Saint Seiya Gigantomachia

di Kurumada Masami e Hamazaki Tatsuya

(tradotto da ALEDILEO, dal francese all’italiano - final editing by Shiryu)

CAPITOLO DI SANGUE

La chioma di Berenice

Penisola del Peloponneso, estremo sud dei Balcani.

Riconosce la debole luce che illumina lievemente la caverna, dove certamente non arrivano raggi del sole. È la stessa che vide nelle profondità del Monte Etna, dove Tifone era imprigionato.

Questa caverna è decisamente meno vasta di quella dell’Etna. Non vi sono templi, soltanto rovine di un altare di pietra.

"Strano..." pensa il giovane. "Ho l’impressione che qualcuno sia stato qui poco tempo fa!". Pegasus sembra avvertire gli strascichi di un Cosmo, ma non vi sono segnali di nemici. Ad eccezione dei pipistrelli, il Cavaliere è l’unica creatura vivente lì presente. Non ha altra alternativa che lasciarsi la caverna alle spalle.

***

Sull’imbrunire in Atene, il luogo sacro della Dea Guerriera protettrice della Terra.

Yulij, della Costellazione del Sestante, ricoperta da un vestito e da una tunica scarlatta, si trova nell’osservatorio delle stelle del Grande Tempio. Al suo fianco, il Cavaliere Mei.

Yulij era stata gravemente ferita, quando era stata sequestrata dai Giganti, ma adesso sembra aver quasi totalmente recuperato le forze. Anche la sua maschera, che Mei aveva infranto quando era sotto il controllo di Tifone, è totalmente intatta e copre il suo viso.

Il pavimento distrutto dell’osservatorio, dove prima era impressa una mappa dello zodiaco, è la testimonianza dell’attacco di Mei.

Di fatto, l’atmosfera pare che sia coperta da una densa nebbia.

Nel lato occidentale del firmamento avanzano ancora le ultime costellazioni di primavera. Un poco al di sopra della Vergine, tra le stelle Denebola e Arturo, si trova la costellazione della Chioma di Berenice. È un insieme di stelle pallide. Per quanto limpido possa essere il cielo, visualizzare in esse i lunghi capelli di una donna è un vero esercizio di immaginazione.

Yulij cambia improvvisamente discorso.

Mei nasconde il viso, come se stesse ricordando un incubo.

***

Nel margine settentrionale del Mar Nero. Una regione dell’Ucraina anticamente conosciuta come Scizia.

Una parete blocca la sua avanzata.

L’armatura del Cigno, bianco-azzurra, e i capelli biondi del giovane brillano lievemente nell’oscurità, prova che questa è una delle Sacre Terre dei Giganti. Nella caverna vasta vediamo appena i resti di un altare di pietra.

I segni lasciati erano insufficienti per qualsiasi congettura.

***

Ma Yulij ha perso la pazienza con le chiacchiere burlone di Mei. Lancia rapidamente le sue cose sopra la tavola e si alza, scomparendo nel fondo della biblioteca.

***

 

Le Dodici Case dello Zodiaco sono i recinti dorati delle costellazioni, la spina dorsale del Grande Tempio. I segni di Ariete, Toro, Gemini e così via successivamente danno il nome ai propri templi, nel cammino che conduce al Tempio di Athena, con i Cavalieri a loro difesa.

Lo spazio dei templi è totalmente pieno per la protezione delle stelle. Nessun potere paranormale, per quanto potente possa essere, riuscirebbe a teletraspostarsi sulle scale o all’interno dei templi. L’unico modo possibile di percorrere il cammino è tramite i gradini che Mei sta salendo in quest’istante.

I Cavalieri di Bronzo, come Pegasus, Cristal e Andromeda, fratelli di Mei, lottarono qui, contro il male celato all’interno del Grande Tempio, proteggendo Lady Isabel, la Dea Athena. I dettagli sono registrati nella storia ufficiale, ma è importante tenere alla mente che le battaglie delle Dodici Case furono combattute tra Cavalieri di Bronzo e Cavalieri d’Oro durante la Rivolta di Gemini.

"Deve essere stato tragico! Cavalieri che lottano tra di loro!" Pensa Mei, rattristandosi nel ricordare che molti Cavalieri persero la loro vita in questi confronti. Egli non aveva partecipato alla lotta perché in quell’epoca già era sotto il controllo di Tifone, nel Monte Etna.

La notte è serena. Mei attraversa la Casa dei Gemelli, che avrebbe dovuto essere protetta da Gemini, arrivando quindi alla quarta casa dello Zodiaco, la Casa di Cancer.

Il luogo, che dovrebbe essere brillante e bianco come la Via Lattea, si presenta pesante e torbido, come rovine abbandonate. Mei è senza parole. Improvvisamente si odono dei passi. Il giovane si volta all’indietro.

La costellazione di Sirio è quella del Drago. La sua Sacra Armatura è formata da placche di orialcon, agglutinate come squame. Sul pezzo del braccio sinistro è agganciato un piccolo scudo circolare, simbolo della propria Armatura.

Sirio è un giovane elegante e raffinato, dal viso colorito, con un’apparenza da un certo punto di vista opposta a quella truculenta del Dragone. Il suo corpo è slanciato e ha lunghi capelli neri che arrivano all’altezza della cintura, ricordando un galante Warakamusha, come erano chiamati i giovani samurai.

Gli occhi di Sirio erano feriti. Il Cavaliere era adesso cieco.

È bene spiegare che la perdita della vista non è qualcosa di debilitante per Sirio. I Cavalieri di Athena dominano il Settimo Senso, l’abilità di sentire il Cosmo e la presenza delle altre persone. Nonostante sia praticamente impossibile spiegarlo a parole, il Settimo Senso supera tutti i cinque sensi tradizionali, persino lo stesso sesto senso. Sirio non ha neppure bisogno di aiuto per salire le scale.

***

Anatolia: Penisola dell’Asia Minore, circondata dai Mari Egeo, Nero e Mediterraneo. Teatro di antiche leggende greche. Oggi la maggior parte del suo territorio appartiene alla Turchia.

Il giovane dai capelli color lino indossa la sua Sacra Armatura, con le catene.

È notte. Una specie di bosco di pietre copre l’immensa valle. Sono centinaia, migliaia di rocce dalle dimensioni differenti, che arrivano a decine di metri di altezza, molte dalla forma di giganteschi funghi. Il paesaggio è stato scolpito in milioni di anni dall’attività vulcanica. Un luogo così fantastico che non sembra reale.

Andromeda balza da una pietra all’altra con morbidezza, accompagnato dall’ombra della luce della pallida luna. Sta adempiendo gli ordini di Nicole, il sostituto del Grande Sacerdote, ed è alla ricerca della dimora di Tifone. Il Monte Arima, che si trova in questa regione, fu citato in un poema epico e, come sappiamo, le leggende a volte portano con sé un fondo di verità nascosta.

È una corsa contro il tempo. Ad ogni minuto Tifone diventa sempre più potente e temibile. Per questo Nicole è così impegnato in questa ricerca, inviando in missioni di investigazione Andromeda, Cristal e lo stesso Pegasus, nonostante non si sia ancora completamente rimesso. In questo momento, lo sforzo include vari Cavalieri sparsi per il mondo, come agenti segreti del Grande Tempio.

"Se Tifone ha il potere di controllare i vulcani!" Pensa Andromeda, osservando la tenue fumata bianca che sale del Monte Arima. "Cosa accadrebbe alla Terra se egli recuperasse la sua vera forza?!". Senza dubbio sarebbe la fine dell’umanità e di qualsiasi forma di vita sul pianeta. Dopo l’eruzione anormale dell’Etna vi erano stati segnali di attività vulcanica in diverse parti del mondo. Gli scienziati avevano messo in guardia per il rischio di una nuova età di gelo o per l’estinzione di massa delle specie viventi, come era accaduto all’epoca dei dinosauri. Alcuni fatalisti più esaltati già professavano la fine del mondo.

In quel momento le Catene di Andromeda, dotate di un incredibile senso di difesa, assumono spontaneamente la forma della Nebulosa Zowah, allertate dalla presenza di un Cosmo sconosciuto.

Nella battaglia di Sicilia, Agrios, la Forza Bruta, Thoas, il Lampo Veloce, e Encelado, la Voce Serrata, il Sommo Sacerdote, si erano offerti in sacrificio a Tifone. E il cosmo sentito da Andromeda non appartiene a Pallas, in teoria l’unico discepolo di Tifone ancora vivo. Forse esistono altri Giganti sopravvissuti? O forse Tifone ha resuscitato altri Giganti dopo l’eruzione dell’Etna?

Andromeda sente che la sua pelle si rizza, come se una lama affilate stesse sfiorando la superficie del suo corpo.

Le figure cercano il giovane come cacciatori attorno ad una preda. La vita di Andromeda è in pericolo. L’attacco combinato dei tre Giganti suggerisce che Tifone si trova lì. Tra tutti i Cavalieri impegnati nella ricerca del maligno Dio, Andromeda ha trovato il biglietto vincente.

Le ombre si avvicinano sempre di più. Possono essere mostri leggendari o demoni mitologici. Con certezza sono nemici, i contorni emanano oscuri riflessi delle Armature di Adamas. La Catena circolare, sul braccio sinistro di Andromeda, inizia a vibrare, reagendo alla pressione dei Cosmi aggressivi. Il Cavaliere chiama indietro la Catena a Triangolo e la solleva al cielo, facendo scintillare polvere di stelle.

***

In quel momento un oggetto non identificato rompe lo spazio, facendo un rumore forte e repentino.

Nicole avanza in direzione del trono di Athena con una velocità superiore al suono, proteggendo la Dea con il suo corpo e la sua Armatura.

Di fatto, in cima al tappeto centrale si trova la catena, anzi soltanto un pezzo di essa. L’oggetto aveva attraversato lo spazio per emergere al Grande Tempio.

Athena raccoglie la catena inviata da Andromeda, sussultando immediatamente.

Anche Nicole è capace di sentire l’energia maligna che preoccupa Athena.

In quello stesso momento una stella dalla coda argentata cade dal cielo coperto di ceneri. Sirio il Dragone sente che un Cosmo terribilmente violento invade il Grande Tempio.

Senza aspettare o avvisare Sirio, Mei è ritornato dalla scalinata delle Dodici Case dello Zodiaco verso la biblioteca, dove si trova di fronte ad un’immagine che lo intimorisce.

Una bufera di carta. Pagine di libri, adesso in frammenti, sono sparse nell’aria e al suolo, in milioni di pezzetti. Yulij è gettata via, immobile al suolo, con la veste scarlatta chierico del Grande Tempio. Chi avrebbe potuto immagine che avrebbe registrato la sua morte con il suo stesso sangue nel libro di storia che stringe tra le mani?

Le battaglie dei Cavalieri sono condotte a un passo dalla morte. Per raggiungere l’essenza della distruzione, in grado di rompere persino gli atomi stessi, vi sono delle volte in cui le dispute si decidono in un istante e in forma crudele. Questo può essere il futuro di qualsiasi Cavaliere. Seriamente ferito, senza Armatura, attaccato a sorpresa da un nemico i cui poteri equivalgono a quelli di un Cavaliere di Athena: in questo caso, un Gigante potente. La Sacerdotessa Guerriero morta non ha più alcuna possibilità: la protezione della stella di Yulij si è esaurita.

Per Mei è la morte di una compagna insostituibile, con cui aveva lottato fianco a fianco per Athena.

In quel momento appare dal nulla uno scrigno con una Sacra Armatura: l’Armatura della Costellazione della Chioma di Berenice, che attende la chiamata del Cosmo di Mei.

Persino lo stesso Sirio, privato del senso della vista, può sentire l’oscurità dello scrigno con l’immagine in rilievo di una donna di lato.

Il coperchio si solleva e un’urna si rivela. In essa non vi è luce, bensì ombre che sembrano giocare con la luminosità. Sorge una bella statua di una donna di lato, con lunghi capelli, prova che il portatore della cassa è un Cavaliere, capace di dominare le forze più potenti del pianeta.

Questa è un’Armatura dei tempi perduti, che rimase chiusa per molto tempo. La prima cosa che richiama l’attenzione su di essa sono i grandi scudi neri degli spallacci, che ricordano le ali di un corvo. Grazie a complesse connessioni che permettono qualsiasi movimento, gli scudi si fondono alle due protezioni delle braccia, senza pregiudicare la mobilità del Cavaliere.

L’elmo ricorda al tempo stesso le protezioni utilizzate dai lottatori di boxe e un ornamento femminile. I pezzi del pettorale, dell’anca e dell’addome sono leggeri e fini, e sulle gambe l’unica protezione sono le ginocchiere. È un’Armatura dalle curve soavi, che rappresentano la femminina immagine che la originò, nonostante essa sia intensamente nera.

Sente l’esplosione del Cosmo nell’interno di Mei e la forza della nera Armatura che accumula in sé la luce: l’origine della vita.

Una lamina spezza l’aria, rilasciando scintille, invisibile, mentre rompe la velocità del suono.

Per somma sorpresa di Pallas, Mei rimane in piedi, immobile, con le due braccia rilassate, senza assumere alcuna posizione di attacco o difesa. Il Gigante decide di attaccare il giovane nella sua apparente vulnerabilità, prendendo lo slancio sul suolo della biblioteca. I fogli del libro storico distrutto volano nell’aria e la distanza tra i due combattenti diminuisce istantaneamente. Le braccia stranamente lunghe di Pallas si flettono come rami di salice e i suoi artigli potenti avanzano in direzione della gola del suo avversario. Ma un colpo mortale taglia appena l’aria.

Era una mano, con artigli: la mano del Gigante, che rifiuta di credere ai propri occhi.

Un’assurda quantità di sangue gronda dal polso mozzato. Pallas sente le vertigini, intensamente turbato da tale visione.

Solo in quel momento percepisce di essere intrappolato in una gabbia di fili sottilissimi, più fini delle corde di un pianoforte, stirati in tutte le direzioni attorno a lui.

Sorprendentemente, l’unione dell’antico orialcon con il gamanion e la polvere di stelle ha assunto in quel caso la forma di un filo di capello, mantenendo però la sua resistenza.

Con un lieve movimento di polso Mei controlla i fili laceranti, che si estendono lungo la copertura di Adamas del Gigante. Intrappolato in una gabbia di orialcon, Pallas non può neanche difendersi.

Pallas è faticosamente perso nelle tenebre, così come Mei e Sirio non sentono alcuna difficoltà, a causa della perdita di luce.

Pallas cade nell’oscurità, con la voce bloccata dal sangue che cola dalla sua gola. Mei si prepara al colpo finale, ma Sirio ferma la sua mano.

Pallas adesso è senza le due braccia, separate completamente dal suo corpo. Il Gigante Spirito Stupido si agita come una gallina in attesa del sacrificio.

Il suo corpo inizia a liquefarsi in quel momento, insieme alla sua Armatura di Adamas, scomparendo completamente da un momento all’altro.

Il giovane è comunque sorpreso delle sue abilità di Cavaliere. Sente che l’Armatura sta iniziando a manipolarlo. Egli muoveva il corpo guidato dall’Armatura. Nelle sue mani, i fili taglienti sono come parte del suo corpo.