La spada, Artù, Excalibur.

Stringila e lanciala lontano, nelle acque del Lago.

Lascia che le Nebbie di Avalon l’inghiottano per sempre.

(Le Nebbie di Avalon, di M. Z. Bradley)

 

PROLOGO

 

Era una brezza fredda e foriera di tempesta quella che spirava sul promontorio ghiacciato dove la Celebrante di Odino rendeva omaggio al proprio Dio.

Avvolta nel suo lungo mantello, Ilda di Polaris giaceva in ginocchio, pregando il Signore degli Asi al fine di trovare una risposta che potesse confortare la sua mente e il suo cuore, in preda a un interminabile affanno. Un affanno che aveva avuto inizio quando il giovane dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio, che giaceva con sua sorella ai piedi della scalinata che conduceva alla cima del picco, era giunto ad Asgard.

Le mani di Ilda sfiorarono la gelida superficie del terreno, su cui l’inverno aveva depositato il suo manto innevato, e afferrarono confusi pezzi di ghiaccio. Stringendoli forte, e chiedendosi cosa stesse accadendo.

In quello stesso momento, grida silenziose di numerosi guerrieri del Nord si persero nello spazio antistante al Cancello Meridionale, l’ingresso principale che conduceva alla fortezza di Asgard. Caddero tutti quanti, in silenzio, impossibilitati ad emettere un suono per la rapida violenza che li uccise. Un luccichio di lame lampeggiò nella tarda sera di Asgard, spegnendo in fretta le vite dei soldati. Un secondo luccichio e il cancello crollò.

Erano dentro.

Ilda tremò, avvolgendosi nel mantello e rialzandosi, insoddisfatta e preoccupata. Si voltò, dando le spalle alla montagna di ghiaccio eterno che si alzava dietro al castello, delusa per non aver ricevuto risposta o consolazione ai suoi quesiti.

Flare, sua sorella e Principessa di Asgard, si mosse, portandosi le mani alle labbra, riconoscendo l’espressione delusa di Ilda, ma il giovane al suo fianco le afferrò un braccio, impedendole di andare da lei.

"Mia signora!" – Esclamò una voce maschile, di fronte alla coppia.

Ilda fissò il Cavaliere della Tigre Bianca, anch’egli in piedi alla fine della scalinata, annuendo in silenzio. Alcor indossò l’elmo della sua armatura, scuotendo poi il mantello dai fiocchi di neve che vi si erano posati, proprio mentre un rumore di passi disturbò la quiete del luogo. Un uomo, ricoperto da una nera armatura, corse fino al piazzale sul retro del Castello di Asgard, dove sapeva avrebbe trovato la Celebrante.

"Arrivano!" – Esclamò Mizar, cercando lo sguardo del fratello.

Ilda impugnò saldamente lo scettro di Polaris e discese gli scalini di ghiaccio, andando incontro al suo destino. Per Asgard, il Ragnarök era iniziato.