Capitolo 8
La squadra incompleta
Nessun bagliore accecante questa volta ma il suo cosmo avvolse tutto ciò che stava anche a lunga distanza dal luogo in cui si trovavano.
E così iniziano a materializzarsi i cavalieri, partendo da Mur, Aldebaran e poi Antares, Shaka ed ancora Ioria e Doko.
Il cosmo di Apollo smette di ardere e si dissolve, facendo tornare tutto alla normalità. Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki, corsero verso i cavalieri tornati dall’aldilà e che già indossavano le rispettive armature.
- Ben tornati!
- Amici, quale bella accoglienza.
- Ehi fratellone, finalmente sei tornato!
- Ciao Kiki, come stai? Sono felice di rivederti.
- Benvenuti di nuovo nel mondo che vi appartiene, cavalieri d’oro.
Vedendo la figura divina che li sovrasta in forza e potenza i cavalieri si inchinano.
- Dio Apollo io Dhoko, cavaliere di Libra, ti ringrazio a nome di tutti.
- Non dovete ringraziarmi. Quello che ho fatto servirà per scongiurare un'altra inutile guerra.
Shiryu, vedendo il suo maestro, Dhoko, non può trattenere le lacrime per la commozione salutandolo con riverenza ma anche con confidenza; per lui è stato anche un maestro di vita e prima ancora un padre. Ma il Dragone, essendo il più saggio dei cinque eroi, nota qualcosa di strano.
- Apollo, I cavalieri sono in tutto dodici ma qui ce ne sono solamente sei. Che fine hanno fatto gli altri?
- Purtroppo per quelli non posso far niente perché sono morti più di una volta, ad eccezione di Micene di Sagitter, lui vuol rimanere di sua spontanea volontà nel paradiso dei cavalieri dove adesso si trova per proteggerlo da incursioni nemiche.
- Cosa vuoi dire?
- Solo un dio imperiale come Ade può riportarli in vita ma data la sua sconfitta subita nella vostra lotta dubito che vi darà una mano e poi si è anche presentato come vostro avversario.
- E adesso? Il patto parlava di dodici cavalieri e non sei.
- Un modo però ci sarebbe per far fronte a questo inconveniente.
- Sarebbe?
- Io posso solo materializzare gli spiriti di questi cavalieri, che sono comunque potenti come persone in carne ed ossa ma possono restare solo per poco tempo.
- A quale scopo?
- Per decretare i loro successori che oltre ad indossare le loro armature diverranno i nuovi custodi delle rispettive case.
- E chi sarebbero i nuovi successori?
- Interviene Ikki che intuendo la situazione risponde.
- Dovremmo essere noi, Seiya!
- Noi? Non siamo cavalieri d’oro, come faremo a meritarci tale titolo?
- Dovrete lottare contro di loro e batterli!
- Bella prospettiva!
- Se non accettate sappiate, però, che le case rimarranno incustodite, cosa che non succede dalla notte dei tempi ed Ade porterà qui i suoi cavalieri per distruggere tutto.
- In quel caso potreste intervenire voi – dice Milo – siete due divinità.
- Potremmo ma non lo faremo. Dobbiamo tener fede al patto.
- Ikki un po’ adirato reclama.
- Ci avete un po’ tratti con l’inganno sin qui. Molto ingegnoso. E va bene. Accetto, non mi sono mai tirato indietro e non lo farò neanche adesso.
- Vedo che non abbiamo scelta. A questo punto meglio combattere e perdere in battaglia che tirarsi indietro come dei vigliacchi e lasciare che i cavalieri di Ade facciano i loro comodi. E sia! Accettiamo.
- I cinque giovani eroi si lanciano una rapida occhiata per poi fissare un istante le armature che sono ancora vacanti:
- Sapete già contro chi dovrà lottare ognuno di noi?
- Saranno le armature stesse a decidere chi sarà il loro avversario. Voi non dovrete far altro che addentrarvi nelle dodici case, cominciando a salire, per cercare di arrivare sino alla statua di Atena. Durante il vostro percorso le armature bloccheranno il rispettivo avversario costringendolo alla lotta, mentre gli altri continueranno la loro corsa. Nessuno vi ostacolerà ad eccezione del tempo; la meridiana vi darà tempo solo tre ore per poter raggiungere il risultato. Chi riuscirà sarà premiato con l’investitura, chi invece non riuscirà tornerà qui alla prima casa.
- Solo tre ore? Ma è impossibile! Come faremo a sconfiggere cinque cavalieri d’oro in così poco tempo?
- Shun, giovane cavaliere, non dimenticare le lotte sostenute e gli avversari che avete dovuto sconfiggere per arrivare sin qui: Nettuno, Ade, Zeus! Siete riusciti a battere le tre divinità reali.
- Si questo è vero! Abbiamo sconfitto avversari ben più forti e poi non abbiamo scelta, quindi tanto vale provare, non abbiamo nulla da perdere ma solo da guadagnare e se riusciremo nell’investitura di cavalieri d’oro avremo una possibilità in più a nostro vantaggio per sconfiggere i cavalieri di re Artù. Basta con le chiacchiere, stiamo perdendo solo del tempo prezioso. Allora amici miei, compagni fidati e valorosi di tante battaglie combattute insieme, siete pronti anche per questa impresa?
- Siamo pronti.
Per Atena e per la giustizia!
- Fate molta attenzione. Avete già affrontato i cavalieri d’oro e sapete di cosa sono capaci. Adesso anche voi siete forti del settimo senso, ma dovete ancora imparare a farlo vostro. Lo avete acquisito contro noi, Nettuno, Ade ed ancora contro Zeus elevandolo sino all’ottavo e poi al nono, materializzando le armature divine che rendono pari ad un dio. Quindi non esitate ad affrontarli al massimo delle vostra capacità perché avete a disposizione poco tempo. Siete cavalieri valorosi, meritate sicuramente l’investitura. Io e gli altri cavalieri d’oro vi attenderemo ai piedi della statua.
- Grazie Mur raggiungeremo la statua di Atena come cavalieri d’oro!
E così i cinque eroi cominciarono ad addentrarsi nella prima casa dell’ariete, fino a sparire nel suo interno.