Capitolo 1

Ritorno a casa

Chrystal

Siberia Orientale, 22 novembre 2055

" Avanti, puoi farcela! "

Il piccolo Jacov Finn cercava di trasmettere almeno una parte del suo ottimismo al Cigno, ormai ad un passo dalla fine dell’ ultima prova da superare per diventare cavaliere. Le gelide mura di ghiaccio costituivano un ostacolo per Chrystal, ma non insuperabile.

C: L’ armatura di Cygnus è racchiusa in questa muraglia di ghiacci perenni, non posso fallire, non posso tirarmi indietro. Ritroverò mio padre e rivedrò mia madre, ad ogni costo! La tirerò fuori da là, vieni a me, cigno! Polvere di Diamanti!

I mille e mille cristalli di ghiaccio emessi dal cosmo di Chrystal e il suo pugno ben assestato infransero la grande barriera congelata che liberò la bronzea armatura del Cigno, racchiusa a sua volta in un contenitore anch’esso di bronzo. " Il maestro aveva detto che bastava azionare una leva, ma quale leva?! " pensava tra sé. Osservando più attentamente notò che il cigno sbalzato sul contenitore aveva qualcosa nel becco ; la toccò appena e ne uscì la corazza bluastra seguita da stivali, schinieri, elmetto e coprispalle che si aggregarono al corpo del giovane sorpreso e meravigliato. In quel momento sentì una nuova forza dentro di sé. " Cygnus il Puro, l’ antico re delle Terre del Ghiaccio, indossò quest’armatura più di due secoli fa. Sento la sua forza dentro di me… "

Quando scese dalla grotta di cristallo il piccolo Jacov gli fece le feste " Sìììì!!! Ce l’ hai fatta! Hai abbattuto le barriere dei ghiacci eterni e hai anche l’ armatura del Cigno, sei stato grandioso! ". Chrystal sorrise un po’ ma ritornò subito serio. Ora che aveva concluso l’ addestramento sarebbe ritornato a Nuova Celxior e avrebbe rivisto raramente il suo compagno e il maestro. Il piccolo guerriero aveva esattamente capito a cosa stava pensando il suo amico e pianse qualche lacrima.

J: Non ritornerai più, in Siberia?

C: Certo che si! Mia madre riposa qui, in queste gelide acque e sono affezionato a te e al Maestro dei Ghiacci …

J: E anche a Florinda, non è vero?! Guarda, sta venendo qui …

Il cavaliere si voltò ; una ragazza bionda e dai penetranti occhi verdi lo fissava da lontano. Non osava avvicinarsi, forse per timidezza o per timore. Le lunghissime vesti di lei ondeggiavano come la sua chioma dorata. Chrystal le corse incontro chiamandola. "Florinda, Florinda! Sei venuta per dirmi addio? "" Proprio così, ma sei un ragazzo crudele: non lasciarmi, io ho te,mio fratello Jacov e il Maestro soltanto… Se dovessi perdere anche solo uno di voi, non so che farei! " si lamentava la fanciulla.

" Ma io non ti sto lasciando! Tornerò, è una promessa, lo giurerei davanti a tutti gli abitanti del villaggio di Kabotek, se potessi! "

La bella ragazza gli dette un bacio sulla guancia, gli rivolse un sorriso malinconico e ritornò sui suoi passi. Come poteva opporsi ad un cavaliere? A che scopo? Dopo un’ ultimo sguardo Chrystal e Flor si voltarono. Era giunto il fatidico momento, quello di separarsi.

Pegaso

Grande Tempio di Atene, Arena 15 agosto 2055

" Pegaso, Pegaso, mi senti?! "

Il tono brusco di Castania svegliò il ragazzo assorto in chissà quali sogni.

" All’ Arena aspettano solo te, avanti, svegliati! "

" D’ accordo, d’ accordo, arrivo… "

Il futuro cavaliere, ancora assonnato, si alzò dalla branda e indossò la sua tunica da combattimento che consisteva in una specie di calzamaglia, sandali greci e un solo coprispalle, quello destro.

" Dovrai affrontare l’ allievo di Tersicore, Cassias. " lo informò la sacerdotessa " Ha un corpo gigantesco, ma deve avere il cervello di un fringuello. " Risero entrambi. Igor era nervoso ma cercava di non farlo notare.

" Sei sicura che io possa conquistare l’ armatura di Pegaso? Insomma, solo i greci possono indossarla e io sono di Nuova Celxior … " chiedeva timoroso lui.

" Sciocchezze! " ribatté lei duramente " Ce la farai sicuramente, ho fiducia in te ma tu non deludermi! "

Pegaso annuì. Subito dopo uscirono dalla casa di Castania per recarsi all’ Arena dei Tornei.

Molte autorità del Tempio erano presenti: cavalieri, soldati semplici, sacerdotesse guerriere, apprendisti ma la persona più importante era sicuramente il Sommo Sacerdote, seduto su di un alto trono collocato su di un palco rialzato. Al suo fianco vi erano alcuni cavalieri d’ oro (a dire il vero ve ne erano soltanto due o tre ). Gli altri seggi erano vuoti ; come mai? Pegaso era già nell’ Arena e non aveva certo tempo per chiederselo: si guardava intorno nervosamente per cercare il suo avversario che arrivò in quel preciso istante, accompagnato dalla sua insegnante, Tersicore, eterna rivale di Castania. " Sarà Cassias, a vincere. " diceva quella sicura di sé " schiaccerà il tuo insulso protetto, te lo posso assicurare! " La sacerdotessa guerriera portava una maschera dal volto minaccioso, aveva i capelli verdastri e le unghie piuttosto lunghe ; lei apparteneva alla costellazione delle Muse, in particolare quella della danza. Era un’ amazzone temibile ma rispettata da molti anche se aveva un atteggiamento pretenzioso. Il suo allievo non era da meno: grande e grosso aveva dei piccoli e luminosi occhi gialli. Il Sommo Sacerdote si alzò dal suo seggio e mostrò ai due contendenti lo scrigno dell’ armatura di Pegaso indicandolo con lo scettro: " Che Atena vi guidi, combattete! ". E la battaglia ebbe inizio. Cassias, essendo piuttosto robusto, non era in grado di muoversi con rapidità. Pegasus inizialmente trovò qualche difficoltà ad evitare i suoi pugni micidiali ma alla fine riuscì a schivarli tutti, uno dopo l’ altro. Gli spettatori chiamavano a gran voce i due combattenti; il ragazzo approfittò di quel momento per sgattaiolare dietro il suo avversario e saltargli sulla schiena. Quando Cassias se ne accorse era troppo tardi: il suo giovane sfidante gli aveva strappato l’ orecchio che cominciò a sanguinare inesorabilmente. Nonostante tutto continuò a lottare fino allo stremo delle forze; per finirlo definitivamente a Pegaso bastò un semplice pugno nello stomaco che segnò la fine dell’ incontro. Tersicore si allontanò, indignata; il Sommo Sacerdote dette l’ordine di consegnare a Igor la preziosa corazza. Lui, naturalmente, esultò: " Non ci posso credere! L’ armatura di Pegaso è mia! "

SS: " Si, ma… "

Le parole del Signore del Grande Tempio intimorirono il ragazzo, che aveva fatto un balzo per lo stupore e annuiva ad ogni sua parola.

SS: " Dovrai usarla solo per proteggere gli uomini e Atena dai soprusi mai per il tuo interesse personale. Ora puoi indossarla "

In un attimo i pezzi dell’ armatura furono indosso al ragazzo che si rivolse verso Castania per mostrarle il suo " trofeo ". " Sono fiera di te " gli rispose lei " Anche se non avevo alcun dubbio che avresti vinto. Sei stato grandioso ". Pegaso arrossì.

Tornando verso casa Castania e il suo allievo vennero bruscamente fermati dall’ iraconda Tersicore, alla quale bruciava ancora la sconfitta appena subita. " Non vi lascerò passare, sappiatelo! " tuonò la guerriera, preparandosi ad attaccarli con il suo colpo mortale " Danza degli Spiriti! " che consisteva nel far roteare l’ avversario in un fortice immenso. Ma il neocavaliere fu più veloce e lanciò il suo attacco " Fulmine di Pegasooo! " che si manifestò con mille e mille bagliori luminosi di colore blu. La ragazza, atterrita, non riuscì a trattenere un gridolino di stupore ; la maschera che aveva sul viso cadde mostrandola per quello che veramente era: una bellissima fanciulla dagli occhi grandi e languidi. Rimase immobile. Lui era stupito.

P: Ed io che pensavo fossi la peggior creatura di tutte, dovrò ricredermi. Eh eh eh!

La sacerdotessa non si era minimamente mossa, era troppo spaventata ed intimorita. Castania e il ragazzo ne approfittarono per allontanarsi. " Pegaso, ti ritroverò per distruggerti!!! "

Syryo

Cascate del Dragone, Cina 12 marzo 2055

" Colpo Segreto del Dragone Nascenteeeee! "

La voce di Syryo si propagò per tutta la cascata. Il corso dell’ acqua cambiò direzione: non più dal basso cadeva, ma dall’ alto. L’ armatura del Dragone si trovava dietro alle rapide tempestose dei Monti Bianchi. Nella piccola grotta c’ era la sacra corazza tanto agognata dal ragazzo che però non era convinto della sua scelta: se fosse ritornato a Nuova Celxior avrebbe rivisto ancora il suo maestro e Fiore di Luna? Le ambizioni di tutta una vita cominciarono a non avere più alcun senso. Cosa doveva fare? Che decisione prendere?

" Syryo, devi proprio ritornare alla Grande Fondazione? " gli chiese più tardi la sua unica migliore amica, sconsolata. Erano in piedi, vicini l’un l’ altro su di una piccola collina vicino al Grande Fiume.

S:Si, ma ti assicuro che appena me lo permetteranno tornerò, lo prometto.

FdL: S-Syryo… devo dirti una cosa… il mio vero nome è Sashimi, Fiore di Luna è solo un soprannome che mi ha dato il maestro. Sei arrabbiato con me, ora?

S: Perché dovrei esserlo?! Sei stata tu a farmi conoscere l’ amore e la vera amicizia, e anche il maestro. Grazie … Fiore di Luna.

" S-Syryo … "

Il ragazzo notò un bellissimo fiore sbocciato su di un pesco, lo prese e lo mise con delicatezza tra i capelli dell’ amica che arrossì e sorrise. Solo al momento della partenza, prima di salire sulla nave per ritornare a Nuova Celxior, il Dragone trovò la forza e il coraggio di dire ciò che pensava da molto tempo " Ti amo, ritornerò se ricambi davvero i miei sentimenti! "

Fiore di Luna non aveva parole, riuscì solo a piangere di gioia e salutare l’ amico di una vita che si allontanava sempre di più. Qualcosa la distrasse: dietro di lei era apparso il maestro.

FdL Avete sentito tutto, non è vero?

M: Si, e sono sicuro che manterrete entrambi la promessa. La lontananza vi unirà più che mai.

Andromedah

Isola di Andromeda, 25 maggio 2055

" Puoi farcela, coraggio! Non abbatterti! "

La voce rassicurante di Nemesis tranquillizzava Andromedah che era impegnato in un duro combattimento contro due suoi compagni, Rhendah e Santius, decisi a conquistare l’ armatura della Nebulosa. Tutti contro tutti. Le catene dei tre contendenti fendevano l’ aria ed erano così veloci che non tutti gli allievi di Alpione riuscivano a seguirle. Per il giovane ragazzo sembrava davvero la fine quando Rhendah lo avvolse con le spire della sua catena verde. "Preparati, sto per darti il colpo di grazia " gli disse. Il primo contendente stava per caricare il pugno e finirlo ma venne fermato dalla catena violacea di Santius che lo ferì al braccio destro.

R: Sei impazzito?! Cosa vuoi fare?!

S: Sarò io a finirlo, chiaro?

Cominciarono a litigare ; senza accorgersene Rhendah allentò la presa delle sue catene che imprigionavano Andromedah. Lui ne approfittò: con la forza del suo cosmo sgretolò le catene verdi che lo avvolgevano e colpì entrambi con una potente scarica elettrica. Il ragazzo non avrebbe voluto arrivare a tanto, ma non aveva scelta. Nemesis corse ad abbracciare il suo amico. Alpione sorrideva soddisfatto. Poi si rivolse al giovane vincitore: " Ora dovrai essere sottoposto al Rituale di Andromeda, la prova finale per essere cavaliere della Nebulosa." La sacerdotessa guerriera rabbrividì: sapeva che l’ impresa era durissima ed era preoccupata per il compagno.

N: Ma… padre! Sapete meglio di me che nessuno è mai sopravvissuto, non potete farlo!

A: Il Rituale è così da secoli, non posso cambiarlo.

A: Sono pronto, maestro.

N: Sii prudente, Andromedah.

Alpione, Nemesis e il futuro cavaliere si diressero verso la scogliera dell’isola. Lì il ragazzo venne legato agli scogli con le catene dell’ armatura della Nebulosa ; presto sarebbe arrivata l’ alta marea che lo avrebbe sommerso completamente. Se fosse riuscito a riemergere spezzando le catene avrebbe superato la prova. Come aveva detto la guerriera, nessuno ce l’ aveva mai fatta e questo scoraggiava Andromedah. Rimase immerso a lungo ; la ragazza era sempre più in pensiero ma il padre la tranquillizzava " In realtà è dotato di grande forza ma non la usa perché è sensibile e generoso. Ce la farà. " Nel frattempo Andromedah aveva perso i sensi e il suo corpo ondeggiava in acqua senza più controllo. Forse si era rassegnato già da tempo e aveva rinunciato. " No, non posso arrendermi! "diceva per incoraggiarsi " Tornerò a Nuova Celxior vittorioso e rivedrò mio fratello. Non posso rassegnarmi in questo modo! Fenix non me lo perdonerebbe mai! ". Così decise di usare pienamente il suo cosmo capace di procurare, indipendentemente, vita o morte. Sprigionando tutta la sua forza frantumò le catene, gli scogli a cui era legato e fece evaporare una gran quantità d’ acqua. Nemesis era più tranquilla ; Alpione era soddisfatto.

A: June, vai alla baia e controlla se la nave è già arrivata.

N: Si, subito.

Andromedah era finalmente tornato sulla terraferma e aveva indossato per un attimo la sua armatura.

A: Vi ringrazio per tutto ciò che avete fatto per me. Torno in patria come cavaliere grazie a voi.

A: Sono davvero fiero di te. Vorrei solo sapere perché non mi hai mai parlato tu stesso dell’ incredibile cosmo che possiedi…

A: Mi dispiace…Non è per mancanza di rispetto, non pensatelo. Ero convinto che lo sapeste già.

A: Capisco. Non pensare mai che il tuo buon cuore sia una debolezza: lo è se vuoi essere cavaliere, ma è forza se vuoi essere cavaliere di Atena.

A: Se volete vi mostrerò la mia vera forza, il mio cosmo alla massima potenza, maestro.

Alpione annuì. Andromedah raccolse tutte le sue energie e, sfiorando il bracciale destro del suo

addestratore, sfondò una parete rocciosa. In quel momento arrivò Nemesis correndo " Andromedah, Andromedah! " ansimava lei " La nave … è nella baia dell’ isola…non ti aspetterà in eterno… vai! " Il ragazzo annuì sorridendo. " Coraggio, và e compi il tuo destino " gli disse Alpione.

" Addio, maestro. Tornerò appena possibile "

" Addio, discepolo. "

Egli continuò ad osservare sua figlia e il suo allievo allontanarsi verso la spiaggia e rifletteva …

A: Il tuo cosmo è dotato di grande vitalità. La mia unica preoccupazione è: riuscirai ad usarlo, una volta acquisita la tua vera forza?

L’ inizio del Torneo Galattico

Nel Palazzo di Tulae si erano finalmente riuniti tutti i cavalieri di bronzo. Tutti tranne uno: Fenix mancava all’ appello. Un senso di angoscia pervase Andromedah, che sperava tanto di poter rivedere finalmente il fratello. I nove combattenti erano nell’ ingresso della villa con le loro corazze in spalla. Non molto tempo dopo, dalla scalinata, scese una bellissima ragazza: era Annabel, nipote del duca che stranamente non era presente. Era molto cambiata. Non era più la ragazzina dei tempi passati: i suoi capelli fluenti erano stati tinti con un color lilla delicato, sembrava aver perduto il suo bel sorriso di un tempo ma i suoi occhi restavano dolci e grandi da far tenerezza. Ad ogni suo passo l’ orlo del vestito bianco che indossava formava delle pieghe aggraziate e fluenti. Al suo fianco vi era il fedele servitore Myrock ; tutti gli sguardi erano puntati su di lei. Pegaso in particolare era ansioso di parlarle. Non potendo più aspettare cominciò a chiamarla per nome ininterrottamente. La guardia del corpo cercò di allontanarlo ma la ragazza lo volle ascoltare.

P: Milady, dov’è vostro nonno? Devo parlargli a proposito di mia sorella …

A: Mio nonno è morto tre anni orsono

P: Oh … mi dispiace. Non lo sapevo …

" Tsk! Tu non sai mai niente, è proprio questo il punto " si intromise Jaboon dell’ Unicorno.

" Come ti permetti?! Non osare più rivolgerti a me con questo tono! " protestò Pegaso. Era dai tempi del collegio che Igor e il suo peggior nemico litigavano. Trovavano sempre il modo di bisticciare, o per una cosa o per l’ altra. La fanciulla si scansò intimorita. Myrock si mise in mezzo per dividere i due litiganti. Una volta calmatisi, Lady Annabel cominciò a parlare.

A: Siete ritornati a Nuova Celxior perché sapevate di dover affrontare l’ ultima vera prova: il Torneo Galattico, di cui io sono la promotrice. Vi sfiderete tutti e l’ ultimo di voi che arriverà in finale avrà in dono l’ Armatura Sacra, solo il più valente dei cavalieri la avrà in custodia. Tra breve verrete scortati all’ Arena dei Tornei della Grande Fondazione. Domani inizieranno i duelli, riposatevi e date il massimo di voi stessi. " Nel palazzo erano state preparate dieci stanze per i cavalieri, divise in due squadre: una capitanata da Pegaso che comprendeva Syryo, Chrystal, Andromedah e Fenix ( che tardava a presentarsi per chissà quali misteriosi motivi) l’ altra da Jaboon composta da Black, Gerkie, Ici e Bandai. Il sonno dei guerrieri del primo gruppo venne turbato dai terribili incubi di Andromedah. " Ho come delle visioni, delle premonizioni, non so " aveva detto lui ai compagni " Vedo disperazione e atroci sofferenze, presto qualcosa ci attaccherà. Una forza oscura, malvagia. " I ragazzi non chiusero occhio e continuarono a riflettere sugli strani sogni del loro amico. Una cosa era certa: chi li avrebbe assaliti ambiva sicuramente alla Sacra Armatura.

Il giorno dopo era arrivato con estrema velocità ; era giunta l’ ora di mostrare al mondo intero di cosa erano capaci. La comitiva di guerrieri venne scortata fino all’ Arena dei Tornei, molto simile per forma e dimensione al Colosseo. Entrati nel primo corridoio Andromedah venne invaso da una sensazione che lo fece tremare. Chrystal, accortosene, gli chiese: " Cosa c’ è? Hai paura? ".

" No, non è per questo " ribatté il ragazzino in tono estremamente tranquillo " Il fatto è che saremo visti in ogni parte della Terra e … mi crea un po’ di imbarazzo "

Jaboon, dietro di lui, non riuscì a trattenere una fragorosa risata. I suoi compagni gli fecero eco.

J: Sei ridicolo! Quando ti deciderai a crescere?!

Quelle parole ferirono il giovane cavaliere che, però, soffrì in silenzio.

J: Ehi, Igor. Hai saputo che in realtà nelle vene del tuo amico biondino scorre sangue russo? L’ho scoperto consultando il computer della Grande Fondazione …

P: Dici sul serio?! Che strano … ho sempre creduto che lui fosse di qui …

Entrarono nell’ arena vera e propria: aveva forma pentagonale circondata dal buio più completo ; vi era un ripiano posto alla parete per contenere le armature ; su di un piedistallo era collocata la preziosa armatura d’ oro, premio del torneo. Il primo incontro era tra Ici dell’Idra e Chrystal il Cigno. Il telecronista annunciò il primo combattimento. " Che il torneo abbia inizio! "

Capitolo 3

Chrystal, il cavaliere delle terre ghiacciate

Il pubblico acclamava i due sfidanti ; la cupola dell’ Arena si stava chiudendo e solo dei riflettori illuminavano il ring, tutto il resto era avvolto nell’ oscurità. I guerrieri si fissarono per attimi interminabili finché il Cigno non parlò: " Ti sconfiggerò, stanne pur certo. Sei pronto alla lotta, cavaliere? "

L’ avversario gli rispose con un sorriso di scherno e fu il primo ad attaccare con gli Artigli dell’ Idra, colpendo Chrystal sullo scudo che, stranamente, rimase intatto, senza neppure un graffio. L’ Idra si stupì: " Ma come hai fatto?! Nessuno era mai sopravvissuto ai miei artigli velenosi … sei immortale? "

" Ma che sciocchezze vai dicendo?! " disse quello irritato " Né immortale né onnipotente: sono solo dal sangue freddo. Sono stato addestrato in Siberia dove le temperature spesso sono sottozero. Il mio corpo reagisce diversamente al tuo veleno poiché ho le difese immunitarie molto più sviluppate dei tuoi precedenti nemici. Ora conoscerai la mia tecnica principale, tieniti pronto. Polvere di Diamantiiiiiiii!

In un colpo solo il Cigno congelò i dieci artigli dell’avversario che si disintegrarono. Ici era incredulo e cominciò a lamentarsi con stridolii e gridolini soffocati.

" Senza quegli arnesi non rappresenti più un pericolo per me, anzi non lo sei mai stato " sorrise Chrystal in tono beffardo.

Il malcapitato cavaliere si infuriò " Ora vedrai il mio asso nella manica. Stretta Mortale dell’ Idraaa! "

Sfortunatamente per lui, il Cigno schivò il suo attacco con un rapido spostamento laterale ; atterrò Ici con un pugno refrigerante che lo paralizzò. Secondo il regolamento, se un cavaliere non era più in grado di combattere o non si alzava, l’ incontro era vinto dall’ avversario. E così avvenne: Chrystal aveva vinto e senza nessuna difficoltà: " E’ stato troppo facile " si lamentò, scendendo dal ring. Tutti lo guardavano allibiti: chi era veramente? Come mai era così potente? Era l’ addestramento o qualcos’ altro ad averlo irrobustito?. Molte domande affollavano la mente dei ragazzi presenti, tuttavia si congratularono con il vincitore. Se davvero volete sapere qualcosa di più sul conto del cavaliere dei ghiacci eterni bisogna tornare indietro nel tempo, in Siberia orientale. Tredici anni prima era nato in un’umile casa in legno il piccolo Chrystal, la cui madre era Chrysta di Cygnus ; del padre si conosceva poco o niente, a parte che era originario della Russia e che era un cavaliere. La madre era morta quando era neonato; qualcuno (di cui non si conosce ancora l’ identità )si prese cura di lui per qualche tempo e, in seguito, lo affidò al Duca di Tulae che lo accolse nell’orfanotrofio. Era sempre stato abbastanza forte ma non era mai riuscito a superare il fatto che sua madre fosse defunta così appariva solo ed introverso. Poche persone al mondo erano state capaci di capirlo come Helman di Tulae, il Maestro dei Ghiacci, Flor, Jacov, il sensibile Andromedah a cui era molto legato. Si diceva che lui discendesse da una nobile dinastia dell’ Europa orientale, il cui capostipite era Cygnus il Puro, sovrano saggio e forte in battaglia, primo proprietario dell’ armatura del Cigno. Cosa c’ era di vero nel passato travagliato del cavaliere delle terre ghiacciate? Forse un giorno qualcuno lo avrebbe scoperto …

Capitolo 4

Syryo vs Pegaso

Il secondo incontro stava per iniziare. Lady Annabel annunciò che la sfida sarebbe stata tra due compagni di squadra,estratti a sorte. Ad essere scelti furono Syryo e Igor. Il cavaliere di Pegaso protestò: " Ehi! Non eravamo stati informati di questo cambiamento, non posso combattere contro di lui, mi dispiace."

Myrock stava per ammonirlo ma Milady,con un gesto, gli intimò di tacere. " So che siete amici e non vorreste combattere, ma non dipende da me, purtroppo. "

Syryo, sconsolato, fissò Igor ; dopodichè si prepararono per salire sul ring. Il Dragone ora aveva un solo obiettivo, l’ Armatura Sacra, e doveva mettere da parte i sentimentalismi, almeno per il momento. La sfida stava per cominciare. Pegaso notò che, sugli spalti, era seduta una sua amica d’infanzia nel collegio, Tanya, diventata maestra. Anche Syryo si guardava intorno ma non stava cercando nessuno. Sperava tanto che Fiore di Luna arrivasse, ma cominciava a credere il contrario.Entrambi cercavano di mantenere i nervi saldi. Nell’ Arena era calato il silenzio più totale, tanto che i due sfidanti riuscivano a percepire i loro battiti del cuore. Il combattimento ebbe inizio. Pegaso e Dragone incrociarono i propri sguardi, timorosi e incerti. I due ragazzi saltarono e si colpirono ripetutamente, ammaccando le loro armature fino a distruggerle. Lo scontro continuò in questo modo per diverso tempo: Igor lanciava il Fulmine di Pegaso, Syryo rispondeva con lo Scudo del Dragone ;

S: Colpo Segreto del Dragone Nascenteee! "

P: Fulmine di Pegasooo!

S: Scaglie del Dragooo!

P: Ali di Pegasooo!

S: Furia del Dragooo!

P: Meteora di Pegasooo!

Ad un tratto, senza un motivo apparente, Syryo si voltò verso gli spettatori e vide Fiore di Luna, in piedi sulla balaustra. Ciò lo distrasse e Pegaso ne approfittò per colpirlo. Il Dragone venne catapultato contro le catene che delimitavano il ring. Respirava affannosamente e temeva di essersi sopravvalutato.

" Syryo, Syryo! Riprenditi, coraggio "

"Fiore di Luna, sei davvero tu? Non ho avuto una visione, allora! "

" Oh, Syryo! Devi tornare alla Cascata del Dragone, e in fretta!

" Eeeh?! Cosa intendi? "

" Il maestro… è malato e ha chiesto di vederti al più presto…"

Sentendo quella frase, il cavaliere trasalì. " Non preoccuparti " disse infine rivolto all’ amica " tra non molto concluderò l’ incontro e raggiungerò il maestro in Cina, stanne certa."

Ora era più determinato che mai. Si avventò con foga sul suo avversario, che però si scansò evitando il suo pugno.

P: Sai, Syryo? Credo proprio di aver scoperto il tuo punto debole.

S: Non dire idiozie! Poche persone sono a conoscenza di ciò, stai bluffando! Non mi intimorisci affatto! Colpo Segreto del Dragone Nascenteee!

FdL: No, non farlooo!!!

Pegaso allora si lanciò a tutta velocità contro il Dragone ; saltarono entrambi e si colpirono a vicenda: Syryo aveva dato un pugno a Igor sullo zigomo sinistro, ma … il cavaliere di Pegaso aveva colpito l’ amico al cuore con un poderoso calcio. Il Dragone venne scaraventato fuori dal ring: il vincitore era dunque Igor che, sfinito dopo quella lunga sfida, perse i sensi ; i suoi tentativi di aggrapparsi alle catene del quadrato fallirono. Anche Syryo era nelle sue stesse condizioni, anzi, era ridotto peggio di lui: era come caduto in un coma profondo.Andromedah, che sorreggeva il compagno, notò con preoccupazione che il tatuaggio a forma di dragone sulla schiena del cavaliere sconfitto stava lentamente scolorendosi. Se fosse scomparso del tutto niente e nessuno avrebbe potuto fare qualcosa per ridestarlo.

A: Sei stato troppo temerario! Sapevi bene che il tuo punto debole era il cuore e che lo lasciavi scoperto quando attaccavi, ma hai sfidato ugualmente la sorte. Perché l’ hai fatto?!

Nell’Arena era nuovamente sceso il silenzio più totale, si temeva per Dragone. L’ ansia era facilmente percepibile in tutti i presenti. Era davvero giunta la fine per quel valoroso cavaliere?

Capitolo 5

Coraggio Pegaso

Quando i medici arrivarono Fiore di Luna era accanto a Syryo. Era molto in pena e continuava a piangere a dirotto. In seguito chiese ai medici di poter scambiare due parole con Pegaso ;

FdL: Cavaliere, se puoi sentirmi salva Dragone, ti prego. Solo un colpo della stessa potenza può risvegliarlo. Ti prego, non voglio perderlo. Io lo amooo!!!

" Mi dispiace, signorina ma ora temo che non possa fare nulla, le sue condizioni sono critiche " aveva detto il medico, che fece cenno di portare via Pegaso, steso su di una barella.

" Qualcuno…mi aiuti…ad alzarmi…" gemette il cavaliere ferito: voleva aiutare il suo amico anche a costo della vita.

" Allora hai ascoltato la mia preghiera! Oh, valoroso guerriero, te ne sarò grata per sempre! " singhiozzava Fiore di Luna.

" Io ho causato il guaio ed ora riparerò, fosse anche l’ ultima cosa che faccio! " sorrise debolmente Igor.

" Oh, Pegaso! "

" Ma nelle sue condizioni … " tentò di dissuaderlo il medico.

" Mi lasci stare, la prego. Sono troppo stanco per discutere con lei " ribatté il ragazzo che, con l’ aiuto di Fiore di Luna, si alzò, anche se a stento. Chrystal gli stette vicino ; Andromedah sorresse il Dragone ; Igor cominciava a non vedere più con chiarezza e cominciò a tremare dopodiché cadde rovinosamente a terra. Il Cigno tentò di fargli coraggio e lo rimise in piedi. Il tatuaggio del Drago continuò inesorabilmente a sbiadire.I presenti avevano il fiato sospeso ed anche gli altri cavalieri. La tensione era palpabile così come l’ ansia e la preoccupazione.

Tanya era sempre più preoccupata per la sorte dell’ amico d’ infanzia e cominciò a dire forte il suo nome per infondergli audacia: " Pegaso! Pegaso! "

Altre persone del pubblico si unirono al suo incitamento. Chrystal si guardò intorno sbalordito: non aveva mai assistito a niente di simile prima di allora.

" Li senti? Contano tutti su di te, non puoi deluderli! " lo incalzò fermamente il Cigno. " Usa il tuo colpo, salva il Dragone. "

Igor allora si alzò e fissò il tatuaggio di Syryo di cui si vedeva solo il contorno esterno.

A: Coraggio, cavaliere. La sua vita è appesa ad un filo.

P: D-devo fare in fretta…

Tutti fissavano il giovane guerriero. Nessuno osava parlare.

P: Non sparire…maledizioneeeeeeeee!!!

Senza pensarci due volte, il combattente lanciò il Fulmine di Pegaso che arrivò dritto al cuore di Dragone. Il colpo fu talmente lanciato con foga che anche Andromedah, che sorreggeva Syryro, venne scaraventato a terra con lui. Seguì un attimo di silenzio che parve infinito. Qualche istante dopo il cavaliere della Nebulosa sorrise: " Ce l’ ha fatta: riesco a distinguere chiaramente il suo battito cardiaco "

Il disegno sulla schiena del ragazzo sconfitto riapparve.

J: Il Dragone è vivo, Pegaso l’ ha salvato!

Tutti applaudirono ed esultarono: " Il Dragone è salvo! " " Evviva, evviva! " " Bravo, Pegaso! Sei stato grandioso! "

C: " [ Vai a curarti, devi essere nel pieno delle tue forze se vuoi affrontare me, Chrystal il Cigno!]"

A: " [ Uh? Che succede? La mia catena si muove, vuole indicarmi qualcosa… la Sacra Armatura! Che sia minacciata da qualcuno o qualcosa? Meglio stare allerta. ] "

Capitolo 6

Fenix dall’ Isola Nera

Il giorno dopo, nell’ ospedale della Grande Fondazione, Tanya e alcuni bambini dell’orfanotrofio fecero visita a Pegaso ; stavano parlando e scherzando riguardo alla sera prima quando qualcuno entrò nella stanza: era Syryo, con Fiore di Luna al suo fianco.

" Dragone! " esclamarono i tre ragazzini, affatto contenti di vederlo.

S: " Come stai? "

P: " Molto meglio, grazie. Ho la testa dura, io. Sei anni di addestramento saranno pur serviti a qualcosa! "

S: Ah ah ah! Oggi io e Shibumi partiamo per le Grandi Cascate e siamo venuti a salutarti.

FdL: Ho preparato qualcosa da mangiare, se vuoi prendere qualcosa...

P: Ora non ho fame, ma credo che ai miei piccoli amici farebbe piacere.

I tre bambini allora si radunarono attorno alla ragazza, ansiosi di avere qualcosa da mettere sotto i denti.

S: " Pegaso...in verità ero venuto per dirti di un sospetto che ho avuto ieri sera "

" Di che si tratta? " chiese Igor grattandosi la testa dolorante.

" Quando ho ripreso i sensi " cominciò a raccontare Syryo " ho avuto la netta sensazione che qualcuno, nascosto nell’ ombra, stesse spiando il nostro combattimento e inoltre la catena di Andromedah ha rilevato una presenza nemica vicina alla Sacra Armatura. Non ti suggerisce niente?

P: Beh, l’unico cavaliere ancora assente è Fenix... ma allora....Dragone! Vuoi forse dire che...?

Intanto, all’ Arena dei Tornei di Nuova Celxior...

...Jaboon e Andromedah avevano cominciato a combattere. L’ Unicorno era già stato conciato per le feste dal cavaliere della Nebulosa che, con la sua difesa impenetrabile, aveva scaraventato a terra l’ avversario con una scossa elettrica ad alto voltaggio. L’ armatura del perdente era completamente scheggiata e smussata ;

A: Unicorno, non voglio arrecarti altri danni, accetta la sconfitta o sarò costretto a farti del male.

J: Credi di spaventarmi?! Sei un illuso!!! Troverò il tuo punto debole, cavaliere! Allora sarà la TUA fine!

E corse verso l’ avversario cercando di oltrepassare la barriera di catene che, per l’ ennesima volta lo respinse. Andromedah si apprestava a dare il colpo di grazia al rivale quando ad un tratto una luce avvolse lo scrigno della Sacra Armatura. Una strana figura stava uscendo dall’ ombra ed era protesa verso il prezioso trofeo. Era un cosmo oscuro e malvagio, il suo.

A: Chi sei? Rivelati!

" Non mi riconosci più? Hai la memoria corta, forse?! Ah ah ah." parlò lo sconosciuto.

Egli uscì allo scoperto: portava un’armatura bronzea, aveva i capelli scuri, tendenti al nero con riflessi bluastri, dietro la schiena aveva delle lame di bronzo a forma di piume,una mascherina gli copriva gli occhi ed aveva un sorriso malvagio stampato sul volto.

" Chi sei? " ripeté Andromedah

" Davvero non mi riconosci... fratellino? " provocò ancora quello.

Il cavaliere della Nebulosa rimase turbato: possibile che quell’intruso fosse davvero Fenix?

" Andromedah, non sei affato cambiato " continuò lo sconosciuto togliendosi la maschera " Piangi ancora come una femminuccia, e non lo sopporto. Tu non avresti nemmeno il diritto di lottare per la Sacra Armatura, perché spetta solo ai forti! "

Non c’ erano più dubbi: era davvero lui, l’ ultimo cavaliere non presente: Fenix!

" Fenix! Che modi sono questi di presentarsi?! Porta rispetto alla signorina! " sbottò Myrock dal palco su cui si trovava con Mylady.

F:Taci! Io e te abbiamo un conto in sospeso! Dopo penserò anche a te!

A: Di che cosa sta parlando? Dice la verità?!

Nell’ Arena entrarono Syryo e Pegaso, allontanatisi dall’ ospedale di nascosto, che assistevano allibiti alla scena: Andromedah era riverso a terra, i coprispalle frantumati e il volto sanguinante. Fenix aveva inspiegabilmente izzato le catene del fratello che avevano attaccato il loro proprietario.

P: Com’è possibile?! Fenix era un fratello generoso, e amava Andromedah! Temo che non abbia dimenticato quel giorno di sei anni fa...

6 anni prima...

M: Coraggio, Andromedah. Tocca a te.

A: S-si.

M: Uhm...non sei fortunato. Sai qual ’è il posto in cui ti manderò?

A: No...

M: Si tratta di una piccola isola situata a sud del Pacifico perennemente battuta da una pioggia infuocata. Quel luogo è paragonabile solo all’ Inferno, nessuno ha mai fatto ritorno o meglio...alcuni sono tornati ma erano degli esseri irriconoscibili e completamente trasformati.

A: Ma...io...

F: Chiedo una cosa: vorrei essere mandato io, al posto suo.

M: Fenix....capisco che tu voglia sacrificarti per il tuo fratellino,ma questo non è concesso!

F: E allora?! L’importante è che qualcuno vada!

A: Fenix, ascolta, io...

F: No, Andromedah. Ti prometto che ritornerò, qualunque cosa accada!

A: Ma io, Fenix....

HdT: Bene, Fenix prenderà il posto del fratello.

M: Cooosa?! Ma... signore...!

HdT: Non discutere i miei ordini!

F: Halmann!

M: Chiudi quella bocca, piccolo impertinente, io ti...!!!

HdT: Myrock! Sai bene che detesto certe manifestazioni di violenza.

M: Umpf! Si,signore.

F: Che importanza ha?! A voi non interessa se torneremo o no!

M: Prova a rivolgerti così al Duca ancora una volta e giuro che ti do una lezione!

HdT: Lascialo stare. Deve essere scosso... lasciagli il tempo di calmarsi.

P: Poco prima della partenza, Myrock picchiò Fenix segretamente, lo fece caricare sulla nave e da allora ha giurato vendetta verso tutti coloro che lavorano per la Grande Fondazione...

Black si intromise: " Né Andromedah né Unicorno sono i tuoi avversari, ma io: Black il Lupo."

Così dicendo indossò la sua armatura e aggiunse: " La tua non mi sembra una scusa plausibile: ognuno di noi ha affrontato prove difficili e condizioni proibitive, quindi non credere di essere tanto diverso da noi! Preparati a ricevere il mio colpo!!! "

Fenix sorrise malignamente e guardò in faccia colui che gli si era parato di fronte.

" Uh? Che succede?! Non riesco a muovermi, sono come paralizzato! " gemette quello.

Dopo non molto tempo cadde a terra. Sempre sogghignando, Fenix sollevò di peso il nemico e lo fece rotolare al di fuori del ring. Pegaso vedendolo rabbrividì: il compagno era pallidissimo e aveva lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi sgranati, non riusciva a parlare. Igor fissò attentamente Fenix ( notò che aveva una piccola cicatrice vicino all’ occhio destro ) e provò inquietudine. C’era qualcosa nel loro ex compagno che lo intimoriva...

Ad un tratto arrivarono altri guerrieri tutti con armatura nera identica a quella di Fenix e accerchiarono i cavalieri presenti. " Non saremo noi ad uccidervi, ma i Cavalieri Neri! " aveva detto uno di loro.

F: Infatti. Non siete voi il nostro obiettivo, Cavalieri delle Tredici Stelle. Vogliamo solo la Sacra Armatura. Dopo averla presa toglieremo il disturbo una volta per tutte.

Il cavaliere rinnegato si mise in piedi sullo scrigno del " trofeo " e, prima di sparire in un lampo di fuoco con essa sogghignò, rivolto al fratello: " Per questa volta ti risparmio, Andromedah ma non osare sfidarmi finché non smetterai di essere il bambino indifeso di un tempo. "

Il ragazzo fece appena in tempo ad osservare la fuga di Fenix e dei Soldati Oscuri prima di perdere i sensi. Tutto si fece buio...

Capitolo 7

Pericolo per Andromedah

" Svegliati! Svegliati, coraggio! "

La voce dei suoi compagni era appena percettibile. Cosa stava accadendo ad Andromedah? Perché non reagiva? Mylady lo accarezzava affettuosamente con una certa malinconia ; Pegaso era seduto su di una sedia accanto al letto del suo amico, nella loro stanza. Anche Syryo era seduto e aveva l’ aria pensosa e preoccupata: stava meditando ad occhi chiusi e nessuno di loro aveva intenzione di disturbarlo. Chrystal....lui era appoggiato alla parete a braccia conserte ; cercava di non mostrare troppo il suo dispiacere, che però era molto.

P: Ehm...mi dica, signorina: ha saputo qualcosa di Lupo?

A: I medici hanno detto che ha avuto una specie di coma cerebrale e che per ora non potrà neppure parlare.

P: Fenix deve avergli fatto qualcosa! Aveva una strana espressione quand’è successo...

Sentendo il nome del fratello Andromedah gemette e pianse.

P: Ma cos’ha?! Come mai nessuno può fare qualcosa per lui?!

A: Quella che ha Andromedah non è una malattia vera e propria....é uno stato psicologico.

P: Cooome?! Che cosa significa?

A: Nostalgia, Pegaso. Semplice nostalgia, ma su di lui sembra sortire effetti molto più gravi dei casi comuni. Non solo si è indebolito, ma è anche semi-paralizzato, è molto strano, si, lo ammetto, ma....

La ragazza si affacciò alla finestra aperta e osservò il cielo azzurro brillante sgombro da nuvole. Improvvisamente Myrock irruppe nella stanza furente: " Che state facendo qui impalati?! Datevi da fare! La Sacra Armatura è stata rubata e voi non fate nulla?!

" Non offenderli! " si scandalizzò Lady Annabel.

" Hai frainteso " disse Pegaso non riuscendo a trattenere un sorriso " Quando Jaboon e gli altri torneranno dal loro giro di ispezione ci daremo il cambio. Nel frattempo abbiamo deciso di restare qui con Andromedah... "

" Beh, che si sbrigasse a riprendersi! " sbottò il maggiordomo iracondo " La Sacra Armatura è forse più importante della sua vita?! "

" Certamente! " esclamò Mylady irritata " La tua scarsa sensibilità mi delude, Myrock! Comunque hai ragione: se finisse nelle mani sbagliate sarebbe il caos ma forse il danno non è irreparabile, per il momento. "

" M-mylady " gemette in quel momento il giovane cavaliere cercando di alzarsi

" Andromedah! Allora stai bene! " sorrise Pegaso

" Purtroppo no, amico mio ma... se Fenix dovesse ripresentarsi io...io verrò con voi...d-devo...parlargli...devo farlo...". Detto questo perse nuovamente i sensi per lo sforzo.

" Qualcosa mi dice che Andromedah non ha semplicemente nostalgia del fratello, deve esserci qualcos’ altro... me lo sento..." disse Syryo in un sussurro.

Senza alcun preavviso Chrystal si era allontanato. Nessuno se ne era accorto. Nessuno lo aveva visto andarsene.

" Forse si è deciso a darmi retta, per una volta! " esclamò Myrock sollevato." Forse è andato a cercare i pezzi della Sacra Armatura." Erano rimasti solo Pegaso,Annabel e Syryo, ora.

Capitolo 8

Il Cigno Nero

Chrystal, forse per pensare, si era addentrato nella foresta non lontana dal palazzo. Era immerso nei suoi pensieri e non aveva fatto caso all’ incisione sull’ albero accanto al quale era seduto. Quando lo vide trasalì: era il suo simbolo, il suo emblema, ciò che gli restava di sua madre oltre al ricordo: la Croce del Nord, amuleto appartenuto a colui che si diceva fosse suo avo, il re Cygnus il Puro. Era confuso e stupito, ma non dal fatto di averlo visto ma da come era fatto: sembrava stato fatto da graffi e incisioni profonde. Ad un tratto cominciò a nevicare neve nera. Apparve un cavaliere con l’ armatura identica a quella di Chrystal, ma scura ; anche di aspetto gli somigliava molto: aveva i capelli e gli occhi scuri anziché chiari.

C: Avevo già sentito parlare di un guerriero che ha il mio stesso simbolo. Così quell’ uomo sei tu! Bene.

Così dicendo richiamò a sé le sue vestigia e si preparò a combattere.

C: Ci batteremo. Chi vince avrà il diritto di avere la Croce del Nord.

C: Si, sono d’ accordo. Sei pronto alla lotta?

C: Polvere di Diamanti!!!

Chrystal si scansò ed evitò il colpo con estrema facilità.

C: Tsk! Osserva: questa è la vera... Polvere di Diamantiiiii!!!

Anche il Cigno Nero sfuggì all’ attacco del Cigno.

C: Complimenti. Sei l’ avversario più forte che abbia fronteggiato fino ad ora. Sei davvero degno di essere il cavaliere delle terre ghiacciate e dei ghiacci eterni, ma sfortunatamente non c’ è posto per tutti e due. Uno di noi morirà.

C: Non sarò certo io!

C: Osserva bene il mio colpo più potente. Se il tuo è il Vortice Fulminante dell’ Aurora... preparati! Colpo Oscuro: Illusione Boreale!

Chrystal si ritrovò attorniato da miliardi di stelle di neve ; lo accerchiarono, lo imprigionarono e lo fecero roteare in aria fino a scaraventarlo a terra, sulla neve nera.

In quel momento sopraggiunse Pegaso, già con l’ armatura. " Bene, sono arrivato giusto in tempo per aiutarti a sconfiggere il tuo avversario..."

" No, Pegaso. Non intrometterti. Questa questione riguarda solo me e il Cigno Nero, Dobbiamo risolverla tra noi due, è una questione d’ onore! " lo fermò Chrystal.

C: Preparati, Cigno! Stai per ricevere il colpo di grazia.

" Cigno Nero! Non perdere tempo con lui! " lo rimproverò qualcuno alle sue spalle " Vuoi forse far aspettare Fenix?! "

" No, no di certo. " disse il cavaliere oscuro intimorito " Beh, ti è andata bene Cigno ma la prossima volta non avrò pietà per nessuno! ". Detto questo, fece un salto all’indietro e raggiunse i suoi tre compagni, anch’ essi con corazza, capelli ed occhi neri che si congedarono da Chrystal e Pegaso: " Fenix vi aspetta nel Deserto dei Cavalieri fra tre giorni.

Un saluto...

...dai Cavalieri Neri! Ah ah ah!

Detto questo sparirono in una coltre di nebbia.

Tre giorni... solo tre giorni per cercare almeno di recuperare qualche pezzo della Sacra Armatura. Tornarono Jaboon e la sua squadra: avevano recuperato solo poche parti come ad esempio il bavero, i coprispalle e gli schinieri. Tutto il resto era nelle mani di Fenix e i suoi complici. A fare l’ ispezione c’erano solo Pegaso, Dragone e Cigno. Andromedah era impossibilitato a seguirli. Fenix era loro nemico. Cos’ altro poteva accadere?

Capitolo 9

Armature morte

I tre ragazzi, ancora preoccupati per la sorte del loro compagno, arrivarono in una sala dove avevano lasciato le loro armature poco prima. Chrystal la indossò ; Pegaso e Dragone invece rimasero davanti agli scrigni delle loro corazze, immobili e increduli: esse erano diventate come di pietra.

" Non riesco a spiegarmelo..." disse Igor con un filo di voce.

" Io temo di si " si intromise il Cigno " Durante il vostro scontro devono aver subito gravi danni e temo che non possiate più utilizzarle, almeno che..."

" Continua " lo pregò Syryo.

" In Turchia, nello Jamìr vive il Grande Mour, il riparatore di armature. Forse può fare qualcosa, ma non ve lo garantisco..."

" Dobbiamo provare! Se c’è anche una sola possibilità di riavere le nostre armature come prima, vale la pena tentare! " esclamò Pegaso. " Ci andrò io "

" No " lo interruppe Dragone " non devi rischiare la vita ancora una volta. Partirò io! "

" Ma tu non dovevi ritornare in Cina con Fiore di Luna?! " chiese stupito Igor.

" Una volta tornato là, chiederò informazioni al maestro, sperando che sia sano e salvo, poi ripartirò per lo Jamìr.

" Tu non andrai da nessuna parte! " sbraitò una voce!"Non prima di aver informato Milady! " Era Myrock, iracondo come sempre. Poco dopo arrivò appunto Lady Annabel, che dette il permesso al Dragone di partire. Il suo fedele maggiordomo, ovviamente, non era d’ accordo: " La situazione non è delle migliori: Fenix ha tradito, Andromedah non è in condizione di combattere, Syryo sta per partire e né lui né Pegaso hanno le armature utilizzabili. Ditemi, cosa avete intenzione di fare?"

Ci fu un istante di silenzio, poi la risposta della ragazza: " Chrystal si unirà momentaneamente al gruppo di Jaboon finché la situazione non sarà migliorata."

Quello stesso pomeriggio Syryo e Sashimi parlarono a lungo durante il viaggio di ritorno in Cina. Lei, apprensiva com’era non voleva che lui corresse dei rischi: " Sarà pericoloso? " gli chiese preoccupata.

" Non lo so, ma è quello che voglio scoprire " rispose il giovane cavaliere con serietà.

Alle Cascate del Dragone, i due ragazzi trovarono il maestro seduto come sempre su di un basso picco roccioso vicino alle rapide tempestose dei Moti Bianchi. Lui era impietrito ed incredulo. "Ma...maestro! Non eravate malato?! " chiese stupito.

" Ah ah! Non sono mai stato meglio in vita mia! " rispose quello.

" Perché mi hai mentito, Shibumi?! "

" Non prendertela con lei " lo rimproverò il maestro " Sono stato io a chiederle di farlo e,credimi, lei ne era dispiaciuta. Volevo metterti alla prova, volevo vedere se riuscivi a mantenere l’ autocontrollo. "

" Maestro..." mormorò Syryo impaziente.

" Si?! "

" Volevo chiedervi informazioni riguardo il Jamir..."

Egli parve sorpreso e stupito. " Come fai a conoscere quel posto?! Chi te ne ha parlato? "

" Chrystal del Cigno " rispose il ragazzo " Sapete anche del Grande Mour? "

Il maestro parve ancora più stupefatto. " Come fa a sapere tutte queste cose? "

" Mi dispiace, non ne ho idea. Non me lo sono chiesto..." rispose Syryo abbassando lo sguardo. "Conoscete il Grande Mour? " ripeté.

Ci fu un attimo di silenzio. Il maestro parve pensoso e preoccupato a causa di qualcosa che il suo allievo ignorava." Ne ho sentito parlare " continuò il maestro "è una persona che possiede poteri straordinari. Oltre a riparare le armature è in grado di usare teletrasporto, telecinesi e psicocinesi. Possiede un potere misterioso, ma non ne conosco gli effetti. Bada però a non sfidarlo. " Syryo annuì.

 

Poco dopo il Dragone, con le due corazze in spalla, stava attraversando quella regione sperduta e quasi del tutto sconosciuta. Intorno a lui c’erano picchi rocciosi, sia a destra che a sinistra, la desolazione era pressoché totale. Giunto in una specie di traforo attraversato da un ponte sospeso notò con orrore che nello strapiombo c’erano dei guerrieri morti, o meglio quello che rimaneva di loro: armature logore e scheletri. Passò oltre; arrivò in una radura avvolta dalla nebbia, e vide ancora i resti degli sfortunati cavalieri che avevano cercato di arrivare dal Grande Mour. Sentì una voce: " Credi davvero di farcela? Noi siamo qui da tutta un’ eternità e non abbiamo potuto raggiungere il nostro scopo. Se non ce l’ abbiamo fatta noi, che speranze avresti tu? "

" Taci! " urlò Syryo " Io sono determinato a far riparare queste corazze e niente e nessuno mi potrà fermare, nemmeno voi! "

" Peggio per te, straniero! " sogghignò ancora la voce " ora conoscerai l’ira dei guerrieri privati della speranza di raggiungere i Campi Elisi! ".

Dall’ oscurità emersero i corpi malandati dei cavalieri: avevano occhi di fuoco ma Dragone non percepiva in loro alcun cosmo. Non essendo più vivi non avevano energia vitale, non avevano più identità né costellazione d’ appartenenza.

" Non crederete di intimorirmi?! " li provocò il ragazzo " Non mi farò certo sconfiggere da dei cavalieri rinnegati e con il cuore colmo di odioooo! "

La sua voce risuonò in tutta la radura ;

" Non ho la mia armatura,ma con dei combattenti come voi la mia forza sarà più che sufficiente " disse Syryo preparandosi a combattere.

Gli spettri si avventarono su di lui tutti assieme ma il Dragone, senza neppure usare il suo colpo, con calci, pugni e spostamenti strategici, riuscì ad avere la meglio. Chi lo aveva sfidato era ridotto ad un mucchio di cenere.

 

Dopo aver attraversato innumerevoli precipizi e ponti pericolanti giunse finalmente al Palazzo del Grande Mour, una torre molto alta di colore grigiastro. Oltre ad esso non c’era altro. Era tutto deserto.

" Ehi, tu! "

Qualcuno lo aveva chiamato. Rivolse il suo sguardo verso l’ alto e vide un bambino dai capelli rossi, con una tunica di pelle verde e dei segni azzurri sulla fronte. Stava sghignazzando seduto su un balconcino della torre di pietra.

" Ehi, straniero, hai intenzione di arrivare fin dove mi trovo?! "

" Certo. Ho bisogno di te. Sono Syryo del Drago e vengo da Nuova Celxior per riparare la mia armatura e quella di Igor di Pegaso. "

" Non credo proprio che scenderò! Ih ih ih! "

" Ah, si?! Allora ti costringerò con la forza! Butterò giù quest’ edificio, sei pronto?"

Il ragazzino assunse un’ aria preoccupata e cercò di fuggire, ma Dragone fu più veloce di lui e gli fece crollare addosso l’intero palazzo grazie al Colpo del Dragone. Temendo di averlo ucciso, si avvicinò al cumulo di pietre frantumate e le scrutò. Era talmente assorto che non si accorse di chi era dietro di lui: il ragazzino era sopravvissuto al crollo.

" Allora è vero! Sei davvero potente come dicono...ti prego, riparale al più presto ne ho bisogno!" lo pregò Syryo indicando le armature.

" Eeeeh?! Ma per chi mi hai preso?! " si arrabbiò il bambino " Io NON SONO il Grande Mour! "

" Cooosa?! "

" Io sono solo suo fratello! "

" Suo fratello? Ma allora lui dov’è? "

" Ma come?! E’ sempre stato dietro di te, non lo vedi? " disse lui come se fosse la cosa più normale al mondo.

Syryo si voltò: vide un uomo,in effetti ma lo vide a scatti, come se si stesse muovendo a gran velocità. Aveva dei lunghi capelli tinti di lilla legati con un nastro nero e degli intensi occhi verdi. In un attimo fu vicino al ragazzo: " Kiki! Smettila di giocare, guarda cos’hai combinato! " lo rimporoverò quello. Si girò verso il palazzo distrutto e chiuse gli occhi. Un istante dopo esso era tornato come prima ; Syryo ne fu impressionato. " Dunque siete voi il Grande Mur "

Egli annuì: " Mostrami le armature "

Il Dragone tolse le corazze dagli scrigno di bronzo, il riparatore di armature le osservò attentamente poi chiuse nuovamente gli occhi. Tutto tacque. Poco dopo fissò Syryo dicendogli: " Non posso fare niente ". Dragone impallidì. Tutti i suoi sforzi erano stati inutili?

" Io ho potuto ricostruire la torre perché ho operato sulla sua forza vitale, anche se presente in minima parte poiché è impregnata del mio cosmo, ma queste armature... sono morte. "

" Ma non conosci davvero nessun modo per farle tornare allo stato originale? "

" Solo con i miei poteri è impossibile. Mi dispiace." rispose bruscamente Mour tenendo gli occhi chiusi. Detto questo si voltò per andarsene e il fratello lo seguì. Syryo insistette: " Non si può fare proprio niente?! ". Il riparatore di armature si bloccò di colpo e si rivolse al ragazzo: " Una soluzione ci sarebbe, ma non mi sono sentito di proportela..."

" Di cosa si tratta? "

" Per far tornare queste corazze al loro antico splendore, c’ è un alto prezzo da pagare "

" Sono disposto a fare qualsiasi cosa "

" Ne sei certo? Perché il prezzo da pagare è la tua vita "

" La mia vita?! "

" Sì. C ‘ è bisogno del sangue di un cavaliere per riportare in vita le armature. Ne sei davvero sicuro? ".

Syryo annuì. Si tolse la tunica e rimase con il petto scoperto. Mour alzò le braccia al cielo, tutto si fece scuro, si sentì come il rombo di un tuono, poi dei fulmini arrivarono direttamente nelle sue mani ; un istante dopo i polsi del Dragone grondavano sangue. Kiki rimase impietrito, suo fratello aveva le mani tese davanti alle due corazze e sembrava pronunciare delle formule antiche e incomprensibilie teneva sempre gli occhi chiusi. Il destino del giovane cavaliere fu incerto com’ era già stato in precedenza. Cosa sarebbe successo poi?

Capitolo 10

Decisioni difficili

" S-syryo! "

Pegaso, che dormiva nel letto accanto a quello di Andromedah, si svegliò improvvisamente. Aveva avuto un incubo, un brutto presentimento. Respirava affannosamente e sudava. Il suo compagno accanto si destò con un gemito.

A: Cosa ti preoccupa?

P: Perdonami, non volevo disturbarti. Sono preoccupato per Dragone, sai? Non torna e temo di restare senza difese se non riporterà le nostre armature allo stato originale.

A: Capisco. Io sono preoccupato allo stesso modo per mio fratello, ma sento qualcosa di strano...dentro di me... è una sensazione inspiegabile. Non riesco a capire.

P: Non ne vale la pena, credimi. Ormai il suo animo è corrotto, e non ci penserebbe due volte ad ucciderci, specialmente te.

A: Sarà anche un nemico per voi, ma resta comunque mio fratello, è sangue del mio sangue, capisci? Siamo sempre stati diversi ma siamo uniti da un legame profondo e indissolubile da sempre.

P: Sei davvero sicuro di voler venire anche tu? Te la senti?

A: A dire il vero mi sento ancora strano, quella strana sensazione che ho non riesco a scrollarmela di dosso. Comunque sia, domani ci alleneremo, d’ accordo?

Andromedah ammiccò verso il compagno sorridendo debolmente.

P: Ma... Milady ne è al corrente? Sono sicuro che ti impedirà di muoverti da qui, a qualunque costo.

A: Sì, forse hai ragione, ma io voglio tentare lo stesso. In certi momenti mi sento davvero bene mentre in altri... Ah, non importa. Meglio tornare a letto: dobbiamo essere in forze per domani. L’energia e la solarità con cui il suo amico pronunciò quelle parole sorprese enormemente Pegaso.

P: ( " Sono felice che non abbia perso l ‘ ottimismo che lo ha sempre contraddistinto molto, mi auguro solo che si rimetta presto. Lo capisco: non vede l’ ora di rivedere Fenix, ma non credo che lui lo voglia altrettanto... " ).

Nel Deserto dei Cavalieri, in una fortezza sicura, qualcun ‘ altro si agitava, come Andromedah, per un motivo ignoto...

D.N.: State bene, mio signore?

Il potere di Fenix, infatti, si era indebolito notevolmente e molto in fretta. La sua situazione non era certo migliore di quella del fratello: non riusciva neppure a reggersi in piedi, era come se fosse semiparalizzato. Era successo poco dopo il furto della Sacra Armatura e da allora il suo stato non era affatto cambiato. Dragone Nero, il leader dei Cavalieri Neri, gli era rimasto vicino, mentre gli altri sorvegliavano i pezzi della preziosa corazza d’ oro.

F: Si, si. Qual ‘ è la situazione?

D.N.: Le parti che avevamo affidato ai Soldati Oscuri ci sono state sottratte.

F: Sarebbero?

D.N.: So soltanto che abbiamo ancora l’elmo e i bracciali.

F: Quindi l’ arco e le frecce sono in mano a quei quattro guerrieri che affermano di essere " cavalieri di Atena ". Tsk! Mi auguro che i tuoi sottoposti non si lascino vincere da loro.

D.N.: Faremo del nostro meglio, mio signore.

F: Ora puoi andare.

D.N.: C-come?!

F: Vorrei restare da solo.

Dragone Nero, un po’ perplesso obbedì. Fenix era visibilmente preoccupato, ma non lo mostrava apertamente. Anche lui stava pensando ad Andromedah, ma il suo cuore era diviso in due: da un lato voleva rivederlo a tutti i costi, dall’ altro non sopportava la sua debolezza e lo disprezzava. Quel problema interiore lo stava facendo impazzire e come se non bastasse il suo malore aumentava sempre più. Prese una decisione: doveva raggiungere suo fratello anche se solo per un attimo. Doveva almeno tentare. Pur essendo debole e non molto in grado di levitare nelle sue condizioni, Fenix indossò la sua armatura e, senza farsi scoprire dai Cavalieri Neri o dai Soldati Oscuri, si diresse in volo a Nuova Celxior.

" Sto arrivando, fratello! "

Capitolo 11

Fenix e Andromedah

" Allora, Pegaso. Sei pronto? ".

La voce solare e grintosa di Andromedah non lasciava dubbi: si sentiva davvero meglio. Era già in piedi, allegro come al solito. Si alzava sempre prima degli altri eppure era il più riposato. Aveva le braccia ai fianchi e sorrideva ; il suo amico non si sarebbe svegliato neppure con una cannonata e lo sapeva bene. Decise allora di cominciare a scaldarsi prima dell’ allenamento, da solo, poiché Chrystal era partito per la Siberia il giorno prima, ma non volle allenarsi nella palestra: preferì piuttosto andare nel bosco adiacente la villa, dove avevano già combattuto il Cigno e il Cigno Nero, per allenarsi con le sue catene. Era appena arrivato quando sentì una fitta al cuore diventare sempre più forte. Si appoggiò al tronco di un albero per cercare di non cadere ; sentì le forze venirgli meno e la vista cominciò ad appannarglisi, era confuso. Sentì un gemito, poi un suono d’ impatto, infine più nulla. Perse i sensi per qualche minuto ; svegliatosi si accorse di ciò che era successo e si stupì: davanti a lui c’era suo fratello, a terra, ferito e molto stanco. Impietositosi si avvicinò cautamente a lui, sperando che non si trattasse di una meschina trappola. Si inginocchiò al suo fianco e gli posò una mano sulla fronte, usando i suoi poteri per rinforzare il cosmo di Fenix. Andromedah si sentì come rigenerato, come se quella tecnica l ‘ avesse usata anche su se stesso. Il Cavaliere della Fenice riaprì gli occhi:

F: A-andromedah, sei tu fratello?

A: Si, sapevo che avresti cambiato idea! Oh, Fenix! Non puoi immaginare quanto sia stato male per te!

F: Per me è stata la stessa cosa, ma...

A: Uh? Che cosa c’ è?

F: Sapevo che prima o poi sarebbe successo, devo dirtelo, non posso più aspettare.

A: Dirmi cosa?

F: Io...non...posso...

A: Non capisco, cos’è che dovresti dirmi? Che cosa ti trattiene?

F: Non...ci...riesco.

Il ragazzo perse nuovamente conoscenza, il livello del suo cosmo si abbassò vertiginosamente. Andromedah si allarmò e cercò di rianimarlo, ma i suoi tentativi furono inutili. Cominciò a temere il peggio ;

A: ( " Pegaso e gli altri non devono trovarlo qui, né tantomeno Myrock. Devo trovare un posto sicuro dove nasconderlo e medicarlo meglio. Ma dove? Ogni luogo della villa è conosciuto e tutti potrebbero rintracciarlo, ma forse...Certo! " ).

Aiutò suo fratello ad alzarsi e lo portò alla Grande Fondazione, in un posto dov’era già stato in passato con il Duca: la camera delle vasche di rianimazione, sofisticati macchinari in grado di rigenerare il corpo umano. Non sapeva se avrebbe funzionato, ma doveva almeno tentare. La durata del processo richiedeva almeno 24 ore, se non di più, ma per salvare la vita al fratello valeva la pena aspettare. Lasciò Fenix immerso in un liquido trasparente, simile all’ acqua, chiuse lo sportello e uscì dalla stanza trattenendo a stento le lacrime. ( " Oh, no! Mi ero dimenticato di Pegaso! Mi starà aspettando nella palestra... devo fare in fretta! " ).

Andromedah corse alla velocità del suono grazie ai suoi poteri, riuscendo ad arrivare pochi attimi prima del suo amico. Il ragazzo fece finta di niente, cercò di mantenere la calma e di non mostrare alcun segno di preoccupazione, ma sapeva che prima o poi avrebbero scoperto ciò che aveva fatto: sincero com’era, non era capace di mentire. Infatti Igor cominciò ad avere dei sospetti durante l’ allenamento.

P: Va tutto bene? Mi sembri distratto, oggi.

A: Non preoccuparti, sono solo un po’ stanco. Tutto qui.

P: ( " Uhm...non credo che si tratti di questo. C’ è qualcosa che lo preoccupa, lo sento! Sembra turbato..." ).

A: ( " Credo che abbia già intuito qualcosa. Se lo venisse a sapere sarebbe davvero un disastro, devo trovare una soluzione, e in fretta anche! " ).

Qualche ora dopo Chrystal era ritornato dalla Siberia. Era più allegro del solito, e Igor sapeva bene perché.

P: Sei felice per aver rivisto tua madre, il tuo maestro e " tu-sai-chi-altro "? Ah ah!

C: Ma cosa dici?! Io e Florinda siamo solo amici, chiaro?!

Mentre lo diceva arrossì un po’ e non riuscì a mascherare l’ imbarazzo.

C: A proposito: dov’ è Andromedah?

P: Me lo stavo chiedendo anch’io, ma non ne ho idea...

C: Cerchiamolo con le telecamere della Grande Fondazione, sparse per tutta la villa, o nella fondazione stessa, chi lo sa?

P: Io di computer e cose del genere non ci capisco proprio nulla. Tu?

C: Credo di poterci riuscire, ma forse sarebbe meglio chiamare Milady.

P: Sì, andiamo!

" Il processo dovrebbe essere ultimato, l ‘ energia vitale è a posto e anche il resto va bene. Ora disattivo la macchina e nessuno lo saprà mai, poiché i dati li farò cancellare con l ‘ apertura dello sportello. "

Il livello della sostanza trasparente in cui era immerso Fenix diminuì fino a scomparire del tutto ; lo sportello si aprì e poté uscire. I due fratelli si fissarono per qualche istante, poi il maggiore voltò le spalle all’ altro.

F: So che potrei sembrarti irriconoscente, ma non posso trattenermi più,ormai.

A: Cosa avresti dovuto dirmi? Ti prego, dimmelo! Fratello!

Quello si voltò di scatto e rivolse al fratello minore uno sguardo incomprensibile.

F: No...non posso.

A: Non vorrai volare nelle tue condizioni, spero! Se solo potessi farlo anch’io ti avrei riportato indietro...Sono l’ unico della squadra a non avere il dono del volo, è imbarazzante, a volte.

F: Presto lo imparerai anche tu, ne sono certo.

Il cavaliere accarezzò la testa ad Andromedah e lo salutò con un movimento del capo, dopodichè salì sul balconcino della finestra del laboratorio e spiccò il volo senza proferire parola. Il ragazzo seguì il fratello con lo sguardo finché non scomparì tra le nuvole bigie della città. Una tristezza infinita lo invase e si sentì ancora più debole e indifeso di prima. Perché?

Capitolo 12

In partenza

Una voce preoccupata lo distolse dai suoi pensieri.

" Cosa fai qui?! ".

Era Milady, seguita da Chrystal e Pegaso, impensieriti anche loro. Andromedah rimase impietrito, non sapeva cosa dire, le parole non uscivano dalla sua bocca, sembrava che la lingua gli si fosse paralizzata. L ‘angoscia lo invase. Si guardava intorno cercando disperatamente un appiglio per togliersi dai guai. La ragazza fissò Andromedah, come per cercare in lui la risposta.

" Hai usato la macchina, non è vero? ".

Il ragazzo tremò ; il mondo sembrava crollargli addosso.

" Non capisco di cosa parliate... " cercò di mentire ostentatamente.

" So che l’ hai usata tu, ma dimmi su chi. O devo cercare anche questo? "

Andromedah cominciò a sudare freddo, non riusciva a mantenere la calma. Abbassò la testa in segno di rassegnazione.

" Fenix è stato qui ".

I suoi compagni sussultarono e rivolsero all’ amico uno sguardo di rimprovero.

" Perché non ce l’ hai detto?! " sbottò Chrystal.

" Calmati, sono sicuro che ha le sue buone ragioni " lo tranquillizzò Pegaso. " Spiegaci con calma cos’ è successo... ".

Dopo aver raccontato tutto l’ accaduto nei minimi dettagli, senza tralasciare nulla, Andromedah si sentì sollevato. Si sedette su di una panca. Tutti i presenti lo fissarono ; non sapeva cosa pensare, cosa dire, cosa fare. Vuoto.

Non riuscì più a ragionare ; la sua mente era come isolata in una dimensione sconosciuta. Myrock entrò improvvisamente nel laboratorio: aveva scoperto tutto ed era venuto ad avvisare la sua padrona che però ne era già a conoscenza. Era alquanto infuriato con Andromedah, già con il morale a terra, e gliene disse di tutti i colori: " Sei un idiota! Ti rendi conto di quello che hai fatto?! Hai soccorso un potenziale nemico, un potente nemico! Come ti è saltato in testa?! Come hai potuto fare questo?! Vuoi forse diventare un traditore come tuo fratello?!. Il ragazzo, iracondo, scattò in piedi con le lacrime agli occhi: " Fenix non ha tradito nessuno! ". Estremamente sconvolto, scansò i suoi compagni davanti alla porta e corse via piangendo a dirotto. Lady Annabel lanciò uno sguardo irritato al suo servitore, che fece spallucce ; i due cavalieri la seguirono a ruota.

***

" Andromedah, avanti! Apri la porta! ".

Pegaso e Chrystal cercarono di far uscire il loro amico dal suo stato di malinconia, ma quello non voleva essere aiutato e stava steso sul suo letto a pancia in giù con la testa sotto il cuscino ; aveva chiuso la porta a chiave e non c’era modo di aprirla se non dall‘ interno. Sfondarla sarebbe stata la cosa peggiore da fare. " L ‘ unica cosa " disse Milady " è quella di aspettare che gli passi. Lasciatelo sfogare, poi starà meglio, credetemi. " I due ragazzi abbandonarono i loro propositi e seguirono il consiglio della Signorina sperando che avesse ragione.

" Dove sarà finito Syryo? Comincio a preoccuparmi davvero... " disse Igor al compagno. Quello non lo aveva minimamente ascoltato. Sembrava estremamente freddo nei confronti di tutti, o solo di chi suscitava in lui simpatia, se così si può definire. Aveva uno sguardo terribilmente serio dipinto sul volto. Qualcosa non lo convinceva e stava meditando mentre si incamminava lentamente verso il salone con Pegaso e Milady. E Myrock, naturalmente. Ecco, a Chrystal non piaceva affatto quell’uomo così severo e autoritario ; non faceva altro che dare ordini e criticare l’operato altrui. Pur essendo una guardia del corpo era poco coraggioso davanti a persone nettamente più robuste di lui. Se avesse potuto Chrystal lo avrebbe trasformato in una statua di ghiaccio, così non avrebbe più irritato nessuno.

Nel frattempo Andromedah continuava a singhiozzare chiuso nel dormitorio. Pensava a Fenix, ai suoi amici, a Milady, al suo maestro e alla sua compagna di addestramento sull’ isola di Andromeda... Molti pensieri gli affollavano la mente. Era davvero confuso, il suo cuore era diviso in due: il dovere o i sentimenti? Lady Annabel o Fenix? Non riusciva a pensare ad altro. Sentiva la voce del fratello: " Andromedah, Andromedah! Vai con Pegaso e Chrystal, non lasciarli soli a combattere. Non tirarti mai indietro, pensa ai sacrifici che hai fatto per diventare ciò che sei. Coraggio, Andromedah. Andromedah... ". L ‘ illusione, seppur breve, gli chiarì ogni dubbio. Aprì la porta e corse nel salone ; Annabel era seduta sulla sua poltrona, i due ragazzi sul divano. Myrock restava in piedi come sempre. Vedendolo entrare tutti si stupirono ; Andromedah sorrise.

Finalmente il giovane cavaliere aveva riacquistato il suo buonsenso. Ora mancava solo Dragone all’ appello, ma nessuno aveva più avuto sue notizie dalla partenza per lo Jamir. Nessuno, neppure il suo maestro e Fiore di Luna, entrambi impensieriti come Pegaso.

***

Arrivò il giorno stabilito da Fenix per la sfida nel Deserto dei Cavalieri con lo scopo di riavere le parti della Sacra Armatura. Jaboon e la sua squadra non sarebbero andati con loro poiché avevano deciso di far visita ai loro rispettivi maestri con l’ autorizzazione di Milady. Solo Chrystal, Igor e Andromedah sarebbero scesi in campo per recuperare i pezzi delle Sacre Vestigia. Partirono all’ alba, con un elicottero privato. A parte Pegaso, gli altri due suoi compagni indossavano le loro corazze, ma tutti e tre custodivano due frecce d’ oro ciascuno, in più Chrystal custodiva la faretra e Igor l ‘arco. Insieme a loro vi erano Lady Annabel e la sua guardia del corpo, che li avrebbero accompagnati sino al luogo stabilito.

" Signorina " chiese Pegaso " ditemi: cos’ è più importante per voi? Le nostre vite... o la Sacra Armatura?

" Ma che domande! " sbottò Myrock indignato " La Sacra Armatura, è evidente! "

" Non è vero " ribatté lei decisa. Tutti si girarono verso di la ragazza: era tesa e faceva fatica a mantenere il sangue freddo: se le vestigia d ‘oro fossero capitate tra le mani di qualche malvagio, avrebbe portato alla distruzione del Mondo e dell’ intera umanità.

Dopo aver sorvolato centinaia di picchi desolati, arrivarono in quella valle desertica indicata da Fenix. I tre guerrieri strinsero a loro ciò che dovevano custodire e saltarono giù: quando toccarono terra con la schiena, atterrarono su un candido tappeto di neve: era stato Chrystal a crearlo per evitare loro di ferirsi, ma sapeva che presto si sarebbe sciolta a causa del clima piuttosto caldo e per lui, che era abituato ai climi della Siberia orientale e di Nuova Celxior, quello parve insopportabile.

P: Il posto è questo, ma non c’è nessuno...

C: Tsk! Fenix non è così stupido da presentarsi di persona.

A: Cosa vuoi dire con questo?

C: Ricordate i Cavalieri Neri? Credo proprio che dovremo affrontare loro prima di arrivare a lui.

P: Cosa stiamo aspettando, allora? Andiamo!

A: Aspetta, Pegaso.

Il ragazzo si arrestò di colpo ; Andromedah mostrò ai compagni quattro campanellini legati a dei lacci rossi.

A: Per evitare di perderci in questo dedalo di cunicoli e gole ho pensato che fosse meglio usare dei semplici segnali per capire le nostre posizioni e rintracciarci.

C: Ottima idea.

I tre amici si legarono i campanelli ai polsi, Igor ne prese uno anche per Syryo nel caso fosse arrivato e ognuno di loro inboccò una via diversa: Pegaso quella a sinistra, Andromedah quella al centro e Chrystal quella a destra. Cosa li aspettava alla fine di quei sentieri rocciosi che si apprestavano a percorrere?

Capitolo 13

Buone notizie

Pegaso stava valicando l’apertura di quella gola rocciosa e stretta che lo avrebbe condotto chissà dove ; non si percepiva alcun cosmo lì attorno, neppure rumori. Nessun nemico da affrontare, per ora. Sarà stata l’ atmosfera ostile, ma il cavaliere percepiva comunque una presenza dal microcosmo sviluppato. Si affrettò ad uscire dal cunicolo dove si trovava e si guardò intorno: la sensazione non era affatto svanita. Vide delle impronte nel terreno, lasciate da poco, da un piede piuttosto piccolo. Igor, camminando, andò a sbattere contro qualcosa di morbido e invisibile che subito si materializzò: era un bambino dai capelli castano-rossicci e dall’ aria furba.

P: E tu chi sei, si può sapere?

K: Io sono Kiki, il fratello minore del Grande Mour e vengo per riportarti la tua armatura.

P: E che ne è stato di Dragone?! Avanti, dimmelo! Parla!

Il cavaliere strattonò il ragazzino, visibilmente irritato.

K: Bel modo di ringraziarmi! Comunque... lui è con mio fratello ora.

P: Cos’è accaduto esattamente?

Circa 48 ore prima, nello Jamìr...

S: Grande Mour, visto che io non ho alcuna possibilità di salvezza offrirò tutto il sangue che devo offrirti per l’ armatura di Pegaso...

Il Dragone, sebbene stesse soffrendo, manteneva quella calma che lo aveva sempre distinto dagli altri guerrieri del suo Ordine. Il suo volto non lasciava trapelare il minimo segno di dolore, continuava a fissare le due corazze intrise di sangue, che cominciavano a divenire luminescenti. Kiki assisteva alla scena, ammirava Syryo ma allo stesso tempo la sua azione lo spaventava. " Fratello, quanto sangue! " aveva piagnucolato il ragazzino " Ti prego basta, fermati! Non permettere che muoia! Sei forse così insensibile da immolare un innocente?! ". Mour non rispose nulla. Continuava a tenere gli occhi chiusi e il suo viso sembrava essere totalmente inespressivo. Dragone cominciò a vacillare, non riusciva più a resistere all’ agonia. Pallidissimo e ormai privo di vita, il giovane cavaliere del Drago sarebbe caduto riverso a terra se non fosse stato per il riparatore di armature, che lo sorresse appena in tempo.

M: Mi ha dimostrato di non essere come gli altri combattenti che sono venuti qui: crede davvero nell’ amicizia, per questo lo salverò.

Mour strinse i polsi del Dragone e in breve le ferite si rimarginarono del tutto.

K: Ooooh! Non sanguina più!

M: Coraggio: porta la corazza a Pegaso, penserò io a lui.

K: Hai sentito, Dragone?! Ti salverà e riparerà entrambe le armature! Ma...sopravviverà?

M: Questo dipende da lui: ora si trova a cavallo tra due mondi, solo Syryo può trovare la forza di reagire. Tutto ciò che posso fare è aiutarlo a ritrovare la via giusta. Non preoccuparti, vai e fai come ti ho detto!

K: Ed eccomi qua. Ho portato a termine la mia missione e ora tolgo il disturbo...

P: Aspetta!

Igor tirò fuori il campanellino che gli aveva dato Andromedah e lo mise in mano al ragazzino.

P: Quando lo rivedrai, dagli questo ; digli da parte mia che gli servirà per ritrovarci e che lo aspetto.

Il cavaliere si allontanò a balzi facendo su e giù per i picchi rocciosi: ora poteva combattere con il cuore sereno e si sentiva più determinato ora che sapeva Syryo al sicuro con il Grande Mour. In più lo avrebbe presto raggiunti e avrebbero combattuto seriamente insieme per la prima volta. Forse anche l’ ultima... chi poteva saperlo?

***

Nel frattempo, nella fortezza dove si rifugiava Fenix con i suoi guerrieri, la notizia dell’ arrivo dei cavalieri di Atena era già giunta e tutti si preparavano a combattere. Tutti tranne la Fenice, che restava chiuso nelle sue stanze, soffrendo per il suo male inguaribile e contemporaneamente gioendo per il ritorno di suo fratello che forse in qualche modo lo avrebbe fatto sentire meglio. Nessuno doveva scoprire questa sua doppia personalità: avrebbe perso l’ ascendente sui suoi soldati. Qualcuno fece irruzione nella camera: era Dragone Nero, giunto per annunciargli l’ imminente inizio della battaglia decisiva. " Si, lo so. " rispose freddamente il cavaliere dell’ Isola Nera " Manda i tuoi uomini ad accogliere quei tre buoni a nulla. Quando e se saranno tutti sconfitti combatterai tu ; se fallirai darò loro il benvenuto che meritano. "

Fenix non riusciva quasi a credere alle sue parole: come mai gli erano uscite in quel modo così spontaneo e maligno? Di una cosa era certo: Andromedah lo stava attendendo e non lo avrebbe fatto aspettare a lungo.

Capitolo 14

Pegaso & Pegaso Nero

Pegaso aveva percorso diversi chilometri alla velocità del suono e aveva esaurito una parte delle sue energie ; si sedette su una roccia cercando di riprendere fiato ma venne interrotto da uno strano individuo presentatosi improvvisamente: era uguale al lui, ma aveva i capelli, gli occhi e l’ armatura scuri. In più la sua espressione era puramente malvagia, in lui non c’ era traccia di alcun sentimento umano. Era Pegaso Nero, primo emissario di Dragone Nero nonché controparte malvagia di Igor anche se, a parte l’aspetto fisico, i due non si assomigliavano affatto: si erano allenati in luoghi differenti, combattevano per cause diverse, avevano maestri affatto simili ( Fenix aveva addestrato personalmente ogni Soldato e Cavaliere Nero ) e i loro elementi cosmici erano diversi ( Pegaso terra– aria- luce, Pegaso Nero aria- terra- oscurità ). I due nemici si fissarono intensamente e a lungo negli occhi, per studiarsi a vicenda.

P. N.: Come ben sai ho il compito di distruggerti, ed è proprio ciò che farò, preparati!

P: Non sono uno sprovveduto! Anche io sono pronto alla lotta, non aspetto altro, " begli occhini"! P. N.: Come osi?! Me la pagherai! Fulmine di Pegaso Nerooo!!!

Igor si scansò con estrema facilità.

P: Potrai anche essere uguale a me nell’ aspetto ma non potrai mai lanciare il colpo come lo lancio io, per quanto tu ti possa allenare. Guarda e impara, " occhietti lucidi "! Fulmine di Pegasooooo!

Il Cavaliere Nero cadde sotto i pugni alla velocità del suono dell’ avversario ma nonostante ciò si rialzò e si preparò a mostrare il suo colpo più potente: " Colpo Oscuro: Dark Star Thunderbolt! ( Fulmine della Stella Oscura ) "

Allo stesso tempo Igor lanciò il suo Fulmine investendo il nemico che non si rialzò una seconda volta. Pegaso soddisfatto della battaglia che aveva appena condotto prese un pezzo dell’armatura custodito dal suo nemico e si allontanò trionfante alla ricerca di una meta, una strada per rintracciare i suoi amici.

Pegasus Nero, creato dal petrolio, cominciò a perdere solidità e tornò progressivamente al suo stato primitivo. " Non ti ho lanciato il mio colpo inutilmente " disse quello tra sé prima di sparire per sempre " ma quando te ne accorgerai...sarà già troppo tardi. "

Capitolo 15

Chrystal & Cigno Nero

Nel frattempo Chrystal aveva raggiunto un punto piuttosto stretto dell’ imboccatura dove si era diretto ; il caldo cominciava a farsi insopportabile e soffocante, per lui. Il suo cuore palpitava e il respiro si faceva sempre più affannoso e irregolare, le energie cominciarono a venirgli meno...

" Ti aspettavo, Cigno! " gridò una voce alle sue spalle. Si voltò e vide il Cigno Nero, in equilibrio perfetto su un picco roccioso già pronto allo scontro.

" Pegaso Nero si è fatto sconfiggere, che buono a nulla! " sogghignò malignamente il Cavaliere Nero " Ma questo nella nostra battaglia non accadrà, o almeno non a me. "

" Ne sei così sicuro? " sorrise Chrystal sicuro di sé " Io sono il vero Cigno, e lo proverò abbattendoti! " Il Cavaliere eseguì le posizioni del Cigno, una serie di movimenti che rievocavano l’ animale della sua costellazione, e lanciò il suo attacco: Polvere...di Diamantiiiiiiiii!!!

L’ avversario non reagì minimamente pur essendo stato travolto in pieno dall’ aria congelante.

C: Com’ è possibile?!

C: Non ricordi? Questo attacco me l’ hai già mostrato a Nuova Celxior! Lo stesso colpo non ha mai effetto due volte sullo stesso cavaliere, Chrystal! Ah ah ah!

C: Dannazione! Non ci avevo pensato... allora d’ accordo: userò altre tecniche per vincerti. Sei pronto alla lotta, cavaliere?

C: Come non lo sono mai stato! Preparati! Non avrò pietà, non ti darò requie! Colpo oscuro: Illusione Boreale!

Il Cigno si spostò velocemente ed evitò l’ attacco del Cavaliere Nero con gran facilità.

C: Anche tu hai commesso il mio stesso errore: questo colpo oscuro l’ ho già sperimentato.

C: Maledetto!

C: Combatti seriamente,Cigno Nero! Non c’è alcuna soddisfazione nello sconfiggere un avversario così debole!

C: Come osi! La battaglia non è né iniziata ma neppure finita, la partita è ancora tutta da giocare! Userò qualcosa di più efficace per sconfiggerti!

C: Io farò lo stesso! Allora d’ accordo, Cigno Nero. La Polvere di Diamanti ti colpirebbe troppo soavemente e dato che sono generoso ti concederò una morte dignitosa!

C: Che cosa vuoi dire?!

C: Ora lo vedrai! Preparati! Vortice...Fulminante...dell’ Aurora!

C: Che cos...? Aaaaargh!!!

Il Cavaliere Nero non poté finire la frase: venne investito da un vortice gelato e freddissimo che lo fece roteare in aria senza mai fermarsi. Dopodichè il Cigno fissò il suo nemico ad uno sperone roccioso con il ghiaccio a testa in giù. Ora il guerriero malvagio aveva libere solo le braccia, il resto del suo corpo, dai fianchi in giù, era immobilizzato nel blocco congelato. Il Cigno Nero non mostrava alcun segno di preoccupazione ;

C: Ti ho vinto, accetta la sconfitta e consegnami la tua parte di armatura!

C: Questo mai! Preferisco morire!!!

Lo sconfitto tolse dalla sua corona il piccolo cigno nero fonte della sua energia, espanse al massimo il suo cosmo e prima di scomparire per sempre riuscì ad inviare quell’ oggetto telepaticamente da qualche parte ( e Chrystal aveva qualche sospetto al riguardo ) e riuscì solo a dire: " Mio signore, Fenix: addio! ". Il corpo del guerriero non c’ era più, era diventato tante piccole stelle di ghiaccio nere.

C: ( Cigno Nero è riuscito a teletrasportare quel piccolo cigno da qualche parte. Ma dove? E a chi? Perché l’ ha fatto? Non posso indugiare! Agli altri cavalieri ci penseranno Pegaso e Andromedah. Io cercherò di rintracciare Fenix ).

Il cavaliere trionfante raccolse la cintura della Sacra Armatura e iniziò la sua affannosa ricerca.

" Dove sarà, il Cigno Nero? ".

Fenix era in piedi, di fronte ad un paesaggio che quasi si tingeva di rosso ; era pensoso e preoccupato a causa della scomparsa del cosmo del suo adepto. Non riusciva proprio a spiegarselo: quel cavaliere nero da lui addestrato, uno dei Cavalieri Neri più forti, era scomparso senza lasciare traccia. Fenix era assorto nei suoi pensieri e non si accorse subito dell’arrivo del piccolo cigno di bronzo nero, sospeso in aria non molto lontano da lui. Quando ne percepì la presenza sobbalzò e lo prese tra le mani, chiuse gli occhi, si concentrò intensamente: riusciva a vedere ciò che era accaduto qualche istante prima al suo discepolo vinto.

F: Ora capisco, Cigno Nero. Ho visto chiaramente cos’ è successo al tuo spirito e al tuo corpo...

C: Faresti meglio a pensare prima a te stesso, cavaliere!

F: Chrystal, tu qui?! Hai una parte dell’ Armatura, a quanto vedo. Consegnamela e ti risparmierò la lotta. Ho visto che ti rimane poco da vivere!

C: Ma è proprio per questo che sono dinnanzi a te: per combattere! E poi...come puoi fare un’ affermazione simile?! Sarò io a vincere!

F: Folle! Contro di me non hai speranze: non solo il mio elemento cosmico è in grado di sopraffare il tuo ma sei anche indebolito dall’ elevata temperatura. Come pensi di sconfiggermi? Comunque, se proprio ci tieni ad andare all’ altro mondo... fatti avanti, Chrystal!

C: Con immenso piacere " amico ".

Capitolo 16

La morte atroce

" Che mi succede? "

Pegaso si sentiva terribilmente strano: non riusciva a reggersi in piedi, cominciava a non vederci più bene, anzi: tutti i suoi cinque sensi lo stavano abbandonando. Disorientato, si aggrappò alla parete di roccia ; sopra di lui il cielo immenso, sotto di lui un’ abisso nero infinito. Decise di togliersi l’ armatura, diventata sempre più pesante e soffocante. Nel farlo strappò alcune parti della tuta rossa che indossava e vide con orrore che il suo corpo era ricoperto di macchie scure, quasi totalmente.

P: ( Possibile che Pegaso Nero mi abbia colpito?! La mia corazza non ha fratture o graffi, com’ è possibile?! Non capisco... )

Il terreno pietroso crollò sotto il suo peso, facendolo precipitare nel burrone. Per fortuna Pegaso riuscì ad aggrapparsi ad una sporgenza di roccia, dove rimase attaccato per diverso tempo finché...

Meglio non affrettare i tempi: vediamo cosa è successo ad Andromedah, che vagava senza meta precisa alla ricerca del suo nemico, che non si era ancora presentato. Trovò l’ amico per puro caso: udì il rumore del campanello. Temendo il peggio ordinò alla sua formidabile catena di rintracciare Igor e di portarlo da lui. Sfortunatamente il giovane cavaliere era diventato troppo pesante e il ragazzino non riusciva a sollevarlo, poiché era solo. Nonostante i suoi sforzi sovrumani non ci riuscì.

A: Se Pegaso collaborasse forse avrebbe più possibilità di sopravvivere, conciato com’ è. Ma cosa gli sarà capitato? Nulla di cui abbia esperienza, non riesco a spiegarmelo. Se avessi l’ aiuto di Chrystal forse potrei farcela, ma...

" Tranquillo, ti aiuto io " sogghignò qualcuno alle sue spalle.

A: Chi sei? Rivelati!

Per tutta risposta, il misterioso nemico lanciò una catena nera identica alla sua e la usò per scendere dall’ altura su cui si era appostato. Non solo la catena, ma anche il proprietario aveva le fattezze di Andromedah, ma in realtà era molto diverso da lui: capelli nero-verdastri, occhi piccoli e scuri e soprattutto lo sguardo truce che lo distingueva dalla sua controparte benevola.

A: Andromeda Nero è il mio nome celeste ; sono qui per conto di Fenix, sono venuto per ucciderti. Sono stato scelto come Cavaliere Oscuro fedele all’ Araba Fenice e non posso permettere di essere sconfitto: ne va del mio onore, capisci?! Ora, se non ti dispiace, dammi le parti dell’ Armatura Sacra che custodisci e forse ti lascerò andare. Preferisci morire? Ti accontento subito!

Anziché partire all’ attacco arretrò, forse per paura, forse per cautela.

A: Il tuo cosmo è terribilmente familiare. Dovrei dunque dedurre che tu sei...?

A: Si, sono il cavaliere della Nebulosa, il fratello minore del tuo signore e padrone.

AN: Non si direbbe proprio: siete completamente diversi.

" Non torturarlo troppo, mi raccomando: Fenix è stato categorico riguardo ciò. "

AN: Dragone Nero, sei tu? Bene! Spiega al nstro caro amico il terribile destino a cui è destinato Pegaso...

A: Coosa?! Che vuoi dire?!

DN: Semplice: il colpo di Pegaso Nero non è un semplice pugno lanciato alla velocità del suono: provoca morte inevitabilmente, è la morte atroce.

A: La morte atroce?!

DN: Esattamente. Il corpo del tuo amico è ricoperto al 90 % circa da macchie nere e quando la sua pelle sarà scurita del tutto niente e nessuno potrà più aiutarlo. Capisci?! Nessuno!

A: Questo lo vedremo!

AN: Ho deciso di riservarti un trattamento di favore, visto che sei il fratello del mio maestro: userò la mia catena speciale. Mistica Catena Oscura del Buco Nero! Colpiscilo!

In breve tempo il giovane cavaliere venne attorniato da qualcosa di soffocante e squamoso: erano serpenti neri a centinaia e non accennavano a mollare la presa sulla loro preda.

Andromedah si stava lasciando andare ad una fine lenta e dolorosa senza minimamente reagire ; i rettili lo mordevano e ne assorbivano la linfa vitale a poco a poco e il sangue sgorgava dalle sue ferite e dai suoi graffi.

DN: Occupatene tu: io vado ad avvisare Fenix dell’ ormai certa sconfitta del fratello. Se ci sono cambi di programma... sarai il primo a saperlo.

Detto questo il capo dei Cavalieri Neri si allontanò a grandi balzi verso la fortezza dove risiedeva attualmente il suo superire. Andromedah pensava proprio a lui, al suo amato fratello che aveva tradito Atena ma che allo stesso tempo non era del tutto malvagio. In quel momento il suo unico desiderio sarebbe stato quello di rivederlo almeno una volta prima di trapassare. Pensava proprio a lui. Fenix.

" A- andromedah! "

Il capo dei Cavalieri Neri aveva avvertito il cosmo debole del fratello e, in apprensione, aveva cominciato a meditare. Non era esattamente meditazione la sua e neppure una preghiera o un incantesimo di arcano potere. " Non tendere il tuo braccio contro di lui, Andromedah Nero! Vuoi forse incorrere nelle ire dell’ Araba Fenice che tutto travolge e distrugge quand’ è necessario? Non farlo, obbedisci!!! "

Il guerriero aveva udito la voce del suo padrone, ma non capiva: perché risparmiarlo? Aveva avuto ordine di ucciderlo, invece...

Nel frattempo il Cavaliere della Nebulosa si stava riprendendo grazie al conforto spirituale del fratello.

A: " Fenix, aspettami! Tornerò da te e resteremo per sempre insieme, come ci eravamo promessi prima della nostra partenza per l’ addestramento. Ricodi ancora, non è vero? Non mi arrenderò! Da te non ho ereditato il coraggio, ma di sicuro la fierezza! Ce la farò se sarai ancora al mio fianco! Insieme, Fenix!

F: Si, sono con te. Rompi le tristi catene che ti legano al tuo destino e usale a tuo piacimento, puoi farlo!!!

Andromedah, con estrema fermezza, si scrollò di dosso le catene-serpente usando il suo cosmo. Andromedah Nero rimase impietrito: " Come hai fatto?! Nessuno vi era mai riuscito prima! Nessuno! E ora tu mi metti di fronte alla mia incapacità, ma la pagherai!

Il suo tono di voce non era affatto sicuro. Era quasi traumatizzato dal fatto che Andromedah aveva infranto la sua potente arma. Andromedah, furioso, scagliò la sua catena contro l’ avversario che, attonito, non si difese neppure e venne trafitto dalla punta acuminata della catena destra. Ansimava e continuava a fissare il corpo della sua controparte malvagia quasi disgustato: non aveva mai ucciso nessuno e ciò lo turbava profondamente. Ad aiutarlo non era accorso solo Fenix. Qualcun altro lo aveva aiutato, ma chi?

" Fenix, perché ti sei fermato?! ".

La voce di Chrystal scosse la Fenice riportandolo alla realtà.

" Stavi forse pregando? " lo schernì il Cigno " Beh, raccomanda l’ anima ad una divinità, non so quale ma fallo, e in fretta anche. Preparati, ora!!! Stai per ricevere un colpo che racchiude tutto l’ impeto della mia costellazione. Sto arrivando, in guardiaaaaa!!! "

Capitolo 17

Il ritorno di Dragone

Kiki saltava da una roccia ad un’altra con estrema facilità e non si era accorto del bagliore verde proprio davanti a lui. La luce si faceva sempre più forte assumendo molteplici forme ; dalla luminescenza uscì una figura alta e dai lunghi capelli, con un’ armatura che pareva brillare di smeraldo. Il ragazzino era impietrito e quasi faceva fatica a muovere le labbra. " D-Dragone... oooh!!! ". Syryo rise " Ah ah ah!!! Kiki, non sono un fantasma: sono proprio io, in carne ed ossa."

" Allora mio fratello ci è riuscito: ha salvato te e ha riparato entrambe le armature. "

Syryo sorrise guardando il cielo sereno. " Vi ringrazio,Grande Mour. "

Kiki si scompigliava i capelli cercando di ricordare ciò che gli aveva detto Pegaso. Dopo poco gli ritornò in mente ed esclamò a gran voce: " Dragone, Dragone!!! Il tuo amico mi ha dato questo per te ". E mostrò il campanello con il nastro rosso. " Ha detto che dovresti metterlo per potervi ritrovare facilmente. Sono qui vicino e ti stanno aspettando. " Syryo sorrise nuovamente.

***

" In guardiaaaaa!!! "

Chrystal era già pronto ad attaccare, correva verso Fenix che si girò di scatto, un attimo, un istante e...

" Pugno Diabolico! "

La mente del Cigno venne percorsa come da una scossa, un raggio luminoso gli attraversò il cervello da parte a parte, i suoi occhi si fecero piccoli e bui, gemeva e restava in piedi immobile. Vide la Siberia, il mare ghiacciato in cui era sepolta sua madre ; si vide entrare nella nave adagiata sui fondali con una rosa rossa in bocca.

" Mamma! Mamma! "

La voce di Chrystal risuonava nella cabina del vascello; si avvicinò al letto a baldacchino ed ebbe una orribile visione: il corpo di sua madre era decomposto e orrendo, emetteva stridii e gridolini agghiaccianti. La rosa scivolò delicatamente dalle labbra di Cristal che si sentiva soffocare. La nave comincò a girare, si contorse, svenne, annegò.

" Allora, ti è piaciuto? " sogghignò Fenix senza alcuna pietà. " Pensa ancora a sua madre, povero infelice. Se vuoi la raggiungi subito... ma cosa...?!

Chrystal si riprese: aveva un’ espressione truce in volto.

" Pensavi di avermi indebolito, ma non è così: hai calpestato ciò che più amo e non posso perdonarti. Hai calpestato ogni valore umano, la pagherai!!! ".Il Cigno pianse amaramente.

"Avanti... Chrystal! " lo provocava il cavaliere decaduto.

" Non cercare di ingannarmi ancora, altrimenti... " cercò di dire Chrystal tra le lacrime.

" Altrimenti cosa? Ricominci a frignare? " disse Fenix beffandosi di lui.

" Non ti conviene scherzare col fuoco, sai? "

" Io non temo il fuoco, nemmeno le fiamme dell’ Inferno, se non l’ avessi ancora capito. Il fuoco è il mio elemento. La Fenice è con me e non ti permetterà di vincermi, quindi... addio, Cigno! Muori! ".

Con un potente pugno, Fenix trafisse il petto di Chrystal, ferendolo a morte. Il suo braccio si macchiò di sangue, sangue freddo.

" La vittoria sarà anche tua " riuscì a dire il Cigno " ma non me ne andrò senza averti causato qualche danno. "

" Che cosa?! "

" Dì pure addio al tuo braccio! "

Chrystal afferrò il braccio destro di Fenix con entrambe le mani ; i suoi occhi erano totalmente vuoti e coperti dalla chioma bionda. Fenix stava per lanciare un’ altro colpo, ma poi si accorse che il cavaliere era già morto, così ritirò il braccio dal petto squartato del Cigno e lo lasciò cadere esangue sul terreno sabbioso tintosi di sangue. Fenix si ripulì il braccio con un gemito: Chrystal era riuscito ad ibernare il suo braccio destro e renderlo inutilizzabile. Vide le parti dell’ Armatura Sacra custodite da Chrystal, li prese e svanì nuovamente.

***

Dragone Nero e Andromedah erano l’ uno di fronte all’ altro.

" Hai ottenuto anche uno dei bracciali, e hai la faretra. In più io ne ho un’ altro quindi se mi sconfiggi totalizzeresti ben tre parti del prezioso trofeo e in più le parti che ha recuperato Pegaso. In caso di sconfitta, sarò io ad aggiudicarmeli. Accetti o preferisci restare vigliacco per tutta la vita? ".

Andromedah si sentì ferito nell’ orgoglio e non sapeva cosa rispondere.

" Potrei unirmi anch’ io a questo scontro? "

" Questa voce... Dragone! Sei tu? ".

Gli occhi di Andromedah si illuminarono.

" Dunque, saresti tu il mio obiettivo principale. Ho diverse informazioni sul tuo conto: ti sei allenato in Cina tra gli imponenti Monti Bianchi, alla Cascata del Dragone. Ho sentito dire che sei capace di far cambiare il corso dell’ acqua con la sola forza del cosmo. "

" Purtroppo per te le tue informazioni sono esatte. Sei pronto alla lotta cavaliere? O sei ancora scosso dalla morte del tuo compagno? "

" Affatto. Noi non siamo così sensibili da rattristarci per la morte di un altro Cavaliere Nero. Non proviamo tutti i sentimenti umani. "

" Dunque sei stato addestrato esclusivamente per uccidere e non ti importa di chi muore? "

" Infatti. "

" Non conosci neppure i buoni sentimenti, devo dedurne. "

Il Cavaliere Nero sorrise malignamente.

"Non riesci a provare pietà e non hai mai un pensiero per gli altri?! "

" Uhm... è ciò che voi chiamate " amicizia "? "

" Esatto, " amico " "

Il Dragone Nero avvinghiò Syryo per il collo e lo sollevò da terra.

" Allora, in nome dell’ amicizia... prendi questo! ".

Così dicendo colpì violentemente Dragone, che cominciò a sanguinare. Il Cavaliere di Atena rabbrividì: il Grande Mour lo aveva avvertito di stare in guardia e di non abbassare mai le difese, anzi, di tenerle ancora più alte. La minima fuoriuscita di sangue avrebbe potuto essergli fatale. Decise allora di schivare solo i colpi e non rispondere agli attacchi per un po’. I due Dragoni combattevano incessantemente, uno attaccando, l’ altro difendendosi. Fragori di scudi, lampi, pugni, ferite, cadute ; tra tutto questo Andromedah cercò di tirare su Pegaso caduto nel burrone, ma...

" Lasciami perdere, Andromedah. Metti via la tua catena. "

" No! Non puoi chiedermi una cosa simile! Non posso fare una cosa del genere ad un amico! "

" Sono io che te lo chiedo ".

" N – no... io... non posso... no! "

" Andromedah, abbi fiducia in me. Ti sarei solo d’ intralcio. Aiuta Sirio piuttosto. "

" Ma tu? "

" Fidati di me! "

" No... Pegasoooo!!! "

Il cavaliere si lasciò andare, la presa della catena si fece sempre più debole e Igor scivolò ancora più giù.

Dragone Nero e Syryo si fermarono.

" Dragone! Continui a combattere ma sei allo stremo delle forze, sai che potresti morire ma non ti tiri indietro, perché lo fai?! "

" Te l’ ho già detto: solidarietà e lealtà sono i sentimenti che ci legano. Condividiamo i valori eterni dell’ amicizia e faresti meglio a farlo anche tu: almeno avresti una giusta causa per cui combattere. "

" Tsk! " Una giusta causa "! L’ unica giusta causa che conosco è l’ obbedienza che devo a Fenix. Ma dimmi, Dragone: come mai hai una posizione così difensiva? Come mai combatti così prudentemente? ".

Dragone non rispose. Il panico lo invase. Il suo avversario l’ aveva dunque notato!

D.N.: Hai riparato la tua armatura, vero? E anche quella di Pegaso. Fenix me ne ha parlato: sei stato dal Grande Mour e hai dovuto dargli una parte del tuo sangue per ridar vita alle due corazze. Quindi è per questo che hai combattuto così cautamente per un cavaliere: ogni minima ferita potrebbe esserti fatale. Ho intenzione di usare questa situazione a mio vantaggio, naturalmente.

S: Aspetta! Dimmi: come hai fatto a capirlo? Ti prego voglio saperlo!

D.N.: Bene. Lo considererò come tuo ultimo desiderio. Devi sapere che noi Cavalieri Neri abbiamo il potere di leggere la mente e poi i nostri cinque sensi sono amplificati dal nostro cosmo. Comprendi, ora? E adesso... ti finirò... con il mio colpo più potente: preparati!

Dragone Nero puntò il dito verso Syryo e lo guardò intensamente negli occhi, poi attorno a lui si crearono delle grandi raffiche di vento che cominciarono ad attirare a loro il Dragone.

Tornado Nero!!!

Il colpo scaraventò il Dragone contro una parete rocciosa e non riuscì minimamente a reagire. Era dunque la fine?

Capitolo 18

Addio, Dragone Nero!

Syryo continuava a perdere molto sangue a causa delle continue cadute e alle rocce taglienti. Era ormai pallido quasi senza forze, a malapena riusciva a reggersi in piedi, era allo stremo delle sue forze e il Dragone Nero continuava a colpirlo senza pietà con calci, pugni e raffiche di tornado. Lo scudo si era quasi frantumato e non era più in grado di difenderlo dai colpi avversari. Cosa gli era rimasto? Solo la l’ ormai debole forza del suo cosmo, nient’ altro. L’ armatura sembrava un macigno troppo pesante e sollevarsi da terra era quasi impossibile. Sembrava che ogni speranza fosse svanita, ma adu un tratto Syryo si ricordò di ciò che il suo maestro gli aveva detto una volta durante l’ addestramento:

" Quando la forza del cosmo si esaurisce bisogna trovare la forza direttamente dalle stelle, ma non usare mai questa tecnica, non sei ancora pronto, potresti non resistere allo sforzo... "

" Promisi che non lo avrei mai fatto, ma ora è inevitabile... maestro, perdonatemi se ora vi disubbidirò... ".

Syryo si alzò e con grande fatica riuscì a togliersi l’ armatura. Dragone Nero non capì il motivo di quell’ azione, era perplesso.

D.N.: Perché hai abbandonato la tua corazza?! Sei forse impazzito?

S: Ora vedrai! Colpo Segreto del Dragone Nascente...

Dragone pronunciò quelle parole in un modo diverso, quasi scoraggiato. La sua forza spirituale era al culmine. Il suo avversario venne spazzatovia e rimase intrappolato dentro un artiglio roccioso. Syryo ansimò e infine cadde a terra privo di forze e di sangue. Glie ne era rimasto molto poco, poiché la metà ( o forse anche di più ) ricopriva il terriccio macchiandolo di rosso. Syryo provò la stessa impotenza che aveva provato nello Jamir, per riparare le due armature ; aspettava con gli occhi socchiusi la fine, guardando il cielo bigio che era proprio sopra di lui. Cominciò a piovere e la linfa vitale del Dragone era quasi del tutto esaurita. Il suo corpo era pallido, livido, immobile. Gemeva e quasi non riusciva a pensare. Nessuno lo avrebbe salvato. E chi poteva? Pegasus e Andromedah erano in fondo ad un burrone, Chrystal era scomparso... era rimasto solo, solo e inerme, senza armatura e senza energie. Sentiva la morte accanto a lui, pronta a portarlo con sé appena avrebbe spirato e aveva paura. Non aveva mai sofferto così tanto prima di allora, nemmeno durante l’ allenamento in Cina. Fiore di Luna.Quella bellissima immagine di lei, prima nitida nella sua mente, si stava sbiadendo, la vista gli si offuscava. Era davvero giunta l’ ora. Appoggiato ad una roccia respirava debolmente e attendeva. Il silenzio fu rotto da un fragore metallico: Dragone Nero era riuscito a liberarsi dalla sua prigione di roccia! Syryo, vedendolo ancora in vita, venne preso dal terrore. Il suo nemico aveva il dito puntato contro di lui e lo stava fissando per lanciare il suo attacco. Sembrava proprio così, ma in realtà le intenzioni del Cavaliere Nero erano altre: corse incontro a Syryo e toccò un punto del torace del Dragone molto vicino al cuore. " Ce l’ ho fatta " diceva quello barcollando " ho bloccato l’ emorragia all’ interno del tuo corpo: tra poco non sanguinerai più ". In effetti Syryo si stava riprendendo: il tatuaggio sulla sua schiena era riapparso e le sue ferite avevano ormai smesso di far uscire sangue. Alzandosi, il Dragone chiese stupito: " Perché l’ hai fatto?! ". Dragone Nero cadde in ginocchio esausto. " Bè, diciamo che il tuo discorso di prima mi ha fatto un certo effetto. " disse sorridendo " non ho mai sentito parole più sincere delle tue... Syryo... ". Il Cavaliere Nero si accasciò, Dragone riuscì a tenerlo ; aveva le lacrime agli occhi. " Non preoccuparti " gli disse con un tono di voce caldo e rassicurante " credere nell’ amicizia mi salverà, ma tu... devi farmi una promessa... Dragone. " Syryo annuì piangendo. " Ti prego, non permettere che Fenix venga ucciso... ".

" Cosa?! ". Dragone era confuso. " Sai bene che non è questo ciò che io e i miei compagni vogliamo: dobbiamo solo recuperare la Sacra Armatura, non vogliamo la sua vita. "

" Lo so... ma vedi...nemmeno lui vuole la vostra morte, non davvero... non del tutto... lui soffre, lo so perché gli sono più vicino di chiunque altro nella Fortezza. So che vuole riabbracciare serenamente il fratello, ho sentito quanto puro sia il cuore di Andromedah così come l’ ho percepito in te. Proteggi Fenix... per me... ". Detto questo Dragone Nero sorrise a Syryo e si spense. " No, Dragone Nero, no! Reagisci, ti supplico! ". Vedendo che era tutto inutile, lo lasciò lì steso a terra. " Che strano... è come se il suo spirito guerriero fosse dentro di me... ".

" Dragoneeeeeeeee!!! ". Una voce familiare lo riportò alla realtà: era Androemdah, che gli chiedeva aiuto. Si voltò per qualche secondo e quando tornò a guardare davanti a sé il corpo del suo avversario era divenuto liquido e nero, poi era scomparso.

 

Capitolo 19

Di nuovo di fronte

" Dragone!!! " chiamava Andromedah a gran voce " Siamo quaaaaaaaa!!! ".

" Stai bene? " chiese Syryo guardando la profondità del burrone.

" Io si " rispose Androemdah " ma Pegaso non reagisce ad alcuno stimolo, temo sia grave! ".

" Non preoccuparti, ora vi tiro su, poi vedremo come aiutarlo ".

Syryo afferrò la catena con entrambe le mani e cominciò a tirarla verso di sé. In poco tempo Andromedah venne finalmente tratto in salvo. " Facciamo presto: guarda com’ è ridotto Pegaso! ". Il cavaliere era completamente ricoperto da macchie nere e la sua carnagione si era fatta tutta scura. La calzamaglia rossa che aveva era ridotta a brandelli ed era anche stato ferito dalle rocce nel tentativo di trovare qualche appiglio per arrampicarsi e cercare di risalire, ma aveva fallito. Syryo lo osservò bene e riflettè a lungo, molto a lungo. Poi finalmente...

" Dobbiamo riattivare le sue stelle dominanti ".

" Le sue... stelle dominanti? " ripeté Andromedah.

" Si, le stelle più importante della costellazione a cui Pegaso appartiene e che equivalgono ad alcuni punti ben precisi del suo corpo. "

" Ma bisognerebbe colpire con molta veemenza. E se poi si sbaglia? "

" No, è impossibile " ribatté Syryo. " I punti da colpire sono ben visibili, è facile individuarli. "

Detto ciò, Dragone si preparò a colpire. Aveva un braccio teso e le dita della mano chiuse. Colpì il torace, da esso fuoriuscì una sostanza nerastra e viscida, simile a quella che aveva visto al posto del corpo di Dragone Nero poco prima. Andromedah bloccò Dragone preoccupato: " Mio Dio, finirai per ucciderlo, smettila, ti prego!!! ". Sembrava quasi che stesse soffrendo lui al posto di Pegaso.

" So quello che faccio " lo rassicurò Syryo. Detto questo continuò a colpire: le spalle, l’ addome, le ginocchia e così via. Il liquido nero continuò a scorrere fuori dal corpo di Pegaso.

" E adesso? " chiese Andromedah a Dragone.

" Andiamo "

" E lo lasciamo qui solo?! "

" Dobbiamo aver fiducia in lui, si riprenderà senz’ altro. "

Andromedah annuì poco convinto e seguì Syryo: Fenix era vicino, presto si sarebbero incontrati ancora. Come avrebbe reagito vedendoli arrivare? Raccolsero i pezzi della Sacra Armatura che erano riusciti a recuperare e si avviarono verso il luogo dove si trovava il loro ultimo nemico.

***

( " I Cavalieri Neri sono stati tutti sconfitti e Dragone Nero mi ha tradito... ora dovrò far tutto il resto da solo. Dagli Inferi quei quattro incapaci vedranno come avrebbero dovuto agire! " ).

Fenix era appostato su una piccola altura e aspettava nell’ ombra l’ arrivo degli ultimi due guerrieri da affrontare. ( " Andromedah è ancora vivo: bene. Non credevo che avrebbe resistito così a lungo, considerando i suoi poteri. Non importa, sistemerò anche lui come ho già fatto con Chrystal! " ). Le cose dovevano andare per forza così, pensava il cavaliere decaduto, ma...

***

La catena di Andromedah segnalò la presenza di un nemico: Fenix era dunque tornato ad essere malvagio, non era più lo stesso che lui aveva curato a Nuova Celxior, era tornato ( anche se solo per poco tempo ) il suo buon fratello di sei anni prima, che lo difendeva, lo proteggeva, lo aiutava, lo curava, lo salvava da molti pericoli. Non era più così. Da tempo la malvagità aveva avvelenato la sua mente. Syryo e Andromedah erano arrivati nel luogo stabilito, dove si trovava il loro ultimo nemico. Uu empia voce li accolse: " Ah, ah, ah!!! Siete arrivati fin qui, ma ora la vostra corsa è finita: se siete qui per aiutare Chrystal siete arrivati tardi, ma se siete venuti per consegnarmi le vostre parti dell ‘ Armatura siete ancora in tempo... ".

" Cosa vuoi dire?! " chiese Dragone già preoccupato " Cigno è forse...? "

" Si " rispose Fenix sorridendo malignamente " La sua mente era debole, è stato facile sconfiggerlo, e ancora più facile sarà sconfiggere voi!!! ".

" Andromedah, coraggio, attacchiamo! " lo incitò Syryo.

Gli occhi del suo compagno però erano vuoti ed inespressivi, non sembrava più vivo ma da essi sprigionava una luce verdastra innaturale.

La catena avvolse Syryo togliendogli il respiro.

" Perché... Andromedah? " riuscì a dire Dragone prima di svenire.

" Mi dispiace " disse amareggiato il cavaliere della Nebulosa " ma è mio fratello, me la vedrò io con lui. Cercherò di risolvere la situazione senza altri inutili spargimenti di sangue. "

" Che cosa significa tutto ciò, Andromedah? " chiese stupito Fenix " Hai forse deciso di tradire i tuoi amici e di schierarti con me? ".

" Affido la mia vita alle tue mani fratello, prendimi con te. " disse Andromedah chinando il capo e inginocchiandosi.

" La tua vita? " ripeté Fenix.

" Non sono venuto qui per combattere contro di te, ma con te. Darei la mia vita per te. "

" Oh, fratello... ". Per un attimo sembrò affiorare la parte non malvagia di Fenix.

"Solo se riuscissi a porre fine a questa battaglia sarei felice e se tu tornassi ad essere il mio buon fratello. Ascoltami, fratello! Sono sicuro che il tuo animo è solo momentaneamente accecato dall’ ira e che il tuo animo è generoso ".

Fenix si alzò in volo: " Smettila di fare il sentimentale!!! ". Detto questo si mise di fronte al fratello e gli dette un pugno, mandandolo contro la parete dietro di lui. Andromedah gemette e un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca. Tossiva e non riusciva a smettere di piangere: Mylock forse aveva ragione, aveva commesso un errore a curarlo quel giorno, si era illuso che suo fratello potesse rinsavire in fretta... ma si sbagliava, aveva fallito.

" E va bene " disse Fenix " Se davvero ci tieni tanto a sacrificare la tua vita per me ti accontenterò subito. Sei pronto fratello?! ".

Andromedah era inerme ; avrebbe potuto colpirlo con la catena ma non voleva fargli del male, non lui, non a lui. Sarebbe stato colpito senz’ altro dal pugno di Fenix se un bagliore bluastro non avesse distratto il cavaliere.

" Che cosa... tu?! "

Era Pegaso, che aveva recuperato la sua armatura ed era riuscito a rialzarsi grazie all’ intervento di Syryo, che ora giaceva privo di sensi accanto ad Andromedah.

" Pegaso, ce l’ hai fatta! " esclamò il cavaliere della Nebulosa sorridendo all’ amico.

" Si, sono arrivato giusto in tempo. Preparati, Fenix: siamo alla resa dei conti. Predisponi le tue difese! Fulmine di Pegaso!!! ".

Il Fulmine, però, mancò l’ obiettivo di diversi centimetri, scagliandosi contro un’ altra parete di roccia. Fenix rise sguaiatamente.

" Ti sei appena rialzato e vuoi batterti con me. Ma se stenti a reggerti in piedi, buffone! " lo derise Fenix.

( " Forse ha ragione, chiedo troppo a me stesso. Devo aspettare, non posso attaccare subito, sprecherei solo energie. Non ne vale la pena. Ma ora come faccio? Posso solo difendermi e respingere gli attacchi, ma quanto potrò resistere? " ).

Capitolo 20

La resa dei conti?

Sirio era ancora a terra, Andromedah tramortito, Pegaso era rimasto praticamente solo ( anche lui in ginocchio come i suoi compagni ) davanti a Fenix. I due avversari si guardavano e nessuno osava attaccare l’ altro.

" Perché fai questo?! " chiese Pegaso cercando di tirarsi su.

" Non sono affari tuoi " gli rispose quello freddamente " Preparati, ora: è la tua fine!!! "

Il cavaliere decaduto stava per infliggere al cavaliere di Pegaso un colpo mortale ma qualcosa attirò la sua attenzione: un campanellino dorato legato ad un nastro rosso. Si voltò e vide qualcuno che aveva creduto morto...

" Chrystal! " esultò Igor.

" Tu?! No... io... ti avevo ucciso!!! " disse Fenix allibito.

" Era solo finzione! " disse il Cigno balzando giù dal picco dove si trovava.

" Ma... cosa...?! "

" Andromedah! Ti sei ripreso! " esclamò Pegaso " E anche tu, Dragone! " aggiunse vedendo che anche Syryo si era rialzato.

" Fenice, il tuo esercito è stato sconfitto, sei solo contro di noi: devi arrenderti! " disse con fermezza il cavaliere del Dragone.

" Accetta la sconfitta e ti sarà risparmiata la vita!!! " soggiunse Chrystal.

" Ti supplico, fratello! Accetta la resa, è inevitabile! " lo pregò Andromedah.

" Inevitabile dici?! " ripeté Fenix con tono beffardo " Saprò sconfiggervi senza l’ aiuto dei miei uomini! ".

" Ma fratello... " cercò di parlare Andromedah.

Fenix rise sguaiatamente, guardò i quattro cavalieri e sorridendo malignamente disse loro: " Se saprete vincere le mie Ali della Fenice mi arrenderò e vi consegnerò l’ elmo, ma se fallite... allora la Sacra Armatura sarà mia e nulla al mondo potrà fermarmi. Non esitate ad attaccare tutti assieme: vi terrò testa ugualmente! ".

" Non sei affatto umile, e questa è una dote non secondaria per un cavaliere. Attaccherò per primo, stanne certo " lo provocò il Cigno.

" Fatti avanti, allora. " disse Fenix sempre più sicuro di sé.

Cristal prese la rincorsa e si lanciò alla velocità del suono contro il nemico, ma quello fu più veloce di lui e lo colpì nello stesso punto in cui c’ era la voragine nella corazza che gli aveva procurato egli stesso. Qualcosa però si era frapposta tra il petto del Cigno e il suo pugno, qualcosa di solido e luccicante...

" Ma questa è... "

Fenix la prese in mano e finalmente capì.

"... la corona della Croce del Nord. Dunque è grazie a questo simulacro che fino ad ora hai sempre avuta salva la vita... "

" Conosci bene la risposta " gli rispose freddamente Chrystal " questo è il prezioso dono che mia madre mi lasciò in eredità ".

" Ma pensa... il regalino della mamma! " disse Fenix con tono di derisione. Spezzò la piccola catena con le mani facendola cadere a terra. Chrystal stranamente non mosse un dito e a tutti sembrò strano.

" Ora non mi fermerò, non più! Stai pronto, Fenix! Vortice... ma Andromedah! Fermati! Che stai facendo?! ".

Andromedah aveva afferrato Chrystal per il polso destro e non allentava minimamente la presa.

" Mi dispiace... non posso farti colpire così duramente mio fratello... "

" Ma che dici?! " chiese stupito Pegaso.

" Lui è tuo fratello, ma è pur sempre un nemico: lui non ha esitato ad attaccarti. Non hai ancora capito che il vero Fenix ormai non esiste più?! Richiama la tua catena, forza! " lo spronò il Cigno.

Andromedah scosse la testa piangendo a dirotto.

" Voi non capite! " singhiozzava ancora. " Quello che ho curato a Nuova Celxior era Fenix, quello che stiamo affrontando ora è il nemico. Io ho deciso di combattere nel Torneo Galattico solo perché speravo di ritrovarlo. Ha mantenuto la promessa che mi fece quando ci separarono: promise che sarebbe tornato qualsiasi cosa fosse successa. Ora lui è qui, e non permetterò che muoia proprio ora che l’ ho ritrovato! Mi dispiace Chrystal: devo impedirtelo, e non solo a te, ma anche a voi altri. Voi... non ucciderete... mio fratello!!! ".

Gli occhi di Andromedah si illuminarono ancora di quella luce verdastra e, come se fosse posseduto, scagliò la catena contro i suoi amici, che vennero feriti e scaraventati a terra. Quando tornò in sé rabbrividì: non credeva che l’ avesse fatto proprio lui. Quel gesto fece rinsavire Fenix, il vero Fenix.

" Fratello... perché l’hai fatto?! Non era necessario. So che vuoi proteggermi, ma non dovresti mettere in pericolo la vita di qualcun altro per salvare la mia. "

Andromedah abbracciò Fenix e lui lo ricambiò a sua volta.

" Ascolta, fratello... "

" Fenix... cosa devi dirmi? "

" Ormai...è tempo che tu sappia ".

" Che cosa? "

" Avrebbe dovuto rivelartelo il duca di Tulae nel caso io non fossi mai più tornato, tentai di dirtelo anche quel giorno a Nuova Celxior ma ora che sono di nuovo qui ed ho l’ occasione di parlarti... te lo dirò. "

" Cosa, Fenix?! "

" Hai il diritto di sapere... dei nostri veri genitori! "

Androemdah era stupito e allo stesso tempo spaventato, quasi impietrito di fronte al fratello. Fenix cominciò a raccontare e Andromedah ascoltò ogni cosa con attenzione...

Capitolo 21

La storia di Fenix e Andromedah

" I nostri genitori erano quasi emarginati dalla vita del villaggio in cui vivevamo, a causa della professione di nostro padre... ".

" Perché? Cosa faceva? "

" Era un cavaliere alchimista ".

" Un cosa?! "

" I cavalieri alchimisti... non mi stupisco che tu non li conosca poiché ne esistono pochi al giorno d’ oggi. Non sono numerosi ma sono molto abili. Usano poteri particolari per forgiare e riparare armi e armature. "

" Capisco... ma perché nostro padre non era ben visto? "

" Il capovillaggio di allora era molto superstizioso e credeva che nostro padre e nostra madre praticassero la stregoneria, poi in effetti riuscì a... ma forse è meglio che ti dica tutto dall’ inizio ".

Fenix e Andromedah si guardarono per degli attimi interminabili, poi il primo dei fratelli continuò a parlare.

" Nostra madre viveva sola, non aveva più parenti ; nostro padre era forestiero e vagabondo: era contro la legge frequentare gli stranieri ma nostra madre non se ne curò. Si innamorarono perdutamente l’ uno dell’ altra e decisero di sposarsi, attirando su di loro le ire degli altri abitanti del villaggio e in particolare del capo. Furono dunque costretti a vivere di stenti, fuori dal villaggio, trattati quasi come bestie, non venivano considerati. Quando nacqui io, tutti li abbandonarono definitivamente credendo che fossi figlio d ‘ un demone. Non importava ciò che dicevano di loro o di me: vivevano come persone normali ed erano felici insieme, il resto non contava. "

" Dimmi, com ‘ erano? Quali erano i loro nomi? "

" Nostra madre era castana, aveva degli occhi languidi e dolci, il suo cuore era puro e non aveva mai voluto male a nessuno. Il suo nome era Dana. Io invece sono praticamente uguale a nostro padre. Sai, nel nostro villaggio c’ era l’usanza di tingere i capelli con sostanze naturali: lui infatti aveva i capelli bluastri e anche i suoi occhi erano blu. Ricordo che aveva una profonda cicatrice sulla tempia destra e anche un‘altra sulla fronte, forse se le era procurate in battaglia. Era forte, intraprendente, coraggioso, deciso, combattivo e fiero. Il suo nome era Fenixis, ed è stato lui il primo cavaliere della Fenice. L ‘ armatura che ora indosso la forgiò lui stesso, lo ricordo ancora. Io non dormii pur di vederlo fabbricare quella corazza: usava strane polveri colorate, argentate e dorate. Era davvero strabiliante. I suoi occhi si illuminavano letteralmente proprio com ‘ è successo a te poco fa. Con le mani modellava una sostanza indefinita che vidi trasformata in armatura indistruttibile, capaci di rigenerarsi da sola come l’ animale leggendario della mia costellazione. "

" Ma come fece a renderla praticamnte invulnerabile? "

" Ora ti spiego. Un giorno gli abitanti del villaggio cercarono di ucciderci bruciando la nostra casa. Riuscirono tutti a fuggire: nostra madre aveva te in braccio, nostro padre era ferito, io invece non ero riuscito a sottrarmi al crollo della casa. Nostro padre, allora, si gettò tra le fiamme e mi cercò. Avevo appena due, forse tre anni, avevo paura ed ero rimasto come pietrificato sul tavolo sdraiato però non sentivo il calore, per me era tutto come sempre, il fuoco non osava nemmeno toccarmi. Nostro padre si stupì quando mi vide inerme ma incolume. Avevo in mano una piuma, una piuma del colore delle fiamme. Riuscì a portarmi via, ma la sua pelle non aveva resistito all ‘ eccessivo calore e si era quasi sbrindellata. Fu terribile vederlo in quelle condizioni per colpa mia. Ricostruita la casa, lui osservò attentamente la piuma che avevo tra le mani quel giorno e finalmente capì molte cose: io ero destinato a diventare cavaliere, la Fenice era dalla mia parte, il fuoco era il mio elemento... il Fato aveva scelto me, poi anche te per compiersi. Grazie a quella piuma lui ha cambiato il mio destino. Io la custodisco ancora...nostro padre ne usò solo un frammento per forgiare la mia armatura, il resto l’ ho io: l’ultima piuma che la Fenice ha lasciato qui sulla Terra "

Fenix mostrò un piccolo amuleto che aveva al collo sotto l’ armatura: era luminescente, quasi accecante.

" La Fiamma della Fenice, così l ‘ ha denominata. "

Andromedah osservò attentamente: all’ interno di una piccola sfera di vetro era contenuta proprio la piuma del leggendario animale.

" Fratello... hai ancora con te la tua stella? "

Andromedah sussultò. Mostrò anche lui un amuleto, una stella platinata grande come un pugno che recava scritto " Tua per sempre ".

" Ora ti spiegherò il perché di quella scritta: il ciondolo te lo lasciò nostra madre prima di... ".

Fenix non riusci a finire la frase: si accasciò a terra gemendo e poco dopo perse i sensi. Andromedah tentò di rianimarlo ma fu tutto inutile. Qualche istante dopo Syryo, Chrystal e Pegaso erano di nuovo in piedi, perplessi di fronte a quella scena: Fenix tramortito ed esanime, Androemdah al suo fianco. Cos ‘ era successo?

" Andromedah! "

" Pegaso... Fenix è riuscito a rivelarmi qualcosa a proposito dei miei genitori, non era collerico, era mio fratello, non il suo lato oscuro! "

" Cosa vuoi dire con questo?! Che tuo fratello ha due personalità diverse in un unico corpo?! " chiese Syryo incredulo.

" Ebbene si, quando vi ho colpiti è rinsavito ed ora il lato malvagio ha preso di nuovo il sopravvento su di lui... non so quando e se si risveglierà: dipende da lui. Mi dispiace solo... "

I compagni lo guardarono con aria interrogativa.

"... di non aver saputo tutto quello che dovevo sapere poiché Fenix si è interrotto. Forse non saprò mai tutta la verità, ho ancora molti dubbi sul mio passato, ho così tante cose da sapere... ".

In quel preciso istante, Fenix riprese i sensi ma la sua espressione era cambiata: la malvagità si era di nuovo impossessata di lui.

Capitolo 22

La sconfitta di Fenix

" Abbracciate la vostra fine con serenità, cavalieri! Cadrete per mano mia! Vi distruggerò! ".

Fenix era di nuovo oppresso dal suo lato oscuro. Andromedah sentiva di aver fallito, tutti gli altri invece credevano ancora nella vittoria. Il cavaliere decaduto, sempre più sicuro di sé, lanciò le Ali della Fenice e riuscì ad atterrare i cavalieri, MA Chrystal non aveva ceduto e resisteva ancora grazie ad uno scudo di ghiaccio potentissimo che annullò il malefico colpo dell ‘ avversario. Alla fine, anche il Cigno cadde a terra esanime ; Fenix non poté gioire per il trionfo: la Sacra Armatura si era composta da sola e si era frapposta tra lui e gli altri cavalieri. Pegaso si trovava dietro di essa poiché era riuscito a rialzarsi.

" Pegaso, tu?! Ma com ‘ è possibile?! L’ Armatura Sacra non può essersi ricomposta da sola: non ha di questi poteri. Tutto questo è assurdo! "

" Assurdo o inverosimile, è così. "

" Vuoi forse dire che l ‘ Armatura vuol dimostrare di essere dalla vostra parte? "

" Questo non lo so Fenix, ma quando mi sono svegliato era qui davanti a me, come se volesse proteggermi, come se volesse impedire a te di colpire. "

" No, è impossibile! "

" In guardia! "

Pegaso lanciò Fulmini su Fulmini ma Fenix li evitò tutti senza alcuno sforzo.

" Non tutti i colpi che lanci sono a velocità supersonica, puoi anche continuare a lanciarne tutti i Fulmini che vuoi, ma io continuerò sempre ad evitarli, perché la maggior parte non supera la barriera del suono e non sono pericolosi. "

" Ah, si?! Ora vedrai! Fulmine di Pegaso!!! "

" Coosa?! La velocità è aumentata! "

Un pugno di fuoco bluastro colpì Fenix al torace, riducendo in pezzi la sua armatura.

" Cosa?! No! La mia armatura... la credevo indistruttibile!!! No, non ci credo!!! "

" Credici, invece: è la verità! Senza quella corazza sei un uomo finito! Ma cosa...?! "

I resti delle vestigia della Fenice si erano come infiammate e cominciavano a ricomporsi sul corpo di Fenix ; pochi istanti dopo l’ armatura era di nuovo tutta intera. Pegaso non riusciva proprio a spiegarselo.

" I pezzi erano piccolissimi, quasi cenere... "

" Infatti! L ‘Araba Fenice rinasce dalle ceneri e così la mia armatura: dai resti delle vestigia nasce un ‘ altra corazza ancora più forte in grado di darmi nuove energie. Ora non temo più né Fulmini né Polveri di Diamanti: le vostre minacce si sono rivelate un ‘ autentica burla! ".

Pegaso era teso: cosa poteva fare da solo? I suoi colpi si erano rivelati poco efficaci, i suoi compagni erano riversi a terra privi di sensi, Fenix era fisicamente superiore a lui: non c’ erano dunque più speranze?

" Pegaso, in guardia: ti distruggeròòòòò!!! "

Fenix scagliò un pugno contro Igor ma qualcosa si oppose alla sua potenza: lo Scudo del Dragone.

" Com ‘ è possibile?! Syryo è ancora svenuto... a meno che... lo scudo non si sia mosso da solo per difenderlo... tutto ciò è ridicolo! "

" Ridicolo o no, questo scudo è potentissimo e nemmeno tu riuscirai ad oltrepassarlo! "

" Non ne avrò bisogno: il mio obiettivo non è lo Scudo del Dragone, ma il tuo corpo! "

Grazie alla scudo Pegaso poteva difendersi daglia attacchi ma non poteva rispondere ai colpi perché si sarebbe sicuramente esposto ad un rischio mortale. Ad un tratto anche qualcos ‘ altro si unì all ‘ armatura di Pegaso, una potente arma di offesa e difesa:...

" Non è possibile! Anche la Catena di Attacco di Andromedah si è unita alla sua armatura! "

" Allora è un segno del destino! Una cosa è certa: saremo in quattro a fronteggiarti! "

" Coosa?! In quattro?! "

I cosmi degli altri guerrieri si unirono a quello di Igor.

" Per te è la fine, Fenix! Fulmine di Pegaso!!! "

" Idiota! Ti sei forse stancato di vivere?! Quel tuo ridicolo colpo non è efficace contro di me... ma cos’ è questo freddo?! è come se ci fosse anche la Polvere di Diamanti... non posso evitarli entrambi! "

" Troppo a lungo hai calpestato amore, amicizia... e solidarietà! Ciò che ci ha uniti tu non riuscirai mai a sopprimerlo con la tua malvagia potenza, capito?! "

Il colpo fu molto violento, devastante: Fenix rimase immobile, Pegaso aveva ancora il pugno sul torace del suo avversario ;

" Fenix... se ti saprai superare diventerai il più forte dei cavalieri! "

" Erano le parole di un uomo che non conosceva la forza di volontà e l’ amicizia che vi lega ".

" Che cos ‘ hai detto?! "

Pegaso ritrasse il pugno lasciando libero Fenix.

" Ricordavo le parole di un uomo che ho conosciuto durante il mio addestramento sull‘Isola Nera. Io sono stato tradito, ma tu... "

Così dicendo Fenix prese Igor per le spalle e lo girò dalla parte dei suoi amici che nel frattempo si erano ridestati.

" Andromedah, Cigno, Dragone! "

" Pegaso, hai vinto! " esclamò Syryo richiamando a sé lo scudo.

Andromedah sorrise e anche lui riprese possesso della sua arma. Fenix, a causa delle ferite, non riuscì più a reggersi in piedi. Pegaso riuscì ad afferrarlo appena in tempo.

" Fenix! Ti prego, diccelo: cosa ti hanno fatto su quell’isola?! "

Fenix aveva un ‘ espressione di dolore e spavento, esitò a rispondere.

" Quello... quello era l’ Inferno! " disse solo.

 

Capitolo 23

Il segreto di Fenix

" Laggiù era l’ Inferno. "

" Inferno?! Che cosa vuoi dire?! " chiese Pegaso desideroso di aiutare il compagno di un tempo.

" Oh... tu non l’ hai mai provato, non puoi capire! "

" Fenix... "

" Lasciami! Ti ho detto che non capirai mai! "

Fenix tentò di lanciare le Ali della Fenice ma Pegaso fu più veloce di lui e gli bloccò le braccia. Fenix rinunciò e quasi rassegnato si lasciò cadere in ginocchio.

" Non sono affatto sorpreso di avere perso... "

" Ma cosa ti è successo laggiù?! " chiese nuovamente Pegaso.

" Ti prego fratello, dimmelo! "

" A – Androemdah... "

I due fratelli si guardarono ; Andromedah mise una mano sul petto del fratello, sopra alla mano di Fenix.

" Devi odiarli, devi odiarli, Fenix! "

Fenix continuava a sentire quella voce nella sua testa ed era molto turbato.

" Dovrai odiarli tutti! "

" Quello, quello era l’ Inferno!!! "

Isola Nera, alcuni anni prima...

( Il duca Helman mi aveva rivelato che l’ armatura forgiata da mio padre era stata trafugata e portata su quell’ isola ed è proprio per questo che decisi che ci sarei dovuto andare io. Lo feci anche per salvare Andromedah, certo, ma recuperare ciò che io consideravo un‘eredità spettava a me soltanto. Fu una fredda accoglienza quella che mi riservò il maestro... )

" Dunque sei tu quel ragazzo venuto dall ‘ altra parte dell’ oceano per diventare cavaliere... "

" Si... maestro "

" Cominceremo subito! Avanti, mostrami cosa sai fare ragazzino! "

( Io mi allenai fino allo stremo quel giorno, senza sosta, senza poter mangiare o bere ma nonostante i miei sforzi per il maestro non era sufficiente. Fui sul punto di cedere più volte durante tutti quegli ani. Poi, due anni orsono, rinchiuso in quella che un tempo doveva essere una cella per prigionieri, vidi lei... la più bella creatura che avessi mai visto: Esmeralda... lei mi curò i lividi e le ferite e mi fece compagnia in quella squallida prigione pur sapendo che il suo patrigno, il mio maestro, avrebbe potuto punirla senza farsi troppi scrupoli. Nonostante tutto lei non smise mai di venire da me: lo fece anche il giorno dopo e tutti quelli che seguirono. Lo ricordo ancora, il mio primo incontro con lei. Non riuscivo quasi a muovermi per quanto ero ridotto male. Pensavo intensamente ad Andromedah quando sentii la sua mano appoggiata delicatamente sulla mia schiena per bagnare le mie ferite ).

" A-Androemdah?! "

( Inizialmente la scambia proprio per lui, ma poi mi resi conto che era stata solo un ‘ illusione. Quando mi voltai e la vidi ero meravigliato e affascinato da quella ragazza. Era bella, troppo bella per essere nata sulla Terra. Era bionda e i suoi occhi verdi sembravano ghermirmi l’ anima. Non l’ avevo mai vista, lei invece... )

" Dimmi... chi sei? "

" Tu non mi conosci, ma io si: ti vidi arrivare dalla baia dell’ isola e avvisai il tuo maestro, ho assistito sempre ai vostri allenamenti di nascosto. Il mio nome è... Esmeralda. "

" Sai Esmeralda, ti avevo scambiata per mio fratello. Mi manca moltissimo sai? Tranne il colore dei capelli e alcuni particolari... voi due vi somigliate molto. "

" Uh uh! "

( Più la guardavo più mi convincevo che lei era una dea in Terra. Il suo sorriso era diverso da tutti quelli che avevo avuto occasione di vedere. La sua espressione cambiò tutta d’ un tratto. )

" Io ho timore per te: sei sempre così debole e stanco, prima o poi ti uccideranno, Fenix! "

" Suvvia, non esagerare! Non posso morire proprio ora: devo resistere ancora se voglio diventare cavaliere della Fenice e tornare in patria con quelle vestigia vivo. "

" Si, ma mi sembra che il mio patrigno sia stato molto esplicito con te, Fenix "

" Si, infatti. Può sembrare crudele per il fatto che porta quella strana maschera e che odia tutto e tutti e vuole costringermi a farlo a mia volta, ma infondo... agisce per il mio bene. "

" Se lo dici tu... "

( Lei mi bagnò la schiena per alleviare il miol dolore ; gemetti. )

" Perdonami, ti ho fatto male? "

( Feci cenno di no con la testa ma solo perché ero troppo orgoglioso per rispondere si )

" Abbi pazienza, Fenix: ho quasi finito "

( Mi sarebbe piaciuto moltissimo che lei rimanesse lì accanto a me per sempre... )

" Esmeralda, ti ringrazio ma non voglio che tu soffra per colpa mia "

( Lei mi guardò ancora una volta con il suo sguardo dolce ed ingenuo. )

" Io ho paura... che tuo padre lui ti punisca "

" Non lo temo. Ma tu devi sapere che poco prima che arrivassi tu era partito al Grnade Tempio per un pellegrinaggio e quando tornò sembrava quasi un altro uomo "

" Il Grande Tempio, hai detto? "

" Si... "

" Non preoccuparti: ad ogni modo... io ti difenderò se provasse a maltrattarti, lo giuro. "

" Ora sono io a doverti ringraziare "

( Se ne andò, ma solo con lo sguardo mi fece capire che sarebbe tornata... con lei infatti trascorsi dei bellissimi momenti e mi fece scoprire ciò per cui vale la pena vivere... fino a quel maledetto giorno, il giorno della mia investitura! ).

" Fenix, questo è l’ ultimo giorno! Hai solo due possibilità: lottare contro di me per il titolo oppure morire! "

( Ero terribilmente teso, non credevo di poter affrontare una prova tanto gravosa... cominciai a colpirlo ugualmente, ma senza risultati. Sembrava che non avvertisse i miei pugni, nulla. Ogni tattica che adottavo sembrava efficace. Alla fine riuscì ad atterrarmi. )

" Concentrati, Fenix! Concentrati sul tuo nemico ad un punto tale da volerlo distruggere, al diavolo i buoni sentimenti! "

( Continuò a colpirmi ripetutamente poi mi afferrò e mi caricò sulle sue spalle per atterrarmi una seconda volta. )

" Pensa a tuo fratello, per il quale ti sei sacrificato, pensa ai tuoi genitori che sono morti perché erano troppo vigliacchi per combattere. Ora, dimentica tutto e tutti, dimentica tutto ciò che vive. Giuramenlo, Fenix! Dimentica anche me. "

( Riuscì a scaraventarmi a terra ; non mi arresi: continuai a combattere con tutta la forza che avevo in corpo finché, stremato, fermai il mio pugno e rimasi immobile, ero senza fiato. )

" Razza di idiota! Perché ti sei fermato?! Non capisci che un ‘ esitazione del genere può costarti la vita?! "

(Lanciò un pugno, ma lo evitai con una capriola all’ indietro. Rialzandomi però venni colpito ugualmente, enon solo io... mi voltai e vidi Esmeralda non molto lontana da me: sanguinava ed era stata colpita al cuore, la sentivo gemere e invocare il mio nome prima di lasciarsi cadere al suolo ).

" F- Fe nix! "

" NO, NO! ESMERALDAAA!!! "

" Fenix! "

" Esmeralda... "

" Fenix, ti prego... perdona mio padre! "

" Non preoccupart di questo, ora cerca di rimetterti Esmeralda, capito? "

" Ti supplico Fenix, fallo per me: trasformati presto in una Fenice... e vola lontano da qui... "

" Esmeralda... "

" Ti prego... vola lontano... "

( Reclinò la testa, sentii il suo cuore e il suo respiro svanire. I miei occhi si colmarono di lacrime, piansi come non avevo mai pianto in vita mia. )

" Emeralda... E smeralda... Esmeraldaaa! "

" Peggio per lei: non avrebbe dovuto immischiarsi in questa faccenda "

( Alzai la testa e sentii la rabbia invadermi, il dolore amplificava tutto: i miei sensi, la mia frustrazione, l ‘ odio... Quelle parole mi disgustavano )

" Esmeralda era tua figlia! Come puoi parlare di lei in questo modo?! "

" E con questo cosa cambia?! Da quando indosso questa maschera non sono più un essere umano. Ricorda Fenix: sei stato tu ad uccidere Esmeralda! "
" Che cosa?! "

( Quelle parole mi ferirono, infondo sapevo che era così: se non mi fossi scansato il colpo avrebbe ucciso me e non lei ma infondo cosa sarebbe cambiato? Io o lei saremmo comunque rimasti infelici per sempre... )

" Non potendo sconfiggere me hai indebolito lei che ti ha amato fino a morirne "

( Quelle parole graffiarono il mio cuore come pugnali, come spine... )

" No, è falso... è una menzogna! "

( Le lacrime mi rigavano inesorabilmente il volto e non accennavano a fermarsi, così come il mio furore incontenibile ).

" Maledetto, maledetto! Che tu sia maledetto!!! Preparati ad incontrare... la mia vendetta... "

( Sentii nuova forza in me, il mio cosmo si stava lentamente delineando, la Fenice era con me: non esitai più e cominciai a colpirlo con raffiche di pugni che questa volta non evitò )

" Ecco! Così, così Fenix! Così si diventa cavalieri! Il vecchio Fenix è morto... ed è nato quello nuovo! "

( La collera si impadronì definitivamente di me: il mio maestro fece la stessa orrenda fine che era stata destinata alla mia Esmeralda ; lo colpìì al cuore, sanguinò, gemette, cadde rovinosamente. Avevo vinto a prezzo della vita di colei che amavo, non riuscivo a gioire. )

" Questa è la tua seconda vita, sei diventato cavaliere, d ‘ ora in poi... niente ti potrà far soffrire! "

( Ho ucciso il mio maestro: la maschera che aveva sul volto divenne scura quanto la mia anima. Mi volsi al male, presi il controllo dell’isola, seppellii la mia amata creatura e cominciai a cercare i guerrieri più valenti e malvagi della Terra e finalemte formai il mio esercito. Il resto lo sapete già).

Tutti rimasero a lungo in silenzio poi Fenix continuò a parlare.

" Ma ora... ho perso tutto, come potete vedere! "

" Non dire così: ti rimane Andromedah... e ci siamo anche noi! " lo incoraggiò Igor.

" Ha ragione: tu resti comunque un cavaliere come noi " aggiunse Chrystal.

" Fratello... "

Fenix resinse Androemdah con una spinta e fece una capriola all’ indietro.

" Allora cosa aspettate?! L’ Armatura Sacra è vostra, non vi resta che unirne i pezzi... "

Fenix si interrupe con una smorfia di dolore. Tutti preoccupati fecero un passo avanti ; le ferite di Fenix sanguinavano e lui stesso cominciava a non distinguere più forme, colori, luci ed ombre; Andromedah fu il primo ad accorgersene. Si avvicinò al fratello per cercare di far qualcosa per lui. Si accorse che la sua catena si stava muovendo: un nemico era vicino, molto vicino.

Capitolo 24

Lotta per la Sacra Armatura

La terra cominciò a tremare. Syryo e Pegaso riuscirono a scansarsi, Chrystal riuscì a creare una lastra di ghiaccio per permettere anche a Fenix e Andromedah di passare indenni dall’ altra parte del burrone ma si erano dimenticati dell ‘ Armatura Sacra, che stava precisando in quella voragine infinita. Pegaso tentò di afferrarla ma qualcun altro fu più veloce di lui: erano dei guerrieri dall’ armatura scura e parevano tutti uguali.

" Fenix, sono Cavalieri Neri questi? " chiese Pegaso sconcertato.

" No, non sono loro: i Cavalieri Neri dovrebbero essere tutti morti prima di me... "

" Allora chi sono?! "

Nel frattempo quegli strani cavalieri savano lottando contro gli altri.

" Evidentemente c’ era anche qualcun altro a volere l ‘ Armatura Sacra " disse Chrystal mentre atterrava un avversario.

" Dobbiamo fare di tutto per non lasciarcela scappare! " disse Syryo cercando di recuperare alcuni pezzi insieme al Cigno. Purtroppo vennero fermati. I misteriosi guerrieri in nero avevano aperto nuove voragini con la sola forza dei pugni e la pedana di ghiaccio aveva ceduto.

" Attenti! " urlò il Dragone cercando di far scansare Pegaso che stava per precipitare. Fenix venne accecato dal sole e perse l’ equilibrio. Riuscì comunque ad aggrapparsi momentaneamente alle rocce per non cadere. Andromedah accorse in suo aiuto.

" Coraggio, afferra la catena. "

Fenix non si mosse.

" Aggrappati! "

" No... lasciami andare o cadrai anche tu! "

" Ora che ti ho trovato non ti abbandonerò. Ti supplico, non morire... "

Fenix era preso dal rimorso, non sapeva cosa fare, se dar retta al suo orgoglio o alle suppliche del fratello.

" Perdonami, è tutta colpa mia se sei finito in quell’ inferno! "

Fenix alzò la testa e incontrò lo sguardo implorante del fratello. Gli sovvennero molti ricordi: la fuga dal villaggio, l’ incontro con il duca, gli allenamenti nel collegio, l’ estrazione del luogo dell’ addestramento, la dolorosa separazione per entrambi...

" Mi dispiace Androemdah, perdonami: ti ho tradito!"

Fenix chiuse gli occhi e si lasciò cadere. Androemdah lo afferrò con la catena.

" Forza! "

" Fratello... "

" Non ti lascerò morire! "

In quel momento un guerriero nero cercò di sorprendere Andromedah alle spalle ma il cavaliere di Atena riuscì lo stesso a dare un poderoso calcio al nemico e atterrarlo: solo la salvezza del fratello gli premeva in quel momento, null’ altro.

" Molla la presa o precipiterai con me! "

" Ti seguirò ovunque, fratello! "

" Androemdah... "

" Fenix... "

Calde lacrime scesero dal volto di Androemdah e ricaddero su quello di Fenix che cambiò espressione: il suo sguardo era divenuto più sereno.

" Fratello... "

" Sei di nuovo tu? Fenix? Il mio amato fratello?! "

Andromedah tirò su Fenix con forza. Ora erano nuovamente insieme, nel bene questa volta.

" Fenix... "

" Fratello! "

Intanto la battaglia infuriava.

P: ( " Non avrete mai l’ Armatura Sacra! " )

In quel momento comparvero alcuni cavalieri che avevano con loro quasi tutti i pezzi dell ‘ armatura.

" Siete un branco di imbecilli! " tuonò una voce " Cosa ci vuole ad eliminare questi incapaci?! Sono solo in quattro! Recuperate quelle vestigia altrimenti saranno guai! "

" E quello chi è?! " si chiese Pegaso.

" Cosa aspettate?! Li avete tutti i pezzi dell’aramatura? "

" No, Socrates: ci manca solo l’ elmo " rispose uno dei guerrieri in nero.

" Socrates?! " esclamò Pegaso.

" Come fai a conoscerlo? "chiese Dragone.

" Ne ho sentito parlare in Grecia, durante gli anni d’ addestrameto. "

" Dicci quello che sai! " disse il Cigno sconfiggendo un avversario.

" Era il terrore di tutti noi: si diceva che avesse una forza smisurata e un corpo gigantesco. "

" Ah... le dimensioni di un corpo non sono nulla! " dichiarò Chrystal in tono beffardo.

" Ah! Ne sei sicuro?! " replicò il gigante.

" Attenti! " esclamò Fenix alle loro spalle.

" Fratello... "

" State lontani... Socrates ha un colpo invincibile, non... sfidatelo... "

" Non esistono colpi invincibili! " rispose Pegaso.

In quel momento Socrates stava concentrando tutto il suo Cosmo nelle braccia: si preparava ad attaccare. Il suo pugno micidiale travolse tutti e quattro i cavalieri, tranne Fenix che era più lontano da loro. Si formò una specie di piccola fossa. I guerrieri si rialzarono.

" La sua forza è mostruosa! " commentò Pegaso intimorito. Socrates rise malignamente ma non poteva ancora dirsi soddisfatto...

Capitolo 25

Addio, Fenix!

" Fenix! Dov’ è l’ elmo? Tiralo fuori! " riecheggiò la voce di Socrates.

" Stai scherzando?! Cosa vuoi che ne sappia io... " rispose Fenix in tono beffardo.

" Razza di arrogante, sai con chi stai parlando?! " si infuriò Socrates.

Fenix non si curò di lui.

" Pegaso, l’ elmo è qui dietro alle rocce alle vostre spalle.Prendilo e mettilo in salvo! "

Pegaso annuì. Lo trovò facilmente ;

( " Fenix, maledetto! L’ elmo ce l’ avevi proprio tu! L’ ho cercato dappertutto! Devo rimettere insieme l’ armatura, devo riportarla al Grande Tempio... a costo di eliminarvi tutti " ).

Fenix, comprese le intenzioni dell’ avversario, si preparò a contrattaccare.

" Pensi forse che ti lasci uccidere me e i miei compagni? Mai! Dovrai prima affrontare queste! Ali della Feniceee!!! "

Fenix, pur non vedendo chiaramente, centrò il bersaglio: fece cadere la parete di roccia alle spalle di Socrates che venne travolto insieme ad alcuni suoi soldati. Fenix, esausto, cadde in ginocchio. Le rocce continuavano a crollare senza tregua.

" Corriamo! " ansimò Chrystal correndo più che poteva. Dragone e Cigno saltarono ; Pegaso e Andromedah erano in procinto di farlo, ma poi... gli sguardi dei due fratelli lontani si incrociarono e allora...

" No! Fenix! " pianse il cavaliere della Nebulosa.

" Vieni via, Andromedah! " cercò di dissuaderlo Igor.

" Potevamo ricominciare tutto daccapo!!! " continuò a singhiozzare il ragazzo.

" ANDROMEDAAAAAH!!! AAAARGH!!! "

Fenix venne travolto da un masso. Andromedah era traumatizzato e cercava in tutti i modi di sfuggire a Igor che lo teneva saldamente bloccato ai fianchi.

" Fenix! FEEENIIIIX!!! "

I due raggiunsero gli altri e rimasero nascosti finché i crolli non cessarono. Tutto taceva.

" Dovevo salvarlo... avrei dovuto... "

" Non devi fartene una colpa, Andromedah " cercò di farlo calmare Syryo " Lui non ti avrebbe mai permesso di aiutarlo: non avrebbe voluto salvarsi a prezzo della tua vita. "

" Si è sacrificato per salvare tutti noi " aggiunse Chrystal " è stato un temibile rivale ma anche il più prezioso degli alleati. Onore a lui. "

" Uh?! Ma... "

Pegaso aveva avvertito qualcosa.

" Lo sento anch ‘ io " disse Andromedah guardandosi attorno. " Questo cosmo... ma non può essere il suo... lui.... "

La catena cominciò ad indicare un punto alle spalle dei quattro cavalieri. Andromedah si alzò e corse nella direzione indicata dalla catena. Il cosmo che aveva avvertito ora era molto vicino anche se debole. Non c’ erano dubbi: Fenix era ancora vivo! Anche Igor, Syryo e Chrystal raggiunsero Andromedah e lo aiutarono a spostare i massi. Emerse un braccio tutto insanguinato ricoperto da scaglie bronzee.

" Fenix, fratello mio! "

La Fenice era imprigionata sotto cumuli di detriti e non era del tutto libera.

" A-Andromedah... mi... mi dispiace... io... "

" Non parlare, fratello: cerca di recuperare le forze. "

" Il mio corpo è spezzato in due, devi lasciarmi andare. Nulla più mi trattiene qui. "

" No, Fenix! "

" Ma prima... dovete sapere a cosa andate incontro "

" Che cosa vuoi dire? " chiese Pegaso perplesso.

" Io non sono l’ unico ostacolo alla vostra lotta contro il male! "

I quattro guerrieri fissarono il loro compagno morente cercando spiegazioni.

" Il Tempio... Il Grande... Tempio. Guardatevi dai cavalieri di Grecia. "

In quel momento si sentì un ronzio: era l’ elicottero di Milady, lo stesso che li aveva condotti in quel luogo ostile. In breve il velivolo atterrò e Lady Annabel si precipitò subito dai suoi cavalieri. Nel vedere Fenix ridotto in quello stato provò una tristezza che ben poche volte aveva provato. Lei era cresciuta anche insieme a lui, infondo era un amico d’ infanzia. Si avvicinò a Fenix e, chinatasi, sovrappose la sua mano a quella del compagno di giochi di un tempo.

" S-Siete voi, Milady. "

" Fenix, io... io non dovevo permetterti di andare su quell’ isola "

" Era scritto nel mio Destino, era inevitabile "

" Se solo potessi fare qualcosa per te la farei... "

" Allora mi prometta... che custodirà insieme ad Andromedah e gli alti l’ elmo che Pegaso ha con sé. Purtroppo è tutto ciò che mi restava dell’ Armatura Sacra, i guerrieri in nero che ci hanno attaccato sono fuggiti con le altre otto parti. La fine giunge anche per me, ora. Vado a raggiungere i miei genitori, la mia amata Esmeralda... Addio... Cavalieri delle Tredici Stelle. Proteggete l’ aramtura come io non ho saputo fare. A – Addio... "

Il volto insanguinato di Fenix si rigò di lacrime. Reclinò la testa. Milady e Andromedah piansero ;

" Noi tutti pregheremo per te " sussurrò Dragone.

" Ti prometto che recupererò e custodirò tutti i pezzi dell ‘ Armatura Sacra. " disse solennemente Pegaso mettendosi una mano sul cuore.

" Anch ‘ io... te lo prometto. " giurò Andromedah asciugandosi le lacrime.

" Fenix... riposa in pace "

" Chrystal, ma quella...! "

Il Cigno aveva di nuovo con sé la Croce del Nord. Mise la sua preziosa eredità nelle mani ancora calde del compagno scomparso.

" Mamma, ti prego di proteggere Fenix. "

Il sole stava tramontando ; Syryo si voltò e vide...

" Kiki! Anche tu qui? "

Il bambino annuì.

P: ( " Ti supplico, Fenix: veglia su di noi! " ).

La Corona del Nord luccicava nelle mani di Fenix ai tiepidi raggi del sole che ormai aveva compiuto il suo ciclo. Quel tramonto voleva dire molto, molto di più: nuove sfide e nuove nemici attendevano i quattro giovani... i Cavalieri delle Tredici Stelle. Avevano deciso all’ unanimità che sarebbe stato quello il loro nome, così come li aveva chiamati Fenix. Un altro modo per ringraziare la Fenice di averli protetti.

" Fratello, il segreto dei nostri genitori ora è morto con te. Saprò mai la verità sul nostro passato? "

 

-Fine-