ANDROMEDA SHUN PRESENTA:
Scappa
Noi ritorneremo
Dal tempo buio
Senza dimensione
In cui siamo persi.
L’eternità che
Ha nel cuore
Non potrai
Imprigionare:
più oscuro
del tuo è già
il suo cielo
ben terso.
Non hai che
Fuggire
Ove non possan
Trovarti
La sua ira
E il suo amore.
Non ti concede
Perdono:
non ti serve
pregare.
Vano è il rimorso
E sei perso
Nel vento.
Sino a domani
Se tu ci credi
Possiam partire
-niente più vedi-
forse a morire.
Dobbiamo andare
Oltre le terre
E naufragare
In mar di stelle.
Hai mai sperato
D’ora ottenere
L’affetto anelato
Che non puoi avere?
Ora la lotta
ti da quel che ami:
il suo sorriso
sino a domani.
Senza più viso
Senza più braccia
Stringi il miraggio
D’antica bonaccia.
È colpa mia
Solo.
Sono
Solo.
Solo,
contro
il mondo
solo.
Solo.
Sono
Solo e
Smarrito.
Atena,
signora
dall’occhi
cerulei,
ritrova il
compagno
partito.
Senza lui,
È colpa mia,
resto
solo.
La déesse
La seconda persona
Singolare
È la principale:
non regno o corona
potranno valere
l’arcano potere
che ha sul mio cuore
il dolce romore
del suo camminare,
lento avanzare
oltre le porte dei sogni.
Perdere tempo
Non so perdere tempo
Ho imparato a veder morire
Mentre la gente
Si trastulla ignara.
Non so perdere tempo
Perché non mi piace
Perdere quanto non
Non m’appartiene
E devo restituire il giusto
A chi ha dato a tutti
Quello che poteva dare.
Non so perdere tempo
E col tempo il sangue
E col sangue la vita
E con la vita te
E con te tutto.
Non so perdere tempo,
non tentate di
portarmelo via:
non si consente
simile affronto.
Non so perdere tempo,
non posso e non voglio…
non devo perdere tempo.
La pomme
È l’oscura mela
Della discordia
Che m’offri
Dunque
Su un piatto
Di mare,
annullandomi
l’anima
e volontà irreale
in cambio dell’oro
dal lieto sapore
che mordo di gusto.
Potere!
Anelo il potere
Della giustizia divina
Degli uomini
Più disumani
A favore.
Anelo il potere
Negato dal fato
A cuore di donna
Sul cuore d’un altro
Che ad ella non pensa
Affatto.
È l’oscura mela
Della discordia
Che rende il
pegno dovuto
su un piatto d’amore
ferito e morente
in un lago di
lacrime e grida.
Quel che voglio avrò.
Altro non conta
Dolce è la mela
Della discordia.
Ades
Essendo andata all’inferno
Potrò cantare il paradiso.
Ordine cosmico
Il mio posto
Nell’ordine
Delle cose
Disordinate
Resta invariato,
Invariabile,
In un moto
freddo e ostinato.
Normalità
Noi c’illudiamo
D’esser normali
D’esser come
Tutti gli altri:
prede immolate e
immolatori
a questo mondo
di questo mondo.
Per questo mondo
Sacrifichiamo
Vite ed anime,
macabri preti,
qui officianti,
rotolando anche
con le vittime
nostre e loro.
Non c’illudiamo
Di non essere
Persi per sempre
In libertà
Troppo infinita,
in pattumiere
che non possono
venir riempite
né con organi
né con cervella
di uomini strani
assurdamente
umani, che
e piangevano
e gemevano
per rimanere
silentemente
interi.
Preghiera ai demoni
Il diavolo siede beato
Sul suo trono infernale
Eletto a deputato
Da assemblea formale
E impunemente corrotta.
S’è abbandonata la lotta
All’ingiustizia votata:
ecco al governo
il messo d’Averno,
d’ingannevole sonata.
Pagherete!
Vedrete!
Non c’è dubbio!
Pagherete…
Più di quanto
Or credete.
Realtà
Non diventeremo vecchi
E non saremo mai nonni:
la vita si mangia in un boccone
di torta al sanguinaccio.
Te
Voglio percorrere
I tuoi passi
Se non posso
Esser te.
E gridare il tuo
Nome nel vento
Se non posso
Chiamarmi te.
Voglio rubare
La tua forza
Se non posso
Esser come te.
E piangere
sulla tua tomba
se non posso
morire con te.
L’istinto
Istinto.
Animali d’istinto
Istinto d’animali
Per arrivare senza
Esser mai partiti.
Istinto.
L’istinto che spinge
A guardarsi negli occhi
A saltare contro
Chi vuol versare
Il sangue di Dio.
L’istinto.
Per vivere
Per non morire.
L’istinto.
Per esser più lesti,
per sfuggire al
Fato che insegue.
L’istinto.
L’istinto che
Mi manca.
L’istinto
Che c’è
Ma
Di volontà è
Privo.
Quando ce ne andremo
Quando un giorno
Ce ne andremo
Non verrò a salutarti.
Ce ne sarà il modo,
ma non ci vedremo:
oscurati e cacciati
nell’annullamento dei sensi
così come siamo
sol quel che pensi
potrà dirti che t’amo.
Suonerò la mia musica
Sotto il tuo ghiaccio
Vicino il tuo cuore
Che scoppia nel cielo
Un po’ come il mio.
Volerò sulle corde
Recise nel vento spirato
Accanto al tuo braccio,
in mezzo al tuo cielo
lontano dal mio.
Ci daremo la mano
E mi darai la forza.
Ci daremo la mano
E scapperemo lontano.
Del pentito
Alla deriva me ne vado
Dopo aver fatto il fattibile:
a nulla più bado
che non sia vero e tangibile.
Ho dimenticato le stelle
Dopo aver chiuso una porta.
Ricordo le tue mani belle
la sorte che contro s’è torta!
Ho sempre creduto nel giusto,
ben lo sapete voi amici:
seppellite il mio busto
e vivete felici!
Imploro dimenticanza
Del male che ho commesso:
rammentate la Sostanza
che ho tradito spesso!
Io ho visto
Quanto voi credete
D’aver già visto.
Udite e credete
A chi è partito
Ed in tempo s’è pentito.
Tornato
Pieno di rimpianto,
trincato
dal tuo caldo pianto
quando vorrei ripartire…
rompete le mie catene,
signori per bene!
Lasciatemi sparire
Fra le onde del mare
Che t’hanno bagnato
Fratello, capace d’amare,
che anch’io sia mondato!