LA LUNGA NOTTE DI IKKI
--E’ una notte strana per Ikki fatta di ricordi e di rimpianti: la guerra è finita--
La luna illumina ormai da diverse ore una calda notte d’estate a Nuova Luxor. La luce del satellite naturale si riflette increspandosi sulla superficie del mare creando per i pochi pescatori ancora al lavoro al porto uno spettacolo che seppur ripetitivo, è capace di ipnotizzare.
Nella sua piccola stanza a pochi passi dalla spiaggia Ikki sdraiato sul letto, sfatto ormai da diversi giorni, con la sola compagnia della sua solitudine, se ne sta pensieroso a fissare il vuoto con lo sguardo perso di chi sta liberando la mente ai pensieri più vari cui la mente può giungere. Questa notte la Fenice non può passarla a dormire, da poche ore la dura e terribile battaglia contro Ades è stata vinta chiudendo una parentesi di vita che merita, almeno questa notte, di essere rivissuta con il pensiero.
Si alza dalla sua posizione supina Ikki, indossa le sue scarpe, le solite, quelle di mille battaglie e con le mani in tasca esce di casa accompagnando con un piede la porta d’ingresso lasciandosi alle spalle quella stanzetta buia che in queste ore notturne lo soffoca.
Scende i pochi gradini che lo separano dalla spiaggia di Luxor con lentezza, come se gli costasse fatica, ma in realtà è solo un modo per godersi a pieno questa "fuga" da mente e spirito verso l’aria aperta.
Cammina a lungo parallelamente alla costa e riflette su quante volte è intervenuto a battaglia già iniziata, quando gli eventi avevano già preso un loro corso, per salvare un amico, o un fratello. Rimpiange il fatto di non essere mai partito alla volta del nemico insieme ai soli amici che ha, magari come primo cavaliere, come Leader del gruppo. In fondo lui nel suo orgoglio guerriero sa di essere il più forte, anche se il più lontano cavaliere di Athena.
Poi un sobbalzo, una brusca interruzione al suo esame di coscienza, senza rendersene conto era passato davanti al Palazzo dei tornei dove si svolse la Galaxian War. Pensa tra se e se: "Tutto è cominciato fra queste fredde mura".
In quell’imponente struttura aveva ritrovato da nemico il suo amato fratellino e, con un sorriso freddo e un po’ forzato rivive quelle scene e, scherzando con se stesso si rimprovera con una pacca sulla guancia. In questo modo gli sembrò di aver scaricato tutti i rimorsi che aveva per la sua prima e malvagia scelta di campo. Ormai su quella vicenda si poteva anche sorridere, Ades, l’origine di tutto, non esisteva più.
Decide, entra in quel che rimane del palazzo. Non era presente durante lo scontro avvenuto proprio li con Docrates, ma i danni provocati da quello scontro sono ancora evidenti e intuisce che a quei tempi, per quei cavalieri ancora acerbi fu uno scontro molto duro. Si siede sugli spalti, abbastanza in alto da poter vedere tutto il ring esagonale.
C’è un gradevole fresco in quel luogo deserto vi ci rimane a lungo rivivendo a occhi aperti lo scontro con Shaka di Virgo, la prima volta che ha avuto paura del suo nemico ma anche la prima volta che per vincere ha dovuto espandere il suo cosmo fino ad abbracciare i limiti dell’universo. Ricorda ancora le sue ultime parole rivolte al custode della sesta casa:
"So cos’ho rischiato...la vita che ormai era perduta, avrei dovuto esitare? ...l’universo ora ci attende, insieme entreremo nel paradiso dei cavalieri...
L’eroe prova ad immaginare una battaglia alternativa, che non avesse necessitato il suo sacrificio ma rimane realista e un po’ a malincuore si rende conto che di fronte a quel cavaliere non c’erano davvero alternative.
Le campane dell’orologio della chiesa risuonano due rintocchi, Ikki visto l’orario decide di rincasare e rientrando a casa si ricorda anche di Mime e fermando i suoi passi per un momento riascolta con l’immaginazione la dolce musica di quella cetra. Ripensa a Lemuri, a Kanon, l’uomo che lui ha sempre stimato come combattente, e voltando lo sguardo al fondo del mare vede il volto di Esmeralda. L’amore perduto in gioventù che non ha mai cercato di dimenticare.
Una lacrima, una delle poche versate in vita, riga il volto del temprato cavaliere: non si può, anche se eroi, resistere a tante emozioni così forti.
Riprende il cammino verso casa con buon ritmo e al ritorno, percorre i gradini di qualche ora prima con un balzo atletico.
Rientrato a casa si siede in terra sul terrazzo e guarda con ammirazione la sua armatura divina di Phoenix che luccica riflettendo la luce della costellazione della fenice, stanotte più brillante che mai.
Ha per la mani una fotografia, da poco strappata dalla parete di casa. Ritrae i cinque cavalieri poco dopo la battaglia al Grande Tempio con indosso le nuove armature forgiate dai Gold saints. Fissa a lungo il defunto Seiya, la cui scomparsa agli inferi è ancora per i cavalieri una ferita aperta. Ikki ha potuto conoscere il cavaliere di Pegasus come rivale e come compagno e forse era lui a conoscerne le virtù meglio di chiunque altro. Poche parole sussurrate escono dalla sua bocca:
"Riposa in pace Seiya, e dal paradiso dei cavalieri guarda il mondo che hai difeso, che hai salvato e al quale hai ridato la pace…Ringrazio le stelle che mi hanno permesso di condividere con te tante gioie e tanti sacrifici. Addio Seiya, ci rincontreremo un giorno e riuniremo i nostri cosmi facendo tremare l’universo.
Detto questo volge la testa al cielo e chiude per qualche attimo gli occhi poggiando la testa alla parete che lo sosteneva, vuole un ultimo momento di raccoglimento per l’amico.
Il silenzio della notte di Nuova Luxor sembra volerlo assecondare.
Osserva ancora quella fotografia, ma stavolta lo sguardo è rivolto al fratellino Shun di Andromeda. Ormai un pilastro insostituibile per la difesa della dea Athena. Ikki questo lo sa e se ne compiace; in fondo il merito è anche un po’ suo.
Una cosa sola Ikki invidia al fratello Shun, una cosa che non gli ha mai rivelato per orgoglio o per timore di sembrare debole: la sua capacità di costruire un’amicizia così solida con gli altri cavalieri.
Con questo ultimo pensiero si stende su quel letto sfatto, si abbandona alle braccia di Morfeo e si addormenta…
BUONANOTTE EROE E… ADDIO
FINE
…Stardust…