EPILOGO

Shaka di Virgo inseguì la scia cosmica lasciata da Flegias, figlio di Ares, attraversando a fatica varie dimensioni spaziotemporali, fino a ricomparire in una sconosciuta foresta, mentre un pallido sole illuminava il suo viso. Il Cavaliere della Vergine si guardò intorno, avanzando nella fitta vegetazione e cercando di comprendere dove si trovasse. Alla fine giunse di fronte alle rovine di un antico Tempio, abbandonato secoli prima, il cui esterno era contornato da sculture orribili, rappresentanti mostri, creature deformi e guerrieri in atto di combattere tra loro.

Virgo ebbe un sussulto, riconoscendo il luogo, per quanto non vi fosse mai stato personalmente: il Tempio dell’Apocalisse, in Tessaglia, in passato residenza del Dio della Guerra, Ares. Un luogo antico quanto orribile e sporco di sangue, in cui il crudele Signore della Guerra sacrificava vittime innocenti per i suoi immondi e folli piani di conquista, gli stessi che avevano spinto Flegias a organizzare il complotto alle spalle del Sommo Zeus.

Virgo percepì una debole traccia del cosmo di Flegias provenire proprio dalle rovine, e decise di seguirla, addentrandosi all’interno delle segrete di quel che restava dell’edificio principale, riducendo il proprio cosmo al minimo, per non farsi riconoscere dal figlio di Ares. Non riuscì a percorrere neppure un paio di metri nell’oscurità, che una fila di torce si accese al suo fianco, rischiarando lo stretto corridoio in cui si era introdotto, mentre una voce possente lo chiamò.

"Vieni avanti, Cavaliere di Atena!"

Virgo si irrigidì immediatamente, non riuscendo a identificare la voce di colui che aveva appena parlato, né il cosmo, di cui percepì soltanto un debole segnale, come se fosse quasi inesistente. O come se questi volesse tenerlo celato! Si disse, raggelando, quando mise piede nella cripta sotterranea da cui la voce proveniva. In un momento comprese ogni cosa.

Sul lato destro della stanza in penombra, un uomo sedeva su un rozzo trono di legno, completamente rivestito dalla sua Veste Divina dagli accesi colori scarlatti, emanante un’aura cosmica carica di odio e di violenza. Seduti sotto di lui, due ragazzi simili tra loro, ricoperti da Armature scarlatte, dai riflessi violetti e biancastri.

Virgo inorridì nel riconoscere il volto sogghignante di Flegias inginocchiarsi di fronte a suo padre: Ares, il Dio della Guerra, riunito insieme ai suoi figli, Phobos e Deimos. Dall’altra parte della stanza, in un’immensa caverna sotterranea, centinaia di guerrieri ricoperti dalle loro terribili vestigia rosso fuoco erano pronti a portare sangue e distruzione sulla Terra: i Bersekers di Ares. La Grande Guerra avrebbe avuto presto inizio.