Capitolo 6

IL RE DEL MONDO

Avevano vinto la loro prima battaglia, ma ora erano tutti riuniti per rendere l’estremo saluto a Kassim, cavaliere d’oro di Gemini.

Di certo non è che Angelo sapesse molto di lui, anzi l’unica occasione che i due ebbero per conoscersi fu durante il duello al Grande Tempio; però era morto per proteggere tutti loro, per proteggere l’intera umanità… Kassim era stato un grande eroe, e il suo nome riecheggerà nella storia.

Seiya, Sirio, Shun, Cristal erano assieme a Lady Isabel; ora loro non erano più Saint, visto che le loro armature erano state donate ai cinque Neo Gods, ma avrebbero comunque continuato a proteggere la loro dea, ora per Seiya anche moglie.

Efesto, nella base di Atlantide stava ricercando informazioni circa la colonizzazione degli Angeli; aveva trovato un video tridimensionale che raffigurava oggetti volanti che viaggiavano nello spazio siderale dalle sembianze umanoidi. Si accorse che quella che stava vedendo non era una registrazione ma quel dispositivo gli stava mostrando in tempo reale il viaggio degli Angeli verso la Terra.

Il dio fece un passo in dietro e notò alle sue spalle una figura oscura e quando si girò per guardarlo negli occhi, quest’ultima gli tranciò la testa.

Atena, al Grande Tempio, percepì la tragica morte dell’amato fratello e capì che l’assassino era qualcuno o qualcosa con enormi poteri. Contemporaneamente un soldato giunge al cospetto di Lady Isabel e Seiya dando la tremenda notizia dell’invasione della città di Shamballa da parte delle Nazioni Unite. L’ultima volta che la città fu attaccata era stato per opera di un esercito mandato da Hitler che voleva risvegliare il dormiente. In quell’occasione fu Sion, Saint dell’Ariete, ad ostacolare l’armata mentre ora era tutto nelle mani del suo successore Kikker.

Il Saint era di fronte ad un esercito composto da forze di ogni nazione del mondo i quali volevano varcare le mura di Shamballa, il loro scopo era quello di attaccare il Re del Mondo, che da fonti dei servizi segreti era nascosto in quel luogo e stava preparando un attacco terroristico di massa. A nulla però servirono le avvertenze di Kikker circa la fine del mondo se quel luogo sarebbe stato violato, dato che alcuni missili furono lanciati verso il Saint andando in pieno a segno.

Angelo, tornato a casa sua, segue impietrito la notizia in televisione circa la minaccia di un gruppo terroristico situato nel deserto del Gobi, il quale era in possesso di un gran quantitativo di testate nucleari. Vi fu anche l’appello del Papa rivolto ai terroristi affinché lascino perdere le loro azioni di distruzione. Nel mentre della diretta televisiva, un tremendo boato sconvolge tutta la gente presente a Piazza San Pietro; una tremenda esplosione aveva squarciato una fiancata del palazzo e subito dopo le telecamere ripresero un gruppo di uomini vestiti da sacerdoti cristiani ma sul petto aventi un crocifisso capovolto. Angelo riconobbe subito uno di loro, il generale St. Clair, colui che alcuni giorni fa lo rapì ma che fu ucciso proprio per sua mano. Proprio il generale porse la mano verso la telecamera e subito dopo il segnale della televisione si interruppe.

La gente nelle strade era sconvolta, miriade di telefonate erano dirette alle varie autorità per comprendere cosa fosse successo alla sede centrale della Cristianità. Forse Angelo era l’unico a saperlo: l’organizzazione dei Templari si era fusa con la chiesa Cristina oppure esse erano la medesima cosa? Tutto sta che quegli uomini erano alleati con gli Angeli e se avevano deciso di uscire allo scoperto era perché gli alieni erano vicini al pianeta.

Muovendosi alla velocità della luce, Angelo si trovò in un lampo a Piazza San Pietro e subito dopo arrivarono Ramon, Liv, Max e Kaiser. Questi raccontano di ciò che stava succedendo nel luogo ove era sepolto il Re del Mondo e ora, purtroppo, i Gold Saints dovevano lottare proprio con le forze militari delle Nazioni Unite.

A quella notizia ad Angelo venne un sospetto: forse i Templari non erano solo infiltrati nell’istituzione della Chiesa, ma anche tra i potenti della Terra.

Ecco il generale St. Clair che sembrava quasi contento di rivedere il suo uccisore; Angelo spiegò agli amici in quale occasione lo conobbe e lo uccise, ma St. Clair interruppe dicendo che doveva presentargli un amico in comune. I ragazzi rimasero pietrificati dalla vista di Kassim colui che pensavano morto, disintegrato dal colpo di Desperado. Il ragazzo sembrava stranito da quella situazione ma la vista di Angelo gli fece prendere coscienza: i suoi occhi si iniettarono di sangue e il suo cosmo si espanse a dismisura fino a raggiungere quello di una divinità la quinta Sefirot. Si scagliò verso i Neo Gods scaraventandoli lontano, tranne però Angelo al quale Kassim disse che sarebbe morto tra atroci sofferenze.

Angelo gli disse che egli non poteva essere il Saint protettore di Atena che aveva conosciuto. Kassim rispose che aveva ragione: ora lui non era più devoto ad Atena, la sua straordinaria forza sarebbe stata valutata maggiormente dai Templari.

Angelo rimase sconcertato: forse gli avevano plagiato la mente, o forse tutte le volte che aveva combattuto non era per salvare la Terra o la sua dea, ma semplicemente per mostrare a tutti i suoi poteri; una cosa però era certa, quel ragazzo era proprio Kassim e non un impostore. Ramon e gli altri si rialzarono, pronti per aiutare l’amico, ma quest’ultimo li ammonì dicendo che questa ora era una faccenda che riguardava lui e il traditore.

Kassim disse che provava una specie di invidia verso Angelo, lo odiava perché a lui era toccato il compito di combattere per la giustizia, quindi Kassim per poter anch’egli entrare in prima linea, doveva combattere per l’ingiustizia: la sua mente non era stata plagiata, lui voleva distruggere ogni cosa che li capitasse a tiro, ma particolarmente lui, il suo antagonista.

Angelo chiese perché proprio lui, dato che anche Ramon, Kaiser, Liv e Max erano degli dei; Kassim lo guardò e disse: "quindi non ricordi niente?!..... poco importa morirai ugualmente".

Dopo quelle parole Kassim colpì violentemente al petto Angelo dando inizio allo scontro; Angelo subito dopo rigenerò la brutta ferita e Kassim arricciò la fronte nel vedere che il giovane aveva ancora quella capacità a lui sconveniente. Ora Angelo doveva contraccambiare e espanse il suo Vril al limite raggiungendo immediatamente la sesta Sefirot, Tefirot il livello massimo degli dei. Attaccò ad una velocità per tre volte quella della luce, ma sotto lo stupore di tutti Kassim riuscì a contrastare efficacemente l’attacco, al termine del quale assestò un portentoso calcio al ragazzo.

St. Clair sorrise e spiegò che ora Kassim era in tutto e per tutto un loro simile, una divinità. I Templari erano riusciti a ricostruire il processo di fusione genica elaborato da Lilith, fusione tra un Angelo ed un essere umano. Il St. Clair che Angelo aveva eliminato, era un prototipo mal riuscito, ma stavolta avevano trovato in Kassim un essere umano evoluto quindi con l’ibridazione era divenuto persino più forte dei Neo Gods. Kassim, rivolto ad Angelo disse che ora era lui l’essere superiore tra i due, era divenuto pari ad un Angelo. Detto ciò espande il suo Vril creando enormi spostamenti d’aria, aveva raggiunto lo stato Nesah, il settimo livello dell’Albero della Vita. Ramon urlò verso Angelo dicendogli che quella ora non poteva essere una questione tra i due; il divario di potenza era troppo elevato, e l’unico modo per sconfiggere Kassim era l’unione dei cinque. Ramon chiamò a se la divina armatura di Phoenix, Kaiser quella di Dragon, Liv quella di Andromeda e Max quella di Cignus. Con le loro spade sguainate si gettarono verso l’avversario, il quale prima di difendersi derise Angelo dicendo che ormai lui non poteva più ostacolarlo da solo e che aveva bisogno dei suoi amichetti. Kassim invece non aveva bisogno di niente e di nessuno quindi attivò la Penta Frenesia e si lanciò verso gli avversari.

Lo scontro tra i quattro Neo Gods e Kassim si svolgeva nei cieli della città di Roma sotto la paura e la fuga dell’intera popolazione. Il traditore sembrava non affaticarsi minimamente, mentre Ramon e gli altri tentavano a tutti i costi di trovare uno squarcio nella sua difesa.

Angelo era rimasto immobile dove lo aveva lasciato Kassim, con gli occhi persi verso il vuoto: anch’egli stava provando la stessa sensazione di Kassim; la voglia di essere superiore a chiunque, la supremazia, combattere senza nessuno scopo se non quello di essere il più forte, l’unico a raggiungere il traguardo finale, ossia il Malkuth, la decima Sefirot.

St. Clair non capiva cosa stese succedendo al ragazzo ma era certo che qualcosa di arcaico e potente si stesse risvegliando in lui. Ordinò quindi Kassim di farlo fuori e di smetterla di giocare come un bambino. A tali parole Kassim si blocco e guardò dritto negli occhi St. Clair che di seguito lo rimproverò nuovamente per quello sguardo di sfida. Kassim non gli fece terminare il rimprovero che gli piombò addosso facendo di esso delle briciole. Ramon e gli altri capirono che Kassim era divenuto un vero diavolo e se qualcuno non lo avesse fermato avrebbe distrutto ogni forma di vita del pianeta.

Inorgoglito per l’eliminazione del suo padrone, Kassim urlò a squarciagola ma la sua macabra allegria fu interrotta da Angelo: "Ora basta! Lo scontro deve ancora iniziare!".

A Shamballa Kikker fuoriesce da cumuli di rocce; la sacra armatura d’oro lo aveva protetto dall’attacco missilistico. Attaccò le armate con Il Turbine Psichico devastando tutti i mezzi armati che gli capitavano a tiro, dal cielo arrivarono anche gli altri cinque Gold Saints: assieme annientarono le forza armate cercando di ridurre al minimo le vittime. Ma Kikker a differenza degli altri percepì qualcosa di pericoloso: missili nucleari erano stati lanciati verso quel luogo; volevano distruggere il Re del Mondo. Batarel consigliò di allontanarsi dato che il loro compito era quello di impedire che Lucifero si svegliasse e non che fosse distrutto, ma Kikker fece presente che tali armi non lo avrebbero distrutto ma solo portato allo scoperto, distruggendo Shamballa si sarebbe riaperto il cratere che conduce ad Agartha.

Anche Angelo ora aveva raggiunto il Nesah e Kassim sembrava contento di tale evento, eccitato dal poter competere ora con un suo pari.

Inizia lo scontro che si sposta nei cieli per poi andare a finire sopra il grande Tempio, Asgard, sopra i mari che ricoprono Mu; gli amici dei Saint pregano affinché Angelo vinca la battaglia che deciderà le sorti dell’umanità.

Kikker e gli altri Gold Saints si alzano in volo alla velocità della luce verso centinaia di testate nucleari provenienti da tutte le nazioni del mondo, pronti al sacrificio; i potenti del mondo erano stati manovrarti da delle forze oscure poiché, se i missili fossero esplosi contemporaneamente, sì! avrebbero sconfitto l’ipotetico nemico, ma l’intero globo avrebbe subito mutamenti catastrofici.

Lo scontro tra Angelo e Kassim si sposta sul deserto del Gobi, proprio sopra Shamballa. Lì i due sospendono il combattimento per prendere fiato; Kassim chiede come mai Angelo non avesse fatto uso dell’armatura divina, ma il giovane risponde che per sconfiggerlo non avrebbe avuto bisogno di alcun elemento di vantaggio. Kassim deride l’avversario e subito dopo gli chiede se non fosse curioso di guardare che aspetto fosse il fantomatico Re del Mondo, quello che molti conoscono col nome di Lucifero, Satana in persona. Angelo aveva capito le intenzioni di Kassim e si getta per fermarlo ma troppo tardi, visto che l’altro aveva già perforato il suolo ed era scomparso nelle viscere di Shamballa; quindi ad Angelo non resta altro che seguirlo verso Agartha.

I Gold Saints, ognuno nella propri direzione, sono faccia a faccia con i missili nucleari e quindi espandono il loro cosmo fino al raggiungimento dello stato ultimo del settimo senso: il Chesed.

Stavano per esplodere i loro colpi quando Atena telepaticamente li ammonisce: se avessero colpito le testate, ugualmente ci sarebbero stati migliaia di morti per l’esplosione e le successive radiazioni. Kikker lo aveva pensato ma risponde alla dea dicendo che era il male minore, diversamente non avrebbero potuto fare niente.

Angelo si trovava a camminare nelle viscere della Terra, in quello che un tempo doveva essere stato una specie di tempio con persone veneranti la bestia. Sentì la voce di Kassim spiegare che quella era Agartha, il mondo sottostante a quello della luce dove per millenni i discendenti servitori di Lucifero preparavano le loro lotte verso il mondo degli uomini per vendicarsi, ma ogni volta trovavano a contrastarli i guerrieri degli dei. Da lì, infatti tramite una serie di cunicoli si potevano raggiungere moltissimi luoghi segreti su ogni angolo della Terra, dall’Europa del Nord, a quella del mediterraneo, dall’Africa alle Americhe, persino in molte isole dei Mari tra cui quella della Regina Nera. Angelo capì che Kassim aveva deciso di unirsi agli Angeli già prima dell’investitura a Gold Saint, quindi lo dannò perché era solo uno sporco traditore. A quelle parole Kassim rispose: "proprio come Satana!". Angelo non capiva dove fosse l’avversario ma notò a suo rischio un dirupo; vi guardò sotto e vide quello che Dante aveva descritto nella Divina Commedia: una voragine a forma conica e, al suo vertice, quello che una volta era il guerriero prediletto dal Re dei Cieli.

Angelo notò la sua forma umanoide ma dalle fattezze aliene: il Derma d’Angelo era di color nero pece ma con scaglie di color magenta. Era ipnotizzato da quell’essere oramai deceduto ma Kassim si fece vivo dalla parte opposta della voragine.

Disse che l’umanità gli faceva schifo, aveva ribrezzo di quegli esseri e purtroppo ora lui aveva addosso quell’odore. Angelo vide una sorta di filamenti trasparenti collegare l’essere alieno con Kassim, e successivamente sentì una voce riecheggiare la venuta del Re del Mondo.

Il corpo di Lucifero si alzò in volo e si frantumò i moltissime parti che ricoprirono totalmente il corpo di Kassim: ora lui e Lucifero era divenuti una unica cosa.

Il nuovo guerriero chiede ad Angelo se volesse vedere il terribile potere dell’Hod, l’ottavo livello dell’Albero della Vita. Ma Angelo decide di uscire in superficie per poter invocare la divina armatura di Pegasus.

Anche Kassim lo raggiunse e sfoderò una affilatissima e lucente spada nera… era cominciato il secondo atto dello scontro tra i due giovani.