e quasi divertita. "Il mio nome è Ermes, benvenuti cavalieri di Atena !" afferma mentre si lascia circondare dalla luce del suo cosmo.

"Com'era la frase di quella storia che mi raccontava Patricia da bambino ? "benvenuta nella mia tela, disse il ragno alla mosca" pensa nervosamente Pegasus mentre assume la sua posizione da combattimento, subito imitato dai compagni.

"Uh uh, alzate le difese ? sono inutili contro il potere di un Dio !" ridacchia Ermes, e nello stesso momento solleva la mano ed indirizza il palmo verso i nemici. All'improvviso, una scarica di energia sfreccia verso i quattro ragazzi che, nonostante le loro difese, vengono travolti in pieno e scaraventati al suolo. "Co…come ha fatto a colpirci ?" chiede Cristal rialzandosi a fatica. A qualche metro alla sua destra, anche Sirio ed Andromeda si rimettono in piedi, così come Pegasus, alla sua sinistra. "E' incredibile, si è mosso ad una velocità elevatissima ed è passato attraverso le nostre difese ! Neppure le mie catene sono riuscite a stargli dietro !" spiega Andromeda ai compagni. "Sei intelligente, ragazzo. Se ci tenete, posso farvi rivedere il mio attacco !" risponde Ermes sollevando di nuovo la mano. Per la seconda volta, i cavalieri vengono colti di sorpresa dalla rapidità dell'attacco e sono sbalzati tutti al suolo, eccetto Pegasus, che sbatte violentemente contro una delle nuvole a forma di colonna. "Uuh, a quanto pare queste nuvole non hanno solo l'aspetto di colonne, ma anche la loro consistenza…" pensa Pegasus alzandosi.

"Volete vederlo di nuovo ?" chiede Ermes ridendo

"Spiacente, ma non ti sarà così facile eliminarci ! All'attacco cavalieri !" urla Pegasus lanciandosi contro il nemico. "Cosa sperano di fare ?!" pensa Ermes sollevando la mano per colpire i nemici. Improvvisamente però, i quattro cavalieri si allargano a ventaglio, da sinistra a destra Cristal, Sirio, Pegasus ed Andromeda. Dopo un istante di esitazione, Ermes dirige il suo colpo verso Pegasus. La sfera luminosa sfreccia verso il cavaliere, ma stavolta Pegasus è preparato all'attacco. Pur non vedendo il colpo a causa dell'immensa velocità, l'eroe salta istintivamente verso l'alto, ed al tempo stesso grida "Adesso, Andromeda !" Istantaneamente, la catena triangolare di Andromeda scatta zigzagando verso il nemico, arrotolandosi intorno al suo braccio sinistro. Sorpreso da questa mossa, Ermes muove un passo in avanti, solo per rendersi conto che le sue gambe sono intrappolate in una spessa coltre di ghiaccio. Sincronizzandosi perfettamente con i movimenti di Andromeda infatti, Cristal aveva diretto una potente "Aurora del Nord" alle gambe del nemico, per poi scartare verso sinistra urlando "A te, Sirio !". Ermes, che trovandosi immobilizzato dal ghiaccio, si era voltato verso Cristal, alle sue parole si gira improvvisamente verso Dragone, che sta correndo frontalmente verso di lui. Saltando, Sirio grida "Colpo Segreto del Drago Nascente !" utilizzando però la gamba anziché il braccio. Il calcio del cavaliere colpisce in pieno volto Ermes, facendogli cadere l'elmo e facendolo volare verso una colonna. Ermes si schianta violentemente contro la colonna, mandandola in pezzi. Furioso, il Dio si rialza immediatamente, un sottile rivolo di sangue gli cola dal bordo della bocca, mentre dietro di lui la colonna distrutta riprende la sua forma originaria. "Avete fatto un grosso errore, cavalieri !" Osservando i ragazzi però, Ermes si rende conto dell'obiettivo tattico dell'attacco nemico. Adesso infatti la sua posizione e quella dei tre cavalieri si sono invertiti, e sono i tre ragazzi ad essere vicini all'uscita dal tempio "Tre ?! Che fine ha fatto…" "Fulmine di Pegasus !!!" urla una voce dal cielo, ed una pioggia di colpi centra in pieno il Dio. "Sirio, Cristal, Andromeda, proseguite, presto !" grida l'eroe ai compagni, che corrono verso l'uscita del tempio. Cristal ed Andromeda l'attraversano di slancio, Sirio esita un istante e dice all'amico "Ci vediamo al tempio di Estia ! Bada a te, amico !" poi segue i due compagni scomparendo oltre l'arco di pietra. Sospeso in cielo grazie alle ali della sua armatura divina, Pegasus lo osserva uscire, riflettendo su quanto sia diventato forte il legame che unisce loro quattro cavalieri. Senza neppure aver bisogno di parlare, sono riusciti a mettere insieme un piano ed a creare un'azione congiunta tale da mettere in difficoltà persino un Dio. "Complimenti, cavaliere, sei riuscito a cogliermi di sorpresa, ma non si ripeterà !"

"Hai creduto che queste ali fossero solo un ornamento, e questo errore ti è costato caro..."

"Già, siete stati abili, avevo dimenticato che le armature divine potenziano i vostri attacchi, ma non importa. I tuoi amici non supereranno mai il tempio di Estia, mentre tu non uscirai neppure da qui. Ora vedrai la vera forza del Dio che hai di fronte !" Espandendo il suo cosmo, Ermes si lancia verso Pegasus, che a sua volta scatta verso il suo nemico, lanciando il suo "Fulmine di Pegasus". I due combattenti si incrociano a mezz'aria, Pegasus, muovendosi a velocità supersonica, sferra diversi colpi, ma Ermes li schiva tutti con semplici spostamenti laterali. Dopo un'ulteriore serie di colpi, i due sfidanti si allontanano tra loro. Ancora in aria, Pegasus compie un salto mortale in modo da volgere le spalle verso il cielo ed il volto verso il suolo, ed al tempo stesso direziona la caduta verso una delle colonne. Raggiuntala con i piedi, il ragazzo piega al massimo le gambe, per poi farle scattare come una molla, dandosi la spinta per un nuovo attacco verso Ermes. "Eccoti di nuovo il Fulmine di Pegasus !" grida lanciando una nuova scarica di colpi. Ermes però spicca un balzo in avanti, passando sopra a Pegasus ed atterrando qualche metro dietro di lui con una capriola. Fortemente in affanno, Pegasus si gira verso il nemico, sollevando le braccia in segno di difesa, poi però sputa un flotto di sangue e si accascia su una gamba. "Ti ho già detto che con me non servono difese. Io posso muovermi ad una velocità pari a quella della luce, poco fa, quando mi hai attaccato in aria, ho schivato i tuoi colpi e contemporaneamente ti ho ferito all'addome." Il Dio fa una pausa per qualche attimo, poi riprende "Uh uh, se non fosse stato per l'armatura divina che indossi, a quest'ora avresti cessato di soffrire, e forse per te sarebbe stato meglio !"

Stringendosi l'addome con la mano sinistra, Pegasus cerca a fatica di rialzarsi "Non credere di avermi già sconfitto, ne occorrono mille di colpi come questi per sconfiggere Pegasus, cavaliere di Atena !"

A queste parole, il sorriso scompare dal volto di Ermes, che, assunta un'espressione seria, quasi solenne, dichiara "Hai ragione, un guerriero del tuo valore merita di essere sconfitto in un modo molto più onorevole. Dopotutto hai già affrontato Nettuno ed Hades, quindi ti concederò di vedere il colpo di un Dio !" Allibito, Pegasus osserva il nemico sollevare le braccia sopra la testa, formando una X. Cogliendo il suo stupore, Ermes afferma "Io sono il protettore dei viaggiatori, un tempo percorrevo le strade, liberandole dagli spiriti maligni. Preparati cavaliere, tu ora intraprenderai il tuo ultimo viaggio: Turbine Divino !". Dalle braccia di Ermes parte un turbine di energia, che travolge in pieno Pegasus, lanciandolo verso l'alto. Anziché scomparire dopo aver colpito il bersaglio però, il colpo solleva Pegasus in aria per centinaia di metri, proprio come un terribile turbine. Prima di essere completamente accecato dalla luce del colpo, Pegasus si trova per un attimo nell'occhio del ciclone. Al suo interno, assomiglia in tutto e per tutto ad una strada lastricata in pietra, come quelle usate ai tempi della Roma antica, poi la violenza dell'attacco ha la meglio sul ragazzo. Alla fine, senza alcun preavviso, l'energia del vortice si esaurisce, lasciando precipitare Pegasus al suolo come un peso morto. Sebbene attutito dall'armatura divina, l'impatto è terribile ed una chiazza di sangue si allarga sotto la fronte dell'eroe, che giace immobile.

Immerso nell'oscurità, Pegasus apre debolmente gli occhi. Intorno a lui il nulla, non un rumore, non una presenza, solo l'oscurità. Anche il dolore del colpo subito, così accecante fino a qualche attimo prima, sembra scomparso. Anzi no, non è solo il dolore ad essere sparito, ma qualsiasi sensazione. La pelle di Pegasus non avverte più il contatto con l'armatura divina, e neppure con il suolo sotto di lui. E' una sensazione che il ragazzo conosce bene, già altre volte l'ha provata, ma mai così incombente, mai così profonda. "E' finita, lancia attacchi che non riesco a vedere, ha difese che non posso valicare. E' così grande la differenza tra un uomo ed un Dio…non avremmo mai dovuto separarci…abbiamo sconfitto Nettuno ed Hades solo perché eravamo uniti…ed Atena era con noi…ma ora…da solo…non posso fare più nulla… perdonatemi amici…perdonatemi, vi prego…" pensa chiudendo gli occhi.

"Pegasus !" sussurra una voce femminile

"Chi sei…Castalia ?"

"Pegasus, non mi riconosci ?"

"Pa…Patricia ? Sei tu ?"

"Cosa ti succede, Pegasus ? Non è da te lasciarsi andare in questo modo"

"Ermes è troppo forte, troppo veloce. Non ho possibilità contro di lui…"

"Pegasus, lo hai dimenticato ? Hai già dimenticato come hai fatto a ritrovarmi ?"

"Non sono stato io…Castalia ti ha cercata sospettando che mi avessi seguito in Grecia, ed alla fine ti ha trovata in uno dei villaggi vicini al Grande Tempio…è solo merito suo se ci siamo riabbracciati"

"Non è così, Castalia mi ha accompagnata alle dodici case, ma è stato solo grazie a te se ho ritrovato la memoria. Tu non hai mai perso la speranza, ed è stata la tua forza di volontà a permettermi di ritrovare me stessa. La soluzione per sconfiggere Ermes è dentro di te, devi solo trovarla, non lasciarti andare, Pegasus…Pegasus" afferma la ragazza prima di sparire nell'oscurità

"Patricia ! resta con me…non abbandonarmi !"

"Non può restare…se vuoi rivederla dovrai rialzarti e sconfiggere Ermes, e qualsiasi altro nemico si parerà sulla tua strada !" dice una seconda voce.

"Castalia, anche tu sei venuta in mio soccorso"

"No ! non hai bisogno del mio aiuto, Patricia ti ha già indicato la via, devi solo seguirla. Ricorda il primo giorno dell'addestramento, quando ti chiesi di frantumare una roccia con le mani. Ti spiegai che la volontà è la chiave di tutto. Grazie alla tua forza di volontà hai spaccato quella roccia, hai conquistato l'armatura, hai vinto i tuoi nemici, hai abbattuto la Colonna Portante di Nettuno, compiendo un miracolo. Non volevi morire perché desideravi ardentemente ritrovare tua sorella, e così non hai permesso a nulla di fermarti. Non lasciare che l'appagamento per aver finalmente riabbracciato Patricia ti conduca alla sconfitta, ritrova dentro di te quello spirito che ti rendeva invincibile, innalza il tuo cosmo e raggiungi il nono senso. Risorgi, Pegasus !"

"E' vero ! non è la prima volta che affronto un nemico superiore, ma è la prima volta che mi lascio andare in questo modo. Ho sconfitto i cavalieri d'oro, anche loro si potevano muovere alla velocità della luce, ed avevo con me un'armatura di bronzo, non un'armatura divina…si, posso sconfiggere Ermes…"

Improvvisamente, il cosmo di Pegasus comincia ad espandersi, ed allo stesso tempo il ragazzo si rialza. Numerose gocce di sangue escono da una ferita alla fronte e scorrono lungo il volto, fino a raggiungere il mento e grondare a terra. Sotto lo sguardo attonito di Ermes, Pegasus è di nuovo in piedi. "E' incredibile la vitalità che sprigiona il suo cosmo. Ha appena subito il Turbine Divino e trova la forza di rialzarsi, era da molto tempo che non mi trovavo di fronte ad un avversario del suo valore !" pensa il Dio mentre osserva il suo nemico.

"Sei stupito, Ermes ? credevi di avere già vinto, ma non è così ! Dovrai fare molto di più per avere ragione di me !" dichiara l'eroe in tono combattivo e deciso

"Si…ti avevo sottovalutato…non sei un comune essere umano, l'energia del tuo cosmo ti rende un nemico temibile. Bene, lo scontro sarà più interessante del previsto, ma il suo esito è già scritto nelle stelle e prevede la tua disfatta !"

"Prima che la battaglia inizi, una domanda, Ermes. Hai detto che un tempo proteggevi gli uomini che si incamminavano per lunghi viaggi, per quale motivo allora oggi assecondi il disegno di Zeus, che vuole distruggerli ! Dovresti schierarti al fianco degli esseri umani, non contro di loro !"

"Parli così perché non conosci l'oblio, non sai cosa significa esseri dimenticati. Nelle epoche classiche ero rispettato e venerato da tutti, a me si innalzavano preghiere prima di ogni partenza, ai miei templi erano portati doni ogni volta che un viaggio andava a buon fine. Ora più nulla ! Per quale motivo dovrei aiutare l'umanità che mi ignora, Pegasus ? Se anche si salvassero, credi che ringrazierebbero me o altri dei ? Hanno mai ringraziato te ed i tuoi compagni per tutte le volte che li avete salvati ?"

"Non è certo per ricevere gratitudine che noi combattiamo ! Ascoltami, Ermes…"

"Ora basta di perdere tempo con simili sciocchezze. Prepara le tue difese, cavaliere, perché ora morirai !" dichiara a voce alta il Dio, per poi lanciarsi contro il nemico sferrando un calcio volante. Pegasus però si sposta col torace verso destra, evitando l'impatto, e contemporaneamente usa il braccio per bloccare la gamba di Ermes, protesa nell'attacco. Afferrata la gamba, Pegasus ruota su se stesso diverse volte, ed alla fine lancia il nemico verso una colonna. Con sua grande sorpresa però, Ermes si ferma a mezz'aria, ed osservandolo con attenzione, Pegasus nota che le alette che ha alle caviglie gli permettono di volare. "Credevi che la tua armatura fosse superiore alla mia ? ora vedrai !" dice Ermes sorridendo, poi, spinto alla velocità della luce dalle sue piccole ali, sfreccia verso il nemico, colpendolo con un pugno in pieno stomaco. L'eroe riesce a restare in piedi, ma l'impatto del colpo lo spinge diversi metri all'indietro e, cosa più importante, lo obbliga ad abbassare per un attimo la guardia. Approfittando della situazione, Ermes vola ancora una volta verso Pegasus, per poi attaccarlo con una scarica di fasci luminosi, che mandano il ragazzo al suolo.

"Uuh, un colpo ben assestato, non c'è che dire…" commenta l'eroe rialzandosi

"…Ma non definitivo a quanto vedo…posso comunque provvedere, non preoccuparti !" sibila Ermes lanciandosi di nuovo all'attacco. Stavolta però Pegasus non si lascia cogliere impreparato e, librandosi in volo grazie alle ali della sua armatura, si scaglia contro il nemico.

Se un osservatore esterno avesse assistito allo scontro, probabilmente avrebbe visto solo due fasci di luce che si dirigevano l'uno contro l'altro, tanto era elevata la velocità dei duellanti. I due combattenti si scontrano diverse volte a mezz'aria, ciascuno schivando i colpi avversari, poi un destro di Ermes va a segno, centrando la spalla nemica e lanciando Pegasus all'indietro. Cadendo però, il ragazzo sferra un calcio che, seppur smorzato dall'innaturale posizione, raggiunge Ermes alla fronte.

Pegasus ed Ermes atterrano a pochi metri tra loro, uno di fronte all'altro, e per la prima volta dall'inizio del combattimento, anche il Dio è in leggero affanno. "E' straordinario, sta inconsciamente ampliando il suo cosmo. I suoi movimenti sono molto più rapidi di prima, i suoi attacchi più potenti. Che si stia avvicinando al nono senso senza rendersene conto ? sarà meglio mettere fine rapidamente allo scontro…" pensa Ermes, poi, a voce alta, afferma "Sei un avversario di valore, Pegasus ! Mi dispiace sinceramente dover mettere fine al nostro scontro, ma devo !" ed alza le braccia sopra la testa disponendole ad X. Pegasus riconosce immediatamente quella posizione, e quindi non è sorpreso quando Ermes grida "Turbine Divino" Ancora una volta, il vortice di energia solleva in aria l'eroe, ma era proprio questo che il ragazzo stava aspettando. "E' la mia unica possibilità, non devo lasciarmela sfuggire. Mio cosmo, compi il miracolo ! Brucia fino ai limiti estremi, dammi la forza !" nel momento in cui si trova nell'occhio del ciclone, l'eroe inizia a ruotare su se stesso, urlando "Cometa lucente !". Con immenso stupore di Ermes, Pegasus vola attraverso l'occhio del ciclone, l'unica zona in cui il potere dell'attacco è nullo, percorrendo il vortice per tutta la sua lunghezza e spuntando davanti ad un allibito Ermes che, incapace di difendersi, subisce in pieno stomaco il colpo nemico. A causa dell'impatto Ermes sputa sangue ed indietreggia di qualche passo. Intanto, Pegasus si è portato alle sue spalle e lo ha stretto con le braccia. "Come…hai fatto ad annullare il Turbine Divino ?" chiede a fatica il Dio.

"Quando lo hai usato la prima volta, sono riuscito a vedere per un attimo dentro il vortice. Internamente, è in tutto e per tutto simile ad una strada, le correnti si annullano tra loro permettendo di non subire danni. Non ho dovuto fare altro che percorrere la strada che mi ha condotto a te. E non credere che sia finita qui !" stringendo la presa, Pegasus urla "Spirale di Pegasus !" e trascina con se il nemico verso l'alto. I due salgono verso il cielo per diverse centinaia di metri, poi il senso della spirale cambia e si dirige verso il basso. Stretti in un abbraccio mortale, i due combattenti precipitano, ma a pochi metri dall'impatto, Ermes sussurra "Non credere che sia così facile !" e brucia il suo cosmo, provocando una violenta esplosione. Accecato dalla luce, Pegasus viene scagliato contro l'arco di pietra, per poi cadere a terra. Quando si rialza, c'è solo una sottile nuvola di polvere, Ermes è scomparso. "Non…non posso credere che Ermes si sia distrutto per cercare di fermarmi…" pensa sbalordito mentre alcune gocce di sudore gli colano sul viso. Poi, senza altre esitazioni, il ragazzo si volta ed attraversa l'arco di pietra, uscendo dal tempio. All'interno, la nuvola di polvere si condensa ed ingrandisce, e da essa appare Ermes, le ferite sul suo corpo sono scomparse. Sorridendo, il Dio riprende il suo elmo, che era caduto quando Sirio lo aveva colpito, poi si volta verso l'arco pensando "Non è così facile sconfiggere una divinità, ma hai combattuto bene, meritando di oltrepassare il mio tempio. Comunque termini questa battaglia, hai conquistato il mio rispetto, cavaliere !"

Intanto, all'ingresso del secondo tempio, Sirio, Cristal ed Andromeda si trovano di fronte ad Estia, la Dea del focolare.