Capitolo 7
IL DIO DELLA VITA
Kikker aspettava un miracolo che potesse fermare i missili. Non poteva distruggerli, altrimenti il pianeta ne avrebbe subito le conseguenze; doveva far forza sulle sue capacità telecinetiche, ma aveva bisogno delle energie dei suoi compagni i quali non tardarono a infonderli con dei lampi di luce buona parte dei loro cosmi.
Il Saint dell’Ariete invoca anche la forza del fratello Mur e del grande Sion e emana potenti onde telecinetiche verso tutti i missili. Purtroppo dover frazionare i suoi poteri su più corpi in rapido movimento rende l’impresa alquanto ardua e mentre sta per cedere sente l’energia di una divinità che lo supporta: si tratta di Liv avente anche l’appoggio degli altri giovani dei. I missili quindi vengono letteralmente teletrasportati nello spazio siderale e tutti i guerrieri urlano di gioia.
Le spade di Angelo e Kassim si incrociavano più volte, generando lampi e boati che si diffusero per tutto il pianeta ma, mentre Angelo mostrava un evidente affanno, Kassim sembrava non essere per niente affaticato, il guerriero con l’armatura di Lucifero era un livello superiore al NeoGod e Angelo consapevole di ciò sente ormai abbandonare tutte le speranze, ma percepisce nuovamente la sensazione avvertita a Piazza San Pietro: deve essere lui il più forte non l’avversario, un antico e arcaico rancore verso Kassim o meglio verso la sua nuova armatura, Lucifero. Angelo scende sulla terra, nel deserto del Gobi, lasciando la sua spada; Kassim lo emula lasciando intendere che anche a mani nude lo avrebbe eliminato. Così i due utilizzano le loro tecniche segrete: Angelo il PUGNO DI LUCE mentre Kassim la SFERA CELESTE. La divinità sembrava riuscire a contrastare con la forza del pugno la sfera di energia ma Kassim utilizza la Penta Frenesia e Angelo viene scaraventato chilometri lontano dall’esplosione. Arrivano gli altri Neo Gods e i Gold Saints pronti a proteggere l’amico ma Angelo li supplica di non intromettersi; Liv gli dice che questo è un vero e proprio suicidio, ma Angelo sconvolge tutti dicendo che se doveva morire doveva essere solamente in quel combattimento. Parole, queste, mai pronunciate dal giovane ragazzo che ora mostra un forza d’animo ultraterrena.
Si rialza sotto gli occhi attoniti di Kassim che non può far altro che elogiare un simile guerriero con cotanto coraggio quindi decide di non farlo soffrire oltre e si prepara a sferrare l’attacco finale. Lo sguardo di Angelo sembra cambiare, più sereno quasi lucente, seguono poi le seguenti parole: "Eternità. La conquista raggiunta della mente sulla materia, dell’attivo sul passivo, della vita sulla morte". Il percorso del corpo, della mente e dello spirito nel raggiungimento dell’ONDA DI DIO poteva essere raggiunto in diversi modi, Kassim aveva seguito la via della morte che prevale sulla vita, ma Angelo poteva far lo stesso percorrendo la via della vita che prevale sulla morte.
Kassim pronuncia sottovoce la parola Hod, l’ottava Sefirot dell’Albero della Vita raggiunta dagli Arcangeli, come lo era Lucifero. Ma come poteva un mezzo Angelo e un mezzo uomo poter far tutto questo. Come poteva un essere raggiungere tale livello in pochi istanti, livello raggiunto dagli Angeli in millenni di evoluzione. Vi fu un altro essere che fece tale miracolo: Zeus, il dio dei fulmini. Angelo era un suo diretto discendente, o c’era altro.
L’armatura di Kassim cominciò a vibrare, ma il guerriero Angelo gli fece notare che essa stava tremando; Lucifero non aveva mai abbandonato il suo corpo e Zeus per tale motivo lo confinò nel sottosuolo. La sua mente era legata a quella di Kassim e quest’ultimo rivide la battaglia tra Lucifero e Zeus avvenuta più di 10.000 anni fa, e notò che il re degli dei era molto somigliante ad Angelo.
Kassim svelò a tutti il mistero: Angelo è l’incarnazione di Zeus, in lui quindi riviveva l’antico dio che lo sconfisse millenni fa, e ciò gli fece paura.
Angelo ricordò anch’egli l’antica battaglia, del successivo regno sulla Terra e della sua decisione di ritirarsi dal suo dominio perché aveva visto in un sassolino caduto dal cielo Dio che ammoniva il suo operato: impediva al popolo terrestre di crescere.
Quindi partì nello spazio per uccidere il Re dei Cieli che bramava una nuova conquista del suo amato pianeta: battaglia in cui lui fu ucciso e della quale ricorda solo un tremendo lampo. Poi il ritorno alla vita per poter perseguire la sua missione: permettere a tutte le creature dell’universo di perseguire il loro cammino, la loro evoluzione fisica, mentale e spirituale aiutati dal Prometeo e dall’Albero della Vita, doni di Dio.
Angelo piange e espande il suo Vril inondando di luce i territori circostanti. Kassim ora sa che la loro forza è pari come nell’antica battaglia che fece terminare la Guerra Divina, e decide a suo rischio e pericolo di utilizzare la DECA FRENESIA. Kikker ordina a tutti di allontanarsi ma non fece in tempo, vennero così scaraventati lontani, e solo grazie alle loro armature riuscirono a non essere disintegrati.
Dopo che la polvere sollevata dal tremendo scontro si diradò, si videro i due guerrieri vivi solo grazie alle loro divine protezioni anche se l’armatura di Pegasus sembrava essere gravemente danneggiata rispetto a quella di Kassim. Lo scontro non poteva più continuare, ma la Terra in ogni caso era salva.
Ad Angelo però questo non bastava, non aveva vinto; lo stesso valeva per Kassim che si mise a ridere: "un pareggio!!".
"Un pareggio il vostro, ma la mia vittoria!" una voce imponente riecheggiò nei cieli e subito dopo comparve dall’alto un enorme guerriero che atterrò tra i due.
Kikker capì subito che si trattava di un’altra divinità ma non seppe spiegarsi chi. Angelo e Kassim pronunciarono contemporaneamente il nome CRONOS il Titano padre dello stesso Zeus, suo uccisore, e un tempo costretto ad essere il subalterno di Lucifero.
Cronos ora poteva avere una doppia vendetta, i due guerrieri erano oramai privi di forze; in tutto quel tempo aveva di nascosto seguito lo svolgere del combattimento aspettando il momento opportuno per annientarli entrambi.
Si rivolse prima a Kassim orinandogli di dargli la sua potente armatura ma il giovane gli fa presente che oramai lui e l’armatura erano divenuti un’unica cosa e non poteva più togliersela. Detto ciò si rialzò e affrontò il dio Cronos dicendo che anche così conciato avrebbe lo stesso avuto la meglio su di lui, dato che sapeva che egli poteva raggiungere al massimo la sesta Sefirot.
Ma Kassim riconobbe subito dopo nelle sue mani la potentissima MEGAS DREPANON e il titano non aspettò un attimo per sferrare un tremendo colpo a Kassim oltrepassando l’armatura e generando un profondissimo squarcio sul suo petto.
Kassim cadde a terra inanime e Cronos si voltò verso Angelo. Ora era lui la prossima vittima del titano.
L’arma donatagli da Lilith era stata nascosta ad Atlantide da Zeus stesso; inoltre Cronos doveva trovarsi nel Tartaro. Il Titano alzò l’arma a forma di falce e si preparò a colpire Angelo: "Ecco la mia vendetta!!".
Seiya al Grande Tempio aveva percepito con gli altri, la venuta dell’antico dio e decisero di dover intervenire, anche se privi di una protezione, poiché erano gli unici a poter contrastare il titano. Seiya saluta Atena ma proprio quando i due stavano per baciarsi, arrivò nella stanza Giulian. Seiya aveva subito collegato il tutto, era l’unico che poteva attivare il portale dimensionale che collega il Tartaro con la loro dimensione. Gli chiese il motivo di tale gesto e se centrasse qualcosa lo spirito di Poseidone che stava ospitando. Giulian spiegò che quella era stata una sua idea, nessun dio poteva placare l’invidia verso Seiya, in grado di poter stare accanto a Lady Isabel; dopo averlo ucciso, però, sarebbe toccato a lui amarla ed avere dei figli.
Seiya chiese ai suoi amici di non intromettersi nel duello, dovevano salvare i Neo Gods e i Saints e così Sirio, Shun, Ikki e Cristal tentarono di oltrepassarlo; a tale evento si contrappose una tremenda energia cosmica provenire proprio da Giulian. Quest’ultimo colpì tutti i guerrieri ripetutamente ed in fine atterrandoli. Seiya aveva riconosciuto quel cosmo, l’energia di colui che anni fa gli tolse la vita: il dio della morte Ade. Seiya aveva sognato per anni quel giorno, potersi vendicare del dio che attentò alla vita della sua dea e che lo uccise.
Cronos sferra il suo attacco con la MEGAS DREPANON e Angelo fa in tempo a parare il colpo con la sua spada, ma questa si spezza e con abili movimenti il titano riesce a infilzare il ventre di Angelo. Quest’ultimo si accascia per terra, Cronos decide di dargli subito il colpo di grazia tagliandoli la testa ma un dragone lucente lo colpisce in pieno: era il Dragone dei Cieli di Kaiser. Subito dopo arriva anche l’attacco Vento di Morte di Ramon e il Vento di Vita di Liv, infine la Sfera di Nulla di Max. I quattro riescono con estrema facilità a ferire il titano che sembra non avere più scampo, egli sa di non poter affrontare tutte quelle divinità ma possiede la MEGAS DREPANON l’arma forgiata dagli stessi Angeli, in grado di poter distruggere qualsiasi difesa, comprese le armature divine. Cosicché attacca i Neo Gods riuscendo a ferirli gravemente, lasciandoli in una pozzanghera di sangue. Essi avevano consumato parecchie energie nello scontro contro Kassim, nel deviare i missili e nel proteggersi nell’esplosione provocata da Angelo e Kassim.
Cronos era fiero di se ma non si aspettò di vedere Kassim ancora in piedi, quasi morente. Senza alcuno scrupolo decise di sferrargli un attacco decisivo che però non intacchi Lucifero, quindi si preparò a tranciargli la testa.
Una mano comparve sulla spalla di Kassim, era quella di Angelo dalla quale si sprigionò una grande quantità di Vril. Tale Energia riuscì a risanare la ferita mortale di Kassim ma non a risanargli le energie perse, lo stesso per Angelo il quale disse al rivale che purtroppo era difficile rigenerare le energie riportandole a livello dell’Hod.
Kassim non poteva credere ai suoi occhi, Angelo lo aveva salvato ed ora era pronto con lui a morire. Ma dopo l’ex Saint di Gemini fu ancora più sorpreso nel vedere affiancarsi Max, Ramon, Liv e Kaiser, intenti a suo fianco a sconfiggere Cronos.
Seiya urlò vendetta e si scaglio contro Giulian che nel frattempo disse che il potere che Ade gli stava infondendo era molto più grande di quello di Poseidone; contrastò l’attacco del Fulmine di Pegasus portato alla velocità della luce. Dopodichè lanciò un baglio di energia che investì Seiya in pieno. Giulian disse che era una follia lottare contro una divinità senza alcuna protezione, poi si avvicinò al suo corpo disteso per terra intento a dargli il colpo di grazia, ma all’improvviso una freccia d’oro gli infilzò il braccio: era Elisabeth con le sacre vestigia di Sagitter. Ade, senza pietà, scagliò il suo potente raggio verso la ragazzina che fu investita in pieno. Lady Isabel corse in suo aiuto e vide fortunatamente che sua figlia era ancora in vita, grazie all’armatura del Sagittario divenuta più resistente grazie al sangue di Ramon. Atena decise quindi di affrontare il nemico con la sua divina armatura ma Ade la colpi prima che potesse indossarla.
Giulian la prese fra le sue braccia e pianse come un bambino nel vedere che la sua mata era spirata. Seiya si rialzò ma non credette ai suoi occhi, più volte aveva combattuto per salvare la donna che amava riuscendo in extremis a impedire che ella morisse, ed ora, non aveva potuto impedire l’inevitabile. Il Cosmo di Seiya si espanse e il cavaliere emanò un urlo che inondò tutta la penisola ellenica.
Era il Tiferet, il livello massimo raggiungibile dagli dei, un altro miracolo aveva permesso ad un semplice umano di conquistare tale stato propriamente divino. Così Seiya lanciò le sue Lacrime Divine, le lacrime per la sua amata, ed esse trafissero Giulian che prima di morire disse soddisfatto: "Ora anche tu soffrirai non potendo condividere la vita con la donna che ami!".
Angelo fu sorpreso nel vedere che Kassim, Ramon, Seiya, Max e Liv posero le loro mani su di lui dicendo: "stavolta tocca a noi donarti la nostra energia". Ora era il cosmo di Angelo a rigenerarsi completamente facendogli nuovamente raggiungere l’ottava Sefirot.
Angelo ringraziò i compagni, compreso Kassim, e puntò il suo Pugno di Luce verso Cronos che tentò inutilmente di parare il colpo con la MEGAS DREPANON, la quale venne spezzata dal potere del dio che disse: "stavolta non farò l’errore di imprigionarti, meriti solo di perderti negli abissi del nulla".
Cronos morì. Kassim diede una stretta di mano a colui che tanto aveva odiato dicendo che ora la sua battaglia doveva combatterla dentro di se, contro quell’essere alieno; dopodichè scomparve non prima di dire ad Angelo che un giorno avrebbero nuovamente combattuto assieme. Angelo si voltò verso i Gold Saints ma vide i loro volti segnati dalle lacrime: avevano percepito la morte della loro dea. Tutti giunsero al Grande Tempio e videro il corpo privo di vita di Lady Isabel ed affianco Elisabeth. Di lato Sirio e Shun che a malapena riuscivano a tener in piedi Seiya, apatico e privo di forze. Poi vi era anche Ikki e Cristal che fissavano nel vuoto increduli di ciò che era successo.
I cinque Gods si avvicinarono ad Atena. Angelo ricordò che un tempo colei era sua figlia e disse: "La morte è solo un passaggio da uno stato di vita ad un altro. Noi dei questo lo abbiamo compreso e per questo la morte non ci rattrista. Questo fa parte dell’evoluzione degli umanoidi, concepire altre forme di vita differenti dalla nostra." Dopo quelle parole una luce si generò dalla stanza, era lo spirito di Atena materializzato davanti a loro; andò da Elisabeth e le disse: "io non potrò più abbracciarti ma i nostri cuori potranno farlo ogni volta che vorrai, quando vuoi chiudi gli occhi e chiamami, io ti ascolterò, e se affinerai i tuoi sensi potrai anche ascoltarmi." "Seiya, ci siamo sempre amati e questi giorni da veri innamorati sono stati bellissimi, ma non fermarti e fatti forza: è tuo il compito di guidare i Saint, io sarò sempre con te". Salutò gli altri Saint, Sirio, Cristal, Shun, Ikki, i Neo Gods ed infine giunse da Angelo: "Padre ho mantenuto la promessa, grazie ai miei prodi guerrieri ho difeso la terra dalle forze degli dei malvagi." Angelo la ringraziò e Atena potè raggiungere uno dei tanti paradisi, non prima di mandare un bacio ad Elisabeth e Seiya.
Con questo triste addio, si conclude la narrazione delle gesta di Angelo e i suoi amici dei e saints. Egli era un semplice ragazzo, pieno di paure e indecisioni, ma con la forza d’animo riuscì a vincere contro i suoi fantasmi, prima, e i vari nemici alieni, dopo. Ora Angelo è un dio. Il DIO DELLA FORZA DI VITA, della non resa, della crescita in tutte le sue svariate forme. Le sue imprese passate e future saranno ricordate per l’eternità.