RISVEGLI
CAPITOLO V
Sorpresa tra i ghiacci
Hyoga camminava nervosamente avanti e indietro di fronte al camino della stanza, i suoi pensieri viaggiavano lontano e non riusciva a darsi pace per quello che stava succedendo, una situazione tanto paradossale non riusciva neanche ad immaginarla.
"Smettila di andare avanti e indietro come un ossesso" lo apostrofò Orion, cavaliere di Asgard
"Tutti i nostri tentativi di scoprire qualcosa sono andati in fumo, anche tenere d'occhio l'entrata al regno di Nettuno, si sta rivelando completamente inutile. Se solo ci fosse ancora mia sorella, lei saprebbe cosa fare" aggiunse Flare.
"Tua sorella ormai non c'è più Flare e dubito che anche lei ci capirebbe qualcosa" rispose Hyoga
"Sono due anni ormai che gli attacchi si susseguono sempre più frequenti, abbiamo già perso Artax, Megres e Thor senza che potessimo provare a salvarli e tutto questo senza capire chi è il nostro nemico. Tutto ciò mi fa impazzire."
"Hai più avuto notizie dal Grande Tempio?" chiese Orion.
"Niente di rilevante, ancora nessuna notizia utile a capire chi ci sta attaccando. Anche di Atena nessuna nuova. L'unica cosa positiva è che molti cavalieri perduti sono stati ritrovati ed hanno già iniziato l'addestramento. Speriamo solo che riescano a maturare in fretta, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile."
All'improvviso un boato interruppe le parole di Hyoga e la porta della stanza fu sfondata dal corpo inerme di uno dei soldati del castello che si schiantò al suolo. Una figura incappucciata entrò nella stanza mentre Orion e Hyoga scattarono a difesa di Flare.
"Rivelati intruso, chi sei!" esclamò Orion
La figura non rispose ed iniziò ad avvicinarsi.
"Bianchi artigli della Tigre" urlò Alcor comparendo di colpo alle spalle dell'incappucciato che senza il minimo sforzo evitò il pugno e con un gesto fulmineo, atterrò l'avversario.
"Si può sapere chi sei?" chiese Hyoga "Ti hanno per caso strappato la lingua? Bene vorrà dire assaggerai la rabbia di Hyoga, cavaliere di Acquarius."
"Fermati Hyoga! Devi perdonare il mio compagno ma non conosce le buone maniere. Non siamo qui per attaccare ma per chiedere aiuto." Un altro individuo era entrato nella stanza, indossava un'armatura di scaglie dorate ed era visibilmente ferito. Hyoga trasalì.
"Ma tu sei..."
"Mi fa piacere che tu mi abbia riconosciuto, sono Siren Sorrento, generale degli abissi!"
"Sorrento ma cosa...... Si può sapere chi diavolo è costui e come mai sei ferito?"
"Ci hanno attaccato, gli stessi che hanno portato attacchi al Santuario e qui ad Asgard. Purtroppo noi due siamo gli unici sopravvissuti, il tempio di Nettuno è di nuovo perduto. Se vuoi sapere chi è il mio compagno, basta chiedere."
L'uomo incappucciato si tolse il mantello che cingeva la sua figura, anche lui indossava un'armatura degli abissi, " Il mio nome è Castor di See Dragon, generale degli abissi. Scusate l'irruenza ma non c'era tempo per spiegare alle guardie la situazione."
"Castor di See Dragon? Ma non è possibile, io ti conosco, sei identico a....."
"Non confondermi con quel mollaccione di mio fratello"
"Ma certo tu sei il fratello di Pollux di Gemini cavaliere d'oro"
"Esatto ma ora non c'è tempo per i convenevoli, siamo qui perchè devi condurci dal Gran Sacerdote, l'ora è tarda!"
"Il Regno di Nettuno è perduto" esclamo Sorrento "Ora è nelle mani dei nostri nemici, siamo gli unici sopravvissuti. Hanno una forza devastante Hyoga, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile"
"D'accordo Sorrento ma non capisco proprio perchè hanno attaccato il vostro regno"
"Cercavano questa" disse Castor
"Ma quella è....." trasalì Hyoga
"L'anfora di Atena, manufatto in cui la Dea sigillò l'anima di Nettuno!" esclamo Flare
"Ma a che scopo entrarne in possesso" chiese Orion "non ha alcun senso".
"Non ne ho idea ma non tutto il male viene per nuocere. Credo di aver riconosciuto uno degli assalitori" disse Castor. "Senza ombra di dubbio era........"
"Che cosa?" Urlò Hyoga "non è possibile, dovrebbero essere tutti distrutti e le loro anime sigillate"
"Non è più così" sentenziò Sorrento.
Nel frattempo al Santuario di Grecia molti cavalieri avevano terminato i loro addestramenti e nuovi cavalieri erano sorti per dar forza alle schiere di Atena. Anche Joy si allenava duramente, sotto la guida severa di Ikky, pian piano stava diventando un cavaliere ed aveva ormai imparato a padroneggiare quasi perfettamente il suo cosmo, anche grazie all'aiuto di Neko, ormai divenuto suo grande amico. Tutte le domande sul suo passato sembravano lasciate da parte, anche se molti dubbi attanagliavano ancora la sua mente. Ma la consapevolezza di avere finalmente uno scopo nella vita, gli dava quella spinta necessaria per affrontare tutte le difficoltà.
"Vedo che il tuo allievo sta facendo progressi notevoli, fratello" disse Shun arrivando alle spalle di Ikky
"Oh sei tu Sacerdote non ti ho sentito arrivare" replicò Ikky, "sto proprio diventando vecchio. Cosa ti porta qui nell'arena?"
"Volevo dare un'occhiata, molto dipende da questo ragazzo, solo che lui non lo sa. Fortunatamente Neko ti sta dando un valido aiuto.
"Vero! Lo considera quasi un fratello minore e Joy è maturato molto. Purtroppo non è ancora cosciente di se e si meraviglia di ciò che riesce a fare. Mi ricorda un po' te prima della nostra partenza da Luxor per l'addestramento"
"Non dirmi che ti lasci andare ai sentimentalismi?" rise Shun.
"Magari con l'età sono diventato meno freddo" ribattè Ikky sorridendo.
All'improvviso i due si bloccarono, una tremenda sensazione di terrore li assalì, qualcosa li aveva scossi, fin dal profondo del loro possente cosmo, qualcosa che non provavano da molto tempo e che si era manifestato come un'esplosione.
Ikky scattò in piedi facendo cadere il suo bastone "Non è possibile, non posso credere che stia succedendo"
Shun era pietrificato, ciò che in cuor suo temeva potesse accadere si stava verificando. Neko, che avvertì la stessa sensazione, si rivolse al vecchio cavaliere urlando "Maestro avete sentito?"
"Che succede Neko?" chiese Joy sorpreso
"Presto Neko, prendi con te Mei della Chioma di Berenice e Yuri del Sestante, partite immediatamente per la Cina, per i Cinque Picchi!" ordinò Shun.
"Subito Gran Sacerdote" rispose Neko che spari con un gran balzo
"Shun dobbiamo radunare tutti immediatamente dentro le mura del Santuario, occorre richiamare Hyoga da Asgard subito!" disse perentorio Ikky.
"Hai ragione fratello! Speriamo solo che in Cina qualcuno sia ancora vivo!"
"Come ancora vivo?" chiese Joy che assolutamente non comprendeva cosa stesse accadendo.
"Tu non preoccuparti e recati presso la quinta casa, continuerai all'interno i tuoi allenamenti" gli ordinò Ikky.
"Ma....."
"Niente ma Joy, fa come ti ho detto"
Nello stesso momento ad Asgard, Hyoga, Led, Sorrento e Castor erano in procinto di partire per Atene quando anche loro avvertirono qualcosa di oscuro e malvagio espandersi per il globo.
"Accidenti è già tardi" disse Sorrento
"Forza non perdiamo altro tempo in inutili chiacchiere, dobbiamo muoverci subito" sentenziò Castor.
"Dove pensate di andare? Guarda guarda quanti topolini con cui giocare" risuonò una voce nell’aria.
"Riconosco questo cosmo è lo stesso che ci ha attaccato nel regno di Nettuno" disse Sorrento
"Purtroppo lo riconosco anch’io" rispose Hyoga "ma ancora non riesco a crederci. E’ inutile che ti nascondi, vieni fuori Minos, Generale degli Inferi"
"Noto con piacere che non hai dimenticato la Stella del Cielo Nobile" si palesò Minos di Griffon, Spectre di Hades
"Com’è possibile che tu sia ancora vivo? Vi avevamo annientato, le vostre anime sigillate e distrutto il regno degli Inferi. Com’è possibile che siate tornati?
"E’ vero cavaliere, ci avevate battuti ma evidentemente a qualcuno non è piaciuto il finale della nostra passata contesa e quindi eccoci qua. Fortunatamente per voi siamo riusciti a risvegliarci appieno solo da poco."
"Che cosa vuoi dire? Chi vi ha riportati in vita? Non può certo essere stato Hades, era definitivamente morto"
"Non sono qui per dare spiegazioni a dei vermi come voi, ben altro mi preme in questo momento" disse Minos.
"Se alludi a questa, dovrai faticare parecchio per averla" rispose Castor mostrando l’anfora di Atena, "non sei riuscito a prenderla in fondo al mare, speri di poterla avere qui?"
"Ah ah ah ah ah ah, quale dimostrazione di orgoglio, credi forse che un insulso guerriero di Nettuno possa competere con uno dei tre Generali dell’armata infernale? Sei proprio patetico"
"Patetico sarai tu! Noi siamo in quattro tu solo, come pensi di batterci? Dove hai lasciato gli altri scagnozzi che erano con te nel regno sottomarino?"
"Avevano altri compiti da svolgere e comunque per voi basto solo io, sarete un buon allenamento. Sei pronto Hyoga? Tu sarai il primo, qui non ci sono superdimensioni a proteggerti ah ah ah ah ah"
A queste parole Led, rigonfio di ira, scattò verso lo spectre "Non osare levare le tue luride mani contro il mio maestro. Prendi questo TEMPESTA DI GHIACCIO"
"No Led fermati!" urlò il cavaliere d’oro
L’avvertimento di Hyoga arrivò troppo tardi, il cavaliere del cigno era ormai lanciato verso il suo avversario. Minos non provò nemmeno ad evitare l’attacco e accennando un sorrisino di sfida, fece esplodere il suo oscuro cosmo. Il corpo di Led si bloccò a mezz’aria ed iniziò a contorcersi innaturalmente mentre le grida di dolore del cavaliere sovrastavano il tutto.
"Che tu sia maledetto Minos" disse Hyoga.
"Riconosci questa tecnica vero? Cosmic Marionation ah ah ah ah ah. Il tuo pupillo è in mio potere, potrei farlo danzare come una marionetta per l’eternità! A te la scelta Hyoga, o mi consegni l’anfora oppure mi divertirò a spezzare ogni singolo osso del corpo di questo bel cignetto."
"Non cedere a questo vile ricatto Hyoga, non possiamo permetterci di consegnargli l’anfora" disse Sorrento.
Hyoga tremava di rabbia, avrebbe voluto colpire quell’individuo con tutta la forza del suo cosmo ma poi abbassando le braccia disse "D’accordo Minos, ma devi garantirmi che lo lascerai andare".
"Ma certo" rise lo spectre, "sono un tipo di parola io"
Hyoga si voltò verso Castor e afferrò la sacra anfora "Non puoi farlo Acquarius" disse Castor "sai bene che lo ucciderà comunque".
"Lo so ma devo tentare, non posso permettegli di farlo fuori."
Il cavaliere d’oro si avvicinò a Minos porgendogli l’anfora mentre guardava Led che quasi impazziva per il dolore.
"Da bravo sgherro di Atena, lascia l’anfora ai miei piedi ed allontanati"
Hyoga si muoveva lentamente, sapeva benissimo che per salvare Led doveva essere cauto e scegliere il momento esatto per un eventuale attacco, bastava un solo errore e tutto sarebbe stato vano.
"Sbrigati o gli spezzo il collo" lo esortò Minos.
Improvvisamente un cosmo lucente investì il generale degli inferi alle spalle, facendolo barcollare e allo stesso tempo, un colpo violentissimo recise i fili invisibili del Cosmic Marionation, facendo crollare a terra il corpo di Led svenuto. Hyoga fu lestissimo nell’afferrare il cavaliere del cigno e ad allontanarsi dal nemico mentre questi infuriato si voltò per vedere chi lo avesse colpito.
"Chi ha osato intromettersi?" tuonò lo spectre, "e come è riuscito a spezzare il mio colpo?"
Cinque figure si stagliavano ora dinanzi a Minos: Orion, Mime, Alcor, Mizar e Luxor, i guerrieri del nord.
"Chiunque muova violenza in questi territori è considerato nemico di Asgard e pagherà con la vita questo affronto" sentenziò Orion.
"Maledetti, vi farò pentire di esservi messi sulla mia strada, diverrete tutti delle splendide marionette per il mio sollazzo"
"I tuoi fili invisibili possono essere spezzati, te lo abbiamo appena dimostrato" disse Mime.
"Allora sei stato tu, come hai osato?"
"La mia cetra può questo ed altro, te ne accorgerai"
"Presto!" disse Orion rivolgendosi a Hyoga "Portate via quell’anfora. Muovetevi! Penseremo noi al Lui"
"E portate con voi Flare, qui non è al sicuro." aggiunse Alcor.
Hyoga, con in braccio Led, Sorrento e Castor non se lo fecero ripetere due volte e scattarono via.
"Fermatevi codardi!" disse Minos girandosi verso di loro ma in un attimo si ritrovò circondato dai cinque cavalieri nordici.
"Chi è il topolino adesso?" ironizzò Luxor.
"Preparati a far ritorno nel nulla da cui ti sei risvegliato" disse Mizar preparandosi ad attaccare.