INTERVISTA A FABIO
Chi conosce lo Zeus Chpater Project o il sito principale avrà sicuramente avuto modo di vedere gli splendidi disegni realizzati da Fabio. Oltre ad essere un disegnatore portentoso, Fabio è anche una persona simpatica e squisita ed un'inesauribile fonte di informazioni per tutto ciò che riguarda il disegno, così, tra uno scherzo e l'altro, ho deciso che valeva la pena fargli questa breve intervista per il sito.
Da che ho memoria ho sempre disegnato.
Ricordo che uno dei primi giorni di asilo (parliamo del 1977 !!!!) l’ho trascorso chino sul banco, a disegnare i famosi "Barbapapà" (i miei primissimi ricordi)
A parte che non vedo tutta questa chiarezza (e se pensi ai tempi che passano tra un disegno e l’altro non penso nemmeno che si possa definire così "naturale" ;-p), comunque ho sempre copiato tantissimo; ogni volta che mi capitava (e mi capita ancora adesso) di vedere un disegno, una foto, o qualsiasi cosa che colpisca l’immaginazione, cerco di riprodurla sul foglio di carta, in una serie di tentativi, fino a capire quale sia l’elemento importante dell’insieme.
Nel 1996 poi ho cominciato a frequentare la "scuola del fumetto di Chiavari", nella quale, oltre a insegnanti eccezionali, c’era un’atmosfera di cameratismo e di divertimento che non ho più ritrovato altrove. Purtroppo, per problemi di lavoro, dovetti lasciare a metà del secondo anno, ritornando a disegnare solo per diletto, ma è stata una delle esperienze più importanti.
La cosa fondamentale è stata la scoperta di alcuni artisti di cui conoscevo poco o nulla (ad esempio Alex Toth, che è un mito per chiunque faccia questo mestiere, sia per professione che per hobby, ma del quale quasi nessuno del grande pubblico sa nulla).
Come ho accennato alla domanda precedente, un disegno deve avere qualcosa di particolare per piacermi. Da questo punto di vista qualsiasi "scuola", da quella USA a quella JAP, a quella ITALIANA possono interessarmi.
In pratica sono molto selettivo e non prendo niente a scatola chiusa.
Diciamo che un Batman disegnato da Alex Ross e uno disegnato da Katsuhiro Otomo sono diversissimi fra loro (nonostante il personaggio sia lo stesso), ma Otomo è dotato di un eccezionale dinamismo, mentre Ross, anche se più "statico", ha un gusto per l’estetica assolutamente inarrivabile. A seconda di ciò che serve, uno stile può essere preferibile a un altro, ma prima o poi bisogna fare i conti con tutti.
Copiando tantissimo.
Quando mi sono accorto che Araki (con l’ausilio della misconosciuta e grandissima Michi Himeno) aveva raggiunto uno stile tanto lussuoso e pulito, mi sono letteralmente innamorato.
Da quando ho visto l’episodio 56 dei Cavalieri (quando Virgo apre gli occhi) sono rimasto folgorato e ho deciso che dovevo riprodurre quel senso di forza, eleganza e senso epico che fino a quel momento avevo trovato solo nelle letture di mitologia classica (impostemi alle elementari e mai più abbandonate).
Dipende dal compito.
Se sto facendo un lavoro con un fine preciso, cerco di organizzare il lavoro in un percorso delineato, e non è facile che mi discosti.
Nel caso stia semplicemente "giocando" posso cambiare idea anche molte volte prima di decidere di procedere con un disegno; dovresti vedere quanti pacchi di fogli pieni di schizzi non finiti ho sparsi nei cassetti della scrivania
Questa è la classica domanda che un "non disegnatore" fa a uno che disegna ^__^.
Non è possibile quantificarlo con precisione.
Per farti un esempio estremo, nel 1988 ho cominciato un disegno della Sirenetta Disneyana complici le scarse immagini che circolavano in anteprima (il film, in Italia, arrivò nel 1989) e che mi allettarono assai; ebbene la versione definitiva di quel disegno, completamente diversa dallo schizzo originale a causa di correzioni, ripensamenti e nuovi dettagli scoperti in seguito, lo terminai solo nel 1990.
I disegni che faccio per le splendide fan-fics di Pavone, invece, possono richiedere da un minimo di un giorno (circa 7 ore dallo schizzo alla colorazione al PC), fino anche a 3 settimane nel caso di un personaggio nuovo con una cloth particolarmente difficile e innovativa (anche se ci lavoro materialmente solo nei week-end, durante tutta la settimana provo idee e schizzi senza sosta)
Gli insegnanti di scuola sanno essere molto persuasivi (leggi sul Dizionario alla voce: "cocciuti"). Quando si accorsero che amavo da matti le storie fantastiche (all’epoca imperavano Goldrake e Mazinga), o comunque poco legate alla realtà quotidiana, pensarono di mettermi in mano una riduzione per bambini dell’Odissea di Omero.
Ora, tutti sanno (e chi non lo sa dovrebbe andare a nascondersi) che Go Nagai si ispirò proprio alla mitologia classica, oltre che alla Divina commedia di Dante Alighieri, per inventare Mazinga Z e Co.; ritrovai in quel libro moltissimi elementi dei miei cartoni preferiti e molto, molto di più. Le personalità più complesse, le vicende coinvolgenti mi presero e decisi che volevo saperne di più.
In seguito scoprii che quei miti sono alla base di tutte le storie, di tutti i plot e di tutte le avventure che, ancora oggi, vengono raccontate, quindi apprendere il più possibile è la prima cosa che un "narratore per immagini" deve fare, e io mi sono semplicemente adeguato.
"I figli so’ piezz’e core !!!!! Come fai a chiedermi di scegliere ?