di Kurumada Masami e Hamazaki Tatsuya
(tradotto da ALEDILEO, dal francese all’italiano - final editing by Shiryu)
CAPITOLO DI SANGUE
La chioma di Berenice
Penisola del Peloponneso, estremo sud dei Balcani.
- Neanche qua c’è niente! –Dice Pegasus tra sè, esaminando la parete di pietra.
Riconosce la debole luce che illumina lievemente la caverna, dove certamente non arrivano raggi del sole. È la stessa che vide nelle profondità del Monte Etna, dove Tifone era imprigionato.
- Questo luogo fa certamente parte della Terre Sacre dei Giganti! –Conclude il Cavaliere di Bronzo.
Questa caverna è decisamente meno vasta di quella dell’Etna. Non vi sono templi, soltanto rovine di un altare di pietra.
"Strano..." pensa il giovane. "Ho l’impressione che qualcuno sia stato qui poco tempo fa!". Pegasus sembra avvertire gli strascichi di un Cosmo, ma non vi sono segnali di nemici. Ad eccezione dei pipistrelli, il Cavaliere è l’unica creatura vivente lì presente. Non ha altra alternativa che lasciarsi la caverna alle spalle.
***
Sull’imbrunire in Atene, il luogo sacro della Dea Guerriera protettrice della Terra.
Yulij, della Costellazione del Sestante, ricoperta da un vestito e da una tunica scarlatta, si trova nell’osservatorio delle stelle del Grande Tempio. Al suo fianco, il Cavaliere Mei.
- Sembra un mare di sangue! –Commenta Mei, che indossa una camicia e un pantalone nero, moderno, in contrasto con l’abbigliamento classico della giovane. –Da quando la sera è tinta di un colore così rosso cinabro?
- L’eruzione dell’Etna è stata la più grande degli ultimi secoli! –Spiega Yulij. –La cenere vulcanica ha formato una cappa spessa nella stratosfera, bloccando la luce del sole, per questo il cielo è tinto di color rosso vermiglio! Secondo gli investigatori della Grande Fondazione, nei prossimi tre/cinque anni l’incidenza della luce del sole sulla superficie terrestre diminuirà di più del 10%!
- L’instabilità climatica pregiudica l’agricoltura, fa diminuire gli alimenti... la cosa è seria! –Sospira Mei.
- Tu stai bene? –Domanda Yulij, con un’espressione preoccupata.
- Stavo per domandarti la stessa cosa!
- Sto bene!
Yulij era stata gravemente ferita, quando era stata sequestrata dai Giganti, ma adesso sembra aver quasi totalmente recuperato le forze. Anche la sua maschera, che Mei aveva infranto quando era sotto il controllo di Tifone, è totalmente intatta e copre il suo viso.
- Non hai problemi nel portare la maschera sopra le bende?
- Che ci posso fare? Questa è la regola! La tradizione dice che ogni donna che vuole diventare Cavaliere deve abbandonare completamente la sua femminilità, nascondendo sempre il proprio viso!
Il pavimento distrutto dell’osservatorio, dove prima era impressa una mappa dello zodiaco, è la testimonianza dell’attacco di Mei.
- Sai qual è l’altra regola? –Domanda Yulij, in un tono quasi picaresco, prima di mettersi in posizione di attacco, cercando di affibbiare un colpo sulla gola di Mei, con una sciabolata di mano. –Per una Sacerdotessa Guerriero essere vista con il volto scoperto è più umiliante che essere vista nuda in pubblico! Se qualcuno vede il suo volto, la Sacerdotessa Guerriera dovrà uccidere questa persona!
- Questa regola la conosco! –Sorride Mei, ignorando i poderosi pugni che Yulij lancia contro di lui. –Quindi hai ucciso i dottori? Come hanno fatto ad operarti alla testa senza guardarti?
- I medici sono un’altra storia..
- Ehi! Non avevano un’altra alternativa? –Continua Mei. –Amerai chi ha visto il tuo volto?
- Ti stai burlando di me! –Sospira Yulij. –Che imprudente! Credi che non sia capace di ucciderti?
- Non hai motivo! Sfortunatamente non ho visto il tuo volto! Almeno, non lo ricordo! I miei ricordi di quando ero sotto il controllo di Tifone sono confusi! So che ho distrutto la tua maschera proprio qui, ma non riesco a ricordare i dettagli!
- Che amnesia conveniente! –Dice Yulij, riponendo il suo pugno, un pò malvolentieri. –Se dovessi amare un uomo irresponsabile, preferisco credere che non abbia visto il mio volto! Dove si è mai visto che un confusionario come te sia nominato Cavaliere?! Le stelle staranno sicuramente protestando! Che tipo di apprendistato hai avuto con il tuo maestro?
- Ah, di vari tipi! –Risponde Mei, pensando. –Apprendistato di vita!
- Il destino della tua Costellazione è abbastanza meno gradevole che questo! –La voce di Yulij suona adesso rattristata. Solleva gli occhi al cielo. Il color porpora del tramonto sta venendo gradualmente sommerso dalle tenebre.
- È difficile scorgere le stelle, eh? –Commenta Mei.
Di fatto, l’atmosfera pare che sia coperta da una densa nebbia.
- Tifone ha coperto il cielo stellato con ceneri! Con questo non riesco a scorgere direttamente il mondo o il futuro! –Si lamenta Yulij. –E la tua Costellazione, Mei, è più difficile da individuare rispetto alle altre! –Continua, puntando un dito nel cielo.
Nel lato occidentale del firmamento avanzano ancora le ultime costellazioni di primavera. Un poco al di sopra della Vergine, tra le stelle Denebola e Arturo, si trova la costellazione della Chioma di Berenice. È un insieme di stelle pallide. Per quanto limpido possa essere il cielo, visualizzare in esse i lunghi capelli di una donna è un vero esercizio di immaginazione.
- Può non sembrare, ma in essa si trovano intere galassie! –Spiega Yulij.
- Per questo la chiamano la "Finestra delle Galassie", non è così?
- Vero, è proprio ciò che vi vedono! –La giovane è sorpresa dalle conoscenze astronomiche di Mei.
- Sono galassie distanti! –Continua Mei. –Possiamo scorgerle perchè si trovano al nord della Via Lattea, in uno spazio di cielo in cui ci sono meno stelle!
Yulij cambia improvvisamente discorso.
- Sono preoccupata per Pegasus e gli altri che erano sulle tracce di Tifone! Tutti coloro che sono in grado di camminare sono coinvolti in quest’impresa! In questo momento vi sono solo Cavalieri feriti al Grande Tempio!
- Tifone non è come gli Dei dell’Olimpo, che vogliono il dominio sulla Terra! – Riflette Mei. –Non sappiamo cosa pretende realmente, e questo è qualcosa che impaurisce!
- Credevo che i Giganti volessero dominare il pianeta..
- Può essere! Ma i Giganti sono come schiavi reclusi dal timore di Tifone! Una volontà Divina corrotta come la sua mai sarà soddisfatta, a meno che non distrugga tutto, e alla fine anche lui stesso!
- Quando sei stato un burattino di Tifone, hai percepito la sua "volontà"? –Domanda Yulij. –Lo so che preferisci dimenticarlo, ma mi piacerebbe sapere comunque qualcosa!
Mei nasconde il viso, come se stesse ricordando un incubo.
- Vieni con me in biblioteca! –Continua Yulij, prendendo la sua mano. –Voglio sentire ciò che hai da dire!
***
Nel margine settentrionale del Mar Nero. Una regione dell’Ucraina anticamente conosciuta come Scizia.
- Qua vi è ben poco! –Dice Cristal.
Una parete blocca la sua avanzata.
L’armatura del Cigno, bianco-azzurra, e i capelli biondi del giovane brillano lievemente nell’oscurità, prova che questa è una delle Sacre Terre dei Giganti. Nella caverna vasta vediamo appena i resti di un altare di pietra.
- Questo odore… è l’odore di Tifone! –Continua Cristal, parlando con se stesso, sfregandosi le narici. Il suo Cosmo capta una sensazione anomala nell’aria. –È come se fosse un segnale mescolato di una volontà maligna! Forse proprio Tifone stesso è passato di qua! Ma perché?
I segni lasciati erano insufficienti per qualsiasi congettura.
***
- Avevo una paura terribile di disgustare Tifone ed espormi quindi al suo timore! –Racconta Mei.
- Come i Giganti? –Chiede Yulij.
- Sì! Capisco perchè i Giganti rendono culto a Tifone! Il suo è un dominio psicologico assoluto, sufficiente affinché offrano la loro vita in sacrificio!
- Sai cos’è la Prigione del Tempio Sospeso? –Yulij annota con attenzione tutte le informazioni che ottiene da Mei.
- È una specie di sigillo temporale! Tifone sigillò i Giganti sopravvissuti dell’antica Gigantomachia in diverse parti del mondo! Al contrario di lui, che è un Dio e per tanto immortale, gli altri Giganti non sono diversi dagli umani, hanno una vita terrena limitata! Arrestare il tempo fu l’unica maniera di permettergli di ritornare con il suo corpo fisico dopo tante ere!
- Un dono segreto degli Dei! –Sospira Yulij.
- Dopo aver preso possesso del mio corpo... –Continua Mei. –Tifone ruppe le fortificazioni temporali e riportò i Giganti in vita!
- Quanti Giganti rinacquero?
- Ne ricordo soltanto quattro: Agrios, Thoas, Pallas e Encelado!
- Però c’è qualcosa di strano in tutto questo! –Commenta Yulij, riflettendo. –Secondo i registri del Grande Tempio, Tifone e tutti i Giganti furono sigillati da Athena!
- Ha senso che la Dea abbia imprigionato Tifone, che è un essere immortale! Ma non avrebbe avuto ragione nel lasciare i Giganti vivi dentro le prigioni temporali! Sono affidabili questi libri storici del Grande Tempio? –Domanda Mei.
- Dicono che verità e realtà siano concetti diversi! È la stessa cosa con storia e realtà! La rivolta di Gemini, per esempio! Sarà una sfida decidere come questa sarà redatta nella storia ufficiale!
- Da un certo punto di vista, sarebbe corretto dire che il Cavaliere d’Oro di Gemini fu posseduto da sentimenti maligni e assassinò il Grande Sacerdote! –Suggerisce Mei. –Ma trasmettere questo ai Cavalieri del futuro...
- Non è molto appropriato! –Conclude Yulij.
- L’ufficiale maggiore dice che Gemini soffriva di schizofrenia, era come se avesse due personalità, una volta alla giustizia e una al male!
- Gemini in sé non era il male assoluto! –Concorda Yulij. –Però cercò di uccidere Athena e provocò una crisi interna che causò la morte di un numero enorme di Cavalieri!
- Sotto un certo punto di vista, Athena, la guerriera che difende la Terra, deve sempre apparire nella storia sorretta da giustizia inamovibile e immacolata per vittorie indiscutibili! –Dice Mei, ironicamente.
- Ecco, parli di cose pericolose con quella faccia da innocente! –Commenta Yulij. –Se il maestro Nicole lo sapesse, certamente ti toglierebbe il titolo di Cavaliere!
- Quindi è meglio che resti tra di noi, non è vero? –Dice Mei. –Non voglio passare alla storia come il Cavaliere che ha mantenuto il titolo per meno tempo!
- Ti farò il favore di non scrivere quello che dici! –Il tono di voce di Yulij continua ad essere serio. –Ciò che la storia ufficiale di Athena mostra sono le Guerre Sacre e la verità storica delle vittorie! Questo darà coraggio ai Cavalieri delle prossime generazioni ad affrontare i combattimenti! Non vi è necessità di conservare registri di Cavalieri che soffrirono amareggiati tra la giustizia e il male o che provarono compassione per i nemici!
- Athena è giustizia! –Concorda Mei.
- Esattamente! Chi dubita di questo non riuscirà mai ad essere un Cavaliere realmente, a difendere ciò che espone!
- Il tuo viso! –Mei cambia discorso. – Parlare con una donna senza espressione è più inquietante che affrontare Tifone!
- Non può essere peggio che guardare questo sorriso tonto! –Risponde la giovane, sollevando le spalle.
- Perché il tuo nome è Yulij? –Insiste Mei. –È un nome da uomo, non è così?
- Non è il mio vero nome! I Cavalieri devono rompere tutti i loro legami con la società mondiale, e in ciò è incluso anche abbandonare il loro nome di famiglia! Non so se è questo il caso di Pegasus, Andromeda e Cristal, ma sono pochi i Cavalieri che usano il nome che i genitori diedero loro!
- Noi siamo fratelli, figli dello stesso padre, ma fummo allevati come orfani! –La voce di Mei ritorna seria. –Fin dall’inizio, non avevamo niente da perdere. Mei è soltanto Mei, Pegasus è soltanto Pegasus, Andromeda è soltanto Andromeda, Cristal è soltanto Cristal…
- È che voi siete figli delle stelle! –Filosofeggia Yulij. –Io uso un nome di uomo per questione di spirito!
- Quante chiacchiere per una ragazza che diventa Sacerdotessa Guerriero e deve abbandonare la sua femminilità! –Mei ritorna al suo tono sarcastico. –Sei molto antiquata!
- E tu sei un maleducato!
- Lasciami indovinare! Il tuo vero nome è Yulia!
- Oltre che maleducato sei pure un sempliciotto, facendomi queste domande! Cos’è questo colore di capelli? Basta un’occhiata per vedere che è artificiale! La radice è nera!
- Questo colore di capelli, se vuoi saperlo… -Dice Mei, sorridendo. –È una prova di rispetto verso il mio maestro!
Ma Yulij ha perso la pazienza con le chiacchiere burlone di Mei. Lancia rapidamente le sue cose sopra la tavola e si alza, scomparendo nel fondo della biblioteca.
- Yulij! –Dice Mei, sospirando. E sussurra tra sé. –In giapponese, questo è un nome molto femminile!
***
- Pochi testi parlano della Gigantomachia nei registri storici del Grande Tempio! Nei libri ufficiali per lo meno non vi è traccia! –Spiega Nicole ad Athena, mentre la Dea si accomoda sul trono della Stanza del Grande Sacerdote.
- Ciò è accaduto perché la Gigantomachia non fu una Guerra Sacra!
- Sì, Dea! Il fatto è che non abbiamo concrete informazioni che possano indicare il rifugio di Tifone! –Per questa ragione, Nicole ha raccolto piste di luoghi che hanno una qualche relazione con Tifone, basandosi su poemi epici e leggende, e ha inviato i Cavalieri in questi luoghi alla ricerca del Dio dei Giganti. –Molte volte le leggende nascondo un fondo di verità dentro sé!
- In questa battaglia il tempo non sarà nostro alleato! –Dice Athena.
- Avete ragione, Dea! Ogni minuto che passa, Tifone recupera sempre più il suo reale potere, diventando un nemico sempre più potente! La priorità è localizzarlo quanto prima!
- Ma non stiamo lasciando il Grande Tempio senza protezione? –Interviene Mylock.
- Per questo abbiamo chiamato un altro Cavaliere! Kiki è appena ritornato dai Cinque Picchi!
- Nicole! –Athena è sorpresa.
- Egli deve adempiere ai suoi doveri di Cavaliere! –Risponde Nicole, fermamente.
Le Dodici Case dello Zodiaco sono i recinti dorati delle costellazioni, la spina dorsale del Grande Tempio. I segni di Ariete, Toro, Gemini e così via successivamente danno il nome ai propri templi, nel cammino che conduce al Tempio di Athena, con i Cavalieri a loro difesa.
- Dunque è qua che si svolse la Battaglia delle Dodici Case! –Mei ha lasciato da poco la Biblioteca nell’interno del Grande Tempio e adesso sale le scale delle Dodici Case.
Lo spazio dei templi è totalmente pieno per la protezione delle stelle. Nessun potere paranormale, per quanto potente possa essere, riuscirebbe a teletraspostarsi sulle scale o all’interno dei templi. L’unico modo possibile di percorrere il cammino è tramite i gradini che Mei sta salendo in quest’istante.
I Cavalieri di Bronzo, come Pegasus, Cristal e Andromeda, fratelli di Mei, lottarono qui, contro il male celato all’interno del Grande Tempio, proteggendo Lady Isabel, la Dea Athena. I dettagli sono registrati nella storia ufficiale, ma è importante tenere alla mente che le battaglie delle Dodici Case furono combattute tra Cavalieri di Bronzo e Cavalieri d’Oro durante la Rivolta di Gemini.
"Deve essere stato tragico! Cavalieri che lottano tra di loro!" Pensa Mei, rattristandosi nel ricordare che molti Cavalieri persero la loro vita in questi confronti. Egli non aveva partecipato alla lotta perché in quell’epoca già era sotto il controllo di Tifone, nel Monte Etna.
La notte è serena. Mei attraversa la Casa dei Gemelli, che avrebbe dovuto essere protetta da Gemini, arrivando quindi alla quarta casa dello Zodiaco, la Casa di Cancer.
- Un altro tempio senza custode! –Dice Mei a se stesso.
Il luogo, che dovrebbe essere brillante e bianco come la Via Lattea, si presenta pesante e torbido, come rovine abbandonate. Mei è senza parole. Improvvisamente si odono dei passi. Il giovane si volta all’indietro.
- Sei tu, Sirio? –Domanda, riconoscendo immediatamente il Cavaliere, nonostante i due non si incontrino da anni.
- Chi è? Questo cosmo?!
- Sono io, Mei!
- Mei! –Sirio è realmente sorpreso.
- Fosti inviato ai Cinque Picchi, in Cina, ad allenarti! –Continua Mei. –Dunque questa è la famosa Armatura del Drago, resa limpida dalle acque della Cascata dei Cinque Picchi!
La costellazione di Sirio è quella del Drago. La sua Sacra Armatura è formata da placche di orialcon, agglutinate come squame. Sul pezzo del braccio sinistro è agganciato un piccolo scudo circolare, simbolo della propria Armatura.
Sirio è un giovane elegante e raffinato, dal viso colorito, con un’apparenza da un certo punto di vista opposta a quella truculenta del Dragone. Il suo corpo è slanciato e ha lunghi capelli neri che arrivano all’altezza della cintura, ricordando un galante Warakamusha, come erano chiamati i giovani samurai.
- Sono stato convocato dal sostituto del Grande Sacerdote per proteggere il Grande Tempio! –Spiega Sirio.
- I tuoi occhi! –Dice Mei, accuratamente. –Non lo sapevo! Quando è successo?
Gli occhi di Sirio erano feriti. Il Cavaliere era adesso cieco.
- È accaduto durante la battaglia! –Risponde Sirio. –Quando adempiemmo al nostro dovere di Cavalieri!
È bene spiegare che la perdita della vista non è qualcosa di debilitante per Sirio. I Cavalieri di Athena dominano il Settimo Senso, l’abilità di sentire il Cosmo e la presenza delle altre persone. Nonostante sia praticamente impossibile spiegarlo a parole, il Settimo Senso supera tutti i cinque sensi tradizionali, persino lo stesso sesto senso. Sirio non ha neppure bisogno di aiuto per salire le scale.
- Che stavi facendo qui, Mei? –Domanda Sirio. –Senza la vista, posso sentire, sebbene in forma limitata, i sentimenti delle persone! Mi sembra che stai provando una profonda tristezza!
- Stavo pensando al mio maestro! –Risponde Mei, respirando profondamente e sollevando gli occhi al cielo. –Sono stato allenato in Sicilia! Il mio Maestro era il Cavaliere d’oro che proteggeva questa Casa!
- Il Cavaliere d’Oro di Cancer! –Conclude Sirio, adottando subito un’espressione severa.
- Per questo, stavo conservando con lui! Il mio maestro si è trasformato in stelle, lo sai? –Mei ride e ironizza, ma l’espressione di Sirio rimane seria.
***
Anatolia: Penisola dell’Asia Minore, circondata dai Mari Egeo, Nero e Mediterraneo. Teatro di antiche leggende greche. Oggi la maggior parte del suo territorio appartiene alla Turchia.
- Che luogo misterioso! –Commenta Andromeda tra sé.
Il giovane dai capelli color lino indossa la sua Sacra Armatura, con le catene.
È notte. Una specie di bosco di pietre copre l’immensa valle. Sono centinaia, migliaia di rocce dalle dimensioni differenti, che arrivano a decine di metri di altezza, molte dalla forma di giganteschi funghi. Il paesaggio è stato scolpito in milioni di anni dall’attività vulcanica. Un luogo così fantastico che non sembra reale.
Andromeda balza da una pietra all’altra con morbidezza, accompagnato dall’ombra della luce della pallida luna. Sta adempiendo gli ordini di Nicole, il sostituto del Grande Sacerdote, ed è alla ricerca della dimora di Tifone. Il Monte Arima, che si trova in questa regione, fu citato in un poema epico e, come sappiamo, le leggende a volte portano con sé un fondo di verità nascosta.
È una corsa contro il tempo. Ad ogni minuto Tifone diventa sempre più potente e temibile. Per questo Nicole è così impegnato in questa ricerca, inviando in missioni di investigazione Andromeda, Cristal e lo stesso Pegasus, nonostante non si sia ancora completamente rimesso. In questo momento, lo sforzo include vari Cavalieri sparsi per il mondo, come agenti segreti del Grande Tempio.
"Se Tifone ha il potere di controllare i vulcani!" Pensa Andromeda, osservando la tenue fumata bianca che sale del Monte Arima. "Cosa accadrebbe alla Terra se egli recuperasse la sua vera forza?!". Senza dubbio sarebbe la fine dell’umanità e di qualsiasi forma di vita sul pianeta. Dopo l’eruzione anormale dell’Etna vi erano stati segnali di attività vulcanica in diverse parti del mondo. Gli scienziati avevano messo in guardia per il rischio di una nuova età di gelo o per l’estinzione di massa delle specie viventi, come era accaduto all’epoca dei dinosauri. Alcuni fatalisti più esaltati già professavano la fine del mondo.
- No! Non finché Athena e i Cavalieri esistono! Non lo permetteremo mai! –Andromeda riafferma il suo impegno, chiudendo il pugno.
In quel momento le Catene di Andromeda, dotate di un incredibile senso di difesa, assumono spontaneamente la forma della Nebulosa Zowah, allertate dalla presenza di un Cosmo sconosciuto.
- Chi c’è? –Domanda Andromeda, in direzione del bosco di pietre. Il giovane percepisce nitidamente un istinto aggressivo e totalmente esposto, come quello di una tigre o di un lupo, senza la minima preoccupazione di nascondersi. –Ahi, ahi, ci sei! –Andromeda lancia la catena in direzione indicata dal braccio destro, che forma un arco simile ad un boomerang e cattura qualcuno che si nasconde dietro una colonna di pietra. –Uno dei Giganti?
Nella battaglia di Sicilia, Agrios, la Forza Bruta, Thoas, il Lampo Veloce, e Encelado, la Voce Serrata, il Sommo Sacerdote, si erano offerti in sacrificio a Tifone. E il cosmo sentito da Andromeda non appartiene a Pallas, in teoria l’unico discepolo di Tifone ancora vivo. Forse esistono altri Giganti sopravvissuti? O forse Tifone ha resuscitato altri Giganti dopo l’eruzione dell’Etna?
Andromeda sente che la sua pelle si rizza, come se una lama affilate stesse sfiorando la superficie del suo corpo.
- Sono due! No, aspetta, sono tre?!
Le figure cercano il giovane come cacciatori attorno ad una preda. La vita di Andromeda è in pericolo. L’attacco combinato dei tre Giganti suggerisce che Tifone si trova lì. Tra tutti i Cavalieri impegnati nella ricerca del maligno Dio, Andromeda ha trovato il biglietto vincente.
Le ombre si avvicinano sempre di più. Possono essere mostri leggendari o demoni mitologici. Con certezza sono nemici, i contorni emanano oscuri riflessi delle Armature di Adamas. La Catena circolare, sul braccio sinistro di Andromeda, inizia a vibrare, reagendo alla pressione dei Cosmi aggressivi. Il Cavaliere chiama indietro la Catena a Triangolo e la solleva al cielo, facendo scintillare polvere di stelle.
- Athena!!! –Grida Andromeda, mentre la sua vista è completamente coperta dalle tre figure di Adamas che avanzano verso di lui.
***
- Nicole, perché avete chiamato anche Sirio? –La voce limpida e vellutata di Athena si rivolge al sostituto del Grande Sacerdote.
- Dea, dov’è il problema nel convocare i Cavalieri al Grande Tempio in questa situazione di emergenza?
- Sapete di cosa sto parlando!
- Vi riferite al fatto che Sirio è cieco?
- Sirio era ritornato ai Cinque Picchi e finalmente stava cominciando una vita tranquilla a fianco di Fiore di Luna, la figlia adottiva del Vecchio Maestro. Si era ritirato dai combattimenti, e passava le giornate arando e coltivando la terra, nella maggiore serenità possibile!
- Athena, state forse dicendo che Sirio non è più un guerriero? –Domanda Nicole, con rispetto.
- Sirio ha molto sofferto nel corso delle battaglie! Per colpa mia, a causa della mia fiacchezza! Gli ho già portato via la vista! Cos’altro gli toglierò? –Athena rivela i suoi sentimenti più profondi.
- Ma egli non ha restiuito la sua Armatura! –Dice Nicole, dopo alcuni minuti di silenzio. –Non conosco nessun uomo più sincero, valoroso e leale! Spero sinceramente che, in futuro, qualcuno con la moralità, la saggezza e la bravura di Sirio assuma il ruolo centrale di Comandante dei Cavalieri del Grande Tempio! –Continua Nicole. –Rispetto e ammiro la decisione di qualsiasi uomo che decide di vivere umilmente per dedicarsi ad una donna! Ma il destino della costellazione di Sirio non accetta ciò! Inoltre, egli stesso non permetterà che ciò avvenga! Sirio sarà il Cavaliere del Drago finchè il destino della costellazione non sarà compiuto!
- Se ciò è vero, la povera Fiore di Luna soffrirà ancora per molto! –La voce di Athena è rattristata. Non possiamo dimenticare che lei contiene in sé l’anima di Lady Isabel, e per ciò soffre per questioni umane.
- Bisogna che accettiate questo destino, Dea! La signoria vostra può essere stata responsabile del fatto che Sirio abbia perso la vista, però, nonostante egli perda le sue braccia, le sue gambe, la donna che ama o la sua stessa vita, nonostante egli perda tutto, Sirio continuerà imbattibile nella sua convinzione di morire lottando per Athena! È necessario rispettare i suoi sentimenti!
- Però Mei e Sirio… Quei due non si capiscono…
- I lacci stretti del karma che uniscono quei due sono parte anch’essi del destino! Fintantoché entrambi saranno Cavalieri, non vi sarà modo per fuggire ad esso! È qualcosa che hanno bisogno di superare ed io ho la certezza che entrambi vi riusciranno! Sono dei veri Cavalieri!
In quel momento un oggetto non identificato rompe lo spazio, facendo un rumore forte e repentino.
- Ahi! –Sorpreso dall’impatto, Mylock, che si trovava al bordo della Sala del Grande Sacerdote, cade al suolo.
Nicole avanza in direzione del trono di Athena con una velocità superiore al suono, proteggendo la Dea con il suo corpo e la sua Armatura.
- È la Catena di Andromeda! –Athena si alza e corre al centro della sala.
Di fatto, in cima al tappeto centrale si trova la catena, anzi soltanto un pezzo di essa. L’oggetto aveva attraversato lo spazio per emergere al Grande Tempio.
- Forse è accaduto qualcosa ad Andromeda?!
- È stato inviato in Anatolia, al vulcano Arima! Forse Tifone si trova là?
- L’unica certezza è che Andromeda è in pericolo! Una situazione così grave che non gli ha lasciato altro modo per avvisare che valersi della capacità della Catena di attraversare le dimensioni!
Athena raccoglie la catena inviata da Andromeda, sussultando immediatamente.
Anche Nicole è capace di sentire l’energia maligna che preoccupa Athena.
In quello stesso momento una stella dalla coda argentata cade dal cielo coperto di ceneri. Sirio il Dragone sente che un Cosmo terribilmente violento invade il Grande Tempio.
- Mei? –Dice il Cavaliere cieco, voltandosi indietro. Ma il giovane non si trova lì.
Senza aspettare o avvisare Sirio, Mei è ritornato dalla scalinata delle Dodici Case dello Zodiaco verso la biblioteca, dove si trova di fronte ad un’immagine che lo intimorisce.
Una bufera di carta. Pagine di libri, adesso in frammenti, sono sparse nell’aria e al suolo, in milioni di pezzetti. Yulij è gettata via, immobile al suolo, con la veste scarlatta chierico del Grande Tempio. Chi avrebbe potuto immagine che avrebbe registrato la sua morte con il suo stesso sangue nel libro di storia che stringe tra le mani?
- Yulij!!!
- Diavoli! –Una risata da dietro le librerie della biblioteca. La morte, vestita tristemente con un Adamas di cornalina scura, aveva violato le sfere protettrici del Grande Tempio.
- Pallas!!!
- Umpf! Sei la marionetta del mio signore? –Risponde il mostro. –Il recipiente scartato ancora vive? –Il Gigante Spirito Stupido provoca Mei, premendo sul corpo morto di Yulij.
- Adesso, tu…!!!
- Vuoi morire anche tu? –Domanda Pallas, sollevando gli artigli impregnati di sangue e i capelli argentati di Yulij.
Le battaglie dei Cavalieri sono condotte a un passo dalla morte. Per raggiungere l’essenza della distruzione, in grado di rompere persino gli atomi stessi, vi sono delle volte in cui le dispute si decidono in un istante e in forma crudele. Questo può essere il futuro di qualsiasi Cavaliere. Seriamente ferito, senza Armatura, attaccato a sorpresa da un nemico i cui poteri equivalgono a quelli di un Cavaliere di Athena: in questo caso, un Gigante potente. La Sacerdotessa Guerriero morta non ha più alcuna possibilità: la protezione della stella di Yulij si è esaurita.
Per Mei è la morte di una compagna insostituibile, con cui aveva lottato fianco a fianco per Athena.
- Questo Cosmo maligno… è uno dei Giganti? –Domanda Sirio, entrando nella biblioteca.
- Fulmini! Un altro moccioso di Bronzo! –Esclama disgustato Pallas.
- Non starmi vicino, Sirio! –Avvisa Mei.
- Se sei preoccupato per la mia cecità, puoi scordarlo! Il Cavaliere del Drago non è inferiore a nessun altro!
- Non è questo! –Replica Mei. –Questo nemico è MIO!!! Sono stato io a rompere il suo sigillo!
- Aah, come deve essere frustrante! –Continua Pallas. –Diavolo! Eravate finalmente riusciti a salvare la ragazza e adesso è stata assassinata così facilmente! Ho tagliato la sua gola con questi artigli, ho strappato i suoi capelli e la sua maschera! Che felicità!
- Chetati animale! Non tollererò più questo tipo di cose nella sacra terra del Grande Tempio! –Sirio è incapace di contenere la sua ira.
- Fulmini! Annoterete le imprese del grande Pallas su questi libri? –Pallas lancia in alto la maschera di Yulij, che nascondeva dietro di sé. La maschera cade al suolo e si spacca in mezzo.
- Il tuo nome non esisterà più in alcun luogo! –Protesta Mei.
- Hai ragione! Tutti i Cavalieri insignificanti saranno assassinati! Non resterà nessuno per raccontare la storia!
- Non confondere le cose! –La voce di Mei è carica del peso del destino che gli è stato imposto. –Questa è la Gigantomachia! Non ha senso registrare questa battaglia nella storia!
In quel momento appare dal nulla uno scrigno con una Sacra Armatura: l’Armatura della Costellazione della Chioma di Berenice, che attende la chiamata del Cosmo di Mei.
Persino lo stesso Sirio, privato del senso della vista, può sentire l’oscurità dello scrigno con l’immagine in rilievo di una donna di lato.
Il coperchio si solleva e un’urna si rivela. In essa non vi è luce, bensì ombre che sembrano giocare con la luminosità. Sorge una bella statua di una donna di lato, con lunghi capelli, prova che il portatore della cassa è un Cavaliere, capace di dominare le forze più potenti del pianeta.
Questa è un’Armatura dei tempi perduti, che rimase chiusa per molto tempo. La prima cosa che richiama l’attenzione su di essa sono i grandi scudi neri degli spallacci, che ricordano le ali di un corvo. Grazie a complesse connessioni che permettono qualsiasi movimento, gli scudi si fondono alle due protezioni delle braccia, senza pregiudicare la mobilità del Cavaliere.
L’elmo ricorda al tempo stesso le protezioni utilizzate dai lottatori di boxe e un ornamento femminile. I pezzi del pettorale, dell’anca e dell’addome sono leggeri e fini, e sulle gambe l’unica protezione sono le ginocchiere. È un’Armatura dalle curve soavi, che rappresentano la femminina immagine che la originò, nonostante essa sia intensamente nera.
- Mei, la tua Armatura sembra una nebulosa oscura, che conserva dentro di sé la materia che ha dato origine alle stelle! –Commenta Sirio.
Sente l’esplosione del Cosmo nell’interno di Mei e la forza della nera Armatura che accumula in sé la luce: l’origine della vita.
Una lamina spezza l’aria, rilasciando scintille, invisibile, mentre rompe la velocità del suono.
- Diavolo!!! –Il Gigante Spirito Stupido è a bocca aperta. Sente che qualcosa ha attraversato il suo corpo ma non riesce ad identificare cosa.
- Non avete detto che la lotta tra i Giganti e gli umani non necessita di motivi? –Provoca Mei. –Quindi non abbiam bisogno di parole!
Per somma sorpresa di Pallas, Mei rimane in piedi, immobile, con le due braccia rilassate, senza assumere alcuna posizione di attacco o difesa. Il Gigante decide di attaccare il giovane nella sua apparente vulnerabilità, prendendo lo slancio sul suolo della biblioteca. I fogli del libro storico distrutto volano nell’aria e la distanza tra i due combattenti diminuisce istantaneamente. Le braccia stranamente lunghe di Pallas si flettono come rami di salice e i suoi artigli potenti avanzano in direzione della gola del suo avversario. Ma un colpo mortale taglia appena l’aria.
- Diavoli!! –Un’altra volta Pallas è confuso. Il mostro concentra la sua forza nel suo pugno e solleva gli artigli, ma qualcosa cade inaspettatamente, come se fosse una palla mal lanciata.
Era una mano, con artigli: la mano del Gigante, che rifiuta di credere ai propri occhi.
- Il mio braccio! Le mie braccia!!!!!!!!!
Un’assurda quantità di sangue gronda dal polso mozzato. Pallas sente le vertigini, intensamente turbato da tale visione.
- Non l’hai percepito, ma il tuo braccio è stato mozzato poco tempo fa! –Dice Mei.
- Qu.. Quando?! Co.. come?! –Domanda il Gigante, saltando indietro. –Diavolo!!! –Pallas fa un sobbalzo, dirigendosi verso la colonna. Passa la sua mano sinistra sulla nuca, lentamente, percependo che anch’essa è macchiata di sangue. Il mostro analizza lo spazio dietro di sé con gli artigli della mano che ancora gli resta, sentendo un suono acuto, simile a quello di una corda di uno strumento musicale.
Solo in quel momento percepisce di essere intrappolato in una gabbia di fili sottilissimi, più fini delle corde di un pianoforte, stirati in tutte le direzioni attorno a lui.
- Sono fili di orialcon! –Dice Mei.
- Diavolo!! Com’è possibile? Tutti questi fili sono parte della tua Armatura?!
Sorprendentemente, l’unione dell’antico orialcon con il gamanion e la polvere di stelle ha assunto in quel caso la forma di un filo di capello, mantenendo però la sua resistenza.
- Ognuno di questi fili è una lamina affilata! –Continua Mei. –Non muoverti o il tuo collo volerà in aria senza che tu te ne accorga, proprio come il tuo braccio!
Con un lieve movimento di polso Mei controlla i fili laceranti, che si estendono lungo la copertura di Adamas del Gigante. Intrappolato in una gabbia di orialcon, Pallas non può neanche difendersi.
- Dimmi il nome della mia stella! –Ordina Mei, nello stesso istante in cui i fili taglienti divampano. Varie luci della biblioteca si stanno spegnendo, lasciando quella parte del recinto nella più completa oscurità.
- Approfitterai dell’oscurità per fuggire? –Domanda il Gigante.
- Fuggire?! –Mei esplode in una risata burlona. –Questi fili sono i miei occhi e le mie orecchia! Essi sono percorsi dal mio Cosmo!
Pallas è faticosamente perso nelle tenebre, così come Mei e Sirio non sentono alcuna difficoltà, a causa della perdita di luce.
- Aaah!!! –Un altro grido di Pallas nell’oscurità, seguito dal colpo secco di qualcosa che cade al suolo. –Aaaah!! Fulmini! L’altra mia mano!!!
- Dimmi il nome della mia Costellazione!!! –Insiste Mei.
- Tu sei… il Cavaliere… della Chioma… -Il Gigante geme dal dolore.
- Mei, della Chioma di Berenice! –Dichiara il Cavaliere di Athena. Le vibrazioni dei fili di orialcon intonano una canzone: una volontà omicida, oscura e nera, avvolta in una profonda tristezza. – Questo è il tuo ordine di morte, Gigante! BAMBINI PERDUTI!!!
- Aaaah!!! –Grida Pallas, disperato, come se volesse strappargli la gola con la sua voce.
- Che il brano si intoni! –Mei aumenta la pressione di tutti i fili in una volta.
Pallas cade nell’oscurità, con la voce bloccata dal sangue che cola dalla sua gola. Mei si prepara al colpo finale, ma Sirio ferma la sua mano.
- Perché? –Domanda Mei.
- Se non te lo avessi impedito, lo avresti ucciso! –Dice Sirio. –Mei, ciò che io sento vedendoti è un istinto assassino che non troverebbe soddisfazione neppure se tagliasse il nemico in pezzi!
- Yulij… è morta così! È in questo modo che questo tipo l’ha uccisa! –Si giustifica Mei.
- Non importa! Questo è un atto inaccettabile per un Cavaliere! La vendetta non è nella volontà di Athena! Al di là di questo, abbiamo bisogno di porre alcune domande a questo Gigante!
Pallas adesso è senza le due braccia, separate completamente dal suo corpo. Il Gigante Spirito Stupido si agita come una gallina in attesa del sacrificio.
- Dicci, Gigante, dove si trova il tuo Dio, Tifone? –Domanda Sirio.
- Diavoli! Diavoli!!
- Di cosa stai ridendo?
- Quando il nostro signore raggiungerà il suo vero potere, neppure Athena sarà capace di fermarlo, per non parlare di voi Cavalieri! –Pallas parla con difficoltà, mentre rivoli di sangue colano dalla sua bocca. –Alla fine, di fronte al suo vero potere, persino lo stesso Zeus, il più grande tra gli Dei dell’Olimpo, fuggì!
- Qual è l’obiettivo di Tifone? La sua vera forza? Se vuole dominare la Terra perché provoca eruzioni che possono distruggerla?
- I pensieri di Egli stanno molto aldilà degli umani, al di sopra persino di noi stessi, i Giganti!
- Perché i Giganti rendono culto e seguono un Dio come questo? –Continua Sirio. –Un Dio che domina con il terrore! Una fede che non offre pace allo spirito!
- Il terrore è la fonte della nostra forza! –Risponde Pallas. – I Cavalieri, nella loro insignificanza, saranno tutti uccisi! Il nostro signore ha dei figli! I Giganti figli del Dio sono già tra noi! Vecchi Giganti, come me, non sono più necessari! Tu sia lodato, Tifone… -Sono le ultime parole del mostro.
Il suo corpo inizia a liquefarsi in quel momento, insieme alla sua Armatura di Adamas, scomparendo completamente da un momento all’altro.
- Che è successo? –Sirio inghiotte a fatica.
- Questo è il timore di Tifone! –Spiega Mei. –Colui che pronuncia il nome del Dio a cui rende culto gli si staccherà la lingua e perderà la parola! Chi ascolta il suo nome, chiamato dal suo stesso Dio, perderà sangue dalle orecchie e impazzirà! Questa è la credenza dei Giganti!
- Voi due! State bene? –Le luci si accendono con l’entrata di Nicole nella biblioteca. –Yulij!!! –L’ufficiale maggiore è sconvolto di fronte alla tragedia. –Questo è Pallas, lo Spirito Stupido! –Sussurra.
- Pallas si è suicidato pronunciando il nome di Tifone! –Dice Mei. –Era l’ultimo dei Giganti i cui sigilli avevo rotto!
Il giovane è comunque sorpreso delle sue abilità di Cavaliere. Sente che l’Armatura sta iniziando a manipolarlo. Egli muoveva il corpo guidato dall’Armatura. Nelle sue mani, i fili taglienti sono come parte del suo corpo.
- Ho notizie di Tifone! –La voce di Nicole interrompe i pensieri di Mei.
- Avete scoperto qualcosa? –Il giovane solleva il viso in direzione dell’ufficiale maggiore, che risponde con voce pensierosa.
- Andromeda…