Saint Seiya Gigantomachia
di Kurumada Masami e Hamazaki Tatsuya
(tradotto da ALEDILEO, dallo spagnolo all’italiano - final editing by Shiryu)
CAPITOLO DI MEI
I Cavalieri di Athena.
La mitologia è la propria sistematizzazione della cultura e delle sue ramificazioni dalla nascita dell’umanità. È, per definizione, qualcosa di così vasto che neppure il più grande poeta epico potrebbe narrare ognuna delle sue storie, e sarebbe certamente impossibile riuscire a riunire tutte le relazioni esistenti in un unico libro. Poiché è in evoluzione costante, in essa coesistono teorie disparate, spesso contraddittorie, e qualunque sforzo di discuterne e allineare le diverse versioni non sarebbe niente di più che un divertente passatempo.
Nell’Antichità i greci erano chiamati "Heleni", o "Popolo di Helas", forma utilizzata riferendosi alla loro terra natale. Anche al giorno d’oggi, la Grecia si chiama "Repubblica Ellenica" ogni volta che la sua delegazione di atleti partecipa alla sfilata di apertura dei giochi olimpici.
Il nome che usiamo ha origini latine e fu adottato inizialmente per gli stranieri. Verosimilmente la parola "Grecia" esiste soltanto nella lingua spagnola, venendo tradotta in forme differenti nelle altre lingue, come "Greece" in inglese. Questa confusione è più comune di quanto si possa immaginare. I giapponesi, per esempio, chiamano "Nipon" il loro paese, o Nihon, e non Japan (o sue variazioni, che dipendono dalla lingua), come il paese è conosciuto nel resto del mondo.
Racconta la mitologia che il mondo come lo conosciamo ebbe inizio quando Zeus scatenò un diluvio per distruggere l’umanità. Egli era il più grande degli Dei greci e considerava la specie umana crudele e mediocre.
Soltanto una coppia riuscì a scampare a questa catastrofe: Deucalione, figlio del saggio titano Prometeo (colui che diede il nome al fuoco, fino a quel momento un dono esclusivo degli esseri immortali), e Pirra, figlia di Pandora (la prima donna, che ricevette dagli Dei numerosi regali). Il primogenito di questi sopravvissuti ricevette il nome di Veleno, e divenne il leggendario padre del popolo greco.
Il Grande Tempio.
La dimora della Dea Atena si trova non molto lontano da Atene, la più grande città della Grecia, ma non appare in nessuna mappa conosciuta agli uomini. È una montagna sacra, completamente isolata dal resto dell’universo, separata dal nostro mondo da stelle e spesse coltri di nuvole.
Neppure i più avanzati e precisi satelliti di spionaggio sarebbero capaci di trovare questo luogo, interamente coperto dalla Superiore Volontà degli Dei, e protetto da barriere divine che respingono qualsiasi tipo di interferenza esterna.
Questo è il Grande Tempio, la cui esistenza va al di là della logica e della comprensione umana. Cercarlo ha lo stesso significato che cercare Dio, e dubitare della sua esistenza è pericoloso come interrogarsi sul Creatore.
All’imbrunire.
"Perché le stelle sono così agitate?" – Sussurra Yulij, facendo oscillare leggermente i suoi capelli argentati.
La sua domanda rimane senza riposta, poiché si trova da sola nell’osservatorio astronomico, uno spazio circolare all’aria aperta localizzato sulla cima della montagna. Il cielo notturno ricorda un planetario, limpido e popolato di stelle, come se il terribile inquinamento di Atene non esistesse. Sul pavimento, sotto i suoi piedi, si trova un mosaico delicatissimo di una mappa duodecimale rappresentante i quattro punti cardinali.
Ariete, Toro, Gemelli, Cancro…
"È come se le stelle stessero cadendo dalla Via Lattea…"
Yulij si trova al posto dell’osservatore stellare. La sua veste ricorda quella usata dagli antichi greci: un vestito bianco sopra il quale riposa una tunica scarlatta trattenuta da un fermaglio all’altezza della spalla destra. Sopra il suo viso c’è una maschera, ma molto diversa da quelle che vediamo ai festival o in teatro. È una maschera del silenzio, creata unicamente per nascondere qualunque espressione di sentimento umano.
"Di nuovo!" –Un’altra stella cade a ovest.
Tutti gli esseri umani nascono, muoiono e si reincarnano in accordo con i disegni delle stelle. Osservarle è un modo per percepire meglio il nostro mondo. In nessun momento Yulij allontana il suo sguardo attento dal cielo.
"Il maestro Nicole potrebbe essere qua, ma è andato a teatro con quel ragazzo tanto carino…"
Nell’alto del firmamento risplende il triangolo di stelle brillanti formato da Deneb, Vega e Altair, rispettivamente stelle delle costellazioni del Cigno, della Lira e dell’Aquila. Vi è uno spazio opaco nella mappa stellare, proprio al di sotto della costellazione della Vergine, che sta quasi per nascondersi all’orizzonte. È in questo lembo di cielo vuoto che Yulij vede stelle cadere in gran quantità, formando una pioggia di lacrime.
"Devo avvisare Atena!" –Lei è l’ufficiale ausiliario del Grande Tempio, e questa è la sua missione. Yulij chiama la Dea pronunciando il suo nome a voce alta.
Atena esiste in carne e ossa, così come i suoi Cavalieri. È la Dea protettrice dell’amore e della pace sulla Terra, e dimora in questa regione sacra.
Improvvisamente Yulij percepisce l’arrivo di un istinto assassino. Un brivido corre lungo la sua schiena, una sensazione reale come la lama di un coltello contro la sua nuca. Un nemico. E lei si trova proprio nel suo mirino.
"Sei una Sacerdotessa Guerriero!" –Dice l’invasore.
"Sì! Sono Yulij del Sestante!" –Paralizzata, non ha alcuna alternativa che parlare con l’estraneo che si trova alle sue spalle. –"Sei consapevole di aver invaso il Grande Tempio di Atena?"
L’invasore non risponde, ma Yulij si sente tuttavia sempre più minacciata, sapendo di aver fatto una domanda idiota. Niente potrebbe penetrare nella regione sacra per casualità. Sarebbe impossibile oltrepassare i suoi limiti senza volerlo.
"Chi ti ha mandato?"
"Tutte le donne devono portare una maschera per potersi unire ai Cavalieri, abbandonando completamente la loro femminilità. Questa è la regola!"
Yulij è sempre più confusa. Un rumore soffocante e la sua maschera del silenzio cade a terra, spaccandosi a metà.
"E questo è il tuo viso!"
Yulij solleva le mani per coprire il proprio volto, con un movimento istintivo. Il suo avversario approfitta di quella occasione e raggiunge con un colpo il suo addome non protetto, irrigidendo il suo corpo e sbattendolo con così tanta forza al suolo che Yulij perde i sensi.
L’invasore osserva il mosaico sul pavimento con disdegno, abbandonandosi ad una risata burlesca.
"Ja!" –Il grido produce un’onda di energia che ricorda l’impatto di un meteorite, distruggendo il pavimento dell’osservatorio e facendo scomparire la mappa dello zodiaco in una nube di polvere.
2
Un uomo si risveglia dai suoi sogni con un calcio che lo lancia a più di dieci gradini di scale in basso.
"Alzati, uomo!"
"Auch, che male! E io che stavo dormendo così bene…" –L’uomo fa una pausa e il suo tono di voce cambia completamente quando si rende conto di chi lo ha svegliato. –"Sì, sì, sì!"
"Quante volte devo ripetervelo? Sembrate scimmie!" –Dice, senza formalità, il ragazzo giapponese dal corpo magro.
"Buona notte, signor Pegasus!" –Risponde l’uomo sulle scale, prima di scuotere rapidamente i suoi due compagni, che anch’essi dormivano. I tre indossano armature di cuoio, l’uniforme dei soldati che difendono il Grande Tempio di Atena.
Se fosse stato al college, Pegasus sarebbe stato in classe di educazione fisica. L’aspetto magro e la sua altezza, non superiore a 1 metro e 70, non ricordano per niente gli imponenti e muscolosi lottatori professionali. I suoi capelli formano onde che danno l’impressione di intenso dinamismo e il suo sguardo penetrante porta con sé quell’energia tipica dei giovani. Con la sua veste e le sue protezioni di cuoio, sembra pronto per una festa in maschera.
"Ragazzi! Siete la guardia notturna, e dovete vigilare il Grande Tempio senza dormire!"
"Ch… chiaro, signore! Lo sappiamo!"
"E allora perché stavate dormendo?" –Continua il ragazzo. –"Siete molto fiacchi! Il fatto che ultimamente tutto è pace non significa che mai più apparirà un nuovo nemico!"
Pegasus parla con autorità, come se fosse un sergente al comando della sua truppa.
"È per questo e altri motivi che voi non smetterete mai di essere soldati semplici!" –Conclude, allontanandosi dal gruppo, lasciando dietro di sé i soldati, spaventati fino alla punta dei capelli. –"So bene che questa notte d’estate è perfetta per una dormita!"
Anche Pegasus è in servizio, ma la sua vigilanza è solitaria. È stato quasi un caso che fosse stato scelto per la pattuglia notturna con quel caldo. Forse sarebbe stato meglio accettare l’invito di Andromeda, con certezza mi sarei divertito a passeggiare per Atene! Però guardare un’opera teatrale così vecchia?! Che ci trova Andromeda di divertente in questo?
Sembrando dimenticarsi della seccatura causata dai soldati poco prima, Pegasus si abbandona a uno sbadiglio calmo e tranquillo. Nel cielo, un’immensità di stelle.
Questo è sempre stato il Grande Tempio di Atena.
I Dodici Templi della volta celeste compongono un cammino ripido attorno alla montagna rocciosa. Sono chiamate le Case dello Zodiaco: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci. Questo cammino tortuoso conduce fino alla Sala del Grande Sacerdote e al Tempio di Atena, il più sacro di tutti.
L’Odeon sorge ai piedi della montagna, accanto ad altre costruzioni comuni, come case e la torre dell’orologio. Così come in Delfi, famosa per il suo oracolo, la città sembra ergersi attorno al monumento sacro. In questo stesso spazio convivono differenti stili architettonici, alcuni di periodi separati da millenni di storia. Le rovine degli antichi edifici sono la testimonianza dell’uso continuo di questa regione nel corso di molte e molte ere. Questa è la sede dei Cavalieri che difendono la Terra.
Dai miti e dalle leggende più antiche, Atena è sempre uscita vincitrice nei combattimenti contro gli Dei furibondi. Tutti i racconti narrano che la Dea guerriera non fallì mai nella sua lotta per la difesa della pace. E in nessuna occasione il Grande Tempio cadde di fronte a forze malefiche.
Pegasus interrompe di colpo la sua camminata di vigilanza.
"Cos’è questa sensazione?" –Un presentimento sgradevole.
Il giovane volge lo sguardo in direzione dell’osservatorio astronomico, sulla cima della montagna.
"Aaaah!!!"
Le grida prendono Pegasus di sorpresa.
"Ma, cosa…?!"
Allarmato, Pegasus sale le scale il più rapidamente possibile, saltando quattro o cinque scalini ad ogni passo. Un odore penetrante e intriso di sangue fa sì che trattenga la sua respirazione per un istante. L’odore è tanto forte che sembra venire dalla sua stessa bocca.
"Un altro topo!" –Dice una voce proveniente dalle ombra, nel momento in cui sono lanciate in direzione di Pegasus le povere vittime responsabili dei gridi orripilanti.
"Ma questi sono i…"
Il primo ha tutte le ossa a pezzi, apparentemente triturate da una forza devastatrice. Il secondo è tutto traforato, ogni centimetro del suo corpo sembra attraversato da aghi. Il terzo è un cadavere sfigurato, con la pelle strappata come la buccia di una frutta.
Sono le tre guardie che dormivano fino a poco prima. Morti. Soldati di Atena uccisi nel Grande Tempio!
"Chi va là?!" –Grida Pegasus in direzione dei nemici, fino a quel momento occultati nelle ombre. Solo adesso riesce a distinguere due degli invasori, che hanno osato macchiare di sangue la regione sacra.
"Agrios, la Forza Bruta!" –Si presenta con una voce grossa il gigante di due metri e mezzo, così grande che giunge a coprire le stelle.
"Thoas, il Lampo Veloce!" –Dice l’altro, anch’egli alto, ma non come il primo.
"Diamine! Io sono Pallas, lo Spirito Stupido!" –La terza voce è soffocata, ed è la più terrorizzante di tutte.
Pegasus si paralizza di fronte all’ultima creatura ad essere rivelata dalla luce delle stelle. Si tratta di un demonio.
Pallas ha braccia sproporzionatamente lunghe e spalle curvate come quelle dei gobbi delle favole europee. Il torso ritorto è così piegato in avanti che il minuscolo e scheletrico viso raggiunge l’altezza della cintura di Pegasus, facendo sì che la creatura diriga il suo sguardo dal basso verso l’alto. Il mostro sembra esercitare un’attrazione terribile, forse per la passione che gli esseri umani hanno per tutto ciò che è strano, lo stesso fascino che ci attrae verso la Chimera.
"Questa Armatura?!" –Balbetta Pegasus.
"Sono le Adamas! Diamine! L’Armatura della Grande Terra che protegge i Giganti!" –Risponde Pallas, aprendo minacciosamente le lunghe braccia come quelle di un ragno.
È un’Armatura di diamante, che può anche essere chiamata "armatura di cristallo". Un’Armatura composta di poligoni di cristalli con una lucentezza ipnotizzante. Pegasus percepisce che gli altri due invasori indossano la stessa corazza.
"I Giganti?!" –Domanda perplesso il ragazzo. –"Chi sono i Giganti?!"
L’ignoranza di Pegasus al cospetto dei Giganti provoca in Agrios una reazione furiosa.
"Atena! I Cavalieri! Come osano dimenticare il nome dei Giganti?!"
"Stai calmo, Agrios!"
"Però, Thoas…"
"Mi sembra in un certo qual modo inevitabile!" –Continua il secondo Gigante. –"Noi, i Giganti, fummo imprigionati da Atena durante la Gigantomachia dei tempi antichi. Immagina quante ere ha vissuto il mondo mentre vagabondavamo nella nostra prigione mortale, nel vuoto tra Gea e il Tartaro! Basta guardare il cielo! Persino la Stella Polare ha cambiato posizione da quando siamo partiti! Numerosi astri hanno estinto la loro fiamma e si sono persi nel firmamento!"
"Diamine! Smettila di fare il poeta, Thoas!" –Lo interrompe Pallas, nello stesso tempo in cui punta i suoi artigli affilati verso Pegasus.
Le dita del mostro sono assurdamente lunghe, molto più grandi di quelle di una persona, e ogni movimento produce un acuto suono metallico, generato dallo sfregamento di uno contro l’altro. L’Armatura di diamante brilla di un terrorizzante tono rosso scuro, facendo sì che la mano della creatura assomigli ad un ragno velenoso.
"Hai usato i tuoi artigli contro di loro!" –Protesta il ragazzo.
"Sai, la pelle di un ragazzetto è facile da strappare!" –Risponde la creatura, emettendo quindi un grido maniacale. –"Diamine! PUPPET CLOW! (Artiglio del Burattino)"
Pegasus sfugge per poco al primo assalto di Pallas, che riesce a graffare la sua narice e a strappare alcuni fili dei suoi capelli. Senza avere neanche la possibilità di riposarsi, il ragazzo è quasi immediatamente raggiunto da Agrios, che si lancia contro di lui come un fiera gigantesca, scaraventandolo in aria.
"Ooohhhh!!!" – Il corpo di Pegasus cade al suolo con forza. –"Che forza incredibile che possiede questo Agrios! E pensare che mi ha soltanto sfiorato!"
"Vedo che hai sopportato bene l’attacco! Sembra che tu sia un po’ meno debole che gli altri morti al suolo!"
"Puoi tacere, gradasso!" –Risponde Pegasus, sollevandosi con uno sguardo di disprezzo. –"Non mi starai paragonando con i soldati semplici, non è così?"
"Scimmia ridicola!"
"Pegasus!" –La discussione è interrotta da una nuova voce che sorge nella notte.
"Kiki! Sei tu?"
Un ragazzo dai capelli corti e ricciuti guarda gli invasori con un’espressione impaurita. Deve essere almeno cinque anni più giovane di Pegasus. Le sue sopracciglia furono rasate, forse per un qualche significato cerimoniale, e al loro posto vi è un disegno curioso e peculiare.
"Sono venuto perché ho sentito presenze sospette! Chi sono questi tipi?" –Il suo viso sembra combinare l’originalità di popoli diversi, potendo essere considerato tanto orientale che occidentale. In giapponese il nome Kiki vuol dire "demonio onesto".
Incredibilmente il ragazzo si leva in aria senza alcun appoggio, dopo essere apparso dal niente nel cielo.
"Teletrasporto?! Diamine! Questo nano è paranormale?"
"Non c’è bisogno di dirlo! Pegasus, usa la mia telecinesi!" –Grida Kiki, prima che il suo amico possa dire qualunque cosa.
In quello stesso istante, una specie di baule rompe lo spazio, sorgendo da una sfera di luce sopra la testa di Pegasus. La lucentezza fa sì che i Giganti coprano i loro occhi offuscati. È una cassa fatta di bronzo, decorata con immagini di un cavallo alato in bassorilievo. Dal suo coperchio semiaperto fuoriesce un luccichio ancora più forte.
Gli invasori osservano stupefatti l’apparizione nel cielo di una statua dalle forme di un cavallo alato, coperta da un’aura fiammeggiante di raggi azzurri e bianchi. Un vero retaggio dell’era del mito. La prova dell’esistenza dei Cavalieri. La più potente fonte di energia del mondo.
"Pegasus!"
Con ciò la statua prende vita e nitrisce, attendendo la chiamata di Pegasus, per poi dividersi in varie parti che aderiscono al corpo del giovane.
Testa. Spalle. Petto. Braccia. Cintura. Gambe.
"Aaah!" –Il gigantesco corpo di Agrios è lanciato contro una montagna, con un impatto così potente che per poco non apre una crepa nella roccia. Egli tossisce e si preme l’addome con la forza delle sue braccia, cercando di impedire che il contenuto del suo stomaco sia rigurgitato.
"Non è possibile! Un colpo invisibile?!"
"Non te l’ho detto, gradasso?!"
Neppure il miglior praticante di lotta o arti marziali, che sia Karate, o Box o May Thai, sarebbe capace di sbaragliare in un unico assalto un avversario che abbia il triplo del suo peso.
Ma Pegasus è diverso. Egli domina la lotta di Atena. Quando il suo pugno tagliò il vuoto, passando così vicino alla testa di Agrios, il movimento generò un’onda d’urto, segnale che il colpo fu scagliato ad una velocità superiore a quella del suono.
Il corpo prova che egli è un guerriero scelto dalle costellazioni sparse nella volta celeste.
"Ah, è così? È così, ragazzetto?!" –Agrios si solleva furioso, espellendo con forza l’aria dai polmoni. Nonostante l’attacco è ancora tutto intero. In verità, i suoi muscoli sembrano essersi espansi e il suo corpo sembra cresciuto ancora un po’.
"Sei un Cavaliere!"
"Pegasus! Questo è il mio nome! Sono il Cavaliere della costellazione di Pegasus!"
Questo è un giovane dal potere leggendario, la cui forza viene dalla statua di Pegasus, che esce dalla cassa dorata e si scompone in numerosi pezzi per formare un’impenetrabile armatura protettiva.
Le ali del cavallo si piegano magistralmente come un ventaglio, incastrandosi nelle sue spalle. La sua testa prende la forma di un elmo e il suo corpo si trasforma in uno scudo pettorale. Quello che era il collo dell’animale adesso copre il braccio destro di Pegasus, mentre la coda aderisce al braccio sinistro e il petto diviene un cinturone. Le zampe anteriori e posteriori si trasformano completamente, proteggendo le gambe del giovane dalle unghie dei piedi fino alle cosce. La polvere di stelle si sparge, brillando nell’aria.
L’Armatura celeste di Pegasus è adesso completo. È la sua corazza sacra, cocnessa soltanto ai Cavalieri scelti da Atena.
"È bene che voi lo sappiate!" –Grida il ragazzo. –"Io sono molto molesto!"
L’armatura bianco-azzurra di Pegasus provoca in lui un’esplosione di energia.
"FULMINE DI PEGASUS!!!"
"Come?! I pugni si moltiplicano?!" –Si chiede la bestia mentre raggi di luce si spargono su ogni lato.
Improvvisamente un rumore soffocato interrompe il colpo supersonico del pugno di Pegasus. Il movimento è contenuto dall’Adamas di Thoas, il Lampo Veloce, che fino a quel momento si era limitato ad osservare la lotta.
"Raffredda la tua testa, Agrios!" –Dice il secondo Gigante, ponendosi di fronte a pegasus. –"Non percepisci come questo attacco è limitato! Che i pugni si moltiplichino non significa niente! A me sembrava che ogni colpo si trascinasse come una lumaca!"
"Come può essere così veloce questo tipo?" –Pegasus è sorpreso e confuso. Thoas è stato capace di respingere tutto il flusso dei suoi colpi e anche di afferrargli il pugno.
"È vero che non si deve sottovalutare il potere di un Cavaliere che indossa una sacra Armatura!" –Continua Thoas, stringendo con sempre più forza il pugno del ragazzo. –"Adesso vedrai una cosa, ragazzino!"
"Diamine! Analizza bene la situazione!" –Lo provoca Pallas. –"Pensi che un Cavaliere possa avere delle speranze contro tre di noi?"
"Diavolo!" –Pegasus è circondato.
I tre Giganti cominciano a esercitare una pressione invisibile che fa sì che Kiki perda la concentrazione e caschi al suolo.
"Auch! Cos’è questa forza?!" –Prima di riuscire a riaversi, il ragazzo osserva perplesso l’arrivo di un altro invasore, che appare portando sulle spalle il corpo di Yulij del Sestante, svenuta.
"Signorina Yulij?!" –Riconosce la ragazza dal suo capello argentato e dalla tunica scarlatta degli ufficiali del Grande Tempio, ma lei è in stato di incoscienza e non reagisce alla menzione del suo nome.
Pegasus non capisce perché non ha percepito prima la presenza di questo quarto nemico. È realmente difficile da credere. Soltanto se possedesse una forza superiore qualcuno potrebbe avvicinarsi a un Cavaliere senza essere percepito.
Il nuovo invasore scompare subito rapidamente e in silenzio, portando Yulij con sé.
"È scomparso?! Come?!" –Pegasus non sa cosa pensare.
"Bene, allora Agrios, Pallas! Il nostro diversivo termina qua!" –Dice Thoas ai suoi compagni. –"Vi siete dimenticati il nostro obiettivo originario?"
"Chiaro!"
"Diamine! Hai ragione!"
I Giganti raccolgono i pugni, con grande sorpresa di Pegasus.
"Ragazzino, ci vedremo un’altra volta!"
"Diamine! Te la sei cavata questa volta, ma solo per poco!"
Agrios e Pallas si avvolgono nuovamente di ombre e scompaiono nella notte.
Thoas si trattiene ancora qualche secondo.
"Pegasus! Lasciamo che tu viva affinché il nostro nome giunga ad Atena!" –Dice. –"Dille che vada in Sicilia se vuole indietro la ragazza! Noi, i Giganti, saremo là! Noi, i discendenti degli Dei Antichi, nati dalla Grande Terra, imprigionati nelle profondità del vuoto fantasma!"
Con ciò l’immagine dell’ultimo invasore penetra nell’oscurità, per scomparire completamente.
"Che razza di demoni! Voi che…?!" –La voce di Pegasus genera un eco invano. Non vi sono più segnali dei nemici.
Il ragazzo sembra svegliarsi da un incubo. Se non fosse per i cadaveri dei soldati semplici e per l’odore ostile lasciato dalle creature, potrebbe giurare che niente di ciò fosse realmente accaduto.
"Giganti! Dalle profondità del vuoto fantasma?!"
3
La sala del Grande Sacerdote si trova vicino all’entrata del Tempio di Atena, molto più su delle Dodici Case dello Zodiaco. Il Grande Sacerdote è il leader supremo dei Cavalieri, il servo più importante di Atena.
"La signorina Yulij è stata rapita?!" –Andromeda era tornato al Grande Tempio dopo la confusione avvenuta al teatro dell’Acropoli, presentandosi immediatamente con la sua Armatura.
L’Armatura di Andromeda risplende di un color rosa, che ricorda più il vestito di una donzella che l’armatura di un guerriero.
"Diavoli! E io ero lì e non ho potuto fare niente!" –Pegasus chiude i pugni, arrabbiato per aver lasciato che i nemici fuggissero. Anche lui indossa la sua Armatura celeste, che è essenzialmente un’uniforme di combattimento. Il fatto che i Cavalieri stiano indossando le loro corazze significa che questa è una riunione di guerra. –"Voi siete ferito, signor Nicole?"
"Sto bene! È stato solo uno spavento! L’attacco mi ha colto di sorpresa!"
Così come Pegasus e Andromeda, anche Nicole è un Cavaliere di Atena.
La Sala del Grande Sacerdote è circondata da colonne doriche e adornata da tende. Al centro del recinto si erge un rilievo più alto, coperto da un tappeto, dove si trova il trono del Sacerdote. Ma adesso non vi è nessuno seduto sopra.
L’incarico di Grande Sacerdote è infatti vacante. Nicole, capo degli ufficiali, è colui che possiede il controllo dell’amministrazione del Grande Tempio.
Voi, lettori, saprete certamente dire quante costellazioni esistono nel cielo? Secondo gli astronomi, sono "ottantotto". Ma questo non è un dato assoluto, scientificamente parlando, così come non esiste un’opinione predominante sulla descrizione di ciascuna costellazione. In verità, il numero ottantotto è stato adottato convenzionalmente dall’Unione Astronomica Internazionale nella sua Assemblea Generale del 1930, e si basa sul modello dell’astronomo classico Tolomeo. Questa numerazione "ufficiale" mantiene ciò che già era conosciuto dalla civiltà antiche e al tempo stesso lo integra con le scoperte più recenti, specialmente per ciò che riguarda le costellazioni meridionali.
In ogni modo, non ha molto senso usare questo dato per raccontare la storia delle Armature, una tradizione che risale all’Era degli Dei.
Una persona diventa un Cavaliere quando viene scelto come rappresentante di una costellazione specifica. Per tutto il tempo questi guerrieri affrontano battaglie mortali, per proteggere il nostro mondo dal Male. Quando la loro forza non è più sufficiente, essi ricorrono alla Grazia Divina, attraverso le loro sacre Armature. Per questo ogni Cavaliere possiede la propria costellazione tutelare, sia essa Boreale, Australe o Zodiacale (teoricamente sarebbero 24, 48 e 12 di ogni tipo, rispettivamente).
Esistono tre gradi tra i Cavalieri: Oro, Argento e Bronzo.
I Cavalieri d’Oro si trovano in cima a tutti gli altri e sono rappresentati dai Dodici Templi dello Zodiaco – le costellazioni dell’astrologia, che anche rappresentano i loro segni, come l’Ariete, il Toro e i Gemelli. I Cavalieri d’Argento sono i seguenti nell’ordine gerarchico, seguiti dai Cavalieri di Bronzo. E ancora più in basso vi sono i soldati semplici.
Il Grande Sacerdote è responsabile del comando di tutti questi livelli, perciò è sempre un Cavaliere d’Oro generalmente scelto dal suo predecessore nell’incarico. Gli ufficiali possono essere Cavalieri di Argento o di Bronzo. Le loro responsabilità includono prevedere la traiettoria delle stelle, monitorare segnali di attività maligna, registrare la storia e trasmettere il lascito dei segreti mistici del Grande Tempio alle generazioni successive.
Alcuni credono che esistano 24 Cavalieri d’Argento e 48 Cavalieri di Bronzo, ma con l’eccezione dei dodici Cavalieri d’Oro non sappiamo esattamente quanti sono i guerrieri di ciascuna stirpe. Apparentemente neppure i Grandi Sacerdoti conoscono il numero totale delle Armature esistenti.
La storia del Grande Tempio, i cui dati sono relativamente recenti, neppure offre una risposta esatta. Secondo un rapporto recente, la quantità massima possibile di Cavalieri sarebbe 78. In un altro registro questo numero varia a 88. Vi è chi sostiene che gli astronomi si basarono su una qualche forma indiretta di queste annotazioni per stabilire il numero ufficiale di costellazioni, però non esistono prove al riguardo. Al di là di ciò, queste teorie si contraddicono: per esempio è risaputo che è esistito fino a poco tempo fa un Cavaliere di Cerbero, ma questa costellazione non fa parte della lista "ufficiale" stabilita dagli astronomi. L’unico punto in comune tra le differenti versioni è la credenza che in nessun momento tutte le Armature furono usate simultaneamente.
Neanche possiamo dimenticarci che l’universo non è qualcosa di statico. La mappa celeste è in continua trasformazione: molte stelle bruciano ed esplodono come Nove, e neppure la Stella Polare rimane immobile in un periodo di milioni, o mille milioni, di anni.
Tutte le persone nascono e muoiono sotto il destino delle stelle. Il firmamento e il mondo in cui viviamo si riflettono l’uno sull’altro. Se il mondo cambia, cambiano le stelle e il loro disegno nel cielo, o altrimenti cambiano le costellazioni che determinano le sacre Armature. Con questo, la naturalezza stessa delle Armature dei Cavalieri è mutevole, e i Cavalieri lo sanno bene.
Nonostante tutto ciò, il numero "ottantotto" è ritornata la risposta convenzionale per la quantità di costellazioni e di Cavalieri esistenti. Però, al giorno d’oggi, periodo in cui si svolge la nostra storia, non esiste neppure la metà di questi guerrieri di Atena sulla Terra.
"Per ciò che Pegasus ha detto, vi può essere una relazione tra la persona che mi ha attaccato a teatro e gli invasori che hanno sequestrato Yulij!" –Dice Nicole, che tuttavia sente un po’ di dolore, e per questo un’altra volta comprime i muscoli del viso.
"Ma voi siete un Cavaliere d’Argento, come siete finito in svantaggio?!"
"Pegasus, non so cosa dire!" – Nicole è ancora confuso e imbarazzato. –"Mi dispiace molto… Anche per Yulij!"
Yulij è una Sacerdotessa Guerriero di Bronzo, dello stesso grado gerarchico di Andromeda e dello stesso livello di combattimento, nonostante sia una donna. Come dimostrato dal colpo che Pegasus ha lanciato contro Agrios, l’essenza divina delle tecniche di lotta dei Cavalieri non ha alcuna relazione con la forza bruta o con la capacità muscolare.
"Cosa sta succedendo? Qual è l’obiettivo dei nostri nemici?!"
"Almeno non è accaduto niente alla nostra Atena! Fortunatamente!"
"Come potete usare la parola "fortunatamente" in un momento come questo, Nicole?" –La voce soave inonda la sala con una carica di affetto e di bontà.
Le tende si aprono, rivelando la figura di una donna. È la Dea della guerra e della saggezza. L’eterna vergine.
Zeus, Dio dei Cieli; Poseidone, Signore dei mari; Ade, capo dell’Inferno. Atena, protettrice della Terra, con il potere equiparato a quello delle tre entità supreme.
"Atena!" –Nicole flette le ginocchia in una riverenza che si era soliti fare molto fa.
"Non si può parlare di qualcosa di felice quando la vita di uno dei miei amati Cavalieri è in pericolo!" –Continua Atena, mantenendo una postura altezzosa.
La figura femminile della Dea è di una bellezza singolare. Dimostra più o meno la stessa età di Pegasus e Andromeda, ha lunghi capelli fino all’altezza della cintura e indossa un grazioso abito bianco. Non è molto diversa da una ragazza comune, anche considerando la sua straordinaria bellezza.
"Furono parole impensate! Mi perdoni, Atena!" –Si scusa Nicole, curvandosi ancora di più.
"Non incolpartene! Per favore, solleva la testa!"
La Dea trasmette la sua autorità nel modo in cui allunga la mano a Nicole, un uomo apparentemente molto più vecchio di lei (cosa che non potrebbe essere molto distante dalla realtà, come sappiamo)=.
"I Giganti…"
"Sì, già lo so!" –La sua voce avvolgente trasmette anche una caratteristica divina, manifestando la sua volontà di Dea in ogni parola che pronuncia. Dopotutto, la giovane è proprio Atena, l’incarnazione di questa Divinità al giorno d’oggi.
"Chi sono questi Giganti?"
"Sono i Giganti delle favole greche, Pegasus!" –Risponde Nicole.
"Ah, favole!"
"Un giorno dovresti venire con me alla biblioteca per apprendere la storia della creazione del cielo e della Terra!"
"Aaah, credo proprio che non si potrà fare!" –Risponde Pegasus, toccandosi la faccia con un gesto un po’ imbarazzato.
"I Giganti sono proprio l’origine etimologica della parola "gigante"!" –Spiega Nicole con la sua ineguagliabile pazienza.
"Giganti come quelli delle storie per bambini? Bene, i tipi che sono venuti qua sono grandi, ma considerarli giganti è un’esagerazione!"
"Lasciami raccontare la storia dei Giganti!" –Continua Nicole, come se fosse un professore. –"Questa ha inizio nell’antica Era degli Dei, poco tempo dopo la nascita dei Cavalieri e la loro prima lotta, la battaglia contro l’esercito di Poseidone, svoltasi nelle terre dell’Attica!"
Nella sala adesso si ode a malapena la voce di Nicole, mentre gli altri ascoltano con attenzione.
"Fu in quest’epoca che i Giganti dichiararono guerra ai Cavalieri, con l’obiettivo di dominare il mondo! Questi antichi Dei maligni erano diversi dalle entità olimpiche come Poseidone e Ade! Chiamavano loro stessi "Figli della Grande Terra" e si proteggevano con Armature di Adamas, materiale ancora più resistente che l’Oricalco. Erano dotati di una forza superiore e la battaglia tra loro e i Cavalieri raggiunse proporzioni epiche! La nostra vittoria fu conquistata a caro prezzo e soltanto grazie alla presenza della stessa Atena sui campi di battaglia. Quasi nessun Cavaliere sopravvisse!"
"Non riesco a immaginare una guerra così difficile!"
"Nonostante ne fosse uscita vincitrice, Atena non poté distruggere gli esseri maligni, che erano Dei, e come tali immortali. Ella non ebbe quindi altra opzione che esiliarli nelle profondità al di là del Tartaro, affinché la loro volontà diabolica non invadesse la Terra nuovamente. Questa è la storia della Gigantomachia!"
"Gigantomachia?!"
"È il nome della guerra contro i Giganti nella mitologia!" –Risponde Nicole solennemente. –"Secondo lo storico greco Apollodoro, durante la Gigantomachia Atena lanciò sopra i Giganti il monte Etna, che si trova in Sicilia, per imprigionarli!"
"Però… ehi, loro hanno detto Sicilia?!" –Si chiede Pegasus. –"Atena… gli invasori del Grande Tempio, questi Giganti di cui stiamo parlando, dissero che stavano portando Yulij in Sicilia!"
"Ma non capisco…." –La voce della Dea in quel momento è carica del peso del dolore per ciò che può star passando Yulij. –"Perché non mi hanno attaccato direttamente?"
"Siamo tutti preoccupati per la sicurezza di Yulij, però, prima di fare qualcosa, dobbiamo scoprire perché i Giganti sono tornati proprio adesso, loro che stavano imprigionati da tempi immemori!"
"Andiamo in Sicilia!" –Dice Atena in un tono immediatamente confidenziale.
"Volete andare personalmente, Dea? Non permetteremo mai una cosa del genere!"
"Nicole…" –La voce della giovane trabocca compassione. –"Sono felice che vi preoccupate per me, ma non posso abbandonare i miei Cavalieri! Che tipo di madre abbandonerebbe i suoi figli?"
L’immagine della donna che si riferisce ai Cavalieri come suoi figli è molto poetica e dimostra la sua ineguagliabile determinazione nel proteggerli. Una Dea disposta a lottare per coloro che ama.
"E io la seguo!" –Il tono più alto di Pegasus interrompe il momento solenne. –"Non ho ancora capito cosa fanno questo Giganti laggiù, comunque non mi va di mettermi seduto qui sapendo esattamente dove si trovano questi tipi! Io vado laggiù!"
"E io pure!" –Concorda Andromeda.
Ancora temendo per la sicurezza di Atena, Nicole decide di prendere le redini della situazione, usando la sua autorità di Sacerdote provvisorio.
"Quindi andrete voi due…" –E con ciò la missione è ufficialmente trasferita a Pegasus e Andromeda, che accettano con vigore. –"Il primo passo è investigare sulle forze nemiche!" –Aggiunge Nicole. –"Soltanto in seguito sottometteremo la decisione al giudizio di Atena!"
"Però…"
"Già tutto è stato deciso e previsto, Signora!" –Conclude, ignorando i tentativi di protesta della Dea.
"Arrivato!!!" –Una voce stridente di fuori.
Kiki si unisce agli altri nella Sala del Grande Sacerdote.
"Bel lavoro, Kiki!"
"Senta, signor Nicole, le piace abusare della gente, eh?" –Dice il ragazzo con il suo tono infantile e animato. –"Va bene che la Sicilia è a meno di 800 chilometri da qui, ma è comunque un lavoro stancante attraversare due volte il Mar Ionico e la Penisola Italiana!"
"Sei già stato in Sicilia e tornato, Kiki?"
"Chiaro che sì!" –Kiki strizza l’occhio a Pegasus.
"Sembra che tu stia bene!" –Dice Nicole, sorridendo. –"Hai energia in abbondanza per protestare…"
Il teletrasporto provoca un’enorme stanchezza spirituale, specialmente in una giornata di andata e ritorno senza fermarsi come quella.
"Ho chiesto a Kiki di portare una guida da laggiù!" –Spiega Nicole.
"E io dico una cosa! Teletrasportare qualcuno stanca più del doppio!" –Kiki non smette di ansimare, sedendosi sul pavimento. –"No, stanca quattro volte di più!"
"Una guida?!" –Pegasus è ancora abbastanza confuso.
"Avete bisogno di qualcuno che vi mostri il cammino!" –La risposta è data da una nuova voce. –"La Sicilia è l’isola più grande del Mediterraneo! Non avrai intenzione di perderti, laggiù, eh Pegasus?"
Il ragazzo arrivato adesso parla con ironia e dà una manata sulle spalle a Pegasus, dimostrando intimità. Ma il Cavaliere di Pegasus sembra non avere la più pallida idea di chi si tratti. Lo "straniero" è alto circa dieci centimetri più di lui e all’apparenza dev’essere di due o tre anni più vecchio. Ha un tatuaggio sul braccio e indossa abiti stracciati che potrebbero appartenere a un ragazzo di strada. Il suo capello lungo e tinto d’argento è pettinato all’indietro, facendo sì che la sua apparenza ricordi quella di un lupo.
"Chi sei?!"
"Ah ah! Non fare quella faccia stupida! Sei uguale a quando eri un moccioso! Vieni cercando di riparare i danni della tua testa di tante battaglie!" –Il giovane scherza su Pegasus con tono amichevole e nitidamente nostalgico.
"Quando ero un moccioso…?! Ehi, ma tu sei Mei!"
La constatazione fa sì che Pegasus, Andromeda e persino Atena tornino indietro nel tempo per alcuni istanti. La presenza dell’amico di infanzia richiama antichi ricordi che illuminano e trasformano il volto di tutti. L’incarnazione della Dea, così imponente fino a poco prima, sembra trasformarsi in una ragazzina di pochi anni addietro.
"Sei dunque tu, Mei?"
"Sei sempre il solito, Pegasus! E tu, Andromeda, guarda là, che femminuccia che sei!" –Il giovane dai capelli argentati si fa più serio voltandosi in direzione di Atena. –"È un grande piacere incontrarla di nuovo, Lady Isabel!"