ALBIONE DI CEFEO
(CEPHEUS DAIDAROS)
ETA': 19 Anni
ALTEZZA: 1.87 M
PESO: 89 Kg
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Biondi
DATA DI NASCITA: 30 Aprile
LUOGO DI NASCITA: Argentina.
GRUPPO SANGUIGNO: A
SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.
PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno. Probabilmente è orfano.
COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Cefeo, leggendario re padre di Andromeda (vedi Note).
ARMATURA / ARMI: Armatura d'argento di Cefeo. L'armatura di Cefeo è dotata di due catene rosa, all'estremità della prima vi è una punta triangolare, mentre alla seconda è fissata una palla chiodata. Non è noto se la catena di Albione è dotata di poteri simili alla catena di Andromeda. Viene danneggiata, ma non distrutta, quando il cavaliere è ucciso da Scorpio e Fish.
STIRPE: Cavaliere d'argento di Atene.
PRIMA APPARIZIONE: Episodio 40, "Preparativi a Nuova Luxor" (anime), Saint Seiya N° 12, 1° capitolo (manga).
EPISODI (SAGA):.40, 60, 68-70 (Saga del Grande Tempio).
NUMERI DEL MANGA:.12.
COLPI SEGRETI / POTERI: Albione non sembra possedere un vero e proprio colpo segreto, ma è abilissimo nell'uso delle catene della sua armatura. La sua tecnica preferita sembra consistere nel far ruotare la catena sopra la testa per poi lanciarla contro il polso o la caviglia del nemico. Dal punto di vista fisico, Albione possiede i poteri, la forza e la velocità di un cavaliere d'argento, anche se superiore alla media dal momento che mette in difficoltà un cavaliere d'oro.
STORIA: Probabilmente orfano di entrambi i genitori, Albione, ancora bambino raggiunse in circostanze ignote il Grande Tempio, al momento governato da Sion, antico cavaliere d'ariete ed unico sopravvissuto all'ultima guerra sacra contro Hades insieme al parigrado della Bilancia. Il sacerdote aveva ricevuto da Atena il compito di riorganizzare le armate dei cavalieri, ed Albione fu uno fra i primi cavalieri d'argento della generazione attuale ad essere addestrato. Pochissimo tempo dopo la sua partenza per l'addestramento, Sion venne ucciso e sostituito da Gemini, che nei panni di Arles prese la guida del Grande Tempio. Ignaro di ciò, o almeno della vera identità del nuovo sacerdote, Albione superò le fatiche dell'addestramento, nel quale imparò a usare con maestria le catene ed ogni arma ad esse collegata. Non è noto chi sia stato il suo maestro, ma è possibile che sia lo stesso che in seguito ha addestrato Vesta, futuro cavaliere d'argento di Cerbero, dal momento che i due usano tecniche simili. Conquistata l'armatura di Cefeo, Albione verosimilmente passò del tempo ad Atene, nel quale incontrò per la prima volta Arles, il cui comportamento, così diverso da quello del precedente sacerdote, lo insospettì. Ben presto comunque Albione dovette mettere da parte i suoi dubbi e ricevette dal Grande Sacerdote l'ordine di addestrare nuovi cavalieri di bronzo sull'Isola di Andromeda, una sperduta isola dell'Oceano Indiano in cui erano custodite diverse corazze, tra cui quella di Andromeda stessa (vedi Note).
Albione raggiunse l'isola, un luogo deserto ed inospitale, con temperature che variavano tra i - 20 C° notturni ed i 50 C° diurni e sulla quale le condizioni di vita erano proibitive, e vi si stabilì con un folto gruppo di giovani allievi. Negli anni che seguirono, Albione insegnò loro a sopravvivere ed a combattere sia corpo a corpo che con le catene, arma che colui che un giorno avrebbe posseduto l'armatura di Andromeda doveva essere capace di dominare. Nel corso dell'addestramento, Albione seppe mostrarsi duro ma non crudele, ed imparò a conoscere il carattere e la personalità di ciascuno dei suoi allievi, che ben presto iniziarono a nutrire un profondo rispetto nei suoi confronti. Benché il gruppo di allievi fosse numeroso, quattro ben presto si distinsero agli occhi del maestro: l'orgoglioso Reda, il distaccato Sanzius, una ragazza di nome Nemes ed un timido ragazzo di nome Andromeda. Proprio quest'ultimo incuriosì maggiormente Albione, in quanto, pur essendo capace di lottare, negli incontri simulati si limitava a difendersi ed a parare i colpi senza però contrattaccare, cosa che spesso lo portava alla sconfitta. Ben presto Albione intuì il potenziale di cui Andromeda era dotato ed iniziò a nutrire grande fiducia in lui, giudicandolo una persona con un cuore forte e capace di ribellarsi al destino, ma al contempo nobile al punto da non voler ferire un compagno d'addestramento. Albione, consapevole che essere cavalieri di Atena significava soprattutto saper distinguere il bene del male ed agire con lealtà e giustizia in battaglia, considerò una forza il nobile cuore di Andromeda, e non una debolezza come invece facevano la maggior parte degli altri ragazzi. Compreso inoltre che probabilmente il futuro cavaliere di bronzo sarebbe stato uno tra Reda, Sanzius, Nemes ed Andromeda stesso, Albione diede loro lezioni anche sul potere e sul significato del cosmo, spiegando che è dentro se stessi che bisogna trovare la forza in battaglia, senza fare eccessivo affidamento sulle lontane stelle.
Passarono così circa sei anni e giunse il momento in cui si doveva decidere chi avrebbe ricevuto l'investitura. Nemes, nonostante la sua abilità, finì per essere superata in valore da Andromeda, Reda e Sanzius, e così Albione decise che toccasse a loro competere per l'armatura. Seguendo un rituale vecchio di secoli, Albione organizzò degli scontri tra gli allievi, in modo che l'unico vincitore potesse poi affrontare la prova definitiva, che consisteva nell'essere legati a degli scogli con le leggendarie catene dell'armatura di Andromeda. Se il prescelto fosse riuscito a dominarle ed a liberarsi, avrebbe ottenuto l'armatura, altrimenti sarebbe annegato con l'alta marea. Nel corso degli scontri, Albione si rese conto di aver riposto bene le proprie speranze, dal momento che Andromeda riuscì a sconfiggere sia Sanzius che Reda, ed ottenne di essere sottoposto alla prova ultima.
Pur preoccupato nei confronti di chi ormai amava come un figlio, Albione acconsentì e per molte ore assistette ai disperati quanto inutili tentativi dell'allievo di liberarsi delle catene. Anche quando la marea salì e sommerse Andromeda e gli scogli, Albione non perse però la fiducia nel ragazzo e nelle sue capacità nascoste, ed anche stavolta la sua opinione si rivelò corretta visto che alla fine il giovane riuscì a liberarsi ed ottenne la tanto sospirata armatura. Nel superare la prova però Andromeda mostrò un'energia tale da stupire persino Albione, che si insospettì. Ripensando all'accaduto, il cavaliere concluse che Andromeda non aveva raggiunto la totale padronanza del proprio cosmo durante l'ultima prova, ma molto prima, nel corso degli anni dell'addestramento. Il giorno dopo, quando Andromeda stava per lasciare l'Isola, Albione decise di parlargli da solo e chiese conferma dei propri dubbi. L'allievo confermò le sue supposizioni, e, dopo essersi scusato di non avergliene parlato prima, decise, in segno di affetto, di mostrargli il suo vero potere e lanciò un fascio di energia che lo sfiorò e colpì la roccia alle sue spalle. Subito dopo Andromeda salutò il maestro e partì dall'Isola. Albione non disse più nulla, ma in cuor suo si sentì fiero del ragazzo, ed infatti l'energia del fascio era stata tale da distruggere sia la roccia che il bracciale dell'armatura di Cefeo, che era stato solo sfiorato.
Nei mesi che seguirono, Albione continuò ad addestrare i suoi allievi per le altre armature di bronzo che erano custodite sull'Isola. Stavolta, Nemes, Reda e Sanzius si mostrarono degni e ciascuno di loro ottenne una corazza, anche se nessuna potente quanto quella di Andromeda. In quello stesso periodo però giunsero sempre più spesso strane notizie dal Grande Tempio ed in particolare delle voci sul Grande Sacerdote turbarono Albione. Il cavaliere, che aveva sempre creduto nella necessità di saper distinguere il bene dal male, non potè fare a meno di chiedersi se le azioni del sacerdote appartenessero davvero alla giustizia. Per di più, si seppe ben presto che Andromeda si era ribellato al Grande Tempio e, insieme ad altri quattro cavalieri di bronzo, aveva ripetutamente affrontato e sconfitto gli emissari che erano stati mandati ad eliminarlo. Questi fatti preoccuparono molti allievi i quali, temendo di essere a loro volta accusati di tradimento, suggerirono al maestro di chiarirsi col Grande Tempio e di prendere le distanze dalle azioni di Andromeda. Albione però, basandosi sui suoi dubbi circa l'operato Grande Sacerdote, decise infine di dare fiducia all'allievo e mantenne una posizione neutrale nei confronti di Atene.
Anche se dubbiosi, tutti gli allievi alla fine accolsero bene la decisione del maestro, e per diverse settimane Albione continuò ad addestrare i ragazzi che non avevano ancora ricevuto l'armatura ed a perfezionare le doti di combattimento di Nemes, Reda e Sanzius. Nello stesso periodo, l'uomo continuò anche a ricevere notizie su Andromeda e sul Grande Tempio, e tutto sembrava alimentare i suoi dubbi circa l'attuale reggente di Atene. Un giorno però, il Sacerdote decise di eliminare tutti coloro che ormai considerava traditori ed inviò un sicario sull'Isola. Costui si rivelò essere addirittura uno dei dodici cavalieri d'oro, Scorpio dell'ottava casa. Comprendendo che nessuno dei suoi allievi avrebbe mai avuto possibilità di salvezza contro un nemico dotato di un potere così vasto, Albione cercò di salvare loro la vita ed affrontò Scorpio in battaglia. La velocità e la forza del cavaliere d'oro erano sorprendenti, ma Albione seppe tenergli testa e con le sue catene riuscì persino a mettere in difficoltà il nemico, che non si aspettava tanta resistenza da parte di un cavaliere di rango inferiore.
Arles però aveva previsto che Albione non sarebbe caduto facilmente e così, ad insaputa di Scorpio, aveva inviato un secondo cavaliere d'oro sull'isola, Fish della dodicesima casa. In palese inferiorità contro due cavalieri d'oro, Albione venne colto di sorpresa dall'arrivo di Fish ed una rosa rossa apparentemente innocua del nemico gli ferì la mano. La rosa era però intrisa di un veleno potente, che annebbiò i riflessi di Albione, lasciandolo indifeso di fronte al successivo attacco di Scorpio. Ormai inerme, l'uomo venne colpito a morte e si spense al suolo. Il suo sacrificio purtroppo non salvò i suoi allievi, e solo Nemes, Reda e Sanzius riuscirono a scampare alla quasi totale distruzione dell'isola per mano di Scorpio.
Tornati dopo la partenza dei nemici, i tre piansero la morte del maestro, che attribuirono a Scorpio sebbene accanto al corpo vi fosse ancora la rosa rossa di Fish. In seguito, il cadavere di Albione venne sepolto sull'isola.
NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 40, 60, 68-70 dell'anime e dal n° 12 (1° capitolo) del manga, edizione StarComics. Va notato comunque che l'Albione dell'anime è molto diverso dal corrispondente Daidaros del manga, sia esteticamente che come personalità. Anche le armature che i due indossano sono diverse, e non c'è prova che Albione appartenga effettivamente alla costellazione di Cefeo.
Che Albione sia orfano si deduce dal fatto che non viene mai fatta menzione di alcun membro della sua famiglia. È probabile che abbia conosciuto Sion perché solo il raffronto col precedente Sacerdote potrebbe avergli fatto nascere dei dubbi sul comportamento di Arles. Si può quindi collocare l'addestramento di Albione nel periodo a cavallo tra il regno di Sion e quello di Arles, poco prima della "notte degli inganni" in cui quest'ultimo cercò di uccidere Atena. Questo significa che Albione è stato tra i primi cavalieri d'argento ad essere addestrato, iniziando pochi mesi prima del Maestro dei Ghiacci.
Non ci sono prove che le armature del Camaleonte e quelle indossate da Reda e Sanzius fossero effettivamente nascoste sull'Isola di Andromeda, ed in effetti è inusuale avere più armature nello stesso posto, ma è un dato di fatto che quelle corazze siano dotate di catene o frusta e non c'è altro posto dove i tre possano averle conquistate, visto che un'armatura può essere ottenuta solo dopo l'addestramento presso il maestro che la custodisce. È quindi probabile che i tre abbiano conquistato le loro corazze sull'isola, poco tempo prima la morte di Albione per mano di Fish, e che siano scappati portando con se gli scrigni quando Scorpio ha distrutto l'isola. Non ci sono notizie riguardo il fato degli altri allievi di Albione, ma le parole di Nemes nel 40° episodio suggeriscono che siano tutti morti.
Che Albione avesse da tempo intuito il potenziale di Andromeda, si nota dai flashback negli episodi 60 e 69, in cui si accorge che il ragazzo non reagisce di sua volontà ai colpi del nemico. I sospetti di Albione sul Grande Tempio potrebbero essere legati alle stragi compiute nel mondo da diversi plotoni di soldati agli ordini del Grande Sacerdote, ma visto che molti cavalieri sembrano ignari di ciò, è anche possibile che si riferisca ai molteplici misteri riguardanti l'ascesa al trono di Arles (nominati da Toro nel 44° episodio), ed il suo accanimento contro cinque cavalieri di bronzo ed una ragazza.
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