Capitolo 1: Nella casa del tempio di Parigi
Un uomo, vestito interamente di bianco, con un mantello del medesimo colore su cui era ricamata una croce rossa, stava attraversando un corridoio illuminato sul lato destro da bifore le cui aperture erano unite al centro da una piccola colonna decorata a mosaico con tessere d’oro. Era una bella giornata di giugno, il sole splendeva alto nel cielo ma non incendiava ancora l’aria in modo da opprimere con un’insopportabile afa. I suoi raggi penetravano all’interno del corridoio, investendo anche le colonnine, che da quella luce risultavano scintillare nelle loro zone dorate.
L’uomo di tanto in tanto fermava i suoi passi all’altezza delle aperture, e da lì contemplava il bel giardino che si apriva oltre quel muro, ricco di una gran varietà di erbe e altri vegetali. Alla vista di quello spettacolo così calmo sentiva il suo animo rapito da tanta bellezza, quasi incredulo che in questo mondo, ricettacolo di tanto dolore, potessero contemporaneamente coesistere tali incredibili doni del creato. Forse, pensò tra sé in una di queste pause, era anche per godere di simili visioni che aveva deciso di entrare in questo luogo.
Il suo cammino si fermò infine davanti a una delle porte che si trovavano sul lato sinistro. Con una delle due mani, l’altra era impegnata a tenere una ciotola, spinse senza troppa forza il battente ed entrò nella stanza fievolmente illuminata da alcune lampade ad olio. Aveva lasciato la porta aperta, e con lui entrò anche la luce del giorno.
Dentro si trovavano alcuni letti, circa una decina, ma uno solo era occupato da un individuo, che ora stava fissando il soffitto.
Fu proprio verso questi che l’uomo si diresse.
-Jean, finalmente ti sei svegliato!-
-Dove mi trovo? Questo sembra essere il sanatorio della casa! Eppure dovrei essere in ben altro posto. Gli altri hanno avuto la mia stessa fortuna?-
L’uomo abbassò lo sguardo.
-Michel, il nostro capitano Guido?-
-Non è sopravvissuto nessuno, Jean, a parte te. Nessuno sperava più che ti riprendessi. Per tre giorni sei stato preda dei deliri della febbre, giorno e notte-. L’uomo porse all’altro la ciotola –E’ carne cotta nelle verdure, mangia, il fratello infermiere ha detto che ne hai bisogno per rimetterti in sesto, per curare invece le vesciche delle ustioni ti ha ricoperto con un balsamo a base di olio ed erbe-.
-Rimettermi in sesto- ripetè continuando a fissare il soffitto –e tu pensi che questa sia la mia priorità, Christ?-
-il mio nome è Hristov-
-Preferisco chiamarti al modo di William, come era uso fare durante gli anni trascorsi in Inghilterra, ricordi? Per tutti e due è stato un mentore, ma almeno lui è morto combattendo, non così, in un modo così assurdo-.
-Il tuo corpo Jean, come quello degli altri, presentava ustioni, ma i corpi non erano carbonizzati. Cosa è successo?-
-E’ stato tutto così improvviso, qualcosa ci ha bloccati, sembravano tentacoli o che so io, era qualcosa di lungo e viscido, non ci ha lasciato neanche il tempo di renderci conto di quello che stava accadendo-.
L’altro restava in silenzio ad ascoltare.
-E subito dopo, una strana energia ci ha paralizzati, ci sentivamo come bruciare. Qualcuno di noi, non ricordo chi, ha detto che si trattava di una medusa.-
-Una medusa?-
-Si, un essere marino. Per come è stato letale quell’essere realmente non può che appartenere alla stessa stirpe del mostro che porta tale nome. Non ci avrà pietrificati, ma eravamo costretti all’immobilità come statue. Dovevamo essere più prudenti, la strega ci ha preso di sorpresa-.
L’altro restò a lungo in silenzio, pensieroso.
-Ora però mangia Jean,- proruppe infine, come a voler cambiare discorso- bisogna che tu assolutamente ti rimetta in sesto, in questo stato non puoi essere di alcuna utilità all’ordine-.
Ma l’altro sembrava non voler fare altrettanto. –E Guy? Ci ha avvisato da fuori che un’orda di infedeli ci stava per attaccare-.
Questa era una notizia nuova. Christ inarcò le ciglia, con aspetto interrogatorio.
-Infedeli? Quando vi hanno trovati nella zona attorno non vi era altra traccia umana che la vostra. Se si trattava di un numero elevato di uomini doveva esservi pure una qualche impronta-.
-Se vi fossero o meno non lo so, queste sono state le parole di Guy-.
Già, Guy. Lui non era morto per le ustioni. Era stato trovato sul retro della casa col cranio fracassato.
Christ sentiva adesso forte il bisogno di raggiungere un altro luogo.
-Ora non pensare a tutto questo. Mangia la carne!-
- Quando mi rimetterò in sesto vendicherò la loro morte. Mi darai una mano Christ? Me la darai?- e sollevatosi a fatica col busto tese il braccio porgendogli la destra.
-Il mio nome è…lasciamo perdere. Su questa terra ci sono forze contro cui tu non puoi far nulla…-
-Sì lo so- rispose Jean –ma Qualcun altro sì!-.
Qualcun altro sì. Aveva ragione, pensò Christ, eppure aveva frainteso.
-Ma ti prometto che farò quanto è in mio potere affinché questo tuo desiderio diventi realtà- e gli strinse la destra con la sua.
Non si dissero nient’altro, Christ mise la ciotola nelle mani dell’amico e si allontanò. Ripercorse in senso inverso il corridoio e molti altri ambienti, fino a trovarsi di fronte a una porta in legno di quercia. Bussò. Qualcuno dall’interno gli disse di entrare.
-Non sei un grande frequentatore della biblioteca Christ, qual buon vento ti porta qui?-.
-Il mio nome è Hristov, sono di Triadiza (1) non inglese. Ho bisogno di consultare tutti i libri sugli animali che sono qui-.
-La lingua dell’Est non la comprendo, preferisco chiamarti come fa Jean, per me è meglio di quei nomi da eretici scismatici. Sarà meglio farci l’abitudine, nessuno qui ti chiamerà col tuo vero nome, non in tempi come questi-.
Aveva ragione. Da quando c’era stato lo scisma tra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente la gente come lui non era più vista di buon occhio a Parigi così come in tutta la Francia.
-Ho fatto professione di fede cattolica, e poi adesso sono un templare. Se vi fosse stato qualche dubbio sulla mia fede cattolica il gran maestro non mi avrebbe mai introdotto-.
- Ma sei anche un guerriero molto forte, troppo forte. Si dice in giro che il gran maestro ti ha voluto solo per questa tua dote, perché uomini come te è meglio averli come alleati che come avversari. E anche questa tua forza ha dato adito a voci, che tu non sia umano, che tu abbia fatto un patto con esseri malefici, antichi dei… e quella cassa metallica che è nella tua cella…-
- Ti ho solo chiesto dei libri – lo interruppe irritato Christ, battendo un pugno sul banco che li separava –vuoi darmeli o no?-
L’uomo scrollò le spalle e si allontanò entrando in una piccola porta che si apriva nella parete alle sue spalle.
Trascorsero circa quindici minuti prima che facesse ritorno.
- Questi due libri ti basteranno, sono due bestiari-.
Christ aprì quello che si trovava sopra. Sfogliò le pagine poi guardò con perplessità il bibliotecario.
- E’ latino, non ho mai imparato a leggerlo-
- Buon Dio- esclamò l’altro – siete tutti uguali: sapete menar fendenti ma non comprendere i segni scritti su una pagina-.
Mentre l’uomo diceva queste parole Christ aveva aperto il secondo libro.
- E’ in inglese! L’inglese ho imparato a scriverlo e leggerlo- il suo sguardo era adesso trionfante.
- Buon pro ti faccia- e vedendo che l’altro stava sfogliando il volume sul banco aggiunse –puoi anche accomodarti ad uno dei leggi della sala, starai più comodo-.
Christ seguì il consiglio del bibliotecario e si sedette su di una panca vicino a un tavolo su cui si trovava un leggio. Faceva un po’ fatica nello scorrere le righe, il suo inglese era buono, aveva trascorso diversi anni sull’isola, ma quelle lettere così vicine una all’altra e tutte quelle abbreviazioni! Finalmente arrivò alla voce che lo interessava: medusa. Lesse le parole che seguivano ma questo non sembrò essergli di grande aiuto. Quelle bande che gli aveva descritto Jean sì, potevano essere tentacoli ma tutto il resto non combaciava.
Quale animale poteva avere una forma sinuosa e bloccare le persone? Fu per caso, per puro caso che sfogliando distrattamente le pagine incorse in una voce che lo incuriosì: eel (2). Lesse attentamente ciò vi era scritto riferito a quell’animale, il manoscritto parlava della sua capacità di trasmettere scosse di energia, la stessa dei lampi. Questa energia poteva paralizzare una persona e lasciare segni simili a quelli di un’ustione. Chirst si alzò di scatto dalla panca, con passo veloce raggiunse il bibliotecario chiedendogli un pergamena, una penna e dell’inchiostro. L’uomo gli fece cenno di sedersi allora presso un altro tavolo, fornito di tutto quello che gli serviva. Ancora una volta Christ raggiunse il posto con fare rapido e qui cominciò a scrivere.
L’altro incuriosito si avvicinò al tavolo per vedere cosa egli stesse facendo e lo trovò intento a scrivere strani segni in una lingua che non conosceva.
-Cos’è cirillico? Questo non va bene -.
- No, è greco. Bisogna che questa lettere raggiunga Atene -.
- Non va affatto bene – riprese il bibliotecario scuotendo la testa – meglio che tu approfondisca il tuo inglese, o che impari il francese, o meglio ancora il latino…-
- Ci sarà qualche nostro compagno in partenza per la Grecia?-
- Hai la fortuna dalla tua, slavo- il bibliotecario sorrise –proprio tra due giorni una nostra nave salperà da Harfleur per raggiungere Patrasso, là sosteranno per qualche giorno dove cercheranno di venire in possesso delle reliquie di Sant’Andrea, è un vero peccato che i resti terreni di un sant’uomo come lui restino in possesso di eretici quali i greci. Sai che per loro, abominio, l’Apocalisse…
- E’ un apocrifo, non sarebbe stato scritto da San Giovanni, lo so – In altri momenti Christ non si sarebbe astenuto dal formulare qualche perplessità sui modi poco ortodossi dei suoi compagni di impossessarsi di quelle che loro chiamavano sante reliquie, ma adesso questioni più urgenti gli premevano.
- Ho bisogno che da lì qualcuno raggiunga Atene, se non sbaglio è un solo giorno di navigazione –
- Non conosco bene quelle zone – sentenzio l’altro – ma se desideri che la lettera vada nelle mani giuste ti consiglio di rivolgerti a Dominc – si interruppe –anzi a Domenikos, sai che questo è il suo vero nome? Suo padre era di Candia (3), lui stesso conosce bene quelle zone. Qualcuno dice che il gran maestro l’abbia accettato nell’ordine solo per questo-.
-Non mi interessa. Andrò subito da lui- disse e Christ si allontanò con la lettera in mano a cercarlo per affidargli l’incarico.
Note