Capitolo XI

Intanto Dauko e Shiddarta salivano senza fretta l’ultima scalinata. Su di essa Tuna aveva sparso le Rose Rosse, ma più perché gliel’aveva ordinato Tien-Zin che non perché sperasse che sarebbero servite a qualcosa. Nulla potevano contro Dauko, che conosceva il pericolo mortale celato dai loro petali. Bastò un solo colpo, un Drago Nascente scagliato con rara maestria, a disperdere quei fiori belli e pericolosi.

Giunti al palazzo del Grande Sacerdote, trovarono le porte aperte. Servitori, ancelle e soldati erano tutti sul piazzale antistante l’entrata, e quando Dauko apparve si prostrarono ai suoi piedi.

Dauko corrugò la fronte. C’era davvero qualcosa di strano in quella che avrebbe dovuto essere la splendida reggia del Santuario di Athena. Non riusciva a capire cosa fosse, ma comprese di dover stare in guardia. Se solo Sion fosse stato con lui avrebbero forse potuto scoprire l’origine di quella nube scura che pareva aver ricoperto il palazzo, infiltrandosi anche negli angoli più nascosti.

I due Cavalieri d’Oro entrarono nel palazzo, e le porte si richiusero dietro di loro. Fuori, la gente attendeva, in ansia per la loro e per la propria sorte. Alcuni alzarono lo sguardo verso la statua di Athena, cercando conforto nel volto imperturbabile della grande Dea di Grecia.

- Guardate ! –

La statua stava piangendo.

Dauko e Shiddarta camminavano lungo i corridoi deserti. I loro passi risuonavano in quel silenzio innaturale, in quel buio appena rischiarato dalle fiaccole appese alle pareti.

Quando imboccarono il corridoio che portava alla sala del trono, trovarono l’ultimo ostacolo.

Ieros apparve in mezzo al corridoio, vestito dell’armatura d’argento della costellazione dell’Altare. La corazza mandava sfavillanti bagliori, che creavano giochi di luce sulle pareti.

Fu allora che Shiddarta comprese la terribile verità.

Con queste parole Dauko si diresse verso le enormi porte di bronzo della sala del trono, che si aprirono al suo passaggio e si richiusero subito dopo.

Ieros scagliò il colpo segreto proprio del cavaliere d’argento dell’Altare, una delle migliori tecniche del secondo ordine dei cavalieri. Shiddarta non si circondò della barriera del Kaan, ma rimase in piedi, immobile: il colpo di Ieros scivolò sulla sua Armatura d’Oro come l’acqua su una roccia levigata.

Impassibile, il cavaliere d’argento dell’Altare attese il colpo che avrebbe posto fine alla sua vita. Moriva compiendo la sua missione, difendere il Grande Sacerdote: chi egli fosse in realtà, non aveva mai avuto importanza. Era il rappresentante di Athena, e questo era sufficiente.

Ieros ricadde di schiena sul pavimento. E una lacrima scese dai suoi occhi mentre si chiudevano per sempre.