CAPITOLO VENTITREESIMO: L’INCONTRO.
Dopo aver affrontato Onuris, Ioria e Albione avevano ripreso a camminare nel deserto africano, puntando su Tebe, stringendo i denti nonostante le ferite che avevano subito. Ioria era stato ferito all’avambraccio sinistro dall’acuminata punta della Lancia da Guerra del Guerriero Distruttore di Nemici, mentre Albione aveva l’Armatura, meno resistente di quella del Leone, danneggiata in più punti, soprattutto sul petto, e una delle sue catene era andata in frantumi.
"Per quanto si autorigenerino, le Catene di Cefeo hanno bisogno di tempo!" –Mormorò Albione. –"Non credo che riuscirò ad utilizzarle nuovamente in questa guerra!"
"Non preoccuparti!" –Lo rassicurò Ioria, continuando ad avanzare. –"Saprò proteggere anche te!"
"Non crederai che i miei poteri si limitano alle Catene?" –Ironizzò Albione, prima che Ioria gli facesse cenno di tacere.
Fermatosi bruscamente, Ioria tese i sensi, sentendo una forte vibrazione cosmica provenire da molto distante, in linea d’aria. In quel momento infatti Micene stava affrontando i Soldati del Sole nel Viale delle Sfingi di fronte al Tempio di Karnak. Istintivamente Ioria aumentò la propria andatura, preoccupato per il fratello, incitando Albione a fare altrettanto.
Non riuscirono a percorrere neppure mezzo chilometro che dovettero arrestarsi bruscamente, perché il sabbioso terreno circostante sembrava opporsi nuovamente a loro. Immense colonne di sabbia sorsero tutte intorno ai due Cavalieri, turbinando vorticosamente su loro stesse, quasi fossero piccoli mulinelli, prima di piegare la loro testa e dirigersi come serpenti su Ioria e Albione.
Il Cavaliere d’Argento cercò di disporre la Catena rimastagli a difesa ma Ioria capì che sarebbe stata inutile, così lo afferrò per un braccio, gettandosi di lato, sperando di evitare il crollo di quell’immensa valanga di sabbia. Vi riuscì soltanto in parte e i due vennero comunque sommersi dalla rena, dovendo faticare un po’ per riemergere dal terreno.
"Puah.." –Brontolò Ioria, affacciandosi con la testa all’aria aperta.
"C’è qualcosa di strano, Ioria!" –Esclamò Albione, ansimando accanto a lui. –"Questa sabbia.. ci sta trattenendo! È come se fosse viva!"
"Cosa?!" –Mormorò Ioria, prima di rendersi conto che il Cavaliere d’Argento aveva ragione.
Nonostante l’apparente semplicità, Ioria non riusciva a muoversi liberamente nella sabbia, venendo quasi stretto, soffocato, da quel caldo ammasso di granelli di rena. E Albione, al suo fianco, anch’egli immerso fino al collo, faticava altrettanto, forse anche più di lui, che comunque era protetto dall’Armatura d’Oro.
Stanco di giocare, Ioria espanse il proprio cosmo, liberando una violenta esplosione di luce che fece piazza pulita della sabbia che avevano intorno, permettendo ai due Cavalieri di Athena di liberarsi e rimettersi in piedi. Ma la sabbia spazzata via da Ioria non si disperse nel vento, ricomponendosi davanti ai loro occhi ed assumendo la terrificante sagoma di un Guerriero.
"Ma.. che diavolo è?!" –Brontolò Ioria, osservando il singolare evento.
"Sabbia animata?!" –Rifletté Albione, tirando un’occhiata alla sua Catena, con la palla chiodata. Non emetteva alcuna vibrazione, quindi, dal canto suo, quel nemico non esisteva, non era percepito dalla Catena.
"Non guardare i tuoi catenacci, Cavaliere! Non sono arma adatta per affrontare le sabbie del Sahara!" –Esclamò una voce, profondamente gutturale.
Ioria e Albione sgranarono gli occhi stupefatti. Non soltanto la sabbia si era modellata assumendo la forma di un Guerriero, ma tale Guerriero parlava e si muoveva, proprio come se fosse un essere umano. La sua altezza era superiore ai tre metri ed aveva grosse gambe e braccia robuste, ricoperte da una corazza scura, senza fregi particolari. Il viso era rude, con due grossi e tondi occhi neri, che li fissavano con determinazione.
"Chi sei?!" –Gridò Ioria, incredulo dell’esistenza di un essere simile.
"Il custode delle sabbie del Sahara!" –Rispose questi. –"Colui che fermerà la vostra corsa verso Tebe!"
E nel dir questo l’uomo fatto di sabbia allungò le braccia verso i due Cavalieri di Athena, rimasti attoniti di fronte a quell’inusuale personaggio, incapaci di comprendere cosa stesse accadendo. Le braccia del Guerriero cambiarono forma, diventando più tozze, assumendo la forma di un rozzo martello, che li colpì in pieno, scaraventandoli entrambi indietro. Nell’urto Ioria perse l’elmo della sua corazza.
"Ma non è possibile!" –Esclamò Ioria. –"Costui è realmente fatto di sabbia! E può modellare il proprio corpo a suo piacimento!"
"Cosa c’è, ragazzino? Non ti piaccio?" –Ironizzò il Guerriero egizio. –"Posso mutare forma, se preferisci!"
Non ebbe terminato neppure la sua frase che già il suo corpo aveva iniziato a sfaldarsi, come un castello di sabbia che crolla, ricomponendosi all’istante sotto forma di una gigantesca fiera. Una grande bestia dalle affilate zanne, che molto ricordava una tigre. Senza aspettare un attimo, la fiera si gettò avanti, caricando Ioria, che era di fronte a lui.
Il Cavaliere d’Oro seppe evitare il primo assalto, spostandosi di lato, ma non si accorse della coda della bestia, che si insinuava tra le sue gambe, afferrandolo per il braccio destro e sbattendolo a terra. Quindi gli fu sopra, bloccandolo al suolo.
"Ehi, uomo di sabbia!" –Lo chiamò Albione, lanciando la Catena di Cefeo contro di lui. La Catena si arrotolò intorno al collo della fiera, formando un cappio, ma quando Albione tirò per strangolarla si accorse di aver afferrato soltanto della sabbia sfusa. –"Incredibile!" –Mormorò Albione, mentre la fiera continuava a pressare Ioria.
"Uaaaah!" –Gridò il Cavaliere di Leo, schiacciato dall’enorme mole della fiera di sabbia. Concentrò il cosmo sul pugno destro e lo portò verso l’alto, facendolo stridere sul petto della bestia, che al contatto si allontanò, balzando in alto e modificando nuovamente le proprie forme, ricreando il Guerriero di Sabbia. –"Sei una creatura grottesca! Ma ti combatterò comunque, se hai intenzione di fermarci! Lightning Plasma!" –Esclamò Ioria, creando il suo reticolato di luce, che mosse ad altissima velocità contro il Guerriero Egizio.
Questi stupì ancora una volta i Cavalieri di Athena, modificando nuovamente la sua forma fino a trasmutarsi in centinaia di frecce di sabbia, che sfrecciarono nel labirinto di luce creato da Ioria, senza venir toccate dai raggi distruttivi, o venendo raggiunte soltanto di striscio. Puntarono sul Cavaliere d’Oro e lo sbatterono al suolo, tentando di penetrare l’Armatura d’Oro, la cui resistenza era comunque infinitamente superiore alle loro possibilità.
"Attento, Ioria!" –Gridò Albione, osservando la sabbia modellarsi nuovamente e ricreare il Guerriero egizio, che afferrò Ioria, stritolandolo. Gli lanciò nuovamente contro la sua Catena ma essa continuò a rivelarsi inutile. –"Niente da fare! Gli attacchi fisici con lui non funzionano! Ha il potere di cambiare forma all’istante!" –Rifletté Albione, mentre Ioria espandeva il proprio cosmo lucente, fino ad abbagliare l’intero spiazzo circostante con una violenta esplosione di luce, che spazzò via il Gigante di sabbia, disperdendolo in milioni di granelli.
Liberatosi dalla stretta, Ioria fu nuovamente affiancato da Albione, che aveva elaborato una teoria a proposito, ma non ebbero tempo per conversare che dovettero fronteggiare il nuovo assalto del Custode delle Sabbie del Sahara, sotto forma di un possente mulinello di sabbia che risucchiò i due Cavalieri di Athena, trascinandoli al suo interno.
"Questo avversario è assurdo!" –Borbottò Ioria, mentre cumuli di sabbia cadevano sul suo viso, disturbandogli la visuale.
"Aggrappati alle mie spalle, ti tiro fuori da qui!" –Esclamò Albione con decisione. Lanciò la Catena in alto, fuori dal mulinello di sabbia, ma si accorse di non riuscire a trovare un appiglio, poiché tutto il deserto, tutta la sabbia circostante, pareva sfuggirgli, pareva crollare all’interno del vortice. –"Maledizione!"
"Uahahahah!" –Ghignò la voce del Guerriero, mentre centinaia di occhi apparvero nel vortice di sabbia in cui stavano sprofondando i due Cavalieri. –"È una delizia vedervi impotenti!" –E iniziò a chiudere il vortice, stringendo la presa sui due, per farli soffocare.
"Umpf! Mi prendi proprio per un ragazzino, eh?!" –Brontolò Ioria, stufo infine di tutta quella sabbia. Afferrò Albione per un braccio ed iniziò a correre verso l’alto, quasi senza toccare il suolo, poiché ogni volta che poggiava un piede, questo veniva inghiottito dal mulinello di sabbia. Con notevole sforzo, riuscì ad uscire dal vortice e a portare Albione con sé. –"Sono pur sempre un Cavaliere d’Oro, Custode delle Sabbie!" –Esclamò stizzito. –"Anche se forse non ho ancora accettato il mio ruolo!" –Aggiunse, riflettendo tra sé, mentre il Guerriero Egizio ritornava al suo aspetto di combattente, ritto in piedi di fronte a loro.
Ioria lo osservò per un momento e, sebbene gli sembrasse strano, trovò che era più basso rispetto a quando si era presentato loro la prima volta. Albione confermò i suoi pensieri.
"È ciò che stavo notando anch’io! Per quanto in minima proporzione, la sua mole si sta riducendo! Anche se non so a cosa sia dovuto questo fenomeno!"
Il Guerriero Egizio, che aveva udito i loro discorsi, piegò il capo, quasi dispiaciuto, e diede loro conferma alle loro supposizioni.
"La mia struttura molecolare non è definitiva! Posso scompormi a mio piacimento, assumere la forma di tutto ciò che desidero, ma non ho il potere di ricreare autonomamente la sabbia di cui sono composto!" –Confessò.
"Chi ti ha creato?" –Domandò Albione. –"Non ho mai sentito di creature leggendarie tuoi simili che popolino questi luoghi dell’Africa!"
"No, non vengo dalla leggenda, ma dal mondo attuale! Ero un soldato egiziano che aveva combattuto nella Guerra dei Sei Giorni, nel 1967! Deluso dalla guerra e dal mondo di oggi, dove si combatte senza sapere perché, ho abbandonato la mia città, vagando nel deserto per anni, vivendo con i beduini e dedicandomi alla predoneria, quando necessario per vivere!" –Raccontò il Gigante. –"Quando Seth rastrellò le oasi dell’interno, alla ricerca di soldati per il suo nuovo esercito, l’esercito che avrebbe dovuto risollevare le sorti di un Egitto decadente e abbandonato a se stesso, accettai e diventai l’esperimento 27!"
"E… esperimento?!" –Balbettarono Ioria e Albione.
"Non disponendo di un esercito di guerrieri dotati di cosmo, con cui affrontare Atene, Seth ha cercato di crearlo in laboratorio, nei sotterranei della Piramide Nera, donando a noi, suoi guerrieri, forze e poteri sovrannaturali! Io fui scelto per l’Esperimento 27, che prevedeva la fusione con la sabbia, la creazione di un corpo in grado di scindersi in migliaia di particelle minori e ricomporsi a suo piacimento!"
"Ma.. è orribile!" –Esclamò Albione, schifato.
"Orribile?! No! È stato intrigante! È stato un piacere mettere la mia vita al servizio del Dio Seth, collaborare ai suoi esperimenti per sviluppare il potenziale umano!"
"Il cosmo non si crea in laboratorio, Gigante di sabbia!" –Mormorò Ioria, con serietà. –"Ma è il risultato di anni di addestramento, dedizione, sacrificio, passione, fede in un ideale! Un cuore ardente che risplende nell’animo di tutti noi Cavalieri di Athena! Che ci fa lottare fino allo stremo delle forze per i nostri ideali e per le persone che ci sono care!!" –Aggiunse, lasciando volare la mente al suo adorato fratello. –"Pensare di ricreare tutti questi sentimenti in laboratorio è pretestuoso e superficiale! E, sai una cosa, credo sia anche fallimentare!"
"Come osi, stupido ragazzino?" –Gridò il colosso di sabbia, allungando le mani avanti a sé, fino a creare due martelli di sabbia che abbatté su Ioria, il quale però fu abile a schivarli entrambi e a portarsi sotto di essi, scagliando un devastante Lightning Bolt in pieno petto del Gigante.
La sabbia che fu colpita dall’attacco di Ioria andò letteralmente in fumo, disintegrata dall’esplosione di luce che l’aveva investita, mentre la rimanente modificò nuovamente la propria forma, diventando un sinuoso serpente che stritolò il corpo di Ioria, cingendo con forza intorno al suo collo.
"Sputi ancora sentenze, ragazzino?" –Ghignò il Custode delle sabbie, stritolando il giovane con le sue sinuose forme.
"Maledizione!" –Esclamò Albione preoccupato, e si mosse per correre in aiuto dell’amico, ma un turbinio di sabbia si avvinghiò attorno alle sue gambe, sbattendolo a terra, prima di stringerlo a sua volta dentro pressanti spire. –"So.. soffoco…" –Balbettò Albione, mentre la pressione diventava quasi insostenibile.
Improvvisamente, un raggio di luce, sottile come uno spago, comparve sulla sabbia che stava stritolando Ioria, inclinato verso destra, attirando l’immediata attenzione dei tre contendenti. Fu un attimo, ed il raggio esplose, liberando una violenta energia cosmica che permise a Ioria di svincolarsi dalla morsa del Gigante di Sabbia, obbligato a rimodellarsi e ad assumere nuovamente la sua forma fisica, lasciando libero anche Albione. Ma il Guerriero Egizio non fece in tempo ad analizzare la situazione che nuovi fasci di luce caddero su di lui, come incandescente pioggia di stelle, come dorati fendenti che trinciavano con forza la sua sabbia, nei punti in cui essi vi venivano a contatto.
"Aaargh!" –Gridò il Guerriero, sollevando una violenta tempesta di sabbia, per disorientare i propri avversari e per recuperare il controllo sulla sua struttura molecolare.
Quando la tempesta si placò, poté vedere con sorpresa, e con una certa inquietudine, la presenza di un terzo Cavaliere, ricoperto da luminose vestigia, che si ergeva proprio in mezzo a Ioria e ad Albione. Un Cavaliere donna! Mormorò il Guerriero, osservando le fattezze affascinanti della giovane nuova arrivata. Doveva avere tredici anni, non di più, e non era affatto alta, ma le sue forme erano perfette e aderivano sinuosamente all’Armatura che la ricopriva: dorata, dalle lucenti sfumature bianche e dalle forme aerodinamiche. Aveva un viso delicato ma fiero, un caschetto di chiari capelli castani e due occhi azzurri, profondi come il mare. In mano stringeva una spada, lunga e ben rifinita, ancora carica dell’energia cosmica che aveva emanato.
"Chi sei?" –Tuonò il Gigante delle sabbie, e probabilmente la stessa domanda se la posero anche Albione e Ioria.
"Sono Reis di Lighthouse, Cavaliere di Luce!" –Rispose la ragazza, con aria decisa. Quindi spostò lo sguardo su Ioria, per chiedergli come stesse.
"Be… Bene!" –Balbettò il ragazzo, quasi affascinato dall’apparizione angelica della giovane combattente. Quindi si riprese, cercando di non farsi vedere timido o titubante, di fronte ad una ragazza. –"Lo avrei finito comunque! Ma grazie per il tuo aiuto!"
"Oh, oh!" –Sorrise Reis, all’aria imbronciata del Leone Dorato. –"Non ho alcun dubbio al riguardo!"
"Io credo che ogni forma di aiuto sia ben accetta!" –Intervenne Albione saggiamente. E Reis annuì con un sorriso.
"La luce intensa, la rovente energia cosmica, lo ferisce come il taglio di un’affilata spada! Questo è ciò che maggiormente lo danneggia! Dobbiamo annientare le sue sabbie! In questo modo non potrà più ricomporsi!" –Esclamò il Cavaliere di Luce, prima di scattare avanti, brandendo la sua spada. –"Spada di Luce!" –E migliaia di fendenti schizzarono avanti, cadendo come fitta pioggia di lame contro il Gigante di Sabbia, che in parte venne raggiunto, prima di riuscire a mutare la sua composizione e a immergersi nel terreno, mescolandosi alla sabbia antica del deserto.
"Vieni fuori e combatti, vigliacco!" –Esclamò Reis, fendendo l’aria con la sua Spada di Luce.
"Come comanda… signorina!" –Ironizzò il Gigante, la cui voce sembrava provenire da tutto il deserto.
Affilati spuntoni, simili a punte di un istrice, emersero dal sottosuolo, dirigendosi verso i tre Cavalieri, che dovettero dividersi e scattare in ogni direzione per non essere feriti.
"Catena di Cefeo!" –Gridò Albione, lanciando la sua Catena. La arrotolò in cima ad uno spuntone, mozzandone il capo, e la usò come appoggio, quasi fosse una liana, per lanciarsi contro gli altri spuntoni, colpendoli a metà, evitando così le affilate punte.
Anche Ioria saltava continuamente da un punto all’altro, evitando di farsi colpire e lanciando fulmini lucenti contro le acuminate cime degli spuntoni di sabbia. Ma Reis era colei che maggiormente sembrava a suo agio, muovendo a destra e a manca la sua Spada di Luce, fendendo l’aria e la sabbia con la sua rovente lama, come un boscaiolo spacca la sua legna. Non si avvide però di uno spuntone che emerse dietro di lei, mirando a colpirla alla schiena, ma Ioria, che se ne accorse, si buttò su di lei, facendola rotolare a terra, deviando il colpo con la sua Armatura d’Oro, raggiunta solo di striscio.
I due scivolarono nelle conche di sabbia che si aprivano ogni volta che da terra sorgevano nuovi spuntoni, cercando di non fermarsi mai, poiché se lo avessero fatto una nuova punta li avrebbe raggiunti dal basso. Un turbine di sabbia li travolse, scaraventandoli a terra, stretti l’uno nell’altra.
"Spero non ti dispiaccia!" –Ironizzò Ioria, con lo sguardo languido. Ma Reis non rispose, rialzandosi di colpo e concentrando il cosmo nella Spada di Luce. Con tutta la forza che aveva la piantò in terra, mentre uno spuntone di sabbia nasceva sotto di lei, imprimendovi tutto il suo cosmo, caricando l’intera spianata di guizzanti folgori lucenti che percorsero tutta la sabbia del Guerriero Egizio, sfiancandolo.
Quando ebbe terminato, si accasciò sulle ginocchia, anch’ella esausta, e Ioria le fu accanto per aiutarla a rimettersi in piedi. Albione li raggiunse poco dopo, mentre il Guerriero di Sabbia assumeva nuovamente le sue forme umane, la cui mole si era enormemente ridotta. Ormai sembrava un uomo come Albione o come Micene, e anche il suo aspetto non incuteva più paura. Ciò nonostante i suoi poteri erano sempre temibili ed ostici da affrontare, per questo Reis si rimise subito in piedi e propose di attaccarlo all’istante, caricando tutti insieme.
"La luce del nostro cosmo lo incenerirà!" –Gridò, impugnando la Spada, dritta avanti a sé.
"Sono con te!" –Esclamò Ioria, concentrando il cosmo sul pugno destro.
"Spada di Luce!" –Gridò Reis, scagliando migliaia di fendenti incandescenti ad una velocità quasi pari a quella della luce.
"Ligthning Bolt!" –Urlò Ioria, completando l’opera.
Il corpo del Guerriero di Sabbia, dilaniato dai fendenti di Reis, venne raggiunto in pieno petto dalla luminosa massa energetica di Ioria, che esplose, annientando completamente la sabbia del Gigante Egizio. I due ragazzi si guardarono soddisfatti, felici per la loro azione congiunta.
"Un ottimo lavoro di squadra!" –Ironizzò Reis, il cui viso parve addolcirsi, rispetto alla serietà che aveva dimostrato finora.
"Questo è vero… ma sono certo che lo avre.." –Esclamò Ioria, ma Reis lo interruppe di nuovo.
"Hai qualche difficoltà ad accettare aiuto dagli altri, Cavaliere d’Oro di Leo?"
"Veramente intendevo dire.. che lo avresti vinto da sola!" –Esclamò Ioria, sorprendendo la ragazza. Quindi le sorrise, voltandole le spalle e facendo cenno ad Albione di rimettersi in cammino.
"Aspetta un momento, Ioria!" –Esclamò Albione. –"Io vorrei sapere qualcosa di più sulla nostra graziosa salvatrice! Non essere orso!"
"Non è un orso, nobile Cavaliere di Cefeo! È un uomo, il che è praticamente la stessa cosa!" –Ironizzò Reis.
"Tu conosci il mio nome?" –Esclamò stupito Albione.
"Non soltanto il vostro!" –Disse Reis, cercando lo sguardo di Ioria. Che continuava ostinatamente a guardare avanti a sé. –"Il nostro incontro non è certamente casuale ma non abbiamo tempo di fare conversazione! I vostri compagni hanno bisogno di voi!"
"Giusto! Dobbiamo correre a Tebe!" –Esclamò Albione, facendo un cenno a Ioria.
"Fate attenzione, Cavalieri di Athena! Una fitta ombra è scesa su Tebe, così fitta che il sole non riesce a scendere al suo interno! Chissà quali oscuri segreti nasconde il Dio Seth nei terrificanti sotterranei della Nera Piramide, quali altri abominevoli esperimenti ha osato ordire per inquinare la vita?!" –Mormorò Reis, quasi tra sé. –"Ma voi dovete scendere comunque al suo interno, trovare la sala di Anubi e liberare due vostri compagni, che il Dio ha rapito un’ora fa!"
"Due nostri compagni?" –Esclamò Ioria, subito preoccupato. –"Eurialo! Niso!"
"Prigionieri della Pesatura dell’Anima sono stati fatti e soltanto una forza esterna potrà liberarli!" –Precisò Reis, incitando i ragazzi a correre. –"Molti destini dipendono da questa guerra! Pur nella sua complessità, essa è soltanto una pietra della valanga di tenebra che sta per crollare sul nostro mondo!"
"Riusciremo ad arginarla in tempo!" –Esclamò Ioria, fissandola finalmente negli occhi, con spirito fermo e deciso.
"Grazie, principessa!" –Sorrise Albione, prima di scattare avanti, diretto verso Tebe, prontamente seguito da Ioria.
Quando furono lontani qualche centinaia di metri, Ioria si voltò indietro, sperando quasi di vederla là, in cima alla duna di sabbia dove si erano incontrati, dove i loro sguardi si erano incrociati ed in segreto si erano comunicati sentimenti ed emozioni che nessun’altro avrebbe potuto rubare loro. Ti rivedrò? Mormorò Ioria, sperando che Reis ricevesse il suo messaggio telepaticamente. Ma le sue speranze si persero nel vento, lasciandogli una sconfinata malinconia dentro al cuore.
Ioria e Albione corsero a perdifiato per le dune sabbiose, avvicinandosi in fretta alla città di Tebe, la stessa in cui Shura e Saga erano arrivati giorni prima. Il paesaggio iniziò a mutare leggermente ed iniziarono ad apparire costruzioni sporadiche e una qualche forma di vegetazione, prima di giungere alla vera città, il cuore pulsante dell’Egitto: Uasit, o Pi Amon, cioè la casa di Amon, ovvero la maestosa Tebe.
"C’è battaglia all’interno!" –Esclamò Albione, sentendo grida furiose e violente vampate di energia cosmica accendersi periodicamente.
Raggiunsero l’ingresso principale della città, trovando una gran massa di soldati egizi massacrati, i cui corpi giacevano disordinatamente lungo la strada e ai margini, segni evidenti di una colluttazione recente. Senza esitare, infilarono lungo la via principale di Tebe, diretti verso la Piramide Nera, il cui oscuro riflesso veniva proiettato tutto intorno, e là, ai piedi della grande costruzione, trovarono un violento scontro in atto, tra il Cavaliere d’Oro di Cancer e i Soldati del Sole Nero.
"Cancer!" –Esclamò Ioria, osservando il Cavaliere lanciarsi senza remore contro i guerrieri egizi. Evitò abilmente i loro affondi, colpendoli con pugni e calci, prima di tagliare loro la testa con le chele affilate della sua armatura.
"E con questi siamo a trentasette!" –Commentò il Cavaliere di Cancer, prima di rivolgersi verso i suoi due compagni. –"Ve la siete presa comoda, eh? E tuo fratello è sparito! Cos’è, ha avuto un attacco di panico ed è tornato in Grecia?!"
Ioria nel sentire quelle parole si infervorò immediatamente e fece per rispondergli, ma Albione gli afferrò un braccio, pregandolo di rimanere calmo e di non perdersi in stupidi litigi.
"Hai una missione più importante di cui occuparti, Cavaliere di Leo! Devi salvare Eurialo e Niso, prigionieri del Dio Anubi!" –Gli ricordò Albione, mettendogli una mano su una spalla ed incitandolo a proseguire. –"Io terrò a bada i Soldati egizi… anche se questo significherà subire la compagnia di Cancer!" –Ironizzò, prima di bruciare il proprio cosmo e lanciarsi avanti. Liberò la Catena di Cefeo che rapida sfrecciò nell’aria, avvolgendosi al braccio di un Guerriero Egizio, che perse la presa della sua Spada, e liberando violente scariche di energia cosmica.
Ioria approfittò di quell’occasione propizia per sfrecciare in mezzo alla moltitudine di soldati posti a difesa della Piramide Nera, come un fulmine dorato, stridendo sulle loro carni e infiammandole. Con un balzo fu davanti al portone, di uno scuro materiale nero, protetto da una decina di Soldati del Sole Nero, ma non si perse d’animo, concentrando il suo cosmo sul pugno destro e scagliando un devastante Lightning Bolt da distanza ravvicinata. La sfera di luce esplose dilaniando le carni dei soldati egizi e abbattendo il portone blindato della Piramide Nera, dal cui interno emerse una fioca luce, per niente rassicurante.
Ioria si voltò un’ultima volta verso il piazzale antistante, dove Albione con la sua Catena e Cancer con i suoi pugni violenti stavano contrastando il centinaio di Soldati del Sole Nero che si erano avventati loro contro, quindi si lanciò all’interno della Piramide Nera, vagando nei corridoi infiniti del suo basamento. Non aveva idea su dove andare, né riusciva a capire come raggiungere i sotterranei, non trovando scale o mappe dell’interno che potessero essergli di aiuto. Abbatté una pattuglia di Soldati del Sole Nero, incontrata per caso all’interno della Piramide, prima di lasciarsi cadere a terra, stanco e sconfortato.
Lui non era Micene, non si sentiva affatto suo fratello! Era solo un bambino e non sapeva come comportarsi, non aveva ancora le capacità e le conoscenze per una simile impresa! Come posso trovare Eurialo e Niso? Si disse, battendo i pugni sul pavimento.
Improvvisamente una voce gli rispose, parlando alla sua anima e sussurrandogli di usare il cosmo.
"Il cosmo è la via per tutto, Ioria! Credevo di avertelo insegnato! È la luce capace di illuminare ogni ora buia della nostra vita! Affidati al cosmo e troverai la strada!"
"Micene!" –Mormorò il ragazzo, rimettendosi in piedi, con il sorriso sul volto. Chiuse gli occhi, lasciando espandere lentamente il suo cosmo, lasciandolo scivolare lungo i corridoi della Piramide Nera, fino ad esplorare i suoi reconditi sotterranei. –"Li ho trovati!" – Si disse, percependo le debolissime emanazioni cosmiche dei due amici. Provenivano proprio da sotto di lui.
Come un fulmine, scivolò nei corridoi della Piramide Nera, trovando le scale per discendere al livello sotterraneo, attirato dal cosmo dei due Cavalieri. Ma quando vi giunse, un triste spettacolo si palesò ai suoi occhi: Eurialo e Niso giacevano seminudi, e con il corpo segnato da mille ferite, su un piatto di un’immensa bilancia nera, sul cui muro retrostante antichi geroglifici erano stati disegnati. Sull’altro piatto, in posizione più elevata, vi era un’unica misera piuma: la piuma di Maat.
Di fronte alla bilancia, in piedi in mezzo allo stanzone sotterraneo, si ergeva un uomo, molto alto e dalle forme animalesche. Indossava una tunica grigia e blu, rifinita di decorazioni dorate, e reggeva in mano un lungo bastone d’oro. Il viso aveva forma canina, quasi di sciacallo, con pelle grigia e consumata, ed un caschetto di capelli violacei.
"Sono il Dio Anubi, giudice dei defunti! Chi sei tu, che osi interrompere la Pesatura dell’Anima?"