Capitolo secondo -

RIFLESSIONI

Un leggero vento passava tra le colonne della grande fortezza di Tirinto.

Un cavaliere con lo sguardo perso nel vuoto era appoggiato su una delle colonne massicce che componeva la facciata di un loggione sopraelevato.

"Un cosmo oscuro e poi nulla..." pensava tra sè e sè.

"Che sia l’inizio anche per noi?"

"Sei preoccupato vero?" chiese un cavaliere alle sue spalle.

Anch’egli vestiva una corazza dorata ma al contrario di quest’ultimo aveva anche riflessi verdi scuro.

"Teseo allora anche tu hai avvertito chiaramente questi cosmi uno dopo l’altro accendersi dopo la sconfitta di Hades da parte di Atena!"

"Già e avverto chiaramente che uno di essi si stà dirigendo quà mentre l’altro è diretto al sacro giardino di Venere!"

"Quello diretto al Giardino delle Delizie è di grande potenza ma quello diretto qui da noi è decisamente superiore almeno se il mio sesto senso non sbaglia!"

"Credo che il nostro signore ci manderà tre di noi nel caso Venere e il suo cavaliere non fossero in grado di combattere degnamente!" rispose riabbassando la testa.

"Chi?" chiese Teseo.

"Molto probabilmente Deianira dello Scoiattolo insieme a uno dei Heroes meno esperti probabilmente Neleo di Dorado!" rispose il secondo.

"Deianira di Scoiattolo..." disse sospirando il primo.

"Diomede lo sò quanto ci tieni a lei, ma è anche un Heroes e trà i più potenti!" rispose Teseo avvicinandosi al compagno.

"Sai bene che mi è molto cara ..."

"Sò quanto l’ami ma sai anche che è la donna del nostro compagno ed Heroes Achille!"

"Lo sò e la cosa mi fà male, lui non è degno di una donna così importante!" replicò Diomede.

"Ricordo ancora quando Sileo osò fare avances a Deianira..."

"Già fù tremenda la reazione di Achille e se non fosse stato per l’intervento pacificatore di Priamo probabilmente Sileo sarebbe morto dilaniato o bruciato sotto le fiamme di Achille!"

Dinanzi a loro scorrevano le immagini di quella disputa.

Sileo che corteggiava Deianira infastidita chiaramente.

L’arrivo di Achille e il potente calcio da lui sferrato bloccato da Priamo che rimise entrambi i contendenti ai loro posti.

"Allora Sileo se la cavò con la mandibola rotta e una leggerissima scottatura ma se non fosse stato per Priamo sarebe finita malissimo!"

"Achille è un violento e sadico e non capisco come possa il nostro signore, il sommo Ercole avergli dato le sacre Livrins dell’Uccello Indiano!" si chiese Diomede scendendo alcuni gradini.

"Evidentemente in Achille il nostro signore ha scorto qualcosa che noi non capiamo!" replicò serenamente Teseo mentre i suo lunghi capelli rosati venivano mossi da una leggera brezza.

"Deve essere così anche se io non approvo il suo comportamento!" replico seccamente Diomede mentre socchiudeva nuovamente gli occhi.

"Non è importante quello che credi tu ma quello del nostro signore e lo sai bene!"

Un attimo di silenzio mentre il vento sollevava i loro mantelli rosati.

"Attualmente noi siamo circa quindici Heroes, credi che un numero così esiguo possa fare qualcosa contro lo strapotere degli Dei..."

"Hai ragione noi siamo in totale quindici ma cosa credi..." e continuando "...Atena non aveva forse meno guerrieri di noi quando affrontò la più grande minacccia per l’umanità rappresentata dal Dio della Guerra Ares?" replico Teseo.

Il viso di Diomede era serio eppure una goccia di sudore scese come a ricordare quale immensa pena ci fù quando Ares prima e Ades poi attaccarono la Terra.

"Hai ragione Atena non disponeva più delle sue armate al completo e addirittura due dei cavalieri d’oro non erano più in condizioni per poter combattere!"

"Ma Atena non si arrese e sconfisse entrambi!"

"Infatti, le cose andarono così!"

"Cosa ti insegna allora questo avvenimento?" chiese Teseo.

"Atena non si tirò indietro e vinse su tutti!"

"Ercole ci ha richiamato presso di sè per la medesima storia: Proteggere l’umanità!"

Diomede lo guardò a lungo.

"Ma saremo in grado di contrastare non solo una ma più divinità contemporanemante?" si chiese sedendosi sul davanzale .

"Noi dobbiamo riuscirci, non ci avrebbe riunito se non fosse possibile ricordalo!"

"Teseo tu sei così sicuro, da cosa deriva la tua sicurezza?" chiese appoggiando l’elmo accanto a lui.

"Diomede noi eravamo e siamo ancora comunque considerati dei traditori e dei malvagi a causa del nostro passato tutt’altro dedito al bene..."

"...diciasette tra uomini e donne pentiti del loro passato!"

"Si diciasette tra cui noi a cui Ercole ha dato una seconda possibilità!"

"Io vesto la Livrins del Camaleonte nonostante abbia praticamente ucciso indistintamente uomini donne o bambini nelle mie esercitazioni rinchiudendoli in mortali ambre eterne!"

A quelle parole Diomede si rattristò.

Il suo passato lo opprimeva.

"Non voglio ricordare ciò che ero, ora sono un Heroes e questo conta niente di più!"

"Ecco adesso ci stiamo capendo!"

Improvvisamente un’aura cosmica li avvolse.

Tre stelle salirono in cielo a velocità spaventosa.

"Come immaginavo..."

"A combattere contro il nostro primo nemico il nostro signore ha dato fiducia a tre di noi e credo anche di aver percepito chiaramente a chi!"

"Intendi a Neleo di Dorado, Nestore dell’Orso e a Niobe del Falco?" chiese Diomede rialzandosi.

"Si loro sono i primi a combattere e spero di rivederli tutti e tre anche se non ho grande fiducia sul loro ritorno sani e salvi!"

"Forza noi abbiamo fiducia in voi, tornate ..." chiese con voce strozzata Diomede.

I due Heroes reindossarono il loro elmo e si incamminarono verso il l’interno della fortezza alle loro spalle.