PHOENIX
Il giorno dopo, Pegasus si risveglia nella stanza dell’ospedale, ci sono con lui i bambini dell’orfanotrofio, Lamia e Geki:
"Finalmente! Come ti senti?"
Disse Geki. In quell’attimo bussano alla porta. Entra per primo Aspides, seguito da Fiore di Luna e Sirio. Geki guardò Sirio con aria minacciosa:
"Pegasus, ti sei svegliato?"
Domandò Aspides:
"Pegasus! Ti sarò eternamente grato. E’ stato un nobile gesto, pensando anche nelle tue precarie condizioni. Spero accetterai questo dono da parte nostra!"
Porse davanti a Pegasus un cesto con tutti cibi cinesi e tutti ne mangiarono con gusto, compreso Geki, che nel frattempo capì le intenzioni buone di Sirio. Le ragazze uscirono con i bambini, mentre gli altri restarono in camera a parlare:
"Durante il combattimento, ho sentito una presenza estranea, un altro cosmo. Ho pensato fosse il cavaliere della Fenice mancante all’appello, ma non ne sono sicuro. In più mi sembrava ostile, come se fosse una minaccia. "
Parlò per primo Sirio:
"E’ vero! Ho avvertito anch'io qualcosa, ma sono sincero non m’interessa nulla, voglio solo ritrovare mia sorella, se sarà il cavaliere della Fenice con cattive intenzioni ci penserà Lady Isabell e la sua fondazione!"
Aggiunse Pegasus:
"Io non ho sentito niente. Ero concentrato nel combattimento!"
Disse Geki:
"Accidenti! Credo di essermi perso qualcosa!"
Aggiunse Aspides.
"Il cavaliere del Cigno, Cristal, come sta?"
S’informò Sirio:
"Siamo nella stessa stanza, l’ho lasciato nel suo letto. Ieri non ha aperto bocca, ma le sue condizioni sono migliorate parecchio."
Disse Aspides. Ci furono lunghi secondi di silenzio. Poi Sirio si pronunciò ancora per primo:
"Ragazzi, parto! Ritorno dal mio maestro, ha bisogno di me. Fiore di Luna ha detto è molto malato e non voglio lasciarlo solo. Lui si è sempre sacrificato per me!"
"Buona fortuna Sirio, fatti sentire appena puoi!"
Gli augurò Pegasus, stava aggiungendo dell’altro, quando tutti sentirono una richiesta d’aiuto. Non con l’udito, ma attraverso un cosmo. Un cosmo potente e magnifico, che trasmette amore e serenità. Lamia, Fiore di Luna ed i bambini entrarono nella stanza di Pegasus e trovarono una sorpresa, non c’era più nessuno e la finestra era spalancata. Nella stanza di Cristal si presentò lo stesso scenario.
Intanto nel palazzo dei Tornei era incominciato lo scontro tra Andromeda ed Asher. Una alla volta indossano le proprie armature con salti acrobatici e salgono sul ring.
Le ragazze impazziscono per Andromeda, con un volto da far invidia ad una star del cinema, mentre il resto del pubblico era curioso di vedere Asher all’opera, in quanto al primo incontro non è stato soddisfacente:
"Sei molto ammirato tra le ragazzine, ma sarai tanto forte quanto bello?"
Iniziò Asher:
"Non voglio battermi sul serio, ho partecipato solo nella speranza di trovare mio fratello, separato da me, quando eravamo piccoli. Trovo molto insignificante questo torneo, ma non posso fare altrimenti! Asher, perché partecipi a questo torneo?"
Chiese Andromeda:
"Non sono affari che ti riguardano, sappi una cosa, ora sei qui davanti a me e non scenderai dal ring se prima non ti batterai!"
Asher partì all’attacco, ma Andromeda riuscì ad evitare due attacchi con semplicità e dispose le catene a difesa, in dotazione alla sua armatura, intorno a se:
"Asher, non costringermi ad usare la forza, altrimenti ne subirai le conseguenze. Ti avverto! La mia catena è molto potente!"
"Non farmi ridere. Un paio di catene non possono fermarmi!"
Rispose Asher e partì di nuovo all’attacco, ma non fece in tempo ad avvicinarsi che fu investito da una miriade di catene lanciate alla velocità del suono. Cascò rovinosamente a terra con l’armatura danneggiata in parte e non credette ai suoi occhi. Si rialzò faticosamente:
"Non può essere!"
Disse sottovoce, ripartì ancora all’attacco e di nuovo fu colpito. L’armatura incomincia ad avere crepe vistose.
A terra e sanguinante, con lo sguardo rivolto verso l’alto Asher pensò:
"Una difesa inespugnabile! Deve esserci un varco, un punto debole, non può essere invincibile per quanto sia potente! Lady Isabell………."
Guardò in direzione di Lady Isabell, la quale non dava segni d’interesse.
Poi ebbe un’idea:
"Caro il mio attore. Ho trovato il varco!"
Parlò sottovoce. Andromeda di fatto suo intuì qualcosa e si preparò a riceverlo. Asher fece un balzo, il suo corpo si confuse con la luce dei riflettori e iniziò la discesa con il calcio in avanti:
"ANDROMEDA! Ho superato le tue difese! Vengo a prenderti!"
Una piramide di catene si creò intorno ad Andromeda ed investì in pieno Asher, il quale cadde pesantemente a terra:
"Stolto! La cima della catena è anche la più potente!"
Disse Andromeda a bassa voce. Ad un tratto però, la catena incomincia a muoversi spontaneamente. Black l’unico ad assistere al combattimento pensò fosse Andromeda stesso a muoverla, ma si accorse che qualcosa di anomalo c’era. La catena formò la parola "AXIA", Andromeda non seppe dargli un significato, nemmeno Black per un primo momento seppe dare risposta, erano sorpresi:
"ANDROMEDA!"
Asher si rialzò di nuovo in piedi, barcollante e sanguinante in varie parti del corpo:
"Asher, fermati, la catena vuol dirci qualcosa, ma ora non ci viene in mente nulla!"
Asher non l’ascoltò per nulla e gli corse incontro, la catena in un attimo si dispose a difesa e lo attaccò, ma incredibilmente schivò una alla volta le catene, contorcendosi come un acrobata di un circo ed appena si trovò ad un metro da Andromeda urlò:
"GALOPPO DELL’UNICORNO!"
Asher centrò Andromeda, il quale si ritrovò a terra e privo del suo elmo volato giù dal ring, mentre Asher per l’eccessivo sforzo a stento si resse in piedi.
Andromeda si rialza un po’ affannato:
"Asher! Prima ho cercato di dirti che la catena si è comportata in modo anomalo!"
"Cosa m’importi! Potrei pensare sia una scusa per distrarmi ed attaccare alle spalle!"
La catena in quel mentre incominciò a muoversi più velocemente e freneticamente, Asher si dispose a difesa, ma notò la catena puntare altro, lo scrigno d’oro dell’armatura del Sagittario:
"AXIA vuol dire prezioso!"
Disse Black improvvisamente:
"E’ vero! In questo caso prezioso è l’armatura del Sagittario, ma per quale motivo?"
Aggiunse Andromeda. Detto ciò le luci si spensero. Si sentì un grido di spavento in prossimità dello scrigno del Sagittario. Si notò un’ombra aggirarsi intorno allo scrigno, Lady Isabell fece subito riaccendere le luci e comparì un cavaliere sconosciuto. Tutti rimasero in silenzio:
"Signore e signori, è finalmente giunto l'ultimo combattente, il cavaliere della Fenice!"
Il telecronista preso alla sprovvista, improvvisò questa battuta, non sapendo minimamente se in realtà fosse il cavaliere della Fenice o no. In realtà è veramente il cavaliere della Fenice, l’armatura che indossa rappresenta proprio l’animale mitologico. Il volto del cavaliere è coperto da una visiera, nascondendone l’identità. La catena a quel punto di sua iniziativa partì in direzione del nuovo cavaliere e si aggrappò al polso di quest’ultimo. Asher e Black avvertirono dell’odio nel cavaliere della Fenice, e si prepararono a difendersi. Phoenix per la prima volta parla:
"Andromeda! Fratellino caro, sei rimasto sempre il solito premuroso di cuore e piagnucolone, tu sarai il primo a morire, gli altri ti seguiranno a ruota."
Disse con ironia e dal suo pugno partì un colpo, ferendo Andromeda:
"Cosa hai detto? Tu saresti Phoenix?"
Disse Andromeda a terra ed incredulo. Phoenix alzò la visiera, Andromeda lo riconobbe all’istante ed incominciò a piangere:
"Fratello, finalmente ci siamo ritrovati, il destino avverso ci ha fatto incontrare di nuovo. Perché mi hai colpito, non capisco? Voglio solo tornare insieme a te come una volta. Ti prego, fammi capire cosa ti è successo in questi anni, fatti abbracciare!"
Disse Andromeda un po’ confuso, cercando di dire più cose insieme.
"Con piacere!"
E Phoenix spiccò un balzo.