VITA D'UN CAVALIERE
"La vita non è che un'ombra passeggera, l'uomo un povero attore che sì agita durante la sua ora sul palco e che poi scompare. La vita è un racconto pauroso, furioso narrato da un folle… "
I raggi del sole penetrano dai vetri d'una finestra socchiusa e con la loro luce ed il loro tepore raggiungono quel corpo adagiato, inerme, ricoperto da una tunica bianca che sì confonde con quel volto dai giovanili lineamenti eppur spento, consunto da un pallore di cera che lo ha fatto suo prigioniero.
"ATENA, NON PIANGERE… NON C'È NULLA DI CUI AVER PAURA… ESSA NON RISPARMIA NESSUNO, È VERO, MAI ALTRE PAROLE FURONO SÌ VERITÀ MA NON DEVI PREOCCUPARTI, IO NON TI ABBANDONO, NON TEMERE. IL MIO SACRO DOVERE DI CAVALIERE È PROTEGGERTI. IL MIO SPIRITO LOTTERÀ AL TUO FIANCO SEMPRE, ETERNAMENTE E SU TE VEGLIERÀ… NON PIANGERE… NON PIANGERE" le ultime parole e poi il silenzio, l'oscurità, l'oblio…
Principessa… così esigeva d'esser chiamata, così lui la chiamava ma con scherno.
La detestava, la odiava per la sua altezzosità, il suo sentirsi superiore, la sua freddezza la sua arroganza.
Eppure egli non riusciva solo ad odiarla, la sua anima cullava in essa un misterioso sentimento d'arcana provenienza ma anche rabbia e ribellione ogni qual volta ch'era costretto ad obbedirle ad ossequiarla.
La guardava sì, ma in lei nulla vedeva degno d'onore, solo uno sguardo altezzoso e di sfida e un atteggiamento d'acida indifferenza di prepotenza indignante. Egli la osteggiava, voleva sfidarla, voleva vederla versare una lacrima, una lacrima soltanto per capire se quella madamigella non avesse soffocato in lei tutto ciò che d'umano aveva in sé.
Egli la osteggiava e quando poteva farlo, agiva, fiero di mostrarsi lui per primo superiore, voleva dimostrare che mai sì sarebbe piegato a lei, ai suoi capricci:solo una cosa voleva dimostrarle… che mai ella l'avrebbe sottomesso alla sua mercè ma un sentore in lui gli faceva apparire quell'atteggiamento da madamigella capricciosetta come una maschera costruita ad arte per farsi rispettare.
Egli se ne era andato
"DA VOI MI CONGEDO PRINCIPESSA DELLA VEZZOSITÀ" così l'aveva salutata, con sarcasmo, com'era ormai sua abitudine farlo, sì voltò e se ne andò. Ella non aveva risposto quella volta ma il suo sguardo era un muto saluto per lui che s'era allontanato e non s'era accorto che una lacrima stava rigando il volto di quella principessa ch'egli sempre aveva considerato viziata e capricciosa, quella lacrima ch'egli avrebbe voluto veder sgorgare da quegli occhi blu in segno d'umana essenza "TI ASPETTO CAVALIERE" sussurra lei in un fil di voce di dignitosa maestosità.
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Dieci anni se ne sono andati… "ORA SO QUAL'È LA STRADA DA SEGUIRE… LA MIA STRADA" Era il suo pensiero, il pensiero d'un ragazzo elevato al rango di cavaliere mentre con orgoglio e responsabilità aveva indossato le sacre vestigia della costellazione delle 13 stelle tanto voluta con ardimentoso desiderio: conquistata sputando sangue, dolore e sofferenze d'un lungo e stenuante addestramento. Ora egli è tornato.
Il fiero, giovane guerriero, nella notte camminava, s'era fermato un attimo, un attimo soltanto alzando gli occhi al cielo di quella notte trapunta di stelle e a quell'argentea luna brillante di luminosità magica, ai suoi delicati riflessi la sua bianca armatura risplendeva più d'ogni qualsiasi altra stella… Un volto ad egli parve di veder nel riflesso argenteo di quella luna.
Una brezza di vento improvvisamente alzatasi gli sconpiglia, soffiando, i capelli… con lo sguardo rincorre quel soffio di vento, avrebbe voluto raggiungere lui stesso quella lieve brezza, afferrarla!abbandonarsi ad essa con nel cuore la speranza ora nata che quell'alito di vento lo portasse a lei ora così lontana. Un sussulto, un attimo di smarrimento e volge lo sguardo altrove "QUELLA LUCE… È SOLO IL RIFLESSO DI QUELLA LUNA O È ALTRA COSA?NO… NON È LA LUNA… NON SONO I SUOI ARGENTEI RAGGI… " Una figura delicata, snella, alta ed elegantemente nobile nel suo portamento, avanzava… un'aurea divina l'avvolgeva, il cavaliere non ne udiva i passi ma quella figura proseguiva il suo cammino, era là… sulla spiaggia, lei… maestosa e delicata lo guardava e sorrideva in quella notte… egli non sì poteva sbagliare… era colei che sempre aveva schernito con la nomèa di madamigella capricciosa ma ora il cavaliere, un tempo ribelle, vedeva quella fanciulla sotto un'altra luce: aveva compreso la verità. Gli sguardi s'incontrano ma oscure nuvole quella luna eclissarono… possibile che tutto fu evanescente illusione? possibile che fu solo miraggio?… no nulla s'era perduto, con la luce della luna, vittoriosa sulle tenebrose nuvole, era tornata anche lei ora più vicina a pochissima distanza da lui, dal suo cuore. Egli cade in ginocchio innanzi a lei come preda d'una forza misteriosa ma rassicurante"BENTORNATO CAVALIERE DI ATENA… ATTENDEVO FIDUCIOSA IL TUO RITORNO"
"ECCOMI QUI INCHINATO A VOI, DIVINA ATENA, PROSTRATO AI VOSTRI PIEDI, OR LA MIA VITA A VOI SARÀ ETERNAMENTE VOTATA". Il cavaliere aveva compreso la realtà; ora percepiva il cosmo della divina luce, un cosmo caldo e luminoso:la forza d'un universo che sì armonizza, che prende vita nel cuore puro della giovane dea dal sorriso delicato, dalla fragil figura ma dall'anima dalla potenza devastante a tratti da far tremare per la sua forza ma che già aveva inebriato il cuore del cavaliere… Era tornato per restarle accanto non solo perché era il Dovere a volerlo ma anche il cuore.
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Il Fato reca con se il corso degli eventi, tutto cambia e scombina, crea e distrugge. Le prime battaglie, le prime guerre… l'infanzia s'era dissolta, caduco ricordo d'un tempo nemmeno tanto lontano, perso ormai nel passato o forse nemmeno vissuta nel turbinìo degli eventi, il cavaliere e la divina luce avevan provato ormai l'amara realtà d'un destino già deciso allorché nacquero.
"COME SI PUÒ PROVAR TANTO ODIO PER COLEI CHE TU SEI, COME SÌ PUÒ PROVAR TANTO ODIO PER ATENA!È LEI CHE INFONDE FORZA È LEI CHE INFONDE CORAGGIO!È LEI CHE MI DONA TUTTO QUESTO POTERE, IO COMBATTERÒ PER LEI SINO AD ESTINGUERE IL MIO COSMO… LA MIA VITA STESSA!… È QUESTO IL MIO ETERNO GIURAMENTO DI CAVALIERE"
Mille battaglie sì susseguirono ed altrettante guerre sempre più dure, sempre più cruente: non un cedimento, nessun timore! la forza di quel cavaliere avvolgeva la dolce e forte dea con la luce sfavillante del suo bianco cosmo che ardere il suo cuore faceva a lei s'era votato completamente per dovere certo ma anche per amore, amore puro, devastante, inquieto, ma non evanescente:passione! Era dunque quello quell'arcano sentimento che, in verità, si celava dietro quel suo meschino comportamento? Sì ora ne era certo e non voleva perderlo, non voleva perder lei… Atena! Non fu tardo tempo perché anche lei comprendesse quel sentimento che, forte come non mai, la legava indissolubilmente a lui ma ogni guerra trascorsa lasciava dietro di se strascichi di sofferenza, di sangue e dolore.
Atena, forte dea, divina potenza eppure ella piange di nascosto celando la sua anima dietro quella maschera decisa che indossava ogni qualvolta ho battaglia e di fronte a lui ma a nulla valeva, non innanzi al cavaliere delle 13 stelle, egli no, non poteva esser ingannato, leggeva nel suo cuore tutte che paure tutti i suoi tormenti, infrangendo quella maschera col può sguardo acceso, ardente che penetrava nella sua anima inesorabilmente.
"COME RIESCI A LEGGERMI NEL CUORE TUTTE LE MIE PAURE, TUTTI I MIEI TIMORI, I MIEI TORMENTI, TUTTA LA MIA ANGOSCIA… COME RIESCI?COME?!"
"SOLO CHI NON OSA GUARDARTI NEGLI OCCHI NON PUÒ COMPRENDERE I TUOI PENSIERI… IO NON HO PAURA NE TIMORE DI FARLO… INFONDO MAI HO ABBASSATO IL MIO SGUARDO QUANDO INCROCIAVO IL TUO.MAI L'HO TEMUTO LO SAI ECCO PERCHÉ ORA COMPRENDO E LEGGO NEL TUO CUORE.UN CUORE DI DONNA CELATO DA QUELLA MASCHERA DI EFFIMERA DUREZZA CHE OSTENTI E CHE NON T'APPARTIENE MA CHE BEN SAI CHE NON PUÒ OSCURAR CIÒ CHE SEI VERAMENTE"
Eran parole d'amore le sue. Mai altra follia è più folle della follia stessa dell'amore ma mai altra follia val la pena d'esser assaporata quanto essa, estasi dell'anima, piacevole tortura e sogno d'incanto.
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L'ultima battaglia, le tenebre di Hades… essa fu l'ultima guerra, la più cruenta e stenuante, follia divina, potere accecante creatore di dolore che le vite spegne. Follia pimordiale che non seppe ragionare, scatenante violenza primitiva che impossibil da fermare.
Follia d'un arido cuore che spense con la sua malefica arma d'odio ricolma, quell'anima ardente di desiderio di luce, nell'oscurità avvolgente che lo rapì. Lacrime amare che brucian più d'ogni altra ferita che come lancia accuminata ferì il cuore già sanguinante della divina luce che sentiva d'aver perduto il sole della sua vita
"PRINCIPESSA… "Sussurrò il cavaliere chiudendo i suoi occhi in un delicato sorriso:l'ultimo ricordo di quel cavaliere coraggioso.