di Kurumada Masami e Hamazaki Tatsuya
(tradotto da ALEDILEO, dallo spagnolo all’italiano - final editing by Shiryu)
CAPITOLO DI SANGUE
Sangue
Esiste nel Grande Tempio un cimitero dimesso. Là riposano i Cavalieri di Athena, alcuni famosi, altri meno conosciuti. Molte tombe non devono contenere corpi sepolti. Le lapidi sono semplici pietre con il nome, la classe e in alcuni casi la costellazione. Alcune sono completamente ricoperte di muschio.
- Abbiamo perso una compagna! –Balbetta Pegasus, che ha ricevuto la notizia della morte di Yulij al ritorno dalla sua missione.
- Siamo riusciti a salvarla una volta.. –Dice Cristal, con lo sguardo perso in direzione della tomba costruita di recente.
Dai tempi immemori delle antiche leggende mitologiche, i Cavalieri, così numerosi come le stelle del cielo, lottano per l’amore e per la giustizia sulla Terra, compiendo il loro destino.
Yulij, Bronzo, Sestante. Niente nell’iscrizione che indichi che questa è la tomba di una donna.
- In ogni combattimento, io solo chiedo una cosa! –La voce di Nicole è piena di tristezza. –Che non ci sia bisogno di dire una frase di addio! –L’ufficiale maggiore conclude la cerimonia.
- È tutto qui? –Mei stringe la labbra di fronte alla lapide di Yulij. Sente che l’omaggio è stato troppo corto per la nostalgia che sente.
- E cosa volevi? Un funerale colossale come quelli degli imperatori dell’Antichità? –Il tono di Nicole rasenta quasi il sarcasmo. –Dovremmo per caso fare una festa per celebrare il suo trapasso e piangere per sette giorni e sette notti? –Continua. –Non abbiamo bisogno di ostentazioni! Neanche abbiamo bisogno di tombe! La pace sulla Terra è la maggior prova che ogni Cavaliere è stato qui! Anche se un giorno le persone si dimenticheranno di noi, le stelle mai ci scorderanno!
Le parole di Nicole riverberano lo spirito di Mei e il suo destino segnato dalla scura Armatura. Egli è un Guerriero della Gigantomachia.
***
Nella Sala del Grande Sacerdote, Nicole mostra a Pegasus il pezzo della Catena a Triangolo dell’Armatura di Andromeda. La prima reazione del giovane è di offrirsi immediatamente per salvarlo.
- Andromeda era in Anatolia! Non è vero, ufficiale maggiore? –Anche Cristal è preoccupato per il suo compagno e fratello.
- Si trovava sul Monte Arima! –Risponde l’ufficiale maggiore.
- La Catena a Triangolo è la catena di attacco! –Commenta Sirio, toccando il reperto con le sue mani. –Andromeda ha sacrificato la sua stessa arma, rinunciando alla lotta per avvertirci del pericolo!
- Che nemico potrebbe intimidire un Cavaliere come Andromeda?! –Si chiede qualcuno.
- Può trattarsi soltanto di Giganti! –Grida Pegasus, impaziente. –Yulij è stata assassinata da un Gigante che ha invaso il Grande Tempio!
- Calmati, Pegasus! –Athena, che finora è rimasta seduta sul trono, parla per la prima volta, facendo sì che tutti i presenti si zittiscano in silenzio per ascoltare la volontà divina alla quale dedicano la loro vita. –La vita o la morte di Andromeda dipende dal destino della sua stella! Ma faremo tutto ciò che ci è possibile per lui!
Con grande sorpresa di Pegasus, Cristal e Dragone, in quel momento un gruppo di Cavalieri entra nella Sala del Grande Sacerdote.
- Sono qua! –Afferma Nicole, voltandosi in direzione della porta.
I nuovi arrivati si presentano.
- Black il Lupo, Cavaliere di Bomhills!
- Io sono Ban del Leone Minore!
- Io sono Aspides dell’Idra!
- Geki dell’Orsa a sua disposizione!
- Asher dell’Unicorno! Attenendoci al vostro divino ordine, ci presentiamo al Grande Tempio!
Detto ciò, i Cavalieri di Bronzo si inginocchiano di fronte ad Athena.
- Grazie per essere venuti così in fretta! –Risponde la Dea.
- Siamo venuti per rafforzare le difese del Grande Tempio!
Asher indossa l’Armatura dell’Unicorno, con un corno solitario sull’elmo. Somiglia molto a Pegasus e i due hanno la stessa età. La differenza principale è il suo viso, più abbronzato, probabilmente perché proviene dall’Algeria, dove ha adempiuto la sua missione di Cavaliere.
- Asher, Black, Ban, Geki, Aspides! –Dice l’ufficiale maggiore, in un tono più formale possibile. –La vostra missione vi è stata comunicata! Dovete formare un cerchio difensivo attorno al Grande Tempio e difendere Athena!
- Sì signore! –Risponde Asher. –Mi piacerebbe anche vedere Mei, adesso che sappiamo che è vivo!
- Mei!! –Lo chiama Pegasus, guardandosi attorno.
- Qualcuno ha visto Mei? –Domanda Nicole, con aria preoccupata.
- Era con tutti noi al funerale!
- Arrivatooooo!!! –Pegasus viene interrotto dall’acuta voce di un bambino, più giovane di tutti loro, che entra nella Sala del Grande Sacerdote.
È Kiki.
- Missione compiuta, signor Nicole! –Dice il piccolo, facendo una riverenza un po’ goffa.
- Missione?! –L’espressione dell’ufficiale maggiore è di sorpresa pura.
- Come?! Non mi avete ordinato di teletrasportare Mei al Vulcano Arima?!
- Non ho mai pronunciato tale ordine! –Risponde Nicole.
- No?! Davvero?! È stato Mei a dirmelo.. per questo io.. –Kiki è confuso.
- Vuoi dire che Mei è andato a salvare Andromeda da solo? –Grida Sirio.
- Credo che si senta in colpa per ciò che è successo a Yulij e ad Andromeda, oltre che per il ritorno di Tifone! –Nicole si recrimina duramente per non essere stato capace di comprendere che Mei si sentiva responsabile degli eventi.
- Kiki! Portaci tutti al Vulcano Arima!!!
- Da.. D’accordo!
- Aspetta, Pegasus! –Lo ferma Nicole.
Orgogliosamente Athena si avvicina ai sui Cavalieri, placidamente, portando con sé lo scettro di Nike, Dea della Vittoria. Il suo lungo vestito si agita soavemente.
- Nicole ha il dovere di studiare e analizzare i fatti un po’ più di te! –Dice la Dea. –Se Tifone si trova sul Monte Arima, questo significa che probabilmente là esiste una barriera protettiva!
- Le Fiamme Terrene di Flegra! –Pegasus ricorda il campo di forza di Tifone, che aveva assorbito il Cosmo e che tanto li aveva danneggiati nell’Etna.
- Nicole! –Athena sposta i suoi occhi verso il sostituto del Grande Sacerdote.
Comprendendo la volontà di Athena, il Cavaliere dell’Altare si muove alla ricerca di una piccola cassetta, offrendola alla Dea. Dentro di essa si trova una daga brillante come una gemma. Athena osserva con amorevolezza Pegasus, Cristal e Sirio.
I tre Cavalieri attendono la chiamata della Dea.
- Che il sangue protegga i miei Cavalieri! –La Dea avvicina la lama al suo polso.
La daga è così affilata che basta un lieve tocco per causarle un taglio. Senza vacillare, Athena la lascia correre lungo il suo braccio. L’illustr sangue divino disegna un filo color rosso vermiglio sulla pelle chiara.
Le tre Armature di Bronzo, di Pegasus, Cigno e Dragone, ricevono gocce di sangue di Athena, ottenendo così la protezione della sua sovrana volontà.
Dopodichè Athena offre la protezione del suo sangue anche all’Armatura dell’Altare, prima di restituire la daga a Nicole. Il Cavaliere riceve l’arma rispettosamente, pulisce la lama con un panno bianco e la colloca nuovamente nello scrigno.
- Finché indosserete queste Armature consacrate con il sangue di Athena, non soffrirete per la barriera protettiva di Fiamme Infermali di Tifone ! –Spiega l’ufficiale maggiore.
- Quindi adesso possiamo andare!!!
- Pegasus! Cristal! Sirio! Accompagnatemi al Vulcano Arima! Kiki, perdonami se abuso di te un’altra volta! Ma adesso ogni secondo è importante! È l’ora di un altro teletrasporto!
- Vi affido Andromeda, Mei e tutti i presenti! –Dice Athena serenamente a Nicole, mentre Mylock si impegna per contenere in fretta l’emorragia del polso della Dea.
- È chiaro, Athena! Senza Mei sarà molto difficile sconfiggere Tifone! –Prima di lasciare la Sala, Nicole fa un’ultima riverenza.
- Cosa vuole dire con "senza Mei"? –Domanda Pegasus.
- Mi stavo riferendo al destino della costellazione di Mei! Ti racconterò di questo più tardi! Adesso non è il momento! –Conclude Nicole.
***
Al risveglio da un incubo, nel quale si agitava con forza al suolo, come una lucertola, Andromeda prova brividi che lo intorpidiscono fino alla punta delle dita.
- Questa sensazione! È come se il Cosmo si svuotasse della mia anima! Il campo di Fleg…
- Il Cavaliere di Andromeda!!! –La voce aspra di Tifone interrompe i pensieri di Andromeda. –Stai sentendo timore?
In piedi, con lo sguardo fisso il giovane, si trova il Dio asimmetrico delle fiamme e dei lampi, l’ultimo dei Giganti, nella sua brillante e oscura Armatura di Adamas. Andromeda è suo prigioniero.
- Perché ho l’impressione di conoscerti già?! –Si chiede il mostruoso Dio. –Sento di aver già lottato con te! Ah, certo! Sono le memorie del mio amato fratello Thoas!
"Forse i ricordi di Thoas, il Lampo Veloce, si sono trasferiti dentro Tifone quando egli lo ha divorato durante il sacrificio?" Andromeda ha difficoltà a mettersi di fronte al Dio dei Giganti. Le fiamme e i lampi che Tifone emana sembrano incendiare le sue retine. Ed egli è sempre più potente. Andromeda non lo sa, ma Tifone ha appena divorato Pallas, lo Spirito Stupido, aumentando ancora di più il suo potere.
- Vedo che sei solo un umano, Andromeda! –Dice la creatura. –Sei il ricettacolo di uno degli Dei dell’Olimpo! Non ho dimenticato il sapore del tuo sangue e del Cosmo che ho assorbito, che, ricordo, era poco, nel Monte Etna! Non potrei desiderare un sacrificio migliore!
Tifone si inclina in avanti e tocca il viso di Andromeda. Una scarica elettrica raggiunge i centri nervosi del corpo del Cavaliere, che si contrae involontariamente in un violento spasimo.
- Ti divorerò! –Tifone si inumidisce le labbra con la sua nera lingua.
- Sono un Cavaliere di Athena! –Risponde Andromeda. –Mai mi arrenderò al tuo timore!
- Non vi è modo per fuggire al timore! –Dice Tifone, voltandosi. –Mi piacerebbe divorarti adesso, ma devo aspettare!
Il Dio dei Giganti esce dal campo visivo di Andromeda, rivelando un altare. Sopra di esso, avvolta in un "Bocciolo del Tempio", riposa un’immagine di una donna in cinta, metà umana, metà serpente. "La Prigione del Tempo Sospeso".
- Andromeda, ti divorerò in occasione della nascita del mio nuovo e vero corpo carnale!
- Quella donna è viva?!
- Echidna! L’ultima delle donne Giganti! –Rivela Tifone. –Un mostro mitologico, disegnato dal timore dei fragili umani! È la mia forma femminile! Strappai le sue gambe per non farla fuggire!
Di fatto Andromeda percepisce che la metà inferiore di Echidna, la parte di serpente, è intrappolata al piedistallo da vari chiodi.
In quel momento appaiono tre figure non identificate.
- Padre! –Dicono le ombre.
- Figli miei! Cosa sono questi piccoli Cosmi che mi irritano con il loro continuo coinvolgimento?
- Apparentemente i Cavalieri di Athena sono tornati ad invadere queste terre! –Risponde l’ombra di Ladone, il Dragone dalle Cento Teste.
- Sono come insetti d’estate! Uccideteli! –Ordina il Dio dei Giganti. –E dopo aver fatto ciò, divorateli uno ad uno!
- Sì, Padre! –Rispondendo con obbedienza assoluta, i figli di Tifone lasciano nuovamente il tempio sotterraneo.
"Che siano Pegasus e gli altri?" Pensa Andromeda. "Dunque la Catena di Andromeda è arrivata ad Athena!"
- Il "Tempo Sospeso" tra poco giungerà a termine! –Ripete Tifone, lanciando un’occhiata maligna in direzione della donna sull’altare. E quindi voltandosi verso Andromeda. –Ti divorerò, Cavaliere!
***
In piedi sopra una rocca che ricorda un berretto acuminato, Pegasus esamina il paesaggio intorno a sé. È uno dei numerosi boschi di pietra della valle dell’Anatolia, una regione desolata, lontana dalla civiltà. Il Cavaliere non vede nessun tipo di luce, nessun segnale di una qualche abitazione. Dietro di lui si trovano Cristal, Sirio, Nicole e Kiki, che li ha teletrasportati tutti laggiù.
- Ufficiale maggiore, qual è la relazione tra questa terra e Tifone? –Domanda Sirio.
- Un poema epico greco racconta una storia chiamata "La dimora di Typhoeus"!
- Typhoeus?! Sarebbe su Tifone?
- Per la verità, riguarda la sposa di Tifone! Avete già dimenticato il nome di Echidna? –Domanda Nicole ai Cavalieri di Bronzo.
- Madre di mostri! –Risponde Cristal.
- Sì! Molti mostri della mitologia greca sono considerati figli di Tifone e di Echidna! Il leone di Nemea, il velenoso serpente Idra, Cerbero, il cane dell’Inferno, l’avvoltoio che divorò le viscere di Prometeo incatenato…
- Aspetta un momento! Questi mostri non sono costellazioni? –Indaga Pegasus.
- Lo sono, sì! –Spiega Nicole. –Questa leggenda è una delle molte storie riguardo alle figure che diedero nome alle costellazioni! Questi mostri sono frutti della paura, del timore delle persone! Alcune volte gli umani avevano provato ad acquietare queste creature terrorizzanti, innalzandole al cielo! Al di là di tutto questo, credo che il destino delle stelle non esista solamente per gli esseri umani, ma anche per i Giganti!
- Pensate dunque che anche i Giganti abbiano le loro costellazioni e le loro stelle?!
- Esattamente Sirio! –Nicole solleva gli occhi al cielo notturno. –Il firmamento è il recipiente di questo universo, nel quale tutti i Cosmi e tutte le Divine Volontà si mescolano!
In quel momento, i quattro Cavalieri osservano le loro Sacre Armature. Ammirano il luccichio delle stelle che onoravano. Sono sotto la protezione del sangue di Athena e contemplano il loro destino.
- Andiamo a salvare Andromeda!
- E Mei!
- E andiamo a vincere! Per Athena!
Nicole vede che i tre giovani mettono le mani una sopra l’altra, stipulando un patto di portare a compimento la missione.
- Ma… e io?!
- Tu rimarrai ad aspettarci qua, Kiki! Quando sentirai di essere in pericolo, scappa immediatamente! La tua forza è necessaria per Athena!
- Ne siete sicuro? Uhm… credo… sì! Senza di me non succede mai niente, no? Felice per l’elogio di Nicole, Kiki cerca un luogo dove sedersi ed aspettare i suoi compagni, che escono immediatamente, lanciandosi nel bosco di pietre.
I quattro corrono mantenendo una certa distanza tra di loro.
Ciò che devono fare non è essere protagonisti di una storia di eroismo e di bravura che sia raccontata per millenni. Tutto ciò che faranno sarà per l’amore e per la giustizia sulla Terra. Per i loro compagni e per Athena.
- Ancora non sento la barriera di Flegra! –Grida Pegasus agli altri. –Il bosco di pietra non è sotto la maledizione di Tifone, per tanto, quando troveremo il campo di forza, troveremo anche il Dio dei Giganti!
Improvvisamente risuona un gran rumore, una specie di pozza rivoltosa. I Cavalieri si fermano e si mettono in posizione di combattimento. Il suolo si apre.
Il bosco di pietra grida. Il vento che percorre le rocce fa vibrare l’aria e sovrasta gli invasori come un’arpa stridente. Il suolo cede. La superficie frana come un guscio vuoto e i Cavalieri sono inghiottiti verso il centro della terra, perdendosi l’uno con l’altro in mezzo alle ombre delle rocce e alla polvere che cade.
Il cratere è grande, abbastanza per ospitare vari anfiteatri e si fa sempre più profondo, finché finalmente non incontrano il fondo. Con ciò la terra torna nuovamente silenziosa.
- Uff! –Cristal tossisce, spingendo via una roccia gigantesca. –Dove sono? –Il Cavaliere percepisce di aver perso il contatto con il Cosmo di Sirio, Pegasus e gli altri.
L’aria è satura di polvere, al punto da rendere impossibile mantenere gli occhi aperti. In ogni modo, Cristal si trova molto al di sotto della superficie: anche se potesse aprire gli occhi, l’oscurità sarebbe assoluta.
Mentre cadeva, Cristal era saltato istintivamente verso una fessura laterale del cratere. Se fosse caduto fino in fondo, sarebbe stato schiacciato dal colossale volume delle rocce franate.
- Un’altra diavoleria dei Giganti?! –Si chiede il giovane, adesso separato dagli altri Cavalieri.
Una tenebrosa bufera percorre lo spazio vuoto della terra e Cristal sente come se un centinaio di serpenti lambissero il suo corpo.
- Allora sei riuscito a sopravvivere alla frana?!
Cristal si volta in direzione della voce e, con sua grande sorpresa, riesce ad aprire gli occhi. La polvere, prima così densa, era completamente sparita.
Si trova in una caverna con luci che oscillano tra il rosso e il marrone, che ricorda molto il tempio sotterraneo del Monte Etna. Cristal è sorpreso per l’esistenza di uno spazio tanto ampio sotto il Vulcano Arima.
- Quest’Armatura! Non è una corazza qualsiasi! –Continua la voce, grave come quella di una fiera che ringhia.
- Ah, lo hai percepito? –Cristal non riesce a visualizzare il suo nemico. È uno dei Giganti!
- All’interno della barriera di Flegra, armata all’interno di questo tempio sotterrano, la tua Armatura ha rifiutato il timore!
- Tifone si trova qui?
- Deve essere la protezione del sangue di Athena! –Riflette il Gigante.
- Cristal, della Costellazione del Cigno! –Si presenta il Cavaliere.
- Ortro, il Malefico Cane Bicefalo!
La sua Adamas splende di una brillantezza di zaffiro, stella del colore delle tenebre, una pietra nobile e rara, che contiene nelle sue profondità un azzurro intenso, i raggi scintillanti delle stelle.
Cristal riconosce il nome del mostro dell’Antichità. La figura che si erge di fronte a lui sembra essere fatta di roccia massiccia. Nonostante abbia la stessa altezza degli altri Giganti, il suo torso e il suo addome sono di proporzioni colossali, trasmettendo una densità come quella di un orso polare, un mammifero di mezza tonnellata, che è il più grande animale carnivoro del pianeta.
Il Gigante porta un collare di spine e un’Armatura di Adamas dalla forma poco comune, che ricorda un valente e rugoso cane Mastino.
- Sei figlio di Tifone e Echidna! Il Gigante che ha invaso il Grande Tempio ha annunciato che vi erano nuovi Giganti, figli del Dio!
- Io sono uno di loro!
Il suo viso è completamente coperto da un elmo. Gli spallacci presentano immagini che rappresentano proprio il Malefico Cane Bicefalo, con i denti mostrati, come se fosse sempre pronto per mordere i nemici. Sembra che abbia tre teste, incluso l’elmo.
- Quindi sei il mio avversario!
Un cristallo di neve danza in sospensione, congelando l’aria. I suoni leggeri dei crepitii maculati dal freddo nell’atmosfera sono il silenzioso preludio del guerriero, all’elevarsi del Cosmo di Cristal.
- Ti divorerò!
- Che gusti orribili! –Risponde Cristal, sentendo un terribile disagio.
***
Dopo essere stato praticamente sepolto vivo, Pegasus si apre il cammino sconquassando le rocce che cadevano sopra di lui, sollevandosi dalla terra come un morto resuscitato. Il giovane si pulisce gli occhi e sputa energicamente il fango che si era accumulato dentro la sua bocca.
- Dio! Non avrei nessuna intenzione di morire in un luogo come questo! –Dice a se stesso alcune volte per alleviare la tensione.
Sopra di lui, l’uscita è parzialmente sotterrata. Pegasus non riesce a individuare la cima. Nel luogo vi è una luminosità torbida, che occupa l’aria all’interno della caverna e rivela i contorni delle roccie.
- Come sotto il Monte Etna! Dunque anche questa è...
- La Sacra Terra di mio Padre!
Pegasus compie un agile mezzo giro su se stesso e assume posizione di combattimento, mettendosi in guardia con le braccia.
- Chi sei, che appari così all’improvviso? Mi hai quasi fatto morire di spavento! –Lo provoca Pegasus, riconoscendo nel nemico la figura di un Gigante. –Quindi quella apertura nel terreno è stata provocata da voi!
- Non era nostra intenzione di risolvere il combattimento in questa maniera! –Dice il mostro. –Se foste morti semplicemente in quel modo, non potremmo vendicare l’odio accumulato per lungo tempo dai Giganti! Voglio sapere il tuo nome!
- Perchè? Per scriverlo in un libro di storia? –Ironizza il giovane.
- I Giganti non hanno bisogno di registrare la storia! L’esistenza di mio padre è la prova che i Giganti sopravviveranno! –Dopo aver detto ciò il nemico esce completamente dalle ombre e la sua monumentale figura domina la caverna piena della Volontà di Tifone.
A Pegasus si blocca il respiro di fronte a ciò che vede. Il Gigante possiede ali formate da membrane stirate sopra ossa come quelle dei pipistrelli. La spada nella mano sinistra è un serpente velenoso. Lo scudo nella mano destra è una capra, i cui corni evocano le antiche rappresentazioni del diavolo. Sono oggetti che fanno sì che la figura sembri un fantasma estratto dalla cavalleria medievale.
Il brillare dell’Adamas, che copre tutto il suo corpo, è della stella rubino, ma del colore delle tenebre, un’altra rarissima pietra preziosa, di un rosso così intenso che arriva ad essere crudele, come se contenesse all’interno le fiamme delle stelle impazzite. Sulla sua faccia, una maschera che imita il viso di un leone.
- Hai detto Padre? Stai parlando di Tifone? –Domanda Pegasus.
- Ti sto chiedendo il nome per una sola ragione! –Cambia discorso il Gigante, completamente preparato al combattimento. –Voglio sapere il nome della carne che presto mangerò!
Pegasus si irrita per il modo con cui il Gigante gli si rivolge. Pestando il suolo, prende l’impulso per lanciarsi in direzione del suo avversario.
- FULMINE DI PEGASUS!!! –Grida, avvolgendosi da un’aura bianca e azzurra.
Uno scintillio intenso. I suoi pugni si dirigono verso il nemico ad una velocità di molto superiore a quella del suono. L’attacco mortale rompe la barriera delle Fiamme terrene e per questo può essere lanciato con la sua energia di sempre.
Ma un inaspettato contrattacco lancia Pegasus al suolo. Il violento colpo scagliato dallo scudo sostenuto dal Gigante fa sì che il giovane cada ad una distanza di decine di metri, creando una colonna di acqua. Un lago sotterraneo.
Il "Cavaliere andante" dei Giganti sale i macigni fino a dove Pegasus è stato lanciato. Nonostante sia impacciato, la sua andatura non è in alcun modo lenta.
- Avevo giusto voglia di lavarmi i piedi! Saranno quasi tre giorni che non faccio un bagno!
Pegasus si mette di fronte al suo avversario nel lago, con l’acqua che gli arriva fino alla cintura. Nonostante stia combattendo, il giovane sorride con un’espressione tranquilla, come se non avesse sofferto alcun danno.
- È un po’ ghiacciata, ma credo adesso di essermi svegliato!
- Adesso, tu…
- Per ringraziarti, ti dirò quello che volevi sapere! Sono Pegasus!
- Chimera, la Bestia Multiforme! –Si presenta il Gigante.
Il suo corpo è alto più di due metri e la sua Armatura sembra essere proprio il guscio del Gigante.
Durante il suo addestramento di Cavaliere, Pegasus aveva appreso alcune leggende di mostri. Il giovane cerca adesso nella memoria qualche insegnamento che la sua maestra, Castalia dell’Aquila, Sacerdotessa Guerriero d’Argento, poteva avergli detto al riguardo della Chimera.
La metà superiore del Gigante ha la forma di un leone e la parte inferiore del corpo è una capra. Nella coda un serpente. È un essere strano, fantastico, misterioso.
- Sei figlio di Tifone!
- Ti divorerò!
Il cavallo alato e la creatura fantastica che riunisce molteplici animali si affrontano in combattimento.
***
Anche Nicole dell’Altare era riuscito a salvarsi dalla frana, trovando riparo in una caverna sotto il Vulcano Arima.
- Ufficiale Maggiore! –Lo chiama Sirio, Cavaliere del Dragone. –Dove sono Pegasus e Cristal?
- Non lo so! Apparentemente sono caduti molto più in basso di dove siamo noi! –Risponde Nicole.
- Siamo nelle profondità di un fosso? –Domanda il Cavaliere cieco.
- In una caverna! Per quello che vedo, vi sono segni artificiali sulle pareti! Forse è un tempio sotterraneo dei Giganti! Sembra anche che vi sia una barriera di Flegra! Sono preoccupato per Andromeda e Mei!
- Signore, per ciò che Kiki ci ha detto, non deve essere passata più di un’ora da quando egli condusse Mei al Vulcano Arima!
- Spero che stia bene!
- Se questo è stato il tempio di Tifone, dobbiamo scendere più sotto! Incontreremo Pegasus e Cristal! –Suggerisce Sirio. –Riesco a sentire il loro cosmo, anche se minimamente!
- Non dirmelo?! Io non riesco a sentirlo! Devono essere i legami di sangue, tra voi amati fratelli! –Nicole sorride.
In quel momento un’esplosione rumorosa fa vibrare nuovamente i sotterranei del Monte Arima.
- Un altro smottamento?! –Nicole guarda verso l’alto.
- No.. questo è… -Senza tempo per dare spiegazioni, Sirio inizia a correre in direzione di un Cosmo che suggerisce una stella moribonda. –Di qua, signore!
Nei corridoi che seguono la luminosità è più ridotta. Sirio, nonostante sia cieco, avanza come se guidasse Nicole nella penombra. Arrivano infine ad un’apertura molto più illuminata e davanti a loro si trova…
La figura del Cavaliere ricoperto dalla sua nera corazza, ferito e abbattuto. Gettato con la bocca a terra, sembra voler sollevare il volto, gemendo.
Senza prestare attenzione alcuna nei suoi propri riguardi, Nicole corre nella sua direzione.
- Fermatevi! Non venite! –Grida Mei, con la voce debilitata, quasi inascoltabile.
In quell’istante scende la più completa oscurità. Su tutti loro.
Un attacco proveniente dalle tenebre attraversa il pettorale della Sacra Armatura d’Argento, come se fosse fatta di carta. Un suono sordo. La protezione della stella di Nicole sembra che si stia esaurendo.
Qualcosa lo attraversa dalla schiena. Non c’è niente che Sirio e Mei possano fare. Non vi è modo per riportare indietro il tempo. La fine di una vita non può essere cambiata. Il sangue inonda i polmoni di Nicole dopo che il suo petto si rompe.
Mei si avvicina a Nicole, strascicandosi. Il Cavaliere della Costellazione dell’Altare cade bocconi, senza niente che ammortizzi la sua caduta.
- Mei… Stai bene? –Domanda il debilitato Nicole, preoccupandosi ulteriormente fino al suo ultimo momento.
- Perché non siete stato in guardia?! Una persona come voi, signore?! –Mei, con i suoi capelli argentati unti di sangue, si trascina al percepire che la morte di Nicole è inevitabile. –Questa è stata un’incuria!
- Hai ragione! E me ne vergogno! –Ammette l’Ufficiale Maggiore. –Ma ho perso il controllo quando ti ho visto a terra! Soltanto avevo nella mente che tu sei necessario, Mei! Eri sul punto di tradire la fiducia di Athena… Ti dissi che c’era un segreto nascosto nel Grande Tempio… la storia dell’antica Gigantomachia… se tu.. senza l’Armatura della Chioma di Berenice sarebbe molto difficile sigillare Tifone!
- Conservate le vostre energie! Non dite niente di più!
- Sigilla Tifone! –Nicole consuma tutta la forza che gli rimane. –La tua Armatura ti guiderà… sarà la voce delle stelle… e solo tu potrai udirla!
- Sì!
- L’unica cosa di cui mi lamento... come sostituto del Grande Sacerdote... –Lo sguardo di Nicole sta perdendo intensità. –È di non sapere quale sia il destino che è riservato a te e alla tua Armatura! Questo non compare nella storia ufficiale... non si trova in nessun libro storico! Nè Athena reincarnata lo sa... il sangue di Athena consacrato nella tua nera Armatura... in quel passato distante.. Lei ti racconterà quando sarà l’ora!
- La protezione del sangue di Athena! –Ripete Mei.
- Potrebbe essere un destino terribile per te! Nonostante tutto ciò, sono obbligato a darti l’ordine! Mei, adesso vedo che il destino della mia stella fu di dirti questo: Sigilla Tifone! –Sono le ultime parole di Nicole.
In quell’istante un’altra stella cade dal firmamento. Nicole, Argento, Altare. Alcune volte le tombe non contengono resti mortali.
- Ufficiale Maggiore!!!
- Sirio! –Lo avverte Mei. –Stai attento! Il nemico!
Sirio corre in direzione di Mei, studiando l’interno della caverna. I suoi movimenti sono interrotti da un cosmo devastante.
- È arrivato un altro insetto rumoroso! –La presenza domina l’oscura caverna.
- Mi hai usato come esca!! –Grida Mei. –È tutta colpa mia! –Pentito, Mei si morde il labbro inferiore con tanta forza che il sangue scorre sul suo mento.
- Mio Padre ha ordinato che divorassimo tutti voi Cavalieri! –Dice la voce che comanda i Giganti figli del Dio.
- Chi sei tu? –Sirio non lo vede, ma può misurare il terribile Gigante che si trova di fronte a lui dall’intensità assurda del suo Cosmo. Se potesse dividerlo, certamente sarebbe comunque sovrastante.
- Ladone, il Dragone delle Cento Teste! –Dichiara la voce.
Mei si solleva tremante. Le sue ferite sono profonde e sanguinanti. Ha i muscoli della gamba divisi, come se la carne fosse stata strappata a morsi.
- Ladone! Questo è il nome di uno dei figli di Tifone e Echidna nella mitologia! Il Dragone Maligno! –Grida Sirio.
- È il Gigante figlio del Dio di cui parlava Pallas! –Conclude Mei.
- Sono qui! –Proclama Ladone.
Lo splendore della sua Adamas è di un opale nero, una gemma rara che irradia nebulose stellari con tutti i colori dell’arcobaleno del firmamento denso di ebano.
- Vai via, Mei! –Ordina Sirio. –Pegasus e Cristal devono essere al di sotto di questa caverna! Senti il loro cosmo, non è così?
- Credi che ti abbandonerò?
- L’Ufficiale Maggiore mi ha raccontato… che senza di te e la tua Armatura sarà impossibile sigillare Tifone!
- Ma…
- Non ripetere l’errore! –Sirio non ha altra opzione che schiaffeggiare il riluttante Mei. –Perché siamo compagni? Perché siamo fratelli? Non stai lottando da solo!
- Questo non me lo sarei aspettato! Prendermi un colpo da un fratello più giovane…
- Mei, c’è una cosa che ho bisogno di dirti! –Confessa Sirio. –Nella battaglia delle Dodici Case, io combattei contro il tuo maestro, il Cavaliere d’Oro di Cancer, e lo sconfissi con questi pugni!
- Lo so! –Risponde Mei. –So tutto, attraverso l’Ufficiale Maggiore, Nicole! Egli mi raccontò tutto prima che io ti incontrassi al Tempio del Cancro!
- Tu sapevi!!
- Quell’uomo… -Mei apre il cuore a suo fratello. –Nonostante sia stato un Cavaliere malvagio, che si è ribellato ad Athena, continua ad essere il mio maestro! Al tempo stesso, tu ed io abbiamo lo stesso sangue! Non paragonerei mai le due cose!
- Mei… Grazie! Questa conversazione mi libera di un enorme peso dal cuore! –Sirio sorride. Un sorriso di conforto.
Di fronte al comportamento onesto di suo fratello, anche Mei si sente sollevato, si sente salvo.
Prima che possano congedarsi, Ladone, il Dragone dalle Cento Teste, si colloca di fronte alla coppia.
- Credi che lascerò che egli se ne vada così? –Domanda il mostro, riferendosi a Mei.
- Io, Sirio il Dragone, ti proverò di sì!
- Dragone?! –Per la prima volta il Gigante dalla maschera metallica rivela qualcosa che può lontanamente sembrare un sentimento.
- Brucia, mio Cosmo! Prendi questo! L’attacco più potente di questo Cavaliere!
Il Dragone celeste, risplendendo in un bagliore bianco-azzurro, si annida nel pugno destro di Sirio.
- COLPO SEGRETO DEL DRAGO NASCENTE!!!